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Autore: misslittlesun95    03/11/2013    3 recensioni
Rosario e Carlotta, una scuola elementare di paese in Sicilia.
Rosario e Carlotta, una scuola media di provincia in Sicilia.
Rosario e Carlotta, un liceo classico di città in Sicilia.
Rosario a Milano a fare l'accademia d'Arte.
Carlotta a Roma a studiare economia.
Rosario e Carlotta si vedono il venerdì.
Rosario e Cinzia si vedono tutti i giorni.
Carlotta e Giorgio si vedono tutti i giorni.
Rosario e Carlotta che non potrebbero vedersi più...
(sulle note di varie canzoni italiane)
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Ci vediamo venerdì.

Prologo - Alta marea (A. Venditti)


Il profumo di caffè stava svanendo lento nel mattino Romano che cominciava col suono dei clacson e dei motorini sguinzagliati liberi in mezzo alle auto in coda lungo le strade più grandi.
Carlotta stava in piedi in maglietta e jeans lunghi, troppo lunghi per essere settembre.
Era siciliana, i suoi occhi e capelli scuri lo ricordavano, come la pelle olivastra, resa ancora più scura dall'abbronzatura che stava pian piano svanendo.
In Sicilia a metà settembre i jeans lunghi non esistevano, non li aveva mai messi.
A Roma, in mezzo alla settimana, si era trovata con quelli addosso di giorno e una coperta di pile di notte.
E pensare che i romani avevano caldo, andavano al mare e giravano mezzi spogli.
Per fortuna nel fine settimana arrivava Rosario, e almeno di notte non aveva bisogno di coprirsi.
Lui stava a Milano, dove il freddo era maggiore e le giornate di sole iniziavano a diminuire.
Andava avanti così da due settimane, da quando entrambi avevano lasciato la provincia di Messina per andare a studiare.
Lei faceva economia alla Sapienza, lui un'accademia di arte nella città del Duomo per antonomasia.
Non ci avevano neanche provato a trovare un modo per stare insieme, ognuno stava inseguendo il suo sogno e così doveva essere.
Si amavano abbastanza per rimanere insieme anche lontani, si erano detti.
Ce l'avrebbero fatta.
Due settimane veniva giù Rosario, due settimane andava su Carlotta, si erano organizzati così.
I soldi andavano tutti in viaggi, ma non volevano fare altrimenti.
Si sarebbero inventati un modo per evitare i salassi dell'Alta Velocità, oppure avrebbero prenotato con largo anticipo.
Si sarebbero visti a Firenze o Bologna, una via di mezzo, o direttamente in Sicilia le poche volte che potevano far ritorno a casa.

Un modo per vedersi l'avrebbero sempre trovato.
Carlotta osservava la città dalla finestra.
Alla fermata dell'autobus si salutavano un uomo e una donna, fidanzati o già sposati.
Li vedeva tutti i giorni, erano diventati il suo punto fisso, il suo riferimento. Una mattina aveva visto solo lui, si era quasi preoccupata. Aveva sorriso la sera alle sette, quando l'aveva rivisto sempre lì con un mazzo di rose in mano.
Forse era un anniversario, forse la donna era stata lontana, forse avevano litigato, forse voleva solo farle una sorpresa.
Si era divertita a immaginare il motivo di quei fiori.

Li aveva guardati salutarsi e poi si era andata a fare un secondo caffè, più per il piacere del profumo che per quello della bevanda.
Poi si era messa a guardare i piatti del Week-End ancora sporchi nel lavello.
Le dispiaceva quel disordine, ma in quei due giorni aveva avuto di meglio da fare.
Si era preparata alla svelta per andare a lezione, senza neanche accendere il telefonino.
Rosario era in treno, probabilmente tra la Toscana e l'Emilia, l'avrebbe chiamato andando verso la facoltà.
Se ne era andato la mattina presto, l'aveva svegliata per un bacio e poi era uscito senza fare rumore, lasciando che si riaddormentasse.
La settimana successiva sarebbe stata lei a prendere il treno e ad andarsene presto, come se il loro non fosse l'amore di una vita ma il rapporto di una notte.
Doveva iniziare a farci l'abitudine, per quanto duro fosse quello era l'unico modo per rimanere insieme, per non far sì che la loro storia venisse uccisa dai loro sogni.
Mentre usciva di casa con un po' di amaro in bocca che di certo non dipendeva dal caffè, Carlotta aveva trovato un ricordo del passaggio di Rosario per quel Wee-End in un foglio appeso internamente alla porta di casa.


tu sei dentro di me come l’alta marea che scompare e riappare portandoti via. sei il mistero profondo, la passione, l’idea, sei l’immensa paura che tu non sia mia.
lo so lo sai il tempo vola, ma quanta strada per rivederti ancora, per uno sguardo, per il mio orgoglio.
Quanto ti voglio.

A. Venditti – Alta Marea.
Ti amo.
R.
PS: Ci vediamo venerdì.”


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Una storia un po' diversa dal mio solito, ispirata dalla canzone “Ci vediamo venerdì” di Biagio Antonacci.
Ovviamente non tutte le canzoni che guideranno la storia saranno esplicite come quella del titolo o quella di questo prologo, alcune anzi verranno segnalate a inizio capitolo ma non ne verrà citato il testo (Sarà, come dire, l'argomento portante del capitolo).
Le canzoni saranno tutte italiane :)
Niente, io spero la storia vi piaccia e vi vada di seguirla!
Baci! :)

   
 
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