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Autore: Leyna_s_heart    21/10/2013    5 recensioni
Dodici ragazzi su un'isola deserta.
Un gioco.
Una sfida mortale.
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Ispirato al libro "Anger" di Isabel Abedi.
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Niente poteri, né semidei o simili. Solo semplici adolescenti.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Annabeth Chase, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo quattro: il gioco dell’assassino.

 

 

 

Reyna

 

Beng-ci-vì.. beng-ci-vì.. beng-ci-vì..

Odiavo quei dannati uccellacci del malaugurio.

Sentivi solo il loro dannato verso che riempiva il silenzio mentre Percy sfogliava il piccolo quaderno dentro la busta che avevamo trovato sotto il tavolo.

“Allora?”

L’impazienza di Leo mi irritava e rendeva più nervosa di quanto non fossi.

O forse bastava il semplice fatto che fosse appoggiato allo schienale della mia sedia e continuasse a muovere le mani come tenendo il tempo.

“Sono.. Sono le istruzioni per un gioco..”

“Un gioco?”

“Che gioco?”

Un accozzaglia di voci iniziarono a levarsi tutte contemporaneamente e a porre domande, cosa che non mi aiutava.

Leo continuava ad agitarsi e a muovere la mia sedia.

Dei, perché avevo deciso di partecipare a questa pagliacciata?!

Guardai attentamente uno ad uno e notai che l’unico che sembrava irritato dal rumore come me era Nico. Ci scambiammo uno sguardo di comprensione.
“Ok, bene.” Dissi facendo in modo di ottenere l’attenzione di tutti “direi che vi siete espressi abbastanza voi e che forse Percy andrebbe ascoltato.”

Percy mi sorrise “Grazie Reyna!” e io ricambiai.

Era una delle poche persone che lì mi piacevano.

Sentii Octavia accanto a me borbottare sottovoce irritato e Leo, ancor appoggiato allo schienale della mia sedia,  fargli segno di tacere.

“Allora ci siamo tutti direi, no?”

“Si, Percy, siamo tutti.”

“Uno del gruppo dovrà leggere le regole ad alta voce.”

Rachel scattò in piedi. “Io! Io!”

“Volevo farlo io!” sbuffò Octavian.

“Non credo tu abbia la voce da profezia. O almeno non come la mia.”

“Voce da profezia.. Tsk!”

Sospirai sempre più irritata.

“Voi due smettetela! E tu, Leo, va’ a sederti!”

“Agli ordini, mi reina!”

Non sembrava minimamente turbato dal mio tono.

Rachel intanto si era fatta passare il quadernetto.

“Comincio..” prese un bel respiro e iniziò a leggere con davvero una voce da profezia.

“Alla lettura delle seguenti regole del gioco dovranno essere presenti tutti i membri del gruppo. Le regole verranno lette ad alta voce da una persona scelta dai compagni. Nessuno dovrà interrompere la lettura.”

Si fermò per pausa ad effetto e riprese.

“Ambientazione

In mezzo al Atlantico c’è un isola solitaria che ha il nome di Isola. Qui dodici ragazzi si riuniranno per un periodo stabilito. Uno di essi sarà l’assassino. In segreto sceglierà le sue vittime e le condurrà in un nascondiglio dell’isola finché tutti saranno spariti a eccezione di lui.

Numero dei giocatori

Dodici.

Materiale del gioco

Una guida con le istruzioni e dodici buste chiuse contenenti carte da gioco. Undici di queste carte indicano la vittima, la dodicesima è quella dell’assassino. Sulla sua carta sarà scritto anche in quale nascondiglio dovrà condurre le sue vittime. Il nascondiglio è stato scelto perché sia comodo per l’assassino e impossibile a riconoscersi per il resto del gruppo.

Preparativi del gioco

La scelta delle vittime e dell’assassino avverrà in maniera casuale. A tale scopo, prima dell’inizio del gioco le buste chiuse verranno sparse sul tavolo. Ogni partecipante ne sceglierà una e si apparterà per leggere la propria carta in un luogo riservato. Sono esclusi doccia, WC e spogliatoio.

Quindi ogni giocatore rimetterà la propria carta nella busta e si recherà alla cassetta postale nera dietro la casa principale. Una volta che tutti i partecipanti saranno presenti, le buste verranno imbucate nella cassetta.

Inizio del gioco

Il gioco avrà inizio non appena tutte le carte saranno state imbucate.

