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Autore: ChrisAndreini    06/11/2013    2 recensioni
I personaggi di Percy Jackson nel mondo di Hunger Games, per una fanfic cross-over e piena di azione
Spero vi piaccia!
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA!!!
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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L’allenamento

 

Oggi ho dormito come un neonato, e sono arrivato tardi all’allenamento.
Ad essere sincero non ho idea di cosa fare, insomma, da che comincio, non so fare niente. 
Decido di iniziare con i nodi, a casa riesco a fare qualcosa di decente, probabilmente perché la pesca è la nostra fonte di soldi e cibo. Resto lì finché non padroneggio un particolare nodo per sollevare in aria il malcapitato che ci finisce in mezzo, poi decido di avviarmi al settore armi, per imparare ad usare la spada, ma vedo che è occupato dal ragazzo del distretto 6, così cerco un’altra postazione, ma il ragazzo mi chiama.
-Percy, giusto? Non devi andartene, c’è abbastanza spazio per entrambi- dice affabile sorridendo. All’inizio non mi sembrava disponibile, ma forse devo ricredermi.
-Ehm… grazie- dico accingendomi a prendere una spada. Ce ne sono molti tipi: spade di bronzo, di ferro, grandi, piccole, pesanti e leggere, ma non trovo nessuna spada abbastanza bilanciata.
Alla fine opto per una spada di bronzo un po’ troppo pesante per me ma piuttosto buona.
Mi soffermo a guardare il ragazzo, cavolo se è bravo!
Per essere un ragazzo del 6 spacca i manichini come fossero fatti di carta.
Si accorge del mio sguardo e si gira verso di me, sorridendo. Ha un sorriso molto strano.
-Vuoi che ti insegno qualcosa?- mi chiede gentilmente -Credevo che nel distretto 4 vi allenaste- mi prende in giro.
-Io credevo che nel distretto 6 non prendeste lezioni private- dico a mia volta.
Lui agita la mano noncurante: -Si cambia, allora, accetti il mio aiuto o no?- 
Io, mio malgrado, accetto.
Non l’avessi mai fatto!
E’ proprio bravo, se non fosse per la mia iperattività e il fatto che non può ancora uccidermi sarei già ridotto a fettine e servito in un hamburger gusto “Percy”.
Dopo una mezz’ora chiedo un po’ di pausa, Luke, così si chiama il ragazzo, prende dell’acqua e se la butta in testa, io lo imito, e subito sento tornarmi le energie, la spada non sembra più tanto pesante e sono pronto a riaffrontare Luke.
Inizialmente ci va leggero, poi, vedendo che sto andando molto meglio inizia ad aumentare il ritmo, e cerca di disarmarmi io prendo mentalmente nota del movimento fatto e approfitto dell’ondata di energia, che sento sta per abbandonarmi, per tentare di disarmarlo a mia volta. 
La sua spada vola in alto, ed io ce l’ho in pugno, ma ormai la forza mi ha abbandonato. Luke mi guarda sconvolto.
-Scusa, non volevo…-
-Scusa? Cavolo, Percy, fallo ancora!-
Non vorrei rifarlo, non mi sento molto in forma, così declino la sua offerta, poso la spada e cerco qualcos’altro da fare. 
Provo ad andare a padiglione del tiro con l’arco, dove vedo i ragazzi del distretto 5 e la ragazza del 10 che tirano perfettamente al centro del bersaglio. A me bastano pochi tiri per capire che non è la cosa che mi riesce meglio, anzi, rischio di colpire Kayla, la ragazza del 5, che si scansa per il rotto della cuffia.
-Scusa, io non volevo- cerco di farmi perdonare, mentre la ragazza controlla la ferita sul braccio.
Sento la ragazza del 10, Zoe, che borbotta qualcosa che assomiglia terribilmente a: -Ragazzi-
Decido di cambiare postazione e mi avvio in quella di riconoscimento piante commestibili.
Lì vi trovo i gemelli dell’11 e la ragazza del 9.
Però la mia memoria non è delle migliori, e decido di abbandonare quasi subito perché tutti quei nomi latini di piante mi fanno venire il mal di testa.
Prima che mi decida a scegliere qualcos’altro dobbiamo andare a pranzo, e decido di non sedermi al tavolo dei favoriti.
Così opto per un tavolino lontano da tutti, certo che nessuno mi noti.
Cavolo, se mi sbaglio!
Prima di tutti arriva il ragazzo del 7, Leo, che si siede tranquillo nel mio tavolo salutandomi allegramente.
Prima che possa rispondere al saluto il ragazzo del 9 si avvicina titubante e si siede a sua volta guardandomi curioso.
E’ proprio grosso, e spero non mi abbia puntato.
Anche Rachel mi raggiunge, e guarda il ragazzo del 9 come se fosse un mostro, stando ben attenta a non stargli vicino e a sedersi  il più lontano possibile da lui.
-Come è andata?- mi chiede esitante.
-Mah, non tanto bene, perché continui a fissarlo?- mi dà fastidio, va bene che è grosso, ma sembra triste al suo sguardo, triste e stupito.
-Non vedi anche tu?- mi chiede con voce strozzata.
-Ne parliamo dopo, ok?- vedo che il ragazzo fa per alzarsi afflitto, ma gli faccio cenno di sedersi.
-Siediti pure, campione, non ti stiamo cacciando- gli dico sorridendo, e lui mi sorride a sua volta.
