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Autore: Mitsuko_Ayzawa    29/10/2013    3 recensioni
Questa e la mia prima fan-fiction quindi spero di aver fatto un buon lavoro :)
Per quanto riguarda la storia è ambientata dopo " The Last Guardian" e tutto ciò che ne consegue (morti e resurrezioni varie, non dico di chi) quindi chi non lo ha letto il libro la mia fan-fic potrebbe aver degli spoiler.
La storia si chiama "New Life" perchè racconta la nuova vita che il ragazzo si è costruito dopo Il Grande Crollo Tecnologico insieme alla sua familia, ai suoi amici e sopratutto Spinella Tappo.
questo fino a che non interverrà un nuovo nemico...
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 4                         Il Segreto nel Dischetto… 
 
Oramai erano due settimane che Spinella viveva nella villa della famiglia Fowl.
Tuttavia quel pomeriggio lei era da sola in casa. Artemis era stato chiamato in ambasciata a Dublino per un piccolo disguido diplomatico cha aveva a che fare con aerei internazionali e “hotel di infima categoria”.
Era stata una telefonata decisamente divertente. Il ragazzo aveva tenuto il ricevitore leggermente distaccato dall’orecchio e, mentre con la sinistra reggeva il cellulare, con la destra scimmiottava il suo interlocutore, facendo sbellicare dalle risate i due gemelli.
Così Leale aveva accompagnato il suo protetto in città. Fowl Senior e la moglie erano usciti quella mattina per partecipare ad un convegno del loro circolo di magnati per il progetto “Potere alla Terra.”
Così Spinella era rimasta a casa da sola fino a quando i gemelli non erano riusciti a convincere Juliet a portali allo zoo.
Ma a lei non era dispiaciuto. Le piaceva per una volta, potersi muovere libera per casa senza inciampare in qualche trappola malefica dei bambini. Le piaceva quel silenzio ovattato che era caduto sulla villa.
Stava percorrendo silenziosamente i corridoi della villa. Senza fretta si guardava intorno, osservando i quadri che una volta odiava. Tuttavia ora le era difficile non affezionarsi a quei volti scarni, con i loro vestiti pregiati e i modi di fare altezzosi. Ormai erano parte della sua vita quotidiana. Giocava con i bambini sotto quegli occhi azzurro ghiaccio, e quegli sguardi seri. Ma, se li osservava attentamente, in ognuno di loro brillava una scintilla. La stessa scintilla che brillava negli occhi di Artemis, il suo Artemis. La scintilla di chi vive sul filo del rasoio e se ne frega. La scintilla di chi trova la vita solo come una avventura da vivere. Come un avventura stimolante. Un gioco di ruolo, in cui attendi con trepidazione la messa dell’avversario. Come se tutto non li riguardasse e loro potessero sfidare la sorte al limite del possibile. E, nel caso di Artemis, anche dell’impossibile. Spinella, sotto quegli occhi arcigni, si sentiva quasi come al sicuro. Loro erano antenati di Artemis e con lui, qualunque cosa stesse accadendo, Spinella si sentiva viva, come le capitava solo in poche occasioni.
Passava silenziosamente in rassegna il corridoio, rivolgendo un cenno del capo ad ognuno di loro, sfiorando le cornici raffinate con le punte delle dita affusolate. Prima che potesse accorgersene ecco che Spinella si ritrovò di fronte alla porta dello studio di Artemis. Indugiò pochi secondi di fronte ad essa ma poi entrò. Lo studio era un sorprendente mix di antico e moderno. Spinella passava molto del suo tempo libero lì, a chiacchierare con Artemis del più e del meno. Il giovane aveva fatto portare apposta una poltrona a dimensione di elfo perché lei potesse essere più a suo agio.
Spinella sorrise appena. Quando voleva Artemis era anche in grado di essere gentile con qualcuno. Leale (e lei) avevano fatto un buon lavoro in quegli anni.
Spinella si abbandonò sulla poltrona con un sospiro. Volse lo sguardo verso la scrivania del ragazzo e quasi le parve vederlo lì seduto ad armeggiare sul suo portatile. Si alzò e si avvicinò al tavolo. Era una grande scrivania in legno scuro, elegante come il suo proprietario. Su di essa sovrastavano due computer e una quantità industriale di scartoffie.
In effetti poteva proporgli di adottare il nuovo metodo di archiviazione virtuale di Polledro, se ci pensava.
Uno dei due computer era il solito ed inseparabile portatile da viaggio di Arty mentre il secondo era una macchina brevettata da lui e da Polledro. La particolarità era, anzi erano, le tastiere. Infatti al monitor, oltre al mouse ovviamente, erano collegate due tastiere, una con caratteri latini e l’altra con caratteri elfici. Dato che Artemis parlava fluentemente lo gnomico quella tastiera gli serviva per comunicare con il Popolo senza fargli ricorrere al dono delle lingue.
 “Pazzo di un Fowl.” Pensò l’elfa scuotendo la testa “Sempre a immischiarti con le nostre cose…”
Spinella non l’avrebbe mai ammesso davanti a lui, e a nessun altro, ma la verità era che si sentiva terribilmente in colpa. Era un sentimento che le si era instaurato nel cuore e che, per quanto lei provasse a reprimerlo, tornava sempre a galla. Spinella si sentiva in colpa per la morte di Artemis. In fondo l’aveva ucciso lei.
Il ragazzo era morto perché non era riuscito ad uscire in tempo dal circolo magico. Non lo aveva fatto perché il suo occhio fatato, l’occhio di Spinella, lo aveva bloccato dentro. Artemis era morto di fronte a lei e non era riuscita a fare niente.
Artemis era morto con un sorriso sul volto. Sorrideva perché Spinella, Leale e gli altri erano salvi. L’elfa ricordava con precisione macabra la luce della vita svanire dagli occhi eterocromi del giovane. E quel giorno, un pezzetto del cuore di Spinella era morto con lui.
Poi era tornata a Cantuccio e aveva scoperto le intenzioni di Artemis di ritornare in vita. Ma neanche questo le era bastato. Non voleva illudersi. Non voleva sperare di rivedere quegli occhi scaltri guardare il mondo perché poi lui non tornasse più. Sarebbe stato ancora peggio. Più in alto si vola, più dolorosa sarà la caduta.
Come Icaro. Artemis una volta le aveva raccontato del mito di Icaro. Era il nipote di Dedalo, colui che costruì il labirinto del Minotauro. Tuttavia il re Minosse, colui che aveva commissionato il lavoro, rinchiuse zio e nipote nel labirinto perché non potessero rivelare a nessuno i segreti della costruzione. Allora Dedalo, da grande inventore quale era, costruì delle ali con le piume di metallo tenute insieme dalla cera e con esse i due volarono via. Ma Icaro, inebriato dalla sensazione del volo, si alzò ancora e ancora e il calore del sole sciolse la cera. Le piume si staccarono e Icaro cadde e perse la vita.
Spinella era come Icaro. Era imprigionata in un labirinto di pregiudizi nei confronti degli umani. Poi era arrivato Artemis e le aveva mostrato un nuovo modo di vedere l’umanità. Avevano volato fianco a fianco. Ma poi Artemis era caduto, era caduto per salvare tutti loro. Allora il fuoco della rabbia aveva bruciato la cera delle ali, e Spinella era caduta con lui.
 
