=
Epilogo =
Diciannove mesi.
Diciannove lunghissimi mesi passati a
fingere che fosse
tutto normale di giorno, per poi ridursi a cercare lei e il suo profumo
di
notte, stringendo disperatamente un cuscino che quel profumo, ormai, lo
aveva
perduto da moltissimo tempo.
Era arrivata nella sua vita
all’improvviso come uno tsunami,
aveva lasciato il segno proprio come avrebbe potuto lasciarlo uno di
essi, poi
se n’era andata.
Meglio specificare, se si parlava di
segni: gliene aveva
lasciato uno enorme su quel poco di cuore che aveva, e lì
finiva; quanto al
resto, a Freezer sembrava che Zoisite non ci fosse mai stata. I
bagnoschiuma
non erano più in ordine di colore, le battle-suit non erano
messe dalla più
alla meno consunta, l’ala dell’infermeria che la
shadowjin aveva fatto
esplodere era stata riparata già da un pezzo.
L’unico segno tangibile della sua
passata presenza erano le bottiglie vuote, almeno due per sera, che
campeggiavano sul comodino di Freezer. Di giorno c’era il
lavoro a tenerlo
impegnato, ma la notte era diventata la sua più grande
persecutrice, con tutti
gli incubi che portava.
Per colpa di Cooler sognava ancora
sua madre, e adesso
sognava anche Zoisite.
Zoisite con uno sconosciuto.
Zoisite con suo fratello.
Zoisite
in pericolo
chissà dove.
Zoisite
morta.
A volte Freezer sentiva di odiarla,
si sentiva usato. Aveva
la sensazione che la shadowjin lo avesse trattato come il suo
giocattolino,
usandolo per divertirsi e trovare il tesoro, per poi fuggire via alla
prima
occasione.
Altre volte invece era se stesso che
odiava perché, pur
conoscendo la fisiologia degli shadowjin, era stato così
stupido da minacciare
lei e quegli strani tizi che erano venuti a prenderla. Se non lo avesse
fatto,
probabilmente le cose sarebbero andate in modo diverso. Lei
stava per
sceglierlo…
Inizialmente suo padre aveva
minimizzato sull’accaduto: “
tornerà, tranquillo”, aveva detto.
Poi “tornerà,
tranquillo” era diventato solo
“tornerà”, in
seguito “tornerà, prima o poi”, e dopo
ancora era diventato “tornerà? Comunque
puoi sempre guardarti intorno, ci sono tante donne che sarebbero
orgogliose di
essere tua moglie ”.
Freezer però non ci
pensava nemmeno: se non poteva essere
lei, non sarebbe stata nessuna.
Inutile dire che l’aveva
fatta cercare in ogni dove, per
quanto aveva potuto, e ovviamente non aveva trovato né lei
né gli strani esseri
con cui era scappata, ma non intendeva ancora arrendersi
all’idea che Zoisite
non sarebbe tornata.
Dopo i primi due mesi aveva
cominciato a scriverle. Era
tutto lì, in cinque o sei agende nascoste nel fondo del suo
armadio. I primi
scritti erano lunghi pagine e pagine, inframezzati da dei semplici
“torna” in
maiuscolo dei giorni in cui non si era sentito di scrivere altro. Era
una cosa
che aveva fatto per se stesso più che per lei,
perché se - quando -
fosse tornata davvero dubitava fortemente che le avrebbe mai fatto
vedere quel
che aveva scritto.
Seconda bottiglia finita. Anche per
quella sera poteva
bastare. Riusciva quasi a immaginare di sentire il suo profumo
pensò,
stringendo il cuscino su cui lei, quasi due anni prima, aveva dormito.
@@@
Erano anni che Regina Ice
“dormiva” nella stanza che le era
riservata. Ogni tentativo dei medici di farla uscire dal coma era
miseramente
fallito, e se erano ancora in cerca di nuove cure era solo e soltanto
perché Re
Cold li costringeva a continuare senza sosta un accanimento terapeutico
che
loro consideravano completamente inutile… ma vai a far
capire il concetto di “inutilità”
a un marito disperato che rifiutava di rassegnarsi!
