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Autore: Sprjng    11/11/2013    23 recensioni
"Vuoi sapere qual'è il mio problema?" mi chiese Harry.
"Tu vuoi conoscermi. Nessuno ha mai voluto conoscermi."
-
"Credevo che.. fossimo amici."
"Amici." disse solamente.
"Sei seria?" mi chiese poi.
"Faith, non voglio una cazzo di amica del cuore, capiscilo."
"Sei troppo ottuso per accettare il fatto che qualcuno ti voglia bene."
-
"Dobbiamo parlare."
"Tu mi piaci, io ti piaccio. Ci piacciamo." disse Louis divertito.
-
"Credo di essermi innamorato di te."
-
Una storia tormentata, romantica e perchè no, anche comica.
La storia di Faith.
Genere: Comico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«It's too cold outside for angels to fly.»

Sentii una mano carezzarmi il braccio e mi costrinsi ad aprire gli occhi.

Appena alzai lo sguardo, trovai Harry che mi sorrideva dolcemente. Ricambia il sorriso e sbadigliai.

Eravamo in macchina e probabilmente, eravamo arrivati.

Io ed Harry avevamo deciso di passare gli ultimi giorni di vacanza da sua madre.

L'idea era stata mia. Non mi piaceva il fatto che Harry dovesse rinunciare a passare le vacanze di Natale con la sua famiglia, per stare con me.

Così, con mia grande gioia, avevamo salutato tutti e ce ne eravamo andati.

Non fraintendetemi, amavo la mia famiglia. Ma non vedevo l'ora di sbarazzarmi delle mie cugine, di mia zia e soprattutto, di Seth e Jared.

Mi passai le mani sugli occhi e poi mi guardai intorno. Era notte fonda e fuori era completamente buio.

I lampioni illuminavano fiocamente quella strada a me poco familiare.

La mano di Harry raggiunse la mia guancia, carezzandola delicatamente.

"Siamo arrivati?" gli chiesi, con voce ancora addormentata.

Lui annuì. Poi scese.

Lo sentii aprire lo sportello posteriore e quando mi voltai, lo trovai a scaricare le nostre valige. Così scesi ad aiutarlo.

Quando fummo sul vialetto di casa sua, mi prese la mano nella sua, stringendomi a se. Faceva davvero molto freddo ed io non ero poi così vestita.

Entrasse un mazzo di chiavi dalla tasca dei jeans e aprì la porta, chiedendomi di far silenzio.

Lasciò le valigie all'entrata, evitando di far rumore, trascinandole al piano di sopra.

Ci togliemmo le scarpe e salimmo le scale.

"Vai nella mia stanza." disse, indicandomi una porta.

"Io vado a svegliare mia madre. Devo avvertirla, altrimenti le prende un infarto." disse, dirigendosi verso la camera di Anne.

Aveva preferito non dirglielo prima, per farle una sorpresa. Ma era meglio evitare che sentisse rumori e che pensasse che le fossero entrati i ladri in casa.


Feci come mi era stato chiesto e dopo essermi chiusa la porta alle spalle, accesi la luce.

Non ero mai entrata in quella stanza. E a quanto ne sapevo io, anche Harry non ci entrava da molto. Infatti, aveva tutte le sembianze di una camera di un adolescente.

Il letto era singolo e mi chiesi come avremmo fatto a dormirci in due. Di fronte ad esso, un armadio in legno. Sotto la finestra, una scrivania, perfettamente ordinata.

Mi sedetti sul letto e mi guardai intorno ancora una volta.

Le pareti celesti, avevano qualche poster qua e la. Più che altro, gruppi musicali o giocatori di football.

La porta si aprì ed Harry entrò.

Mi sorrise dolcemente e mi porse dei vestiti.

"E' un pigiama." disse.

Immaginai che fosse di Gemma e non lo chiesi, limitandomi a spogliarmi meccanicamente, per poi indossarlo.

