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Autore: Kamelye    16/10/2013    2 recensioni
Luce e Oscurità. Vita e Morte. Estate e Inverno. Facce della stessa medaglia.
L'ombra non può mai perire, finchè ci sarà un ultimo barlume di luce. E più fulgida è la Vita, tanto più totale è la Morte. Ma dopo la fine, c'è sempre un Inizio.
Tre anni dopo la sconfitta di Pitch Black, un'ombra nuova sta per oscurare la luce della Luna. Un potere più grande anche dei Cinque Guadiani. In loro aiuto, verrà invocata un'altra Immortale, antica quanto la Luna stessa, ormai dimenticata.
Un sussurro, sulle labbra dell'Ultima Luce: Solstyce, il Solstizio D'Estate.
Tra scontri, vecchi nemici e nuovi sentimenti, i Guardiani si troveranno a combattere la battaglia più grande.
Perchè la Paura non può sparire, finchè ci sarà un solo cuore che batte sulla Terra.-
JackXNuovo Personaggio
[Ogni capitolo della storia è stato revisionato e corretto. EPILOGO PUBBLICATO!]
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rise of the Guardians: Eclipsed

Chapter Sixth: Light, motors, Action!





Quella stessa notte, Jack fluttuava nuovamente senza peso; tutto intorno a lui c’era solo uno scuro cielo stellato. 

“Immagino tu ti stia chiedendo perchè sei di nuovo qui, Jack!” disse una voce allegra e squillante che il ragazzo riconobbe all'istante.

“Hinan!” disse, guardandosi intorno ma senza vedere nessuno. 

La ragazza gli apparve davanti agli occhi in uno schiocco di dita e sorrise raggiante. 

“Stavolta sono io a chiamarti qui Jack; Ho una cosa molto importante da chiederti.”

Il ragazzo la guardò con aria interrogativa.

“Quell’aquila… lo spirito di mia madre… Gli spiriti, Jack! Gli spiriti sono la chiave.” disse la giovane, ma Jack non capì. Lei sbuffò piano;

“Le forze del Male si stanno rafforzando sempre di più, e abbiamo bisogno che tutti voi e Sol diventiate più forti. Ma nelle condizioni attuali, pur con tutto lo sforzo, no sareste in grado di confrontarvi con la minaccia che vi attende. Quindi… Noi spiriti della sua famiglia abbiamo deciso di donare la nostra forza a Solstyce. Quell’aquila era lo spirito di nostra madre.” Jack era piuttosto confuso. Probabilmente non aveva l'espressione più intelligente del mondo!

“Oh, ho troppo poco tempo, devo sbrigarmi” si lamentò Hinan, che stava diventando sempre più trasparente. 

“Gli spiriti non possono trovare la strada da soli Jack! Hanno bisogno di… qualcosa… che li guidi” continuò; sembrava affaticata. “nel nostro caso, sono le azioni… le azioni di Solstyce sono la nostra guida. Una di coraggio, una d'amore, una difficile e una di sacrificio… Non le dovrai parlare di questo Jack, Solstyce deve fare tutto spontaneamente… Devi aiutarla a ritrovare se stessa, recuperando gli spiriti… Ma non lo deve sapere… non lo deve sapere… l’acchiappasogni…”

Tutto sfumò. 


Giorni e giorni dopo l’ultimo scontro e quell’assurdo sogno -perchè di questo pensava si fosse trattato-, Jack si sentiva come un’anima -o meglio uno spirito- in pena. Se ne stava lì, fermo davanti alla porta chiusa della stanza di Solstyce da almeno cinque minuti, indeciso se bussare o meno. 

"Forse sta ancora dormendo, è meglio che torni tra un po’…”Pensava, tirando i tacchi, ma tornando sempre sui suoi passi. 

“Sono sveglia…” Disse un'assonnata voce femminile dall’interno quando per l’ennesima volta si fermò davanti alla porta. 

Jack arrossì, per poi deglutire e farsi coraggio. Entrò lentamente, cercando di farsi strada nel buio della stanza, ancora con le tapparelle abbassate. 

Solstyce era seduta a gambe incrociate, ancora per metà sotto le coperte, mentre si strofinava gli occhi con l'espressione di chi si è appena svegliato da un sonno pesante. Jack non aveva potuto fare a meno, i quei giorni, di notare come lui fosse l’unico dei Guardiani a cui lo sfuggente spirito dell’Estate concedeva della confidenza e nonostante gli dispiacesse per i suoi compagni, ne era felice. 


