Serie TV > I Cesaroni
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Autore: Nike93    16/04/2008    2 recensioni
La diciottenne India si trasferisce a Garbatella per due anni. Lì farà la conoscenza della grande famiglia Cesaroni e, soprattutto, dei Masetti: un ragazzo spensierato e irriverente, una professoressa vigile e severa, un meccanico simpatico e distratto. Non tutto ciò che sembra complicato lo è davvero...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 28 – Partenze e ritorni

- E adesso raccontami tutto. –
India sbadigliò sonoramente.
- Vero, scusami se te lo chiedo, ma posso almeno svegliarmi? –
- Assolutamente no! – fu la secca risposta di Veronica. – M’avete resa complice della vostra scappatella amorosa e adesso desidero, anzi voglio, anzi no, pretendo un resoconto dettagliato! – India sbadigliò una seconda volta. Possibile? Era mercoledì, lei era appena tornata dalla sua “vacanza” e già Veronica l’aggrediva così, quando a momenti non aveva neanche la forza di reggersi in piedi?

Certe volte la vita è ingiusta.
- Parlarne dopo no, eh? –
- No! – Nonostante il sonno, India non poté non sorridere di fronte agli occhi azzurri e divertiti di Veronica che lasciavano trasparire tutta la sua curiosità. La bionda giunse le mani in segno di supplica. – Ti prego… ti prego ti prego ti prego… -
- Ho capito! – esclamò l’altra scoppiando a ridere. – E va bene! Va bene… -
Non sarebbero bastate tutte e cinque le ore di scuola a raccontare tutto, ma India mantenne la sua naturale riservatezza e non rivelò altro che i dettagli “essenziali”. Veronica ascoltava attentamente, senza interromperla e annuendo, ma quando India concluse il breve racconto con un “Tutto qui”, spalancò gli occhi chiari ed esclamò:
- Che vuol dire tutto qui?! Pensavo che questa fosse solo l’introduzione! –
- Vero, dài… -
- Ah, ho capito… Quella è solo la minima parte, il più s’è visto di notte! – India le tirò una gomitata nelle costole, trattenendo appena una risatina. – Che c’è? E’ chiaro come il sole, anzi come la luna, visto che siamo in tema. –
- Vabbè, sì, diciamo che il senso è quello. – Veronica sfoderò un sorrisone esaltato.
- E pensi de calmarmi così? Voglio sapere com’è stato! –
- E’ stato e basta. – tagliò corto India, ridendo dell’espressione scandalizzata di Veronica.
- Ma io voglio i dettagli! –
- Chiedili a Walter, se proprio ci tieni! –
- Stà certa che lo farò, se non ti sbilanci un po’ di più! – India scosse la testa: Veronica non cambiava proprio mai. Ed era proprio per quello che le voleva così bene.
- E tu come te la sei passata? –
- Come posso essermela passata non andando a scuola. E meno male che m’avete regalato questa vacanza, perché in giro ce so’ ‘n paio de zombie di cui non sopporto più la vista! –
- E sarebbero? – Veronica alzò gli occhi al cielo.
- Quei due bacucchi di Eva e Marco! C’hanno di nuovo questioni! –
- Quando si daranno pace sarà sempre troppo tardi… Comunque, mi sa che mi prenderò una vacanza dal mio lavoro. Ormai Giulio si sarà pure stufato di avermi sempre per casa… E poi Rudi mi sembra più tranquillo, non credo che ci sarà più bisogno di me. Tanto oggi è mercoledì, dovrei andare comunque a casa loro… - Veronica annuì.
- Che si siano stufati di te non credo proprio, ma se preferisci così… -
All’uscita della scuola, Walter raggiunse India di corsa e le stampò un veloce bacio sulle labbra, al riparo dalla visuale di Stefania. – Vero ti ha massacrata, eh? – le chiese sogghignando.
- Più o meno! Ma le ho detto di venire a chiedere notizie a te… magari ti saresti sbilanciato più di me! –
- Vedremo… Comunque, suppongo che oggi ci tocchi studiare, no? – continuò, in tono meno allegro.