Avrei indossato il mio, ma era in valigia e la mia valigia, era al piano di sotto.

Harry, nel frattempo, disfece il letto, prendendo dall'armadio una coperta più pesante.

"Ci stiamo in due?" chiesi ironica, riferendomi alle diemensioni del suo letto.

Lui mi sorrise, mentre si toglieva le scarpe e si sbottonava i jeans.

"Se ci stringiamo, si." disse, sdraiandosi, per poi farmi cenno di raggiungerlo.

Lo assecondai, montando sul letto.

Si mise su un fianco e io lo imitai. La mia schiena aderì al suo petto e le sue braccia forti mi avvolsero il bacino.

Poi, le luci vennero spente.

Mi strinse ancora di più a se, poggiando il mento sulla mia spalla.

"Buonanotte, piccola." soffiò sui mie capelli.

"Notte, Harry." gli risposi, stringendo la sua mano.



 

Quando mi svegliai, fui felice di non essere caduta dal letto, dato le sue dimensioni ridotte.

Notai con felicità che Harry era sempre dietro di me e mi stava abbracciando, proprio come quando ci eravamo addormentati.

Solitamente, si svegliava sempre prima e si alzava, lasciandomi sola.

Mi piaceva svegliarmi con lui.

Mi rigirai tra le sue braccia, ritrovandomi di fronte al suo petto. Poggiai il viso sul suo cuscino, cercando di risalire alla sua altezza. Quando riuscii ad essergli di fronte, mi accorsi che dormiva ancora.

Gli diedi un leggero bacio sulla guancia e lui non fece una piega. Stava dormendo come un sasso.

Decisi che quella mattina, sarebbe stato lui a svegliarsi da solo. Scivolai dalle sue braccia e dal momento che lui non si oppose, fu piuttosto facile.

Lo guardai, mentre mi sostituiva con la coperta, stringendola tra le braccia.

I suoi capelli, di prima mattina, erano un groviglio di ricci. Amavo guardarlo mentre schiudeva la bocca, in seguito al respiro pesante. A volte, storceva il naso e io dovevo cercare di trattenere le risate, per non svegliarlo.

Sorrisi e non resistetti. Mi avvicinai al letto e gli baciai nuovamente una guancia. Aveva la pelle liscia e morbida, era impossibile resistergli.

Mi decisi ad uscire dalla sua stanza e dopo essere andata in bagno, scesi in cucina.

Quando mi affacciai nella stanza, riconobbi subito i capelli scuri di Anne.

 

Ero imbarazzata. Era solo la seconda volta che la vedevo e non sapevo cosa dirle.

Per fortuna, fu lei a parlare, che in quel momento, si era voltata e mi aveva vista.

"Buongiorno tesoro." disse, con un sorriso a trentacinque denti.

Non potei fare a meno di ricambiarlo e feci qualche passo avanti.

Un minuto dopo, venni inglobata in un caloroso abbraccio.

"Sono felice di rivederti. Harry non mi aveva detto che sareste venuti a trovarci." disse.

Mi allontanai e le sorrisi.

"Ho pensato che volesse trascorrere le vacanze con la sua famiglia." dissi.

"Oh, non preoccuparti. Sono felice che sia venuto da te." disse sorridendomi.

Ricambiai il sorriso, felice per quello che aveva appena detto.

"Mi aiuti a preparare la colazione?" mi chiese poi.

"Certo." le risposi.

Avvicinandomi ai fornelli, vidi il frigorifero e sorrisi tra me e me.

La prima volta che ero stata li, durante la notte mi ero alzata ed ero scesa in cucina. Avevo trovato Harry a petto nudo, seduto davanti al frigo, aperto. Una bottiglia di birra in mano e completamente ubriaco. Scossi la testa, divertita da quel ricordo.

"Sai, sono felice che abbia finalmente messo la testa a posto." disse, iniziando a recuperare qualche ingrediente.

