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Autore: Kengha    26/10/2013    2 recensioni
DALLA STORIA:
- Oddio, che figura ci farò a presentarmi il primo giorno così? - Sbottò il nuovo arrivato, che continuava a portarsi una mano alla testa spaventato dai suoi stessi capelli.
Kurt rovistò nella sua borsa ed estrasse poco dopo una bottiglietta colorata. - Ecco qui! Fortuna che ne ho sempre almeno un tubetto a portata di mano! - Disse con un sorriso porgendo a Blaine il suo gel per capelli e un pettine.
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- Finn… - Sussurrò Rachel posando una mano sulla spalla del ragazzo, per consolarlo. Era chiaramente abbattuto e sconvolto, notizie del genere non erano facili da apprendere.
- Lei ha bisogno di te -. Disse con un filo di voce.
- Mi ha mentito! - Urlò improvvisamente il Grifondoro, con gli occhi carichi di rabbia - Mi ha mentito, Rachel! Sulla gravidanza e su tutto, tutto il resto -.
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Le arrivò al petto come una coltellata, fredda e tagliente. Rimase a fissarla con le gambe tremanti e gli occhi neri velati dalle lacrime senza rendersi conto di aver irrimediabilmente abbassato la guardia e sciolto l’incantesimo.
Venne spinta contro il muro da un corpo muscoloso e possente mentre la Maledizione Cruciatus echeggiava nell’aria.
- Lopez ma sei impazzita? Che accidenti pensavi di fare, eh? - Sbraitò Puck.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Quinn, Finn/Rachel, Quinn/Rachel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
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Colpe

<< Quello che è successo è molto, molto grave! >> Esclamò Will per l’ennesima volta. Erano nell’ufficio del preside Figgins da quasi due ore e non c’erano stati molti progressi, almeno non con Sue che continuava a difendere i suoi ragazzi.
Dopo lo scherzo ideato da Santana, la gita era stata prontamente interrotta e tutti i ragazzi costretti a risalire sul treno per Hogwarts. Tornati a casa, Will aveva ordinato a Karofsky, Puckerman e la Lopez di seguirlo in presidenza, ordine a cui i ragazzi avevano obbedito con non poche proteste. Figgins era praticamente sul punto di punirli e contattare le rispettive famiglie, quando Sue aveva fatto il suo ingresso, salvandoli in contropiede.
<< Tutto questo è assurdo, dovreste darmi una medaglia per avervi quasi liberato dalla nana petulante, invece mi ritrovo in presidenza! >> Sbottò Santana, accavallando le gambe mentre teneva le braccia incrociate davanti al petto e rivolgeva occhiate sprezzanti sia a Schuester che al preside.
<< Ben detto, due zavorre! Quella sciocca babbana è troppo impertinente, inoltre sta distraendo la mia preziosissima Fabray dai suoi allenamenti. Sai quanti ne ha rimandati per non lasciare il tuo capitanetto da quattro soldi a quella sgualdrina? >> Ringhiò la Sylvester, avvicinandosi pericolosamente a Will e guardandolo con gli occhi in fiamme << Sei >>. Sibilò come se fosse una specie di bestemmia.
<< E’ una ragazza, la gelosia è normale! >> Sottolineò Will con una scrollata di spalle << E poi non è questo il punto >>.
<< E’ anche questo il punto! >> Abbaiò improvvisamente Puck, parlando per la prima volta da quando erano arrivati. << La stagione di Quidditch non è ancora cominciata e Quinn è troppo demotivata! Non ho niente contro quella Berry, tranne il fatto che sia una Babbana, ma se ci distrae il capitano è morta! >>
<< Concordo, non posso fare tutto da sola >>. Sibilò Santana, sperando di non farsi sentire troppo da Sue. Da quando l’aveva resa Battitrice e aveva affidato il suo vecchio ruolo di Cacciatrice a Becky Jackson, una Purosangue con sindrome di down che non le era affatto simpatica, non scorreva buon sangue tra lei e la Direttrice.
<< E tu David? >> Domandò a quel punto Will, spostando l’attenzione sul Grifondoro << Perché hai fatto questo ad una tua compagna? Rachel non solo è il membro più importante della tua squadra, ma è anche una tua amica! Dovresti come minimo difenderla! >> Lo rimproverò, lanciandogli un’occhiata severa.