Ogni sera prima di andare a dormire,
Re Cold andava a
baciare sulla fronte la sua regina, rassicurandola che quando si fosse
svegliata
lui ci sarebbe stato; poco gli importava se regina Ice potesse sentirlo
o meno,
e anche quella sera andò così.
Dopo il bacio, re Cold
uscì dalla stanza, lasciando solo una
piccola luce accesa. Nel caso sua moglie si fosse svegliata, non voleva
che lo
facesse al buio: per i suoi gusti, regina Ice era stata nelle tenebre
più che
abbastanza.
Fu a quel punto che Zoisite
uscì dalle ombre, quasi commossa
dall’amore di quell’icejin verso la moglie, che non
era affatto diminuito
nonostante le condizioni di quest’ultima.
Alla fine la shadowjin aveva deciso
di tornare. Appena
terminata la missione si era fatta dare da Doc la dose di quel
medicinale che
avevano rubato, ed era immediatamente ripartita verso la sezione nord
della
loro galassia, con l’intento di utilizzarlo per risvegliare
regina Ice dal suo
lungo sonno.
Quanto a
Freezer…
In tutti quei mesi in cui gli era
stata lontana aveva
finalmente realizzato che era lui quello giusto, nonostante tutti i
difetti
caratteriali ed i complessi che si ritrovava, e anche nonostante la sua
somiglianza a Moira Orfei. Dopo una settimana di viaggio aveva avuto
già la
tentazione di tornare e di rivedere sia lui che Cooler, poi la
nostalgia per
Cooler era scemata, mentre quella verso Freezer si era intensificata.
Solo che c’era un problema:
l’avrebbe voluta ancora? Magari
si era sposato con un’altra, e l’aveva dimenticata,
e se gli fosse ricomparsa
davanti l’avrebbe uccisa sul serio. O beh, se non altro era
arrivata a vedersi
completa.
Tirò fuori dalle ombre una
siringa sterile e, come le aveva
mostrato Doc, dopo averla riempita con il medicinale la
iniettò direttamente in
un’arteria di regina Ice. Lo zetaliano le aveva consigliato
di fare così, in
modo che entrasse in circolo più rapidamente, e chi era lei
per non dare retta
al dottore?
“ se farai come ti dico,
dopo cinque minuti si risveglierà.
Ma sei sicura di quel che… insomma…lo sai che qui
per te c’è sempre posto”.
Sì, Zoisite lo sapeva, ma
sentiva anche di dovere qualcosa a
Freezer, che l’avesse rivoluta accanto o meno.
Così si sedette,
cronometrando il tempo che passava.
Cinque minuti. Quattro minuti. Tre
minuti. Due. Uno…
Cominciò a contare i
secondi.
“
sette…sei…cinque…quattro…tre…due…uno…”
Un mormorio soffocato giunse dalla
donna ormai non più in
coma distesa sul letto, che aprì lentamente gli occhi.
« il mio bambino…»
sussurrò, portandosi una mano al ventre.
“ ok, non devo
piangere” si impose la shadowjin. Di certo
non c’era da temere che regina Ice potesse non voler bene a
Freezer, se la
prima cosa che aveva fatto appena sveglia era stata chiedere di lui
“ adesso
però è meglio che sparisca, prima
che…”
« tu chi sei? »
le chiese la donna, con voce arrocchita. In
fin dei conti erano anni e anni che non la utilizzava.
Zoisite rimase lì ferma
per qualche istante senza sapere che
dire. Accidenti a lei che aveva perso tempo ad ascoltare quel che
diceva regina
Ice e non era sparita subito!
« sei una
shadowjin…pensavo che l’ultimo si fosse estinto
poco tempo fa » continuò. Si voltò alla
sua destra e vide il calendario. Erano
quasi ventisei anni avanti! «
ventisei?...
».
« sì. Beh. Non
siamo proprio estinti, io ci sono ancora ».
« sono passati davvero
ventisei anni? » le chiese regina
Ice, sconvolta.