"E' molto cambiato dall'inizio del college." dissi.

Ricordavo ancora il vecchio Harry. Non mi ero affatto dimenticata di quando mi aveva fatto scavalcare dalla finestra, per saltare l'ora di detenzione. O di quando mi diceva che dovevo farmi gli affari miei e che non dovevo cercare di conoscerlo. Mi chiedo dove sarei ora, se gli avessi dato ascolto.

"Credo che sia in parte merito tuo." disse.

Ci pensai su. Forse non aveva tutti i torti. Ma non ero stata esattamente io a cambiarlo. Era stato l'amore.

E potrà sembrare banale, ma io l'ho sempre detto. L'amore migliora le persone, è così.

"Lo spero." dissi, sorridendole.



 

Harry's point of view.


Tastai il letto e mi accorsi di essere solo.

Mi chiesi se Faith fosse caduta, dato le dimensioni ridotte del materasso. Ma dopo aver controllato a terra, decisi che non era un opzione valida.

Mi alzai e dopo essermi stiracchiato, scollegai il cellulare dal carica batterie.

Altre tre chiamate perse.

Sapevo chi era e sapevo anche che non gli avrei risposto.

Lanciai il telefono sul letto e dall'armadio, presi un paio di pantaloni grigi della tuta.

Infilai una maglietta nera e una felpa, dato che la separazione dalle coperte calde, mi aveva fatto venire freddo.

Andai in bagno e dopo essermi lavato il viso, scossi i ricci, per poi mandarli indietro, alla meno peggio.

Passando per il corridoio, vidi la porta di camera di mia sorella aperta.

Mi affacciai e nonostante fosse quasi completamente buio, la intravidi sotto le coperte.

Ancora non sapeva che ero tornato, così decisi di fargli una sorpresa.

Entrai nella stanza e senza tante cerimonie, le salii sulla schiena, sedendomi a cavalcioni.

La prima reazione fu un urlo.

"Shh, sono io cretina." le dissi, ridendo.

"Harry!" urlò felicemente.

Si liberò della mia presa e dopo aver ribaltato la situazione, mi salì addosso, stringendomi in un abbraccio affogante.

Risi, nonostante stessi per morire stritolato.

"Mi sei mancato." sussurrò, contro il mio collo.

Allora le avvolsi la schiena con le braccia e le stampai un bacio sulla guancia.

"Anche tu." dissi.



 

"Ahia!" urlai, quando mia sorella mi colpì in pieno stomaco.

"Questo è per non avermi chiamata a Natale." disse divertita, mentre scendevamo le scale.

Le spettinai i capelli.

"Neanche tu ti sei scomodata." dissi.

"Mi è toccato sorbirmi le lasagne di zia Beth." disse, imbronciandosi.

"Quelle collose?" chiesi ridendo.

Le faceva sempre, ad ogni ricorrenza. L'unica volta in cui le feci notare che facevano schifo, mi obbligò a mangiarne il doppio. Ma ero solo un ragazzino. In realtà, zia Beth, non la vedevo da circa quattro anni.

"C'è poco da ridere. Ho avuto voglia di vomitare per tutto il giorno!" disse.

La spinsi, colpendole la spalla, entrando per primo in cucina.

Ma lei mi raggiunse e mi spinse a sua volta.

"Mamma, Gemma mi fa i dispetti." dissi, dirigendomi verso Faith, la quale mi dava le spalle ed era intenta ad apparecchiare la tavola.

"E' colpa di Harry." disse mia sorella, lagnandosi.

"La volete smettere?" chiese mia madre, ridendo di gusto.

La verità, era che amava vederci giocare e scherzare insieme. Non assisteva a una scena così, da tre anni e mezzo. Forse di più.

Posai le mani sui fianchi della mia ragazza e le diedi un bacio veloce sul collo. Lei si voltò, mostrandomi un ampio sorriso. Fui felice di vederla così di buon umore. L'abbracciai.