“Certo che fanno davvero un casino pazzesco!” borbottò il ragazzo per spezzare il silenzio. In effetti, dalle stanze adiacenti veniva un gran fracasso: Nord era occupato a produrre i regali, e Dentolina, Sandy e Calmoniglio si erano offerti di aiutarlo. Vi lascio immaginare. 

“Come stai oggi?” chiese il ragazzo. 

“Bene” rispose Solstyce con voce sincera. In effetti, era da tanto che non si sentiva così bene, ma era lontano il periodo in cui era stata al pieno delle forze.

“Andiamo a fare colazione? Sto morendo di fame!” Disse la ragazza alzandosi dal letto di scatto e sorprendendo Jack. Il ragazzo annuì e si avviarono verso la sala da pranzo.

Mangiarono insieme, chiacchierando del più e del meno. Solstyce però era cupa: nonostante i duri allenamenti a cui si stava sottoponendo con Sandy, si sentiva ancora troppo debole nei confronti del pericolo che minacciava il mondo e i Guardiani. 

Lui la capiva: si era sentito allo stesso modo, anni prima, quando Pitch aveva attaccato ma lui non era riuscito a fare gran che, dato che nessun bambino credeva in lui… Eccolo li, il colpo di genio:

“Senti, ti va di accompagnarmi in un posto?” Chiese di getto allo spirito dell’Estate. 

Senza nemmeno aspettare una risposta ed ignorando la sua espressione interrogativa, le afferrò saldamente una mano, spalancò la grande finestra della sala da pranzo con un soffio di vento e si precipitò fuori. 


Volavano da un'oretta ormai. 

-Senti, mi vuoi dire dove diamine stiamo andando?- disse Solstyce, piuttosto scocciata: volare la stancava ancora molto e sembrava che no arrivassero mai. 

Jack si girò per risponderle: “Tranquilla, siamo quasi arrivati. Stiamo andando a trovare un mio caro amico, in una cittadina chiamata Burgess. Eccola li!”

Scesero velocemente di quota, atterrando con i piedi nudi sull'erba fresca vicino ad un laghetto. 

“E’ qui che sono diventato spirito.” Sussurrò piano Jack e Solstyce lo guardò intensamente prima di volgere lo sguardo al luogo dove si trovavano.

Era meraviglioso: il piccolo specchio d'acqua si muoveva placido, e le fronde dei salici frusciavano al vento, creando una bellissima melodia. Il sole filtrava attraverso le foglie degli altissimi alberi, creando un'atmosfera soffusa ma allo stesso tempo piena di luce. 

Solstyce era a bocca aperta, estasiata.

La ragazza iniziò a ridere, come se quel vento leggero trasportasse felicità pura. Jack, con un sorriso sbilenco sul viso (ed un alone di rossore sulle guance) si mise un po' in disparte, in attesa, appoggiandosi su un ramo particolarmente ombroso di un salice: aveva mandato un messaggio a Jaimie e sapeva che tra poco sarebbe arrivato.  

Solstyce, invece, ballava. Ballava come se il tempo e gli anni passati non fossero mai esistiti. 

Ballava il sole, l'acqua del lago, ballava del vento che accarezzava i salici. Ballava della vita, mentre ovunque i suoi piedi toccavano terra, cespugli di fragole, bacche e fiori crescevano rigogliosi. 

“Jack!” Gridò una voce squillante, distogliendo il ragazzo dai suoi pensieri e Solstyce dalla sua danza. 

"Ehi Jaimie! Da quanto tempo!? Caspita come sei cresciuto!” Lo salutò lo spirito. 

“La bufera dell'anno scorso, Jack!” rispose quello contento, salutando il suo amico battendogli il cinque.

“Perchè sei qui Jack? E’ piena estate! Cavolo se fa caldo qui” Gli chiese il ragazzino, incuriosito e forse un po’ spaventato mentre si sventolava con una mano. Lo spirito sorrise:

“Voglio farti conoscere una mia amica” rispose. A Jaimie brillarono gli occhi;

“Una nuova Guardiana?” Chiese emozionato. 

“Più o meno” rispose Jack, e sghignazzò, lanciando uno sguardo a Solstyce che glielo restituì con tanto d’occhi.

“Dov’è? Non la vedo…” disse il bambino, guardandosi intorno. 

“Devi crederci, Jaimie. Si chiama Solstyce. E’ lo spirito dell’Estate ed è proprio qui, davanti ai tuoi occhi.” 

