Oggi posto due capitoli, non ne posso più di trascinarmi sta storia...e il titolo di questo capitolo deriva da una totale mancanza di ispirazione XD Rispondo:
Sore: finiscila con queste figure retoriche, che le sto facendo in poesia e ne ho le scatole piene!!! Ah, anche di questo capitolo ti avevo dato un'anticipazione, se ricordi... ;)
Chika: ben arrivata! Spero che continui a piacerti
Michelle: semper fidelis! Comunque mettiti l'anima in pace: Walter, Ludovico e tutti i personaggi che potrà interpretare, sono tutti miei, in blocco! XD
Capitolo
27 – Luce
India
aprì lentamente gli occhi, sentendo un venticello fresco
pizzicarle le guance.
Alzò la testa e sbirciò oltre le spalle di
Walter, il quale dormiva ancora
profondamente: da un piccolo spiraglio della portafinestra penetrava un
sottile
filo di luce che andava a posarsi delicatamente ai piedi del letto. La
ragazza
calciò via il lenzuolo che si era aggrovigliato alle sue
caviglie e si alzò
silenziosamente, attenta a non svegliare Walter. Attraversò
la stanza a passi
felpati e imprecò sonoramente quando inciampò in
una grossa busta della cui
presenza non si era accorta, appoggiata ai piedi della finestra. Walter
si
rigirò nel letto parecchie volte prima di alzare la testa,
mostrando una
pettinatura molto simile a un cespuglio con urgente bisogno di
tosatura, e
borbottare: - Che succede? –
-
Oddio, scusa… non volevo svegliarti… Ho messo un
piede in fallo. – Tuttavia,
India non poté fare a meno di ridacchiare alla vista dei
capelli di Walter.
-
Mmm… che c’è da ridere? –
fece lui con la voce impastata di sonno.
-
Niente… Sei pittoresco. – India abbassò
lo sguardo sulla busta che l’aveva
fatta inciampare. – Ma questa da dove salta fuori?
– Walter sembrò svegliarsi
di colpo.
-
Ehm… niente, niente, lascia stare. Sono solo…
beh, qualche provvista. –
- A
proposito… - India si fece meditabonda. –
Pensavo… saremo qui tre giorni e io
ho solo i vestiti che porto addosso! – Walter
esibì uno dei suoi classici
sorrisetti maliziosi.
-
Portavi. – India abbassò lo sguardo e lo
rialzò rapidamente, sorridendo
vergognosa.
-
Ehm… già. – Tornò di corsa
verso il letto e andò ad arrotolarsi tra le
lenzuola, abbracciando Walter. – Facendo un piccolo passo
indietro… buongiorno.
– Walter sorrise e la baciò.
-
Buondì, luce dei miei occhi. –
- Eh,
quanto sei esagerato… Non mi diventerai mica romantico?
–
-
Perché, scusa, dopo che ti ho portata fin qui con un viaggio
che non finiva
più, per giunta siamo arrivati che c’era la luna
piena… -
- Ah,
ecco, sarà stata quella… - Walter mise su un
finto broncio.
- Sei
cattiva, cattiva, cattiva! Si possono riscoprire lati nascosti del
proprio
carattere, no? E poi, prova a dire che non ti piace l’uomo
all’antica… che ti
corteggia, ti porta a cena fuori, magari quando la mattina ti svegli te
lo
trovi pure con il vassoio della colazione… - India sorrise
divertita e gli
accarezzò una guancia.
- Io
non voglio mica l’uomo
“all’antica”, voglio te e basta.
Bisognerebbe vedere chi
è la tua donna ideale, piuttosto… -
- Ce
l’ho davanti, ed è una visione niente
male… - India lo colpì con un cuscino.
-
Invece che fare il lecchino, perché non rispondi alla mia
domanda? Cosa mi
metterò addosso? –
-
Tempo fa ho saputo che esistono dei posti, chiamati
“negozi”… Sai, tu entri,
cerchi quello che ti serve e poi lo paghi. Dovrebbero essercene anche
qui,
credo, dipende da quanto siano civilizzati i calabresi! – Gli
arrivò una
seconda cuscinata. – Ma dài, non
c’è bisogno di prendersela
così…! – protestò
ridendo.
- Non
osare provocarmi, sai? –
-
Cosa intendi esattamente per “provocazione”?
