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Autore: kk549210    22/10/2013    4 recensioni
Harm e Mac ora sono sposati, ma la loro vita sarà davvero felice come hanno sempre sognato?
Seguito di "Cuore di padre".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Bud Roberts, Harmon 'Harm' Rabb, Harriet Sims, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di padre'
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- Mattie, sono un po’ teso…
-Dai, Tony! Di che cosa hai paura? Mica ti mangiano, i miei… quando non sono in divisa, poi, sono davvero alla mano!
-Sarà anche come dici tu, ma ho un po’ la tremarella… arrivare così, alla vigilia di Natale. Non mi hanno mai visto… E poi tuo padre non è un aviatore, oltre che un avvocato? Il solo pensiero mi mette un po’ soggezione…
- Guarda che è un tipo molto simpatico! E poi ora vola solo per hobby…
Mattie aprì la porta di casa e introdusse  il suo ragazzo, tenendolo per mano.
-Mamma, papà! Sono a casa! – disse annunciandosi.
-Ciao, tesoro – disse Sarh uscendo dalla cucina con il grembiule tutto infarinato.
- Mamma, questo è Anthony!
- Piacere di conoscerti, io sono Sarah. Scusa se sono tutta sporca, sono in cucina con i bambini e un’amica…
- Piacere mio, signora.
- C’è anche Harriet? – chiese Mattie tutta entusiasta
- Sì.
- Che bello! E papà?
- È nello studio…
- Eccolo, papà – disse Harm comparendo nel soggiorno con Gabriel in braccio – Vieni qua, piccola mia! Sei sempre più bella!
- Anthony, come avrai capito… questo è mio padre…
- Sono felice di conoscerti – disse il capitano Rabb con un sorriso che non nascondeva un’occhiata indagatrice. Quel ragazzo magro con gli occhiali sembrava un po’ secchione, ma aveva tutta l’aria di essere uno davvero a posto.
- Piacere mio, capitano.
- Mi chiamo Harm… - replicò lui con un sorriso più largo e accogliente. Anthony arrossì imbarazzato.
- Vieni, Anthony… che ne dici di lasciare le signore in cucina e di andare a fare quattro chiacchiere tra  uomini? – propose indicando con un sorriso se stesso e il bambino.
- Mi chiami pure Tony… - fece il ragazzo annuendo.
- Baba babà – gorgheggiò tutto allegro il piccolino. 
 

- Harriet! Che bello rivederti – disse Mattie entrando in cucina e abbracciando la sua zia preferita.
- Ciao, tesoro!
- Lo voglio anch’io, un bacio – fece Maria tirandola per un braccio. E anche Nicki e AJ vollero la loro parte.
- Allora, bambini.  Ora che è arrivata anche Mattie, ci rimettiamo al lavoro? Questa sera saremo un sacco di gente… - disse Harriet.
- Mamma, vado bene così? – chiese Maria affondando le sue piccole dita nell’impasto dei biscotti di zenzero.
- Sì, amore. Basta che tu e Nicki non vi mangiate tutto quanto prima di metterlo nel forno.
- Sono un po’ preoccupata per Tony… ho paura che papà lo faccia scappare – disse Mattie infilandosi un grembiule.
- Ma no, cosa dici… Harm abbaia, ma non morde – la rassicurò Sarah. Harriet rise di gusto.
 
 
 
-Passano gli anni, e aumentano gli amici! Salute a tutta questa bellissima famiglia! – esclamò Bud alzando il calice come un perfetto anfitrione.  Intorno alla tavola, tanti visi sorridenti riecheggiarono il fausto augurio. Harriet, Harm e Sarah, Mattie e Tony, Trish e Frank, l’ammiraglio AJ e l’ospite d’onore, nonna Wanda, che era volata da Miami per riabbracciare i suoi adorati piccolini.
- Come li invidio, questi giovani! – disse il padrone di casa guardando con gioia i due nuovi piccioncini, Mattie e Tony, e strizzando l’occhio ad Harm.
- Parla per te, vecchio mio! L’altro giorno al supermercato la cassiera mi sorrideva tutta ringalluzzita… - rispose l’amico un po’ ferito nell’orgoglio.
- Il solito vanitoso! – lo rimbeccò Sarah.
-… poi però si è rabbuiata, quando ho tirato su Gabo dal carrello. Avrà capito che non aveva proprio speranze, poverina. Ma ora dov’è finita quella peste? – fece passando dallo scherzoso al preoccupato.
Il piccoletto stava sfrecciando felino, gattonando pertinacemente in direzione dell’albero di Natale. Le palline luccicanti mandavano strani sfolgorii tanto attraenti. E c’erano delle strane lucette ballerine. Si mise in ginocchio e allungò la manina per afferrare una di quelle meraviglie dalle mille luci. Il padre lo agguantò in tempo, prima che combinasse qualche malestro. Gabriel manifestò a tutti la sua delusione con un pianto stizzoso.
-No, no, Gabino bello! – disse il piccolo AJ intervenendo con la sua valigetta e lo stetoscopio di plastica al collo – Ora ti curo io…
- Che strano il mio figlioccio – disse Harm scherzoso– generalmente si gioca al dottore con le bambine…
- Si vede che non ha preso da te… – rise Bud.
- Si è fissato che vuole fare il medico – disse Harriet con un sospiro.
“Non sono fissato” pensò il bambino, tutto preso a visitare Gabriel “ I grandi non capiscono… è questa la mia strada!”

 
Dopo cena, AJ fu distolto dal suo grave compito per sedersi al pianoforte con Wanda, che in gioventù aveva insegnato musica alle scuole medie. Tutti si radunarono intorno per i canti natalizi.  E armonia, gioia e letizia regnarono sui gai volti e in tutta la casa. 
  
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