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Autore: Alys_90    18/10/2013    12 recensioni
-Sana addio. È finita, non cercarmi mai più-. E così dicendo rientrò.
Akito Hayama mi aveva davvero lasciata. E per di più in quella squallida maniera.
Corsi via, disperata.
-ADDIO!-.
Akito ha lasciato Sana. Come procederà la vita di entrambi? Sarà stato un addio definitivo oppure torneranno nuovamente insieme?
A tal riguardo, un grande segreto verrà a galla e scompiglierà le vite di tutti i protagonisti ..
Questa è la mia prima Fanfiction! Spero sia di vostro gradimento!
Dedicata a Simone, il mio adorabile fratello. ♥
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naozumi/Sana, Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti/e! :-)
Scusate tanto se mi sono assentata per più di un mese, ma sto preparando la tesi di laurea e, quindi, il tempo a mia disposizione non è molto!
Ma prometto che aggiornerò più spesso, anche perché adoro scrivere! ♥
Un ringraziamento speciale a chi ha recensito: Alessia1680, The_Karate_Girl, NamyMoon, carmy_chan, MangAnime, Maka_baka, piccolasognatrice91 e lele91. ♥
Un grandissimo grazie anche a chi ha aggiunto la storia tra le seguite, ricordate e preferirte! *W*
Alla prossima ragazzi/e! :-) ♥
 
P.s.: se vi va, date un’occhiata alla mia seconda Ff sul manga/anime “Lovely Complex” che, insieme a Kodocha, è il mio preferito! ♥ Grazie! :-)
P.p.s.: non essendo esperta in medicina, non ho seguito la reale procedura del trapianto, eccetera. Scusatemi, ma studiando una cosa completamente diversa, non ho conoscenze in merito. Non mi sono documentata perchè non voglio essere troppo scrupolosa! :-)
 
Alla prossima!

