Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: biberon    26/10/2013    2 recensioni
Dieci anni dopo il reality, Courtney incontra per caso Trent e Duncan, il quale nel frattempo ha avuto un figlio con Gwen. Pazza di gelosia, Courtney si lancia in una storia flash con Trent e cade in una gravidanza indesiderata.
La sera in cui lo confida alla sua migliore amica Heather, inquietanti sms e messaggi cartacei iniziano a perseguitarla. C'è qualcuno che sa tutto di lei, che sa TROPPO di lei, della sua storia con Trent, del suo amore, della sua vita.
Ma lei non l'aveva detto a nessuno oltre che a Heather.
Ma non può essere stata lei, non la sua migliore amica. Ma allora, chi ...?
Dal testo, capitolo 10
- Courtney, io chiamo la polizia. Se quel bastardo è in casa tua possiamo prenderlo.
- Heather, non so se è veramente lì o lo dice solo per depistarmi …
- C’è un solo modo per scoprirlo.
Io annuii.
Heather frugò nella borsa, poi mi guardò con gli occhi sbarrati.
- Courtney … non trovo più il mio cellulare.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Heather, Trent | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Qualche minuto dopo fui risvegliata da un grido d’orrore.
A fatica riuscii a puntellarmi sui gomiti e a guardarmi intorno: ero ancora sdraiata sulla neve, e Quentin era accanto a me, con la testa ancora abbandonata sulla spalla.
“Ma … che …”
Mi girava tutto, la testa mi faceva male e mi veniva da vomitare.
Mi resi conto che c’era qualcuno chino accanto a me, che mi fissava.
Con un grosso sforzo cercai di mettere a fuoco quella figura, e la riconobbi subito.
“Heather!” urlai, ma me ne pentii subito. Sentii il sapore del sangue passarmi vorace in gola e strusciarmi viscido sulla lingua.
 
Avvertii le sue mani  cingermi le spalle e tirarmi su con forza.
“Che … succede?” biascicai.
“Non c’è tempo per spiegare, Court. Ti dirò tutto dopo. Ora dobbiamo andarcene di qui.”
“Ma …”
Lei mi alzò in piedi e io barcollai all’indietro, in preda a una fitta come non ne avevo mai provate prima.
Trattenni a stento un grido portandomi una mano tremante alla bocca.
Sentivo la schiena calda appiccicosa.
Poi le mie orecchie vennero punte da un suono inconfondibile.
“Cazzo! La polizia!” esclamò Heather, e mi trascinò in avanti.
“Ma … Heather, aspetta, loro ci aiuteranno …”
“Non dire cazzate! Quel bastardello ha fatto delle prove false contro di noi … cioè, le ha fatte fare a quei due uomini enormi e al piccoletto tutto laccato …”
“Che cosa?!” urlai.
“Ma sì … quello che ti ha portato qui in macchina.”
“Cristo …” bisbigliai, con la voce rotta. Non mi sarei mai dovuta fidare di qualcuno che non conoscevo. “L’agente C, Ned e Ted …” pensai ad alta voce.
“Ora, praticamente l’intero dipartimento poliziesco di Toronto ci da la caccia per stalking e tentato omicidio!”
“Oh, no …”
“Sì! Se non ci muoviamo ci prenderanno, Courtney!”
“Ma …cosa pensi di fare? Io non posso camminare …” dissi, desolata.
Lei mi guardò, e per un attimo mi sembrò che sorridesse.
“Camminare? Chi ha parlato di camminare?” disse in tono malizioso.
“Cosa …”
Non mi fece neanche finire la frase che capii benissimo il suo intento.
Mi lasciò andare all’improvviso facendomi cadere sulle ginocchia e si avvicinò ad un auto sportiva nella parcheggiata accanto alla limousine.
“Ma … è chiusa!” esclamai, cercando di non pensare al fatto che mi aveva appena lasciata cadere a terra nonostante avessi la schiena lacerata da dei vetri sporchi.
Lei sorrise di nuovo.
Si chinò, presela pistola che avevo lasciato cadere accanto a Quentin e la alzò dalla parte de manico.
“Non penserai di …”
Troppo tardi.
Heather alzò il braccio e lo abbatté con violenza contro il vetro dell’auto, che i ruppe all’istante.
Un rumore assordante, l’antifurto, si aggiunse alle sirene della polizia.
“OH … MIO … DIO!” esclamai furente.
Lei continuò a colpirlo finché si creò un passaggio grande quasi quanto tutto il finestrino.
Poi tornò verso di me, mi sollevò di peso e mio malgrado mi infilò nella macchina.
Sentii i bordi di vetro spezzato che mi graffiavano gli avambracci e dovetti mordermi le labbra con forza per non mettermi a piangere.
Invece, mi sistemai sul sedile e aprii l portiera per farla entrare.
Lei afferrò il passamontagna e, tenendo stretta la pistola, si mise al volante.
Le sirene si facevano sempre più vicine, e l’antifurto non cessava di trillare.
“Come pensi di farla funzionare?” chiesi.
“Secondo te perché ho scelto quest’auto?” mi chiese sarcasticamente.
“Non so … perché è veloce?”
“No.” Esclamò ammiccando furbescamente, “Perché è l’auto di un coglione.” Aggiunse afferrando le chiavi, che lo sfortunato proprietario aveva dimenticato in bella vista sul cruscotto.
Lei le infilò nel vano e fece partire il motore.
Intravidi qualcuno muoversi nello specchietto retrovisore.
Alcuni infermieri stavano uscendo correndo dall’ospedale per vedere cosa succedeva.
“Parti!” urlai.
Lei premette sull’acceleratore  e partì sgommando.
“E Quentin?”
“Che cosa?”
