Altro
raccontino
che
è
secondario
a
quello
principale
che
su
cui
lavoro
da
un
po'.
Serviva
come
una
sorta
di
background
per
i
Tenk,
benchè
poi
non
mi
sia
mai
servito
a
molto
scriverla,
ma
mi
piaceva
l'idea
di
scrivere
una
storia
con
la
morale
che,
come
al
solito
:P,
da
contro
a
noi
poveri
esseri
umani
Vi
narro
una
storia
persa
nel
tempo
-
principiò
il
vecchio
druido
seduto
tra
le
grandi
radici
di
Emhe
Die,
la
quercia
gigante
che
viveva
rigogliosa
nel
bosco
druidico
di
Uhil
-
Vi
narro la
storia
dei
temuti
Tenk
e
di
come
essi
nacquero.
Vi
narro
una
storia
di
amore,
dolore
e
rabbia
tra
la
natura
e
i
mortali.
-°-
Nelle
terre
di
centro,
la
terra
di
Imelir,
sorgeva
una
grande
foresta
sempre
verde.
I
suoi
alberi
erano
fieri
e
rigogliosi
come
cavalieri
dalle
armature
d'argento
che
brillavano
fresche
sotto
il
sole
e
la
luna.
Il
vento
accarezzava
giocoso
quelle
fronde
suscitando
un
gioco
di
riflessi
che
faceva
invidia
alle
stelle
più
splendenti.
La
grande
foresta,
nonostante
la
sua
bellezza,
era
quasi
totalmente
disabitata,
uno
solo
era
il
suo
abitante
e
si
chiamava
Eder.
In
pochi
sapevano
come
fosse
fatto
e
quei
pochi
che
lo
sapevano
lo
chiamavano
figlio
di
Emidah,
la
nostra
amata
Dea,
la
Dea
della
Natura
tutta.
Eder
aveva
le
sembianze
di
un
ragazzo
dagli
occhi
profondi
e
luminosi
come
le
fronde
della
nostra
Emhe
Die,
era
agile
come
il
vento,
forte
come
la
terra, elegante
come
l'acqua,
orgoglioso
come
il
fuoco,
ma
profondamente
solo.
Nonostante
la
sua
solitudine
non
sentiva
il
desiderio
di
cercare
compagni,
egli
viveva
con
gli
alberi
che
erano
suoi
fratelli,
era
capace
di
udire
la
loro
voce
e
così
si
faceva
raccontare
cosa
vedessero
dall'alto
delle
loro
fronde.
In
Eder
non
esisteva
bene
o
male,
vigeva
Equilibrio
tra
le
emozioni
e
così
egli
percepiva
solo
sfumature
delicate
di
una
rosa
di
emozioni
troppo
complessa
per
noi
umani.
Un
giorno
però,
uno
degli
antichi
alberi
gli
narrò
di
aver
visto
una
donna
bella
come
una
ninfa
aggirarsi
attorno
alla
foresta,
era
così
leggiadra
che
l'albero
ammise
di
averla
scambiata
per
una
driade
di
un
bosco
antico.
Eder,
preso
dalla
curiosità,
decise
di
spingersi
ai
limiti
della
grande
foresta,
convinto,
in
fondo,
che
nessuna
mortale
potesse
eguagliare
la
bellezza
delle
figlie
dei
boschi.
Si
fermò
all'ultimo
albero
e
osservò
i
prati
in
cerca
della
creatura
decantata
dal
vecchio
albero
e
così
la
vide,
una
ragazza
chinata
a
raccogliere
grandi
margherite
ponendole
in
un
cesto.
Se
Eder
non
fosse
stato
capace
di
distinguere
con
uno
sguardo
una
ninfa
da
una
donna,
sicuramente
si
sarebbe
confuso.
La
giovane
donna,
poco
più
di
una
ragazzina,
aveva
i
capelli
del
colore
del
grano
maturo
e
gli
occhi
del
colore
della
terra
fertile
e
rigogliosa.
Era
sorridente
come
un
raggio
di
sole
estivo
e
Eder
non
potette
fare
a
meno
di
innamorarsi
di
lei.
