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Autore: kirlia    24/10/2013    5 recensioni
Mike e il suo piccolo problema, un segreto che fa parte di lui da sempre... 
Per essere precisi, i segreti sono ben quattro: Svetlana, Vito, Chester e Manitoba.
Dal capitolo sedici: 
Non sapevo a cosa credere, e i miei sentimenti contrastanti per quei ragazzi non aiutavano di certo.
Di Cameron sapevo che era una persona affidabile, era il migliore amico di Mike e sapevo che lui
difficilmente lasciava che qualcuno gli fosse amico. Aveva sempre avuto paura della reazione della
gente al suo problema dissociativo d’identità.
Manitoba, d’altro canto, era sempre stato gentile e affettuoso con me. Sempre pronto a difendermi di
fronte agli altri abitanti di questa mente, sempre pronto a sostenermi.
Volergli bene era semplice come respirare.

Se vi state chiedendo se si tratti di una Zoke, sì. Ma in realtà la coppia principale sarà la Camlana, o 
forse... la Manlana? 
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Cameron, Manitoba Smith, Mike, Svetlana, Zoey
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Manlana is the way!'
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Capitolo 9. Noi non giudichiamo dalle apparenze.


{Cameron.

Quella sera ci fu offerta una cena piuttosto insolita.
Raramente Chef si metteva ai fornelli per preparare qualcosa di vagamente digeribile,
e questa era una vera novità per i campeggiatori di Wawanakwa. Vedevo Lightning mangiare
come se non avesse mai visto cibo in vita sua – o come se gli fosse stato detto che quello
era un piatto stracolmo di proteine. Ma non era il solo: tutti sembravano concentrati
sull’ingurgitare quelle che sembravano essere delle… polpette?
Quando mi avvicinai al bancone dove veniva servita la cena, mi pentii dei miei vaghi pensieri
sul mangiare finalmente qualcosa di commestibile.
«Eew… che roba è?» chiesi disgustato, osservando l’ammasso di spaghetti, salsa di pomodoro
e qualcosa che somigliava a delle polpette, misto a piume colorate di dubbia provenienza.
«Buttolini di tacchino, buon sonnellino!» intonò Chef divertito, prima di bloccarsi improvvisamente,
come se avesse detto qualcosa di troppo. Sbarrò gli occhi mentre teneva ancora il mestolo a mezz’aria.
Io lo guardai indeciso mentre lui cercava di dire «… Buo-buon appetito.»
Chissà cosa frullava nella mente del malvagio amico del conduttore del reality?
Decisi di non darci troppo peso, mentre mi sedevo proprio di fianco alla mia nuova compagna di
squadra. Dakota Milton, un tempo grande ereditiera molto famosa e continuamente inseguita dai
paparazzi, adesso ex concorrente, ex assistente e di nuovo concorrente di questo programma,
cercava di ignorare il perpetuo scintillio della sua testa completamente calva alla luce delle lampade
della stanza.
Dovevo ammettere che mi dispiaceva un po’ per la sua condizione: nessuno si meriterebbe mai un
trattamento del genere, soprattutto una ragazza!
Una ragazza…  Mi ritrovai, senza rendermene conto, a fissare Mike, tenendo in mano una forchettata
di spaghetti, cercando di immaginare lui, anzi Svetlana, senza capelli in testa. Supposi che la
campionessa russa avrebbe dato di matto se la sua bella chioma bionda – perché sì, mi aveva rivelato
che in realtà il suo vero aspetto era molto diverso da quello che dimostrava sotto le sembianze del
suo alter ego – fosse stata rovinata da una radiazione.
Sorrisi leggermente, per poi vedere il mio migliore amico voltarsi e guardarmi con aria interrogativa.
Distolsi immediatamente lo sguardo, concentrandomi sulla cena e cercando di ignorare il calore che
mi imporporava le guance.
Mi sentivo molto imbarazzato all’idea che Mike scoprisse che stavo fantasticando su una delle sue