– India finse di pensarci su.
-
Qualunque cosa possa infastidirmi e cambiare radicalmente i sentimenti
che
provo per te. –
-
Allora sto per osare, come dici tu, perché dopo mi amerai
molto di più! –
mormorò Walter rivolgendole il suo sorriso più
dolce. India non rispose, si
limitò ad abbracciarlo e a lasciarsi baciare, desiderando
che quei tre giorni
si trasformassero in settimane.
Nel
tardo pomeriggio, entrambi erano riusciti a recuperare qualche vestito
nuovo e
lo stretto necessario per la sopravvivenza.
- So
che la mia domanda ti sembrerà inopportuna, ma… -
cominciò India, riguardando i
vestiti appena acquistati. - …stasera che si mangia?
Quest’aria mi mette una
certa fame. –
-
Beh, visto e considerato che ieri sera siamo rimasti a stomaco vuoto
per cause
di forza maggiore, - rispose Walter, – direi che possiamo
permetterci di andare
a cena fuori. – India gli rivolse uno sguardo divertito.
-
Stai ancora pensando alla questione dell’uomo romantico?
–
- No,
ho solo pensato alla questione portafoglio prima di partire. –
-
Bravo! Adesso mi dedicherò al vero e serissimo problema che
mi tormenta. –
annunciò India in tono scherzoso. – Ovvero: cosa
mi metto stasera? –
-
Donne… - replicò Walter in finto tono di
compatimento. – Credevi che non avrei
pensato all’eventualità di una cena a lume di
candela? – India lo guardò
incuriosita, e lui, per tutta risposta, fece un cenno con la testa
verso un
sacchetto posato ai piedi del letto. Lo stesso in cui lei aveva
inciampato
quella mattina.
India
lo abbracciò trattenendo una risatina. –
Provviste, eh? –
-
Senti, sono stato in ansia due giorni interi. Non farmi soffrire,
provatelo e
vediamo come ti sta. Non ho mai avuto occasione di sperimentare cose
del
genere… - aggiunse, facendole l’occhiolino. India
rise, prima di spingerlo
verso la porta.
- Ora
però esci, mi vedrai alla fine! – E lo chiuse
fuori dalla camera da letto,
sentendolo protestare a gran voce:
-
Certo, ora riprendi le tue vesti di fanciulla pudica e casta, vero?
Ipocrita! –
India
prese il sacchetto da terra e lo appoggiò sul bordo del
letto, più curiosa che
mai. Lo capovolse e ne dispiegò il contenuto. Si
trovò davanti un abito lungo
in stile indiano, sui toni del viola, con una fascia quasi trasparente
posta in
diagonale sul davanti. Rimase a guardarlo in silenzio per qualche
secondo,
lisciandone la stoffa con una mano. Tutt’a un tratto si
sentiva strana e
confusa. Decise di scacciare quelle sensazioni e si cambiò
in fretta, per poi
fermarsi davanti allo specchio e contemplare a lungo
l’immagine che quello le
rimandava indietro. L’abito aderiva perfettamente al suo
corpo, sottolineando
la grazia delle forme. Ma c’era ancora qualcosa di
strano…
Era
solo un vestito, ma improvvisamente India rivedeva le sue origini
rinnegate, la
sua storia sepolta in un angolo, la sua vita messa da parte per
cominciarne una
nuova. Quasi non sentì la voce di Walter chiamarla
allegramente dall’altro lato
della porta.
- Sei
ancora lì? –
Qualche
secondo di silenzio. Poi la maniglia girò e Walter
entrò nella camera da letto.
– Scusa, pensavo che… - cominciò, ma si
bloccò di colpo quando India si voltò a
guardarlo con vaga sorpresa. Richiuse la porta dietro di sé
e rimase a
guardarla per qualche istante, senza muovere un passo. – Dio,
India, sei…
semplicemente uno spettacolo. – Poi si accorse
dell’espressione smarrita sul
volto della sua ragazza e le restituì uno sguardo
preoccupato. - …Non ti piace?
Te l’ho detto, non ne capisco molto di… -
- No,
Walter, è bellissimo. – lo interruppe lei a bassa
voce, tornando a fissare il
proprio riflesso. – E’ solo che… mi
sento un’altra. – Walter arrivò
silenziosamente
alle sue spalle e le cinse la vita con le mani.
