Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: danyazzurra    20/10/2013    8 recensioni
Lily e Scorpius si ritrovano a dover fronteggiare un vecchio nemico. Lily si ritrova a dover fare i conti con i fantasmi del passato e con ricordi che sperava di essere riuscita a mettere da parte. Lily / Scorpius sequel di una delle mie prime storie!! spero che leggerete e mi farete sapere !! un bacione !!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lily pose la mano sulla maniglia della stanza di suo figlio quasi con paura e con un senso di disagio che gli attanagliava lo stomaco.
“ Riuscirò più a comportarmi in maniera naturale con lui?” chiese impaurita.
Scorpius le strinse la mano libera e lei guardò la sua mano tremante “ andrà tutto bene, lui sta aspettando solo te” le rispose, comprendendo la sua paura.
Lily prese una boccata d’ ossigeno, quasi come se si stesse immergendo e aprì la porta senza darsi ulteriore tempo per pensare.
Leon era seduto sul letto a gambe incrociate. I suoi nonni erano tutti e quattro attorno a lui e la sua espressione sembrava quasi serena, ma quando il suo bambino alzò gli occhi su di lei, Lily capì che non avrebbe potuto sbagliarsi di più.
Gli occhi del suo bambino erano diversi. Il grigio che tanto amava sembrava quasi opaco e il contorno dei suoi occhi era arrossato e gonfio, come se avesse pianto fino a pochi minuti prima.
Si fermò, aspettando che lui la studiasse e lo vide percorrere tutto il suo viso e fermarsi sul suo sguardo con paura e giudizio, come riusciva solo a lui e Lily seppe che la stava valutando, che stava usando tutta la sua capacità di comprendere su di lei.
Sentiva gli occhi addosso di sua madre e suo padre, sentiva gli occhi di Draco e Astoria, ma non distolse mai lo sguardo da suo figlio.
Voleva che capisse, che comprendesse che lei non lo incolpava di niente, ma che si sentiva soltanto una stupida.
Leon si alzò dal letto lentamente, o forse fu Lily a viverlo così, le sembrava che tutto avesse rallentato, che il suo respiro e il battito del suo cuore avessero rallentato.
Leon spostò lo sguardo da Lily solo un secondo e lei capì che stava guardando Scorpius, nonostante cercasse di trasmettergli amore, lui aveva ancora paura.
Che cosa aveva fatto?
Cosa aveva fatto al suo bambino?
Lui era una vittima e per colpa sua si era sentito un carnefice.
“ Mi dispiace” gli disse con le lacrime agli occhi “ io…” ma non riuscì a finire perché fu letteralmente travolta dall’ abbraccio di Leon.
Lily si sentì spingere all’ indietro e rimase un attimo interdetta, le sue braccia sollevate e Leon stretto alla sua vita.
Guardò Scorpius e lo vide sorridere, anche se quando ricambiò il suo sguardo le sembrava che anche i suoi occhi fossero lucidi.
Lily lasciò ricadere le braccia e le portò alla testa di Leon, accarezzandogli i suoi capelli biondi e disordinati.
“ Mi dispiace…mamma…io non volevo…io non…non…” i singhiozzi erano talmente forti che Lily poteva sentire il corpo di Leon scosso violentemente.
Guardò sua madre e suo padre, erano sempre stati il suo esempio e Lily era cresciuta ascoltando le loro avventure ed i loro consigli.
Suo padre le aveva sempre detto che il senso di colpa è una strada in discesa, a volte è persino troppo facile lasciarsi andare, ma è sempre molto difficile fermarsi e risalire.
E di una cosa era sicura, non avrebbe permesso che succedesse a suo figlio.
Lo staccò delicatamente da sé, chinandosi per essere alla sua altezza e lo guardò dritto nei suoi occhi pieni di lacrime.
“ Ascoltami bene, Leon” gli disse “ tu non hai colpa di quello che è successo a tua sorella” continuò e vide Leon voltare il viso, quasi come se non riuscisse a sostenere il suo sguardo.
Lily gli prese il viso da sotto il mento e lo voltò di nuovo verso di lei.