Il ragazzo guardò qualche istante spaesato il professore, poi fece balzare lo sguardo ai Noah e Santana, che lo guardavano con gli occhi ridotti a due fessure, pronti a fargliela pagare se avesse dato la risposta sbagliata.
<< Lei non è mia amica >>. Disse atono il ragazzo, mentre i due Purosangue ghignavano soddisfatti. Schuester sospirò rassegnato e tornò a rivolgersi al suo alunno con uno sguardo colmo di delusione.
<< Non me lo sarei mai aspettato da te, Karofsky. Ti credevo più maturo di così >>.
Santana sbuffò seccata dalla sua postazione, che accidenti stava insinuando quello là? Era già pronta ad un’altra sfuriata quando Puck le serrò la mano attorno una gamba, ordinandole con lo sguardo di lasciar perdere, che non ne valeva la pena.
<< Vogliamo stare tutto il giorno qui dentro? >> Domandò seccata la Sylvester, secondo la quale le cose stavano andando fin troppo per le lunghe.
<< Deciderò io solo quando sarà il momento di andar via, Sue! >> La riprese il preside Figgins, guardandola con sfida. La bionda raccolse il guanto senza esitazione << Così come io deciderò quando sarà il momento di fare un salto al ministero >>.
I due Serpeverde sorrisero in maniera sinistra: chiaramente entrambi erano a conoscenza di ciò a cui si stava riferendo la loro Direttrice e, dentro di loro, avevano appena capito di averla fatta franca.
Will sospirò ed era sul punto di chiudere la discussione quando Figgins lo sorprese.
<< Al diavolo il ministero, Sue! Ci sono stato proprio un paio di giorni fa e indovina un po’? A nessuno interessa molto il fatto che fossi un venditore ambulante di tappeti volanti! >> Esclamò l’Indiano, facendo mutare visibilmente l’espressione della donna di fronte a lui.
<< Il signor Puckerman e il signor Karofsky possono andare, per quanto mi riguarda hanno colpe assai minori: sono complici, non artefici, dunque starà a voi decidere un’eventuale punizione. La signorina Lopez, invece, rimarrà ancora un po’ a fare una piacevole chiacchierata col sottoscritto >>.
Will non poté fare a meno di sorridere fiero e soddisfatto, per la prima volta da quando aveva messo piede in quella scuola era riuscito a dare una lezione a Sue Sylvester, non si sarebbe scordato tanto facilmente quella giornata. Dopo aver ringraziato Figgins, abbandonò l’ufficio seguito da un taciturno Karofsky e da degli stralunati Sue e Puck.
Per quanto lo riguardava, quel ragazzo non l’avrebbe passata tanto liscia.

Nel frattempo, nella Casa Comune dei Tassorosso era in corso un party in piena regola: tornati ad Hogwarts Holly aveva deciso di non farsi sfuggire la fantastica occasione di una sbornia Halloweeniana e aveva organizzato in tempo record un festino per i suoi alunni.
La maggior parte dei ragazzi era andata a prendere i super alcoolici nella scorta privata della Holliday senza fare domande, per darsi poi a degli sfrenati festeggiamenti.
Al contrario, il gruppetto di Hogsmeade si era ritirato nel dormitorio di Sam, Joe e Blaine per poter discutere in pace e con tranquillità di quanto era accaduto: tutti concordi sul fatto che Santana avesse esagerato erano più che decisi a non lasciar correre e a dare una lezione ai Serpeverde –tutti tranne Brittany che si era ubriacata mezz’ora dopo l’inizio della festa ed era probabilmente nel letto di qualche ragazzo o ragazza del settimo anno-.
<< Non la passeranno liscia! >> Sbottò nuovamente Sam, che ne aveva fin sopra i capelli dei comportamenti delle Serpi e di alcuni Leoni.
<< Adesso fai la corte a Rachel, Sammi?! >>. Lo prese in giro Matt, provocando dei risolini generali e beccandosi un’amichevole cuscinata da parte del diretto interessato.
<< Piantala! >>. Lo riprese l’Evans, tradendo il tono serio con un sorriso spontaneo.