Il bambino, fiducioso, strinse gli occhi come per concentrarsi.

Dopo qualche secondo, la vide, apparsa dove prima per lui c’era solo aria e con un’espressione decisamente sconvolta. 

“Oh, eccoti! Ciao, io sono Jaimie!” Disse entusiasta il bambino, correndo da lei e porgendole la mano affinché la stringesse. 

“Ja-Jack?” Balbettò la ragazza, che sentiva il cuore batterle furiosamente nel petto. Lo spirito del Gelo sorrise.

Convinta di stare sognando, la ragazza stese lentamente un braccio ma non gli strinse la mano. Andò avanti, fino a sfiorare la spalla del ragazzino, trattenendo il respiro. 

I polpastrelli dello Spirito si fermarono a percepire il ruvido della stoffa della maglietta del bambino, senza oltrepassarlo. 

Nessuna scarica elettrica, nessuna sensazione di freddo acuto. Solo la spalla un po' ossuta di un bambino di dieci anni. 

La mano della ragazza iniziò a tremare e Solstyce piantò i suoi occhi profondi in quelli dell'Ultima Luce. 

“Tu... tu mi vedi?”

Jaimie annuì, senza parole, catturato dagli occhi magnetici dello spirito. 

“Tu mi vedi. Tu mi vedi.” Un sorriso meraviglioso nacque sulle sue labbra. 

“Lui mi vede!” disse, scoppiando a ridere rivolta a Jack 

“LUI MI VEDE!!” 

Tutta la natura sembrava risplendere a quella felicità: le foglie sembravano più verdi, l'acqua più limpida, le bacche più dolci e mature. 

La sua risata li coinvolse, al punto che si ritrovarono tutti e tre a tenersi la pancia dalle risate. 

Poco dopo si calmarono, decidendo di sedersi sotto l'unico pesco nei pressi del lago. Solstyce fece maturare parecchi frutti e li offrì ai due.

“Piacere, io sono Jamie Bennet!” disse il ragazzino, tendendo nuovamente la mano a Solstyce, che stavolta la afferrò sorridente. 

“Lui è L'Ultima Luce.” disse Jack. “Se non fosse stato per lui, non so cosa sarebbe successo, nella nostra ultima battaglia”

Jaimie arrossì, lusingato. 

“No, non è vero! Avresti dovuto vedere Jack, come ha combattuto! Voleva a destra, WOOOM! E poi a sinistra e VROOOM! Ghiaccio ovunque!”

“Davvero?” Disse la ragazza alzando sarcasticamente un sopracciglio. “Caspita, a vederlo così non sembra proprio!” lo canzonò Solstyce. 

“Ehi!” disse lui, fintamente offeso, smascherato dal sorriso sulle labbra. Solstyce, da quando la conosceva aveva sorriso davvero per la prima volte. 

Allora Jaimie notò una scintilla, nello sguardo che si scambiarono i due spiriti, che solo tra un bel po' di anni avrebbe compreso affondo. 


Improvvisamente, una ragazzina dei capelli castani che stava scappando urlando da qualcosa di terrificante, interruppe il discorso dei tre. La ragazza a dir poco crollò a terra ma Jack riuscì a prenderla al volo.

“JAMIE, JACK! Oddio. in città... Dei mostri orrendi! Stanno…”

Poverina, non riusciva a completare una frase tanto era sconvolta e senza fiato. 

Quando riuscì a sollevarsi un po', incrociò lo sguardo preoccupato di Jack, senza vedere Solstyce. Aveva gli occhi così grandi di spavento, che lo Spirito dell'Estate sentì il bisogno di abbracciarla e nonostante le fosse solo passata attraverso, la bambina si sentì subito meglio. 

“Ma cosa…” sussurrò, stupita della sua stessa calma. 

“C’è un altro spirito” spiegò Jaimie, che aveva assistito alla scena. “E’ lo spirito dell’Estate!”

Ed eccola, davanti ai suoi occhi di bambina, apparsa dal nulla. 

“Oh. Ciao!” Disse la bambina. improvvisamente, il panico la attanagliò di nuovo: quei mostri terribili erano ancora in città!

“Ascoltami…" disse Solstyce con voce dolce, lanciando un'occhiata preoccupata a Jack e inginocchiandosi davanti alla piccola.  

“Calmati, ti prego… Dove sono questi mostri?”

La bambina indicò una direzione con la mano.