- Già, supponi bene. Però vorrei scambiare quattro parole con Giulio, se lo becco prima che esca. Dài, sbrighiamoci! – I due ragazzi si affrettarono a raggiungere casa Cesaroni, e trovarono non solo Giulio, ma anche Lucia e Veronica.
- E tu che ci fai qui? – le chiese con un sorriso India, incredula.
- Beh, Eva e Marco sono tornati, voi stavate per arrivare… tanto vale fa’ le cose al completo, no? –
India salutò Giulio e Lucia. – Ciao Giulio, ciao Lucia. Vi vorrei parlare di una cosa, se non avete fretta… -
- Certo, dì pure! – la incitò Giulio. Prima che India potesse rispondere, Veronica la tirò per un braccio.
- Aspe’, saliamo un attimo da Eva, vediamo se vengono anche lei e Marco… dopotutto l’argomento riguarda anche loro, no? – soggiunse ammiccando.
- Beh, sì… - India si scusò con Giulio e Lucia e seguì Veronica su per le scale, con Walter al seguito. Ma non appena si trovarono di fronte alla porta chiusa della camera di Eva, si bloccarono, sentendola chiaramente singhiozzare.
- No, Marco, è inutile che… è inutile che ne riparliamo! Io… io non voglio, e non vuoi neanche tu! – India provò a dire a Veronica di andarsene, ma l’amica le fece un cenno con la mano, come per zittirla. Da dietro la porta chiusa, si sentì anche la voce di Marco.
- Ma perché? – esclamò. – Non capisco perché dici così! –
- Perché tu sei ancora innamorato di lei, ecco perché! – Ci fu una pausa di silenzio, rotta solo da un singhiozzo di Eva.
- Questo non è vero, e poi… e poi lei sta con Walter. Non li vedi, come sono innamorati, tutti e due? – A quelle parole, Walter trattenne il respiro, immobile accanto alla porta. Veronica si voltò di scatto verso India, che non sapeva minimamente come reagire.
- Io li vedo, ma tu no, tu non lo vedi! – esclamò Eva, riprendendo a piangere. India tirò Veronica per un braccio, con più insistenza. Stavolta Veronica non ebbe nulla da obiettare e la seguì giù per le scale.
- Quei due so’ proprio messi male… - commentò Walter. Veronica alzò le spalle e superò India, arrivando al piano di sotto.
- Se si fanno mille paturnie, possono stare così per altri dieci anni… - E scomparve in cucina. Walter si avvicinò ad India e le circondò le spalle con un braccio.
- Forse non è stata una grande idea salire, eh? –
- Già… Mi sento sempre di troppo. – Walter sorrise e la baciò.
- Non dire sciocchezze. Vedrai che prima o poi si daranno pace. Dài, torniamo di là. –
In cucina, oltre a Giulio, Lucia e Veronica, erano sopraggiunti anche Mimmo e Rudi. Quando India e Walter fecero il loro ingresso, Giulio le chiese: - Allora, di cosa ci volevi parlare? –
- Oh, ecco… io… - Cercò le parole più giuste per spiegarsi. – Pensavo... ormai sono mesi che vengo qui da voi, e sono stati mesi bellissimi, io sono stata benissimo con voi, ma… ecco, forse la mia presenza non è più necessaria, qui. – Lucia la guardò stupita.
- Sicura che non ci siano stai problemi? – Giulio guardò minacciosamente Rudi, che si difese:
- Ehi, che c’entro io?! – India si affrettò a spiegarsi:
- No, no, assolutamente, ve l’ho detto che sono stata benissimo qui. Ma Mimmo e Rudi sono grandi, a voi forse darà un po’ fastidio la mia presenza costante… - Giulio si rivolse di nuovo a lei.
