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Autore: Laila    19/04/2008    5 recensioni
"Akane era poco.
Akari era troppo.
Ukyo era terra inesplorata.
Si sorprese a pensarla, aggiungendola alle altre due donne importanti della sua vita"
Ho sempre visto bene Ukyo e Ryoga, così anch'io sono entrata in questa terra inesplorata cominciando questa Love-commedy. I personaggi sono tutti di diritto e proprietà dell'autrice Rumiko Takahashi, mia musa ispiratrice, eccetto alcuni personaggi aggiunti di mia iniziativa.
Genere: Romantico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryoga Hibiki, Ukyo Kuonji
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Rivali

Si poteva vedere la luna dalla finestra della sua stanza, una luna che, quella notte somigliava ad un ritaglio d'unghia sottile, sottile.

Le fronde degli alberi per uno scherzo prospettico riuscivano quasi a toccarla.

Volse lo sguardo lontano dalla finestra ed abbassò le palpebre. Sebbene si concentrasse a restare nell'immobilità dei sensi, non era sufficientemente rilassato.

Sbuffò, sgonfiando il torace a fondo, stava dando in escandescenza!

Il sonno l'aveva preso in mala creanza, agitarsi oltretutto non lo facilitava granché, aumentava solo la temperatura corporea e gli mandava il sangue alla testa.

Joe era andato a farsi un bagno al pian terreno, quindi il disperso si era risparmiato per lo meno l'imbarazzo di essere rimproverato per il brusio!

Inutile provare a rilassarsi, era più sveglio e attivo di un pipistrello, purtroppo.

Certo, pensando al pomeriggio appena trascorso il girovago nutriva ben più di una ragione per non assopirsi...

 

- Ciao Ryoga! Sono tutte tue quelle buste?

S'irrigidì al sentire l'inaspettata voce della giovane Tendo.

Fermatosi, rimirò con la coda dell'occhio la figura minuta della studentessa che si avvicinava.

- Ukyo mi ha dato la lista della spesa... - chissà perché la sua voce tremò, spingendolo a tossire per riprendere la calma.

Evitò di aggiungere: Ci ho messo un infinità per girare dentro al supermercato e trovare tutto l'occorrente!

Una delle due buste, più pesante dell'altra, minacciava di spaccarsi, rovesciando il pesante contenuto sull'asfalto.

- Faccio la stessa strada... Vuoi una mano?

Scosse vigorosamente la testa, annoverandole almeno dieci motivi per cui lui, il sensibile Ryoga Hibiki, non sarebbe mai gravato sulle spalle di una ragazza, di almeno una dozzina di kg più magra.

- D’accordo! – Akane fece alt con la mano, per frenare la logorrea insita nell'amico.

Camminarono assorti nel paesaggio per alcuni minuti, mentre la seguiva s'accorse che avevano sorpassato il tempio prendendo una via alternativa e proseguendo lungo i viali alberati per evitare la folla di quell'ora nel centro. O forse, che fosse quella, la via giusta da fare?

Le piante tremolavano luccicanti d'oro nella penombra della sera, già addobbate a festa.

Il Natale è alle porte... dovrei cominciare a fare i regali... sospettò il ragazzo.

Le montagne lavanda spezzavano la monocromia del cielo invernale. La scorciatoia era in effetti, semi-deserta.

- Ukyo, te lo paga lo stipendio, vero?

Tendo sapeva bene che la coetanea aveva l'abitudine di non pagare doverosamente i suoi dipendenti, Ryoga però, non sembrava nemmeno il tipo di cameriere d' annuire in silenzio.

- Certo, abbiamo stabilito patti chiari fin dall'inizio...

- Non sai quanto mi faccia piacere sentirtelo dire!

Il sorriso di Akane spuntato da sotto la sciarpa scarlatta come un raggio di sole all'alba, gli provocò un tuffo al cuore, dolce e lacerante assieme. La ragazza sospirò facendosi silenziosa, al punto che il girovago le domandò se andasse tutto bene.

