Serie TV > I Cesaroni
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Autore: Nike93    13/04/2008    3 recensioni
La diciottenne India si trasferisce a Garbatella per due anni. Lì farà la conoscenza della grande famiglia Cesaroni e, soprattutto, dei Masetti: un ragazzo spensierato e irriverente, una professoressa vigile e severa, un meccanico simpatico e distratto. Non tutto ciò che sembra complicato lo è davvero...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 26 – Un viaggio

 
- Scendi tu o butto giù la porta? –
- Un attimo! Dammi almeno il tempo di vestirmi! –
Erano appena le otto di mattina di una splendente giornata di sole, sabato primo maggio. India era stata svegliata dal dolce richiamo di Walter, che si era appostato di fronte al portone della palazzina. La ragazza si affacciò al balcone e lo vide lì, sorridente come sempre e appoggiato alla macchina, la sua 307 nuova fiammante. – Ma dove dobbiamo andare, scusa? –
- Sì, e io te lo vengo a dire… Vedrai, vedrai! –
- E cosa dovrei mettermi, visto che non so neanche dove stiamo andando? –
- La prima cosa che trovi, tanto sei sempre ‘na por… ehm, bellissima! – India non fece in tempo a rispondere, che dal palazzo di fronte si affacciò un uomo sulla cinquantina piuttosto seccato.
- La piantate di urlare?! C’è gente che vorrebbe dormire, qui! – Walter lo guardò senza fare una piega.
- E beh, è sabato, ha tutto il giorno per dormire, no? E c’è pure la domenica… - L’uomo chiuse di scatto la finestra, al che Walter volse di nuovo lo sguardo verso India. – A meno che non decida di scendere a picchiarmi, i programmi non cambiano. Dài, sbrigati! –
- Arrivo, arrivo… - India pescò dall’armadio una camicetta a maniche corte e un paio di pinocchietti rosa, si vestì in fretta e furia e si diede una veloce occhiata allo specchio. Chissà perché, la sola vista del suo ragazzo le faceva passare il sonno tutto d’un colpo. Non vedeva l’ora di scoprire cosa avesse in mente per quel giorno. Scese in fretta le scale e corse ad abbracciarlo, come se non si vedessero da settimane.
- Buon primo maggio! Oggi sei ufficialmente sotto sequestro. E non osare chiedermi dove ti porto! Te la senti di lasciarti andare al brivido di questa avventura? – India rise e prese posto sul sedile accanto a Walter.
- Accetto la sfida! A proposito, carina la macchina! –
- Già, soprattutto considerando che la patente l’ho presa tre mesi fa e sono comunque stato costretto a girare in moto. Ma lasciamo perdere… non è alla macchina che dobbiamo pensare oggi! Sei pronta? –
- Prontissima. – Walter mise in moto.
- Eeeee… si parte! –

 Avrò quell’entusiasmo
Che ovunque mi aiuterà…

 
Dopo mezz’ora di viaggio, India smise di chiedersi dove fossero diretti, distratta com’era dalle inesauribili chiacchiere di Walter. Man mano che procedevano, si allontanavano sempre di più dai palazzi, dalle autostrade e dallo smog, sboccando in aperta campagna. India guardò l’orologio.
- Walter, sono più di due ore che siamo in viaggio… -
- Avevi promesso di rispettare le regole: niente domande. – Walter guidava tranquillo. – E niente orologio. –
- Ma dài, sono curiosa… -
- Amore, lascia perdere le domande, ok? Vedrai che, quando capirai cos’ha partorito la mia mente perversa, sarai molto più contenta che io non ti abbia detto niente. – India ricambiò il suo sorriso, leggermente intimidita.

Amore…

 E la dolcezza con cui mi guarderai
mi darà il coraggio che non ho avuto mai.
Quello che conta è che siamo in viaggio,
Io e Te. 