- Allora, India… Se ci stai dicendo questo per un motivi ben preciso, per tuoi impegni, è un conto e non possiamo certo biasimarti. Ma se pensi che qualcuno si sia stufato di te, lasciamelo dire, ti sbagli di grosso. – Le sorrise giovialmente. – Nella famiglia Cesaroni sarai sempre la benvenuta, quando vorrai. Quindi, se i motivi sono solo quelli che ci hai detto poco fa, mi sa che dovrai rimanere. – Sulle labbra di India si fece strada un sorriso.
- Beh, effettivamente i motivi erano quelli… -
- Allora ti costringeremo a restare. – Il sorriso di India si fece più ampio e stavolta la ragazza non poté trattenersi dall’abbracciare Giulio.
- Grazie… -
- E di che, India? Grazie a te, che porti sempre un po’ di allegria e tranquillità in questa casa. – La ragazza si voltò a guardare Mimmo e Rudi: il primo batteva le mani felice, e del resto c’era da aspettarselo. Rudi cercava di darsi un contegno, ma anche lui sorrideva sotto i baffi.
In quel momento, si udirono dei passi giù per le scale e poco dopo Marco fece la sua entrata in cucina, immusonito come non mai.
- Oh, Marco, mancavi solo tu all’appello! – lo accolse allegramente Giulio. Poi vide la sua espressione. – Beh? Che è quella faccia? – indagò.
- La mia faccia. Qualcosa in contrario? – reagì bruscamente Marco.
- Ma che è successo? –
- Niente, va bene? Niente! – esclamò il ragazzo, esasperato. Da dietro le sue spalle, India notò che Walter le lanciava uno sguardo preoccupato e Veronica fischiettava, cercando di apparire indifferente.
- Va bene, scusa, scusa! – sospirò Giulio, alzando gli occhi al cielo.
- Comunque, papà, uno di questi giorni comincio a cercarmi un appartamento. – aggiunse Marco in tono sbrigativo. Sette sguardi allibiti si spostarono su di lui.

E meno male che porto allegria e tranquillità.
- Un che? –
- Un appartamento, papà, una casa, un posto dove vivere! – rispose rabbiosamente.
- Perché, forse non ce vivi qua dentro? – Giulio appariva confuso, come del resto tutti gli altri presenti.
- Sì, ma voglio trovarmi una casa, un monolocale, qualsiasi cosa, non ce la faccio più a stare qua dentro! Così vi libero anche un bel po’ di spazio e non sentirete più il rumore della mia chitarra scordata. –
- Scusa, Marco, non capisco, perché questa decisione improvvisa… - intervenne Lucia.
- Perché ormai ho diciannove anni, Lucia, non sono un bambino ed è ora che cominci a cavarmela per conto mio. E non ne posso più di stare qui, ho bisogno di uno spazio solo per me. E non guardatemi così, per favore. Adesso vorrei uscire. – concluse, dirigendosi verso la porta. Ma Giulio lo bloccò con un perentorio richiamo:
- Eh no, Marco, eh NO! Tu ora te ne sali in camera tua e ce pensi bene, a questa bella scenetta che c’hai presentato! Poi forse potrai uscire, ma non adesso! Su, fila! – Marco gli lanciò un’occhiata truce e scomparve su per le scale. Giulio si rivolse a India con aria di scusa. – Scusami, India, davvero non capisco cosa gli sia preso… -
- No, non preoccuparti. – rispose lei in fretta. – Anzi, se non ti dispiace… potrei… - mormorò impacciata, facendo cenno verso le scale. Giulio annuì sospirando.
- Vai, vai. Vediamo se almeno tu riesci a farlo ragionare. – Prima di salire di sopra, India si accostò a Walter e gli sussurrò:
- Spero di non incrociare Eva, o dubito che mi vedrai tornare indietro. –
- Forza e coraggio. – rispose lui, trattenendosi appena dal ridere. India salì velocemente le scale e, dopo essersi guardata intorno per assicurarsi che Eva non fosse in circolazione, raggiunse in fretta la camera di Marco. Bussò leggermente, chiamando:
- Marco? Posso entrare? –
- Sì. – fu la secca risposta. India entrò nella stanza, richiudendo la porta dietro di sé. Marco era seduto sul letto e le dava le spalle. – Senti, se sei venuta per continuare la predica… -
- Marco, mica sono tuo padre! – Si avvicinò lentamente al letto. – Senti, innanzitutto mi devo scusare. –
- Tu? Scusarti? – ribatté Marco senza guardarla. – Non hai proprio niente di che scusarti. –
- E invece temo di sì. Poco fa, ho involontariamente sentito un pezzo della tua conversazione con Eva. –
- Ah, bene. – fece Marco, sarcastico. – Illuminante, eh? – India sospirò, non sapendo bene cosa dire.
