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Autore: Marra Superwholocked    24/10/2013    4 recensioni
"Io ero letteralmente spiaccicata al muro, con gli occhi serrati e la bocca che lo imploravano di mettere giù quel coso dalla luce verde.
Poi quell'aggeggio finì di far rumore e potei finalmente riaprire gli occhi.
E fu lì che conobbi il Dottore."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - 10, Nuovo personaggio, TARDIS
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

Abbiamo compagnia?
Ok, calmiamoci: d'altronde ho scelto io di viaggiare col Dottore.
Ma non penso che sia stato un errore, anzi. Potrei paragonare la mia esperienza ad un viaggio di riflessione, uno di quelli che fanno gli avvocati sotto stress o i giornalisti in fase “rincorriamo tutti”. Sì, è stata un'esperienza unica.
Ma ora me ne stavo impietrita, senza parole, con un uomo (o meglio, alieno) che teneva in braccio un altro alieno..e chissà cosa ci avrebbero fatto i suoi genitori se ci avessero visti col neonato!
Accantonai questi pensieri e cercai di concentrarmi su quello che era da poco avvenuto: la Milano del XXI secolo, la stessa città ma in un'epoca diversa, gnomi spietati, la parola di Earl e i Ciunwatt.. Sì, direi che non c'è male.
“...ed Eleonora ha trovato questo” disse il Dottore, interrompendo i miei pensieri.
“Cos'è?” chiese Lisa con un filo di voce.
“Un neonato dei Ciunwatt. Probabilmente hanno pensato che casa tua era un luogo sicuro e ci si sono nascosti dentro.. Il problema è che hanno la possibilità di tramutarsi in qualsiasi oggetto, dai divani agli specchi.. E così uno non sa mai dove siano realmente.. Potrebbe essercene uno anche qui, adesso..”.
“Prego?”, la domanda uscì quasi meccanicamente dalla mia bocca, ma il Dottore mi ignorò. L'idea di essere spiata sempre ed ovunque mi rabbrividì.
“Lisa, controlla bene i mobili, le foto e tutto ciò che hai in casa e se noti che c'è qualcosa in più.. Be'.. Colpisci”.
“Colpire? Con cosa?”
“Con qualsiasi cosa faccia male”.
Lisa obbedì agli ordini e si trascinò fuori dalla cucina lasciandoci soli col neonato.
“A me sembrano innocui..” tentai di difenderli.
“I Ciunwatt sono innocui tanto quanto Anna è umana” disse tra sé e sé il Dottore.
“Anna? Chi è Anna?” gli chiesi sottovoce.
“Chi? Cosa? ..Oh, ehm, niente!” terminò lui con un sorriso, per poi tornare a guardare il bambino con fare paterno. Erano un bel quadretto.
Lisa tornò da noi, pallida, con gli occhi sbarrati. “In sala c'è un cuscino in più. Non l'ho mai visto in vita mia, giuro!”
“L'hai colpito?”
“Sì, con questo”, ci mostrò un vocabolario di francese. “Ma poi ha cominciato a muoversi e sono scappata..”
“No!” urlò il Dottore facendo fare un balzo a Lisa per lo spavento.
“I-io ...n-non volevo.. Mi dispiace...”
“Tieni qua, Lisa” e le mise in braccio il neonato addormentato, lasciando sulla cucina il dizionario. “Tranquilla, da piccoli non fanno male ad una mosca”. Mi prese per mano e mi portò in sala.
“Dov'è? Lo vedi ancora?” le chiese.
“L'avevo fatto cadere per terra.. Ora..non c'è più...”
“Era quello che volevo evitare” disse a denti stretti il Dottore mentre continuava ad agitare il suo cacciavite sonico. “È qui, da qualche parte..”.
“Dottore, il camino..” dissi con Lisa alle mie spalle che non smetteva di piangere.
“Che ha di strano?”
“Il camino in sé, nulla. Solo..che prima non c'era”.
Il Dottore strabuzzò gli occhi, mi fece segno di tacere e di portare Lisa fuori dalla sala; feci ciò che mi aveva mimato e tornai da lui, che aveva già iniziato a colpire il camino con un candelabro di ferro. Si cominciarono a sentire, subito dopo, una serie di lamenti; la casa tremò e il camino sembrò uscire dalla parete. Il Dottore indietreggiò, stanco; allora presi, da dietro la porta, una mazza da baseball – scommetto qualsiasi cifra che ne troverei una in ogni casa americana – andai al suo fianco e cominciai a colpire, con tutta la forza che avevo in corpo, il camino che ora si contorceva, ora tremava. Esausta e soddisfatta, smisi di colpire il camino e quello cambiò colore: da bianco che era, diventò grigio in pochi secondi; poi si rimpicciolì, fino ad assumere fattezze umane. Era alto circa un metro e novanta, nudo e asessuato. E poi la faccia..ruvida, a punta e minacciosa. Ci fissava sbattendo le enormi palpebre e dondolando leggermente la testa una volta a destra e una a sinistra.
Volevo urlare.
Il Dottore si fece avanti brandendo il suo cacciavite che emetteva un suono ipnotizzante. “Bzzzzzz” faceva quello e, intanto, il Ciunwatt davanti a noi si mise sulla difensiva, piegando le ginocchia e metendo davanti a sé le mani, se così si possono chiamare due piccole sfere da cui partono numerosi fili, simili ai tentacoli di una medusa.
Poi, all'improvviso, il Dottore cominciò a contorcersi dal dolore, strizzando gli occhi e accasciandosi a terra, tutto tremante, tenendosi la testa tra le mani. Non sapevo cosa fare, non sapevo cosa dire, non sapevo come fermarlo.. D'istinto, corsi verso il Ciunwatt e, vedendo che fissava il Dottore, gli diedi una spinta. Una volta perso il contatto visivo, il Dottore poté finalmente rialzarsi in piedi e spiegarmi quello che era appena successo, con numerose pause per riprendere fiato: “Tranquilla, loro comunicano in questo modo. Solo che il mio cervello è troppo stup... Loro sono molto più intelligenti e non riuscivo a sopportare tutto quello che mi stava dicendo..”
“E cosa ti ha detto?”
“Che sa dove si trova il bambino di Lisa”.
“Eureka!”
“Eureka?” mi domandò con un mezzo sorriso. “Mhm.. Ci farò un pensierino.. Comunque.. Non esserne troppo felice: ce l'hanno loro.. In soffitta”.
“Be', che stiamo aspettando? Andiamo, no?” mi avviai verso Lisa ma lui mi afferrò per il polso e mi scaraventò contro di lui, a due centimetri dal suo naso. Non nascondo, di certo, che la cosa mi fece piacere.. Ma, tralasciando i dettagli..
“Non hai sentito quello che ti ho detto? Non sono degli orsacchiotti, i Ciunwatt! Io posso resistere alla comunicazione, ma se uno di loro si mette in testa di dire qualcosa a te... Moriresti!”
Quelle parole bastarono a farmi riflettere: “Ok”.
M
a non abbastanza per farmi cambiare idea: “Vengo con te”.

   
 
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