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Autore: controcorrente    08/11/2013    1 recensioni
Soledad ed Ester. Due sorelle divise. Due vite separate da dieci anni di distanza, improvvisamente riunite per il capriccio della prima. Due donne profondamente diverse. Una provata da 3 grossi sacrifici, l'altra cresciuta con l'ansia del futuro. La loro riunione porterà a delle conseguenze impreviste che mai avrebbero pensato potessero accadere: L'ambientazione è storica ma spero che vi piaccia, indicativamente tra 700 ed 800.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Periodo regency/Inghilterra, L'Ottocento
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Le giornate sembravano non voler passare mai ed Ester, trascorsi i primi giorni, cominciava a provare un filo di noia e fastidio per quella lontananza da Londra. Non aveva visto molto della città ma avrebbe di gran lunga preferito una simile ignoranza al tedio campestre.
Viola spesso scherzava su questa irrequietezza, insieme a Mrs. Chambers che sembrava avere in simpatia i suoi ospiti. -Non devi essere così impaziente, amica mia-le diceva- sono convinta che ci sarà qualche passatempo nuovo. L'aria campestre, poi, è assai salutare per noi. Perché non provi a fare amicizia con Mr. Gillford?-
A quelle parole, la signorina Escobar gettò un lamento contrariato. -Non se ne parla!- esclamò-non ho nessuna intenzione di scendere ad un simile livello!-
Viola la guardò con aria di rimprovero.
La sua amica sapeva essere straordinariamente testarda e, a quanto pareva, non era nemmeno disposta a mettere in pratica i suoi propositi.
 
 
 
 
Soledad stava prendendo il té nel soggiorno, insieme alla fedele compagnia della padrona di casa. Quest'ultima stava spiegando le ultime novità che aveva saputo dalle attività di suo marito. -Attualmente sta a Manchester- fece, con un tono distratto- mentre i miei tre figli sono  impegnati alla Westmister School. Quell'istituto vanta una lunga tradizione e sono certa che sapranno trarre il massimo profitto.-
-Sono certa che saprà trarre il massimo profitto da una simile frequentazione. Uomini come John Locke ed il duca Augustus Henry Fitzroy hanno dato una fama non da poco alla loro scuola.-rispose, sorridendole affabile.
Mrs. Chambers ridacchiò.   -Voi mi lusingate ma ammetto che avrei preferito che frequentassero il College Eaton. Ha studenti che provengono da famiglie assai in vista, senza contare molti rampolli della buona società. Peccato che sia così esclusivo.-disse, con una punta di rammarico.
Lady Mc Stone annuì appena, come per darle ragione. I capelli ramati erano colpiti di tanto in tanto dai raggi del sole, creando riflessi rubino. -Sono convinta che la scuola che frequentano sia assolutamente meritevole di fiducia. In ogni caso, non credo che saranno possibili inconvenienti, se possiedono le capacità dei loro genitori.-rispose, con fare vagamente lusinghiero- Sono inoltre dei maschi e, in virtù del loro sesso, sapranno certamente onorare la vostra famiglia. Non vi nascondo che invidio la vostra fortuna.-
Mrs. Chambers la guardò con occhi colpevoli. -Milady, voi siete ancora molto giovane, non dovete deprimervi in tale modo!-la rincuorò.
Soledad scosse il capo, con un filo di mestizia. -Non sto parlando di me. Anche se sono vedova, ho immeritatamente ricevuto la benevolenza del mio povero marito, che ha garantito a me ed alla servitù il decoro. Quello che temo è il futuro che riguarda mia sorella Ester e la sua amica Viola.- disse, notando lo sgomento da parte della padrona di casa- Non ho nessuna intenzione di scendere da questo proposito. Ho lasciato che la seconda moglie di mio padre finisse di dilapidare quanto quest'ultimo non aveva già fatto e non intendo lasciarla in mano alle mire da mezzana di quella donna.-
La padrona di casa ebbe un sussulto, vedendo un'ombra calare sul volto eburneo della dama. Ugualmente tacque, fingendo di non vedere. -Ho invitato i Gillford come mi avete detto-disse, prima di aggiungere mortificata- tuttavia non sono riuscita a convincere Mr. Gillford e sua cognata.-
Soledad inarcò la fronte.
-E per quale motivo, se è lecito chiedere?-domandò, posando la tazzina sul tavolo.
L'altra trasse un profondo sospiro. -Immagino che non sappiate niente. Del resto, siete giunta dalla Francia solo una decina d'anni prima.-commentò- Ad ogni modo, la madre dei giovani che ho sotto questo tetto gode di una pessima reputazione. Quasi una ventina di anni fa era una cameriera di una ricca famiglia, molto bella e con un certo carattere. Riuscì a far innamorare di sé l'erede designato che, invece di cacciarla per obbedire alle regole della sua stirpe, decise di fuggire in America. Ha avuto due figli e poi, rimasta vedova, ha chiesto assistenza alla famiglia del marito, con una certa faccia tosta.-disse, in una smorfia di disgusto- Ad ogni modo, il cognato, attuale capofamiglia, non ha rifiutato perché gli serviva un erede e, dopo aver visto il primogenito, ha decretato la sua scelta su di lui.-
Soledad soppesò le informazioni. Era materiale scottante ma non era minimamente scandalizzata da tutto questo. -Non cambierò comunque idea. Cedric Gillford sposerà mia sorella, che lo voglia o no.-sentenziò, senza fare una piega.
-Amica mia-la riprese Mrs. Chambers- mi duole dirlo ma forse la vostra scelta potrebbe essere azzardata. Quel giovane americano non ha ancora una posizione e dicono che sia un temperamento sanguigno. Potrebbe essere deleterio per vostra sorella.-
Lady Mc Stone la fissò con un'aria indecifrabile. -Credo che vi siano scelte assai peggiori. La seconda moglie di mio padre, senza nemmeno consultarmi, aveva orchestrato di farla sposare un vecchio che smaniava per un erede, un uomo sui settant'anni che ha spedito nella tomba, una dopo l'altra, le sue due precedenti consorti. Ha un temperamento ostico che è peggiorato con il tempo, senza contare che non mi dà la garanzia che tratterà bene Ester.-disse- Ho il privilegio di non dover barattare la vita di un parente per il mio benessere economico e non intendo bestemmiare su un simile sacramento, trasformandolo in uno squallido mercimonio senza vergogna.-
 