Compito dell’assassino

L’assassino potrà entrare in azione in qualunque momento del giorno o della notte e su tutta l’isola. Sceglierà le proprie vittime singolarmente e nella sequenza che preferisce, facendo però attenzione a non farsi scoprire dagli altri concorrenti. Ecco come dovrà procedere: stringerà il polso sinistro della vittima prescelta, la condurrà segretamente al nascondiglio e la lascerà là da sola. Un segnale dall’isola vicina annuncerà che la vittima è stata eliminata con successo. Tale segnale sarà rappresentato da una sirena da nebbia udibile da tutti i concorrenti. Solo una volta dato tale segnale l’assassino potrà passare alla vittima successiva. Se riuscirà a eliminare in questo modo tutte le vittime, sarà dichiarato vincitore del gioco.

Compito delle vittime

Le vittime potranno muoversi liberamente sull’isola finché non saranno catturate. Non appena l’assassino avrà afferrato per il polso sinistro la vittima prescelta, questa dovrà seguirlo nel nascondiglio. La vittima non potrà opporre resistenza o attirare su di sé l’attenzione del resto del gruppo con grida o rumori. Nel nascondiglio, la vittima dovrà attendere che qualcuno dall’esterno venga a prenderla, quindi sarà prelevata dall’isola e rimpatriata. In ogni caso, i genitori o i tutori saranno informati. Chi dovesse nutrire sospetti sull’identità dell’assassino non dovrà farne parola con il resto del gruppo, però gli sarà consentito tentare di evitarlo. La o le vittime che dovessero riuscire a non farsi catturare dall’assassino saranno dichiarate vincitrici del gioco.

Fine del gioco

Il gioco si concluderà quando l’assassino avrà eliminato tutte le vittime. Se non dovesse riuscirci entro tre settimane, al gioco messa fine dall’esterno. Con il termine del gioco ha fine anche la permanenza sull’Isola. I giocatori sfuggiti all’assassino verranno prelevati in barca.

Norme particolari

Per tutta la durata del gioco non è ammesso alcuna forma di violenza, né da parte dell’assassino né da parte delle vittime. Il gruppo si impegna a custodire le proprietà personali (l’oggetto) delle vittime nella relativa cassapanca alla oro partenza dall’isola. Se fra tali proprietà dovesse rientrare un essere vivete, i sopravvissuti dovranno essere tenuti a provvedervi fino alla fine del gioco. Se l’ultimo a sopravvivere sarà l’assassino, tale compito tocca a lui. Ogni infrazione alle regole comporterà l’interruzione automatica del progetto cinematografico. Il giocatore che avrà infranto le regole dovrà rientrare in patria a proprie spese e rinunciare altresì al proprio ingaggio. Lo stesso vale se uno dei membri del gruppo dovesse rifiutarsi di prendere parte al gioco.”

Il silenzio invase la casa.

Tutti si guardavano intorno con circospezione e sorpresa.

“Direi che la cosa si fa interessante.”

“Ma quale interessante e interessante, Testa d’alghe!”

“Perché no sapientona?”

“Forse perché siamo appena arrivati e rischiamo già di tornare indietro.”

“Esatto, Hazel ha ragione.”

“Grazie Frank.” Si sorrisero a vicenda.

“Non ci pagheranno nulla di ingaggio se veniamo cacciati già oggi.”

“Paura, Ocatavian?”

“Zitta, Rachel!”

Mentre tutti discutevano sulla bastardaggine di questo gioco, un’unica persona disse la cosa più intelligente: Nico.

“E se non ci stessimo?”

“Il progetto sarebbe interrotto.” Gli fece notare Annabeth.

“Non intendevo questo, ma nel senso non dobbiamo iniziare ora.”

“Non capisco.”

“Ma si è ovvio! Nessuno ci costringe a iniziare ora il gioco, ma possiamo pure farlo anche l’ultimo giorno.”

“Vero! Sul regolamento non c’è nulla contro questo.”
Non avevo ancora detto nulla, ma non ero sicura che Zeus sarebbe stato felice di questa cosa.

“Per me invece sarebbe divertente.” Dissi

“Nonostante tutto” Piper calcò sulla prima parte con un occhiataccia verso me “Reyna ha ragione, potremmo divertirci.”

“Farci dare la caccia da un assassino su un isola deserta? Davvero?” replicò Talia.

“Si, sorellona. Perché no? infondo non morirà nessuno.”

“Si, giusto anche questo.”

“Sentite” li interruppe Percy “prendiamoci il pomeriggio per decidere e stasera voteremo cosa fare, no?”

Tutti annuimmo.

Il resto del pranzo lo passammo in silenzio e appena finito Leo, Piper e Jason lavarono i piatti.

Io nel frattempo mi diressi in camera e mi lasciai cadere sul letto.

La mia decisione era un si, ma facendo un conti avrebbero vinto i no.

Non ci tenevo però a passare tre settimane qui con queste persone senza avere nulla da fare di meglio che non ‘conversare amabilmente con loro’.

Sospirai stizzita.

La porta si aprì e vidi Hazel con Rachel al seguito.

“Oh scusaci Reyna!” il sorriso di Hazel era caldo.