- Io lo so che tu dicevi la verità… - disse, imbarazzata. E, in cuor suo, sapeva di esserne convinta. Finalmente, Marco voltò la testa e fissò il proprio sguardo in quello di India, e tutto quello che lei video furono due occhi neri colmi di tristezza.
- Peccato che sia solo tu a saperlo… - La sua voce ebbe un tremito, poi, inaspettatamente, Marco si nascose il viso tra le mani e le sue spalle sussultarono. – N-non so più… nemmeno io… cosa voglio… - balbettò con la voce rotta dal pianto.
- Oh, Marco, dài… - mormorò India. Ma Marco scosse la testa, sconsolato.
- Non faccio altro che casini… Se me ne vado è meglio per tutti… p-per Eva, per mio padre, e … e anche per te e Walter. – In un altro momento, India avrebbe pensato che una situazione del genere non le avrebbe suscitato altro se non imbarazzo. Ma ora, non provava niente del genere. Si sedette sul letto accanto a lui e gli toccò leggermente una spalla.
- Marco, non fare così… Le cose si sistemano, basta avere pazienza. – Il ragazzo rialzò la testa e le rivolse uno sguardo a dir poco disperato.
- Come fai a dirlo? –
- Tu cosa desideri in questo momento? –
- Vorrei non aver fatto tutti i casini che invece ho fatto… Vorrei di nuovo i miei amici, vorrei… - Per un attimo gli mancarono le parole.
- ...Eva? – concluse India per lui. Marco annuì.
- Sì, vorrei anche Eva. – La ragazza gli sorrise. E stavolta le venne spontaneo.
- E allora tutte queste cose arriveranno, tutto si sistemerà, perché se tu le desideri con tutto te stesso e sei disposto a fare qualsiasi cosa per ottenerle, le otterrai. – Marco abbassò lo sguardo e India sentì il naturale impulso di fare una cosa che non avrebbe mai neanche sognato di fare: allargò le braccia e lo strinse forte a sé. Capiva fin troppo bene la sua disperazione, si era sentita come lui talmente tante volte, aveva così tanto desiderato un gesto semplice come un abbraccio… Un desiderio che non era mai stato esaudito, finché non era arrivato Walter. Ma questo preferì non dirlo. – Ma scappando non otterrai niente… Le persone che ami… e che ti amano, sono tutte qui, e non puoi desiderare di meglio. – Marco rimase in silenzio per qualche minuto, continuando a piangere silenziosamente con la fronte appoggiata sulla spalla di India. Poi si tirò su, scuotendo la testa.
- Io… io la capisco, Eva… Sono mesi che faccio tira e molla, ma… ma è di lei che io sono innamorato, anche se… anche se lei non mi crede. E non posso certo biasimarla. –
- Marco, se la sua reazione è stata quella, di certo non puoi dire che a Eva non importi nulla di te. Evidentemente ci sta male anche lei, e non poco. – Il ragazzo la guardò sconsolato. – E’ solo un momento, siete nervosi tutti e due, datevi tempo. Non avere fretta. Tutto si sistemerà, te lo prometto. – Finalmente le labbra di Marco si stirarono in un sorriso. Un sorriso mesto, ma pur sempre un sorriso.
- Grazie, India. Sei… sei l’amica migliore che si possa desiderare. – mormorò stringendola a sé.
- Mi raccomando, Marco… Pensaci. –
- Ok… promesso. –

ndA: no, Marco, non pensarci...vattene, và, che non ti sopportiamo più! XD Lamentoso...

  
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