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Autore: alicew in wonderland    18/10/2013    4 recensioni
Dopo la cancellazione della serie ho deciso di scrivere quello che secondo me poteva essere il vero finale della storia: ovvero una serie intera!
Pubblicherò ogni episodio di venerdì, esattamente come se la serie tv fosse in onda in America rispettando anche le festività (Ringraziamento, Natale, Pasqua...).
La storia comincia esattamente oggi, 27 Settembre 2013, Mac e squadra sono al lavoro come sempre e un po' di cose sono cambiate: Mac è sposato con Christine e Danny e Lindsay hanno avuto il loro secondo figlio...
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Trama episodio XXVII: Mac è ferito e cerca di salvare Christine da un arresto cardiaco. Intanto, Christine è in un limbo dove incontra sua madre e quella di Mac, dalle quali apprende avvenimenti futuri, e, al risveglio, si accorge con Mac che l’incubo è solo all’inizio.
Il disastro aereo di Danny e Sheldon è più grave del previsto e Lindsay ha delle complicazioni e deve essere operata d’urgenza.
Anche Mac finisce in un limbo in cui fa degli incontri importanti e ha delle visioni del futuro.
Flack e Jamie vanno a catturare il terrorista islamico, ma le cose non vanno come programmato.
Il team CSI cambia per sempre…
Genere: Mistero, Science-fiction, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Venerdì 18 Ottobre 2013

EPISODIO IV: THOUSAND TIMES

 
Un gruppo di pescatori era riunito nel porto la mattina presto a svolgere la normale routine: chi ormeggiava barche, chi usciva in mare e chi invece riparava le reti per la pesca, la radio annunciava «Il secondo venerdì di Ottobre si apre con un dibattito sul traffico di droga tra New York e Jersey City, la polizia e la DEA hanno unito le forze per fermare l’esodo della droga. Se volete parlare in diretta con noi sull’argomento non esitate a chiamare!» partì poi un pezzo dei Nirvana “Smell like teen spirit”.
Il mare era parecchio agitato quella mattina e pescare non sarebbe stato facile. C’era anche un leggera nebbia che impediva di distinguere distintamente gli scogli lontani e vicini, ma per i pescatori quello era un rischio che valeva la pena correre.
Una nave uscì dal porto con a bordo pochi uomini, si ritrovarono così al largo della Lower New York Bay e quello che videro li sconvolse: una vecchia barca a vela stava affiorando dal mare e sullo scafo c’era qualcosa coperto dalle alghe. I marinai si affrettarono ad avvertire la guardia costiera che recuperarono lo scafo e trovarono sotto le alghe un cadavere  «Chiamate quelli della Scientifica!»
Mac e la sua squadra si precipitarono sul luogo con al seguito Angela, che ufficialmente aveva preso il posto occupato prima da Adam.
Flack aveva cominciato a domandare ai cinque pescatori come era andata la vicenda mentre Danny esaminava lo scafo e raccoglieva campioni di alghe. Sheldon esaminava con attenzione il cadavere aiutato da Angela, Mac osservava tutto dall’alto senza fiatare, per lui lei era ancora in prova.
«La vittima non è in buone condizioni, ha i segni delle corde che l’hanno tenuta legata allo scafo della nave, ma sono post mortem.»
Angela alzò le braccia della vittima «Ma guarda un foro di proiettile! Ora sappiamo come è morta!»
«Non così in fretta!» la  apostrofò Sheldon togliendo dalla testa le alghe «Trauma da corpo contundente!»
Angela sbuffò «Questo vuol dire che dovrai esaminarla più a fondo?» Sheldon annuì.
«La barca è stata affondata di proposito le schegge hanno un orientamento verso il basso» disse Danny avanzando nella loro direzione «È  stata un bel po’ che là sotto, ma sono riuscito a trovare il nome ben conservato dalle alghe!» sorrise trionfante «Questa barca appartiene ad Maximilian Sandovall, anzi alla moglie!»
Sheldon guardò Danny dalla sua posizione china sul cadavere «Non è l’uomo che possiede una villa così grande da sembrare un castello e che è apparso su tutti i giornali dieci anni fa con la moglie perché questa aveva destinato due miliardi di dollari a un orfanotrofio?»
Danny annuì «Proprio lui! All’epoca aveva vent’anni!»
«Cavolo!» esclamò Angela «Direi che hanno preso un pesce grosso oggi!»
«Un pesce che però sarà la specialità del giorno all’obitorio!» concluse Mac.
 
Mac era sommerso dalle scartoffie quel giorno e attendeva che Hawkes lo contattasse per i risultati dell’autopsia, si sorprese quando bussò invece una ragazza bionda che riconobbe all’istante «Isabella Hammerback! Mi fa piacere che tu sia finalmente arrivata!» sorrise alzandosi in piedi
«Grazie!» disse imbarazzata avanzando «Sheldon è stato così gentile a darmi la possibilità di lavorare sul campo e già al primo giorno mi manda da te con il referto di un’autopsia!» disse adagiando il plico di fogli sulla scrivania «Grazie per avermi aiutata ad ottenere il posto! Significa tanto per me poter seguire le orme di mio padre!»
Mac sorrise «Spero che il fatto che ti sia laureata con parecchi anni di anticipo, possa essere un buon inizio!» si alzò dalla scrivania «Comincia con il dirmi quello che Hawkes ti ha fatto vedere!»
«Sì!» disse aprendo il fascicolo «Il colpo mortale è stato quello alla nuca, il proiettile ha solo ferito la vittima senza intaccare alcun organo vitale!» disse facendo scivolare verso Mac le due radiografie «La donna era là sotto direi da quasi un anno e mezzo, a giudicare da com’è conservato il cadavere, e quindi più di così non si è riusciti a scoprire, a parte il nome!» sorrise intrecciando le dita emozionata, Mac la guardò fisso negli occhi «Tieniti forte, perché si tratta di Rebecca Ward Sandovall!»
Mac la guardò sorpreso «Ma dalle ricerche che abbiamo fatto risulta…»
«Morta e sepolta lo so!» 
«Un caso archiviato come suicidio…» disse Mac guardando fuori dalla finestra «Abbiamo probabilmente a che fare con un doppio omicidio!» disse voltandosi verso la ragazza
«Non mi sorprenderebbe! È comune che accada con gente così ricca! Senza contare che lei era popolare in varie associazioni qui in città!» sorrise riordinando i fogli «La palla è tua adesso Mac! Segna il punto che ci fa vincere la partita!» disse andandosene.
 
Jo venne accolta da Maximilian Sandovall all’ingresso dell’enorme villa quasi fuori New York che si trovava nel quartiere più esclusivo a picco sul mare «Sono il Detective Danville, della scientifica di New York. Mi occupo del caso di sua moglie» esordì lei quando il proprietario aprì la porta di casa
«Mia moglie è morta da quasi due anni ormai, si è suicidata!» esclamò lui facendola entrare e accompagnandola nel salone in stile gotico dal soffitto alto con una libreria d’ebano colma di tomi, anche antichi, e un divano al centro di pelle nera morbida «Sarò a sua completa disposizione per qualsiasi domanda voglia pormi!» disse invitandola a sedersi con un cenno della mano
«Lei ha riconosciuto il cadavere di sua moglie quando è stato ritrovato?» chiese la Detective accavallando le gambe
«Naturalmente!» asserì quello
«Deve sapere che quello non era il cadavere di sua moglie, era quello di un’altra donna!»
Il volto di Maximilian Sandovall mutò all’istante «Avete riscontrato che il corpo, che avete trovato questa mattina, si tratta per davvero di mia moglie?» la Detective annuì «Assurdo! Allora chi è sepolto al cimitero?»
«È quello che vogliamo scoprire!» disse incrociando le braccia «Il corpo che lei ha riconosciuto come quello di sua moglie era coperto da alghe giusto?»
«Era anche sfigurato a causa delle rocce che aveva urtato!» aggiunse l’uomo rimanendo con uno sguardo sconvolto
«Allora lei come sapeva che era veramente sua moglie?» domandò Jo guardandolo con attenzione
«Dalla fede!» esclamò lui «Sì, aveva l’anello di mia moglie al dito! Ce l’ho in cassaforte Detective!»
«Dovrebbe darmelo signor Sandovall!»
 