Zoisite annuì. «
mi spiace che l’abbia saputo così ».
« e il mio bambino? Come
sta? Ne sai niente? » da donna
estremamente energica quale era, regina Ice voleva sapere tutto quel
che si era
persa, e subito. « mio marito? Cooler? E tu, soprattutto, che
rapporti hai con
il mio clan? Da dove vieni? Come ti chiami? »
tossì.
La shadowjin le versò
dell’acqua. « meglio che non si sforzi
troppo ».
Regina Ice accettò il
bicchiere, e bevve. « ho quasi
ventisei anni da recuperare ».
« è
comprensibile. Comunque, andando con ordine, fino a
diciannove mesi fa Freezer stavaaa…diciamo benissimo. Adesso
anche, credo. È a
capo di buona parte del vostro impero, ed è il secondo
essere più forte della
galassia dopo suo fratello Cooler…»
Regina Ice fece un bel sorriso.
« ero certa che mi avrebbe
resa fiera di lui ».
Altra ondata di sollievo per Zoisite.
« immagino ».
« mio marito? »
« era qui poco fa. Non
l’ha mai abbandonata, e gli manca molto,
come ai suoi figli del resto » disse la ragazza, evitando di
dirle dell’odio
che c’era tra Freezer e Cooler proprio perché
quest’ultimo riteneva il fratello
responsabile del coma.
Regina Ice poggiò la
schiena sul cuscino, sollevata. Si era
persa ventisei anni, ma se non altro sembrava andare tutto bene. Adesso
però
rimaneva la curiosità di sapere chi fosse la splendida
ragazza - donna, in
verità - che le stava davanti, e che sembrava sapere vita
morte e miracoli del
suo clan. « hai una coda molto lunga » si
complimentò.
« grazie ».
« adesso ti decidi a dirmi
come ti chiami? »
Abbastanza schietta, proprio come le
avevano detto. « mi
chiamo Zoisite. Zoisite del clan Shadowhidden ».
« Shadowhidden…
sì, ho capito. Bene, Zoisite » tossì
ancora
« adesso voglio sapere com’è che sei a
conoscenza di tutti questi dettagli. O
sei una spia, o devi avere rapporti stretti con qualcuno del mio clan
».
Zoisite automaticamente si
potò la mano davanti al viso per
rimettere davanti un ciuffo di capelli che ormai era stato tagliato da
un
pezzo. « sono… ero…
amica dei suoi
figli, e ho conosciuto anche suo marito, a dire il vero ».
« più che
“amica” allora direi “promessa
sposa”, vero? Se così
non fosse stato, dubito che mio marito si sarebbe scomodato per
conoscerti ».
Oltre che energica regina Ice era
anche sveglia, forse
perfino troppo, ed era appena uscita dal coma, quindi figurarsi cosa
poteva
combinare quando era in perfetta forma! Un’eventuale futura
suocera
interessante, ma in un certo senso anche pericolosa. «
sì, ok, una specie di
promessa sposa, ma è una storia molto lunga, e non penso che
adesso le
condizioni siano quelle di diciannove mesi fa ».
« sei fuggita ».
Non era una domanda, ma una semplice
constatazione. « già ».
« e ora sei qui. Diciannove
mesi…io riuscii a stare lontana
da mio marito per nove, prima di tornare. Non so se conosci la storia
».
Comunque sia c’era da dire
che sembravano essere già entrate
abbastanza in confidenza; d’altra parte lo avevano detto in
molti, che
caratterialmente si somigliavano. « anche nella mia
c’è una prigionia di mezzo
».
« Cooler o Freezer?
»
« il secondo, ma
gliel’ho detto che è una storia lunga. Mi
volevano tutti e due come moglie, ma io non sapevo che fare e sono
scappata »
disse rapidamente Zoisite « ho avuto l’occasione di
andare via, e di prendermi
del tempo per pensare, mentre mi procuravo il medicinale che
l’ha risvegliata.
Se sono stata via tutto questo tempo è per
quest’ultima ragione, era in un
posto lontano ».