<<  Scherzi a parte, Sam ha ragione! >> S’intromise Blaine, lasciando cadere l’amichevole battibecco tra i due compagni. << Rachel era davvero terrorizzata, non sono scherzi piacevoli, soprattutto se coinvolgono degli incantesimi. Inoltre non credo che il professor Schuester sia stato felice di usare un incantesimo offensivo su un’alunna >>.
<< Beh, non è stato molto potente… Santana non ha perso i sensi >>. Constatò immediatamente Joe, al quale non era sfuggito quel particolare.
<< L’ho notato anche io. Devo confessare che il professore mi è un po’ calato di stima, me lo aspettavo più forte >>. Aggiunse Sam abbastanza deluso.
<< Se non le ha fatto niente è stato solo perché non avrebbe neppure voluto colpirla, per quanto mi riguarda sono rimasto estasiato dai suoi riflessi: non lo avevo neppure sentito il fruscio provocato dal mantello, ma comunque non credo sarei riuscito a colpire un bersaglio invisibile in movimento con tanta precisione neppure l’avessi udito distintamente >>. Lo difese ed elogiò Blaine, ricordando agli amici la straordinaria tempestività del Direttore dei Grifondoro.
La conversazione venne bruscamente interrotta da Sugar che fece irruzione nel dormitorio dei ragazzi indossando niente più che la biancheria intima.
<< Sugar non puoi stare qui! E va’ a vestirti, almeno! >> La riprese immediatamente Matt, leggermente sconvolto dalla visita inaspettata.
Blaine e Sam si erano alzati quasi contemporaneamente dal letto e il biondo si era diretto immediatamente verso uno dei cassettoni per prendere qualcosa con cui coprire la compagna; Joe, invece, era rimasto praticamente paralizzato, con gli occhi sgranati e l’espressione scioccata mentre biascicava qualche parola latina… probabilmente una preghiera.
La devozione del Mezzosangue era nota a tutta la scuola, nonostante il pericolo di essere additato il ragazzo non aveva mai rinnegato la religione di sua madre, una comunissima Cristiana Babbana, ed aveva continuato a professarla liberamente anche nel mondo magico. Per tale motivo, però, si era tenuto per tutto quel tempo lontano dalle ragazze e certamente trovarsene improvvisamente una mezza nuda in camera da letto lo aveva scosso non poco.
Iniziò a respirare più normalmente solamente quando Sam obbligò letteralmente Sugar ad indossare una delle sue camicie, che l’avrebbero coperta fino a metà coscia.
<< Ma si può sapere che accidenti stai facendo? >> Ringhiò poi il biondo, guardandola severamente. Tra lei e Brittany spesso e volentieri i Tassi si chiedevano se non fossero lì per fare i babysitter.
<< Volevo solamente fare una cosa tutti insieme, che pallosi che siete >>. Sbottò la ragazza strusciandosi a Blaine, prima di scoppiare in una risatina isterica.
<< Sugar, Matt è fidanzato con quella ragazza del quarto anno, Blaine è gay, Joe ha fatto voto di castità e io… beh, io semplicemente non sono il tipo e non ho voglia di abusare di te. Quindi perché non ti metti al letto? >> . Provò ancora l’Evans, cercando di essere più calmo.
<< Non posso! >> Esclamò l’altra con fin troppa enfasi, senza smettere un attimo né di ridere, né di accarezzare i capelli di Blaine. Si voltò qualche istante dopo proprio in direzione di quest’ultimo e lo guardò con aria sognante e totalmente persa. << Ma tu sei tutto vero? >> Chiese con un sussurro, mentre lo divorava con gli occhi.
<< Perché non puoi? >> Chiese Matt tornando al discorso precedente, mentre Joe e Sam la staccavano da Blaine La ragazza scoppiò a ridere di nuovo e ci vollero altri dieci minuti prima che si decidesse a dare una risposta concreta << Perché Brittany ed Hillary lo hanno occupato! >> Esclamò prima di crollare letteralmente a terra, facendo allarmare i ragazzi.
L’Anderson e l’Hart la presero di peso e la fecero allungare sul letto, dove si addormentò pochi secondi dopo.
<< Credo che dormirò sul pavimento >>. Constatò Joe con nonchalance, prendendo un cucino e mettendolo in un angolo della stanza. Blaine e Matt si ritrovarono ad annuire e si accorsero solo dopo di Sam che si stava allontanando dal dormitorio a passo sostenuto e con la bacchetta in pugno.
