Capitolo
26 – Un viaggio
-
Scendi tu o butto giù la porta? –
- Un
attimo! Dammi almeno il tempo di vestirmi! –
Erano
appena le otto di mattina di una splendente giornata di sole, sabato
primo
maggio. India era stata svegliata dal dolce richiamo di Walter, che si
era
appostato di fronte al portone della palazzina. La ragazza si
affacciò al
balcone e lo vide lì, sorridente come sempre e appoggiato
alla macchina, la sua
307 nuova fiammante. – Ma dove dobbiamo andare, scusa?
–
- Sì,
e io te lo vengo a dire… Vedrai, vedrai! –
- E
cosa dovrei mettermi, visto che non so neanche dove stiamo andando?
–
- La
prima cosa che trovi, tanto sei sempre ‘na por…
ehm, bellissima! – India non
fece in tempo a rispondere, che dal palazzo di fronte si
affacciò un uomo sulla
cinquantina piuttosto seccato.
- La
piantate di urlare?! C’è gente che vorrebbe
dormire, qui! – Walter lo guardò
senza fare una piega.
- E
beh, è sabato, ha tutto il giorno per dormire, no? E
c’è pure la domenica… -
L’uomo chiuse di scatto la finestra, al che Walter volse di
nuovo lo sguardo
verso India. – A meno che non decida di scendere a
picchiarmi, i programmi non
cambiano. Dài, sbrigati! –
-
Arrivo, arrivo… - India pescò
dall’armadio una camicetta a maniche corte e un
paio di pinocchietti rosa, si vestì in fretta e furia e si
diede una veloce
occhiata allo specchio. Chissà perché, la sola
vista del suo ragazzo le faceva
passare il sonno tutto d’un colpo. Non vedeva l’ora
di scoprire cosa avesse in
mente per quel giorno. Scese in fretta le scale e corse ad
abbracciarlo, come
se non si vedessero da settimane.
-
Buon primo maggio! Oggi sei ufficialmente sotto sequestro. E non osare
chiedermi dove ti porto! Te la senti di lasciarti andare al brivido di
questa
avventura? – India rise e prese posto sul sedile accanto a
Walter.
-
Accetto la sfida! A proposito, carina la macchina! –
-
Già, soprattutto considerando che la patente l’ho
presa tre mesi fa e sono comunque
stato costretto a girare in moto. Ma lasciamo perdere… non
è alla macchina che
dobbiamo pensare oggi! Sei pronta? –
-
Prontissima. – Walter mise in moto.
-
Eeeee… si parte! –
Che ovunque mi aiuterà…
Dopo
mezz’ora di viaggio, India smise di chiedersi dove fossero
diretti, distratta
com’era dalle inesauribili chiacchiere di Walter. Man mano
che procedevano, si
allontanavano sempre di più dai palazzi, dalle autostrade e
dallo smog,
sboccando in aperta campagna. India guardò
l’orologio.
-
Walter, sono più di due ore che siamo in viaggio…
-
-
Avevi promesso di rispettare le regole: niente domande. –
Walter guidava
tranquillo. – E niente orologio. –
- Ma
dài, sono curiosa… -
-
Amore, lascia perdere le domande, ok? Vedrai che, quando capirai
cos’ha
partorito la mia mente perversa, sarai molto più contenta
che io non ti abbia
detto niente. – India ricambiò il suo sorriso,
leggermente intimidita.
Amore…
mi darà il coraggio che non ho avuto mai.
Quello che conta è che siamo in viaggio,
Io e Te.
-
Goditi questo viaggio… -
E
così fece.
Passarono
le ore, il sole cominciò a picchiare, sempre più
caldo, per poi cominciare a
scivolare lentamente via, lasciando che il cielo passasse da un allegro
azzurro
a un cupo celeste scuro.
Le
chiacchiere di Walter, le sue risate, la sua mano che ogni tanto
abbandonava il
volante per posarsi sulla gamba di India, annullarono ogni
preoccupazione e
ogni curiosità. C’era solo quella macchina, con
loro due seduti vicini e la
musica della radio a fare loro compagnia.