Lei e Rachel avevano gli stessi capelli ricci e voluminosi, solo che una li aveva col castano –un po’ come chiaro e scuro- e l’altra rosso fiamma.

“Non è un problema, me ne vado io.”

Feci per alzarmi, ma Rachel si piazzò davanti a me.

“No! No! tu resti qui!”

“Che?”

Si sedette sul suo letto e prese il suo blocco da disegno.

“Hazel, va’ vicino a Reyna!”

La ragazza si sedette accanto a me sorridendo.

Il suo sguardo cambiò, come perso iniziò a fissarci. Ma non in modo insistente, vedendo in noi solo forme e linee.

Il silenzio si protrasse e mi maledii per non sapere di cosa mai parlare con le persone.

“Che carina la foto che ti sei portata.” Disse Hazel rompendo il silenzio.

“Oh, si.” La presi e gliela porsi.

La foto ritraeva una adolescente portoricana dai capelli neri e lunghi, con gli occhi marroni e un sorriso non grandissimo, ma comunque felice con un cavallo enorme e due cani.

La ragazza della foto ero io.

“Un cavallo che bello!!”

“Si chiamava Scipio.”

“Chiamava?”

“Si, è morto un anno fa.”

“Mi dispiace.”

Calò il silenzio. Di nuovo.

“E.. Ehm i due cani con te?”

“Aurum e Argentum.” Indicando rispettivamente un cane dal pelo dorato e uno grigio.

“E loro..”

“Sono i miei cani.”

“Non pensavo che una ragazza come te avrebbe portato con sé una foto del genere, avrei pensato piuttosto ad una foto con un bel ragazzo.”

La guardai con le sopracciglia alzate.

“Si, di quelli belli, alti, biondi e con gli occhi azzurri.”

“Come Jason?” un ombra di sorriso mi nacque sulle labbra.

“Più o meno. O una foto dei tuoi amici.” Ridacchiò “o dei tuoi trofei.”

Risi piano pure io. “Si, a quelli ci avevo pensato.”

L’unico motivo per cui avevo portato una foto di me e i miei animali era perché non avevo amici.

“E tu?”

“Io?”

“Cos’hai portato?”

“Una collana.”

Non aggiunse altro e io non sapevo cosa fare.

“Era.. Era una collana appartenuta a mia madre, gliel’aveva regalata mia padre e io..”

Feci una cosa non da me, le presi la mano.

“E.. io devo trovare una persona, deve sapere una cosa..”

Non disse altro.

Restammo lì finché Rachel non tornò nel mondo reale.

“Ook, siete due modelle bellissime. Grazie!”

Mi voltai fuori dalla finestra e il sole stava sparendo.

 

 

Annabeth

 

 

Il gruppo si era riunito da solo, con lentezza e senza dimenticare nessuno.

“Allora” Percy prese la parola “Cosa avete deciso? Quanti si?”

Sorprendentemente tutti alzammo la mano.

Avevo cambiato idea e giocare avrebbe magari aiutato me a non stare troppo attorno a Percy. E’ brutto da dire, ma se sospettavo di lui, potevo trattarlo con più facilità e smettere di essere così soggetta alla sua vicinanza.

Vennero sparse le buste sul tavolo e attesi.

Tranno quando Reyna e Nico si trovarono a prendere la stessa busta –Nico, da gentiluomo, gliela cedette-, non ci furono incidenti.

Io presi l’ultima busta.

Ci dividemmo ognuno per conto suo.

Andai in spiaggia e notai che a dieci metri o poco più si era seduto Percy.

Aprì la busta e..

Ero una vittima.

Sulla carta erano ripetute le regole già lette sul regolamento.

E mi sarei attenuta.

Respirai, stranita dal fatto che non mi fossi accorta che avevo smesso di respirare.

Mi voltai verso Percy mentre anche lui lo faceva allo stesso momento.

Pregai gli dei non fosse l’assassino!

Il sole tramontava e l’oscurità avvolse il cielo.

Ci ritrovammo tutti davanti la buca delle lettere che si trovata dietro la casa e uno alla volta le rimbucammo.

Rientrammo e cenammo in silenzio.

Aiutai io Leo a lavare i piatti –sperando non fosse lui l’assassino-, ma appena terminato mi lasciò dandomi la buonanotte.

Rachel stava ritraendo Frank e poco lontano Piper, Jason e Talia discutevano sottovoce.

Notai Nico e Hazel che uscivano dalla porta secondaria, ma non avevo le forze per pensare a loro.

Così rientrai in camera.

 

 

Hazel

 

 

“Nico! Aspettami!”
Gli avevo chiesto di parlare, non mi importava nulla di quel gioco e lui mi aveva detto di seguirlo, però camminava troppo veloce per me.

Eravamo al bivio tra la spiaggia e la foresta e si sedette lì.