<< Dove stai andando? >> Lo richiamò l’Anderson, affrettandosi a bloccarlo.
<< A prendere Britt. E’ la seconda volta che quelle due finiscono al letto insieme da ubriache, devono piantarla! >>. Ringhiò il biondo, alludendo a quanto rivelato da Sugar poco prima.
<< La terza, a dire il vero >>. Lo corresse distrattamente Joe, che ricevette immediatamente un’occhiataccia da Matt.
<< Non pensi di stare ad esagerare? Brittany è fatta così >>. Disse Blaine cautamente, sperando di farlo ragionare.
<< E pensi che sia giusto? >> Sbottò l’altro, con lo sguardo cieco e le nocche della mano destra bianche per via della forza del suo pugno.
<< No, non credo sia giusto; ma lei è spontanea e in questo momento anche ubriaca fradicia, avrà solo pensato di divertirsi con una sua compagna, domani non ricorderà nulla e comunque tra una settimana sarà nella stessa identica situazione a prescindere da quanto accadrà stasera. Quindi quello che ti chiedo è: ne vale davvero la pena? >>. 
Il biondo si rilassò lentamente e dopo qualche istante l’ira dai suoi occhi scomparve del tutto, posò la bacchetta sul comodino e prese un profondo respiro.
<< Hai ragione, meglio lasciar perdere. È solo che vado fuori di testa al pensiero che qualcuno si stia approfittando di lei… della sua innocenza >>. Spiegò calmo, quasi tentando di giustificarsi.
<< Fidati, Sammie… >>. Iniziò Matt, trattenendo a stento una risata << … per quanto mi riguarda credo proprio che sia Brittany ad essersi approfittata di Hillary. Inoltre… in questo momento credo che innocente sia l’aggettivo meno opportuno per definirla! >>

David e Will rientrarono subito nel dormitorio, nessuno dei due proferì parola durante il tragitto, i corridoi erano per lo più deserti, comunque era chiaro che l’accaduto fosse ormai noto a tutta la scuola. I Serpeverde ne erano chiaramente orgogliosi, Puck stesso non aveva perso tempo ed andava in giro vantandosi di aver colpito Rachel e di aver preso parte al piano della sua compagna, la quale nel frattempo era ancora nell’ufficio di Figgins.
Schuester e la Sylvester si erano separati subito fuori l’ufficio, chiaramente Sue non si era fatta sfuggire l’occasione di lanciare al collega un’occhiataccia che suonava tanto come un “se per colpa tua succede qualcosa al mio Capitano o alla mia Battitrice te la farò pagare”.
Minaccia che Will aveva bellamente ignorato.
Fu David a dire la parola d’ordine per aprire il passaggio ch conduceva alla Casa Comune, la Signora Grassa protestò un po’ prima di aprire, sgridando il ragazzo per il suo comportamento scorretto ed inopportuno.
Evidentemente la voce era giunta anche ai quadri.
Karofsky non ebbe neppure il tempo di entrare nel dormitorio che Finn si abbatté su di lui come una furia, sbattendolo al muro senza troppe cerimonie nonostante la stazza massiccia.
<< Ti rendi conto di quello che hai fatto?! Con che coraggio ti ripresenti qui! >> Abbaiò l’Hudson, senza mollare la presa sul compagno o smettere di guardarlo in cagnesco.
<< Calma. Calmati, Finn >>. Lo riprese Will, fulminandolo con lo sguardo.
<< Non posso professore! Rachel è una nostra compagna, è mio dovere difenderla dalla feccia come lui! >> Urlò ancora il ragazzo, senza accennare alcun allontanamento.
<< Ti stai rammollendo, Hudson? La vicinanza con quella massa di finocchi ti ha fatto dimenticare per quale squadra giochi? >>. Lo schernì David, aprendo bocca per la prima volta in tutti quei minuti.
Da qualche parte, tra gli studenti alle spalle di Finn, qualcuno ringhiò.
<< Non provarci nemmeno, Karofsky! >> Disse secca Mercedes, che venne presto affiancata da Shane e Rory. Chandler e Kurt, pur sentendosi chiamati in causa, rimasero in silenzio ad osservare gli amici prendere le loro difese.
