Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: saltandpepper    13/11/2013    15 recensioni
Avere un'avventura di una notte da ubriachi fa schifo.
Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo fa più schifo.
Avere un'avventura di una notte da ubriachi mentre si è al liceo e si è un ragazzo è il massimo dello schifo.
La vita di Louis Tomlinson crolla su di lui dopo un incontro con il calciatore Harry Styles mentre erano ubriachi. Tutto ciò che ha mai conosciuto e mai creduto viene gettato fuori dalla finestra e lui è improvvisamente costretto a venire a patti con il fatto che il suo cuore non batte più solo ed esclusivamente per lui.
ATTENZIONE: Questa storia non è nostra. Noi ci limitiamo a tradurla!
Slash, Louis/Harry esplicito.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ATTENZIONE: Questa storia non è nostra. Dopo averla trovata in uno dei tanti siti di Fan Fiction Inglesi, abbiamo deciso di tradurla anche qui su EFP, sapendo che sicuramente a qualcuno avrebbe fatto piacere. Tutti i diritti di autore vanno alla fantastica Blindfolded.
 
____________

Capitolo 7



La mia situazione è piuttosto grandiosa, vero?

Venerdì 26 Novembre
Quattordici settimane e quattro giorni


I giorni di scuola sembravano essere i più lunghi della settimana e quando arrivava il Venerdì, riuscivo a stento a rimanere sveglio per tutta la giornata. Non che io di solito prestassi molta attenzione alle mie lezioni, ma tendevo a tenere almeno gli occhi aperti. Quella settimana però, riuscii ad addormentarmi per tre volte ed ero finito per essere sgridato tutte e tre le volte. Non conoscevo niente di gravidanze oltre quello che il dottor Hayes e il dr. Wright mi avevano detto, quindi non sapevo se la stanchezza fosse un altro effetto collaterale di essa o ero soltanto più pigro del solito. Volevo saperlo per certo però, quindi fu per quello che mi trovai sdraiato sul mio letto - come al solito - quando tornai a casa quel pomeriggio, il mio telefono attaccato contro l'orecchio mentre aspettavo che il dottor Hayes mi rispondesse.
"Ufficio del Dr. Hayes," disse una familiare voce femminile dopo una ventina di squilli.
"Oh, hey, grazie a Dio l'ho trovata," dissi, emettendo un  sospiro di sollievo "Sono Louis... uhm, Tomlinson."
"Oh, certo, ciao," disse, e sentii il sorriso nella sua voce "Cosa posso fare per te?"
"Mi stavo chiedendo se è normale sentirsi stanchi, circa...per tutto il tempo. Mi sono addormentato tre volte durante le lezioni di questa settimana perchè non sono riuscito a restare sveglio, anche se dormo più che sufficientemente la notte. Quindi, che vuol dire questo?"
"La stanchezza è del tutto normale," iniziò "La ragione è perchè semplicemente viene spesa un sacco di energia del tuo corpo per aiutare la crescita del bambino. Probabilmente continuerai a sentirti stanco per tutto il resto della gravidanza, ma dovrebbe migliorare entro le prossime due settimane. Intanto assicurati di riposare molto, anche solo un sonnellino una o due volte al giorno, e di andare a letto un po' prima del solito. Inoltre, dovresti cercare di mangiare 3/400 calorie in più di quelle che assumi."
"Mangiare ancora di più? Mi sento già più grasso di una mucca," gemetti.
"La cosa più importante è mantenere in buona salute il tuo bambino, no?"
Sospirai.
"Si. Ok, quindi devo riposare molto e mangiare di più, vero?"
"Più o meno si. E fai in modo che le calorie in eccesso che assumi non siano caramelle e patatine, d'accordo?"
"Si, ho capito," canticchiai.