Un
viaggio, per sempre in mare aperto
ci basta un po' di vento e in salvo ci porterà
la mia vita è tutta quanta un viaggio
lontani da ogni porto
in mezzo ad un concerto
che ci accompagnerà fino a quell'orizzonte
al di là del quale c’è ancora un
orizzonte
da cui ricominciare
apposta lì per noi.
- E
questa canzone? –
-
Boh… Credo che il cantante si chiami Mazzocchetti, o
qualcosa del genere. Ma
questa non l’ho mai sentita… -
-
Sembra fatta apposta per noi, vero? In fondo siamo in
viaggio… - Walter le
sorrise.
- Hai
ragione… Ma il viaggio è finito. Siamo quasi
arrivati! – India gettò
un’occhiata fuori dal finestrino.
- Non
mi ero neanche accorta che si è fatto buio! –
Walter guidò ancora per qualche
minuto, prima di frenare di fronte a quella che sembrava una graziosa
villetta
a due piani.
-
Eccoci arrivati, mademoiselle! – annunciò,
ossequioso.
- Ora
posso sapere dove siamo? – Walter la guardò
divertito, con la sua solit
espressione da
“io-la-so-più-lunga-di-te”.
- Ci
troviamo esattamente… in Calabria! – India
spalancò gli occhi.
-
Stai scherzando? –
-
Credi che abbia fatto il giro di Roma per dodici ore? –
Siccome India
continuava a guardarlo allibita, aggiunse: - Dài, intanto
scendiamo, che ti
spiego. – Una volta scesi dalla macchina, la prese per mano e
la guidò verso la
villetta. – Ti ricordi della casa che comprò mio
padre vari mesi fa? E che non
poté restituirla perché aveva già
pagato la prima rata? Beh, a quel punto non
c’era molto da fare se non tenercela. Quindi, se
c’è… si usa! – India lo
scrutò
attentamente.
- E
questo, esattamente, significa che…? –
- Che
mi sono preso tre giorni di vacanza e ho fatto in modo che rimangano
tali,
senza interferenze. –
- E
dài, Walter, puoi spiegarmi tutto senza giri di parole o
indovinelli? –
-
Allora, andiamo per gradi. Ho detto a mia madre che io, tu e Veronica
abbiamo
deciso di fare una gitarella fuori città… La
nostra cara amica è stata già
avvisata dal sottoscritto, e sarà ben felice di mancare da
scuola lunedì e
martedì per coprirci. Così almeno mia madre sta
tranquilla e non pensa male,
come al suo solito. – concluse allegramente. India non
poté trattenere una
risata.
- Non
dovrebbe? –
-
Assolutamente. Dài, vediamo com’è
dentro. –
-
Aspetta un attimo… - Walter si bloccò di fronte
alla porta, con una mano già
sulla maniglia. India lo abbracciò e lo baciò
lievemente. – Grazie… - La
risposta di Walter fu un sorriso trionfante.
-
Entriamo? – India annuì e si lasciò
guidare all’interno. La casa, su due piani,
era abbastanza grande. C’era un soggiorno, spazioso e
accogliente, una cucina,
due bagni e due camere da letto. Una di esse, arredata solo con un
letto
matrimoniale e due comodini, dava su una piccola terrazza.
I due
ragazzi uscirono sul balcone. Un venticello piacevolmente fresco
accarezzava le
loro guance, e la luna sembrava giocare a nascondino tra le nuvole.
India si
appoggiò alla ringhiera e Walter, da dietro,
l’abbracciò, poggiando il mento
sulla sua spalla. – Che ne dici? Ti piace? –
-
Moltissimo. E mi piaci tu. – Lui sorrise appena, prima di
accostare le labbra a
quelle della sua ragazza, scendendo poi sul suo collo. India chiuse gli
occhi,
inclinando la testa di lato.