personalità. Soprattutto, non ero sicuro del perché lo stessi facendo: io e la ballerina avevamo soltanto
stretto amicizia, e questo non doveva essere un motivo così terribile da farmi sentire a disagio davanti a lui.
O forse, c’era qualcosa di più…?
«Ebbene sì, cara Zoey. Non lo sapevi?» mi distrasse dai miei pensieri Dakota, mentre indicava con la
forchetta Jo, della squadra avversaria.
Decisi di interessarmi alla discussione, giusto per non ricadere in strane discussioni mentali.
«Che cosa non sapeva?» chiesi, mentre mi aggiustavo gli occhiali con una mano e mettevo un boccone
in bocca con l’altra. Subito ebbi voglia di vomitare e una smorfia si disegnò sul mio volto. Era davvero così
difficile cucinare del cibo decente, una volta ogni tanto?
Mandai giù a forza la pasta, mentre la ragazza mi rispondeva.
«Ma di Jo e Brick, ovviamente! Tutti sanno che lei aveva una cotta per il soldato… anche se poi lo ha
eliminato per i suoi interessi. Anche perché è ovvio che, con l’aspetto che si ritrova, non abbia fatto colpo
sul ragazzone» commentò lei entusiasta, mentre spettegolava su un eventuale flirt avvenuto tra i concorrenti
dei Ratti Tossici.
Davvero Jo era attratta da Brick? Non mi sembrava di aver visto nessun atteggiamento particolare nei
confronti del ragazzo. Ma, in fondo, che potevo saperne io? Ero solo uno sfilatino.
Mi sentii in dovere di replicare l’ultima affermazione che Dakota aveva fatto.
«Non credo che l’aspetto esteriore sia così importante, quando si parla di amore» le dissi, prima di
inghiottire un altro assaggio di “buttolini”.
Incontrai subito l’approvazione di Zoey, che annuiva convinta per la mia affermazione. Anche secondo
lei, quindi, non era ciò che si vedeva all’esterno a contare davvero.
La ex bionda non mi sembrò per niente d’accordo.
«Oh, come fai a dire una cosa del genere?» replicò, alzando le braccia e gesticolando «Probabilmente
perché, visto che hai vissuto in una bolla per tutta la vita, non sai proprio niente sull’amore.»
Alzai lo sguardo, incrociando con ostilità quello della velina.
Chi le diceva che io non sapessi niente su questi sentimenti? Certo, era vero che ero stato un po’
isolato dal mondo in tutti questi anni, ma avevo letto molti libri famosi sull’argomento, come Romeo e
Giulietta, e avevo visto film come Titanic!
Avevo anche io la mia cultura sull’amore, anche se era ovviamente diversa dalla sua, e se dicevo che
non era l’aspetto a contare avevo le mie ragioni.
«Non essere cattiva, Dakota» commentò Zoey, per cercare di calmare le acque, «Io penso che Cam
abbia ragione!»
«E io penso che lui dica così perché non è stato mai innamorato di nessuno.» rispose alla rossa, per
poi guardarmi con aria di sfida.
Cosa voleva che dicessi adesso? Che aveva ragione? Che in sedici anni non avevo mai avuto nemmeno
l’occasione di parlare ad una ragazza, visto che ero stato rinchiuso in quella sfera di plastica che mi
teneva al sicuro?
Era ovvio  che era così. Però era anche vero che quello che dicevo aveva un suo fondamento.
Io ero certo che non si dovesse giudicare nessuno dalle apparenze. E ne ero certo perché…
Mi voltai in direzione di Mike, cercando di ritrovare nei suoi occhi castani quelle espressioni e quegli
sguardi dolci che non gli appartenevano, che erano proprietà di un’altra creatura, una che non si poteva
giudicare dall’apparenza.
Svetlana.
Io non conoscevo il suo vero aspetto, eppure sapevo che dentro di sé era certamente bellissima.
Arrossii leggermente, rendendomi conto che fare discorsi del genere mi avrebbe solo portato ad essere
preso per uno schizzato, e che di certo non potevo svelare che l’unica ragazza a cui la mia mente si
era volta quando avevo pensato ad una possibile “cotta” era anche quella che di certo non avrei mai potuto
avere.


{Svetlana.

