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Autore: kk549210    22/10/2013    4 recensioni
Harm e Mac ora sono sposati, ma la loro vita sarà davvero felice come hanno sempre sognato?
Seguito di "Cuore di padre".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Bud Roberts, Harmon 'Harm' Rabb, Harriet Sims, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Cuore di padre'
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Una tranquilla serata estiva. La casa addormentata. Dopo un’intensa giornata di giochi, i bambini erano crollati dal sonno. Maria e Gabriel Garcia Rabb. L’adozione era effettiva da circa un mese. All’atto di registrarli ufficialmente come loro figli, Harm e Sarah erano stati concordi sul doppio cognome. La loro storia non doveva essere spezzata, le loro vite meritavano di poter contare su radici solide e profonde. E in questo modo, si sarebbero troncate sul nascere tutte le domande inopportune e un po’ maligne che i conoscenti o i genitori dei compagni di scuola fanno sempre sui figli adottivi. Sorgeva la notte, dolce e chiara. Harm scrutò il cielo e salutò le stelle. Si sentiva in vena di bilanci. In fondo, quella era una sorta di notte prima degli esami anche per lui.
-Sei emozionato, caro? – gli chiese sua moglie vedendolo così assorto e cogitabondo.
- Si vede così tanto? – nonostante il lungo cammino fatto in quegli anni, Harm non aveva perso del tutto il vizio di rispondere a una domanda con un’altra domanda. Ma ora era del tutto perdonabile.
- È da quando sei rientrato a casa che salti come una cavalletta. Sei peggio di Gabo. E ora ti sei imbambolato a guardare le stelle.
-Si vedono così di rado, che ne ho approfittato. Mi fanno pensare a tante cose. A quando volavo, alla sera in cui ti diedi l’anello di fidanzamento… ti ricordi?
Sarah annuì con gli occhi che si inumidivano.
    … ai primi passi di Gabo… che buffo che era! E a Mattie che torna a camminare… 
Contemplare le stelle era per lui come specchiarsi sull’abisso della propria interiorità. Come in uno stato di indefinita solitudine, si staccava dalle mille faccende quotidiane, dal vortice tumultuoso della vita professionale e familiare. E si guardava da fuori. Non gli dispiaceva affatto, quel senso di sospensione rispetto al fluire del tempo e della vita, spesso più improntata al fare che all’essere.
-I tuoi occhi non sanno mentire. Stai facendo un bilancio degli ultimi anni…
Harm annuì sorridendo.
  E allora, Harmon Rabb jr, capitano di vascello e ammiraglio di questa famiglia… in che acque sta navigando questa flottiglia?
-Sono molto felice, Sarah. Non abbiamo più la vita avventurosa di un tempo, ma tante piccole gioie che sono molto più importanti. È proprio vero che nella vita c’è un tempo per ogni cosa.
-Sai, è un po’ che ci sto pensando…
-A cosa, amore? – chiese lui alzando le sopracciglia, al suo solito.
-Ti piacerebbe allargare la nostra famiglia?
Harm ammutolì e guardò sua moglie dritta negli occhi, che brillavano luminosi. Possibile che aspettasse un bambino? “Mai dire mai” si disse.
    Perché non rispondi?
-Hai qualcosa di speciale da dirmi? – chiese lui.
“Eccolo, il vecchio Harm. Lo scantonatore professionista. Non perderà mai il vizio…” pensò Sarah.
-Sì. Che ne dici se adottiamo un altro bambino? Ora però rispondi…
Ancora una volta Harm si prese un po’ di tempo. Non si sentiva deluso o frustrato, ma indefinitamente felice. Ora era Sarah ad averlo superato, nel cammino della vita e dell’amore. Il fatto di non avere generato era passato davvero in subordine. Amava Gabo e Maria incondizionatamente, come se fossero pezzi della sua carne, del suo cuore.
- Non lo so, Sarah… al momento non mi sento molto pronto. Magari tra un po’… Questi due mi ciucciano tutte le energie. Gabo ha cominciato a correre e più che un bambino sembra un frullatore… e poi c’è Mattie…
Sarah vide dipingersi sul volto di suo marito il terzo stadio dell’apprensione emotiva: dopo l’iperattività e la meditazione, le lacrime. Gli accarezzò dolcemente la guancia e gli sussurrò: - E’ meglio andare a dormire… domani sarà una giornata impegnativa. 
 