 
Il chiacchiericcio all'ippodromo era una routine non di poco conto. Brennan si aggirava da quelle parti, con il suo passo silenzioso e vagamente selvatico. Nemmeno i migliori abiti alla moda bastavano a scrollargli di dosso quella patina, come se fosse la caligine londinese, del resto.  L'Ippodromo di Newmarket comunque non era minimamente cambiato. La febbre delle scommesse era qualcosa d'invincibile per chiunque. Lo scozzese andava ad assistere di tanto in tanto, senza mai prendervi parte. -Sono davvero sorpreso di vedervi qui-disse una voce aspra e dura.
Lui si girò, incontrando la sagoma altezzosa e supponente che qualche tempo prima lo aveva irritato. -Lord Von Gruhnweld-disse morbido- quale onore. Non sapevo che amaste le corse dei cavalli.-
Henrich inclinò il capo.
-Il cavallo è l'animale più nobile che esista al mondo.-sentenziò- Comunque volevo vedere come se la cavavano i vostri esemplari inglesi.-
Brennan inarcò la fronte. -Io sono scozzese, non mi curo di certe amenità.-rispose, fissandolo malamente.
Il prussiano sospirò.
-Un vero peccato Herr Mc Kenzie-disse -anche la bellezza va coltivata...magari custodita, sotto una campana di cristallo affinché non perda la sua freschezza.-
Quel discorso disgustò il lord scozzese. -Per vostra sfortuna, non brillo per l'eloquenza scozzese-disse- a cosa devo la vostra confidenza?-
L'altro socchiuse gli occhi.
-Milord, voi ed io siamo uomini e sappiamo come va il mondo. Sappiamo che ci sono dei momenti in cui occorre fare il proprio dovere verso il casato di appartenenza, come un soldato fedele dell'esercito.-cominciò- E questo vale nel lavoro come nell'obbligo di una famiglia. Come vuole la Chiesa, è necessario procreare per la perpetuazione della stirpe...ma vedo che l'arroganza può portare l'individuo ad uscire dai limiti del decoro.-
-Parlate per enigmi-rispose lo scozzese, tediato da quella retorica- vi prego di essere più chiaro.-
Heinrich si irrigidì.
-Vorrei che parlaste con vostra cognata. Si dice che, malgrado la fortuna ereditata le abbia montato la testa, ascolti i vostri consigli. Dovete ordinarle di permettere alla sua pupilla di adempiere al contratto che sua madre aveva deciso anni fa.-rispose- Ho messo gli occhi su quella fanciulla delicata da molto, molto tempo. Sono del parere che la mia casa trarrà giovamento dalla sua freschezza...e poi non sta bene che cresca senza la guida di un'autorità dignitosa.-
Brennan Mc Kenzie non mutò espressione.
-Onestamente non vedo come possa mutare una simile condizione. Io non sono il tutore di Lady Mc Stone e non ho alcun potere su di lei. I pettegolezzi hanno un'idea errata della mia persona.-rispose-Sono davvero stanco di questa storia di donne. Vi prego di non tediarmi più per una questione del genere. Che sia mia cognata a sbrigarsela.-
Così, sotto lo sguardo del prussiano, il giovane scozzese si avviò verso l'uscita dall'ippodromo. Non era la prima volta che incontrava quel tale ed era sinceramente stufo di farlo. Così, quando salì sulla carrozza a noleggio, alla domanda del vetturino, disse l'indirizzo della dimora della cognata, quasi senza accorgersene.
L'ira, in quel momento, aveva preso il sopravvento delle sue facoltà razionali...e quando vide la residenza dei Mc Stone far capolino in cima alla collina, un sorriso malevolo si dipinse sul suo volto selvatico.
 
