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Autore: fila    17/10/2013    3 recensioni
Camelia capì che c'era qualcosa che non andava in casa, quando dalla finestra uscì un grido isterico della madre e di seguito vide volare fuori una bottiglia semivuota.
Questa storia è tutta per Veronica, tanti auguri e spero che tu sia soddisfata della tua Camelia (grazie per il prestito)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è per Veronica,

perché oggi è un giorno veramente speciale

 

 

Il gioco dell'oca

 

 

Camelia capì che c'era qualcosa che non andava in casa, quando dalla finestra uscì un grido isterico della madre e di seguito vide volare fuori una bottiglia semivuota.

«Sono solo le dieci del mattino» constatò guardando il suo orologino rosa nuovo. «Questa volta deve essere successo qualcosa di grave. Di solito papà comincia a bere solo nel pomeriggio, quando la mamma fa qualcosa che non gli piace.»

Andò a raccogliere la bottiglia e la riportò di nascosto in casa, dove sapeva che suo padre teneva la "riserva segreta". Poi si nascose in cucina ad origliare con un bicchiere di latte in mano, come scusa in caso sua madre, o qualcun altro, fosse piombato improvvisamente nella stanza.

«Non vedo quale sia il problema!» stava strillando Effie. «In fondo è solo per una settimana, mica per sempre!»

Oh, oh. Cosa stava per succedere di così grave da costringe suo padre a cercare la sua "felicità liquida"?

«Finalmente, dopo anni di insulse produzioni, sembra che il mio talento venga riconosciuto, e le mie vecchie colleghe accompagnatrici vengono qui per discutere del progetto. Non vedo dove sia il dramma: dovrai solo essere carino con loro e le loro famiglie per qualche giorno! Non ti sto mica chiedendo di tornare nell'Arena!»

Il bicchiere di latte per poco non scivolò dalle mani di Camelia.

No, no, no, NO! Ti prego, tutto ma non "Perfettina" e "Puzzasottoilnaso" in casa mia, nel Distretto 12, per una settimana. Non sopravviverò!

Si sedette sul pavimento e cominciò a valutare le possibili vie di fuga, ma le sembrava di avere la nebbia nel cervello; l'unico pensiero fisso era fuggi,fuggi,fuggi,fuggi. Bevve un sorso di latte, ma nulla, la foschia nella testa non spariva.

Forse se bevessi anch'io la "felicità liquida" di papà mi sentirei meglio e troverei un rimedio...

Posò l'inutile bicchiere che ancora stringeva in mano, corse alla riserva del padre, afferrò la bottiglia che aveva appena nascosto e tracannò un sorso bello abbondante del liquido trasparente che era rimasto. La bottiglia le sfuggì di mano e cadde a terra, rompendosi in mille cocci. Aveva le lacrime agli occhi, le sembrava di avere bevuto del fuoco che le bruciava la gola e lo stomaco. Cominciò a tossire e a sputacchiare.

Sto morendo!

Qualcuno alle sue spalle la prese in braccio e le chiese qualcosa, ma Camelia sentiva la testa che le girava e non riusciva a capire cosa volesse da lei il padre. Qualcuno uscì di casa correndo e poco dopo riconobbe il tono rauco ma gentile del dottor White, che le fece bere un liquido nauseabondo che la fece vomitare.

Qualche ora dopo, mentre era sdraiata nel letto, suo padre venne a sedersi accanto a lei.

«Camelia, tesoro mio, ma cosa ti è saltato in testa? Ti ricordi che papà ti ha detto di non toccare mai le sue bottiglie?»

«Scusa, papà. Ti ho sentito discutere con la mamma e volevo trovare una soluzione; però la mia testa era vuota, tanto vuota, così ho pensato di fare come te e di trovare la risposta bevendo un sorso di liquido trasparente, anche se so che è vietato. Mi è sembrato di morire! Perché cerchi di ucciderti ogni volta che litighi con la mamma?»

Haymitch guardò la bambina con gli occhi velati dalle lacrime e rimase in silenzio per un po' con la sua manina stretta tra le sue mani.