“ quindi le devo il mio
risveglio “ pensò la donna. «
quant’era
lontano di preciso, per metterci diciannove mesi? »
« sezione est della
galassia che si trova a sud della
nostra, e prenderlo non è stato semplice, anche se a dirla
tutta con quel
gruppo ho affrontato anche missioni più difficili. Una volta
preso quanto me ne
serviva, sono venuta qui immediatamente perché…io
non so se Freezer mi pensi
ancora o meno, ma sentivo di dovergli qualcosa, e sapevo per certo che questo
gli avrebbe fatto piacere » disse « dato che pensa
che il coma in cui è entrata
sia colpa sua ».
Regina Ice bevve dell’altra
acqua. « nemmeno per sogno. Non
è colpa sua, e ti dico di più, se tornassi
indietro lo rifarei, pur di far sì
che venga al mondo ».
« penso che sentirselo dire
gli piacerebbe ».
Regina Ice la guardò a
lungo, in silenzio. « che progetti
hai? »
« non lo so. Ho saldato il
mio debito, ma come le ho detto
non so come la prenderebbe suo figlio, se mi rivedesse. Diciamo che ha
un
carattere un tantino imprevedibile
».
« magari puoi fare come
feci io a mio tempo quando tornai.
Rammento che sono stata nascosta nei dintorni un paio di giorni per
vedere che
aria tirava, e mi sono palesata soltanto una volta sicura che fosse
favorevole.
Per te una cosa simile dovrebbe essere estremamente facile »
commentò « sempre
che tu abbia intenzioni serie con lui, e per intenzioni serie intendo
matrimonio » la avvisò.
« questo lo avevo capito
».
« adesso farò
sapere che mi sono finalmente risvegliata…»
« penso che
arriverà la famiglia al completo ».
@@@
Freezer non ci poteva credere, temeva
che fosse solo un
sogno, o qualcosa del genere: quando suo padre lo aveva chiamato nel
bel mezzo
della notte, lì per lì non aveva nemmeno capito
quel che aveva detto, e re Cold
era talmente euforico che non sembrava nemmeno lui.
Poi aveva realizzato.
“
si è svegliata! Si
è svegliata!”
Per poco non era svenuto, e adesso
lui era lì, sulla soglia
della camera dei suoi genitori, e non riusciva a decidersi a entrare.
Pensò che
fosse un bene, però, che Cooler non fosse ancora arrivato.
Aveva detto che ci
avrebbe messo tre o quattro giorni, era andato in viaggio
chissà dove, quello…
« dai, entra » lo
incitò suo padre.
« è che sono un
po’…» scosse la testa « non lo
so nemmeno,
come sono. Insomma… si è svegliata! »
« e non vede
l’ora di vederti ».
Finalmente l’icejin bianco
si decise ad aprire la porta.
Aveva tanti pensieri confusi in testa, ed era sinceramente in ansia.
Se a sua madre non fosse piaciuto?
Se non l’avesse ritenuto
all’altezza?
Se lo avesse odiato come diceva
Cooler, e lo avesse fatto
venire lì per dirglielo di persona?
Eccola lì, sua madre. Lo
guardava seduta sul letto, ancora
in vestaglia, e tanto riusciva ad avere un’aria regale.
Freezer si sentiva
terribilmente a disagio, lei lo guardava e non diceva una
parola…
« vieni qui ».
Muovendosi quasi meccanicamente
andò dove sua madre gli
aveva indicato, vicino al letto, senza sapere cosa
aspettarsi… e tutto gli era
venuto in mente, meno che l’abbraccio pieno di calore che gli
diede sua madre.
« il mio bambino. Sei
proprio meraviglioso come ti avevo
immaginato ».
Allora non lo odiava.
Allora Cooler si era sempre
sbagliato, regina Ice non lo
odiava, lei…lo amava?
Anche stavolta non pianse, ma fu
dura. « madre…io non…»
sorrise e si zittì. Non sapeva che dire, ma non
c’era nemmeno niente da dire.
La donna gli prese le mani.
