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Autore: Bab1974    29/10/2013    4 recensioni
Ranma e Kuno sono fidanzati ma le cose non vanno molto bene soprattutto a causa del padre e della sorella di quest'ultimo che, per diversi motivi, non sopportano che i due stiano assieme.
Partecipa al contest di Fanny_rimes 'Contest Pas a Pas [multifandom e Originali]'. Seconda classificata.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ranma Saotome, Tatewaki Kuno, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quinto capitolo

Epilogo



Ranma era fuggito senza sapere dove nascondersi. L'unica cosa di cui era certo era di voler sparire dalla faccia della terra. Aveva visto Kuno che gli correva dietro e, probabilmente, gli avrebbe dato del filo da torcere se non avesse investito Soun in pieno.
Girovagò per la città fintanto che non incontrò Kodachi. La ragazza, visto il suo amato, gli corse dietro e Ranma, per sfuggirle, si gettò in una fontana, trasformandosi in ragazza.
"Tu sei la Ragazza col codino!" lo apostrofò irritata "Come avrò fatto a scambiarti per il mio adorato Ranma."
"Non lo so." le disse "Forse è ora che ti compri un paio di occhiali."
-O un cervello.- aggiunse mentalmente -Quando Dio ha distribuito l'intelligenza, tu e Kuno eravate al mare?-
Poi si mise seduto sul marciapiede, aspettando qualcosa. Non sapeva neppure che cosa, almeno finché non sentì una voce alle spalle. Sentì un brivido e si preoccupò per la propria salute mentale.
"Come mai ti sei trasformato in ragazza?" Aveva chiesto Kuno "Eppure non ha piovuto. Non ci starai prendendo gusto?"
"Idiota! Non osare pensare nulla del genere." bofonchiò Ranma "Ho dovuto farlo per sfuggire da quella pazza di tua sorella Kodachi. Così me ne sono liberato in fretta."
"Non ti è mai piaciuta Kodachi?" chiese Kuno.
"Troppo folle per i miei gusti." commentò l'altro.
Kuno decise di sedersi accanto a lui.
Ranma si ritirò, terrorizzato.
"Non è necessario che scappi. Non voglio baciarti." lo rassicurò Kuno "Almeno non finché sarai trasformato in ragazza."
Un altro brivido gli percorse la schiena.
"Uhm, sto meditando di rimanere così per un bel po'." ragionò Ranma "Come ragazza ho meno pretendenti, e meno problemi, che come ragazzo."
"Non capisco proprio come sia possibile." Kuno era stupito.
"Te lo devo ripetere che tu e tua sorella siete gli unici che non sapevano che io in realtà io sono un maschio?" Ranma era esasperato di dover ripetere sempre le stesse cose, era convinto che anche la stupidità di Kuno dovesse avere una fine, solo che non l'aveva ancora trovata. Vide che pensava ed era davvero comica la sua espressione mentre cercava di ragionare su ciò che era successo.
"Ok, poiché non hai voglia di baciarmi, possiamo parlare." accordò Kuno.
Ranma si stupì ma accettò. Era la prima volta che parlava in maniera civile con lui e si rese conto che poteva ragionarci in maniera abbastanza tranquilla, senza le esagerazioni classiche che erano insite nel suo carattere.
Mentre parlavano, furono notati dal dottor Tofu.
"Ranma, perché non sei venuto al mio studio a prendere l'acqua calda?" chiese l'uomo sorridendo.
Il ragazzo gli raccontò che era successo.
"Uh, ma ormai Kodachi non è più in vista." notò Tofu "La sala d'aspetto è sempre aperta e si fa presto a scaldare un po' d'acqua."
"Grazie, provvederò. Ma lei non era alla festa di Akane?" chiese Ranma.
"Sì, mi ero preso un giorno di riposo per lei, ma c'è stata un'urgenza e ho dovuto correre via. Ciao Ranma, ciao Tatewaki." E corse via.



