Serie TV > I Cesaroni
Segui la storia  |       
Autore: Nike93    16/04/2008    1 recensioni
La diciottenne India si trasferisce a Garbatella per due anni. Lì farà la conoscenza della grande famiglia Cesaroni e, soprattutto, dei Masetti: un ragazzo spensierato e irriverente, una professoressa vigile e severa, un meccanico simpatico e distratto. Non tutto ciò che sembra complicato lo è davvero...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Oggi posto due capitoli, non ne posso più di trascinarmi sta storia...e il titolo di questo capitolo deriva da una totale mancanza di ispirazione XD Rispondo:

Sore: finiscila con queste figure retoriche, che le sto facendo in poesia e ne ho le scatole piene!!! Ah, anche di questo capitolo ti avevo dato un'anticipazione, se ricordi... ;)

Chika: ben arrivata! Spero che continui a piacerti

Michelle: semper fidelis! Comunque mettiti l'anima in pace: Walter, Ludovico e tutti i personaggi che potrà interpretare, sono tutti miei, in blocco! XD

Capitolo 27 – Luce

India aprì lentamente gli occhi, sentendo un venticello fresco pizzicarle le guance. Alzò la testa e sbirciò oltre le spalle di Walter, il quale dormiva ancora profondamente: da un piccolo spiraglio della portafinestra penetrava un sottile filo di luce che andava a posarsi delicatamente ai piedi del letto. La ragazza calciò via il lenzuolo che si era aggrovigliato alle sue caviglie e si alzò silenziosamente, attenta a non svegliare Walter. Attraversò la stanza a passi felpati e imprecò sonoramente quando inciampò in una grossa busta della cui presenza non si era accorta, appoggiata ai piedi della finestra. Walter si rigirò nel letto parecchie volte prima di alzare la testa, mostrando una pettinatura molto simile a un cespuglio con urgente bisogno di tosatura, e borbottare: - Che succede? –
- Oddio, scusa… non volevo svegliarti… Ho messo un piede in fallo. – Tuttavia, India non poté fare a meno di ridacchiare alla vista dei capelli di Walter.
- Mmm… che c’è da ridere? – fece lui con la voce impastata di sonno.
- Niente… Sei pittoresco. – India abbassò lo sguardo sulla busta che l’aveva fatta inciampare. – Ma questa da dove salta fuori? – Walter sembrò svegliarsi di colpo.
- Ehm… niente, niente, lascia stare. Sono solo… beh, qualche provvista. –
- A proposito… - India si fece meditabonda. – Pensavo… saremo qui tre giorni e io ho solo i vestiti che porto addosso! – Walter esibì uno dei suoi classici sorrisetti maliziosi.
- Portavi. – India abbassò lo sguardo e lo rialzò rapidamente, sorridendo vergognosa.
- Ehm… già. – Tornò di corsa verso il letto e andò ad arrotolarsi tra le lenzuola, abbracciando Walter. – Facendo un piccolo passo indietro… buongiorno. – Walter sorrise e la baciò.
- Buondì, luce dei miei occhi. –
- Eh, quanto sei esagerato… Non mi diventerai mica romantico? –
- Perché, scusa, dopo che ti ho portata fin qui con un viaggio che non finiva più, per giunta siamo arrivati che c’era la luna piena… -
- Ah, ecco, sarà stata quella… - Walter mise su un finto broncio.
- Sei cattiva, cattiva, cattiva! Si possono riscoprire lati nascosti del proprio carattere, no? E poi, prova a dire che non ti piace l’uomo all’antica… che ti corteggia, ti porta a cena fuori, magari quando la mattina ti svegli te lo trovi pure con il vassoio della colazione… - India sorrise divertita e gli accarezzò una guancia.
- Io non voglio mica l’uomo “all’antica”, voglio te e basta. Bisognerebbe vedere chi è la tua donna ideale, piuttosto… -
- Ce l’ho davanti, ed è una visione niente male… - India lo colpì con un cuscino.
- Invece che fare il lecchino, perché non rispondi alla mia domanda? Cosa mi metterò addosso? –
- Tempo fa ho saputo che esistono dei posti, chiamati “negozi”… Sai, tu entri, cerchi quello che ti serve e poi lo paghi. Dovrebbero essercene anche qui, credo, dipende da quanto siano civilizzati i calabresi! – Gli arrivò una seconda cuscinata. – Ma dài, non c’è bisogno di prendersela così…! – protestò ridendo.
- Non osare provocarmi, sai? –
- Cosa intendi esattamente per “provocazione”? – India finse di pensarci su.