"Beh, a parte questo, sarebbe un bene sia per te che per il bambino fare una passeggiata una volta al giorno. Non molto lunga, ma solo un breve giro intorno all'isolato vi farà sentire molto meglio a tutti e due."
"Queste cose sulla gravidanza richiedono un bel po' di attenzione per me stesso, non è vero?
"Lo fanno sicuramente," disse dall'altra estremità della linea "Visto che sei qui, potrei chiederti se hai deciso di tenere il bambino o no."
"Oh. Ehm, si ho... stavo pensando che potrei portare avanti la gravidanza e poi darlo in adozione," dissi esitante, un po' preoccupato che mi avrebbe detto che il piano non fosse terribile.
"E hai pensato a questo quindi?"
Annuii, ma poi mi resi conto che non poteva vedermi.
"Si," dissi "Oh, beh, credo di si, almeno. Non posso abortire, non sarò in grado di farlo, ma non posso tenerlo, così... ho pensato che l'adozione sarebbe una buona... opzione."
"Sembra una soluzione molto ragionevole," disse ed io respirai di sollievo "Ma se è questa la situazione, probabilmente dovremmo fissare un appuntamento per un nuovo controllo."
"Oh, si, certo. Quando dovrei venire?"
"Beh, considerando le circostanze alquanto insolite qui, non abbiamo ancora fatto il controllo, quindi abbiamo bisogno di farlo il prima possibile."
"Va bene, in cosa consiste?"
"Mi sto facendo un sacco di domande sulla tua storia medica e altro, quindi dovrò misurare la tua altezza e il tuo peso, controllare per l'HIV, la sifilide e l'epatite B, e possiamo anche controllare il tuo bambino per la sindrome di Down e le altre possibili condizioni."
"Sembra che richiederanno abbastanza tempo"
"Potrebbero, si."
"E' qualcosa in cui... dovrà essere presente anche Harry?" Chiesi, aggrottando le sopracciglia nervosamente.
"Sarebbe una buona idea se lui sia lì visto che il bambino ha la metà dei suoi geni, ma non è necessario."
"Bene, bene. Ma dopo questo controllo, quanto spesso avrò bisogno di venire?"
"Normalmente si fa il controllo a sedici settimane, diciotto settimane, ventotto settimane, trentaquattro settimane e trentotto settimane, ma visto che sei un ragazzo, in realtà preferirei se tu potessi venire una volta ogni due o tre settimane fino alla trentaseiesima, e poi vorrei vederti ogni settimana prima del parto."
"Wow, spesso eh?"
"Sta a te decidere naturalmente, ma penso sia meglio prevenire che curare."
"No, va bene, verrò tutte le volte che vuole," dissi in fretta. "Non ho idea di cosa fare, quindi non mi resta che ascoltare le sue parole per... beh, tutto."
"Se le cose stanno così, allora vorrei prendere un appuntamento per... vediamo... Lunedì 6 Dicembre alle 10.00. Va bene per te?"
"Si, penso che vada bene."
"Se poi non ti dovesse andare bene, devi solo chiamarmi e sposteremo l'appuntamento ad un altro giorno, va bene?"
"Si, okay, grazie."
"Nessun problema."
"Beh, uhm... grazie, c-ci vediamo tra un paio di settimane, credo," dissi goffamente.
"Non c'è problema, ti auguro una buona giornata Louis."
"Grazie, anche a lei."
Sospirai e misi il mio cellulare sul comodino. Sembrava proprio che avrei avuto un sacco di appuntamenti dal medico da quel momento in poi. Beh, come aveva detto il dottore, meglio prevenire che curare. Se il mio bambino sarebbe morto improvvisamente solo a causa della mia poca voglia di fare i controlli, non mi sarei mai potuto perdonare. Wow, stavo diventando veramente pessimista. Mentre giacevo lì, sentivo le mie palpebre sempre più pesanti e prima di avere il tempo di pensare a qualcosa di più coerente, caddi un calmo e tranquillo sonno.