Per
lunghi
giorni
rimase
tra
gli
alberi
ad
osservarla
sospirando,
trattenuto
dalle
voci
sagge
della
foresta
che
gli
consigliavano
di
lasciar
perdere
gli
umani,
troppo
diversi
per
provare
l'amore
puro
e
cristallino,
ma
Eder
ormai
non
aveva
più
orecchio
per
quelle
parole,
il
suo
cuore
parlava
troppo
forte.
Fu
così
che
Eder,
una
mattina
di
sole,
lasciò
la
foresta
per
avvicinarsi
alla
bella
fanciulla.
Le
si
avvicinò
con
grazia
ed
eleganza
soffermandosi
vicino
a
lei,
volgendole
le
più
cortesi
parole
che
anche
il
più
nobile
cavaliere
non
sarebbe
riuscito
ad
eguagliare.
La
giovane
si
innamorò
a
prima
vista
del
giovane
semidio
e
tra
i
due
sbocciò
un
sentimento
puro
e
tenero
come
i
germogli
primaverili.
La
giovane
si
chiamava
Telinna
ed
era
la
figlia
di
uno
dei
tanti
contadini
sotto
la
Baronia
di
Lord
Deren
e
la
sua
semplicità
e
spontaneità
la
riconoscevano
come
tale.
Non
era
vestita
di
abiti
eleganti
e
sfarzosi,
ma
la
sua
bellezza
traspariva
anche
senza
bisogno
di
futili
ninnoli,
questo
aveva
ammaliato
Eder,
quell'umana
era
umile
e
genuina
come
la
natura
stessa.
Erano
passati
giorni
dall'incontro
e
l'amore
tra
i
due
era
sempre
crescente
e
così
Eder
decise
di
donare
alla
sua
amata
una
delle
lacrime
della
terra.
Corse
da
lei
in
quel
campo
fiorito
e
le
donò
una
gemma
cristallina
di
un
verde
brillante
e
le
disse
"Questo
è
per
te
Telinna,
da
oggi
si
chiamerà
Smeraldo"
la
giovane
rimase
incantata
dalla
bellezza
della
pietra
e
la
strinse
a
sé
ringraziando
infinitamente
l'amato
che
in
cuor
suo
gioiva
di
aver
reso
così
felice
la
compagna.
Il
giorno
seguente
si
incontrarono
ancora,
ma
Telinna
pareva
cambiata.
Eder
le
chiese
cosa
fosse
successo,
ma
lei
rispose
che
stava
bene
allora
il
figlio
di
Emidah
le
domandò
dove
avesse
messo
lo
Smeraldo.
A
quel
punto
la
giovane
donna
si
inginocchiò
ai
piedi
dell'amato
piangendo,
supplicandolo
di
perdonarla
per
aver
venduto
lo
smeraldo.
Lo
aveva
venduto
per
pagare
grano
e
medicamenti
per
i
suoi
vecchi
genitori
e
così
Eder
lasciò
da
parte
la
rabbia
e
perdonò
la
sua
amata
"Non
temere
Telinna, hai
fatto
tutto
per
salvare
chi
ti
ha
creata,
è
una
bella
cosa"
e
così
il
giovane
Eder
porse
alla
sua
amata
una
gemma
cristallina
di
colore
rosso
"Tieni,
prendi
questa
al
posto
dello
Smeraldo,
per
te
ho
creato
il
Rubino"
Telinna
si
strinse
al
suo
amato
ringraziandolo
più
volte.
Per
lungo
tempo
i
due
si
amarono
in
quel
campo
di
fiori
che
non
appassivano
mai.
Correvano
e
giocavano,
parlavano
e
cantavano,
si
scambiavano
conoscenze
sui
loro
mondi
diversi
e
tutto
pareva
unirli
nelle
loro
diversità.
Eder
infine
decise
di
donare
a
Telinna
la
più
pura
e
preziosa
delle
lacrime
della
terra,
le
offrì
un
diamante
come
segno
del
loro
amore
eterno
e
le
chiese
di
vivere
per
sempre
con
lui.
La
giovane
colta
di
sorpresa
chiese
del
tempo
e
Eder
glielo
concesse
senza
alcun
problema.