Ranma si diresse di malavoglia verso lo studio di Tofu, spesso rifugio nelle giornate di pioggia e si avvicinò alla stufa, in cui c'era qualche tizzone. Ravvivò il fuoco, mise su la teiera e attese. In tutto questo sempre seguito da Kuno che gli stava sempre appiccicato.
"Non hai proprio altro da fare oggi, che rompermi le scatole?" Ranma era piuttosto irritato.
"No, mi sono tenuto la giornata solo per stare con te." Kuno, invece, era serio.
Appena l'acqua fu calda a sufficienza se la gettò addosso, poi buttò quel poco che rimaneva nella stufa, perché non bruciasse troppo.
"Torno alla festa di Akane. Magari quei ragazzi non hanno detto nulla o hanno capito male." ragionò Ranma. "O potrei trovare qualche scusa."
"Già, potresti dire che ti stavo levando le tonsille con la lingua." consigliò Kuno.
L'altro finse di non avere capito e uscì dallo studio, per poi tornare alla palestra Tendo, dove Soun lo attendeva con ansia per discutere con lui.
Durante la strada incrociò un bel gattone persiano, che lo trovò simpatico (o forse aveva fame) e cominciò a strofinarsi addosso alle sue gambe. Ranma, preso dal terrore più assoluto, fece qualche passo indietro, andando a sbattere nell'immancabile Kuno, che continuava a tallonarlo senza arrendersi.
"Ranma, che ti succede?" chiese preoccupato dalla sua reazione. Poi vide il gatto e ricordò che aveva paura dei felini.
"C'è un gatto!" gridò il ragazzo, come se stesse parlando a un demente (beh, trattandosi di Kuno, poteva pensarlo davvero).
"L'ho visto, non sono cieco, è che ancora non credo che un combattente come te abbia paura di un esserino così indifeso." Kuno era davvero stupito. Ranma, senza volerlo, cominciò a fissarlo con lo sguardo pieno di terrore e i goccioloni agli occhi.
"Ti prego, caccialo." disse al ragazzo, che non credeva che gli facesse una richiesta del genere. Ranma sentì che la belva gli stava toccando le gambe e al limite, o quasi, della paura, gettò le braccia al collo di Kuno e sollevò gli arti inferiori, avvinghiandoglieli alla vita. Affondò il viso sul suo collo.
"TI PREGO, CACCIALO!" ripeté, alzando ancora di più la voce.
Kuno perse la maggior parte del controllo, scansò il gatto e corse in una zona dove non c'era traccia di nessun animale.


Kuno si era fermato su un marciapiede con Ranma ancora avvinghiato.
"Ora sei in salvo." gli disse senza, però, accennare a lasciarlo andare.
Ranma sollevò la testa e si rese conto solo in quel momento di cos'era successo. Era tutto rosso per la vergogna e anche perché sapeva che Kuno desiderava quel contatto.
-Tu no, Ranma?- pensò, non certo di voler sapere la risposta.
"Ehm, allora puoi mettermi giù." ricordò, poiché l'altro lo teneva ancora stretto.
Kuno lo depositò con grazia a terra, aiutandolo a mettersi in piedi. Ranma era davvero imbarazzato: sapeva di dover dire qualcosa ma allo stesso tempo avrebbe voluto fuggire, di nuovo.
"Ehm, grazie, sono stato preso dal panico." disse sentendo le guance in fiamme. Non sapeva che fare per spegnersi.
Kuno gli accarezzò le labbra con un dito e Ranma tremò ma non si ritirò. Senza aggiungere altro, il Senpai avvicinò le labbra a quelle del ragazzo e cominciarono a baciarsi in mezzo alla strada, e sarebbe durato molto, se non avessero sentito qualcosa cadere dall'alto sulle loro teste.
Ranma si guardò, temendo di essersi trasformato in donna nel momento sbagliato: il liquido bianco che gli era caduto in testa non era acqua, ma era parecchio puzzolente.
Da sopra la voce di un uomo disse:
"La vuoi smettere di tirare roba dalla finestra, prima o poi qualcuno ci denuncia."
Una donna rispose:
"Non c'era nessuno, e che vuoi che sia per un po' di latte scaduto."
Ranma e Kuno fecero delle smorfie schifate e corsero a casa Tendo. Tutti, impegnati nella festa, li fissarono disgustati.
"Che fine avevate fatto? E cos'è questa robaccia?" chiese Kasumi.
"Dovremmo fare un bagno." disse Ranma, senza rispondere a nessuna delle due domande.
La ragazza sorrise dolcemente.
"Andate pure, faccio avere degli abiti puliti a te e un kimono per Kuno. Intanto gli lavo il suo." propose.
Kuno tentò di abbracciare Ranma.
"Andiamo a fare il bagno insieme, tesoro."
Ranma lo colpì in pieno volto con il piede.
"Non ci pensare neppure, maniaco!" lo accusò.
Kasumi ridacchiò.
"Avanti, Kuno, entra e dammi i tuoi vestiti. Tu intanto, Ranma, ti puoi godere uno dei cocktail analcolici che sta facendo Ryoga. Sono davvero buonissimi."
"Allora è arrivato il porcellino." disse ironico.
Ricevette un mixer in pieno volto. Ne bevve direttamente.
"Davvero buono, P-Chan." disse ritirandoglielo indietro. Poi fuggì all'esterno, attendendo che fosse il suo turno di fare il bagno.