 
Rashid vide il calesse fermarsi davanti al portone. Lì per lì, rimase a guardarlo dalla finestra poi però, quando il passeggero uscì, si affrettò a scendere al pianterreno.
Percorse rapido le scale, scivolando al pianterreno. A quel punto, a passo più moderato, aprì il portone, percorrendo la strada che lo separava dal cancello. -Milord- disse, avanzando a passo misurato- cosa possiamo fare per voi?-
-C'è la vostra padrona?-domandò, senza guardarlo.
Rashid lo studiò con una rapida occhiata. -No, Milord. In questo momento, è ospite di Mrs. Chambers. Desiderate lasciarle qualche messaggio? Provvederò subito.-disse, mentre lo vedeva occhieggiare nervoso le finestre.
Brennan osservava il tutto in un'espressione illeggibile. -No-disse infine- mi recherò da colei che la ospita immediatamente.-
Rashid non commentò.
In quella breve risposta, era riuscito a percepire uno strano e fastidioso brivido lungo la schiena. Malgrado il pessimo carattere, Lord Mc Kenzie era un uomo che si arrabbiava assai di rado. L'unica eccezione era rappresentata da Lady Mc Stone. L'indiano scosse la testa, chiedendosi se tale furia fosse davvero un buon segno. Avrebbe voluto davvero rispondere affermativamente ma non ebbe la forza di farlo. Era come se qualcosa lo trattenesse.
-Senza un invito, Milord?-osò comunque chiedere.
Il nobile lo fissò greve.
-Stai tentando di ritardare la mia decisione? Non credere che non lo abbia capito.-disse, con un tono falsamente cordiale.-Non intendo continuare a fare la dama di compagnia a quella donna. Non azzardarti a portare a termine questo compito o te ne pentirai.-
Rashid annuì, con la sua solita aria inintellegibile. Non mosse un muscolo, limitandosi a fissare lo strano visitatore senza fare una piega. Conosceva quello scozzese da molti anni e sapeva quanto poteva essere feroce. Dietro quella maschera di fredda cortesia, che calzava malamente su quella sagoma imponente, si celava un'indole selvatica e poco socievole. Malgrado questa esperienza, tuttavia, non poté fare a meno di provare un filo di sollievo, sapendolo sempre più distante.
-Si è allontanato?-domandò Sarasa, stringendo a sé lo scialle.
Il sikh sospirò.
-Preferirei occuparmi degli animali, piuttosto che temperare gli animi degli uomini-rispose questi- ma ora si sta recando da Lady Mc Stone. Penserà lei a tenerlo a freno.-
L'indiana non disse niente.
Conosceva bene la grandezza della sua padrona, eppure non poteva fare a meno di provare inquietudine al pensiero di cosa poteva fare quell'uomo. Il suo temperamento rude e manesco era fonte di costante nervosismo per lei che, sapendo quale tempesta emotiva scatenata nella signora, teneva tutto per sé.
 