- Qualunque cosa possa infastidirmi e cambiare radicalmente i sentimenti che provo per te. –
- Allora sto per osare, come dici tu, perché dopo mi amerai molto di più! – mormorò Walter rivolgendole il suo sorriso più dolce. India non rispose, si limitò ad abbracciarlo e a lasciarsi baciare, desiderando che quei tre giorni si trasformassero in settimane.
Nel tardo pomeriggio, entrambi erano riusciti a recuperare qualche vestito nuovo e lo stretto necessario per la sopravvivenza.
- So che la mia domanda ti sembrerà inopportuna, ma… - cominciò India, riguardando i vestiti appena acquistati. - …stasera che si mangia? Quest’aria mi mette una certa fame. –
- Beh, visto e considerato che ieri sera siamo rimasti a stomaco vuoto per cause di forza maggiore, - rispose Walter, – direi che possiamo permetterci di andare a cena fuori. – India gli rivolse uno sguardo divertito.
- Stai ancora pensando alla questione dell’uomo romantico? –
- No, ho solo pensato alla questione portafoglio prima di partire. –
- Bravo! Adesso mi dedicherò al vero e serissimo problema che mi tormenta. – annunciò India in tono scherzoso. – Ovvero: cosa mi metto stasera? –
- Donne… - replicò Walter in finto tono di compatimento. – Credevi che non avrei pensato all’eventualità di una cena a lume di candela? – India lo guardò incuriosita, e lui, per tutta risposta, fece un cenno con la testa verso un sacchetto posato ai piedi del letto. Lo stesso in cui lei aveva inciampato quella mattina.
India lo abbracciò trattenendo una risatina. – Provviste, eh? –
- Senti, sono stato in ansia due giorni interi. Non farmi soffrire, provatelo e vediamo come ti sta. Non ho mai avuto occasione di sperimentare cose del genere… - aggiunse, facendole l’occhiolino. India rise, prima di spingerlo verso la porta.
- Ora però esci, mi vedrai alla fine! – E lo chiuse fuori dalla camera da letto, sentendolo protestare a gran voce:
- Certo, ora riprendi le tue vesti di fanciulla pudica e casta, vero? Ipocrita! –
India prese il sacchetto da terra e lo appoggiò sul bordo del letto, più curiosa che mai. Lo capovolse e ne dispiegò il contenuto. Si trovò davanti un abito lungo in stile indiano, sui toni del viola, con una fascia quasi trasparente posta in diagonale sul davanti. Rimase a guardarlo in silenzio per qualche secondo, lisciandone la stoffa con una mano. Tutt’a un tratto si sentiva strana e confusa. Decise di scacciare quelle sensazioni e si cambiò in fretta, per poi fermarsi davanti allo specchio e contemplare a lungo l’immagine che quello le rimandava indietro. L’abito aderiva perfettamente al suo corpo, sottolineando la grazia delle forme. Ma c’era ancora qualcosa di strano…
Era solo un vestito, ma improvvisamente India rivedeva le sue origini rinnegate, la sua storia sepolta in un angolo, la sua vita messa da parte per cominciarne una nuova. Quasi non sentì la voce di Walter chiamarla allegramente dall’altro lato della porta.
- Sei ancora lì? –
Qualche secondo di silenzio. Poi la maniglia girò e Walter entrò nella camera da letto. – Scusa, pensavo che… - cominciò, ma si bloccò di colpo quando India si voltò a guardarlo con vaga sorpresa. Richiuse la porta dietro di sé e rimase a guardarla per qualche istante, senza muovere un passo. – Dio, India, sei… semplicemente uno spettacolo. – Poi si accorse dell’espressione smarrita sul volto della sua ragazza e le restituì uno sguardo preoccupato. - …Non ti piace? Te l’ho detto, non ne capisco molto di… -
- No, Walter, è bellissimo. – lo interruppe lei a bassa voce, tornando a fissare il proprio riflesso. – E’ solo che… mi sento un’altra. – Walter arrivò silenziosamente alle sue spalle e le cinse la vita con le mani.
- E invece sei tu, in tutta la tua bellezza. –
- Oh, Walter, io… davvero, non so come spiegarmi… -
- Capisco benissimo. – Fu dalla semplicità di quelle parole e dalla serietà del tono di Walter che India comprese che lui le stava dicendo la verità, e che la sua non era una frase di circostanza. – Volevo solo dirti che… - La frase fu interrotta a metà dallo squillo del cellulare di India. La ragazza lo prese dal comodino e lesse il nome sul display.