Lindsay era al cimitero con Danny ad effettuare il recupero del secondo cadavere
«Perché Mac ha mandato anche te a recuperare questo corpo?» chiese il marito alla moglie dalla profonda buca dove stava scavando
«Solo perché ho avuto un figlio, non significa che non possa lavorare!» disse lanciandogli della terra nei capelli «Tu continua a scavare che Sheldon non vede l’ora di esaminare il corpo!»
«Scusa se te lo chiedo, ma dopo Lucy non eri meno attiva?» disse lanciando fuori dalla buca una palata di terra
«Ogni gravidanza è diversa Danny!» disse finendo di sistemare la reflex e il kit delle indagini «Hai finito? Voglio divertirmi un po’ anch’io!»
«Certo! Il lavoro pesante però lo devo sempre fare io!» sbuffò Danny intravedendo il legno della bara «Ci siamo!» sorrise trionfante pulendo la parte superiore della cassa dalla terra «Ecco qui la nostra sconosciuta!»
«Che ne dici di lasciarmi immortalare il momento?» disse Lindsay sorridendo con la macchina fotografica in mano.
 
Mac era seduto al ristorante di Christine su un tavolo abbastanza riservato e vicino alla porta della cucina. Il locale era pieno anche se l’ora di punta era passata da un pezzo. Dopo un’attesa che sembrava interminabile, la porta si aprì e comparve Christine accaldata «C’è l’inferno di là! Ti prego di scusarmi!» ansimò sedendosi difronte a lui
«Non è grave!» sorrise Mac «Tu sei pronta?»
«Prontissima e tu?» sorrise euforica
«Nervoso…» ammise stringendole le mani
«Vuoi sapere una cosa?» disse Christine sporgendosi verso di lui «Ti ho appena mentito!» disse sussurrando «In realtà ho paura!»
Mac sorrise «Vedrai che andrà bene!» disse alzandosi e compiendo i pochi passi che li dividevano. Fece alzare Christine e le tolse il grembiule dopo di che le sciolse i capelli biondi che ricaddero dolcemente sulle sue spalle.
«Ma tu sei sicuro di poterti assentare dal lavoro per qualche ora?» disse lei voltandosi verso di lui
«Finalmente scopro il sesso di mio figlio! Non voglio perdermi nemmeno un secondo della nostra famiglia!» disse tirando fuori il cellulare che suonava «Che c’è Angela?»
«Ho trovato una cosa interessantissima!» strillò euforica la ragazza
«Spero per te che sia importante, non so cosa mi trattenga ancora dal licenziarti!» disse uscendo con Christine dal ristorante
«Un vecchio appunto che si è conservato benissimo in una cartellina di plastica sulla barca quanto è importante per te?» sogghignò Angela
«Dipende dal contenuto!» commentò sbrigativo Mac dirigendosi con la moglie alla fermata del taxi
«Dr. Lionel Lars, ore 15.00 Venerdì 16 Dicembre!»
«Dimmi dove lo hai trovato» disse camminando prendendo Christine per mano
«In un cassetto nella cabina con altri oggetti tra cui un’agenda, da cui non caveremo molto, e una penna!» spiegò sbrigativamente
«Fai delle ricerche su questo Dr. Lars!» disse Mac fermando un taxi
«Già fatte! È un ginecologo e lavora al Trinity General! Flack sta andando a fargli qualche domanda!»
Mac salì sul taxi con la moglie «A quanto pare lo incontrerò! Sto andando con Christine!»
«Oh giusto! È oggi il giorno delle faccende da padre!» disse maliziosamente «Già che siamo in tema, come procedono le ricerche sul mio? Hai poi trovato nient’altro?»
«Un’intera lista di nomi di Marine in congedo e non che sono stati nel mio battaglione nell’83 anche solo per pochi mesi. Alcuni li hai già controllati tu, ne restano sette o otto ancora da verificare!» Christine guardò Mac preoccupata dal fatto che forse avevano bisogno di lui «Ti lascio ora, spero tu riesca a trovare qualcosa di utile su Rebecca Sandovall al più presto! Ne va del tuo lavoro!»
«Felici ore di libertà Mac! Riparleremo del mio lavoro quando avrò superato l’esame di secondo livello! Sai che ce la farò!» rispose acida lei.
Christine guardò Mac sbuffare «Questi sono i momenti in cui mi pento di aver lasciato andare Adam!»
«Non ho potuto fare ameno di ascoltare, indaghi sulla morte di una delle donne che fino a due anni fa era nota in tutto il no-profit di New York?»
«A quanto pare non si è suicidata!» disse stringendola a sé «Ho pure il cadavere della tomba dei Sandovall  su cui indagare!» disse guardando fuori dal finestrino.
 
Jaime si avvicinò furtiva a Flack, piombandogli addosso da dietro «Buongiorno!» lo salutò guardando il suo viso sorpreso
«Accidenti! Ti diverti proprio a spaventarmi!» disse tirandola verso di sé e baciandola dolcemente
«Pensavo» disse lei mettendosi in ginocchio davanti a lui «che potevamo uscire a pranzo…»
«Vorrei tanto Jaime!» disse sconsolato
«Ma hai da fare…» sbuffò lei
«Devo andare all’ospedale da un certo Dr. Lars… per il caso!» sbuffò Flack prendendo le chiavi della volante
«Allora questa sera cena a casa mia e non puoi dirmi di no!» disse lei alzandosi da terra
«Ok!» sorrise dolcemente Flack alzandosi dalla sedia «Da te alle otto?»
«Bravo!» disse baciandolo dolcemente Jaime «Porta il vino!» gli sfiorò con l’indice la punta del naso e poi si allontanò in direzione della sua scrivania.
 
