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Autore: Xenebe    07/11/2013    1 recensioni
Alla fine di Phantom (Fantasmi) Bonnie si rende conto che nonostante tutto Damon amerà sempre e solo Elena, lei non sarà mai importante quando la sua amica, ma se c'è qualcosa che ha imparato è la pericolosità della gelosia. Proprio per non rischiare di essere ancora vittima di quell'orribile sentimento e per non soffrire più Bonnie decide di fare un incantesimo, ma quando i suoi amici si accorgono che c'è qualcosa che non va, Bonnie dovrà cercare di rimediare ... è allora che succede la cosa più assurda di tutte... scompare.
Bonnie riuscirà a tornare a casa?
(Spoiler generici su Moonsoong)
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Klaus, Quasi tutti, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo8

Hello, 

indovinate chi c'è qui oggi? Sì, sono proprio io la vostra Chloy. Ormai la cara Ebe mi ha schiavizzato, e mi sfrutta per i suoi infimi lavori. Pelare le patate, fare la pedicure al suo cane, pubblicare su Efp.. Vi lascio al  capitolo che sento che quella pazza mi sta urlando contro. "Zi, padrona. Sto pubblicando padrona, arrivo padrona".

 

Capitolo 8

Sei qui davanti a me, tranquillo come possono essere gli adolescenti il cui sguardo non conosce la sporcizia del desiderio, la sua violenza, i cui occhi si limitano a procedere a tentoni...mi ricordo bene dei suoi.

( Emma Becker)

 

 

 

 

Bonnie sedeva composta al suo posto, era lì già da una decina di giorni ed ormai sapeva come comportarsi, e aveva capito che era tutto differente rispetto al mondo che conosceva ed in cui era cresciuta.

Anche lo stare seduti composti era un concetto molto differente dall'accezione comune, o almeno dall'accezione che fino a dieci giorni prima poteva indicare come comune.

In questo contesto lo stare seduta composta per una fanciulla come lei significava essere seduta sulla comoda sedia rivestita di velluto rosso, quasi dello stesso colore dei suoi capelli, completamente raccolti, con il busto e le spalle dritte, il collo leggermente inclinato rispetto alla linea perfetta della sua colonna verticale, e il mento basso, per guardare il piatto. Non poteva alzare la testa per guardare apertamente Damon- Francesco si corresse mentalmente- mentre sentiva che la osservava, doveva aspettare che il capofamiglia le rivolgesse la parola, dandole implicitamente il permesso di parlare, per sollevare il capo almeno per i pochi minuti necessari a rispondere alla domanda che le era rivolta, tenendo però sempre un atteggiamento di dolcezza e umiltà, cosa che fortunatamente a lei veniva naturale... chissà come se la sarebbero cavata invece Meredith e Elena, così fiere, orgogliose e sicure di se’, in quella situazione.

Quasi non riuscì a trattenere un sorriso divertito al  pensiero delle amiche, ma subito si rabbuiò: loro non sarebbero mai finite in certe situazioni perché non sapevano essere delle streghe decenti!

Non capiva ancora come era potuta arrivare in quel luogo, e in quel tempo. Aveva "semplicemente" fatto un incantesimo per cercare di ricordare cosa aveva amato in Damon, per recuperare la memoria. Indubbiamente da quel punto di vista l'incantesimo aveva funzionato, ora aveva recuperato la  memoria, il problema era che era finita indietro del tempo, a prima dell'arrivo a Villa Salvatore di Katherine e quindi a prima della trasformazione di Damon e Stefan in vampiri e persino, da quel che aveva imparato in questi giorni, della nascita della rivalità tra i due fratelli, nonostante i loro sempre differenti atteggiamenti e le loro opposte indoli, che si palesavano soprattutto nel rapporto col padre, idilliaco per quanto riguardava Stefano, di sopportazione per Damon -Francesco, si corresse ancora.

Infatti già nel nome del figlio, Giuseppe Salvatore- Giuseppe Maria Filippo conte di Salvatore - trovava un motivo di forte scontento, infatti avrebbe preferito chiamare Damon col secondo nome, Francesco, che reputava più adatto alla sua condizione di erede del casato, mentre il ragazzo si sentiva legato al primo nome, scelto per lui dalla ormai deceduta madre, che aveva voluto dargli il nome di un racconto mitico, nome che invece per il padre aveva un che di demoniaco, ma alla cui imposizione per amore della consorte non era stato capace di opporsi.

La cosa piú strana di tutta la vicenda era che, sebbene rimanesse atipico e fuori dagli schemi, il comportamento di Dam- Francesco era molto diverso da quello del suo Damon: meno malizioso, meno sfrontato, meno cupo e più dolce era questo ragazzo rispetto al SUO Damon, quello che tanto amava, e che tanto adorava metterla in difficoltà solo per vederla arrossire sotto i suoi occhi ardenti come braci. Persino lo sguardo dei due ragazzi era differente: questo più ingenuo e più giovane Damon aveva uno sguardo dolce ed allegro, curioso, curiosità che sicuramente doveva aver perso vivendo per 500 anni.

Era stato proprio lui ad aiutarla in questa storia. Quando lei si era accorta della situazione in cui era finita e aveva cercato di giustificare la sua presenza e lo slancio che l'aveva portata ad abbracciarlo, lui con dolcezza aveva sorriso e le aveva detto qualcosa, ma appena compreso che lei non capiva la sua lingua aveva provato con altre fino a giungere ad un inglese un po' affettato -quello di Shakespeare si era detta la ragazza- che Bonnie poteva capire.