Quando mi svegliai era già buio e gemetti chiedendomi per quanto tempo avessi dormito. Mi resi conto che ancora una volta ero finito con le mani appoggiate protettive sullo stomaco e mi chiesi come diavolo potevo sentirmi così attaccato a quella piccola creatura quando questa non aveva nemmeno quattro mesi di vita.
Mi misi a sedere lentamente, stropicciandomi gli occhi e sbadigliando. Il mio cellulare era appoggiato sul comodino, dove l'avevo lasciato prima, e sospirai ricordando che ancora non avevo usato il numero di Harry che Liam aveva salvato sul mio cellulare quattro giorni prima. Aveva bisogno di sapere che non avevo intenzione di abortire, Liam e Zayn avevano ragione. Potremmo non conoscerci particolarmente bene - o del tutto -, ma quello era anche il suo bambino e lui meritava almeno di sapere quello che stava succendendo, soprattutto dopo la sua reazione all'ufficio del dottore.
Il mio cellulare mi disse che erano le 7 e mezzo di sera, e pensai velocemente che non sarei riuscito a dormire quella notte. Cliccai nella lista contatti e rapidamente trovai il numero che stavo cercando.
Harry Styles
Chiamata o messaggio? Non mi piaceva particolarmente parlare per telefono dato che non potevo usare il linguaggio del corpo e le espressioni del viso mentre comunicavo, ma mandare un messaggio sembrava altrettanto stupido, come rompere con qualcuno tramite un messaggio. Poi ancora, era meglio una telefonata? Forse... no, pessima idea. O forse no. Forse potevo inviargli un messaggio e chiedergli di incontrarci da qualche parte il giorno dopo? Era Sabato dopotutto e non avrebbe avuto scuola o altri impegni del genere, giusto? Giusto.

Hey, hai tempo per incontrarmi da qualche parte domani? Digitai subito. Lo riguardai un paio di volte, decidendo che andava bene, prima di inviarlo.
Ci vollero solo un paio di minuti prima che il mio telefono squillasse, annunciando un messaggio in risposta.

Vaffanculo Lauren.

Mi accigliai.
Chi è Lauren?

Okay, non sei Lauren, chi sei allora?

Louis.

Ok. Perchè vuoi incotrarmi? Per dirmi cosa si prova ad uccidere il proprio bambino?

La mia bocca si aprì. Ok, era veramente incazzato con me. E pensava che avessi già abortito, quindi Liam e Zayn non gli avevano detto niente.

Non esattamente e no, non è quello. Non voglio avere questa conversazione per messaggio, perciò, puoi o non puoi incontrarmi domani? Risposi.

Se è solo per farmi vedere le immagini di com'era il bambino quando l'hanno tirato fuori da te, allora no, non posso.

Cazzo, qual'era il suo problema?

Smettila di essere un coglione. E no, non è per questo che voglio incontrarti.

Bene, quando e dove?

Starbucks a mezzogiorno?

Bene.