All’ospedale Mac e Christine si sedettero fuori dalla porta del medico in attesa del loro turno.
C’erano circa sei o sette coppie in attesa. Una donna dai lunghi capelli neri e occhi nocciola scuro riconobbe all’istante Christine e la salutò con un cenno della mano, accanto a lei stava seduto un uomo sulla cinquantina con indosso l’uniforme dei Marines in servizio. Aveva le braccia conserte e i baffi, sotto ai quali si vedeva un sorriso orgoglioso ed anche egoista.
Christine si alzò, seguita da Mac, e fermandosi davanti a lei bisbigliò «Non pensavo che ti avrei incontrata qui  Erika!»
«Che vuoi farci? Ormai io sono qui un anno sì e due no!» sorrise alzandosi in piedi per abbracciarla «Tu invece sei al numero uno e scommetto che lui è il fortunato papà!» disse indicando Mac che era rimasto rispettosamente al fianco della moglie sorridendo alla donna
«Già! Hai indovinato!» sorrise Christine prendendo Mac sottobraccio.
Il Marine si alzò in piedi e affiancò la moglie cingendola per le spalle «Sono il Sergente Russell!» disse squadrando Mac con fare superiore «Al momento ho un permesso di qualche settimana dall’Iraq!»
«Non solo Sergente ma anche Capo-Istruttore e c’è pure una Stella d’Argento!» disse Mac osservando la ribbon bar al suo petto
«Sì, esatto!» disse guardando Mac dall’alto. Era decisamente enorme e Mac gli arrivava giusto al torace «Ma non ci conosciamo già io e te?» Mac strinse i pugni guardando l’altro riflettere qualche istante e alla fine ghignare in maniera malvagia «Sì ora mi ricordo chi sei! Tu sei Ugola D’Oro! Canti ancora come una campana stonata?» disse facendosi una grossa risata
«Vi conoscete?» chiesero le rispettive mogli all’unisono un po’ sorprese
«Eccome!» esclamò senza smettere di ridere il Sergente Russell «Il nanetto era a fare l’addestramento con me!»
«È vero, eravamo a fare insieme i tre mesi di addestramento militare, poi siamo partiti per Beirut!» disse Mac tenendo i nervi saldi
«Il poveretto ha fatto una domanda al Sergente Capo Istruttore il primo giorno e ha dovuto cantare l’intero inno dei Marines facendo le flessioni!» disse ridendo fragorosamente attirando l’attenzione di tutti i presenti
«Non sei cambiato per niente! Hai ancora la capacità di attirare l’attenzione su di te!» esclamò Mac squadrandolo con severità
«Sai tesoro,» disse alla moglie il Sergente «dicono che gli anni peggiori si vivono al liceo, ma lui li ha vissuti subito dopo condensati in tre mesi!»
«Abbassa la voce! Vuoi che ti cacci fuori dall’ospedale?» lo minacciò Mac
«Ti infilavo la testa nel cesso tutte le mattine! Speri davvero di riuscire a spaventarmi?» rise sarcastico il Sergente Russell
«Sarò anche in congedo dal ’92, sappi che però me lo ricordo ancora come atterrare un uomo!» ringhio Mac a denti stretti
«Adesso basta James! Stai esagerando!» si intromise Erika
«Mac, calmati! Non è da te arrabbiarti così! Andiamo a sederci!» lo invitò Christine tirandogli la manica della camicia
«È stato bello rivederti Ugola D’oro!» incalzò il Marine
«Sono il Detective Taylor della scientifica di New York, comunque!» rispose quello
«A presto Ugola D’Oro Di Laboratorio!» rispose un’ultima volta con perfidia il Sergente Russell.
Christine strinse la presa su Mac che stava per voltarsi indietro per affrontare il vecchio compagno d’armi e per fortuna si aprì la porta del medico che uscì reggendo la lista dei nomi «La prossima è la signora Taylor!»
«Grazie al cielo!» bisbigliò tra se e se  Christine «Eccoci!» disse trascinando Mac che lanciò un’ultima occhiata gelida al Sergente seduto con la moglie, imbarazzata dalla scena.
 
Flack era seduto nello studio del Dr. Lars a fargli delle domande «Si sbaglia io non avevo in cura la signora Sandovall, avevo in cura la loro domestica! La signora Stewart!» disse scuotendo il capo il medico anziano con la barba e gli occhiali neri
«La signora Stewart, per caso, assomiglia  a questa donna?» disse Flack estraendo una foto dalla tasca interna della giacca
«Non solo le somiglia, ma è proprio lei!» 
«Questa in realtà è la signora Sandovall! Come me lo spiega il fatto che abbia falsificato il suo nome per venire da lei a fare delle visite?»
«Probabilmente non voleva che il marito sapesse delle sue visite!» replicò il Dr. Lars
«Mi sembra un po’ scontato… Com’era lo stato di salute della signora Sandovall?» chiese Flack mantenendo una postura composta.
Il medico si alzò «Ho qui la sua cartella! Gliela mostro!» prese dal cassetto la cartella e la mostrò al Detective «È venuta da me credendo di essere incinta quella povera ragazza!»
Flack aprì la cartella leggendo il referto di alcune analisi «Aveva un tumore all’utero!» disse scioccato «Quanto le restava da vivere?»
«All’incirca un mese… ricordo che quando glielo dissi lei mi sorrise dicendo “No dottore! Sarà molto prima la mia fine!”»
Flack annuì «La ringrazio dottore! La cartella la porto via con me!» si alzò ed uscì dallo studio.
Fuori in corridoio guardò avanzare verso di lui Mac e Christine «A giudicare dalle facce che avete l’ecografia è andata bene!»
«Benissimo Don!» sorrise Mac abbracciando la moglie «Sappiamo per certo che è un maschio! Quella che sembra essere una ciste, ha finalmente smesso di crescere!»
«Wow!» sorrise prima di farsi cupo e serio «Immagino che adesso sarai immensamente felice e, credimi, mi dispiace rovinare il momento!»
Mac si rassegnò sospirando «Novità sul caso?»
«Sì! La vittima aveva un tumore all’utero e, stando a quello che ha detto il dottore, credo che si sia fatta uccidere!»
Mac annuì «Credo che parlerò con Jo e le chiederò di interrogare nuovamente Sandovall!»
«E la loro domestica!» aggiunse Flack «Le ho fatto poche domande ma, a quanto sembra, in questa storia è dentro fino al collo!»
Accanto a Mac passarono in quel momento il sergente Russell e la moglie «Ciao Ugola D’Oro da Laboratorio! Sei ancora qui? Oggi non giochi al piccolo chimico?»
«Ho intenzione di giocarci proprio con te oggi visto che sei in patria!» disse voltandosi «Mi serve un campione del tuo DNA!»
«Ti serve un mandato per quello nanetto!»
Mac sorrise «No se ti arresto!»
«Con quale accusa?» rise tra i baffi
«Oltraggio a pubblico ufficiale!» rise Mac con sorriso più perfido di Russell «Ho anche il mio collega come testimone!»
«Sappi che, anche se non sembra, so correre veloce!» disse Flack serio «Quindi fai il bravo e non scappare!»
Christine e Erika osservarono la scena colpite e scioccate dal comportamento dei rispettivi mariti
«Va bene!» concluse il Sergente «Mi consegno volontariamente per la prova del DNA! Perché proprio io scusa?»
«Semplicemente perché compari su una lista di probabili stupratori!» disse Mac incrociando le braccia «Stupro che nemmeno io ero sicuro fosse avvenuto!»
«Parli di Angela, Mac?» chiese Flack
«Voglio lasciare a lei il compito di scoprire la verità!» disse con lo sguardo serio
Erika era terrorizzata «Mi potete spiegare cosa sta succedendo?» si volse verso il marito «Dimmi che non sei implicato in questa faccenda!»
«Beirut 1983?» chiese Russell
«Beirut 1983!» confermò Mac
«James? Cosa vuol dire?» chiese la moglie.
Mac era imbarazzato dalla scena con le mani impegnate a serrare le manette intorno ai polsi di Russell
«Mac! Penso io a Erika!» disse Christine
«Sei sicura?» domandò Mac preoccupato
«Non temere! Ci vediamo a casa!»
Mac prese il Sergente per un braccio e Flack lo prese per l’altro e si avviarono verso l’ascensore.
 