<< Adesso basta! >> Urlò Schuester, richiamando tutti all’ordine in un solo istante. Il brusio generale che aveva caratterizzato la Torre dei Grifondoro nelle ultime ore cessò di esistere.
<< Finn lascia subito David, non ho voglia di punire anche te >>. Disse secco, con un tono autoritario che nessuno gli aveva mai sentito adottare.
Il ragazzo ubbidì controvoglia e lasciò andare l’altro, facendo poi un passo indietro per lasciargli spazio.
<< Perché lo hai fatto, David? Puoi essere sincero, lo sai >>.  Sospirò Schue, improvvisamente stanco.
Karofsky tacque per degli interminabili secondi, deglutendo a vuoto un paio di volte.
<< Sei un codardo >>. Sibilò Finn prima di voltargli le spalle ed incamminarsi verso il suo dormitorio, seguito da alcuni amici.
<< Parla per te, Hudson! La tua squadra fa pena quest’anno, hai capito? Fa pena! Il campionato è già perso! >> Strillò l’altro, punto sul vivo dall’ultima affermazione del suo Capitano.
Per quanto si fosse sforzato di lasciar correre, Finn fu costretto a tornare indietro e si riavvicinò all’altro con due grandi falcate.
<< Se la squadra ti fa pena non capisco perché giochi ancora con noi >>. Disse a bassa voce, con gli occhi ridotti a due fessure.
<< Infatti, non capisco nemmeno io >>. Rispose secco l’altro.
<< Sei fuori >>. Annunciò l’Hudson, senza troppi problemi.
<< Me ne sarei andato lo stesso! Non mi serviva il tuo permesso >>. Sbottò Dave, sperando di convincere più che altro sé stesso.
<< Fantastico allora, professore i provini sono nuovamente aperti, riceverò già da domani >>. Disse Finn, lanciando un’occhiata al suo Direttore << Ah, comunque… >>. Ricominciò poco dopo, facendo balzare lo sguardo sul compagno, stavolta << Puck e Santana sono anche miei amici, ma non per questo mi abbasso sempre al loro livello. Non è che siccome sono Purosangue tutto quello che facciano sia giusto, qualcuno dovrebbe spiegartelo >>. Concluse, voltando le spalle definitivamente al compagno.
La stanza si svuotò lentamente e finalmente Will e Dave ebbero il tempo e la privacy per poter parlare con calma.
<< Ciò che hai fatto è sbagliato, David. Non mi è piaciuto affatto il tuo comportamento, tanto meno la tua reazione >>.
<< Sarò punito? >> Chiese il ragazzo, atono.
<< Sì, rimarrai con me a rimettere a posto l’attrezzatura sportiva dopo gli allenamenti di Quidditch >>. Rispose Schuester, guardandolo negli occhi.
<< Per tutta la settimana?! >> Sbottò il ragazzo, inorridendo all’idea.
<< No, per tutto il mese >>.  Rispose il Direttore.
<< Non è giusto! Puckerman non è stato punito >>.
<< Puckerman non è mio alunno e francamente non m’interessa! >>. Lo riprese Will, alzando il tono di voce << Comunque non ho finito. Innanzi tutto dovrai chiedere scusa a Rachel >>.

<< Come stai? >> Chiese premurosamente Jesse per l’ennesima volta. Rachel aveva insistito nel non voler rientrare nella Casa Comune e Schuester aveva acconsentito a farla passeggiare con St. James per il castello, ignorando il coprifuoco “poiché era un’occasione particolare” o qualcosa del genere.
Fatto sta’ che i due erano seduti in un aula deserta e guardavano il parco dalla finestra aperta, scambiandosi solo poche parole.
<< Meglio, te l’ho detto. Non mi hanno fatto male, è stato per lo più lo spavento ad avermi bloccata >>. Sospirò la Berry, guardando ancora una volta il Mezzosangue al suo fianco, accennando un sorriso per tranquillizzarlo. Quel lieve cambiamento di espressione parve fare il suo effetto, infatti il ragazzo si rilassò quasi istantaneamente e le passò un braccio attorno le spalle.
<< Promettimi che non rimarrai più da sola. Per nessun motivo! Se Figgins li ha puniti sarai il loro bersaglio preferito, d’ora in avanti >>. Biascicò con una leggera nota di disperazione nella voce Jesse, guardando intensamente la diva per sperare di convincerla.