« mi dispiace di non esserci
stata mentre crescevi, e di non averti visto diventare l’uomo
che sei. Comunque
sia, voglio che mi prometti una cosa ».
In quel momento Freezer le avrebbe
pure promesso di girare
vestito da ballerina brasiliana, se glielo avesse chiesto. «
qualunque cosa ».
« promettimi che non
penserai mai più che è colpa tua se
sono andata in coma, perché non lo è. Ho scelto
di farti venire al mondo,
sapevo a cosa andavo incontro, l’ho fatto e lo rifarei.
Quindi smetti di colpevolizzarti,
perché non ne hai motivo ».
No, non piangeva ancora, ma gli occhi
lucidi li aveva, e non
riusciva a parlare. Riuscì solo ad annuire.
Un attimo: chi aveva detto a sua
madre che lui si sentiva in
colpa?
« siediti qui »
lo invitò lei, indicandogli il letto.
Freezer obbedì.
« io…com’è stato possibile
che…insomma, i
dottori le avevano tentate tutte ».
« tutti i rimedi conosciuti
in questa sezione della galassia
» disse re Cold, entrando anch’egli nella stanza
« ma a quanto pare nella
sezione est della galassia a sud della nostra sono più
avanti di noi ».
« nella sezione?... Sei
andato fin lì a prendere qualunque
cosa tu abbia preso per farla svegliare? Non lo sapevo! »
Re Cold scosse la testa. «
non io. Dobbiamo ringraziare qualcuno
che conosci bene, a sentire quel che tua madre mi ha raccontato
».
Freezer li guardò, un
po’confuso. « non capisco ».
« ho avuto un incontro
estremamente interessante con una
certa shadowjin che ha viaggiato diciannove mesi per portarmi il
medicinale che
mi ha fatta uscire dal coma…»
Volevano proprio farlo svenire,
allora! Non era possibile! Parlava
di Zoisite, sul serio? Lei era stata lì, lei
aveva risvegliato sua madre, lei…
Allora non lo aveva dimenticato. Era
tornata. Era tornata
davvero!
« lei…lei
dov’è? »
« per quanto ne so,
potrebbe essere ovunque. Anche qui »
disse sua madre « forse. Prova a chiamala ».
« Zoisite…dove sei?!
» si guardò attorno, in cerca di un movimento
strano o che di simili, ma non ne
vide.
« perché non
esci a cercarla? »
Freezer guardò sua madre.
« ma ti sei appena svegliata, non
posso…»
« vai cercarla, su
» lo incitò.
A quel punto lui obbedì, e
uscito dalla stanza si mise a
chiamarla di continuo. A un certo punto gli parve di sentire il suo
profumo, e
finì in una terrazza.
« vieni fuori una buona
volta » si guardò ancora attorno «
mi hai fatto aspettare diciannove mesi, basta giochetti! Dai, fatti
vedere…»
Sentì una coda
intrecciarsi alla propria. Aveva quasi paura di
voltarsi, adesso.
« davvero sei stato tutto
questo tempo ad aspettare me…?»
Era
lì, era lì!
« sì. Ho delle
promesse da mantenere ».
« quindi vuoi ancora
uccidermi ».
« quando sarai diventata
una shadowjin mite e sottomessa, quindi
moriremo di morte naturale prima che accada ».
« finalmente ti
è entrato nella zucca, eh? »
« sei la solita piccola
sh-» avviò a dire, voltandosi
finalmente a guardarla, ma la frase gli morì in gola. Non
era più tanto
“piccola”, era anche un po’più
alta di lui, più adulta, più donna, e
bellissima.
« che
c’è che non va? » gli domandò
Zoisite.“ magari non gli
piaccio più” pensò.
Capì quanto tale pensiero
fosse idiota nel momento in cui
lui la baciò.
« sarai pure cresciuta, ma
sei sempre la mia piccola
shadowjin. Sei qui per restare? »
« assolutamente. E devo
darti una cosa » disse Zoisite
prendendogli la mano destra ed infilandogli al dito l’anello
di Morgan.
Una promessa silenziosa che valeva
più di tutto quel che
potevano dirsi.