 
Alys_90
 

BUONA LETTURA ♥
E ancora grazie a chi recensisce e a chi legge soltanto ♥ 


Piangevo sommessamente, seduta, in attesa, sperando che un medico uscisse da quella maledetta stanza per annunciare la salvezza di Akito.
Quel segno però, il volantino di giornale che poco fa era volato nelle mie mani, mi aveva confermato che lui mi stava ascoltando, che, in qualche modo, Hayama riusciva a percepirmi.
Fuka, crogiolata in una delle tante poltrone nella sala d’attesa, si alzò all’improvviso e mi raggiunse. La guardai, sentendo gli occhi bruciare dal dolore. Le lacrime non accennavano a smettere di sgorgare prepotenti.
-Tesoro..-. Fuka mi abbracciò e il calore che mi trasmise riuscì a consolarmi un po’.
-Non posso perderlo! Come farò..-.
-Non lo perderai. Lui resterà qui con te e con tutti noi-.
La osservai di nuovo, cogliendo il tremito della sua voce.
-Sana non perdere la speranza!- sentenziò Naozumi, avvicinandosi. -Forza!-
Abbozzai un debole sorriso e feci cenno a Nao di sedersi accanto a me.
-Mi dispiace Sana per come mi sono comportato ieri sera. Ti chiedo scusa-.
-Tranquillo. Non ce l’ho con te Naozumi- dissi.
-Sì, ma.. sapevo che tu avresti sempre scelto lui, nonostante non ricordassi nulla della tua vita. Comunque.. non ho approfittato della situazione, credimi. Io ti voglio bene veramente- proferì Nao, accogliendomi tra le sue braccia.
Ricambiai la stretta. -Ti voglio bene anch’io. Non dimenticarlo. Ti ringrazio per essermi stato vicino in questo brutto momento e per avermi fatto ritrovare la voglia di vivere col sorriso. Grazie per accettare la mia scelta. Sei un grande amico-.
Naozumi sospirò piano e si scostò. Una fragile goccia salata gli solcò le gote. La asciugò frettolosamente con l’orlo della manica, sorridendomi.
Dopo poco, un potente “sbam” risuonò nell’aria e una troupe di medici e infermieri fuoriuscì dalla stanza di Akito.
Ci precipitammo tutti verso di loro, trepidanti. Lo stesso dottore che ci aveva accolto quando avevamo portato Hayama in ospedale, si accostò cauto.
-Come sta? E’ sano e salvo?- chiese il signor Hayama, stringendo la mano della figlia.
-E’ fuori pericolo.-
I miei occhi si illuminarono di gioia e il cuore cominciò a battere di nuovo.
-E’ stato incredibile. Un ragazzo forte e determinato, eh! Potete vederlo. Ora sta dormendo beatamente, per ciò cercate di non svegliarlo, perché è ancora molto debole. Oggi pomeriggio porteremo a termine la pratica del prelievo. Siete ancora convinte di volerlo effettuare?- chiese il medico, porgendo lo sguardo su di me e Natsumi.
-Certo!- esclamammo all’unisono.
Hayama ce l’aveva fatta. La paura di perderlo per sempre se n’era andata, ma non completamente, perché l’ombra della malattia aleggiava costante. Dovevo salvarlo.
-Scusi.. di che cosa sta parlando?-.
Seka interruppe la conversazione, spuntando tra Aya e Tsuyoshi.
-E lei chi è, signorina?-
-Sono un’amica di Akito. Sono qui con mio padre- disse Seka.
-Vede signorina, Akito necessita di un trapianto di midollo osseo il prima possibile. E’ l’unica maniera per rallentare e, forse, combattere l’insorgere continuo della malattia. Abbiamo già due donatori, Sana Kurata e la sorella del paziente, dei quali testeremo la compatibilità-.
Seka sobbalzò, portando le mani sul cuore. -Vorrei offrirmi pure io, se permette-.
Spalancai gli occhi, stupita. Era la migliore amica di Hayama e avrei dovuto aspettarmi una reazione simile, ma non lo feci.
-Non voglio che metti in pericolo la tua vita, figlia mia!- esclamò suo padre, con fare apprensivo.
-Papà, stai tranquillo. Sento che devo assolutamente farlo. Per Akito-.
Il signor Kobayshi abbracciò Seka, sospirando. -Va bene piccola. Sono fiero di te-.
Li osservai e pensai a quanto fosse profondo l’amore che legava i genitori ai figli e viceversa.
Mama mi pose una mano sulla spalla e me la strinse, facendomi comprendere tutto il suo sostegno.
-Bene. Chiamerò i donatori oggi per le 15:00. Dovrete recarvi al primo piano per il prelievo. Potete lasciarmi il vostro numero?-
-Oh, non si preoccupi- intervenni. -Non abbiamo alcuna intenzione di lasciare Hayama. Resteremo per tutto il pomeriggio-. Mi voltai verso gli altri, ricevendo occhiate di assenso.
-Allora verrò ad avvisarvi direttamente. Prego, potete entrare- disse il dottore, scansandoci per farci passare.
Entrai nella stanza e un intenso odore di antisettico mi impregnò le narici.
Guardai Akito steso sul letto color bianco sporco, dormire tranquillamente.
Un lungo flebo troneggiava accanto a lui e numerosi tubicini gli solcavano il volto.
Fuka mi prese la mano, sentenziando: -Forza Sana-.
Quelle sue parole mi rincuorarono e mi trasmisero coraggio.
Mi avvicina cauta e mi sedetti sul bordo del letto. La pelle di Hayama era pallida e la luce del neon sul soffitto la risaltava ancor più.
Il padre e la sorella di Akito si accomodarono dall’altro lato, poggiando le nocche delle loro dita sulle gambe del ragazzo, che avrei voluto tanto abbracciare.
-Noi usciamo- proferì Mama, facendo cenno col capo ai presenti in piedi.
-Mamma non ..-.
-Sana verremmo dopo. Avanti ragazzi-. Mama uscì seguita da Rei e i miei amici.
Aveva voluto lasciarci un attimo di intimità e la ringraziai per questo.
Poggiai di nuovo gli occhi sul viso di Akito, ma un sottile piagnucolio mi costrinse a distoglierli.
Seka era rimasta sulla soglia, esitante. A quanto pareva, non voleva essere esclusa da quel momento così privato e carico di sollievo per la salvezza del suo migliore amico.
Sorrisi e le feci gesto di sedersi. -Grazie- borbottò sottovoce.