Danny e Lindsay osservavano il referto dell’autopsia
«Faccio fatica a crederci!» disse battendo un pugno sul tavolo Danny «Tutto fa pensare che questa donna si sia suicidata!»
«Forse perché questa donna si è suicidata!» disse Lindsay guardando lo schermo «Ora sappiamo anche il nome! Lara Jones!»
«Era nel CODIS?» le chiese il marito avvicinandosi
«No, nel database delle persone scomparse! È stata denunciata proprio un anno e mezzo fa dalla madre!»
«Qui leggo che però non è più in vita!» disse mostrando un allegato al file «Povera donna! Non ha potuto neppure piangere la figlia!»
«Questo caso è risolto a parte l’anello al dito che è ancora da spiegare. Ora abbiamo solo l’omicidio: ci sono una scena e una pistola da cercare!» disse Lindsay prendendo quello che restava dei vestiti della vittima da un armadio e posandoli sul tavolo del laboratorio «Qui troveremo senz’altro qualcosa!»
«Al lavoro!» sorrise Danny aprendo la busta di plastica e passando il tutto sotto una lampada da laboratorio a raggi ultravioletti, a un tratto qualcosa attirò la sua attenzione «Bum! Ci siamo!» disse prendendo le pinze e mostrare a Lindsay la sua scoperta
«Cos’è? Sembra una fibra di tessuto rosso!» esclamò osservandola
«Vediamo se quello che dici è vero!» disse Danny posando la traccia su un vetrino e mettendola sotto un microscopio «Non andiamo molto lontano… è pile! È un tessuto usato in tappeti, velluto a coste, velluto e peluche!»
«Direi che siamo a un punto morto!» disse Lindsay sedendosi sulla sedia massaggiandosi le tempie
«Tutto bene?» chiese Danny vedendola in quello stato, lei annuì sorridendo «Nemmeno tu sai più dove sbattere la testa vero?»
«Già!» ammise lei
 
Sheldon era con Jo al piano di sotto nell’obitorio. La loro era una discussione lavorativa che sembrava non avere fine «Come te lo devo dire che non c’è il proiettile?» domandò lui per l’ennesima volta
«Quindi non abbiamo nulla per accusare Sandovall dell’omicidio della moglie!»
«Potrebbe anche essere stata la governante!» disse Sheldon «Rifletti, la barca non è il luogo del delitto ed è passato troppo tempo dal fatto!»
«Quando Mac mi ha chiamata ieri, dicendomi che mi dovevo occupare io del caso, credevo che stesse parlando solo dell’interrogatorio di Sandovall e del personale della villa! Non pensavo certo che avrei dovuto dirigere io tutte le operazioni!» disse sorpresa
Sheldon asserì «Ti capisco. Credevi di avere comunque Mac come punto di riferimento! Ora però il caso di Angela potrebbe avere un riscontro e lei avrà finalmente giustizia!»
Jo guardò Sheldon negli occhi «Abbiamo ancora quell’appuntamento ricordi?»
«Eccome, ma credo che per ora non se ne possa fare nulla!» disse lui chiudendo il cadavere nella cella frigorifera «Oltre a alle faccende di medico legale, ci sono quelle da Detective da sbrigare! C’è l’esame di secondo livello che si avvicina!»
«Ti sei iscritto all’esame?» domandò Jo sorpresa «Credevo che siccome Sid ti aveva dato la direzione dell’obitorio…»
«No,» disse Sheldon «Non me la sento di fare solo il medico legale!» disse togliendosi i guanti e gettandoli nella spazzatura «Io voglio fare di più!» disse avvicinandosi a lei «Non sono fatto per  restare chiuso qui dentro o uscire solo a dichiarare le morti!»
Jo si ritrovò molto vicina a lui tanto da percepirne il calore «È tardi, credo che tu sia stanco e che hai bisogno di dormire un po’!»
«Se per questo anche tu hai bisogno di riposare!» disse baciandola dolcemente
«Mia figlia mi aspetta!» disse sottraendosi al bacio «Ci vediamo domani!» disse accarezzandogli il viso.
 
Nel primo pomeriggio del giorno seguente, Angela guardava il Marine seduto nella sala dell’interrogatorio dietro al vetro con Mac «Stento a crederci!» riuscì a dire «Mia madre sta arrivando qui! Ha detto che voleva vederlo in faccia!»
«Non credo che sia una buona idea!» suggerì Mac
«Io e mia madre siamo stufe! L’unico motivo per cui volevo sapere chi era mio padre era per dirgli che ero felice che sarebbe marcito dietro le sbarre!»
«Tu volevi solo dare un nome e un volto alla fonte del tuo odio!» esclamò Mac «Ecco perché quando hai creduto che fossi io tuo padre mi hai minacciato!»
«Tu non hai idea di cosa voglia dire essere soli con una madre reporter, a casa da sola o dai vicini per intere settimane perché il solo modo grazie al quale puoi vivere dignitosamente è il suo lavoro! Sperare e pregare perché ritorni viva dopo i tre mesi di lavoro in Africa in mezzo alle guerre e alle rivolte!» disse con le lacrime agli occhi «Sapere che per colpa sua mia madre non ha più avuto una carriera e che per colpa sua io sono cresciuta da sola, mi fa stare male. Mi dà la nausea il solo pensiero che lui sia mio padre!»
Mac le si avvicinò e le posò una mano sul viso asciugandole le lacrime «Hai ragione! Posso solo immaginare come tu ti possa sentire! Però se tua madre ti vedesse piangere, non credi che le faresti ancora più male?»
«Adesso sei tu ad avere ragione Mac!» disse cercando di contenersi.
Dalla porta entrò una donna della stessa età di Mac dai capelli corti castani e sorrise ad Angela «Ciao piccola!»
«Mamma! Avremo giustizia!» disse Angela prendendola per mano «Ti presento il Detective Taylor»
La donna alzò lo sguardo verso Mac «Lo avevo visto mentre lo portavano via coperto di sangue tra le macerie di Beirut e poi quella dannata sera in cui…» si fermò per soffocare un brutto pensiero «Sono felice di vedere che si sia rimesso e che stia ancora proteggendo il nostro paese!»
«Stimo molto Angela, signora Meyers!» sorrise Mac «Faccio quello che posso nei limiti del mio lavoro!»
Le lasciò sole per entrare nella sala con Flack «Dunque sergente Russell,» esordì Mac  sedendosi difronte a lui «l’esame del DNA ha rivelato che sei il padre biologico della mia collega Angela Meyers!»
«E allora?» chiese quello
«Sei nei guai grossi!» disse Flack
«Non quanto Ugola D’Oro!  Anche lui era lì quella notte e se io faccio il suo nome la sua carriera sarà irrimediabilmente rovinata!» sorrise beffardo il Marine
«Il mio nome è  Mac Taylor! La donna che hai violentato trenta anni fa è qua fuori! Mi ha visto ferito e di quella notte ricorda ogni minimo particolare!» gli rispose con tranquillità Mac
«Un bravo avvocato riuscirà a dimostrare che soffre per quel brutto ricordo e che la sua testimonianza è inattendibile!» replicò senza battere ciglio il Sergente
«Puoi ancora salvare la tua carriera militare e la tua reputazione davanti a tua moglie e ai tuoi figli» disse Flack porgendogli un blocco e una penna «Scrivi i nomi di chi quella notte ha violentato quella donna insieme a te!»
Il Sergente Russell sorrise e scosse il capo «Siamo fuori dal corpo dei Marines Russell! Qui la logica del gruppo al di sopra dell’individuo non vale! Qui se sei il solo a pagare hai la sorte peggiore!» disse Mac guardandolo torvo «Per il tuo bene Russell, comincia a scrivere!» in risposta Mac ricevette uno sputo in faccia. Flack gli passò un fazzoletto con uno sguardo che lo pregava di stare calmo, Mac lo rassicurò con uno sguardo calmo e rilassato, non gliela avrebbe data vinta tanto facilmente al suo ex compagno d’armi.
«Portalo via Flack!» disse Mac alzandosi per uscire dalla stanza «Ha deciso da solo la sua condanna!»
 