Telinna
non
si
fece
vedere
nel
prato
per
lunghi
giorni
ed
Eder
cominciava
a
soffrire
la
solitudine,
accompagnato
solo
dalle
voci
degli
alberi
che
cercavano
di
consolarlo,
ma
non
mancavano
di
dire
che
lo
avevano
avvisato
in
merito
agli
umani,
ma
il
figlio
di
Emidah
continuava
a
sperare
nel
ritorno
della
sua
amata.
Una
mattina
quando
Eder
si
aggirava
sconsolato
tra
le
margherite,
una
voce
conosciuta
lo
rianimò
di
un
sorriso:
Telinna
era
tornata.
Subito
si
voltò
a
cercarla,
ma
il
suo
volto
si
tinse
di
stupore
e
tristezza
nel
vedere
avanzare
non
più
la
ragazza
semplice
che
amava,
ma
una
ragazza
vestita
di
raso
e
seta,
ingioiellata
d'oro
e
argento
"Telinna...che
hai
fatto?"
la
giovane
sorrise
abbracciando
il
suo
amato
"Le
tue
pietre
valgono
moltissimo
amore
mio!
Vendendole
potremo
avere
tutto
quello
che
vogliamo!"
il
giovane
scosse
la
testa
senza
parole
"Ma
erano
doni"
la
ragazza
lo
strinse
ancora
"Con
i
tuoi
doni
mi
sono
potuta
permettere
vesti
e
gioielli
per
farmi
bella
ai
tuoi
occhi"
Eder
indietreggiò
con
le
lacrime
agli
occhi
"Eri
meravigliosa
anche
senza
tutto
questo
Telinna"
La
ragazza
sospirò
"Adesso
posso
permettermi
un
cavallo,
non
faticherò
più
delle
ore
per
raggiungerti,
ho
fatto
tutto
questo
per
te!"
alla
fine
Eder
si
lasciò
convincere
dalle
parole
della
sua
amata
e
le
donò
un
secondo
diamante
pregandola
di
non
darlo
mai
via
e
lei
accettò.
Nonostante
il
giuramento
dopo
pochi
mesi
la
ragazza
tornò
nel
campo
accompagnata
in
carrozza.
Eder
iniziò
a
pregarla
di
fermarsi
immediatamente,
non
sopportava
la
vista
di
quel
mezzo
che
schiacciava
i
fiori
che
aveva
mantenuto
fiorenti
solo
per
la
sua
amata.
Telinna
scese
e
si
avvicinò
a
Eder
sospirando
"Sono
solo
margherite,
ho
comprato
queste
terre...ci
pianteremo
del
cotone
e
poi
lo
venderemo!"
Eder
a
fatica
trattenne
le
lacrime
e
le
diede
le
spalle
"Telinna"
mormorò
e
lei
raggiante
chiese
"Sì
tesoro
mio?".
Le
lacrime
di
Eder
si
mutarono
in
una
pietra
lucida
e
nera
che
porse
alla
sua
mata
"Per
te
Telinna,
l'Opale"
sorrise
come
sempre
donandogliela.
La
ragazza
la
accolse
con
un
sorriso
forzato.
Si
trattene
poco
col
suo
amato,
poi
ripartì
dicendo
che
aveva
delle
faccende
da
sbrigare.
Arrivata
nella
sua
casa
osservò
la
pietra
con
una
smorfia
"un
semplice
sasso
nero...chissà
quanto
riuscirò
a
ricavarci"
così
vendette
anche
quello
per
molto
meno
delle
altre
gemme.
Non
provava
alcun
rimorso
nel
vendere
i
doni
dell'amato.
Passò
ancora
più
tempo
prima
che
Telinna
tornasse
da
Eder,
stavolta
andò
anche
peggio.
La
giovane
portò
al
suo
amato
un
dono,
abiti
sfarzosi
di
velluto
e
raso
rosso.
Sembrava
entusiasta
e
lo
pregò
di
indossarli,
ma
Eder
si
rifiutò
"E'
così
che
accetti
il
mio
dono?"
gli
disse
lei
tra
l'arrabbiato
e
il
dispiaciuto
"Perchè
vuoi
che
gli
indossi?"
domandò
Eder
serio
in
volto,
ma
lei
con
disinvoltura
rispose
"Una
dama
elegante
deve
avere
accanto
un
uomo
elegante
quanto
lei...altrimenti
sfigura
davanti
alle
cortigiane!"