Solstyce le sorrise e le accarezzò dolcemente la guancia. La bambina sentì di nuovo un bel calore rassicurante, come se a quel tocco tutte le sue paure e preoccupazioni fossero state risucchiate via. Lo Spirito le prese la mano e la unì con quella di Jaimie, a cui fece l'occhiolino.

“Proteggila tu, ok grande eroe?” gli disse ridacchiando. 

Quello annuì, accennando ad un goffo saluto militare.

I due bambini guardarono da lontano gli spiriti volare via. 


“Di qua Jack!”

“Come fai a saperlo?!” le chiese il Guardiano.

“L'ho visto nella sua mente” disse lei sbrigativa. 

Eccoli li, alla fine. 

“Sono troppi” Pensò subito Jack, preoccupato nel vedere l'ansia crescere anche negli occhi di Solstyce. 

Ed erano veramente troppi: quindici, venti...  La piccola piazzetta della città era un intero brulicare di quelle creature orrende.

I due si precipitarono in mezzo alla mischia, ed appena toccarono terra, si resero conto di un dettaglio rilevante: le figure nere, prima solo un ammazzo di sentimenti negativi, ora avevano una forma, sinuosa ed umanoide. 

Le gambe, se così possiamo chiamarle, erano ricurve ed apparentemente molli, dando un movimento strano a quelle creature. Le braccia, lunghi tentacoli. Ma la cosa più spaventosa, era la testa. 

Un ovale perfetto, ma senza volto. Vuoto. 

Jack fu riscosso dal bagliore del globo luminoso richiamato dalla ragazza, che lo mutò in un lungo bastone. 

Prima che potessero fare qualsiasi cosa però, furono bloccati da una risata. Cupa, amara e profonda... Ultraterrena. 

I due sentirono la pelle accapponarsi, ed un brivido scendere lungo la schiena.

“Benvenuti, spiritelli. Volete unirvi alla mia sabba?” Ne seguì una risata gutturale. 

“PITCH!” Urlò Jack. “Vieni fuori, maledetto!”

“Ne sei sicuro? D'accordo... BUH!”

Solstyce vide solo qualcosa di nero e sabbioso scaraventare Jack lontano, poi si ritrovò le braccia bloccate dietro la schiena. 

Lottò per liberarsi, ma la presa era davvero ferrea, e finì solo per ferirsi i polsi. 

“Buona, buona, lupacchiotta” disse Pitch, con voce suadente. 

A Solstyce mancava il respiro. Annaspava, sentiva come un forte peso sul petto. La luce del sole sembrava oscurata, e lei sentiva le forze scivolarle via dal corpo, risucchiata solo al contatto con quella sabbia nera. 

“Non ho intenzione di combattere, per ora.” Persino la voce dello spirito sembrava nera, poco più che un rantolo.

“Pensi di farmi sprofondare nell'Oscurità, Pitchsteiner?” rispose Solstyce, sprezzante. “Sappi che ci sono dentro più di te!”

Quell'affermazione fece sussultare l'Uomo Nero, togliendogli per un attimo quel sorriso maligno dalla faccia. 

“Non è lo stesso Pitch dei Secoli Bui... Hanwi deve averci messo il suo zampino.” Pensò la ragazza, nel panico. 

In effetti, anche esteticamente sembrava diverso. I lineamenti erano più affilati, la pelle grigiastra e spenta. La sua sabbia, che prima riluceva maligna, ora era così nera che pareva assorbire anche la luce, annientandola. 

Ma la cosa che colpiva di più erano gli occhi: quelli che un tempo erano dorati e cangianti, ora erano di un nero così denso che non si distingueva dalla pupilla. Due pozzi senza fondo, che ti risucchiavano in una spirale di terrore ed angoscia, senza possibilità di uscirne. Il Buio, totale e devastante.

Lo Spirito si divertiva a girare lentamente intorno alla figura di Solstyce, che stava venendo inglobata da un grumo di Oscurità pura. 

“Tu dici?… Io non credo proprio.” disse, mascherando il disagio che gli aveva recato l’affermazione della ragazza. “Tu non hai idea, di ciò che sta progettando Lui per voi... Ha! E la cosa più divertente è tutto si compierà per mano tua. Ironico, vero? Lo Spirito richiamato dal suo esilio per ristabilire l’equilibrio sarà la causa della sua distruzione. Che cosa carina!” disse scoprendo i denti da squalo in un malvagio sorriso.

Solstyce alzò la testa e piantò i suoi occhi in quelli di Pitch, sebbene la spaventassero a morte, esibendo lo sguardo più rabbioso di cui era capace. 