Jo era seduta con Danny nel salone della casa di Sandovall, di fronte a loro c’erano seduti Maximilian Sandovall e la governante, la signora Mary Stewart, quando nella stanza immensa entrò una ragazza «Max hai visto…» rimase colpita dalla presenza dei Detective «Non pensavo avessimo ospiti!»
«Certo!» bofonchiò la signora Stewart «Lei non pensa mai a differenza della signora Sandovall! Lei è una bambina che ama giocare e scherzare!»
La ragazza chinò lo sguardo imbarazzata e intimorita. Jo la guardava perplessa, non aveva più di venticinque anni e sembrava avere qualche collegamento con il signor Sandovall «Lei chi è?» chiese infine al proprietario della casa
«Mia moglie! Mi sono risposato da un mese!» disse sorridendo «È stata una cerimonia intima e non c’era la stampa!»
«Signora Sandovall, vuole accomodarsi anche lei?» chiese Danny gentilmente
La ragazza, visibilmente agitata si sedette accanto al signor Sandovall
«Lei ha mai conosciuto la signora Rebecca Ward Sandovall?» domandò Jo
«No, io so solo quello che sanno tutti e quello che mi ha detto Max: Rebecca si è suicidata»
«Dove vi siete conosciuti?» chiese Danny
«A Montecarlo! Lui era in vacanza, mentre io ero la badante di una facoltosa signora inglese! Ci siamo innamorati e lui mi ha chiesto subito di sposarlo» disse la signora Sandovall
«Direi che, siccome siete tutti e tre da interrogare separatamente, è meglio spostarci al Dipartimento di polizia!» concluse Danny invitandoli a seguirli.
 
Mac sbuffò aprendo la porta di casa e quando la richiuse a doppia mandata dietro di sé si appoggiò ad essa e scivolò fino a sedersi a terra.
Millie arrivò all’istante con Christine
«Mac che succede? Stai male?» chiese Christine agitata
«No sta bene! È solo scosso!» disse Millie osservando lo sguardo di Mac perso nel vuoto «Questo sguardo non lo vedo nei suoi occhi dal primo anno del liceo!» disse Millie abbassandosi e posando la sua mano sulla spalla di Mac «Che ne dici di raccontarci quello che è successo?»
«È successo ciò che già sapevamo sarebbe successo!» disse Mac alzandosi e aiutando la madre a fare lo stesso «Il problema è che non so come dirlo alla moglie di Russell!»
«Erika è una mia amica da qualche anno, le parlo io!» disse Christine prendendo la giacca
«Dimentichi che è incinta e hanno quattro figli!» esclamò Mac
«Di me si fida!» ribadì Christine
«Cerca di convincerla allora a far parlare Russell!» disse Mac preparandosi a uscire di nuovo.
 
Jo era ad ascoltare la signora Sandovall  nella stanza degli interrogatori mentre Danny era impegnato con la governante nella stanza vicina e Lindsay parlava con il signor Sandovall.
«Quando conobbi Max, mi fu subito detto dalla signora che avevo sotto tutela che era vedovo e che lui era rimasto completamente distrutto dalla fine del suo matrimonio» tamburellò le dita sul tavolo «Quella villa enorme è la sua casa di famiglia da generazioni ormai. Posso andare ovunque, ma non alla casetta sulla spiaggia dove un tempo era ormeggiata la barca di Rebecca. In quel posto Max ha chiuso tutte le cose della sua defunta moglie per non vederle mai più, per non ricordarsela!»
«In che rapporti è con la governante invece?» chiese Jo
«Non andiamo molto d’accordo, lei è ancora legata alla vecchia signora Sandovall. Mi considera una specie di soprammobile, un rimpiazzo che Max ha trovato per non vivere da solo!» disse scoppiando a piangere
«Per questo lei ne è spaventata!» la signora Sandovall annuì a Jo
Danny ascoltava ciò che la governante aveva da dire «Per me Rebecca non si è mai suicidata! L’ho sempre detto che era stato il signor Sandovall ad ucciderla!»
«Ma come può esserne certa?»
«Quei due si amavano alla follia! Ma il signor Sandovall era da qualche tempo instabile! Il fatto che si sia risposato dopo un anno e mezzo dalla vicenda testimonia quanto questo fatto dell’omicidio voglia essere occultato!» rispose fiera la donna
«Quindi per lei è stato il signor Sandovall?»
«Io farei un controllino nella vecchia capanna di Rebecca se fossi in voi!» suggerì la governante «Laggiù è successo qualcosa!»
 
«Christine?!» disse sorpresa Erika appena la vide sulla porta del suo appartamento «Cosa fai qui?» poi guardò Mac «E lui? Perché è con te?!»
«Dobbiamo parlarti di James, di quello che la polizia ha scoperto!» disse Christine entrando con il marito nel modesto appartamento. Un ragazzino di tredici anni scrutò i nuovi arrivati con paura e diffidenza, vicino a lui c’erano tre bambine di otto, cinque e tre anni «Ciao!» li salutò Mac mostrandosi subito gentile.
«Ciao!» rispose la più piccola seguita poi dalle altre due. Il maschio continuava a guardare Mac come se ne avesse paura
«Arthur, porta di là le tue sorelle!» intervenne Erika
«Che cos’ha Arthur?» chiese Mac
«Paura, ha paura di tutti gli adulti di sesso maschile. Suo padre segue con lui una linea di educazione ferrea e rigida, troppo. Non si rende conto che non è una sua recluta!» disse sistemando il divano «Per fortuna non è quasi mai a casa! Quando James non c’è Arthur è solare, vivace, è come ogni preadolescente deve essere! Ma quando suo padre torna… si trasforma!»
«James è sempre stato così, voleva la perfezione, non tollerava gli elementi deboli e li puniva duramente, anche sul campo di battaglia!» disse Mac accomodandosi con Christine
«Cosa sapete dirmi su James?» chiese Erika
«È risultato essere il padre di un membro della mia squadra, è implicato in prima persona nei fatti di Beirut.» disse Mac
«Chi sono gli altri?» chiese con voce ferma Erika
«Si rifiuta di parlare, usa il codice d’onore dei Marines, un codice che non è scritto su carta ma che tutti i membri riconoscono!» spiegò Mac
«Sei l’unica che può fare qualcosa Erika!» disse Christine guardando l’amica «Puoi evitare che finisca in carcere a vita!»
«Se parla, potrà davvero scontare la pena in un tempo ragionevole?» domandò guardando Mac
«Verrà condannato per stupro, ma gli conviene farlo prima che intervengano i Marines!» le disse quest’ultimo.
 
Quella sera Jo era con Flack e Danny ad esaminare la capanna dei Sandovall alla ricerca di ulteriori prove
«Bum!» esclamò Danny con un sorriso a trentasei denti «Tappeto di pile, della stessa tonalità presente sui vestiti di Rebecca!» disse esaminando la moquette messa come passatoia in anticamera «Un particolare tipo di moquette! Direi che abbiamo la nostra scena del crimine!»
Jo osservò attentamente il tavolino ornamentale appoggiato al muro sotto uno specchio «Date un occhiata qui! L’angolo è sbeccato!»
Flack notò un buco nel muro  nella camera da letto, era abbastanza in basso «C’è qualcosa qui!»
Danny si affrettò ad avanzare nella stanza e osservando il buco esclamò «Bravo Don! Abbiamo il foro del proiettile!» Vi infilò le pinze «Jo abbiamo fortuna! È ancora qui!» disse imbustando il proiettile «Sono sicuro che sia di un revolver!»
«Bene allora, cerchiamo il revolver!»
Rivoltarono la capanna da cima a fondo ma non c’era traccia dell’arma.
 