“ Non è colpa tua” gli ripeté sicura e Leon la guardò con rimpianto, scuotendo la testa più e più volte “ io l’ ho strangolata, io l’ ho ridotta in quel modo…”
“ No!” lo interruppe Lily con veemenza e Leon si fermò limitandosi a guardarla.
Lily prese un respiro, come poteva spiegargli la complessità di tutto quello che era dietro al suo gesto?
“ Senti, so che ho sbagliato, so che avrai creduto che non ti voglia più bene, ma non è possibile, ok?” gli chiese “ lo comprendi questo?” gli chiese ancora e Leon annuì lievemente.
“ Tu sei una parte di me, io e tuo padre ti abbiamo creato dal niente…eri una cellula, una piccola semplice cellula, ma sei cresciuto dentro di me e già al primo calcio che mi hai dato, io ho capito che mi avevi conquistato, che saresti stato per sempre l’ amore della mia vita…” si fermò un attimo e guardò Scorpius, prima di riportare lo sguardo del figlio “ ma non lo diciamo a papà, va bene?” gli chiese e Leon sorrise più ampliamente, guardando il padre quasi con sfida.
Quasi come se fosse felice di avere per sé il cuore della sua mamma.
“ Ma io ho fatto del male ad Astrid e tu non vuoi” si oppose poco dopo.
“ Non voglio che vi picchiate, certo, né per scherzo né per vendetta, ma questa volta era diverso, poteva essere la tua mano, ma non era la tua mente…so che è complicato, so che forse non lo capisci, ma c’ è una persona che vuole farci del male…”
“ Kevin Gellar” la interruppe Leon e Lily traballò a sentire quel nome uscire dalle labbra di suo figlio.
Guardò subito Scorpius, ma vide che anche i suoi occhi erano dilatati dallo stupore.
“ Dove hai sentito quel nome?” gli chiese e Leon si voltò automaticamente verso i suoi nonni.
Scorpius li guardò sbalorditi “ avete parlato…avete detto di lui a mio figlio?” gli chiese pieno di rabbia.
Draco alzò subito le mani in segno di resa e Harry fece una smorfia.
Lily si alzò e passò lo sguardo da suo padre a Draco e viceversa, man mano che faceva scorrere lo sguardo su di loro, la rabbia le cresceva sempre più e la sua espressione diveniva sempre più furiosa.
“ Va bene, va bene, quello che il mio coraggioso consuocero non riesce a dirvi…” intervenne Harry.
“ Sono molto coraggioso” si oppose Draco “ non si direbbe” protestò Harry, lanciandogli un’ occhiata in tralice.
Draco fece per protestare ancora, ma Astoria lo fermò “ stai zitto, Draco” lo rimproverò e lui sbuffò.
“ Quindi…insomma, forse, Leon ci ha sentito parlare” proseguì Harry.
“ Forse?” chiese Lily, inarcando un sopracciglio e Harry si strusciò le mani nervosamente.
“ Oh insomma, ha solo sentito un nome, non sa niente” protestò Draco e Scorpius lo guardò con rimprovero.
“ Davvero, papà?”  gli chiese arrabbiato “ tu più di tutti dovresti sapere l’ importanza di un nome” lo rimproverò.
Non riusciva a crederci. Non riusciva a credere che proprio Draco ed Harry si fossero lasciati andare in quel modo.
Non capivano che adesso lui poteva incuriosirsi? Poteva voler sapere?
“ Ma Leon sa che deve lasciar fare a noi, vero Leon?” gli chiese Harry, sperando che il nipote assentisse alla sua domanda.
Leon non rispose e si voltò verso sua madre “ perché è così arrabbiato? Perché vuole uccidere Astrid?” poi si voltò verso suo padre “ e perché non lo fermi?” chiese infine.
Scorpius sospirò e assottigliò gli occhi per guardare il padre e il suocero “ è solo un nome, giusto?” chiese e Harry e Draco si guardarono colpevoli.
