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Autore: db2000_dogo    09/11/2013    0 recensioni
Song-fic scritta sul testo di "Fino a sanguinare" di Jake la Furia.
Non è a scopo di lucro e non vuole offendere in nessun modo l'artista della canzone.
Perché, a volte, l'amore fa male.
Genere: Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Ricordati se puoi che il mondo è fatto per noi
Il mondo è fatto per noi, il mondo è fatto per noi
Pensala come vuoi ma il mondo è fatto per noi
Il mondo è fatto per noi, il mondo è fatto per noi
Ricordati se puoi che il mondo è fatto per noi
Il mondo è fatto per noi, il mondo è fatto per noi
Pensala come vuoi ma il mondo è fatto per noi
Il mondo è fatto per noi, il mondo è fatto per noi

 

Il mondo è fatto per noi, quindi?

Mi siedo sulla panchina del parco.
Il vento mi scompiglia i capelli, ma tanto che importa?
Non c’è più nessuno ad accarezzarmeli.
Gli alberi intorno a me sono piegati dal vento e le loro foglie, sapete, mi assomigliano proprio: vanno dove vogliono gli altri, dove vogliono i bambini che lanciano i palloni, la loro vita è tutta così. Non hanno potere decisivo. Loro si muovono, sono manipolate dagli altri. Come me.
Il mondo è fatto per noi.
No.
Il mondo è fatto per voi.
Non mi sono mai sentita bene qua.
In questo mondo di merda, rimaneteci voi.

Scrivimi parole amare, fino a farmi male
Solo noi possiamo amare, fino a sanguinare
E cerchiamo di cambiare, ma non si può fare
Siamo nati per amare, fino a sanguinare

 

Le parole amare le ha scritte.
Fino a farmi male.
Ci amavamo, ma ora siamo qua.
Qua, a sanguinare.
Almeno, io sono qua a sanguinare.
Non fuori, no.
La lametta non credo mi toccherà mai.
Sto sanguinando dentro, nel profondo del mio cuore.
Eravamo noi due. Doppia D.
E ora, di noi non è rimasto niente.
Però che parola strana ‘niente’, vero?
Finisce con ‘te’.
Forse perché per me niente vuol dire non avere te.
Oppure, perché di noi due sei rimasto solo tu.


Chi sono dipende da chi ascolta
Di me si riempiono tutti la bocca
Cupido ha la freccia ma non scocca
E sono sempre in viaggio, ma che importa
Non ho una vera vita ma ho più vite alla porta

 

Era sempre via per me.
Un giorno la partita, un giorno quello e un giorno quell’altro.
Sembrava mi volesse evitare.
‘Chi sono dipende da chi ascolta’.
Per me eri la perfezione.
Non avevi nessun difetto.
L’unico difetto era mio, ed era quello di non guardare aldilà dei tuoi occhi blu, blu come il mare, né troppo chiari, né troppo scuri.


E io c'ho solo te sotto le palpebre
Ti vedo quando chiudo gli occhi e le altre sono stanco di pomparmele
Io penso a te, la sola cosa vera che possiedo
Siamo sotto lo stesso cielo, quindi siamo assieme anche se non ti vedo
Noi che non dormiamo per parlarci
Noi che stiamo svegli ma sognamo di sognarci
Lottiamo col terrore che il tuo cuore poi si sfasci


Ora, ti ricordi?
Ricordi la prima volta che abbiamo scopato, il primo bacio, le prime coccole?
Quando abbiamo slinguato, la mia prima (e ultima) volta è stata con te.
E’ stato magico. Come il nostro amore. Magico, sì.
Ci siamo addormentati troppe, troppe volte abbracciati. Vicini, ma in fondo eravamo lontani.
Mi addormentavo con te nella mente, eri sempre nei miei pensieri.
Credevo fossi perfetto, ma ero solo un’illusa.
Mi addormentavo sognando noi due, perché credevo di avere tutto ciò che avevo bisogno, e sognavo. Sognavo ciò che avrei davvero voluto e la mattina mi svegliavo convinta di aver sognato la mia vita.
Ho lottato, senza terrore, e il mio cuore s’è sfasciato.