<< Non posso prometterti questo, però posso giurarti che sarò molto attenta ed eviterò Santana il più possibile >>.
<< E Quinn >>. Si volle accertare immediatamente il Corvonero, guardandola di traverso per il fatto che l’avesse momentaneamente dimenticata.
<< Naturalmente >>. Aggiunse la Grifondoro, annuendo.
<< Mi stai assecondando? >> Domandò improvvisamente Jesse, riducendo gli occhi a due minuscole fessure e guardandola con un ghigno dipinto sul volto.
Rachel non poté far a meno di ridere per via dell’espressione buffa assunta dall’amico e gli diede una spintarella << Piantala, tanto anche se ti contraddicessi so già che non sarei mai completamente da sola >>. Sottolineò, fingendo rimprovero nella voce. Jesse avvampò quasi immediatamente, non era mai arrossito e la cosa fece ridere ancor di più la Berry.
<< Beccato! >> Esclamò St. James, alzando le mani in segno di resa e stringendo le labbra.
<< Già, da quasi due settimane! >> Ribatté la ragazza, che aveva ancora un accenno di sorriso dipinto in volto.
<< Perché non me l’hai detto? Ti sarò sembrato una specie di stalker! >> Sbottò Jesse, fingendo improvvisamente di essere seccato.
<< Uno stalker molto carino, però >>. Disse suadente la diva, lasciandogli un dolce bacio sulla guancia che non poté far a meno di scioglierlo.
<< Però promettimi che mi lascerai la mia privacy, d’ora in avanti >>. Lo supplicò poco dopo.
Il ragazzo sbuffò e saltò giù dal banco dove erano seduti, si girò all’improvviso e la sollevò prendendola per i fianchi, accompagnandola in una lenta discesa in cui non staccò gli occhi dai suoi per un singolo istante.
<< Promesso >>.
 

La mattina successiva, tra Finn e Quinn la tensione era palpabile, il ragazzo non l’aveva degnata di uno sguardo dopo che l’aveva sentita ridere e complimentarsi con Santana e Puck per lo scherzo “semplicemente geniale”, si era allontanato quasi immediatamente ed era andato con gli altri Grifondoro e Jesse a tranquillizzare Rachel, mandando fuori di testa la sua fidanzata.
<< Non mi sei piaciuto per niente, ieri ad Hogsmeade. Non mi hai rivolto nemmeno una parola per tutto il viaggio di ritorno e non la smettevi di fissare quella sgualdrinella della tua squadra. Non so più cosa pensare! >> Esclamò stizzita ed evidentemente arrabbiata la bionda, rivolgendo al ragazzo una delle sue occhiate più truci.
La sorpresa arrivò quando Finn rispose alla sua occhiata e ribatté col suo stesso tono << Nemmeno tu mi sei piaciuta, Quinn. Invece di pensare a Rachel –che poteva essersi fatta veramente male- hai preferito ridere di lei con quei due idioti! >>
<< Quei due idioti, come li chiami, erano i tuoi migliori amici fino a qualche settimana fa. Diciamo pure i tuoi unici amici >>. Ringhiò la ragazza, avvicinandosi pericolosamente al fidanzato.
<< Beh, magari ho solo capito che non sono il tipo di compagnia che mi piace frequentare, meglio tardi che mai! >> Esclamò secco, voltandole le spalle e prendendo a camminare nella direzione opposta a quella della Fabray che, interdetta, gli corse dietro.
<< Che intenzioni hai? >>
<< Vado a farmi una doccia, questo pomeriggio devo valutare i ragazzi che faranno i provini visto che Karofsky è fuori >>. Riassunse senza degnarla di uno sguardo, continuando impassibile a camminare.
<< Almeno fa’ il giro lungo! >> Lo rimproverò la bionda, prendendogli con forza una mano << Devono vederci insieme se vogliamo vincere quel titolo! >> Ringhiò a bassa voce, rivolgendo qualche sorriso -decisamente falso- a delle ragazzine del secondo anno, che ricambiarono timidamente.
<< Visto?! >> Lo incitò.
<< Adesso basta! >> Urlò Finn, facendo voltare gran parte degli studenti che percorrevano il corridoio nella loro direzione.