 
 
Ester rimuginò a lungo sul da farsi.
Non aveva nessuna intenzione di essere gentile con Cedric. Per quanto Viola volesse convincerla ad essere più morbida e duttile, Ester non riusciva a far proprio un simile pensiero. Odiava cordialmente la sola idea di passare pochi minuti in compagnia di quel rozzo individuo, figurarsi il resto della propria vita! A quel pensiero, impallidì.
I suoi sogni erano stati calpestati senza alcuna remora ma era tardi per prendersela con Soledad. Per quanto odiosa fosse, la sua decisione era quella meno egoistica che potesse prendere nei suoi confronti. Nessuno aveva mai dato l'impressione di avere un minimo di riguardo per lei. Doveva ammettere, almeno con sé stessa, che poteva avere maggiori sfortune.
Così, quando lo vide in controluce, intento a leggere un libro, provò a scacciare di dosso l'irritazione che quella rozza arroganza le procurava. -Buongiorno-salutò, fissandolo trucemente.
Cedric inarcò la fronte.
Quella minuscola mocciosa sembrava sfidarlo.
-Buongiorno a voi, Miss Escobar-rispose- state passando un piacevole soggiorno?-
Ester gonfiò le guance. Odiava quel tono supponente. Non lo sopportava affatto. La faceva sentire una bambina e lei non lo era. Non più almeno. -La vostra mancanza di decoro è per me un motivo di grande fastidio. E'così che siete solito rivolgervi con le giovani di sangue blu?-chiese, arricciando il naso.
Cedric scoppiò a ridere.
Quella lì era nobile?
Da non credere! pensò, continuando a sghignazzare.
-Come osate?!-esclamò la ragazzina- Io sono un'aristocratica di livello. Mia madre discende da una famiglia che ha calcato gli aurei corridoi della dimora di Versailles...NON VI PERMETTO DI PARLARMI IN TALE MODO!-
Per tutta risposta, Cedric rise ancora più forte.
Ann fissò con preoccupazione quella scena.
I due non facevano altro che battibeccare, senza esclusione di colpi ma quello che più la lasciava perplessa era la reazione di giudizio del maggiore. Nemmeno il violento pestone che l'inglesina gli rifilò in seguito, cogliendolo di sorpresa, bastò a sanare questo stato di cose.  Così, quando la giovane si congedò, sotto lo sconcerto della giovane accanto a lei, ugualmente sgomenta per quella piega dei fatti, non poté fare a meno di lasciare un sospiro. -Fratello, io non vi capisco. Non è da voi, assumere una condotta tanto ostile.-disse, con occhi pieni di biasimo.
Un rumore secco, dovuto al pugno sbattuto sul tavolo, non bastò a placare la curiosità che le gravava dentro. -E'una pazza squilibrata con la puzza sotto il naso!-sbottò lui- Non immaginate nemmeno le maniere con cui si è atteggiata con me. Non avete alcuna idea di quanto sia irritante.-
Ann si massaggiò il mento.
Conosceva bene suo fratello e sapeva quanto odiasse ricevere ordini.
Un po'gli dispiacque per lui, anche se non capiva dove fosse l'aspetto tragico della situazione. In quel preciso istante, sentirono bussare alla porta. -Avanti- disse, mentre questi fissava a sua volta l'ingresso.
Mrs.  Chambers fece capolino, con la sua chioma castana. -Buongiorno, signori-esordì- in quanto miei ospiti, avrei piacere di vedervi a cena questa sera. Qualora abbiate delle preferenze, siete pregati di chiedere di Bess, la responsabile delle cucine. Inoltre, vi informo che nei prossimi giorni andremo in visita a Bath, per un giro tra le terme ed ora buon riposo.-
Quando si congedò, Cedric trattenne l'ennesimo sbuffo, che scatenò un odioso risolino nella minore. -Vi prego, sorella, non cominciate-sbuffò, passandosi una mano sui capelli.
Per tutta risposta, Ann Gillford rise ancora più forte.
 