Lily scosse le mani davanti a sé esasperata “ va bene…va bene…lasciamo perdere, non abbiamo tempo né forze per discutere e forse non tutti i danni vengono per nuocere” affermò Lily “ è importante che tu non ti avvicini mai a nessuno che non conosci…”
“ Mamma, lo so” protestò Leon “ ho undici anni e non cinque” aggiunse incrociando le braccia offeso.
“ Te lo dico proprio perché hai undici anni e perché puoi credere di riuscire a far qualcosa per aiutarci, ma se vuoi davvero aiutarci non devi far niente, devi restare sotto la custodia degli Auror, non avvicinarti mai a nessuno che non conosci e stare attento a chi si presenta davanti a te”
Leon la guardò leggermente esasperato “ dico davvero, Leon” gli disse.
“ Sì, sì, ho capito, la mia punizione sarà essere un recluso” non poté far a meno di constatare.
Lily lo prese per le braccia “ no, non è la tua punizione, è solo perché ti vogliamo bene”
Leon annuì, non troppo convinto. Lui voleva aiutare, lui odiava l’ uomo che gli aveva quasi fatto uccidere sua sorella eppure i grandi non lo capivano.
Lo credevano stupido e inutile, invece lui poteva far qualcosa.
Lo aveva già avvicinato una volta, magari l’ avrebbe fatto di nuovo.
“ Leon, conosco il tuo sguardo” disse Lily e Leon la guardò arrabbiato, amava sua madre, ma lui non era un bambino.
“ Ok, che ne dite, di andare da Astrid” propose Scorpius, prevedendo la reazione del figlio.
“ Sì, Frank è passato a dirci che l’ avrebbero svegliata nel pomeriggio” intervenne Ginny e Scorpius sorrise, grato che la suocera avesse capito.
***
Astrid mosse lentamente la mano e Lily guardò Albus “ si sta svegliando?” gli chiese con apprensione.
Avevano fatto tutti gli incantesimi necessari, il suo collo era ormai di nuovo saldo e anche il dolore doveva essere sparito, per cui non gli era rimasto che svegliarla.
“ Sì, Lily” rispose Albus con un sorriso “ si sta svegliando” confermò.
Lily si strinse più forte la schiena di Leon contro il suo petto e continuò a guardare la sua bambina che compiva dei piccoli movimenti di risveglio.
“ Perché non apre subito gli occhi?” chiese Leon, agitato, mentre Lily si chinava in ginocchio, prendendo la mano di Astrid e racchiudendola tra le sue.
Scorpius lo prese per le spalle e lo attirò a sé fino a farlo battere contro il suo petto “ Ci vuole un po’” gli disse Scorpius.
Leon sbuffò “ è sempre stata lenta in tutto” la prese in giro e Scorpius rise scompigliandogli i capelli.
Adesso che aveva capito che sua madre era dalla sua parte, che ancora lo amava e non lo aveva abbandonato, sembrava che il suo carattere: sicuro di sé e un po’ strafottente,  fosse tornato fuori.
Astrid strinse gli occhi e Lily stava per chiedere al fratello se ancora soffrisse, ma non fece in tempo, perché nel tempo di un battito di ciglia, gli occhi della sua bambina si aprirono.
“ Mamma” sussurrò e Lily l’ avvolse in un abbraccio, cominciando a riempirle il viso di baci.
Astrid sorrise godendosi tutti i baci della madre e si guardò intorno, vide suo padre ed i suoi occhi s’ illuminarono e poi vide Leon.
Fu come se tutto attorno a lei si fosse fermato, fu invasa dall’ orribile sensazione di non riuscire a respirare, fu travolta dalla paura di tutta la malvagità che aveva visto negli occhi del fratello.
Leon lo capì subito. Prima ancora che lei iniziasse ad agitarsi nel letto, prima ancora che iniziasse ad emettere quelle urla afone che sembravano, per assurdo assordarlo, aveva visto il terrore nei suoi occhi.
Quella paura che gli aveva spento immediatamente il suo sorriso.
Non c’ era stato il solito amore nel suo sguardo, non c’ era stata quella specie di devozione con la quale lei l’ aveva sempre guardata, ma solo, tanto tanto terrore.
Fece un passo indietro, mentre tutti si alzavano per aiutare sua madre a tenere ferma e tranquillizzare sua sorella.