Christine arrivò a casa stanca e stressata con Mac al suo fianco «Non lavori sta sera?» chiese chiudendo la porta
«No, passo la sera con te!» sorrise arrotolandosi le maniche della camicia «La metropolitana ti ha stancata!» notò vedendola sbadigliare «Siediti sul divano! Penso io a preparare qualcosa per cena!»
In cucina Mac venne sorpreso dalla madre ai fornelli e dai genitori di Christine «Buonasera!» disse Mac
«Buonasera!» rispose il padre di Christine con uno sguardo indagatore
«Perché quello sguardo signor Whitney?»
«Leggevo un articolo appena uscito su internet che sarà la prima pagina di domani! È vero che a Beirut nell’83 dei Marines hanno violentato una reporter americana?» chiese in tono accusatorio
«Non si sbaglia è così, sto ancora indagando per scoprire i responsabili! So che presto però interverrà il Corpo dei Marines e spero che accada presto!»
«Mac, noi ti conosciamo da tanti anni, eri anche amico e collega di nostro figlio. Devo saperlo, eri lì quella notte e hai partecipato alla cosa?»
Millie ebbe uno scatto improvviso «Lei come si permette di accusare mio figlio?!»
«Mamma!» la frenò Mac «Ti prego! Calmati!» si volse verso il padre di Christine «Sì ero lì, ma ero ferito e non ho fatto nulla!»
«Quindi hai visto chi è stato?» chiese la madre di Christine
«No» sospirò Mac «Non ho molto su cui lavorare, ma ho preso uno dei responsabili!»
Mac si mise a rovistare nella dispensa e nella credenza alla ricerca di attrezzi da cucina
«Vai a cambiarti Mac se vuoi cucinare! Questa è una delle camicie più belle che hai!» lo apostrofò la madre.
Mac aveva già in mano un mestolo e un barattolo di sugo e dovette posarli sbuffando «Ma quand’è che torni a Chicago?»
«Quando sarà nato il mio nipotino!» disse la donna prendendo il mestolo e il barattolo lasciati dal figlio sul ripiano della cucina e cominciando a preparare la salsa.
Il padre di Christine si alzò dalla sedia su cui era seduto e seguì Mac in camera gettando uno sguardo rapido alla figlia chi si era appisolata sul divano. Mac era a torso nudo e cercava una maglietta a maniche corte da poter indossare nel cassettone antico che arredava con eleganza la stanza. Nello specchio era riflessa la sua immagine indaffarata e fu in quel momento che il padre di Christine vide le due cicatrici di Mac: una sulla schiena, più recente e delineata, e una in pieno petto, più vecchia e frastagliata oltre che grande. Rimase a fissare quei segni sorpreso.
«Signor Whitney cosa fa sulla porta della mia stanza?»
«Controllavo Christine!» rispose sbrigativamente
«Ma lei è di là in sala!» disse Mac infilandosi alla fine una t-shirt purpurea «Non menta! Voleva verificare in qualche modo che io non stessi mentendo!» disse sorridendo calmo «Entri e chiuda la porta! Le dirò nei particolari come è successo» disse alzandosi la maglietta per mostrare la vecchia ferita sul lato sinistro del petto «A patto che rimanga tra noi! Mia madre non lo sa che sono stato ferito in maniera così grave!» disse rivestendosi e sedendosi sul letto matrimoniale.
 
Danny era a casa con Lindsay che stava servendo verdure cotte al vapore e pollo arrosto per cena
«Non mi piacciono le verdure!» esclamò Lucy gettando la forchetta nel piatto
«Lucy, le verdure fanno bene! Le mangio anche io per il tuo fratellino e presto le mangerà anche lui!» disse Lindsay accarezzandole la guancia «Fai la brava!» la bambina scosse energicamente la testa in segno di disapprovazione
«Allora facciamo così» disse Danny prendendosi una porzione di verdure «Chi finisce per primo tra me e te è il campione e potrà guardare la televisione!»
«Si può guardare quello che si vuole?» chiese la bambina eccitata
«Naturalmente e fino alle nove e non alle otto e mezza!» disse Danny impugnando la forchetta
«Ci sto!» esclamò la piccola
«Tre, due, uno… via!» disse Danny infilandosi in bocca le carote e le patate seguito a ruota dalla figlia che finì per prima il piatto
«Ho vinto! Papà hai perso!» esultò la piccola Lucy
«Brava!» disse alzandosi e baciandola «Vi chiedo scusa ma ora papà deve tornare al lavoro!»
Lindsay rimase sorpresa «Ma stasera non avevi il turno!»
«Jo è riuscita ad avere un mandato per la casa di Sandovall! Appena avremo trovato qualcosa prometto che torno!» disse baciandola «Non fare disperare la mamma, Sid!» disse accarezzando la guancia del figlio nella culla e, data un’altra carezza sulla testa Lucy, uscì di casa.
In metropolitana, Danny notò un uomo seduto accanto alla porta che gli sembrava di conoscere. Si avvicinò e rimase sorpreso nel vedere che era un parente della vittima su cui stava indagando «Ludwig Ward! Cosa fa a quest’ora sulla metropolitana?»
«Non mi dica che è anche lei un giornalista! Nessun commento sul ritrovamento di mia cugina!» sbuffò quello. Danny in risposta scostò la camicia mostrandogli il distintivo «Direi che allora mi conviene rispondere alla domanda» sospirò appoggiandosi allo schienale del sedile «Vado a trovare la signora Stewart! Vuole parlarmi di Rebecca!»
«Bene! Ne approfitto per farle qualche domanda allora!» disse Danny sedendosi accanto a lui «Lei è da poco tornato in città, cosa ha fatto lontano da New York fino ad oggi?»
«Affari, ero in Italia a Roma per discutere per l’apertura di una potenziale filiale della mia impresa!» disse con tranquillità.
La metropolitana si fermò parecchie volte ma alla fine i due uomini scesero alla stessa fermata e insieme si diressero verso l’enorme villa.
Jo e Flack avevano già cominciato a perseguire le stanze, Danny si unì a loro e fu lui a trovare una cassaforte nella biblioteca «Signor Sandovall, apra la cassaforte!» Maximilian Sandovall rimase interdetto ma acconsentì alla richiesta di Danny «Cosa abbiamo qui? Un revolver!» lo esaminò e lo passò nelle mani di Jo che lo esaminò con più attenzione
«Il calibro è lo stesso del proiettile!» concluse la Detective guardando Flack
«A quanto pare la frase di rito spetta a me!» disse poco sorpreso «Maximilian Sandovall, è in arresto per l’omicidio di sua moglie!»
«Ma non sono stato io! Io non ho fatto nulla!»
 