Era in giardino a pensare a quella situazione assurda. Era finito due volte, nel giro di poche ore, a baciare un ragazzo di cui aveva pochissima stima, carino ma assolutamente scemo.
Un getto di acqua freddissima lo travolse.
"Ma che...?" gridò, prima di vedere Ryoga con un secchio vuoto in mano. "Questa la chiami vendetta? Sei davvero infantile."
L'altro rise.
"Ho appena visto Kuno uscire dal bagno, appena ti vedrà ti salterà addosso."
-Uh, Ryoga non può immaginare che le cose sono cambiate.- pensò.
Alzò le spalle come se la cosa non gli interessasse.
"Non ha importanza, non gli interesso più come donna. Ha capito che in realtà sono un maschio." rivelò Ranma. -E ha scoperto che gli piaccio di più come maschio.- pensò.
"Non è possibile che quel tonto abbia capito qualcosa." sbottò Ryoga.
"Tonto a chi?" disse Kuno, prima di scaraventarlo nell'acqua del laghetto con un calcio. Indossava un kimono molto classico datogli da Kasumi.
Un attimo dopo, nel punto in cui era caduto, apparve un porcellino nero.
"Ma questo non è il porcellino di Akane?" chiese Kuno "Dov'è finito Ryoga?"
"Voglio vedere se ci arrivi tutto da solo." ridacchiò Ranma.
Kuno lo fissò serio.
"Se indovino mi baci?" chiese.
"Maniaco, ma non pensi ad altro?" sbottò Ranma ragazza.
"Sono almeno due settimane che non riesco a pensare che a te."
Il grugnito del porcellino sembrava voler chiedere spiegazioni.
"Allora, mi baci se indovino?" insistette Kuno.
Ranma sbuffò.
"Ok, tanto credo sia troppo per la tua zucca vuota." Il porcellino assentì, pur essendo stupito della concessione fatta al ragazzo.
Kuno, si mise in un angolo a pensare, intanto faceva disegnini a terra, per concentrarsi. Passarono una decina di minuti, dopo i quali Ranma decise che era il caso di andare a fare il bagno. P-Chan lo seguì.


"Mi spieghi che sta succedendo?" chiese Ryoga, mentre si godeva i fumi del bagno bollente "Ho notato uno strano comportamento in Kuno. In primo luogo, non ha sfiorato Akane nemmeno con lo sguardo, anche se devo ammettere che la cosa non mi dispiace, e poi si è appiccicato a te ma non ti ama più. Allora?"
Ranma, che si sentiva le guance arrossarsi, immerse la testa sott'acqua. Ryoga lo prese per la treccia, ritirandolo su.
"Voglio delle spiegazioni." insistette.
In quel momento la porta del bagno si spalancò.
"Ho capito quello che è succ..." Kuno, appena vista la scena s'interruppe e cominciò a fissare Ryoga in maniera omicida.
"Stai... lontano... dal... mio... ragazzo." sillabò, con voce minacciosa.
"Tuo... cosa?" chiese Ryoga, non certo di avere capito.
Kuno si stava avvicinando alla vasca, con cattive intenzioni, quando venne piegato a metà da un peso sopra la testa.
"Ehi, avete spostato la festa in bagno?" chiese Ukyo "Vengo anch'io."
Si liberò velocemente dei vestiti, si gettò in acqua nuda avvinghiandosi a Ranma. Kuno nel vederli stava per intervenire quando si ritrovo in testa un gatto che, gettandosi in acqua si trasformò in Shampoo, e da un'anatra, che divenne Mousse. Shampoo a sua volta abbracciò Ranma, che, dopo un primo momento di terrore per aver visto il gatto, si stava rilassando, mentre Mousse cercava di staccarla da lui.
Questo era troppo per la povera mente di Kuno, che svenne, sbattendo violentemente la testa a terra.