Almeno c'erano alcuni vantaggi nel vivere in una piccola città; quando si dice 'vediamoci allo Starbucks', non era seguito da un 'a quale dei trecento Starbucks nella zona ti stai riferendo?'. No, c'era un solo Starbucks nella città e questo rese le cose un bel po' più facili di quanto lo sarebbero state se stessimo vivendo a Londra o in qualsiasi altra città.
Appoggiai il cellulare sul comodino e mi stesi sulla schiena, le mie mani ancora una volta appoggiate sulla mia pancia. La pace non durò a lungo perchè solo dieci secondi dopo che mi ero sdraiato, la mia porta si spalancò e Owen entrò. Non ebbi nemmeno tempo di reagire che lui si fermò proprio davanti alla porta guardandomi con un sopracciglio alzato.
"Amico, seriamente, cosa diavolo sta succedendo al tuo stomaco ultimamente?" Chiese. Oh, che osservatore.
Mi guardò torvo ed io lasciai cadere le mie mani lungo i fianchi.
"Sto diventando grasso," dissi acidamente.
"Uhm, okay, certo," disse, scuotendo la testa come se, ovviamente, volesse dire 'stronzate'.
"C'è qualcos'altro che vuoi dirmi oltre ad insultarmi?"
"Mamma sta andando al supermercato, voleva sapere se vuoi qualcosa."
Ci pensai su un paio di secondi prima di rispondere.
"Uhm, si," dissi. "Una scatola di Ritz, un po' di mele, qualche banana, un succo d'arancia e... oh, un po' di cioccolata."
"Sul serio?"
"Cosa?"
Owen sbuffò.
"Non c'è da stupirsi se stai diventando grasso."
"Mi farai venire i complessi, lo sai."
"Si, ne sono sicuro. Va bene, quindi cracker, mele, banane, succo d'arancia e cioccolata?"
Annuii.
Sorrise brevemente prima di uscire dalla stanza e chiudere la porta. Per un fratello minore, Owen non era poi così male. Un po' troppo onesto a volte, certo, ma sapeva quando stare zitto ed essere serio. E' davvero sorprendente quanto possono essere diversi due fratelli, anche se la differenza di età è di soli due anni. Mentre io ero tranquillo, autonomo, più o meno non avevo nessun amico, e non facevo nulla di particolare dopo la scuola, Owen era l'esatto contrario. Lui era molto popolare nella sua scuola da quando giocava per la squadra di calcio, aveva un gruppo di amici, cosa che avevo notato visto che portava a casa un nuovo amico ogni giorno - o così mi sembrava - e anche se aveva solo quindici anni, era già riuscito ad avere tre fidanzate. Era stato quasi imbarazzante per me, il fratello maggiore, sentirmi così inferiore a lui, ma... beh, questo era quello che ero.