"Scusa?" chiese mia sorella, afferrando i lembi della mia felpa e tirandomi indietro.

"Fammi salutare questa bella ragazza." disse, facendola ridere.

Si abbracciarono e a me sembrò di raggiungere il limite della felicità.

Il fatto che Faith piacesse così tanto sia a mia madre, che a mia sorella, la rendeva ancora più giusta per me.

Adesso era persino diventata amica di quelle squinternate delle mie migliori amiche.

"E' bello riaverti a casa." disse Gemma.

Una luce brillò negli occhi di Faith. Quella frase, ci fece sentire strani entrambi.

Adesso quella era anche casa sua. La mia famiglia, era la sua famiglia.

E sorrise, sorrise come se fosse stata la ragazza più felice del mondo.

"Si freddano i toast." disse mia madre, sedendosi attorno al tavolo.

Allora mi sedetti e feci colazione con le tre donne più importanti della mia vita.



 

"Harry, mi hai stancata. Dimmi dove andiamo." disse Faith, sbuffando.

"Ti ha mai detto nessuno che sei una ragazzina insopportabile?" chiesi ironico.

Lei alzò gli occhi al cielo e poi scoppiò a ridere.

"Siamo nel bel mezzo del.. niente." disse, esasperata.

"Non è vero, siamo in un campo." dissi.

"E la c'è un bosco." aggiunsi, indicandoglielo.

"Mi porti a sperdere?" chiese.

"E' così ovvio che io voglia liberarmi di te?" chiesi ridendo.

Lei mi colpì il braccio.

"Ma smettila. Dove vai senza di me?" chiese, facendo la preziosa.

"Da nessuna parte, lo sai." dissi, sorridendole.

Le abbassò lo sguardo.

Mi chiedevo come fosse possibile che, dopo tutto, arrossisse ancora.



 

"Vuoi suonarmi qualcosa?" chiese elettrizzata, quando estrassi Kelly dalla custodia.

Annuii.

Poi la sua mano si posò sul mio braccio e mi guardò titubante.

"L'hai più suonata da quando te l'ho regalata?" chiese.

Scossi la testa. Non ci ero riuscito.

La guardavo e volevo suonarla, davvero. Però non mi sentivo pronto. E soprattutto, non volevo suonarla da solo.

L'ultima volta, l'avevo fatto per Liz. Quel pomeriggio, lo feci per Faith.

Le mani mi tramavano e il cuore mi batteva forte. Ma ero felice. Felice di poterla suonare di nuovo. Quindi presi un bel respiro e accarezzai le corde.

Sia io che Faith, sorridemmo e quasi ridemmo, senza neanche un motivo.

Improvvisamente, ricordai tutto. Tutte le note, tutti gli accordi, tutte le canzoni.

E le suonai una delle mie preferite.

"Perchè non canti?" chiese, quasi delusa.

"Non conosco le parole." mentii.

In realtà, per quanto possa sembrare assurdo, mi vergognavo.

"White lips, pale face. Breathing in snowflakes. Burnt lungs, sour taste."* iniziò lei.

Sorrisi.

Amavo la sua voce. Era delicata, ma anche decisa.

Fui sorpreso dal fatto che conoscesse quella canzone. Era una delle mie preferite.

"Light's gone, day's end. Struggling to pay rent. Long nights, strange men." continuò.

L'ascoltai fino al ritornello, poi mi unii a lei.

"Cos we're just under the upperhand and go mad for a couple of grams. And she don't want to go outside tonight."

"And in a pipe she flies to the Motherland or sells love to another man. It's too cold outside for angels to fly."

Suonai l'ultima nota e le sorrisi.

Rimanemmo in silenzio, per un tempo che sembrò infinito.

Poi mi decisi a parlare.

"Sto per dirti una frase poetica." dissi, facendola ridere.

"Sentiamo." disse sorridendomi.