- E
invece sei tu, in tutta la tua bellezza. –
- Oh,
Walter, io… davvero, non so come spiegarmi… -
- Capisco
benissimo. – Fu dalla semplicità di quelle parole
e dalla serietà del tono di
Walter che India comprese che lui le stava dicendo la
verità, e che la sua non
era una frase di circostanza. – Volevo solo dirti
che… - La frase fu interrotta
a metà dallo squillo del cellulare di India. La ragazza lo
prese dal comodino e
lesse il nome sul display.
Mamma.
Premette
in fretta il tasto rosso, gettando il telefonino sul letto. Walter
provò a
ribattere. – Ma perché… -
- Non
ho voglia di parlarle. – replicò malamente lei.
Walter assunse un’espressione
ferita.
-
Amore, non volevo intristirti… Mi dispiace se… -
- Non
è colpa tua. – India riuscì a
sorridergli. – A dire il vero non ho mai voglia
di parlarle, ma almeno una volta al mese dovrei farlo, no? Solo che ne
farei
volentieri a meno, ecco. –
- Ma
è tua madre… -
- Sì,
anagraficamente. E’ fin troppo presente nella mia vita, eh?
– ribatté
amaramente India. Walter le sorrise, facendole segno di sedersi sul
letto,
accanto a lui. India lo abbracciò sospirando. – A
volte sono deprimente, lo so…
-
- Non
è vero, scema. – Walter posò un bacio
leggero sul suo collo. – Senti, lo so che
non sono il più adatto a fare discorsi del genere, tanto
più che non sono mai
riuscito a fare una conversazione seria…
Ma mi riesce difficile scordare
cosa mi dicesti tu a proposito del mio rapporto con mia madre,
quindi… - Fece
una pausa e sorrise appena, accarezzandole una mano. –
Purtroppo non possiamo
sceglierci una famiglia, e a volte è difficile trovare un
punto d’accordo. Da
questo punto di vista posso ritenermi fortunato… certo, a
volte devo frenarmi
per non dire a mia madre di chiudere il becco, ma…
è soprattutto grazie a te se
ho imparato a mettere da parte questi “piccoli
particolari” e pensare solo ai
lati positivi. Magari per tua madre è difficile fare la
madre, magari ci prova
e vorrebbe darti di più. Forse pensa che sia tu a non volere
il suo affetto,
anche se non è così. E tuo padre… - Si
fermò un attimo e le sorrise come non
aveva mai fatto fino a quel momento. India trovò molto
difficile staccare gli
occhi da quel viso così dolce e sincero, e rimase in attesa.
Poi Walter riprese
a parlare, accarezzandole i capelli. – Tuo padre non ti
conosce, ma se ti
avesse davanti agli occhi anche solo per un secondo, si renderebbe
conto di
avere una figlia meravigliosa… e si odierebbe per aver perso
tanto tempo, ne
sono sicuro. Ma sono sicuro anche che farebbe di tutto per
recuperarlo… se ne
avesse l’opportunità. – India sorrise
mordendosi le labbra, e abbassò appena il
capo, per nascondere quelle piccole lacrime dispettose che avevano
deciso di
spuntare senza preavviso dai suoi occhi.
- La
vacanza ti ha fatto male, eh, Masetti? – mormorò,
cercando di mascherare un
singhiozzo con una debole risatina.
- Più
che altro sono i cioccolatini che mi fanno male… - Walter
l’attirò a sé e la
baciò sulla fronte. – Allora, che ne dici?
Usciamo, stasera? – India si asciugò
le lacrime con il dorso della mano e annuì.
-
Certo… Ma prima devo fare una cosa. –
-
Tutto quello che desidera, mia piccola principessa indiana. –
India ridacchiò
scuotendo la testa.
-
Preferisco il vecchio Miss Cioccolatino al Latte. –
-
Sono uno specialista in soprannomi brevi e facili da ricordare, vero?
–
- Sei
uno specialista in trasformismo, caro il mio Ragazzo dai Mille Volti.
– Posò un
bacio leggero sulle labbra di Walter e poi si alzò dal
letto. Recuperò il
cellulare e lo riaccese, rivolgendo al suo ragazzo
un’occhiata allusiva e, allo
stesso tempo, divertita. – Ci metto un attimo… -
Le
labbra di Walter si incresparono in un sorriso, prima che si alzasse
dal letto
e si dirigesse verso la porta.