E piangi se mi stai vicino baby e piangi il doppio se mi lasci
Tu hai i primi miei pensieri e gli ultimi miei saluti
Baby gli occhi sul telefono che contano i minuti
All'amore più ci pensi più fai tardi
Più stringi una mano e più l'amore ti fa i tagli sui palmi

 

 All’amore ho stretto la mano. L’ho strinta troppo, forse.
Ho sempre avuto i palmi distrutti ma, come se non bastasse, lui mi ci ha messo sopra del sale.


Siamo solo io e te, al telefono delle ore
Io odio parlare, dipende dalle persone

 

Come descrivermi in due semplici frasi.
Odiavo parlare, odiavo i telefoni, ma in fondo in fondo, sai che c’è?
Parlare con te, la sera, prima di addormentarmi nel letto sola, era la cosa più bella del mondo.
Mi faceva sentire protetta.
Addormentarmi con la tua voce, le tue parole, quel suono soave che mi trapassava. Non immagini neanche il senso di tranquillità che provavo.


Riempi di proiettili rosa il caricatore
Addolciscimi la pillola mentre mi spari al cuore

 

Mi hai sparato al cuore, esatto.

E non me ne sono nemmeno accorta.


Ci perdiamo senza esserci mai avuti
Baby adesso siamo freddi e muti perchè l'amore ci rende nudi

 

Queste parole rimbombano nella mia testa. ‘L’amore ci rende nudi’.
Come Adamo, Eva e il frutto proibito, noi siamo nudi così.
Ci nascondiamo, non vogliamo che qualcuno ci veda.
Un amore nascosto, oppresso.
Come se fosse brutto andare in giro sbandierandolo.
Un amore solo per noi.
Nessuno lo sapeva.
Ma ora, ora mi crolla tutto addosso.
E non c’è nessuno a ripararmi.
Sto lentamente morendo dentro.
E non solo.


Siamo due fantasmi, senza un letto, ectoplasmi
Farsi del male senza il gesto di toccarsi


Mi hai fatto male, ma non mi hai toccato.
Le tue parole, mi hanno trafitto il cuore.

Mi vuoi per ciò che sono e non mi vuoi per ciò che sono
Morirò da solo, la mia colpa è solo ciò che sono
Pesca bugie o verità nel sorteggio
E spera nella bugia perchè la verità è peggio

 

Preferivo vivere nelle tue bugie, quando dicevi di amarmi, piuttosto che stare qua a piangere perché ho scoperto la verità.


E nonostante le paglie, ne ho ancora di fiato da vendere
Anche se sembra che inseguo chi non vuole farsi prendere
Ma so che tu lo senti e io lo sento anche non stando insieme
Sotto la pelle, sotto la carne, dentro alle vene


E’ vero, ti sento ancora.
Qua.
Su di me.
Sento ancora il tuo respiro caldo sulla pelle.
Ancora le tue unghie, che penetrano nella mia carne.

 

Ora sono qua, da sola.
Manipolata, come una foglia.
Prendo il mio diario, che per “soli” due anni è stato il nostro diario, e la mia biro preferita: quella che mi hai regalato tu, rossa, come il sangue.
L’ultima pagina del diario. 184. Come i miei “Diciott’anni e quattro giorni”.
Scrivo: “Solo noi possiamo amare, fino a sanguinare”.
Fingo un sorriso. Tanto! Sono 18 anni che fingo.
Prendo la pistola dalla borsa e me la metto sul petto, in prossimità del cuore.
“Ho sanguinato un po’ troppo”.
-

Stava sanguinando dal petto.
Il suo muscolo cardiaco era in frantumi.
Ha amato troppo.
Ma sulla faccia, aveva ancora quel sorriso.
Pareva davvero felice.
E tutte le persone che hanno visto quel cadavere, hanno pensato che fosse stata uccisa da qualcuno, da qualcuno di cui lei si fidava, perché morire felice così era davvero improbabile.
Ma no.
Lei si era suicidata e ora il sangue usciva dalla sua bocca, le sue labbra erano di quel rosso che le è sempre piaciuto.
Quel sorriso pareva quello della Gioconda, perché lei era davvero un’opera d’arte, ma un’opera incompresa. Incompresa da tutti, anche da lei.
In fondo, lei ha vissuto 18 anni crollando dentro, senza riuscire a rialzarsi, sorridendo.
E quel sorriso, lo avrà per l’eternità. 

   
 
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