“Non possiamo asciarlo lì … anche se le prove le hanno date per lui non possiamo escludere che lo arrestino …”
“Ma dopo tutto quello che ha fatto!” protestò Heather.
“Magari l’hanno costretto.” Dissi risoluta.
“e CHI?!”
“Non possiamo saperlo.”
Lei sbuffò rumorosamente e fermò la macchina.
Io scesi a rotta di collo, afferrai il bambino svenuto per le spalle  lo trascinai con fatica sui sedili posteriori.
“ORA VAI!” urlai. Heather partì e proprio mentre usciva dal parcheggio cozzò contro un’auto della polizia,venuta per arrestarci.
“AHHHHHH!” urli, in preda al panico.
Heather fece retromarcia di qualche millimetro e ripartì al massimo della velocità sotto il naso degli agenti.
La loro auto si lanciò a nostro inseguimento, seguita da almeno altre cinque o sei.
Vedevo la strada luminosa, gli edifici e i cartelloni pubblicitari che ci sfrecciavano ai lati.
Le macchine si spostavano bruscamente dalla strada e la gente correva urlando terrorizzata.
Ormai le mie orecchie si erano abituate al suono delle sirene.
Mi sistemai un po’ meglio sul sedile, cercando di non pensare che avevo la schiena in pezzi, il dipartimento di polizia di Toronto al gran completo dietro e un ragazzino ch probabilmente era solo una delle tante pedine del gioco del mio persecutore accanto.
Heather era concentrata, stringeva il volante come se avesse dovuto strozzarlo, le nocche bianche per lo sforzo.
Qualche goccia di sudore luccicante imperlava la sua fronte bianca e i suoi occhi erano puntati sulla strada.
Ignorando il dolore in ogni parte del mio corpo le chiesi “Allora?”
“Allora cosa?”
“Che diavolo sta succedendo.”
“Anche io sono felice di vederti, Courtney.” Rispose acida.
“OH, ma certo che sono contenta che tu stia bene, ma … insomma, dov’eri? Dove ti teneva? Chi,soprattutto? Quentin? Come sei scappata? Che ci facevi all’ospedale?”
“Il tipo che mi ha preso, quella sera, non ha detto una parola. Mi ha portata in un magazzino abbandonato di vestiti e ciarpame. Sono stata tutto il tempo rudimentalmente legata e imbavagliata. Mi davano da mangiare solo scatolette di tonno. Erano in due, due uomini alti e snelli …”
“Di colore?”
“No.”
“Quindi non erano quelli che mi hanno portata all’spedale …”
“Non credo.”
“MA ti hanno … insomma, capisci che intendo.”
“Sì, hanno provato a spogliarmi, un paio di volte. Ma poi hanno avuto sempre altro da fare. Li chiamava il capo o roba del genere.”
“Quentin c’era?”
“L’ho intravisto una volta. Avrei voluto avvertirti.”
“Era da solo?”
“Sì.”
“E … ehm … come …?”
“Come sono scappata? Un tizio strano ha chiamato al telefono un dei due che mi sorvegliava, dicendo che avrebbe incaricato degli agenti speciali di contattarti e di portarti da lui … ma non sapevo chi fosse … beh, fatto sta che quel tizio si è distratto. Così ho chiesto all’altro di passarmi la mia giacca, perché avevo freddo. Lui ha accettato. Ora, tu ai che io dentro la tasca della giacca ho uno specchio … l’ho fatto cadere “accidentalmente”, e come speravo si è rotto. Ho usato uno dei frammenti per liberarmi dalle corde e appena il tipo si è distratto gli ho sfilato la pistola carica dalla tasca. Se ne sono accorti, ma li ho minacciati e sono riuscita a scappare fuori … si sono lanciata mio inseguimento, ma sono riuscita a salire su un autobus di linea dopo aver gettato la pistola in un bidone … non avevo il cellulare, così sono andata subito da Gwen … lei mi ha detto che Duncan era in ospedale. Sono venuta subito, ma un agente mi ha riconosciuta e mi ha inseguita. Sono riuscita a mettermi in salvo, sono corsa in ospedale e … beh, eccomi qui.”
“Wow. Ammirevole.”
“Già.”
Sterzò bruscamente in un viottolo laterale, e io caddi in avanti sbattendo il petto contro il cruscotto.
“Attenta, Heather!” esclamai.
“preferisci che ci prendano?” urlò lei, in preda al panico. Accelerò ancora.
“Di questo passo investirai qualcuno!”
“Fotte un cazzo!” gridò esasperata, e premette il clacson con una foga incredibile per fare spostare due vecchietti che stavano attraversando la strada.
“E adesso che pensi di fare?” chiesi, mantenendo la calma.
“Adesso andiamo da Gwen, appena ci liberiamo dei poliziotti. Lì ti spiegherò la questione delle prove finte e vedremo di farci dare delle spiegazioni dal piscia sotto …e giuro che se è stato lui a cercare di farti abortire e ucciderti, ne vedrà delle belle … qualsiasi cosa dirà Gwen in sua difesa!” disse accennando a Quentin, ancora venuto, che veniva sballottato sul retro della macchina.
“Ma è il primo posto dove cercheranno!”
“Tranquilla, l’ho avvertita da un telefono pubblico di spostare la sua roulotte.”
“E dove andremo?”
“C’è un solo posto sicuro dove la polizia non ci cercherà. Un posto che non si raggiunge via terra.”
Ci guardammo per qualche secondo.
C’era silenzio. Sì, ok, le sirene e il casino c’era ancora … ma … c’era silenzio tra di noi. Un silenzio che non c’era mai stato.
Fui io a dirlo, a labbra socchiuse, quasi mi sentissi in colpa di rievocare tanti ricordi.
“Wawankwa.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: biberon