-
Tutto il tempo che ti serve… io non ho fretta. –
-
Pronto? –
-
Mamma, sono io… -
- Oh…
- La voce dall’altro capo del filo assunse una leggera nota
d’imbarazzo. –
Ciao, India. Ti avevo chiamata dieci minuti fa, ma forse non era il
momento
adatto… -
- No,
no. Avevo il cellulare in borsa e deve essersi premuto qualche tasto.
Scusa. –
Per una volta, India non si sentì colpevole di quella
piccola bugia.
- Ah,
va bene. – Sua madre sembrò rianimarsi un
po’. – Volevo solo sapere come stai.
–
-
Benissimo. – rispose India, esitante. –
Sono… fuori città. –
- Ah.
Quanto fuori, esattamente? –
- In
Calabria. –
-
Calabria?! – Laura sembrò più
stupefatta che preoccupata. Non era mai stata
apprensiva, anzi, forse lo era stata troppo poco. Ma, in quel
momento,India
sentiva che avrebbe potuto perdonarle anche quella mancanza.
- Sì,
è una specie di… gita, diciamo. Sono qui con un
mio amico. – In fondo, era
meglio ricominciare un poco alla volta. Forse non era il caso di
raccontare
proprio tutto.
- E
chi? – La domanda non sembrò costarle sforzo. E ad
India costò ancor meno
risponderle.
- E’
un mio compagno di classe, ci conosciamo da settembre e…
beh, eravamo un po’
stanchi di stare sempre sepolti sotto i libri. Pensavamo che una pausa
non ci
avrebbe fatto male. –
- Mi
sembra giusto. –
- Tu…
come stai? –
- Io?
Bene, bene… - Anche quella volta, India colse una lieve
sfumatura di
incredulità. – In questo periodo sono…
mi sto sentendo con una persona. – India
fu indecisa se chiedere o no “Chi?”. Non sapeva
come avrebbe potuto reagire,
qualsiasi risposta fosse arrivata. Parlare con Walter l’aveva
fatta sentire
incredibilmente meglio, e non voleva tornare a deprimersi. Tuttavia,
decise di
chiedere.
- Con
chi? –
- Oh,
ecco… beh… - Laura esitò per qualche
istante. – Tuo padre. – Per qualche
secondo, nessuna delle due proferì una sillaba. Poi fu India
a riprendere la
parola.
- Oh,
ma… è fantastico! –
-
Come dici? – Stavolta sua madre non fece nulla per nascondere
il proprio
stupore. India non rispose alla sua domanda e proseguì:
- Vi
siete visti? –
- No,
no… E’ solo che… mi sentivo sola. Da
quando sono tornata, e tu non ci sei, beh…
Per un motivo o per l’altro, ci siamo ritrovati. E’
già da qualche mese che ci
sentiamo. Può anche darsi che ci vedremo. –
-
Beh… - India non sapeva se definirsi, in quel momento,
euforica, speranzosa o
incredula. Qualsiasi cosa fosse, doveva essere una bella sensazione.
– Sono
contenta, mamma. Chissà che… magari potreste
trovare un… un nuovo punto
d’accordo. – Le venne quasi da ridere, pensando
alla sua precedente
conversazione con Walter. Laura, dal canto suo, sembrava troppo stupita
per
essere felice di quell’inaspettata reazione.
- Può
essere. Beh… ti lascio andare dal tuo amico, ok? –
- Ok…
Spero che ci sentiremo presto. –
-
Quando vuoi. Buon divertimento, India. –
-
Grazie, mamma. –
India
richiuse il telefonino, e dopo neanche dieci secondi era già
di fronte a
Walter. – Com’è che mi hai detto
stamattina? Luce dei tuoi occhi? – Walter la
guardò stupito.
-
Qualcosa del genere. Perché? –
-
Niente, ma credo di dover essere io a dirlo a te! –
replicò lei, stampandogli
un bacio su una guancia.
-
Bella chiacchierata, eh? – concluse lui con un sorriso
falsamente supponente.
-
Abbastanza, sì… -
-
Però adesso avrei un altro consiglio da darti… -
- E
sarebbe? – Walter mise su un sorrisetto malizioso.
- Se
non ti togli quel vestito, penso che stasera sarà
già da buttare! –