"Non preoccuparti, ci prenderemo cura noi di te." aveva detto mentre la versione impressionantemente giovane di Stefan le sorrideva.

Francesco aveva inventato una storia di copertura, aiutato dalle suore del chiosco: lei era una nobile scozzese in visita in Italia, la cui carrozza era stata attaccata da dei briganti, che non avevano lasciato vivo nessun altro oltre a lei, lo shock le aveva portato via la memoria. Lì l'aveva trovata una nobile imparentata con una delle suore e l'aveva spedita alla parente per prendersene cura, ma Damon avendolo scoperto aveva ritenuto che non fosse decoroso per una giovane della sua posizione sociale vivere come una semplice borghese in un chiosco e aveva deciso di accoglierla in casa.

Il padre era stato stranamente felice della proposta di ospitare questa nobile, soprattutto dopo aver visto lo stemma principesco che questa portava.

La notte in cui aveva fatto l'incantesimo infatti, Bonnie aveva trovato sulla sua finestra una busta blu  e oro, apertala aveva visto un messaggio ed un braccialetto con uno strano ciondolo.

"Ti prego indossalo subito. Ricorda: ti sono sempre amico. Con affetto, Sage."

Aveva fatto come scritto dall'amico e una volta arrivata in questo tempo aveva scoperto che quello strano ciondolo era lo stemma nobiliare dei principi di Scozia, ecco come poteva vivere a Villa Salvatore.

La ragazza con la scusa di aver perso la memoria aveva ricevuto in quei dieci giorni di permanenza l'educazione base di ogni nobildonna, e si era rivelata molto capace di assorbire gran parte delle nozioni, la cosa più difficile gli risultava l'educazione alla dottrina neoplatonica del tempo. Fortunatamente era stato designato suo compagno di studi un giovanissimo Stefano, anche lui all'inizio dei suoi studi, che la aiutava volentieri.

Quindi era con il suo dolce amico che la ragazza avrebbe dovuto passare più tempo, ma incredibilmente si ritrovava sempre a condividerne sin troppo con il maggiore dei Salvatore, troppo perché la imbarazzavano le attenzioni e le galanterie che lui le riservava. Francesco infatti ogni giorno le faceva lezioni d'italiano e in parte di latino: per la prima volta, le aveva raccontato, suo padre sembrava felice di una delle sue stramberie, il voler ostinatamente imparare l'inglese, perché poteva aiutarli in questa situazione. Il conte sembrava eccezionalmente felice della presenza di una Principessa nella sua casa...

 

Erano le 5 del pomeriggio e finalmente  Bonnie poteva aver accesso alla biblioteca, che era enorme.

Purtroppo i testi in inglese però erano molto limitati, qualche originale d'oltre manica, qualche traduzione di testi classici, ma perlomeno poteva non dedicarsi allo studio del suo 'amato' neoplatonismo!

Mentre cercava tra le traduzioni in inglesi si sentì sfiorare il braccio: non aveva bisogno di voltarsi, la scarica d'adrenalina che aveva ricevuto e il brivido che sentiva sulla schiena, dove sentiva il suo sguardo, non era mai cambiato... poteva non essere ancora il suo Damon, ma il suo corpo rispondeva alla sua presenza come sempre.

-Francesco a cosa devo la vostra presenza e, cosa alquanto più imbarazzante, il tuo ostinato silenzio?-, gli disse voltandosi, dopo una decina di minuti, in un italiano quasi perfetto, volendo rendere orgoglioso il suo maestro.

-Vi osservavo, mia diligente allieva. Sapete siete molto aggraziata, vi muovete come un piccolo uccellino...-

Sentire quel soprannome su quelle labbra, dove si era disegnata un'espressione stranamente maliziosa e compiaciuta, ma così abituale nel Damon che lei amava, le provocò dei brividi e le mozzò il fiato.

Francesco intanto la osservava incuriosito da quella reazione.

-Sapete Bonnie siete molto strana... e soprattutto non mi avete ancora spiegato da dove venite. Abbiamo inventato quella storia, ma ora non pretenderete che ci creda anche io che l'ho ideata?- le disse in inglese avvicinandosi troppo a lei, invadendo con eleganza il suo spazio personale.

-Io non ricordo...- provò lei, guardandosi intorno come per assicurarsi che nessuno li ascoltasse.

-Volete prendermi in giro? E non dovreste preoccuparvi di essere ascoltata, sapete che sono l'unico che capisce la vostra lingua...-

-Sul serio non so...-

-Bonnie...-, le disse avvicinandosi ancora mentre lei si schiacciava più alla  libreria dietro di lei,- Vi rinfresco la memoria se volete. I vostri abiti erano assurdi, e mi avete subito riconosciuto nonostante io non vi avessi mai vista prima, mi avete abbracciato e avete riconosciuto anche mio fratello...-

-Francesco...-

-No. Conoscete il mio nome...-

-Vi prego, sapete che vostro padre...-, ma lui sembrava avvicinarsi ancora di più.

Proprio mentre lei stava per cedere e chiamarlo col suo nome l'arrivo di Stefano lo costrinse ad allontanarsi e permise a Bonnie di correre nella sua stanza.

SerenaEbe vi manda a dire " Mi dispiace avervi fatto aspettare tanto, so che il capitolo non è molto entusiasmante ma nel prossimo c'è Damon, quello vero " tradotto in parole povere, GET READY che nel prossimo capitolo potreste ritrovarvi un corvo svolazzante per casa, o un Ian Somerhalder che sbuca fuori dal vostro PC.  Vi saluto, alla prossima. Sperando di essere una donna libera e non più soggetta a nessun tipo di schiavizzazione. XO XO - Chloy

   
 
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