Sabato 27 Novembre
Quattordici settimane e cinque giorni


Mi ci volle un po' per vestirmi quando mi svegliai la mattina successiva alle 11.00. Ero dovuto andare a comprare nuovi vestiti perchè le uniche cose che possedevo che non mostravano il mio stomaco - oltre ai pantaloni della tuta e delle grandi t-shirt - erano... beh, non ne avevo in realtà. Avrebbe funzionato in quel momento perchè era inverno, che significava molti strati di vestiti, e perchè non ero ancora così tanto grosso, ma questo fino a Maggio e da allora sarei diventato molto più grande e fuori sarebbe diventato troppo caldo per un cappotto pesante.
In quel momento avevo un altro problema però. Dovevo incontrare Harry dopo circa un'ora e non avevo niente da mettermi. Non che sentissi il bisogno di vestirmi per lui, ma indossare pantaloni della tuta in pubblico andava contro i miei principi. Dopo un sacco di lamenti e un paio di gemiti disperati, finii con un vecchio paio di jeans abbastanza larghi intorno ai fianchi e una felpa grigia, decidendo che il mio cappotto e una grande sciarpa avrebbero nascosto il mio stomaco abbastanza bene.
Tempo di farmi una doccia,fissare i capelli, vestirmi e fare una colazione veloce, l'orologio segnava già le 11.55 ed io distavo circa quindici minuti dallo Staubucks, ciò significava che ero in un ritardo impressionante. Era troppo freddo per andare in moto e mi sentivo troppo grasso per attraversare l'intera città a piedi. Inoltre avrebbe potuto non essere un bene per il bambino lo stress e la corsa nello stesso tempo.
Quindi per questo arrivai allo Sturbucks quindici minuti prima di mezzogiorno, trovando Harry già seduto ad un tavolo vicino alla finestra, con una tazza bianca in mano, mentre guardava distrattamente le persone che passavano fuori sulla strada. Sorrisi nel vederlo perchè mi sembrava la scena di un qualche video musicale. Mi avvicinai al tavolo e lui alzò gli occhi, offrendomi un piccolissimo sorriso come saluto. Beh, almeno non aveva urlato. Ancora.
"Hey, scusa il ritardo, ho avuto una... cosa da affrontare," dissi mentre mi siedevo nella sedia di fronte alla sua. Notai una seconda tazza appoggiata sul tavolo, piena di qualcosa che non potevo vedere a causa della panna nella parte superiore.
"E' tua?" chiesi, annuendo verso la tazza.
"Non esattamente, ho ordinato per te," disse con una scrollata di spalle.
"Per me?" Chiesi stupidamente, un po' sorpreso.
"Si, fa freddo fuori e - beh, è una sorta di scusa per essere stato una testa di cazzo ieri. Ero di cattivo umore e mi sono sfogato su di te, mi dispiace," disse, offrendomi un altro debole sorriso.
"Oh... io pensavo fossi arrabbiato con me dopo il... sai," dissi esitante.
"Lo ero e lo sono ancora un po', credo."
"Grazie comunque," dissi "Ma non credo che dovrei bere caffeina perchè... sai," aggiunsi, indicando vagamente il mio stomaco.
"Cosa? Pensavo che - tu non hai - voglio dire, pensavo che tu avessi intenzione di... abortire. Pensavo lo avessi già fatto," disse, guardandomi sorpreso.
"No, non l'ho fatto. Non ho mai detto di aver intenzione di farlo, ho detto che lo stavo considerando," dissi.
"E?"
"E cosa?"
"Hai... deciso?" Chiese, guardandomi come se avesse paura di sentire la risposta.
"Uhm, in realtà si," mormorai, armeggiando con le mie mani nervosamente "Non ho intenzione di abortire, andrò fino in fondo alla gravidanza per poi darlo in adozione una volta nato."
Mi guardò in silenzio per qualche secondo prima di annuire lentamente.
"Credo sia meglio che ucciderlo," disse.
"Ho pensato così, si," dissi seccamente.
"Cosa ti ha fatto cambiare idea però?"
Sospirai.
"Non ho mai deciso che avrei abortito, era solo un'opzione, che non mi è piaciuta fin da subito. Era solo qualcosa che andava preso in considerazione."
"Giusto."
Lo guardai pensieroso per qualche secondo prima di porre la domanda che avevo avuto nella testa nelle ultime due settimane.
"Perchè quel giorno, nell'ufficio del medico, hai reagito in quel modo?"
"Cosa intendi?" Chiese con calma dopo aver bevuto un sorso del suo drink.
"E' solo che... quando ti ho parlato di questo, avevi detto che non ti sarebbe importato quello che avrei fatto - se avessi tenuto il bambino o no - e nello studio del medico, ti sei alzato improvvisamente e hai praticamente lasciato la stanza dopo che ho detto che stavo anche considerando di abortire. Perchè lo hai fatto?"