Le guance della giovane Tendo s'imporporarono e fece forza sui polmoni in un grosso respiro, per ribattere:

- Oh! nulla d'importante, è per Ranma... mi tiene il broncio da ieri sera... - In migliaglia di occasioni l'aveva sentita lamentarsi del fidanzato, questa però era una di quelle rare conversazioni in cui poteva risponderle, senza emettere grugniti!

- Quello stupido! Vuoi che lo conci per le feste?

- Non servirebbe...- Akane scosse il caschetto in diniego, evidentemente non aveva voglia di scherzare.

- Cosa ti ha fatto stavolta? - non si trattenne dal chiederle, immaginandosi i svariati motivi di lite, tutti innescati dal demone col codino.

- Stavo giocando a carte con Nabiki, quando ha voluto partecipare anche lui... Ranma detesta perdere... - la diciassettenne si strinse nelle spalle, per rafforzarne l'ovvietà.

Mi piacerebbe vederlo perdere... il giovane combattente ci ricamò su un pensierino. Uno dei suoi sogni utopici, anzi, proprio quello in cima alla lista, consisteva nel battere Saotome!

Dalla sua bocca fuoriuscì una serie di parole che non si aspettava, parole di conforto.

- Non preoccuparti, tornerà da te, lo fa sempre, il maledetto! – Stentava a dimenticarla, probabilmente perché non voleva dimenticarla sul serio. Akane era stata il suo primo amore adolescenziale, in sostanza, il suo primo confronto col gentilsesso.

E un abbraccio carico d'affetto per P-chan.

La tendina del locale recitava: “Ukyo – Okonomiyaki” erano già arrivati.

Lui si era semplicemente rassegnato.

Nella rassegnazione, Hibiki era divenuto un maestro senza eguali, talmente abituato a sentirsi l'ultimo dei suoi pensieri, che quasi non ci faceva più caso!

- Forse dovrei cucinargli qualcosa...- improvvisò la giovane Tendo, riportandolo alla realtà, sebbene per poco...

Ryoga sogghignò nell'immaginarsi Ranma Saotome tormentato dai morsi indigesti dello stomaco, anche se sicuramente era un uomo fortunato, visto che era pur sempre il centro delle attenzioni della fidanzata.

- Mi sembra un ottima idea – Convenne infine, scacciando via quei pensieri così com'erano venuti.

Quella sembrò rincuorata, quindi lo ringraziò, ed infine lo salutò incamminandosi verso la propria meta.

Certe volte si chiedeva se Akane intuisse i sentimenti che ancora provava per lei... ma non riusciva a capirlo sul serio.

Altre, si chiedeva, vergognandosi, se Akari fosse la donna giusta, o più semplicemente l'antidoto al disperato desiderio d' Akane.

Una sostituta che non gli faceva mai mancare le attenzioni, di una vera fidanzata.

In tutto questo pandemonio, c'era ancora qualcosa da considerare...

Akane era poco.

Akari era troppo.

Ukyo era terra inesplorata.

Si sorprese a pensarla, aggiungendola alle altre due donne importanti della sua vita.

Evidentemente perché la cuoca stava lasciando un segno, accrescendo la sua già precaria indecisione. Annullando le distanze, che poi realmente c'erano mai state?

E' sì! Quella notte per Hibiki preda dei suoi stessi incubi ad occhi aperti, scorse lenta e agonizzante.

Si alzò con un sonoro sbuffo, preferendo scendere a pianterreno, ed intavolare un discorso con una bella tazza colma di latte e cereali, o magari con una camomilla fumante. Non sapeva nemmeno cosa bere!

Si ritrovò a fissare incantato, gli scalini a chiocciola della rampa che scendeva.

Bassi scalini di legno chiaro, fitti a tal punto che quando raggiunse la moquette sospirò con fare liberatorio.