Quello le si avvicinò. 

“Oh, questi occhi,  mia cara... di un verde così maestoso…" Pitch le accarezzò il viso con le lunghe dita affusolate. Un brivido di repulsione scosse Solstyce. Pitch fece una smorfia. 

“La negazione totale della Luce sarebbe impossibile, e anche Lui lo sa. Ma non temere, figlia del Sole. Ucciderò lentamente tutti i tuoi insulsi amici e tra atroci sofferenze” Le sussurrò all'orecchio. “…E con Jack Frost, ah! Oh, con lui mi sfogherò davvero, si; Lo sai, abbiamo avuto un rapporto decisamente complicato in passato. Ma tu... No, tu resterai in vita. Costretta a rivivere la loro morte ancora e ancora, nel Buio più assoluto... 

Fidati, dolcezza. Sarà orribile!”

Solstyce era paralizzata. Osservava Pitch con gli occhi sbarrati, atterrita. 

“La tua disperazione sarà tale che farà da carburante al mio signore per secoli! Getterà l'intero mondo nell’Oscurità!" Lo spirito spalancò le braccia, esibendosi in una risata terribile.

“Non è meraviglioso?” Disse, prendendole di colpo il mento con la mano. Di colpo delle immagini orrende si riversarono nella mente di Solstyce.  

Lo Spirito dell'Estate non aveva nemmeno più le forze di urlare. Ormai aveva la vista appannata e creature fatte di oscurità vorticavano ovunque, confondendola.

“A presto lupacchiotta…" 

Poi il buio la avvolse.


“Jack! Jack svegliati!!” Gridò una voce che gli parve conosciuta. 

Jack Frost tentò di muoversi, ma il corpo non gli rispondeva. Con grande sforzo aprì gli occhi, ma non riuscì a riconoscere chi lo chiamava: aveva la vista troppo appannata.

“Jack, Solstyce sta male! Ti prego, svegliati!!!” 

Infine, riconobbe Jaimie Bennet e la sua amica entrambi con le guance rosse e gli occhi gonfi dal pianto. 

Si guardò intorno, ancora confuso. 

Le creature ondeggianti erano sparite nel nulla, come Pitch, e il sole era tornato a scaldare l'ambiente reso innaturalmente freddo dal passaggio dell'Oscurità. 

La testa gli pulsava dolorosamente. Si portò una mano alla fronte e gli venne un capogiro, quando ritirandola la trovò macchiata di sangue. 

Si alzò lentamente cercando di non pensare al dolore. 

“Jack, per favore! Solstyce sta male, non si muove!” Disse nuovamente la bambina e Jack sentì lo stomaco contrarsi dal panico. Si alzò di scatto, combattendo un capogiro.  

La vide, inginocchiata a terra, al centro della piazza, le braccia completamente abbandonate e la testa riversa all'indietro. 

“SOLSTYCE!” Gridò nel panico e corse da lei quanto più velocemente gli era possibile, inciampando spesso sui suoi stessi passi e crollandole al fianco. 

I suoi occhi... 

Erano spalancati, vuoti e spenti. Tutta la luce e il coraggio che li animava era stato risucchiato via.

“No…”

il volto di Jack era una maschera di angoscia. Prese una delle sfere incantate di Nord e la ruppe, facendo partire un raggio di aurora, sperando che i suoi amici facessero il prima possibile. 

“Sono un idiota, un vero idiota!” Pensò nel terrore; “Se non mi fossi fatto prendere dalla foga…

Allungò la mano per toccarle una la spalla con l’intento di scuoterla, ma appena la sfiorò, gli si oscurò la vista e delle immagini terribili di morte ed oscurità gli riempirono gli occhi. 

“AARGH!” Scattò all'indietro, con il respiro accelerato e totalmente sconvolto.

“Dannazione Sol, cosa ti ha fatto quel maledetto” disse disperato. 

“E’ successo anche a noi…” gli sussurrò Jaimie, che nel frattempo gli era corso dietro. La bambina annuì mesta: “Appena l’abbiamo sfiorata, abbiamo visto…” tentò di dire, ma la voce le morì in gola.

Jack ringhiò, furente: “Ti prego Sol, svegliati! Combatti! E' solo un'illusione, capito? COMBATTI!”



Lo spirito dell’Estate riconobbe immediatamente quel posto. 

Una gigantesca vallata di terra arida, spaccata e arsa da colpi violenti. 