Tossii e dopo essermi sistemato meglio, assunsi un'espressione concentrata.

"Sei la frase più bella all'interno della mia canzone preferita." le recitai, guardandola intensamente.

Lei mi sorrise, più divertita, piuttosto che lusingata.

"Non fare mai l'attore." disse, ridendo.

"Perchè?" le chiesi divertito.

"Datti all'ippica Harold." disse, alzandosi dal prato.

"Come mi hai chiamato?" le chiesi minaccioso.

Sapeva che mi dava fastidio, per questo iniziò a correre.

Mi alzai e posando la chitarra a terra, la ricorsi.

"Ripetilo se hai il coraggio!" le urlai, mentre lei rideva come una pazza.

"Edward." canticchiò, mentre correva.

"Faith Allyson Cooper, ti pentirai di aver nominato il mio nome invano." le dissi ridendo, mentre l'afferravo per i fianchi e la trascinavo sul prato, facendola stendere sull'erba.



 

"Ben tornati." disse mia madre ridendo e guardando l'orologio.

Eravamo stati fuori tutti il giorno.

L'avevo portata a vedere i posti che frequentavo quando ero un ragazzino. Quando ancora vivevo ad Holmes Chapel.

"Ciao mamma." dissi, baciandole la guancia.

"Tra poco è prona cena." disse, finendo di apparecchiare.

"Vado a fare una doccia e scendo." dissi.

"Sali con me?" chiesi a Faith, la quale annuì.



 

Faith's point of view.
 

Mi sdraiai sul suo letto, aspettando che finisse di fare la doccia.

Quel pomeriggio, Harry era stato capace di ridarmi completamente il sorriso.

Era riuscito a farmi dimenticare tutti gli avvenimenti negativi che erano successi a Doncaster, accogliendomi ad Holmes Chapel.

Sorrisi da sola, ma la vibrazione di un telefono, attirò la mia attenzione. Sul comodino, di fianco al letto, il display del telefono di Harry, era acceso.

La solita scritta, lampeggiava sullo schermo: Numero Privato.

Senza neanche pensarci, lo presi e me lo portai all'orecchio. Harry mi avrebbe sicuramente uccisa, ma quella storia andava avanti da il giorno precedente e lui non si era mai deciso a rispondere.

Stavo per dire "Pronto?", ma le prime parole vennero pronunciate dall'altro capo del telefono.

"Harry, finalmente mi hai risposto." disse.

Era un uomo. Direi adulto. Sicuramente più grande di Harry.

Rimasi in silenzio, non sapendo cosa dire.

"Grazie di averlo fatto. So che non ci sentiamo da un po'.. ma ho bisogno di parlarti."

Decisi di spiccare parola.

"Scusi, non sono Harry.. lui non poteva rispondere. Chi parla?" chiesi, titubante.

Ci fu un momento di completo silenzio.

"Suo padre." disse, lasciandomi completamente sbigottita.

"Faith, che stai facendo?"

Mi voltai, trovandolo sulla soglia della porta.

Il corpo avvolto in un asciugamano e un'espressione poco felice disegnata sul volto.




*Ed Sheeran - The A Team, Plus.
 

SWAAG.
Salve a tutte 
Lo so, ne sono pienamente cosciente, sono in un ritardo illegale.
In realtà non ho scuse del tipo "Avevo da studiare." o impeggni vari. Semplicemente mancava l'ispirazione.
Ma tranquille, è tornata.
Voglio dire intando una cosa importante. Ho smesso di pubblicare questi capitoli su facebook.
Ho già spiegato sulla mia pagina i perchè, volevo solo dare il benvenuto alle ragazze che prima mi seguivano li, che adesso si sono "traferite" qui.
Mi fa davvero piacere se continuate a leggerla e spero di trovare presto vostre recensioni :)
Per le altre che già mi seguivano qui, solo GRAZIE MILLE.
Un bacio,

Michi x



 

Faith

 

Harry

 

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