Eder
scosse
il
capo
e
se
ne
andò
"Non
li
indosserò
mai
Telinna!"
la
giovane
indignata
raccolse
gli
abiti
e
se
ne
andò.
Dopo
una
settimana
un
paggio
arrivò
da
Eder
consegnandoli
un
messaggio
"La
Signora
Telinna"
disse
solamente.
Eder
aprì
il
rotolo
di
pergamena
e
lesse
quelle
poche
parole
"Caro
Eder,
tu
non
sai
comprendere
le
gioie
della
vita,
se
rimanessi
con
te
non
riuscirei
ad
avere
nulla
di
cui
bearmi.
Lord
Tiwer,
figlio
del
Barone,
mi
ha
chiesta
in
sposa
offrendomi
terreni,
abiti
e
gioielli...lui
sa
comprendere
come
far
felice
una
donna.
Mi
dispiace
Eder,
ma
con te
non
sarei
felice"
A
quelle
parole
la
pergamena
bruciò
tra
le
mani
del
figlio
di
Emidah,
il
paggio
tento
la
fuga,
ma
lui
lo
fermò
"Porta
queste
a
Telinna,
mio
dono
di
nozze"
disse
sorridendo
tra
le
lacrime
e
donò
al
paggio
un
cesto
delle
più
belle
gemme
mai
viste.
Il
paggio
portò
le
gemme
alla
sposa
che
subito
entusiasta
le
fece
lavorare
per
farne
gioielli,
altre
le
vendette.
Passarono
pochi
giorni
prima
che
si
diffondessero
notizie
di
tragedie
mai
sentite,
spiriti
mostruosi
erano
usciti
da
gioielli
e
gemme
in
tutto
il
regno
e
nei
circondari.
Tali
spiriti
avevano
seminato
morte
ovunque
e
solo
i
maghi
riuscirono
a
fermali
dopo
lunghi
mesi
imprigionandoli
in
gemme
purissime.
Eder
morì
piangendo
nel
cuore
della
sua
foresta,
divorato
da
odio
e
dolore,
incapace
di
non
amare
la
Telinna
che
aveva
conosciuto.
Aveva
disperso
la
sua
vendetta
in
quelle
gemme
che
avevano
ucciso
la
Telinna
che
amava
e
a
quel
modo
sperava
di
uccidere
il
mostro
che
l'aveva
presa.
Accecato
dal
dolore
aveva
partorito
i
suoi
figli
più
temibili,
i
Tenk,
spiriti
della
natura
incapaci
di
pensare,
comandati
solo
dal
desiderio
di
uccidere
coloro
che
avevano
perso
la
loro
semplicità.
Nulla
lo
salvò
ed
Emidah
pianse
la
sua
morte
seminando
gemme
in
tutte
le
terre
perchè
gli
uomini
si
attaccassero
ancor
più
al
denaro
e
dimenticassero
i
figli
della
natura
di
modo
che
nessun
altro
di
essi
morisse
per
amore
di
un
mortale
Perchè
ci
avete
raccontato
questa
storia
Maestro?
-
chiese
uno
dei
Discepoli
-
Per
farvi
capire
la
bontà
di
Emidah
per
ogni
forma
di
vita.
Avrebbe
potuto
portare
carestia
e
siccità,
malattie
e
sofferenze
a
noi
mortali,
ma
ci
allontanò
da
lei
in
altro
modo
-
rispose
calmo
l'anziano
Druido
-
E
noi
Druidi?
-
chiese
allora
un
altro
discepolo
-
Noi
Druidi
siamo
come
tante
Telinna,
la
Telinna
che
Eder
aveva
amato
ed
Emidah
ci
ha
accolti
come
suoi
seguaci
per
far
sì
che
i
suoi
figli
tentati
dai
mortali,
possano
trovare
chi
li
ama
per
come
sono.
*°*°*°*°*
Ti ringrazio per il commento ^^