Mac guardò sua madre dirigersi verso la sua stanza e spegnere la luce, il padre di Christine non era già più in casa e rimaneva solo la suocera seduta con la figlia sul divano «Non hai ancora nessuna voglia particolare?»
«A dire la verità una ce l’ho, ma devo aspettare domani mattina al lavoro per soddisfarla!» sorrise sedendosi a gambe incrociata sulla pelle del divano
«Perché devi aspettare domani?»
«Perché ho voglia di mirtilli…» disse imbronciata «E non posso chiedere a Mac di uscire a comprarli!»
«Perché scusa?» chiese la madre già notando Mac avanzare nella loro direzione
«Sono allergico ai mirtilli!» esclamò sedendosi sulla poltrona disponibile in salotto accanto alla finestra e guardò fuori. Sorrise un attimo, si alzò e salì per i quattro gradini che dividevano il salone dall’area del piccolo soppalco in cui lui si dedicava al lavoro. Sul tavolo in legno d’ebano cercò una cartellina gialla e dalla libreria alle sue spalle prese un volume di anatomia. Ritornò, poi, alla poltrona.
«Posso farvi una domanda personale?» chiese alle donne sedute che annuirono «Se doveste uccidere un uomo nell’appartamento difronte con una pistola, che tattica usereste?»
«Prego?» chiese la suocera
«È un caso irrisolto vero?» chiese Christine alzandosi in piedi e affacciandosi alla finestra «Se dovessi uccidere il nostro dirimpettaio mi assicurerei che stia immobile alla finestra per avere più probabilità di ucciderlo con un colpo solo…» corrugò per un secondo la fronte «Magari mi metterei ad urlargli che ho bisogno d’aiuto… lui si affaccerebbe e io potrei sparare!»
Il cellulare della madre di Christine squillò «La compagnia è bella ma mio marito ha appena posteggiato qui sotto e mi dice di raggiungerlo!» si alzò e abbracciò la figlia «Comunque per me, non basterebbe tenerlo fermo alla finestra, bisognerebbe avere qualcuno di veloce pronto a intervenire nel caso io fallisca! Magari dall’interno dell’appartamento del mio dirimpettaio!» disse a Mac
«Sareste ottime serial killer voi due!» scherzò lui aprendo la porta di casa
«Buonanotte cari!» sorrise la madre di Christine uscendo.
Mac si volse verso la moglie dopo aver chiuso la porta ed incrociò le braccia «Quello sguardo non te lo vedo da un po’ sul viso… cos’è che ti preoccupa?» chiese Christine
«Mirtilli eh?» domandò lui «Da quanto tempo li mangi?»
«Tutte le mattine da tre settimane!» esclamò rivelando il suo segreto «Se sei ancora vivo vuol dire che sono molto prudente!»
Mac la prese in braccio «Non dirmi che ne hai voglia anche adesso!» disse dirigendosi verso la camera da letto
«Ora no! Perché voglio qualcos’altro…» disse baciandogli la guancia «Chiudi la porta!» gli bisbigliò a fior di labbra «Voglio essere coccolata senza sentire tua madre russare!»
Mac si stese sul letto e prese la moglie tra le braccia «Proprio a Dicembre doveva nascere nostro figlio!» disse Christine sbuffando e staccatasi si mise a sedere lanciando le scarpe a terra
«Dovremo cavarcela con il freddo di New York molto presto!» le disse Mac sfilandosi la maglia.
«Sono così stanca che non ho nemmeno la forza di mettermi la camicia da notte!»
«Ti aiuto!» disse sfilandole il copri-spalle da dietro e abbassando la zip del vestito. Christine alzò le braccia e si ritrovò in reggiseno davanti a Mac che sorrideva «Incredibile! Senti che si muove?»
«Tu ancora non ci credi! Vedrai che appena te lo metteranno in braccio realizzerai di essere padre!» disse Christine facendosi infilare la camicia da notte
«Spero di riuscire a realizzarlo prima, anche perché ho un paio di idee su come arredare la stanza!»
«Sì certo, appena ci diranno che la casa nuova è pronta!» sbuffò Christine cadendo sul guanciale
«Cambiare casa era quello che ci voleva!» disse Mac alzandosi in piedi e prendendo un paio di pantaloni di una tuta. Si mise sdraiato sul letto e Christine gli posò la testa sul torace e chiuse gli occhi. Mac le massaggiava dolcemente la schiena e ascoltava il suo respiro «A cosa pensi?» le chiese guardandola sorridere
«A tutte le volte in cui ho ascoltato il tuo cuore battere! Questa è di sicuro la volta migliore! Non sei in pericolo di vita, non sei agitato, non sei in ansia per me e le tue preoccupazioni di lavoro sono ridotte al minimo!» alzò lo sguardo verso di lui poggiandogli un gomito sul torace «E tu cosa pensi?»
«A tutte le volte in cui ho visto la morte in faccia! Da quando so che diventerò padre ho deciso di correre meno rischi possibili e per ora funziona!» sorrise
«Farti quasi sbranare da un cane è il minor rischio possibile che tu possa correre?» gli disse prendendogli il braccio destro «Per fortuna il segno sta andando via! Almeno di quest’avventura non avrai un ricordo indelebile!»
Mac  cambiò argomento «L’idea coraggiosa di comprare quella casa in stile coloniale a Staten Island è stata geniale, ma senza i soldi necessari ad acquistarla del tutto non sarà mai completamente nostra!»
Christine si rimise con la testa sul torace di Mac «Ho ancora il ristorante che dà profitti! Parte dei soldi sono in arrivo! »
Si stavano per addormentare quando Mac si dovette alzare per rispondere al telefono «Taylor, che succede?»
«Detective! La villa dei Sandovall va a fuoco! La sua collega Jo Danville ha bisogno di lei! La situazione è critica!» urlò il poliziotto all’altro capo del telefono
«Arrivo subito!»
Mac si rivestì in fretta, prese la pistola e baciò sulla fronte la moglie «Mi dispiace!» disse prima di uscire «Riprenderemo da qui la prossima volta!»
 
Jo era riuscita a scorgere la signora Sandovall tra i sopravvissuti all’incendio «Devo parlarle di una cosa che era tenuta da mio marito nel suo studio Detective!» sussurrò la donna agitata mentre i paramedici le prendevano la pressione «C’era una lettera di Rebecca nel cassetto della scrivania che lui non riusciva a buttare, lui è in carcere ingiustamente.»
«Aspetti, cosa sta cercando di dirmi? Ha delle prove?» chiese Jo
«Ora non più dato che sono bruciate!» disse la signora Sandovall alzandosi «Era una lettera di Rebecca che comunicava a Max la sua intenzione di suicidarsi con la pistola della cassaforte! Lui andò alla casetta sul fiume per dissuaderla ma nella colluttazione partì un colpo, Max andò poi in cerca di aiuto ma quando tornò Rebecca non c’era più e nemmeno la barca!»
Mac arrivò vicino a Jo e si presentò alla signora Sandovall «Detective Taylor, mi hanno appena avvisato dell’incendio, mi dispiace che abbia perso la casa!»
«Fosse solo quello il problema Detective! Ho perso la prova che poteva scagionare mio marito là dentro e per me è mille volte più importante di quella casa!»
Mac si chinò verso di lei «Se dice la verità e riusciremo a trovare qualche prova pertinente, suo marito sarà scagionato. Lei però mi deve raccontare tutto quello che è successo a cominciare da quando suo marito è stato arrestato fino ad ora!»
La signora Sandovall annuì «Pensavo che il mondo mi stesse cadendo addosso, la governante poi ha deciso di licenziarsi questa sera dopo cena e io non l’ho fermata. Ha detto che avrebbe traslocato subito e così io sono andata a dormire, poi è scattato l’allarme antincendio e ora… beh, conosce il resto della storia!»
Mac fu raggiunto dal capitano dei vigili del fuoco che gli comunicò una tragica notizia «L’incendio è doloso! Un candelabro antico è stato usato per incendiare le tende e i tappeti della sala. Abbiamo anche una vittima: la signora Stewart, reggeva lei il candelabro!»
«Grazie!» rispose cordialmente Mac e si voltò verso Jo «La governante ha distrutto la casa e ci ha rimesso la vita!» concluse Mac «Ma da quello che ci risulta era molto legata a Rebecca… non è stata lei ad ucciderla!»
La signora Sandovall si alzò in piedi «Sono disposta a venire alla centrale per farmi interrogare Detective!»
Danny comparve da dietro avvolto dal fumo rimasto dopo l’intervento dei pompieri «Io invece vorrei fare qualche domanda in più a Ludwig Ward!»
«Era il cugino preferito di Rebecca! È tutto ciò che so!» commentò la signora Sandovall
«In che rapporti era con lui?» domandò Danny affiancando Mac
«Lo avevo visto una volta per caso… era venuto a fare visita alla governante per parlare di Rebecca e di una lettera che diceva avrebbe distrutto Maximilian per sempre accusandolo dell’omicidio della moglie!»
Mac guardava gli occhi innocenti della donna e si convinse che diceva il vero «Danny, vai dal giudice e chiedi un mandato di perquisizione per la casa di Ludwig Ward e poi portalo al dipartimento. Credo che io e Jo non dormiremo questa notte!»
 