Sentiva
uno strano senso di pace, come se fosse ovattata, protetta, isolata dal
resto
del mondo. Ma allo stesso tempo, qualcosa le impediva di lasciarsi
andare del
tutto. Stava per succedere qualcosa di nuovo, qualcosa di strano ed
eccitante,
e poteva capirlo dai baci di Walter, più intensi e decisi,
dal suo tocco
diverso dal solito, dal suo respiro che improvvisamente si era fatto
più
pesante. Inspirò a fondo l’aria primaverile,
tiepida e leggera.
- Fa
fresco, rientriamo? – sussurrò Walter tra un bacio
e l’altro. India annuì, non
trovando la forza per dire niente. Improvvisamente, quando furono
dentro, prima
che lui le si avvicinasse di nuovo e ricominciasse a baciarla, le venne
fuori
tutto d’un colpo:
-
Walter, ho paura. – Walter sorrise dolcemente e le
ravviò i capelli scuri.
- Mi
credi se ti dico che io ne ho persino più di te? –
India lo guardò con occhi
colmi di ansia, e si sorprese molto quando scoprì di non
riuscire a
sorridergli.
-
Non… non voglio deluderti… - Walter le sorrise,
provando un’infinita tenerezza
per quella che sembrava solo una bambina spaventata. Quegli
occhi… quegli stupendi
occhi di smeraldo non l’avevano mai guardato così.
- Non
mi deluderai, piccola. Io non mi aspetto niente da te…
niente che tu non voglia
darmi. Se non ti sembra troppo brutto il doppio senso…
– Il ragazzo cercò di
alleggerire l’atmosfera con una battuta, ma ciò
non sortì l’effetto da lui
sperato. India alzò nuovamente lo sguardo verso di lui,
senza ancora riuscire a
sorridere.
-
Sono molto sciocca, vero? –
- Non
mi pare. Sei sempre quella ragazza timida e dolcissima di cui mi sono
innamorato. Quella ragazza che ha l’incredibile pazienza di
stare dietro a un
pazzoide come me… Quella ragazza che ha paura di deludermi,
quando è l’ultima
cosa che potrebbe fare. Ed è per questo che io sono
completamente,
irreparabilmente pazzo di lei. –
Sulle
labbra di India si fece finalmente strada un sorriso.
Abbracciò il suo ragazzo,
nascondendo il viso nel suo petto. – Ti amo, Walter.
–
Non
le venne in mente nient’altro da dire.
Forse
perché non c’era davvero nient’altro da
dire.
- Ti
amo anch’io, piccola. – Le prese il viso tra le
mani e le accarezzò una guancia
con il pollice. – Allora… Ti andrebbe di fare
questo viaggio? –
- Sì…
Con te, e nessun altro. – Annullò subito con un
altro bacio i pochi centimetri
che li separavano. Le dita di Walter slacciarono lentamente i bottoni
della
camicetta di India, con cautela, quasi come se un solo gesto affrettato
potesse
rovinare la magia di quel momento. La ragazza cercò
l’orlo della maglietta di
lui, per poi sollevarla e sfilarla via, rapidamente, vergognosa di quel
gesto così
semplice. I due indumenti furono abbandonati sul pavimento mentre
Walter si
stendeva sul letto, attirando dolcemente India sopra di sé.
Le sue mani si
rincorrevano sulla schiena di lei, cercando la chiusura del reggiseno.
India
rimase immobile, in silenzio, mentre anche quel piccolo pezzo di stoffa
scivolava via. Nonostante la poca luce che illuminava la stanza,
riuscì a
vedere le labbra di Walter allungarsi in un sorriso.
- Lo
sai che sei bellissima? – India, ancora una volta felice di
non poter arrossire,
si chinò a baciarlo.
- E’
merito tuo… -
da
cui ricominciare apposta lì per noi,
apposta lì per noi…
per noi che siamo in
viaggio
e non torneremo indietro mai.
(P.
Mazzocchetti, “Un viaggio”)
Note dell'autrice: se non avete questa canzone, cercatela, perchè è bellissima. Grazie come sempre alla Sore e a Michelle, e anche alla new entry lu88!