 
Sul prato davanti al Rettorato dell’MIT, un nugolo di macchie nere. In tocco e toga, i neolaureati in discipline tecnologiche e scientifiche. Dietro di loro, la massa festosa e multicolore di familiari e parenti. Gabriel era seduto sulle ginocchia di suo padre e si agitava come un cavallerizzo da rodeo.
- Tatie! Tatie! – esclamò con entusiasmo.
- Zitto! Ora Mattie diventa inventiere – lo rimbrottò Maria con l’aria di chi la sa lunga. Harm e Sarah si guardarono e sorrisero al buffo linguaggio della loro bambina.
 
 
-I candidati si alzino – disse con solennità il rettore. I puntini neri si serrarono in file compatte – Con l’autorità conferitami dal Dipartimento dell’Educazione e dallo Stato del Massachusetts, oggi 15 luglio 2009, vi proclamo Dottori in Scienze.
Alla consegna delle pergamene, seguì il tradizionale lancio in aria del tocco. Una nuvola nel cielo sereno di Boston.
 
 
-Complimenti, dottoressa! – dissero Harm e Sarah, abbracciando a turno la loro cara bambina.
-Tatie, Tatie! – Gabriel voleva essere preso in braccio.  Mattie lo accontentò volentieri.
Anche Maria non voleva essere da meno e si aggrappava con energia alla gamba della neolaureata.
-Maria, non ce la faccio a tenervi tutti e due!
Harm prese in braccio la bambina che, tutta giuliva di non essere stata lasciata a terra, si chinò a stampare un bacione sulla guancia della ragazza. Anche se vestita così sembrava più un corvaccio che la sua bella sorellona.
- Guarda che sono geloso! – sorrise Tony, facendo il solletico a Gabriel. Il bambino iniziò a ridere e schiamazzando planò volentieri tra le braccia della madre. Ora Mattie poteva ricevere baci e complimenti anche dal suo ragazzo.
-Woody e Jordan ci aspettano a pranzo… un piccolo festeggiamento per un grande evento – disse Harm.
- Ma la festa di laurea, quella in grande, con tutti gli amici… la faremo a Washington! Vedrai che cosa ti organizzo, tesoro! – soggiunse Sarah tutta soddisfatta.
 
 
-Non sarà quello della Marina, ma guarda qua – disse Mattie indicando con orgoglio l’anello dell’MIT.
Harm sorrise altrettanto soddisfatto. Era così contento che gli sembra di avere sbattuto la testa sull’esatta sommità del cielo.
-Progetti per il futuro? – le chiese mettendole un braccio intorno alla spalla.
-Vorrei specializzarmi in ingegneria aerospaziale …
-Non aviatrice, ma astronauta! – rise il padre.  
 
 
 
Tardo pomeriggio, qualche giorno più tardi. La casa risuonava degli allegri schiamazzi dei ragazzi. Mattie e Tony alle prese con i bambini. Harm era nello studio a riguardare dei codici per l’udienza dell’indomani. Sarah stava facendo un giro di telefonate per organizzare la festa di laurea della sua cara primogenita, prima di mettersi in cucina con Mattie a preparare la cena. Ed ecco qualcuno suonò alla porta.
Sulla soglia, una donna di una sessantina d’anni, molto smagrita, gli occhi bistrati e l’aria spossata.
-Ciao, Sarah!
Mac la scrutò attentamente. Aveva qualcosa di vagamente familiare, ma a tutta prima non riusciva a capire dove mai l’avesse conosciuta. Vide confusamente, poi vide chiaro, con gli occhi della mente e della memoria. Si stupì e si indignò.
-Che cosa ci fai qui? – chiese all’importuna visitatrice.
-Voglio solo parlarti…
- Non ho niente da dirti. Vattene – e richiuse la porta senza dire altro.
Mattie aveva osservato la scena da dietro le tende, incuriosita dal fatto che nessuno fosse entrato in casa.
- Chi era, mamma? – chiese a Sarah quando fu rientrata all’interno.
-Nessuno – rispose lei.
 
 
 
NdA: Ho iniziato questa torrenziale fanfiction con la partenza di Mattie per l’MIT e ho quindi voluto concluderla con il coronamento dei suoi studi.  Ora, questo secondo episodio ha un finale volutamente aperto. Per lasciare in sospeso le vicende dei nostri protagonisti. E per proseguire, chissà, quando tempo e mente libera, energie e ispirazione torneranno a visitarmi.
Ringrazio di cuore Paolo, ovvero il mio “gemello” Bud, lettore e critico privato. Chi ha recensito, germangirl, ginny1063, jiojio, matty89 e normaber; chi ha inserito questa storia tra le “seguite”, bale86, gaia1986 e normaber. E anche chi ha apprezzato la FF semplicemente leggendola in silenzio. I più sinceri ringraziamenti vanno anche a chi si fermerà a leggere questo racconto in futuro.
  
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