Al dipartimento di polizia Ludwig Ward teneva a stento gli occhi aperti «Oh coraggio Detective! Vi ho detto tutto quello che c’era da dirvi! Voglio solo dormire un po’!» brontolava il sospettato
«Non credo sia abbastanza! Non ci ha ancora detto in che rapporti era con la signora Stewart!» sentenziò Jo
«Eravamo amanti, ok? Rebecca ne era a conoscenza e le stava bene così, finché non è capitato che diventassi anche il suo amante e la lettera che vi è stata menzionata dalla nuova signora Sandovall è una lettera nella quale mi diceva di essere incinta!»
Mac e Jo si guardarono negli occhi con intesa per un tempo brevissimo «I nostri agenti hanno ritrovato la lettera e ora stanno confrontando la calligrafia con quella di Rebecca, presto sapremo che cosa c’è di vero in tutta questa storia!» disse Mac avvicinandosi con passo minaccioso al sospettato «Le assicuro, che se quello che ci ha raccontato è una colossale balla, le farò passare la notte peggiore della sua vita!»
Jo aprì la porta facendo entrare i poliziotti di turno per portare Ludwig Ward in una cella.
Quando il sospettato venne portato fuori, i due detective rimasero soli con parecchie domande e pochissime risposte «Danny ha fatto svegliare Sandovall, adesso bisogna aspettare quello che ci viene detto da lui!» disse Jo per rompere il silenzio
«Io voglio le prove Jo! Capisci che se non troviamo nulla per incriminare il cugino lo dobbiamo lasciare andare? Non mi sembra che il signor Sandovall sia così abile da poter uccidere qualcuno, eppure tutti gli indizi portano a lui!» la domanda retorica di Mac e la sua conseguente affermazione fecero ricordare a Jo un particolare
«L’angolo sbeccato del mobile nella capanna! Se il corpo contundente dove la vittima ha picchiato la testa è quello, vuol dire che qualcuno deve averla spinta con forza, ma deve essere qualcuno che sia abbastanza forte da far saltare un intero angolo di un mobile!»
«Questo scagiona Sandovall e ci riporta al cugino, ma purtroppo non basta dato che non c’è DNA!»
La porta si aprì e Hawkes fece il suo ingresso con una notizia sconvolgente e i due detective tacquero all’istante «Flack mi ha detto che eravate rimasti qui! Avete presente la ragazza scomparsa riconosciuta come la moglie di Sandovall a causa dell’anello?»
«Certo, Lara Jones» disse Jo
«Era la fidanzata del nostro Ludwig Ward e si dovevano sposare! Guardate un po’ questo articolo!» disse il medico legale passando un tablet a Mac e Jo ancora seduti attorno al tavolo «“Misteriosa futura sposa di un milionario scompare” un titolo che si è meritato la prima pagina davvero!» sorrise furbo Mac.
Danny arrivò con il resoconto del suo interrogatorio senza bussare «Non sapevo che ora le riunioni si facessero qui! Comunque, Sandovall ha raccontato una cosa che la sua mogliettina questa notte aveva omesso: lui ha saputo da Rebecca che lei aspettava un figlio dal cugino, una trovata geniale per fargli premere un grilletto! A quanto dice lui, è stato incastrato in un gioco squallido dalla moglie e dal cugino di lei. Ha confessato che il suo matrimonio è avvenuto solo per salvare il buon nome dei Ward, pieni di debiti fino al collo!»
«Se non hai altro Danny, non è abbastanza!» lo criticò Mac
«La confessione che odiava la moglie, ma non abbastanza da vederla morta, non basta?!» Danny era a di poco scioccato «Mac domani nel pomeriggio lui esce da qui perché il suo avvocato proverà che il colpo di pistola è un incidente e che lui non può aver ucciso la moglie per mancanza di prove!» disse gettando il fascicolo dell’interrogatorio sul tavolo «Tu ti sei concentrato per qualche giorno sulle faccende di Angela senza trovare nulla di pertinente per incastrare gli altri colpevoli. Ne hai fatto un affare personale, dato che eri presente!» mosse qualche passo verso di lui «Questo caso su cui noi invece stiamo indagando, è il caso che può farci giocare la reputazione e al momento tu sei quello che ha fatto meno di tutti per assicurare l’assassino alla giustizia!» sentenziò infuriato
«Però ora sei tu a farne un affare personale Danny!» disse Mac alzandosi in piedi «Ricorda che il Detective a capo del laboratorio della Scientifica sono io! Se io ho ritenuto che potevate cavarvela mentre io risolvevo un altro caso, è perché mi fido di voi e so che ne siete in grado!»
Gli altri guardavano la scena senza dire nulla e Danny continuò la sua arringa «Hai chiamato Jo, le hai detto che era lei ad occuparsi del caso e ci hai lasciati in balia di prove nascoste impossibili da rintracciare!» la rabbia aveva raggiunto il suo apice «Io e Lindsay abbiamo passato una giornata intera su dei vestiti ridotti a brandelli e cosa abbiamo trovato? Una fibra che ci ha ricondotti a una scena del crimine che però non presenta altre tracce se non il proiettile del revolver che ha usato solo il signor Sandovall e non è stato quello ad uccidere la vittima!» 
«Mac, perché non provi ad analizzare tu i vestiti?» intervenne Sheldon per mitigare la situazione «Magari a Danny e Lindsay è sfuggito qualcosa…»
«Non osare dire che io e Lindsay non sappiamo fare bene il nostro lavoro Hawkes!» ringhiò Danny.
Jo gli posò una mano sulla spalla e lo condusse alla porta
«Lascia Jo! Ci parlo io con Danny!» concluse Sheldon sostituendosi a lei e uscendo con Danny
Jo si avvicinò a Mac «Questo caso sta creando parecchia tensione e non solo a livello mediatico! L’ansia è così palpabile che io non credo reggerò ancora a lungo! Quindi, fai qualcosa!» si voltò e lasciò Mac in piedi senza dargli la possibilità di ribattere.
Tante volte si erano ritrovati in situazioni critiche, forse un migliaio volte se non di più, eppure erano sempre rimasti una squadra solida e unita. Quella volta qualcosa si era spezzato e Mac percepiva, per la prima volta da quando faceva quel lavoro, una sensazione di rifiuto nei suoi confronti. https://www.youtube.com/watch?v=CgLDj-6hT_g
   
 
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