<< Devi smetterla, Quinn! Io non ne posso più di tutti questi tuoi comportamenti e delle tue scorrettezze! >> Proseguì senza diminuire il tono.
<< Non è né il luogo, né il caso di parlarne adesso >>. Sibilò la ragazza a denti stretti, fulminandolo dello sguardo per via delle attenzioni indesiderate che stava suscitando la loro discussione.
<< Oh, sì che lo è invece >>. Ringhiò il ragazzo, abbassandosi così da poter guardare la Fabray dritta negli occhi << La verità è che a te tutta questa situazione fa’ solamente molto comodo, a fine anno avrai il tuo titolo, probabilmente la Coppa delle Case e una raccomandazione per il prossimo anno. Beh, sai cosa ti dico, Quinn? Forse riuscirai ad avere queste cose, ma di sicuro non avrai me. È finita >>. Concluse secco, per poi voltarsi e riprendere a camminare a passo sostenuto verso le scale.
<< Che cosa?! >> La Serpeverde fece una leggera corsa per raggiungerlo e lo strattonò per un braccio, costringendolo a voltarsi.
<< Tu non puoi lasciarmi! >> Strillò, scioccata.
<< Sì invece, l’ho appena fatto >>. Le fece notare l’Hudson, freddo.
La Fabray abbassò lo sguardo e ripeté con un filo di voce << Tu non puoi lasciarmi… >>. Questa volta l’aveva detto così a bassa voce che per un istante pensò che il ragazzo non l’avesse udita.
<< Perché no? Perché ti servo o perché ti faccio troppo comodo? >> Ringhiò il ragazzo, moderando il tono di voce, che comunque rimase alto.
<< Dammi un solo motivo per cui non dovrei lasciarti >>. Aggiunse poco dopo, fermandosi a pochi centimetri da lei, rivolgendole un’occhiata impassibile.
Quinn tacque per qualche istante e solamente dopo aver deglutito trovò il coraggio di sollevare nuovamente lo sguardo, facendo crollare tutte le certezze del Grifondoro non appena fissò i suoi occhi verdi colmi di lacrime in quelli castani di lui.
<< C’è un motivo… >>. Biascicò, tremando.

<< Avanti! >> Esclamò la Direttrice dei Corvonero dall’altro lato della porta, che si aprì cigolando. L’ufficio che aveva non era proprio il massimo, ma vi si trovava bene e sebbene Figgins le avesse proposto più di una volta di spostarsi, aveva sempre preferito declinare l’offerta. Ad una prima occhiata non si sarebbe detto, ma Shelby Corcoran era una tipa parecchio sentimentale.
<< Professoressa Corcoran, spero di non disturbarla >>. Disse cortesemente Jesse, entrando lentamente in quella stanza che ormai conosceva fin troppo bene.
<< Non disturbi mai, non preoccuparti >>. Sorrise la donna, invitandolo ad accomodarsi su una delle poltrone di fronte la sua scrivania con un semplice gesto del capo. Il ragazzo ubbidì immediatamente e posò sulla scrivania la scatola che teneva in mano.
Shelby fissò un lungo istante il contenitore chiuso, poi fece balzare lo sguardo sul suo alunno e gli rivolse un’occhiata perplessa. Di tutta risposta, Jesse sollevò lentamente il coperchio e prese delicatamente qualcosa da dentro la scatola. La stoffa ricamata e pregiata uscì lentamente, dispiegandosi e mostrandosi in tutta la sua magnificenza, aprendosi lentamente in un grande mantello.
<< Il suo mantello dell’invisibilità, l’ho riconosciuto nel momento esatto in cui Schuester l’ha tolto di dosso a Santana. Vista la mia media il preside me l’ha dato senza fare troppe obbiezioni quando gli ho detto di conoscere il proprietario. Dev’essersi fidato di me >>. Spiegò con semplicità il ragazzo, guardando la sua insegnante.
<< Infatti >>. Concordò la Corcoran, alzandosi dalla sua poltrona e girando attorno la scrivania per poter prendere il mantello. Se lo rigirò un paio di volte tra le mani, come ad assicurarsi che non avesse riportato danni, poi lo ripose delicatamente in un baule che ebbe l’accortezza di chiudere con un colpo di bacchetta.