Cerco di guardarlo negli occhi, ma per qualche strano motivo non mi riesce, così mi accontento dei denti gialli e storti.
-Leo, com’è andata a te la giornata?- chiede Rachel visibilmente contrariata al ragazzo in fiamme.
-Abbastanza bene, ho fatto esplodere un’erba, ma i danni sono risultati minimi- risponde il ragazzo tutto allegro.
Io continuo a mangiare, e chiedo a Rachel:
-A te, invece, come vanno gli allenamenti?-
-Bene, al padiglione della mimetizzazione sono andata piuttosto bene, e… beh, ho fatto solo questo praticamente-
-Bene, e tu, campione?- chiedo al gigante, di cui mi sfugge il nome.
-Bene, ho lanciato qualche peso in giro e ho creato spade e scudi-
-Wow, hai creato spade e scudi, ma come hai fatto, sarebbe interessante provare…- inizia il ragazzo del 7, ma viene interrotto dal suono che annuncia la fine della pausa pranzo.
Io mi alzo mangiando l’ultimo boccone e sto per avviarmi all’area di allenamento quando vengo bloccato dalla ragazza del 2.
-Spostati pivello, non vedi che sto cercando di passare?-
-Sei tu che mi hai interrotto al strada- ribatto.
Forse non è il caso di farsi subito dei nemici, ma comunque non voglio farmi mettere i piedi in testa.
La ragazza sembra furiosa, probabilmente non è abituata ad avere in torno persone che le tengono testa, così la supero e facci per allontanarmi quando lei mi riprende da dietro.
-Credi che abbia finito, pivello, capirai che non è il caso di ribattere con Clarisse-
Sta per tirarmi un pugno sul naso quando accade qualcosa di molto strano.
Sembra che tutte le bottiglie d’acqua della sala si distruggono insieme e si convergono addosso a Clarisse, inzuppandola dalla testa ai piedi.
Io ne approfitto per andarmene, lasciandola lì, inzuppata e furente.
Sento che se rimango il tempo di farle elaborare ciò che è successo ci rimango secco.
Così mi avvio al settore di mimetizzazione, dove incontro Rachel, è davvero brava con queste cose e sembra aver fatto amicizia con l’istruttore.
Io, invece, me la cavo piuttosto male, e decido di optare per la lancia.
Appena mi avvicino sento che non avrei dovuto farlo. Al centro del padiglione, con l’aria di chi non ha fato altro per tutta la vita, c’è Clarisse, quella del pranzo, che usa la lancia in maniera perfetta.
Sto per andarmene, o meglio, scappare a gambe levate, quando lei mi richiama, sfidandomi.
Vorrei declinare gentilmente la sua offerta, ma poi rifletto che tanto non può uccidermi, quindi non corro pericoli di vita, e il mio orgoglio mi fa accettare.
Non dovevo accettare, decisamente non dovevo accettare!!!
E’ bravissima con quella lancia, la rotea, lancia dei colpi fortissimi che mi lasciano del tutto scombussolato.
Ad un certo punto mi ferisce al braccio, e riesco a borbottarle un:
-Vietato ferire- prima di essere nuovamente preso di mira dai suoi colpi.
Non si sa come, lei trova la forza pure di rispondermi.
-Ops, che errore, ma tanto se non muori è tutto a posto!-
“Orgoglio, muori” penso tra me e me, prima di rassegnarmi all’idea che presto sarò davvero affettato e servito in un hamburger gusto “Percy”.
Il caso vuole che la ragazza del 3, passando davanti a noi, mi butti accidentalmente una bottiglia d’acqua in testa, inciampando su una punta di lancia per terra.
Appena sento il contato con l’acqua una nuova forza mi invade, come è successo con Luke prima, anche ora mi sento più forte, colpisco con più foga, e riesco a disarmare Clarisse in pochissimo tempo.
Lei rimane di stucco, come tutti nelle vicinanze.
Io mi sento piuttosto a disagio ad essere osservato dagli sguardi stupiti e furiosi di alcuni favoriti.
Decido di togliere il disturbo, anche perché quella strana forza mi ha ormai abbandonato, e sento di non riuscire a sostenere un’altra lotta.
Mi sto avviando nella sessione delle tecniche di sopravvivenza quando la ragazza del 3 mi raggiunge, e mi guarda sospettosa prima di iniziare a parlare.
-Come hai fatto?- chiede, con tono quasi accusatore.
-Credimi, non lo so- rispondo sinceramente, continuando a camminare.
-Ti volevo chiedere scusa per l’acqua, ma a quanto pare ti ha aiutato- commenta pensierosa.
-Beh, a proposito, grazie!- le dico io.
-Ti è mai successo prima che l’acqua ti aiutasse nelle lotte?- chiede sovrappensiero.
-Beh, non ho mai dovuto lottare, ma immagino di si, quando ho combattuto contro il ragazzo del distretto 6, mi sono sentito pieno d energia-
-Mhhhh!- commenta solo, poi si presenta:
-Sono Annabeth, comunque, Annabeth Chase-
-Percy Jackson- e ci stringiamo la mano.

 

 

 

 

 

 

(A.A.) 
Scusate tantissimissimo per il ritardo stratosferico ma non sapevo che scrivere, comunque sappiate che è uno dei miei capitoli più lunghi quindi siete clementi.
Spero di aggiornare quanto prima.
Al prossimo capitolo.

   
 
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