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Autore: Hearting    18/10/2013    0 recensioni
Le ho strappato un appuntamento...
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi sono riuscito finalmente a portarla fuori con me.
Ma non va, non va.
La vedo assente. Distante.
Come se non mi considerasse.
E la cosa mi ferisce, mi ferisce in profondità, in un modo che non conoscevo ancora.

Alla fine, per cercare di farla un poco felice, la porto in gelateria, dove ordino per tutti e due. In fondo ormai conosco bene i suoi gusti, come il resto di lei.
Quando porto le coppette al tavolo e mi siedo, ho raccolto abbastanza coraggio per farlo.
Prendo dalla tasca il lettore mp3 e seleziono una traccia particolare.

«Ecco, Julia, avrei una cosa da farti sentire...»
Mi lancia uno sguardo irritato, come per dire “Mi fai subire anche questo?” ma, per una volta, non mi voglio arrendere.
«Ascoltala, per favore» e le do gli auricolari, che lei prende con un gesto di stizza «E' una cosa che ho fatto per te».

Una canzone che ho scritto e suonato con il mio basso.
Anche se non ho una tecnica raffinata l'ho fatto col cuore in mano.
Questo dovrebbe aiutarmi, no?

Quando finisce di ascoltare mi guarda.
Vedo qualcosa nei suoi occhi, anche se solo per un secondo. Forse...
«E quindi volevi farmi sentire questo schifo? Quanto sei sfigato».
La respirazione diventa sempre più veloce, mentre cerco di assorbire il senso di quello che ha detto e di cambiarlo, ma il ghigno sulla sua faccia mi fa capire che è inutile.
«Tu pretendi di conquistarmi così?»
«Julia, ma io ti amo, vogl-»
«HAHAHAHHAAHAHAHA!»

Alla sua risata la gente del locale si gira a guardarci, incuriosita dal casino che stiamo facendo, e alcuni si avvicinano discretamente per sentire meglio.
«Tu pretendi di metterti con me? Ma guardati, sei un'elefante con una faccia che fa ridere! Non sei bravo a scuola, non sei bravo in uno sport, non sei nessuno!» da un'occhiata al gelato mentre si alza dalla sedia «e non hai indovinato neanche i miei gusti... Mi fai davvero pena».

Si dirige verso la porta, mentre io sono ancora seduto a guardarla, completamente distrutto dalle sue parole. Non è possibile che finisca così... Quindi, contro ogni logica, provo a pronunciare il suo nome un'ultima volta, e lei si gira a guardarmi.
«Ah, da domani non rivolgermi più la parola.»
E con questa frase esce, sbattendo la porta.
Intorno a me le persone iniziano a mormorare, mentre io ricado sulla sedia. Non ricordavo neanche di essermi alzato.

Poi sento una fitta alla testa, esattamente al centro della fronte, e tutto incomincia a diventare nero, finché non vedo più nulla.
Ed è allora che mi sveglio nel mio letto, con una lacrima che scende lungo la guancia, mentre il ricordo del sogno incomincia già a svanire.

  
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