Inutile dire che, appena feci ritorno nella mente di Mike quella sera, fui letteralmente assalita dalle
altre personalità.
«Ragazzina, non credere di passarla liscia, sai? Ah! Ai miei tempi le ragazze per bene stavano a
casa a filare la lana, non in giro a fare smancerie con dei mocciosi!» mi rimproverò Chester, tentando
di colpirmi leggermente con il suo bastone.
Evitai agilmente l’attacco, per ritrovarmi nelle braccia di Manitoba, che era comparso dietro di me come 
un’ombra. Non mi ero completamente accorta della sua presenza.
Con un respiro mozzato, mi liberai dalla sua presa, per ritrovarmi di fronte a tutte e tre le personalità
maschili che condividevano quel corpo con me e Mike.
«Non capizco di cosa tu stia parlando, Chezter.» commentai, cercando di allontanarmi da tutti quei
ragazzi che mi guardavano con una certa ostilità.
Vito, più di tutti, sembrava molto arrabbiato. Non avevo mai visto un’espressione del genere sul suo
viso: era terrificante.
Non riuscivo proprio a capire cosa stessi facendo di così sbagliato per meritarmi quel trattamento.
Insomma, ero rimasta fuori a rilassarmi un po’ più del dovuto, ma anche il ragazzo del New Jersey lo
faceva spesso, per divertirsi insieme a quella testa cotonata di Anne Maria.
Non era giusto che anche io facessi le mie conoscenze? Perché non potevo restare un po’ tranquilla
a parlare con Cam? Era un così caro ragazzo…
«Senti, principessina. Abbiamo sopportato i tuoi flirt perché un po’ ci dispiaceva che tu non facessi
vita sociale, ma adesso basta! Stai andando troppo oltre, pupa. Vuoi che quell’idiota di Mike ci
cancelli prima di riuscire ad attuare il piano?» abbaiò Vito, stringendo i pugni in un modo che mi parve
piuttosto pericoloso.
Non si sarebbe azzardato davvero a picchiare una ragazza, giusto?
Non c’era una sorta di codice tra i ragazzacci della sua specie? Oh, ma forse non valeva per lui!
Tremai leggermente, cercando di metabolizzare ciò che mi stava dicendo, anche se tremavo dalla paura.
Di solito ero molto più coraggiosa di così, ma ultimamente mi ero ritrovata a preoccuparmi quando
le altre personalità mi sgridavano a quel modo, e avevo paura di contraddirle.
Improvvisamente compresi ciò che mi aveva detto e lo fissai con sguardo confuso.
«A cosa ti riferisci ezattamente? Io non ho avuto nessun flirt…» sussurrai, mentre incrociavo i suoi
occhi castani con i miei di un puro azzurro chiaro.
Flirt? Ma di cosa stava parlando?
Insomma, lui e Mike si divertivano con Zoey e Anne Maria. Persino Manitoba ogni tanto cercava di
abbordare qualche ragazza con le sue avance, ma io non avevo mai fatto niente del genere.
Non mi aspettavo che qualcuno si interessasse ad una ragazza nel corpo di un uomo, non era una
cosa esattamente normale.
«Vito, vuoi calmarti? Non lo vedi? Sheila non aveva intenzione di ammaliare nessuno. È stato solo
un caso che quel ragazzino…» cercò di difendermi l’australiano, mettendosi davanti a me con fare
protettivo.
Mi ero accorta, dalla rissa dell’ultima volta, che cercava sempre di prendere le mie parti nelle
discussioni. Eppure anche lui faceva parte di quello stupido piano ideato dalle personalità per togliere
di mezzo Mike. Era strano che mi difendesse.
Comunque, in quel momento era utile avere qualcuno che mi appoggiasse, quindi non feci una piega.
Non finché non capii a chi si riferissero e interrompessi il suo discorso.
«Coza? Davvero state parlando di Cam? Oh, ma lui è zolo un mio caro amico!» risposi stupita.
Non riuscivo proprio a credere che le altre personalità avessero scambiato la mia amicizia con
Cameron per una cotta. Insomma, lui era molto gentile e carino con me, sembrava essere la prima
persona da tanto tempo che si interessava a me. Beh, se dovevo essere sincera, era l’unica persona
che si fosse mai interessata a me.
Era amichevole  ed altruista, e non negavo che i suoi inviti a passeggiare sulla spiaggia e tutte
quelle domande sulla vera Svetlana non mi facessero piacere. Ma io non ero innamorata di lui… giusto?
«Ah no? Dimmi un po’, bambolina, non mi risulta che tu chiami quel cowboy “Manny”, o quell’idiota
“Mikey”… Eppure chiami “Cam” quel tuo amico che dovrebbe chiamarsi “Cameron”. Non è così?»
sbraitò ancora Vito, puntandomi contro un dito abbronzato e accusatorio come se fosse un’arma.
Anzi, probabilmente se l’avesse avuto, mi avrebbe puntato un coltello allo stesso modo.