"Vedete, si sta riprendendo." disse Kasumi.
Era entrata per recuperare i vestiti puzzolenti di latte scaduto e si era ritrovata con la porta del bagno aperta, Kuno svenuto a terra e tutti che lo circondavano. Recuperò un kimono pulito per ognuno, poi assieme lo trasportarono in cucina, dove ora stava per recuperare i sensi.
Kasumi cominciò a medicare la piccola ferita, mentre Kuno fissava con aria omicida Ranma, al quale Shampoo e Ukyo continuavano a stare appiccicate. Stava fermo solo per rispetto alla ragazza che lo stava curando, pronto a scattare appena avesse finito. Oltretutto aveva notato che il ragazzo si sentiva parecchio a disagio in quella situazione e, senza volere fare del male alle due, cercava di tenerle il più lontano possibile.
"Ahi!" si lamentò verso la fine, con una lacrima nell'occhio.
"Ops, scusa, comunque ho finito." disse, alzandosi e portando via il necessario per il pronto soccorso.
Gattonò poi da Ranma.
"E il mio premio?" chiese, guardandolo dritto negli occhi.
"Per cosa? Non mi hai detto nulla, ancora." gli ricordò l'altro.
"Hai ragione ora rimedio."
"No, non lo fare." lo implorò Ranma, che aveva visto Akane con la coda dell'occhio.
"Perché?" proseguì imperterrito Kuno "C'è ancora qualcuno che non sa che Ryoga e P-Chan, sono la stessa persona?"
Un singhiozzo spezzò il momento di gloria di Kuno: Akane, dritta sulla porta, aveva sentito tutto, e stava pensando a quanto era stata ottusa. Quante volte aveva dato dello scemo a Kuno, quando in realtà la vera stupida era lei? Se ne andò, silenziosamente, il cuore spezzato in mille briciole, con Ryoga che non sapeva come reagire.
"Beh, ti è andata bene Ryoga." lo canzonò Ranma "Mi stupisco, anzi, che non ti abbia sbattuto il tavolo in testa, sarebbe stato più nel suo stile."
"Lo avrei preferito mille volte, piuttosto che vederla piangere." Le ultime parole famose!
Con uno scatto felino, Akane tornò indietro, sollevò di forza la pesante tavola e la sbatté in faccia a Ryoga, che svenne.
"Spero che tu sia soddisfatto, P-Chan." disse Ranma che, assieme agli altri si era allontanato.
"Adesso me lo merito il premio?" chiese ancora Kuno.
"Non saprei, per colpa tua Akane ha quasi ucciso Ryoga."
"Le bugie vengono sempre al pettine, spero che ora lo abbia capito."
"Che avete scommesso?" chiesero all'unisono Ukyo e Shampoo, pronte a buttarsi ancora fra le sue braccia. Ranma le guardò terrorizzato, però deciso a liberarsi di loro e, allo stesso tempo, tirare fuori una parte di sé che era stata sempre lì e che solo ora veniva fuori.
"Beh, in fondo te lo sei meritato." disse, sorridendogli. Si mise in punta di piedi, gli gettò le braccia al collo e cominciò a baciarlo, sotto lo sguardo atterrito delle due contendenti, che fuggirono piangendo pure loro. Fra le lacrime spiegarono agli altri quello che stava succedendo e quando tutti apparvero in cucina, Ryoga era ancora svenuto e Kuno e Ranma erano seduti con i piedi penzoloni nel buco sotto il tavolo, che era gettato di un lato, continuando a baciarsi imperterriti.