- Goditi questo viaggio… -
E così fece.
Passarono le ore, il sole cominciò a picchiare, sempre più caldo, per poi cominciare a scivolare lentamente via, lasciando che il cielo passasse da un allegro azzurro a un cupo celeste scuro.
Le chiacchiere di Walter, le sue risate, la sua mano che ogni tanto abbandonava il volante per posarsi sulla gamba di India, annullarono ogni preoccupazione e ogni curiosità. C’era solo quella macchina, con loro due seduti vicini e la musica della radio a fare loro compagnia.

 
Un viaggio, per sempre in mare aperto
ci basta un po' di vento e in salvo ci porterà
la mia vita è tutta quanta un viaggio
lontani da ogni porto
in mezzo ad un concerto
che ci accompagnerà fino a quell'orizzonte
al di là del quale c’è ancora un orizzonte
da cui ricominciare
apposta lì per noi.
 

- E questa canzone? –
- Boh… Credo che il cantante si chiami Mazzocchetti, o qualcosa del genere. Ma questa non l’ho mai sentita… -
- Sembra fatta apposta per noi, vero? In fondo siamo in viaggio… - Walter le sorrise.
- Hai ragione… Ma il viaggio è finito. Siamo quasi arrivati! – India gettò un’occhiata fuori dal finestrino.
- Non mi ero neanche accorta che si è fatto buio! – Walter guidò ancora per qualche minuto, prima di frenare di fronte a quella che sembrava una graziosa villetta a due piani.
- Eccoci arrivati, mademoiselle! – annunciò, ossequioso.
- Ora posso sapere dove siamo? – Walter la guardò divertito, con la sua solit espressione da “io-la-so-più-lunga-di-te”.
- Ci troviamo esattamente… in Calabria! – India spalancò gli occhi.
- Stai scherzando? –
- Credi che abbia fatto il giro di Roma per dodici ore? – Siccome India continuava a guardarlo allibita, aggiunse: - Dài, intanto scendiamo, che ti spiego. – Una volta scesi dalla macchina, la prese per mano e la guidò verso la villetta. – Ti ricordi della casa che comprò mio padre vari mesi fa? E che non poté restituirla perché aveva già pagato la prima rata? Beh, a quel punto non c’era molto da fare se non tenercela. Quindi, se c’è… si usa! – India lo scrutò attentamente.
- E questo, esattamente, significa che…? –
- Che mi sono preso tre giorni di vacanza e ho fatto in modo che rimangano tali, senza interferenze. –
- E dài, Walter, puoi spiegarmi tutto senza giri di parole o indovinelli? –
- Allora, andiamo per gradi. Ho detto a mia madre che io, tu e Veronica abbiamo deciso di fare una gitarella fuori città… La nostra cara amica è stata già avvisata dal sottoscritto, e sarà ben felice di mancare da scuola lunedì e martedì per coprirci. Così almeno mia madre sta tranquilla e non pensa male, come al suo solito. – concluse allegramente. India non poté trattenere una risata.
- Non dovrebbe? –
- Assolutamente. Dài, vediamo com’è dentro. –
- Aspetta un attimo… - Walter si bloccò di fronte alla porta, con una mano già sulla maniglia. India lo abbracciò e lo baciò lievemente. – Grazie… - La risposta di Walter fu un sorriso trionfante.
- Entriamo? – India annuì e si lasciò guidare all’interno. La casa, su due piani, era abbastanza grande. C’era un soggiorno, spazioso e accogliente, una cucina, due bagni e due camere da letto. Una di esse, arredata solo con un letto matrimoniale e due comodini, dava su una piccola terrazza.
I due ragazzi uscirono sul balcone. Un venticello piacevolmente fresco accarezzava le loro guance, e la luna sembrava giocare a nascondino tra le nuvole. India si appoggiò alla ringhiera e Walter, da dietro, l’abbracciò, poggiando il mento sulla sua spalla. – Che ne dici? Ti piace? –
- Moltissimo. E mi piaci tu. – Lui sorrise appena, prima di accostare le labbra a quelle della sua ragazza, scendendo poi sul suo collo. India chiuse gli occhi, inclinando la testa di lato.