Rimasi senza parole.
Di certo quella non era una prova abbastanza valida da indicare che fossi cotta di quel ragazzo,
ma dovevo ammettere che aveva le sue ragioni.
Non avevo mai chiamato nessuno con un soprannome prima d’ora. Nemmeno Mike, che era come
un fratello per me, aveva mai avuto un diminutivo che indicasse l’importanza che aveva nel mio cuore.
Eppure mi era sembrato così naturale cominciare a chiamare il ragazzo bolla semplicemente “Cam”,
come se fosse la persona a cui mi fossi sentita più affine in tutti i miei otto anni di vita.
«Quezto non è un motivo abbastanza valido per inzinuare che ci sia qualcosa tra me e lui.» risposi,
ignorando tutti i miei dubbi sulla faccenda e incrociando le braccia.
Forse non ero ancora certa di ciò che provavo per il ragazzo bolla, ma di sicuro dovevo convincere le
altre personalità del fatto che non lo amassi. E se avessi messo a rischio la sua incolumità?
Cosa sarebbe successo se Vito lo avesse minacciato? Cameron era così piccolo e indifeso, e
avevo paura che si spezzasse in un attimo.
«Lo è abbastanza in fatto che tu abbia mandato dei ricordi nella mente di quel giovinastro che ci
comanda? Ti faccio notare, ragazzina, che riguardavano tutti quel moccioso!» commentò Chester,
burbero come sempre, fissandomi con l’unico occhio funzionante.
Quello sguardo accusatorio, se possibile, mi fece riflettere molto di più rispetto alle minacce di Vito.
Non potevo negare che il vecchietto avesse ragione: non avevo mai avuto il “potere” di inviare alla
mente di Mike i miei ricordi, i miei pensieri e le mie emozioni, eppure sembrava che ne fossi stata
capace improvvisamente. Ma ciò che riuscivo a trasmettergli erano solo immagini dei momenti
che avevo passato  con Cameron.
Questo significava che, dentro di me, ero consapevole di aver riservato un posto speciale nel mio
cuore per lui? Era così?
Io mi sto innamorando di Cam? mi chiesi, ma quella frase aveva più il suono di un’affermazione
che di una domanda. E io non riuscivo a capacitarmene, né ad accettarlo.
«… Sheila?» mi sentii chiamare, chiaramente da Manitoba Smith che, in quel momento, mi stava
fissando con un’espressione a metà tra il confuso e il preoccupato.
Oh! Quanto tempo ero rimasta in silenzio, rimuginando su quei sentimenti che non credevo essere
capace di comprendere?
Mi resi conto che tutti mi stavano guardando in modo curioso, come se si aspettassero che
rispondessi ad una qualche domanda che, evidentemente, non avevo sentito.
«Coza c’è?»  chiesi, cercando di capire perché le tre personalità mi stessero fissando a quel modo.
Vito alzò le mani in un gesto insoddisfatto, poi sbuffando e indicandomi, disse «È totalmente andata!»
Lo affermò come a spiegare che ormai non c’era più niente da fare per me, come se fossi totalmente
cotta del ragazzo bolla.
Non potei fare a meno di arrossire alle sue parole, osservando poi la reazione esasperata dei miei
tre “coinquilini” che scossero la testa.
Non riuscivo a capire.
Possibile che solo io non mi fossi ancora accorta dell’attrazione che provavo per Cam?
Lui, quel ragazzino così gracile e per niente portato per la ginnastica, poteva davvero essere la scelta
fatta dal mio cuore?
Certo che sì, mi dissi, perché quello che mi attrae di lui non è affatto il suo aspetto fisico, ma la sua
dolcezza, la sua gentilezza nei miei confronti. La sua determinazione nel conoscermi e sapere di più
di me.

Ma avrei mai avuto una possibilità con lui, anche se ne fossi stata innamorata?
No. Perché io, pur avendo il cuore di una donna, dimostravo il corpo di un ragazzo sedicenne.


Sono tornata! 
Oh, ragazze, oggi voglio dire quando vi adoro (perché mi sento in vena di tenerezze) e quindi voglio 
ringraziare le mie fedeli e carinissime Francy, Moony e Yulin che non fanno mancare mai le loro 
meravigliose recensioni. Siete dolcissime <3 
Poi vi faccio ovviamente notare che la frase iniziale di Chester non è altro che la citazione di una
recensione di una delle suddette meraviglie di ragazze - avevo detto che l'avrei inserita da qualche
parte!
Poi infine spero che il capitolo sia di vostro gradimento e che una certa persona non tagli la testa a 
Vito per essersela presa di nuovo con Svetlana (sì, Francy, mi riferisco a TE!) 
Aspetto i vostri pensieri sui nuovi avvenimenti, e nel frattempo vi mando un bacio!

Kirlia <3
   
 
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