Ranma sorrise ripensando a quel momento: non si era mai sentito più leggero in vita sua. Sentiva la lingua di Kuno danzare con la propria e sapeva, per istinto, che stava facendo la cosa giusta. Non gli importava che gli altri lo vedessero, si era accorto della loro presenza nella stanza, e neppure che Soun lo cacciasse da casa. In quel momento l'unica cosa che contava era quella bocca, che gli regalava sensazioni mai provate prima, e quelle mani, che percorrevano il suo corpo, dandogli i brividi.
Sentiva la voce di Soun, tremenda, chiamarlo, ma non rispondeva.
Akane lo riportò alla ragione e gli disse qualcosa all'orecchio. La faccia dell'uomo assunse un'espressione, se possibile, più violenta, mentre la sua voce tuonava come non mai, mentre chiamava Ryoga.
Gli gettò un secchio d'acqua fredda per farlo rinvenire e il ragazzo, o meglio il porcellino, dopo un attimo di smarrimento, capì che era arrivata la sua ora.
Vedendo il porcellino che stava per essere colpito, Akane intervenne.
"Ti sembra giusto combattere con lui in queste condizioni." lo difese "Aspetta almeno che torni umano."
Alla fine non accadde nulla sennonché sia i due Saotome che Ryoga furono banditi dalla Palestra Tendo. Ryoga, pian piano era rientrato nelle grazie di Soun, dimostrando di essere davvero innamorato di Akane e bravo con le arti marziali. Ranma, nonostante le preghiere del padre, che avrebbe voluto abitare ancora con loro e mangiare gratis, si era rifiutato, preferendo dormire all'aperto, piuttosto.


Arrivato all'incrocio dove era cominciata quell'avventura assurda, vide Kuno che mostrava, senza vergogna, ai passanti, il cartello con il suo nome e la dichiarazione dei sentimenti che provava per lui.
Era così testardo, ostinato, stupido... e bello, tenero, gentile, innamorato.
Ranma sorrise, ancora più colpito di quando lo aveva visto in tv. Si avvicinò lentamente alle sue spalle e lo abbracciò da tergo. Kuno si scosse un attimo, stupito, poi si accorse che era lui e gli cinse le braccia.
"Sapevo che saresti arrivato, prima o poi." disse semplicemente.
"Quanto tempo avevi intenzione di stare qui? Potevi prenderti un malanno!" lo rimproverò Ranma.
"No, non credo, è stata la primavera più calda e asciutta degli ultimi anni." Appena dette queste parole si sentì tuonare e cominciarono a cadere le prime gocce di pioggia.
Ranma stava per correre per raggiungere lo studio del dottor Tofu, quando Kuno tirò fuori un ombrello e glielo porse.
"Mi sono organizzato, poteva anche diluviare in queste settimane."
Ranma si strinse con lui sotto l'ombrello, mentre la maggior parte di chi li seguiva era rimasto a bocca aperta. Pioveva a dirotto, come non era mai accaduto in quella stagione.
"Te l'ha mai detto nessuno che attiri l'acqua?" chiese Kuno.
"No, ma ora che mi ci fai pensare il dubbio mi viene."
"Torni a casa con me?"
Ranma scosse la testa.
"Non posso, non costringermi a vivere con quei pazzi dei tuoi parenti."
"Allora torni da tua madre?"
"Certo che torna con me. Vieni Ranma, andiamo a casa." intervenne Nodoka, apparsa alle loro spalle. "Sono solo due passi."
Kuno guardò la donna come se fosse folle.
"Ma non abitate a duecento chilometri di distanza?" mormorò all'orecchio del proprio fidanzato.
Ranma alzò le spalle ma preferì tacere.
Dopo pochi metri si fermarono davanti a una palazzina.
"Eccoci siamo arrivati." annunciò la donna.
"Ma che dici?" Ranma ancora non capiva.
Nodoka diede una chiave al figlio.
"Ho comprato casa qui. Così potrai continuare a vedere Kuno quanto ti pare ed io non sarò più sola." poi abbassò la voce "Per fortuna la casa è sempre stata intestata a me, altrimenti tuo padre se la sarebbe venduta da tempo."
Ranma e Kuno avrebbero potuto vedersi quasi ogni giorno, senza problemi o altro.
"Beh, vi lascio soli. Intanto vado a dare una copia di chiavi anche a tuo padre così, se vuole, può venire a dormire qui." e si allontanò lasciando due ragazzi stupiti, innamorati e felici.


THE END?


Note: ho usato il Prompt Tre Oggetti - latte scaduto, gatto persiano, cocktail analcolico. 
  
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