 
 
Ester era furibonda.
Malgrado tutte le esortazioni di Viola, le sembrava quanto mai impossibile scendere a compromessi con la condizione in cui si trovava. Con stizza, aveva tolto tutti i vestiti dai bauli da viaggio, gettandoli alla rinfusa. -Avete visto come si comporta quel...quel...ahh! Io non sopporto la sua presenza in nessun modo!- esclamò, mentre gettava in qua e là le stoffe -Come ha potuto mia sorella impormi una simile misura! Lei, lei che ha avuto uno sposo dall'animo mite e generoso...che le ha pure consentito di avere un ruolo di rilievo nelle relazioni tra India e Inghilterra!-
Mademoiselle Pertignac, per tutta risposta, cominciò a stirare con cura i fazzoletti di pizzo che si era portata dietro. Il viso era assorto in una piega insolita. -Mia buona amica-disse- avete provato a seguire il mio consiglio? Io vi esorto a farlo, giacché la questione è assai problematica. Non potete continuare con questa condotta, anche perché quell'americano, vedendovi così afflitta, aumeterà l'ostilità, facendovi soffrire inutilmente.-
Ester si girò.
-E cosa dovrei fare, di grazia?-chiese, arricciando il naso.
Viola sorrise serafica. -Naturalmente-rispose- dovrete vendicarvi. Concordo con voi sul fatto che il vostro promesso si stia comportando in modo villano.-
La signorina Escobar aggrottò la fronte. Non riusciva a comprendere e l'altra sorrise della sua ignoranza. -Immagino che Lady Mc Stone non vi abbia informato della novità-disse, passandosi pensosamente le dita sulle labbra -Sembra che la vostra tutrice abbia intenzione di partecipare ad un ballo presso la casa di una sua conoscente che abita in campagna. Non so i dettagli ma ho sentito Mrs. Chambers parlarne con la governante di questa dimora.-
Ester la fissò con stupore, mentre un lampo divertito attraversò le iridi verdi.
-Dite quindi che troverò terreno fertile per poter avere ragione di quel rozzo individuo?-chiese, retorica.
Viola le rivolse uno sguardo eloquente e l'umore della bionda, traendo conferma da tutto questo, migliorò notevolmente.
 
 
 
