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Autore: itsrigel    08/11/2013    2 recensioni
Anya non si era mai domandata per quale motivo lei e il padre non facevano che fuggire da un luogo all'altro. Non si era mai chiesta perché quasi ogni mese cambiava città, non aveva mai domandato da cosa il padre era tanto spaventato e da cosa - o da chi - cercasse di proteggerla. Fino al giorno del suo ottavo compleanno, quando una tragedia la separò definitivamente dal suo passato, rendendola un'Assassina.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il sangue dell'oceano'
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L'inizio di un incubo

  Alle sette del mattino ero già fuori dal letto, pronta per giocare con i miei amici. Senza pensarci due volte, corsi a svegliare mio padre, gridando felice sopra il suo letto. Lui aprì un occhio e sorrise.
  Aveva 28 anni, ed era un uomo semplicemente bellissimo. Sotto i capelli neri come la notte, spuntavano due minuscole orecchie a punta. Gli occhi erano come i miei, di un celeste chiarissimo, così chiari da sembrare quasi trasparenti.
    Pigramente, si alzò dal letto e si vestì. Poi mi aiutò a coprire lo strano simbolo che avevo sulla mano: il sigillo che anni prima Aster, il Tiranno, aveva imposto su mia nonna durante uno dei suoi esperimenti, che l'aveva tramandato prima al figlio e poi a me. Mi aiutò anche a nascondere le ciocche blu che spezzavano il nero dei miei capelli in una parrucca. Era corta, e questo mi infastidiva.
  - Papà, i capelli mi entrano negli occhi! - mi lamentai. - Non possiamo tagliare la frangetta? - Lui mi accontentò subito, con un sorriso dolcissimo.
  Uscimmo di casa verso le otto, e già le strade erano piene di gente. Salutai rapida mio padre e corsi verso un gruppetto di ragazzi che mi chiamavano.
  Eravamo sei, in totale. Il primo a salutarmi fu Shin, con un semplicissimo "ciao". Io ebbi l'impressione di arrossire fino alla punta delle orecchie. Gingi, Ronni e Gato per tutta risposta scoppiarono a ridere, mentre Elo mi si avvicinò, borbottando qualcosa sulla stupidità dei maschi. Solo lei sapeva che mi piaceva Shin. O meglio, io l'avevo detto solo a lei.
  - Bene, oggi c'è una gara di pesca! - annunciò fiero Gato, il più grande e leader del nostro gruppo. Noi lo seguimmo al fiume. Tornammo al villaggio verso l'ora di pranzo, affamati e felici. Pranzammo insieme al resto del villaggio nella grande piazza davanti a casa mia, poi iniziarono i festeggiamenti. Ballammo, ridemmo e cantammo, e ballammo ancora. Andò così per tutta la giornata. Io soprattutto cantai, incitata dai complimenti dei miei amici. Andava tutto così perfettamente bene, proprio come lo avevo immaginato.
  O almeno così mi sembrava. Mio padre era agitato, a pensarci bene, ma io non ci feci caso.
  Ad un tratto, un ragazzo che si era allontanato corse verso di noi, urlando. Non ebbe nemmeno il tempo di formulare una frase sensata. Un pugnale gli spuntò dal petto.
  Paura.
  Tutti iniziarono a correre impauriti, chi a destra, chi a sinistra. Non sapevo dov'era mio padre.
  Terrore.
  Iniziai a piangere. Qualcuno mi afferrò da dietro, ed io cominciai a gridare.
  - Anya calmati, sono io! - mi disse una voce nota. Smisi subito di piangere, nonostante la paura che ancora mi bruciava dentro, e affondai il viso fra i capelli di mio padre. - Ora dobbiamo andare da Naki, va bene? - mi sussurrò. - Calmati, andrà tutto bene.
  Cercai di crederci, anche se la sua voce tremava di paura.
  Iniziò a correre, fino ad arrivare dietro casa. Lì c'era una piccola scuderia, adatta per farci entrare un solo Drago. Mio padre mi lasciò per un attimo a terra, giusto il tempo per far uscire Naki dalla sua tana. Il Drago puntò gli occhi incandescenti come braci su di lui, che tentava di mettermi sopra di lei. Ricominciai a piangere.
  - Coraggio, andrà tutto bene, stai tranquilla. - mi disse. - Ora Naki ti porta lontano da qui, poi ti vengo a riprendere quando tutto sarà finito. - Mi diede in mano la sua spada, quella che era appartenuta a mia nonna, Juliet, e il suo pugnale. Mi aggrappai stretta al collo del Drago, mentre mio padre mi baciava la fronte.
  Un attimo dopo ero in cielo, ma non provai nemmeno aprire gli occhi. Sotto di me, solo le grida e il rumore delle armi. La parrucca scivolò, andando a finire tra la mischia. Nemmeno allora smisi di tenere gli occhi chiusi.
  Naki si posò in una radura verde, lontana dal nostro villaggio. Quando sentii che il Drago toccava terra, scesi dalla groppa, rotolando a terra per qualche metro.
  Ero ancora così piccola ed ingenua.
Non mi resi conto che gli Assassini erano venuti a reclamare una loro proprietà, una Bambina della Morte.

°#_ Angolo dell'autrice _#°
Salve gente <3
Non pensavo che sarei riuscita a pubblicare questo capitolo così presto :) Ora sono felice :)
Coomunque, ecco qua che distruggo la vita di un mio OC per l'ennesima volta... mi sento crudele D: Piccola Anya ç__ç
Spero di trovare qualche recensione quando rientrerò qui su EFP, soprattutto spero che vi sia piaciuto questo capitolo ^__^
Alla prossima! :*
//Vì\\
   
 
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