Sentiva uno strano senso di pace, come se fosse ovattata, protetta, isolata dal resto del mondo. Ma allo stesso tempo, qualcosa le impediva di lasciarsi andare del tutto. Stava per succedere qualcosa di nuovo, qualcosa di strano ed eccitante, e poteva capirlo dai baci di Walter, più intensi e decisi, dal suo tocco diverso dal solito, dal suo respiro che improvvisamente si era fatto più pesante. Inspirò a fondo l’aria primaverile, tiepida e leggera.
- Fa fresco, rientriamo? – sussurrò Walter tra un bacio e l’altro. India annuì, non trovando la forza per dire niente. Improvvisamente, quando furono dentro, prima che lui le si avvicinasse di nuovo e ricominciasse a baciarla, le venne fuori tutto d’un colpo:
- Walter, ho paura. – Walter sorrise dolcemente e le ravviò i capelli scuri.
- Mi credi se ti dico che io ne ho persino più di te? – India lo guardò con occhi colmi di ansia, e si sorprese molto quando scoprì di non riuscire a sorridergli.
- Non… non voglio deluderti… - Walter le sorrise, provando un’infinita tenerezza per quella che sembrava solo una bambina spaventata. Quegli occhi… quegli stupendi occhi di smeraldo non l’avevano mai guardato così.
- Non mi deluderai, piccola. Io non mi aspetto niente da te… niente che tu non voglia darmi. Se non ti sembra troppo brutto il doppio senso… – Il ragazzo cercò di alleggerire l’atmosfera con una battuta, ma ciò non sortì l’effetto da lui sperato. India alzò nuovamente lo sguardo verso di lui, senza ancora riuscire a sorridere.
- Sono molto sciocca, vero? –
- Non mi pare. Sei sempre quella ragazza timida e dolcissima di cui mi sono innamorato. Quella ragazza che ha l’incredibile pazienza di stare dietro a un pazzoide come me… Quella ragazza che ha paura di deludermi, quando è l’ultima cosa che potrebbe fare. Ed è per questo che io sono completamente, irreparabilmente pazzo di lei. –
Sulle labbra di India si fece finalmente strada un sorriso. Abbracciò il suo ragazzo, nascondendo il viso nel suo petto. – Ti amo, Walter. –
Non le venne in mente nient’altro da dire.
Forse perché non c’era davvero nient’altro da dire.
- Ti amo anch’io, piccola. – Le prese il viso tra le mani e le accarezzò una guancia con il pollice. – Allora… Ti andrebbe di fare questo viaggio? –
- Sì… Con te, e nessun altro. – Annullò subito con un altro bacio i pochi centimetri che li separavano. Le dita di Walter slacciarono lentamente i bottoni della camicetta di India, con cautela, quasi come se un solo gesto affrettato potesse rovinare la magia di quel momento. La ragazza cercò l’orlo della maglietta di lui, per poi sollevarla e sfilarla via, rapidamente, vergognosa di quel gesto così semplice. I due indumenti furono abbandonati sul pavimento mentre Walter si stendeva sul letto, attirando dolcemente India sopra di sé. Le sue mani si rincorrevano sulla schiena di lei, cercando la chiusura del reggiseno. India rimase immobile, in silenzio, mentre anche quel piccolo pezzo di stoffa scivolava via. Nonostante la poca luce che illuminava la stanza, riuscì a vedere le labbra di Walter allungarsi in un sorriso.
- Lo sai che sei bellissima? – India, ancora una volta felice di non poter arrossire, si chinò a baciarlo.
- E’ merito tuo… -

 C'è ancora un orizzonte
da cui ricominciare apposta lì per noi,
apposta lì per noi…
 per noi che siamo in viaggio
e non torneremo indietro mai.

(P. Mazzocchetti, “Un viaggio”)


Note dell'autrice: se non avete questa canzone, cercatela, perchè è bellissima. Grazie come sempre alla Sore e a Michelle, e anche alla new entry lu88!
  
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