Si sedette sulla sedia posta vicino al comodino, incrociando le gambe. Riuscivo a comprendere perfettamente il dolore che stava vivendo.
Tornai ad Hayama. Era così bello da mozzare il fiato.
Natsumi gli prese le gote e lo riempì di baci. Era meraviglioso il legame che si creava tra le persone e i gesti attraverso i quali lo si manifestava oltrepassavano ogni cosa.
Il signor Hayama scoppiò in un pianto felice, strepitando: -Akito ci hai spaventati! Meno male che tutto è andato per il meglio.. Oh!-. Lo avvolse tra le sue possenti braccia, stringendolo forte.
Rispettai quell’istante di immenso amore e sentii una spirale di speranza avvolgermi completamente. Una di noi sarebbe stata compatibile, ne ero più che sicura.
-Papà..- sussurrò Natsumi, sorreggendolo. -Lasciamo Akito con Sana per un po’..-.
-Certo- disse l’uomo, scrutandomi con un grande sorriso.
Seka tossì, per ricordare la propria presenza.
-Oh, scusami!- esclamò Nat, in imbarazzo. -Ricordami il tuo nome-.
-Seka. Sono un’amica di Hayama-.
-Perdonami Seka- si scusò nuovamente Nat.
-Non fa niente. Esco anch’io-.
-No!- esclamai. -Puoi restare-.
-Non è il caso- ribadì. -Akito ha bisogno di te, non di me. E’ te che ha scelto e, come ti ho già detto, lo devo accettare. Non voglio essere d’impiccio .. -.
-Ma non lo sei!- la interruppi. Seka si era dimostrata una ragazza dolce e premurosa e meritava di rimanere al fianco di Hayama.
-Sana, ti prego- disse, alzando una mano. -Non dire altro. Ti ho già creato un sacco di problemi e non voglio infierire ulteriormente-.
-Seka non..-. Non feci in tempo a terminare la frase, che se n’era già andata.
Il padre di Akito e Natsumi uscirono, scoccandomi uno sguardo eloquente e comprensivo.
-A dopo- bisbigliai, prima di vederli sparire in corridoio.
Mi dispiaceva per Seka, per il fatto che avesse reagito in quel modo, andandosene e arrendendosi. Io amavo Hayama, ma non volevo che la loro amicizia fosse messa in discussione dal nostro rapporto. Potevo capire quella povera ragazza meglio di chiunque altro. Era innamorata di lui e sentirsi respinta l’aveva ferita profondamente.
Presi le dita di Akito tra le mie. Erano fredde e dure, come se il sangue avesse smesso di scorrere.
Le sue lunghe ciglia gli contornavano gli occhi, le sue labbra, che tanto avrei voluto baciare, erano di un rosa tenue e i capelli, scompigliati, del suo solito splendido miele.
-Akito..- mormorai, accarezzandogli la nuca. -Ce l’hai fatta. Sei stato grande!-.
Mi coricai accanto a lui, affondando il viso nel suo petto. Il profumo della sue pelle mi mandò in estasi.
-Ti devo chiedere scusa .. per quello che è successo. Non avevo capito o, forse, non volevo rendermene conto, ma tu sei sempre stato il centro del mio mondo. Nonostante abbia perso la memoria, io conservo un ricordo indelebile di te. Grazie al tuoi aiuto, so per certo che posso ritornare la Sana di un tempo-.
Mi fermai, porgendo le mie iridi cioccolato sui suoi occhi, inequivocabilmente chiusi. Avrei voluto vederli emanare quel incantevole effetto ambrato, che solo loro possedevano.
-Aki .. Svegliati .. Devo sentire il suono della tua voce .. E le tue braccia che mi stritolano fino a farmi male .. -.
Hayama non si mosse.
-Per favore, torna- dissi, rannicchiandomi ulteriormente sul torace di Akito. -Io ..Io ti amo-.
Sentii il cuore scoppiare e lo stomaco contrarsi. L’avevo detto. Mi sentii bene.
Attesi e il segnale che bramavo arrivò.
-Mmm .. -. Un sospirato mugolio mi echeggiò negli orecchi. Alzai di scatto la testa, sorpresa.
-Dove sono..?-
-Hayama! Oh Hayama!- urlai di gioia, avvolgendogli il collo.
Una bellissima sensazione di serenità mi invase. -Akito! Oh mio Dio!-.
Non riuscivo a parlare, talmente ero felice.
-Sana ..-.
-Sì tesoro mio .. -. Raggiante, gli posai un tenero bacio sulla bocca.
Akito, colto alla sprovvista, si limitò passivamente ad essere baciato, Poi, apprendendo la situazione, ricambiò il bacio con la stessa intensità e passione.
-Sana .. Mi sei mancata- enfatizzò, scostandosi appena.
-Anche tu Akito. Non sai quanto-.
Hayama eliminò la poca distanza che ci separava e ci baciammo ancora. La sue morbide labbra si posarono sulle mie, senza alcuna esitazione.
Ad un tratto la porta della stanza si aprì e una moltitudine di persone entrò, strillando contenta.
-Akito, amico mio!-. Tsuyoshi abbracciò Hayama, dandogli una pacca amichevole sulla spalla.
Fuka e Aya gli scombinarono la massa di capelli biondi, accennando un: -Ce l’hai fatta!-.
Mama e Rei gli strinsero la mano e suo padre e Nat lo cinsero, sgorgando lacrime di contentezza.
Naozumi, con mio enorme stupore, fece lo stesso, rintronando vivacemente: -Sei stato grande!-.
Una ragazza bruna rimase in disparte, non sapendo come comportarsi.
Andai nella sua direzione e la avvolsi con le braccia. -Seka .. Andiamo-.
La portai di fronte ad Akito che, radioso, esclamò: -Seka ci sei anche tu! Forza, vieni qui e abbracciami!-.
Seka, scoppiando in uno scoraggiato singhiozzo, corse da Hayama e vi si tuffò.
-Non piangere! Sono sano e salvo!-.
Akito cercava di confortarla, accarezzandole le guance di un rosso acceso. Non mi dava alcun fastidio, perché sapevo che Akito mi amava e che, dopotutto, la considerava solo una grandissima amica. Mi seccava che Seka stesse male, ma, grazie alla mia vicinanza, l’avrei guarita.
Incrociai lo sguardo di Hayama, che mi fece l’occhiolino. Risi.
Ora mancava l’ultimo passo. Il più difficile certo, ma definitivo per la salvezza di Hayama.
Ed io ne avrei fatto parte.
 