«Hai grandi non fa così male, ti assicuro. Non voglio uccidermi, non ti preoccupare. Tu sei troppo importante, per me, per rischiare di perdere un solo secondo in tua compagnia. Facciamo un patto: se tu non toccherai mai più le bottiglie di papà, io ti aiuterò ad affrontare i problemi che ti fanno sentire la testa tanto annebbiata. Qualsiasi essi siano. Che cosa volevi risolvere con la tua bella testolina vuota, vuota?»

«Perfettina e Puzzasottoilnaso» bisbigliò soltanto Camelia.

«Ah, il duo malefico. Tesoro mio, sappi che tu vali diecimila volte di più di loro, anche se loro vogliono farti credere il contrario. Quando arriveranno, perché lo sai che se tua madre si mette in testa di fare una cosa questa si fa, faremo vedere loro quanto sei superiore.»

«Grazie, papà» disse la bimba e abbracciò forte Haymitch.

 

Effie fece accomodare le sue colleghe in salotto e offrì loro the con i pasticcini speciali di Peeta. «Camelia, da brava, porta le tue amiche in camera tua; così potrete giocare tranquille.»

Camelia fece cenno alle due bambine di seguirla.

«Il rosa andava di moda secoli fa. C'è un posto in cui mi possa sedere senza sporcare il mio bellissimo vestitino nuovo?» domandò Perfettina.

«E la zanzariera attorno al letto è così da... contadini zoticoni. La senti questa puzza? Sembra che ci vivano le galline qui dentro» rincarò Puzzasottoilnaso.

Non posso strozzarle, non devo prenderle a calci, la mamma non vuole. Calma, calma, CALMA.

«Non ci sono galline qui. Però mio padre alleva delle bellissime oche. Volete vederle?»

«Oche? Che orrore! L'unica oca veramente chic è quella del "Gioco dell'oca"; lo conosci, vero? A Capitol City è l'ultima moda del momento» disse Perfettina.

«Assolutamente! Anzi, perché non ci giochiamo subito?» propose Puzzasottoilnaso.

Ma che diavolo sarà questo strano gioco? Non posso assolutamente passare per provinciale. DEVO averlo, subito.

«Non l'ho qui, l'ho prestato a uno di qui. Domani me lo faccio rendere così ci potremo giocare.»

 

Quella sera Camelia convocò una riunione segreta d'emergenza a casa di Peeta.

«Sapete dirmi cos'è un "Gioco dell'oca"? Quelle due streghe ci vogliono giocare e non ho idea di cosa sia. Non voglio che mi ridano dietro, un'altra volta» disse, tutto d'un fiato, guardando negli occhi Peeta, Katniss e Haymitch.

I tre scossero la testa; nessuno di loro aveva idea di che diavolo fosse questo nuovo gioco.

«Hai ancora qualche amico su a Capitol City, vero Haymitch?» chiese Katniss.

«Certamente, lo chiamo subito.»

Decine di telefonate dopo, erano ancora all'oscuro. Nessuno sembrava saperne nulla.

«Sae la Zozza» disse infine Peeta. «Chiediamo a lei. Conosce ogni cosa che sia vendibile, sicuramente se questo gioco ha un valore, lei lo conoscerà.»

Cinque minuti dopo i tre adulti e la bambina si trovavano seduti al tavolo di una bettola a guardare Sae la Zozza bersi la sua zuppa calda.

«Così volete avere un'informazione... Vi costerà più che una ciotola di brodaglia calda!»

«Se ti dessi pane caldo per una settimana?» propose Peeta.

«Facciamo due e avrete da me ogni informazione disponibile in tutto Panem.»

Katniss fece per reagire ma Peeta l'anticipò e accettò l'offerta.

Due ore dopo i quattro cospiratori erano di nuovo a casa di Peeta.

«Dove posso trovare una cosa del genere?» chiese Camelia disperata, guardando il disegnino fatto da Sae la Zozza.

«Non ti preoccupare, tesoro mio, ci penseremo noi. Katniss, tu cerca del legno buono e scolpisci due dadi. Peeta, tu che sei bravo con i pennelli, disegna il tabellone con le caselle colorate. Nel frattempo, io ti costruirò le pedine. Vai a fare la nanna, che è tardi. Domani mattina le farai morire d'invidia quelle due smorfiose!»