Spinella si rialzò in piedi, scossa. Le faceva male pensare a quei momenti. Non si era nemmeno accorta di essere caduta sul freddo pavimento dello studio. Si aggrappò al bordo del tavolo per aiutarsi a tirarsi in piedi ma per sbaglio si aggrappò invece ad un mucchio di fogli, tirandoli a sé.
Tutte le carte e dei quaderni di appunti le si rovesciarono quindi addosso. Spinella imprecò in gnomico.
 «D’Arvit!» e si mise a raccogliere tutto alla meno peggio sperando che Artemis non si accorgesse di nulla. Cercava di mettere i fogli nello stesso ordine di come erano caduti ma lo sguardo le cadde su una piccola custodia quadrata, come quelle dei CD. Le orecchie a punta dell’elfa le prudevano. Di solito erano un brutto segno ma quella volta Spinella sentiva che era diverso. Si sentiva come attratta da quella custodia. La prese in mano con la stessa delicatezza con cui si tratta una reliquia sacra. Se la rigirò tra le mani affusolate. Nulla vi era riportato sopra così Spinella posò il dorso della custodia sul grembo e la aprì.
E, in quel momento, il cuore di Spinella si congelò.
Con un pennarello nero ed una calligrafia appuntita ed appena sbavata, tipica dei mancini, vi erano riportate due cose.
La prima era una semplice frase “Ad Artemis Fowl II”.
La seconda era una data. Il cuore di Spinella riprese a battere furiosamente nel suo piccolo petto. La data riportata era quella in cui Artemis era morto.
 
L’elfa era seduta davanti alla scrivania, sulla sedia di Artemis. Mentre attendeva che il fisso a due tastiere si accendesse si mise a ciondolare le gambe nel vuoto. Il suo cuore non si era ancora calmato. Non riusciva a spiegarsi quel dischetto. La calligrafia era evidentemente quella di Artemis stesso, ma la data era quella della sua morte. Che fosse come il filmato che il ragazzo aveva fatto per recuperare i suoi ricordi dopo lo Spazzamente? Spinella non sapeva spiegarselo. L’unica soluzione a quel punto era guardarne il contenuto. Il computer si avviò e Spinella infilò il dischetto.