In quelli che non riuscì a distinguere se fossero attimi o secoli, rivisse tutte le battaglie dei Secoli Bui. Udì tutte le grida disperate delle vittime, dirette e indirette, di quella guerra orribile.

Rivisse quella situazione disperata.

Riconobbe il dolore al ventre, il sangue che colava dal taglio profondo che le correva da un fianco all’altro, le mani fresche della sua Hinà che le stringevano la mano, i Guardiani feriti e stanchi. 

Rivide i capelli lunghi e argentei della sorella che ondeggiavano mentre si alzava. Rivide in un attimo tutti i volti delle persone che avevano sofferto, rivisse tutto il loro dolore come se fosse stato suo. 

Rivide sua sorella allargare le braccia, i tatuaggi di lei illuminarsi e poi… sparita, scomparsa in una colonna di luce così alta da arrivare al cielo, liberando la Luna dall'Oscurità che la aveva avvolta, quel 21 Dicembre in cui avvenne L'Eclissi.

Sentì di nuovo quel vuoto improvviso al cuore, seguito dal dolore più lancinante che avesse mai provato. 

Spesso le persone si chiedono che rumore faccia un cuore spezzato; beh, Solstyce non sentì nulla. Assolutamente niente che non fosse dolore. Vuoto totale. 

Basta…"

Era stanca, Solstyce. Voleva abbandonarsi e basta. Sentì il peso di tutti quegli anni piombarle addosso come un macigno.

Improvvisamente, l’ambiente mutò. Era davanti al Totem Sacro, a casa. L’erba le punse le ginocchia.

“Combatti!" Disse una voce profonda. Lo spirito volse più volte la testa, ma non vide nessuno. 

Un ruggito la fece sobbalzare. 

"COMBATTI!!"

Un altro ruggito. D’istinto, guardò il Totem: gli occhi stilizzati dell’orso brillavano di luce propria. 

Per la prima volta da quella che credeva fosse un’eternità, smise di sentire dolore e paura. 

“Ti arrendi già?”

Disse la voce bassa e cavernosa, facendole vibrare tutto il corpo. 

“Ti arrendi già?”

Ripetè la voce, più rabbiosa. 

Il terzo ruggito fu ancora più forte.

Un pensiero balenò nella mente di Solstyce.

“Padre…?”

Una nebbiolina verdastra prese ad uscire dagli occhi illuminati dell’orso-Totem. 

Lentamente, si riunì alla sinistra di Solstyce prendendo la forma evanescente di un grande orso Grizzly. 

L’animale tese un arto verso la ragazza, sfiorandole il petto all'altezza del cuore con il grande e letale artiglio ricurvo.

“Combatti figlia mia. Sii forte e combatti. Sii degna del tuo sangue.”

Una scarica elettrica invase Solstyce da capo a piedi, infondendole nuova forza. 

"COMBATTI SOL! TI PREGO SVEGLIATI. "

 

Solstyce si tirò su di scatto urlando, la katana bianca già materializzata e ad un soffio dal collo di Jack. 

“SOL!” disse lui, le mani in alto come in segno di resa e respirando velocemente. 

“Jack! Eri tu? Eri… tu a chiamarmi?” Disse la ragazza, ansimando pesantemente. Il ragazzo annuì “Anche loro” disse, indicando con un sorriso i due bambini. 

Lei espirò tutta l’aria che aveva nei polmoni e inspirò nuovamente, calmandosi. Mutò l’arma che aveva evocato nel globo di energia e lo assorbì nel petto. 

“Grazie.” Disse, alzandosi con qualche difficoltà;  “Mi avete salvato la vita” concluse scompigliando i capelli ai due piccoli che sorrisero, di nuovo tranquilli. 

Aiutarono Jack ad alzarsi, dato che era finito a gambe all’aria per evitare la lama della ragazza e non riusciva ad alzarsi sulle gambe senza oscillare pericolosamente.

Dopo qualche minuto, con un rumore assordante, Nord e gli altri Guardiani comparvero da un portale proprio davanti a loro ruzzolando per il troppo slancio. 

“Sostakovich, state tutti bene?!”

“Tutto a posto?”

“Avete combattuto?”

“Siete feriti?!”

“CALMATEVI!” esplose Jack. “Siamo bene, più o meno…”

“Abbiamo visto Pitch” disse Solstyce lapidaria, scuotendo la testa.

“Siamo nei guai fino al collo. E’ ora che impariate anche voi come usare questo”. Disse, materializzando il globo bianco nella sua mano. 

  
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