Mamma.
Premette in fretta il tasto rosso, gettando il telefonino sul letto. Walter provò a ribattere. – Ma perché… -
- Non ho voglia di parlarle. – replicò malamente lei. Walter assunse un’espressione ferita.
- Amore, non volevo intristirti… Mi dispiace se… -
- Non è colpa tua. – India riuscì a sorridergli. – A dire il vero non ho mai voglia di parlarle, ma almeno una volta al mese dovrei farlo, no? Solo che ne farei volentieri a meno, ecco. –
- Ma è tua madre… -
- Sì, anagraficamente. E’ fin troppo presente nella mia vita, eh? – ribatté amaramente India. Walter le sorrise, facendole segno di sedersi sul letto, accanto a lui. India lo abbracciò sospirando. – A volte sono deprimente, lo so… -
- Non è vero, scema. – Walter posò un bacio leggero sul suo collo. – Senti, lo so che non sono il più adatto a fare discorsi del genere, tanto più che non sono mai riuscito a fare una conversazione seria… Ma mi riesce difficile scordare cosa mi dicesti tu a proposito del mio rapporto con mia madre, quindi… - Fece una pausa e sorrise appena, accarezzandole una mano. – Purtroppo non possiamo sceglierci una famiglia, e a volte è difficile trovare un punto d’accordo. Da questo punto di vista posso ritenermi fortunato… certo, a volte devo frenarmi per non dire a mia madre di chiudere il becco, ma… è soprattutto grazie a te se ho imparato a mettere da parte questi “piccoli particolari” e pensare solo ai lati positivi. Magari per tua madre è difficile fare la madre, magari ci prova e vorrebbe darti di più. Forse pensa che sia tu a non volere il suo affetto, anche se non è così. E tuo padre… - Si fermò un attimo e le sorrise come non aveva mai fatto fino a quel momento. India trovò molto difficile staccare gli occhi da quel viso così dolce e sincero, e rimase in attesa. Poi Walter riprese a parlare, accarezzandole i capelli. – Tuo padre non ti conosce, ma se ti avesse davanti agli occhi anche solo per un secondo, si renderebbe conto di avere una figlia meravigliosa… e si odierebbe per aver perso tanto tempo, ne sono sicuro. Ma sono sicuro anche che farebbe di tutto per recuperarlo… se ne avesse l’opportunità. – India sorrise mordendosi le labbra, e abbassò appena il capo, per nascondere quelle piccole lacrime dispettose che avevano deciso di spuntare senza preavviso dai suoi occhi.
- La vacanza ti ha fatto male, eh, Masetti? – mormorò, cercando di mascherare un singhiozzo con una debole risatina.
- Più che altro sono i cioccolatini che mi fanno male… - Walter l’attirò a sé e la baciò sulla fronte. – Allora, che ne dici? Usciamo, stasera? – India si asciugò le lacrime con il dorso della mano e annuì.
- Certo… Ma prima devo fare una cosa. –
- Tutto quello che desidera, mia piccola principessa indiana. – India ridacchiò scuotendo la testa.
- Preferisco il vecchio Miss Cioccolatino al Latte. –
- Sono uno specialista in soprannomi brevi e facili da ricordare, vero? –
- Sei uno specialista in trasformismo, caro il mio Ragazzo dai Mille Volti. – Posò un bacio leggero sulle labbra di Walter e poi si alzò dal letto. Recuperò il cellulare e lo riaccese, rivolgendo al suo ragazzo un’occhiata allusiva e, allo stesso tempo, divertita. – Ci metto un attimo… -
Le labbra di Walter si incresparono in un sorriso, prima che si alzasse dal letto e si dirigesse verso la porta.
- Tutto il tempo che ti serve… io non ho fretta. –
 