 
Soledad si aggiustò la stoffa dell'abito.
Era color mattone, intonato con la chioma. Stava conversando con Mrs. Chambers...ma non era molto felice della cosa.
-Mia buona amica-disse- credo di aver male interpretato il vostro ragionamento e, in tutta coscienza, temo di non comprendere la ragione di una simile premura.-
La donna inarcò la fronte.
-Alludete al fatto che ho intenzione di partecipare-disse pensosa- oppure al fatto che ho invitato Lord Mc Kenzie a quell'incontro?-
L'altra rimase ferma un momento. -A entrambe-rispose poi.
Ci fu un momento di silenzio, durante il quale le due si studiarono negli occhi. -Malgrado siano passati così tanti anni, il vostro quasi-cognato vi ha in antipatia?-chiese quella, non capacitandosi della cosa- Ho sempre visto Lord Brennan come un uomo sulle sue, quasi una specie di orso se permettete, ma credo che con la compagnia adatta migliorerebbe di molto il suo pessimo carattere. Non trovate strano che un gentiluomo così avvenente viva perennemente isolato in Scozia, con grande scorno di noi inglesi?-
Soledad fissò i fiori nel vaso.
-Non so cosa dirvi. Io non sono inglese...né mai lo sarò.-rispose, leggermente malinconica.
-In ogni caso-continuò la più anziana-suppongo che vogliate accompagnare la signorina Escobar, se non altro per questioni d'immagine.-
-E'così-ammise l'altra.
-Per cui occorre che abbiate uno chaperon.-disse questa, senza fare una piega.
Lady Mc Stone trattenne uno sbuffo. -Questo è ridicolo. Sono una donna sposata.-obiettò.
-Vedova, sarebbe il termine più appropriato-ribatté Mrs. Chambers- inoltre dovete considerare che la vostra forza muliebre è nulla in confronto a quella di un uomo. Persino nell'antica Roma, le donne prive del loro sposo erano accompagnate da uno schiavo che desse forza alla sua voce. Non pensate alla vostra pupilla?-
Soledad chinò la testa.
Mrs. Chambers la squadrò. -Ho notato come seguiate quella fanciulla passo passo, senza mai perderla di vista un singolo momento. Siete addirittura disposta ad unirla in matrimonio con un borghese americano, quando potrebbe tranquillamente avere un giovane rampollo della nobiltà inglese. Inoltre, e questo mi lascia un po'basita, non vi importa che frequenti la bastarda di quell'attrice, prendendovi la responsabilità di garantirle un'unione non miserevole.- fece- tutta questa abnegazione, mia cara, a cosa sarebbe dovuto?-domandò, soppesandola con i suoi occhi materni, poi si fece seria. -E poi, comunque, devo informarvi che ci saranno degli ospiti che forse non vi piaceranno.-
L'altra si passò una mano sulla fronte.
-Chi sono?-domandò.
La donna arricciò le labbra. -Lord Von Gruhnweld-rispose questa, studiando la sua reazione- pare che sia visto di buon occhio presso i club più esclusivi di Londra...almeno di recente. Ne ho sentito parlare da qualche parte.-
Quelle parole risuonarono nell'aria con la stessa forza di una frusta. Lady Mc Stone incassò la notizia allo stesso modo, indossando la consueta maschera composta e seria. -Se dunque è così- fece-seguirò il vostro consiglio ed imporrò ai Gillford di stare accanto a mia sorella.-
Così disse, ma quando giunse al pianterreno, vide la carrozza con lo stemma dei Mc Kenzie e buona parte dei suoi propositi vacillò.
Ignaro di tutto, il duca uscì dal mezzo, procedendo spedito verso la padrona di casa.
-Mrs. Chambers, vogliate perdonare la mia mancanza di decoro in questo momento. Purtroppo sono stato informato con scarsa tempestività-disse, lanciando un'occhiata obliqua alla dama spagnola.
-Non dovete preoccuparvi. Voi uomini avete meno incombenze, quanto a vestiario.-rispose quest'ultima, suscitando una risata sorpresa nella padrona di casa e un quasi ringhio nei confronti dello scozzese.
-Lady Mc Stone-sussurrò la donna accanto a lei- se vi comportate in tale maniera, azzarderei quasi che voi abbiate un qualche rapporto con il fratello di latte del vostro defunto marito.-
-No-rispose laconica l'altra- ma quest'uomo ha frequentato la mia casa a sufficienza da farmi pensare tali cose.-
Mrs. Chambers non disse niente.
Intuiva che vi fosse qualcosa, nel bizzarro rapporto tra i due. La sua ospite non brillava per espansività ma, al contrario, tendeva a tenere tutti a distanza da sé...per cui non riusciva a capacitarsi di cosa fosse successo per renderle quell'uomo tanto sgradito. -Non vedo l'ora di vedervi a quella festa, mia cara-fece- è la prima volta che parteciperete senza i monili da lutto.-
Soledad non disse una parola, limitandosi a prendere la strada delle scale per raggiungere la sua camera e chiudersi dentro.
 
 
 
Capitolo transitorio. La storia che state leggendo è la più lunga che farò molto probabilmente, per via di una serie di particolari che necessitano di questo spazio. Qui i ritmi sono lenti, molto lenti ed i personaggi devono crescere. Questa permanenza avrà un certo peso ma spero che vi piaccia ugualmente. Ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono. 
   
 
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