Non sembrava minimamente preoccupato per il fatto che potessi essere l’assassina e portarlo via.

“Cosa volevi da me, Hazel?”
E così partiamo proprio bene.

“Ecco.. Io..”

Non era un discorso facile.

Ci avevo messo così tanto tempo a sbrogliare la matassa, quella ragnatela di bugie che ora che era tutto risolto non sapevo neppure da dove iniziare.

Nico sollevò un sopracciglio impaziente.

“Fin da piccola, ho sempre vissuto da sola con mia madre a New Orleans.” Nico parve sorpreso della piega del mio discorso. “Lei.. Beh lei non è una brava persona. Cioè non lo era sempre.” Era una brutta cosa da dire sul proprio genitore, ma era così. Sapevo che mi amava ma le mancava la capacità di esprimerlo. “E’ morta l’anno scorso.”

Nello sguardo di Nico apparve un lampo di comprensione. Malinconica comprensione.

“Io allora ho deciso di cercare mio padre. Lei non me ne aveva mai parlato.”

L’unica cosa che sapevo di lui era che era un uomo difficile.

 “L’unica cosa che sapevo era che la collana che portava sempre al collo era un suo regalo.”

Infilai la mano nella tasca dei jeans e toccai la collana per darmi forza.

“Sono riuscita a risalire a.. A mio padre.”

Nico non mi interrompeva, sembrava annoiato, ma leggevo nei suoi occhi un avida curiosità di scoprire dove sarei andata a parare.

“Lui ha un’altra famiglia.”

“Mi dispiace Hazel.”

Gli allungai la collana.

“Penso che dovremmo parlare di questa però.”

Gli occhi di Nico si spalancarono in modo impressionante.

“Come..? Cosa..?”

Lui prese una foto dalla tasca e confrontò la collana con la foto. Rivolse verso di me uno sguardo di puro stupore.

“Mio padre si chiama Ade. Si faceva chiamare Plutone quando ha conosciuto mia madre.”

“La collana è la stessa.”

Mi mostrò la foto: raffigurava una bella donna di origini italiane dai lunghi capelli scuri con in braccio un bambino che doveva essere Nico e accanto una ragazzina dai capelli lunghi.

La donna portava al collo una collana identica a quella che avevo in mano.

“Quindi tu..”

“Si, sono tua sorella.” Confessai vergognandomi un po’ del modo in cui l’avevo detto. “Sorellastra per l’esattezza.”

Nico mi osservava con interesse e tristezza.

“Non me l’aspettavo.”

“Già.”

Calò il silenzio.

“Ascolta non mi aspetto che mi accogliate a braccia aperte. Non vorrei creare problemi a tua madre io.”

“E mio padre?” aggiunse con sarcasmo.

Scrollai le spalle. “Ritengo che sia ora che lo sappia.”

“Non creerai problemi a mia madre.”

“Ne sei sicuro?”

“E’ morta. Con mia sorella.”

Gli toccai il braccio. “Nico..” lui mi abbracciò. Non sembrava il tipo. “So cosa si prova.” Lo strinsi forte perché sembrava stesse per cadere a pezzi.

Restammo così con il solo rumore del mare e del vento.

“Grazie Hazel..”

“Prego Nico.”

“Ehm.. come sapevi che avrei partecipato a questo film?”

“Non sono una stalker! Però non posso rivelarlo. Diciamo che ero molto motivata.”
Nico scrollò le spalle. “Non importa allora.”

“Rientriamo è tardi.” Proposi.

“Aspetta.. c’è un’ultima cosa prima..” e mi prese il polso.

 

 

Annabeth

 

Dormivo tranquillamente finché il suono di una sirena da nebbia non squarciò il silenzio.

Il gioco era iniziato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccoci al quarto capitolo con la vera storia che inizia finalmente.

Per prima cosa questo capitolo lo trovo orribile.

Spero sia piaciuto almeno a voi cari lettori!

Mi scuso per il piccolo spoiler di HoH che c’è nella storia, ma tanto so che non lo troverete perché è davvero nascosto.

Come sempre posterò tra due settimane il prossimo capitolo.

Sono aperte le scommesse sull’assassino e su chi è la prima vittima.

Voglio proprio vedere!!

Ultima cosa vi amo tantissimo.

Grazie mille per i commenti, per aver messo tra preferite, da ricordare e preferite la mia storia. E si anche a te lettore silenzioso.

Ora vi lascio con i disegni della mitica Viria (la trovate su TUMBLR o DeviantArt).

 

Ley

 

Image and video hosting by TinyPic

 

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 Ps. Vi consiglio di andarvi a guardare i suoi disegni usciti ieri con i ragazzi della saga senza maglietta. Suona da manica, ma è moolto interessante!!

 

 

 

 

 

  
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