Di fronte a lui c'era la porta, afferrò il manico d'ottone, ma congelò il movimento all'istante.

Dei rumori sospetti provenienti dall'altro capo lo fecero esitare.

Aprì cauto uno spiraglio ed ispezionò l'interno della cantina! Eccolo lì, aveva sbagliato di nuovo il tragitto! Ciò che lo stupì di più, paradossalmente fu la luce, accesa!

Qualcuno stava accucciato di spalle fra le scartoffie dei cassetti della dispensa, facendo volare i fogli che vi erano rilegati, in quantità.

Non aveva nessun senso starsene innocuo a spiarlo, così Ryoga Hibiki si preparò ad intervenire.

Balzò il più vicino possibile all'intruso badando a non far rumore, poi portando un pugno alla bocca tossì un paio di volte.

L'uomo si girò sobbalzando, un cappello da notte sulla testa e lo sguardo attonito su di lui.

Fu allora che Hibiki lo sbatté con le spalle alla dispensa, impedendogli di scappare.

- Cosa stavi cercando Joe?

- Io? Niente di che...

Strattonandolo di nuovo Hibiki gli fece sbattere la nuca contro il vetro dell'anta.

Il vetro vibrò disegnando una ragnatela fragile, pronta all'evenienza a spaccarsi in mille pezzi sopra la testa dello cheff.

- Piano, piano... ebb...ebbene! Stavo cercando un documento, una ricetta che apparteneva alla mia famiglia, contento ora?!

Il girovago alzò un sopracciglio alquanto scettico.

- Ukyo non è così meschina da rubare le ricette altrui, lei è dotata abbastanza per farne a meno, dimmi la verità se non vuoi che ti spacchi il muso!

Il capellone tremò facendosi paonazzo oramai succube dell'avversario, la spiegazione gli uscì spezzata e roca, a fatica, sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.

- La verità è che cerco una ricetta in particolare... la salsa speciale di mio padre, che... che il signor Kuonji, suo amico dall'infanzia gli ha rubato ingiustamente!

Sta volta Ryoga ebbe l'impressione che dicesse la verità, lungi il fatto che c'erano metodi più corretti, che metter sottosopra la dispensa, per ottenere ciò che voleva.

Joe scartò la mano che lo stringeva al colletto della vestaglia di cotone.

- Ti stai agitando per niente, davvero! Torniamo ognuno alle nostre stanze e facciamo finta che non sia successo niente, vuoi? - biascicò ancora intimidito.

- Dimenticare cosa? Ti tengo d'occhio – sibilò a denti stretti Hibiki facendogli strada.

 

Domenica di buon mattino Ukyo si affaccendò in cucina, voleva preparare delle okonomiyaki nuove ed originali, magari aggiungendo un tocco di qualità, con l'ausilio di qualche spezia particolare.

Se ne avesse inventata una delle sue, il menù di Natale avrebbe stuzzicato l'appetito dei clienti e allargato le entrate già di per sé sostanziose in quel periodo.

Venivano sempre tante coppiette a festeggiare, quasi fosse un secondo e più affollato St.Valentino. Almeno qualcuno lo festeggiava col proprio ragazzo... come si sentiva sola, se solo lei ne avesse avuto uno! Se solo Ranma si fosse deciso a lasciare Akane e casa Tendo!

Fantasticando su questo, prese una serie di barattoli e la ciotola dell'impasto messo a lievitare la notte precedente, posandoli ordinatamente sul tavolo di noce.

Tirò su le maniche del pigiama e accese il teppan*

Joe e Ryoga entrarono assieme dandole il buon giorno, lei contraccambiò, elargendo un sorrisetto.

Il girovago si sedette aspettando la colazione in tinello, mentre Joe prese i piatti e l'aiutò nei preparativi in cucina.

Accidentalmente i due cuochi si sfiorarono le mani, per raggiungere entrambi la maionese.