Era inutile continuare a mentire a se stesso.
Probabilmente sua madre aveva ragione, qualcuno l’ aveva guidato nelle sue mosse e non riusciva neanche lui a capire come, ma le mani che sua sorella aveva visto erano le sue.
Non poteva biasimarla, era stato sciocco a non capire.
Si guardò le mani, lui stesso lo sentiva, gli sembrava di sentire le sue mani formicolare, come se stessero ancora stringendo la carne di sua sorella.
Guardò di nuovo tutta la sua famiglia indaffarata dietro a sua sorella e uscì di corsa dalla stanza.
“ Leon” qualcuno lo chiamò dal corridoio, ma lui non si fermò.
Corse. Corse fino a restare senza fiato, corse fino a quando le gambe non cominciarono a fargli male, corse fino a ritrovarsi fuori dall’ ospedale.
Si guardò intorno, non era mai uscito dal San Mungo senza l’ aiuto dei suoi genitori, non sapeva neanche come aveva fatto, ma l’ aveva fatto.
“ Leon” qualcuno gli mise una mano sulla spalla e lui sobbalzò.
Si girò su se stesso, pronto a sfuggire di nuovo alla presa, quando vide gli occhi verdi  familiari e amichevoli di suo cugino.
“ Oliver” disse abbracciandolo.
Oliver lo guardò quasi studiandolo “ sei sempre tu?” gli chiese ironico e Leon sbuffò “ non proverò a strangolarti” gli disse innervosito.
Oliver sorrise rassicurato “ da cosa fuggi?” gli chiese, indicando con il pollice la vetrina spoglia e logora che nascondeva il San Mungo che aveva alle proprie spalle.
“ Da me stesso” affermò Leon, passandosi una mano tra i capelli.
Oliver rise “ Wow, profondo” lo prese in giro “ lo hai letto in qualche libro di avventure? Magari in  Harry Potter e l’ ordine della fenice” continuò a prenderlo in giro, citando uno dei vari libri che nel corso degli anni erano stati scritti sul loro nonno comune.
Leon storse la bocca “ non sei divertente, sai?” gli chiese, sedendosi arrabbiato sul marciapiede e mettendosi le mani chiuse a pugno sotto il mento.
Oliver sospirò “ ok, forse è ancora presto per scherzare” ammise e Leon lo guardò sbattendo le palpebre.
Da quando in qua suo cugino ammetteva di aver esagerato?
“ Non voglio farti pena” si offese Leon, guardando il cugino dal basso.
Oliver si sedette accanto a lui “ non mi fai pena” constatò “ sai, ho avuto tanta paura” ammise a voce bassa.
“ Fantastico!” esclamò Leon “ mia sorella urla solo guardandomi ed ora mi dici che anche tu sei impaurito da me?” gli chiese, più come constatazione che come domanda.
Oliver abbassò gli occhi “ non ho dormito per due notti” gli confessò “ sicuramente mi prenderai in giro, ma ho dormito nel letto di mamma e papà”
Leon sorrise “ molto coraggioso da parte tua” lo schernì, ma Oliver lo guardò in tralice “ tu non sai come sia stato per noi” lo rimproverò.
“ Non riuscivo a fermarti, eri diventato come un automa, le tue mani stringevano il collo di tua sorella e tu non vedevi o non udivi nient’ altro” Oliver strinse i pugni “ avevo paura l’ avessi uccisa, avevo paura di non essere riuscito a fermarti, mi sono sentito impotente” gli confessò.
Leon sospirò. Lui stesso se ripensava a quei momenti, gli sembrava di viverli dall’ esterno e lui stesso aveva i brividi.
“ Non è che per me sia stata una passeggiata di salute” si arrabbiò “ e non so se ti è stato detto, ma non ero io”
Oliver annuì e Leon si sentì un po’ più tranquillizzato.
Il suo migliore amico credeva in lui, glielo poteva leggere negli occhi.
Forse a lui poteva confessare il suo timore più grande, forse Oliver avrebbe capito.