- Pronto? –
- Mamma, sono io… -
- Oh… - La voce dall’altro capo del filo assunse una leggera nota d’imbarazzo. – Ciao, India. Ti avevo chiamata dieci minuti fa, ma forse non era il momento adatto… -
- No, no. Avevo il cellulare in borsa e deve essersi premuto qualche tasto. Scusa. – Per una volta, India non si sentì colpevole di quella piccola bugia.
- Ah, va bene. – Sua madre sembrò rianimarsi un po’. – Volevo solo sapere come stai. –
- Benissimo. – rispose India, esitante. – Sono… fuori città. –
- Ah. Quanto fuori, esattamente? –
- In Calabria. –
- Calabria?! – Laura sembrò più stupefatta che preoccupata. Non era mai stata apprensiva, anzi, forse lo era stata troppo poco. Ma, in quel momento,India sentiva che avrebbe potuto perdonarle anche quella mancanza.
- Sì, è una specie di… gita, diciamo. Sono qui con un mio amico. – In fondo, era meglio ricominciare un poco alla volta. Forse non era il caso di raccontare proprio tutto.
- E chi? – La domanda non sembrò costarle sforzo. E ad India costò ancor meno risponderle.
- E’ un mio compagno di classe, ci conosciamo da settembre e… beh, eravamo un po’ stanchi di stare sempre sepolti sotto i libri. Pensavamo che una pausa non ci avrebbe fatto male. –
- Mi sembra giusto. –
- Tu… come stai? –
- Io? Bene, bene… - Anche quella volta, India colse una lieve sfumatura di incredulità. – In questo periodo sono… mi sto sentendo con una persona. – India fu indecisa se chiedere o no “Chi?”. Non sapeva come avrebbe potuto reagire, qualsiasi risposta fosse arrivata. Parlare con Walter l’aveva fatta sentire incredibilmente meglio, e non voleva tornare a deprimersi. Tuttavia, decise di chiedere.
- Con chi? –
- Oh, ecco… beh… - Laura esitò per qualche istante. – Tuo padre. – Per qualche secondo, nessuna delle due proferì una sillaba. Poi fu India a riprendere la parola.
- Oh, ma… è fantastico! –
- Come dici? – Stavolta sua madre non fece nulla per nascondere il proprio stupore. India non rispose alla sua domanda e proseguì:
- Vi siete visti? –
- No, no… E’ solo che… mi sentivo sola. Da quando sono tornata, e tu non ci sei, beh… Per un motivo o per l’altro, ci siamo ritrovati. E’ già da qualche mese che ci sentiamo. Può anche darsi che ci vedremo. –
- Beh… - India non sapeva se definirsi, in quel momento, euforica, speranzosa o incredula. Qualsiasi cosa fosse, doveva essere una bella sensazione. – Sono contenta, mamma. Chissà che… magari potreste trovare un… un nuovo punto d’accordo. – Le venne quasi da ridere, pensando alla sua precedente conversazione con Walter. Laura, dal canto suo, sembrava troppo stupita per essere felice di quell’inaspettata reazione.
- Può essere. Beh… ti lascio andare dal tuo amico, ok? –
- Ok… Spero che ci sentiremo presto. –
- Quando vuoi. Buon divertimento, India. –
- Grazie, mamma. –
India richiuse il telefonino, e dopo neanche dieci secondi era già di fronte a Walter. – Com’è che mi hai detto stamattina? Luce dei tuoi occhi? – Walter la guardò stupito.
- Qualcosa del genere. Perché? –
- Niente, ma credo di dover essere io a dirlo a te! – replicò lei, stampandogli un bacio su una guancia.
- Bella chiacchierata, eh? – concluse lui con un sorriso falsamente supponente.
- Abbastanza, sì… -
- Però adesso avrei un altro consiglio da darti… -
- E sarebbe? – Walter mise su un sorrisetto malizioso.
- Se non ti togli quel vestito, penso che stasera sarà già da buttare! –

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > I Cesaroni / Vai alla pagina dell'autore: Nike93