Joe ritrasse il braccio arrossendo un pò al contatto, Ukyo invece s'immobilizzò.

- Tuo padre conosceva bene quello di Joe? - li richiamò a sé, Ryoga.

La cuoca prese la maionese e guarnì l'okonomiyaki al katsuobushi* ed alghe, poi con precisione la lanciò col piccolo utensile d'acciaio, centrando il piatto del coinquilino con la bandana.

- Non che io sappia, mio padre era un tipo solitario e schivo – ricordò la ragazza, mentre il cuoco dietro di lei trasaliva.

- Perché me lo chiedi? - insistette quella facendosi accigliata.

Il ragazzo con la bandana agitò una mano davanti al viso, palesando l'innocenza della sua richiesta.

- Oh, niente, pura curiosità! E tuo padre ti ha insegnato molte ricette?

- Tutte quelle che so', mi è bastato guardarlo per imparare, ero una bimba precoce, ma adesso mangiamo altrimenti si raffredda! - si lasciò cadere sullo sgabello, pronta a gustarsi il frutto delle sue fatiche.

Joe scoccò un sorrisetto beffardo al coetaneo sedendosi intanto vicino alla cuoca. Quindi tutti mangiarono d'appetito.

- Bene, io vado al mercato, torno fra un paio d'ore – asserì, una volta sparecchiato Ucchan.

Passati alcuni minuti in cui ebbe lavato, asciugato e riposto i piatti sporchi, Ryoga trascinò il ragazzo fuori della stanza.

- Bastardo arrivista! - Il cuoco fu sopraffatto dalla sua forza bruta.

- Non è come credi... io... io non voglio più quella ricetta!

Perché per assaggiare quella salsa speciale, dovrei aspettare dieci anni e non voglio sprecare tutto questo tempo, accidenti! Rifletté a conti fatti lo chef, aspettando che nel frattempo le sue parole facessero effetto sull'imbranato con la bandana.

Il vagabondo accigliatosi, continuò a tenerlo sotto mira, il pugno fermo sotto al mento, pronto a sganciarlo alla minima reazione dell'altro.

- Dové il foglio della ricetta?

- Al suo posto nella dispensa, te lo giuro sul mio onore! - bisbigliò Joe facendo croce sul cuore.

Quale onore e onore! Fu sul punto di ribattergli l'esasperato Hibiki. - Controllerò stanne certo!

Allentò gradualmente la sua presa d'acciaio e si voltò deciso ad allontanasi il più possibile da quell'individuo disprezzabile.

Il cuoco fece scoppiare una manciata della sua “farina esplosiva” ai suoi piedi, ostacolandolo.

- Non così in fretta, cameriere! Voglio che tu sappia che faccio sul serio con Ukyo-chan, lei mi piace davvero e non tollererò rivali!

Fu la volta di Ryoga.

Joe lo fissò sconcertato mentre quello sorrideva, un sorriso amaro, come se non avesse capito un'accidenti di quello che gli aveva appena gridato, ed anzi, nel rispondergli la sua voce gli sembrò terribilmente distaccata.

- Ne deduco che non consideri Ranma Saotome...

 

*Teppan: Piastra di cottura.

*Katsuobushi: pesce secco fatto a scaglie sottili, che si usa tra le altre cose per condire l'okonomiyaki.

Lavs: E' già, su nibunnoichi non la finirei mai di scrivere, di quanto stanno bene insieme questi due^^! Vedo che comunque, nel "Custode dell'Aldilà" anche tu gli rendi giustizia^__- ed a proposito, aspetto con trepidazione il prossimo cap!

Kuno: E il vincitore del premio "il lettore più attento" va al senpai Kuno! Sono contenta che anche Zampalesta abbia un fan XD, vuoi dedicargli un club? Ed anche che la tecnica delle spatole sia stata convincentemente descritta , che altro dire? Aspetto il seguito di "Titanic" con ansia!

Un saluto a tutti quanti, baci!

Laila


   
 
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