<< Ti sei fatto sfuggire che fosse il mio? >> Domandò qualche minuto dopo, tornando finalmente a guardare Jesse.
<< Assolutamente no! >> Si affrettò a dire il ragazzo << Non lo sa nessuno >>.
<< E nessuno deve saperlo >>. Sottolineò Shelby, lanciandogli un’occhiata severa << Il ritrovamento di uno dei tre doni, dopo tutto questo tempo, non è una cosa da sottovalutare. Non voglio neppure immaginare cosa potrebbe succedere se finisse nelle mani sbagliate! >> Esclamò, tradendo la decisione con una nota di preoccupazione nella voce.
<< Cosa c’è che non volete dirci, professoressa Corcoran? Vi ho osservati, voi insegnanti siete tutti più agitati… da un po’ >>. Azzardò il Corvonero, misurando attentamente le parole che aveva deciso di usare per porle quella difficile domanda.
Shelby sospirò rumorosamente e si portò una mano sul volto, rimase in silenzio qualche istante prima di portarsi indietro con un gesto secco i lunghi capelli scuri; incrociò le mani davanti il mento e guardò con decisione e severità il ragazzo.
<< Promettimi di non dirlo a nessuno, Jesse >>.

Rachel adorava la Torre di Astronomia, da quando era entrata nella squadra di Quidditch aveva scoperto la piacevole sensazione di guardare tutto dall’alto, così quando aveva un po’ di tempo sgattaiolava su per le scale fino a raggiungere la torre più alta del castello. Poco importasse che fosse giorno o notte, la vista era comunque impagabile.
Rimase scossa e sorpresa quando si rese conto di non essere sola, le ci vollero pochissimi secondi per individuare la figura dalla quale provenivano i singhiozzi che aveva sentito non appena conclusa la rampa di scale. Sulle prime rimase turbata, pensando che il suo unico luogo di pace potesse esser diventato il nascondiglio di qualche ragazzino del terzo anno in preda a delle crisi adolescenziali, poi non poté che preoccuparsi una volta riconosciuto il ragazzo che, rannicchiato in un angolo con le ginocchia strette contro il petto, piangeva disperatamente.
<< Finn! >> Esclamò sorpresa, correndo verso di lui e accasciandosi al suo fianco, allargando le braccia per invitarlo a stringerla, per dargli un po’ di conforto. Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e si tuffò tra le braccia dell’amica, posando la testa sulla clavicola della Berry, le mani strette a pugno contro il petto della ragazza che, senza proferir parola, prese ad accarezzargli lentamente la schiena.
<< Che succede, Finn? >> Si decise a domandare Rachel, dopo quasi mezz’ora in cui si era limitato a dargli conforto con quei semplici gesti.
L’Hudson pianse ancora qualche minuto prima di risponderle, poi tra un singhiozzo e l’altro riuscì a biascicare una frase.
<< Ho fatto un casino, Rach. È tutto un casino… >>.
Riprese a piangere più rumorosamente dopo quelle poche parole, ma la ragazza era determinata a scoprire per quale motivo l’affascinante e coraggioso Finn Hudson si fosse ridotto a quello stato.
<< Perché è tutto un casino? >> Domandò dolcemente, parlando a bassa voce, come si trattasse di un segreto.
Il Grifondoro tirò su col naso e finalmente si staccò dalla ragazza, si asciugò gli occhi con una manica della divisa, ignorando il fatto che si potesse bagnare, poi finalmente la guardo dritta negli occhi e seppur con uno sguardo perso, confuso, triste e spaventato riuscì a dirlo:

<< Quinn è incinta >>.

-L'angolo di Kengha-
Finalmente riesco a pubblicare questo capitolo! L'ho iniziato a scrivere il 20, ma per diversi motivi non ho potuto concluderlo prima di adesso. >__<
Non ho fatto in tempo a rileggerlo quindi potrebbe esserci qualche errore, domani sera lo ricontrollerò, vorrei poterlo fare adesso ma meglio che vada a dormire... domani (anzi, diciamo pure oggi visto che mezzanotte è passata da qualche minuto) è il mio compleanno e non vorrei finire con l'addormentarmi in piedi! Ahahahahah 
A presto,


Besos 
   
 
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