***
 
Io, Natsumi e Seka ci recammo nell’ambulatorio del medico di Akito per le 15:00 di quel pomeriggio.
Il medico ci aveva scrupolosamente spiegato la procedura del prelievo del midollo osseo e del conseguente trapianto nel corpo di Hayama.
Era un procedimento complesso e abbastanza rischioso, ma nessuna di noi ebbe ripensamenti perché la vita di Akito contava molto di più.
Ci sottoponemmo una ad una all’operazione, della durata di un’ora circa.
-Perfetto. I risultati vi verranno comunicati questa sera. Vi raccomando di non sforzarvi troppo nei compiti che svolgete nel giro di 48 ore, perchè potrete subire non pochi effetti collaterali, quali allucinazioni, mal di testa e stanchezza. Va bene?-.
Uscimmo in fretta, raggiungendo gli altri al piano di sopra.
Durante il giorno avevo portato dei fiori ad Akito, che li aveva posti in un bel vaso colorato sul tavolino nella sua stanza.
So che poteva sembrare strano regalare dei fiori ad un ragazzo, ma era il mio gesto per ringraziarlo di essere rimasto con me, con noi.
-E’ merito tuo Sana- disse, mentre gli toccavo delicatamente il torso, accoccolata su di lui. -Se sono vivo è grazie a te-.
-Akito tu hai combattutto .. -.
-Sì, ma ho potuto farlo perché sapevo, anche se inconsciamente, di averti vicino e ..-.
Una fioca luce nei suoi occhi lo fece sorridere. -Ho visto mia madre-.
-Come? Davvero .. ?-. Pensai che l’avesse sognata, ma, esaminando la sua espressione capii che non si era trattato di un semplice sogno.
-Sì, mi ha parlato e mi hi detto che non era il momento per andarmene. Ha ribadito che dovevo tornare da papà, da Natsumi e da te, in quanto sei una persona speciale-.
Ascoltai stupefatta, portando il mio dito sull’avambraccio di Akito, tracciando un piccolo cuoricino.
Hayama mi cinse la vita, sibilando : -Ti amo Sana. Non sai quanto-.
Lo guardai e lo baciai. -Ti amo- ripetei.
Restammo abbracciati per un tempo interminabile, finchè Akito chiese: -Ed ora ..che succederà?-.
Hayama non sapeva del trapianto. Feci per parlare, ma un energico rumore risuonò nell’ambiente a noi circostante.
Il medico fece il suo ingresso, sbattendo la porta e tenendo un’ampia cartella clinica tra le mani.
-Signorina Kurata, deve immediatamente venire con me. Abbiamo i risultati-.
Sussultai.
-Quali risultati?- domandò Akito, in preda al panico.
-Ti spiego tutto dopo- dichiarai, poggiando la mia bocca sulla sua fronte bagnata.
Uscii dalla camera, lasciando Hayama confuso e spaventato.
Strinsi la collanina che indossavo, un regalo di Mama, e mi avviai a seguire il dottore.
Era giunta l’ora della verità.

 
  
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