Camelia baciò il padre e corse a casa a dormire.

Il mattino dopo, senza neanche fare colazione, la bimba corse a casa di Peeta per vedere come andavano i lavori. Appena arrivata trovò i tre adulti che dormivano sdraiati sulle poltrone e sul tavolino, in mezzo alla stanza, una scatola di cartoncino colorato. Camelia l'aprì con il cuore che le batteva forte e trovò il più bel gioco che avesse mai visto: il tabellone era di mille colori con un fiore diverso disegnato in ciascuna casella, i dadi erano perfetti e talmente levigati da sembrare di metallo e le pedine, che rappresentavano piccoli animali del bosco, erano dei piccoli capolavori.

«Grazie, grazie, grazie!» urlò e diede un bacio a ciascuno dei costruttori.

Richiuse la scatola con religiosa attenzione e corse verso casa. Stava per entrare in cucina quando sentì le due smorfiose ridacchiare tra loro.
«Sei stata geniale, ieri pomeriggio. Il "Gioco dell'oca", non so come tu abbia fatto a pensare a una stupidaggine del genere. Sono sicura che quella condadinotta si dannerà l'anima per procurarsi quell'anticaglia schifosa.»

«Non vedo l'ora di vedere la sua faccia quando capirà che l'abbiamo gabbata un'altra volta!»

Le due scoppiarono a ridere e a Camelia comparvero le lacrime agli occhi.

Peeta farà il pane gratis per due settimane e tutti loro non hanno dormito tutta la notte solo per uno scherzo crudele!

Camelia tornò a casa di Peeta, posò il gioco sul tavolino, dove l'aveva trovato e si sedette sul pavimento con la testa tra le mani a piangere. Poi le venne un'idea, si asciugò le lacrime e corse fuori nel cortile.

Vi faccio vedere io, cosa è in grado di fare questa contadinotta!

 

«Ragazze, finalmente vi ho trovate» disse Camelia, lisciandosi il suo vestitino nuovo, quello più elegante che aveva, che sua madre le aveva comprato per le "grandi occasioni".

«Guarda che è da maleducate fare aspettare due ospiti importanti come noi!»

«Scusatemi tanto, ma vi stavo preparando una grande sorpresa: una partita al Gioco dell'oca. Ma non quello di Capitol City, la versione speciale del Distretto 12. Prego seguitemi fuori.»

Le due smorfiose fecero un risolino cattivo, pregustandosi la scena dell'umiliazione di Camelia.

Le tre bambine uscirono in giardino , girarono attorno alla casa e arrivarono di fronte ad un capanno.

«Che puzza che c'è qui» si lamentò Perfettina.

«Quasi non riesco a respirare» aggiunse Puzzasottoilnaso.

«Abbiate pazienza; appena entrate nel capanno non vi accorgerete più dell'odore» le rassicurò Camelia e aprì una porticina. «Prego, prima le importanti ospiti.»

Le due le lanciarono un'occhiata altezzosa ed entrarono. Camelia le lasciò passare e chiuse la porta del capanno senza entrarvi.

Pochi istanti dopo si udirono delle urla isteriche e le due smorfiose corsero fuori dall'entrata principale dell'edificio inseguite da quattro oche inferocite. Correndo scivolarono e caddero faccia avanti nel fango misto a guano; le oche cominciarono a beccare i loro abiti all'ultima moda finendo per rovinarli. Camelia, ridendo, fischiò alle oche che lasciarono stare le due smorfiose e si diressero ondeggiando verso la bambina.

«Vi è piaciuto il Gioco dell'oca di questa contadinotta?» disse con tono soddisfatto.

 

 

 

 

Note: il personaggio di Camelia è un Oc che appartiene solo, ed esclusivamente, a Dragana. Spero, mia cara, che la sorpresa ti sia piaciuta. Per chiunque non la conosca, consiglio vivamente di andarla a cercare tra le sue storia.

Ringrazio Vannagio per il suo betaggio e la sua amicizia.

Tanti auguri Veronica, millemila di questi giorni

  
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