“ Anche se ogni volta che ripenso a quei momenti, mi sembra ancora di stringere mia sorella, mi sembra di vedere i suoi occhi mentre le tolgo la vita e a volte ne sono spaventato, mentre a volte sento i miei muscoli e i miei tendini tirarsi, come se mi mancasse il non farlo davvero”
Oliver spalancò le labbra “ l’ hai detto a mio padre?” gli chiese impaurito.
Leon scosse la testa “ e non dovrai farlo neanche tu” gli ordinò.
Oliver si alzò in piedi di scatto “ scherzi, vero?” gli chiese stupito “ potrebbero controllarti ancora, potrebbero farti fare cose orribili, tu non ti rendi conto di quante magie esistano” protestò arrabbiato.
Leon si alzò in piedi a sua volta e si scosse i pantaloni in un gesto automatico “ lo so” disse in un sospiro “ ma io so chi è, ed andrò a cercarlo”
Oliver gli afferrò automaticamente un braccio “ tu non farai proprio niente, non hai neanche la bacchetta” disse irato.
Leon rise “ non voglio ucciderlo, solo farlo confessare e dopo chiamerò papà o il nonno”
Oliver scosse la testa “ tu sei pazzo e come credi di affrontarlo? Sarà sicuramente un mago adulto e non credo che se gli dirai confessa, lui confesserà” gli spiegò, alzando di un tono la voce.
“ Non importa” protestò Leon, scuotendosi il braccio “ non sarò ancora un pericolo per la mia famiglia, non resterò con loro per…”
“ Ti faccio una magia” lo interruppe Oliver arrabbiato, non gli avrebbe permesso di andarsene e mettersi in  pericolo.
“ Davanti a tutti questi Babbani? Fuori dalla scuola? Vuoi essere espulso?” gli chiese Leon strafottente e Oliver per tutta risposta tirò fuori la bacchetta.
Alcuni passanti sorrisero vedendoli  “ Ehy, non è carnevale, ragazzino” lo prese in giro un uomo e Oliver l’ abbassò lungo il fianco.
“ Se mi costringi sì” disse al cugino “ sai, ti pensavo più coraggioso, mio padre mi ha spiegato che cosa ti è successo e che non devo avere paura di te, ma come faccio se tu stesso ce l’ hai?” gli chiese con una mezza risata di scherno.
Leon si guardò le mani. Era effettivamente così?
Era lui che aveva paura di se stesso più di quanto gli altri l’ avessero di lui?
“ Tua madre e tuo padre non si sono mossi dall’ ospedale per due giorni, vuoi dar loro altro dolore?” lo provocò.
L’ abbraccio di sua madre e le sue parole riempirono la mente di Leon “ già dal primo calcio che mi hai dato, io ero pazza di te”
Si portò le mani alla testa, gli sembrava che non potesse entrarci nient’ altro.
“ Rientrerò con te” disse guardando Oliver e il cugino mise la bacchetta di nuovo in tasca “ sei un testone” protestò con un sorriso.
“ Oliver” lo fermò Leon, mentre il cugino si stava avvicinando alla vetrina “ però devi promettermi che mi aiuterai a capire di più su quello che succede” gli pose come condizione.
Oliver sorrise e bussò alla vetrina “ lo sapevo, vuoi un libro anche su di te, vero?” gli chiese scherzoso, poi si chinò come per sussurrare qualcosa ad uno di quei manichini ed entrambi fecero un passo in avanti rientrando dentro.

COMMENTO:  BE’…CHE DIRE, LEON E’ FIGLIO DI LILY, SECONDO VOI POTEVA LASCIAR PERDERE? ADESSO VEDREMO COSA COMBINANO I DUE CUGINI…SENZA CONTARE CHE LA PICCOLA ASTRID E’ DAVVERO MOLTO SCIOCCATA E CHE ANCHE PER LILY E SCORP LE COSE NON SONO FINITE !! RINGRAZIO LE MITICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO, OVVERO: ICEPRINCESS/ LUISA21 / ARYELLE / LILY NON LILIAN/ DREAMER IMPERFECT / GIN97 E ZONAMI 84 !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: danyazzurra