 
Il video partì tremolando, con un primo piano sull’incavo di un collo pallido. Artemis Fowl, finito di sistemare la webcam, si sedette sulla sedia dietro di lui e rivolse lo sguardo al computer.
 «Salve, me stesso.» fece una pausa. Il ragazzo, che dimostrava circa quindici anni, sembrava stanchissimo. Stava appoggiato con i gomito al tavolo e teneva le spalle incurvate. La fronte era contratta ed era attraversata da una lieve ragnatela di rughe, inusuali per uno di quell’età. «Questo sarà, molto probabilmente, il mio ultimo video. Spinella è al piano di sotto e mi aspetto che da un momento all’altro scopra il mio piano. Quindi cercherò di fare il più in fretta possibile, onde evitare che mi scopri.» si passò stancamente una mano tra i capelli. «Prima di tutto voglio chiarire una cosa. Io tra non molto forse morirò e questo video è stato realizzato perché il mio nuovo me stesso possa vederlo. Non ho intenzione di rimanere morto. Farò di tutto pur di ritornare indietro. Ma non so in che condizioni sarà la mia mente. Non so se ricorderò o meno. Gli altri spiriti magici rievocati mantengono i loro ricordi ma io sono solo un semplice umano con un occhio da elfo.» sospirò profondamente e di premette le palme delle mani sugli occhi «Questo filmato l’ho realizzato solo per chiederti un favore» riprese. «Non è nulla che riguarda il denaro o le finanze o altre cose di poco conto. Non so se ricorderai o meno, se ricorderò o meno, quindi te lo lascio detto in ogni caso.» fece una pausa come se stesse radunando tutto il coraggio che aveva in corpo «Prenditi cura di Spinella.»

 
Il cuore di Spinella perse un battito.
 

 «È molto importante. Lei non sa cosa ho intenzione di fare e, nel caso, sarò costretto a fermarla con la forza.» gli scappò una risatina nervosa, come se avesse detto chissà quale battuta. «Lei ha sofferto abbastanza. Non farla soffrire di più. Non se lo merita. Lei ha sempre fatto tutto per me mentre io non faceva altro che ingannarla. E la ingannerò anche questa volta. Spinella mi odierà di sicuro. Qualunque cosa accada promettimi che non la cercherai, se lei non vorrà più vederti. Promettimi che farai il possibile per dimenticarti di lei. Non voglio che, per colpa mia, stia più male di come non starà tra poche ore.» sembrava come se dagli occhi eterocromi di Artemis scendessero lievi delle lacrime «So che sarà difficile. Se tu ricorderai, sarà ancora peggio. Perché ti ricorderai che, in fondo, tu la ami.» una nuova pausa e questa volta raddrizzò la schiena guardando dritto verso la webcam. «Io Amo Spinella. me ne sono reso conto da un bel po’, ormai, ma ho preferito non dire nulla. Ho preferito lasciare le cose come stavano anche se mi faceva soffrire. Anche quando Polledro la prendeva in giro sui suoi appuntamenti falliti con Grana io tacevo. Ho sempre taciuto. Non volevo farle male. Avevo paura di farle male. E ho paura anche adesso.» il suo sguardo si fece di nuovo stanco. «Ecco il perché di questo messaggio. Se tu ricordi, saprai che sarà difficile dimenticare. Se non ricordi, cosa di cui dubito, imparerai che quello che io provo adesso per lei, non è così facile da cancellare. Ti sto chiedendo una vita di sofferenza, lo so. Ma purché la sofferenza non sia di Spinella io sarei disposto a tutto. E se tu hai la mia anima, anche tu lo sarai. Io Amo Spinella e per questo amore, per lei, io sono disposto anche a morire. Ma tu lo sarai?» improvvisamente il ragazzo si irrigidì di scatto «Spinella sta arrivando, devo chiudere. Dico solo un ultima cosa. La colpa di tutto questo ricade solo su Opal Koboi. Se sopravvive, per qualche astruso motivo, voglio che tu la trovi e la uccida. Non permettere che faccia del male a Spinella. Ora devo proprio andare, la mia ora è arrivata. Tutti prima o poi devono cadere. E come Icaro, cadrò anche io.» il giovane allungò una mano e spense la webcam.






Lounge dell’autrice
È arrivato… il momento che tutti voi temete…  lo sclero di fine capitolooooooooooooo!!!!!!!!!!
Bene, amiche e amici miei, torniamo seri…
Inizio scusandomi per il ritardo e bla bla bla le solite cose
Lo schifoso latino mi consuma tutto il tempo T-T  e non riesco mai a scrivere
Ma quando scrivo, scrivo cose così empiriche che me ne sorprendo pure io O.O
che ne pensate del capitolo??? Siete rimasti shockati, eh?!?!?!? XD
Finito di dire questo, vorrei ringraziare per l’ennesima volta VeroHolly e i nostri viaggi mentali in coculonia (tu sai di cosa parlo ;D ) <3
Poi vorrei ringraziare anche tutti quelli che seguono/preferiscono e recensiscono (quando capita) ma anche a chi legge in silenzio.
E poi vorrei proporvi, per chi di voi ha facebook, di passare a vedere la pagina gestita da me ed un'altra ragazza sul nostro amato genio. Se metterete “mi piace” mi renderete molto felice e vi intaserò la bacheca di post assurdi come ricompensa <3
Link in fondo alla pagina.
Con affetto <3
H_T
p.s. se desiderate diventare admin ATTIVI della pagina su citata contattatemi via mp! Al momento siamo solo in due e vorremmo almeno un altro admin ad aiutarci. :D





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