Sembrava un po' a disagio quando rispose.
"Io - beh, io non ci credevo affatto quando tu me lo avevi detto, ed in quel momento è stata la prima cosa che mi è saltata in mente di fare, capito?" disse. "E' stato abbastanza... diverso quando, sai, ho visto la piccola cosa su quello schermo."
"Si, ho capito cosa intendi," dissi. "Quindi, okay, fammi capire bene: tu non vuoi che io abordisca?"
"Pensavo che avessi detto che hai intenzione di tenerlo," disse, guardandomi in evidente confusione.
"Ho intenzione di tenerlo, ma mi sto chiedendo se tu non vuoi veramente che io abortisca o se semplicemente ne sei indifferente."
Si grattò la nuca e si scompigliò i capelli ricci.
"Credo di non volerlo - voglio dire, è il tuo corpo, perciò spetta a te la decisione, no? Io non posso dire molto ad essere onesto."
"Non era questa la mia domanda."
Lui strinse le labbra e si appoggiò completamente allo schienale della sedia.
"Io non voglio che tu abortisca," disse. "Io non sono contro l'aborto, l'ho già detto, ma penso che... sono contro l'aborto del, beh, del mio... bambino."
"E' stata la prima cosa che ho pensato anche io quando l'ho saputo," dissi con un sorriso.
"Si, sono... contento che lo terrai."
"Non lo terrò veramente, però."
"No, ma almeno vivrà. E' meglio di niente."
"Si suppongo."
Restammo entrambi seduti in silenzio per un paio di minuti e mentre Harry stava sorseggiando il suo drink, io mi guardavo intorno cercando di pensare se ci fosse altro da dirgli in quel momento visto che era calmo e tranquillo.
"Posso farti una domanda?" Disse lui rompendo il silenzio, risparmiandomi di pensare a qualcosa da dire.
"Certo, dimmi," risposi.
"Suonerà un po' scortese, ma... come puoi essere così sicuro che il bambino sia mio?"
I miei occhi si spalancarono e sentii un leggero rossore sulle mie guance. Mi sarei aspettato questa domanda prima o poi, ma onestamente speravo di non arrivare mai a parlarne. Quella conversazione sarebbe diventata imbarazzante se lui mi avesse costretto a dire la verità.
"Io, uhm... lo so e basta, credimi," dissi dopo essermi preso un paio di secondi per pensare a cosa dire. Non volevo davvero dire a Harry Styles, che probabilmente faceva sesso più spesso di quanto io mi cambiavo i calzini, che era stato il primo ragazzo con il quale avevo mai fatto sesso. Sarebbe stato fin troppo umiliante.
Lui aggrottò la fronte.
"Non che tu non sembra affidabile o altro," disse esitante. "Ma non ti conosco molto bene e, scusa, ma puoi darmi la colpa per voler sapere tutto con certezza? Tutta questa situazione è un po' folle, se non l'avessi notato."
Forzai una breve risata.
"Si, l'ho notato," dissi.
"Quindi...?"
Mi morsi il labbro e mi guardai intorno. Tutti i tavoli del locale erano occupati per lo più da persone anziane e famiglie. Se glielo avessi detto, avrebbero pututo sentirmi alcuni bambini sui tre anni ed alcuni pensionati di ottant'anni.
"Possiamo andare a fare una passeggiata? Il dottore ha detto che camminare mi farebbe bene....così," mi interruppe.
"Non finchè non mi dici come lo sai che-"
"Te lo dirò, ma preferisco non farlo qui dove tutti possono ascoltare quello che stiamo dicendo," lo interruppi guardandolo implorante.
Lasciò vagare lo sguardo per la stanza e poi sospirò.
"Va bene, va bene," disse mentre si alzava dalla sedia.
Uscimmo dal negozio e ci fermammo fuori nel marciapiede affollato.
"Da che parte?" Chiese Harry che mi stava guardando interrogativamente.
"Non importa, facciamo solo... un giro," dissi prima di mettere i miei piedi di nuovo in movimento ed iniziare a camminare lungo la strada. Certo, c'erano un sacco persone di troppo, ma c'erano anche così tanti suoni che nessuno sarebbe stato in grado di ascoltare la nostra conversazione.
"Okay, allora, stavamo dicendo; come fai ad essere così sicuro che io sia il... uhm, padre?" chiese dopo che stavamo camminando in silenzio per un paio di minuti. Avevamo raggiunto la fine della piccola strada ed eravamo entrati in un piccolo parco posto al centro della città. Era molto più tranquillo lì e, con mia grande sorpresa, quasi senza persone. Il parco era così piccolo che comprendeva solo un grande prato con un paio di alberi sparsi tutt'intorno, ma mi era sempre piaciuto.
"Beh, ne sono sicuro, perchè... non ci sono molti altri candidati," dissi, gli occhi incollati a terra mentre parlavo.
"Okay... come mai?"
Presi un respiro profondo.
"Non-non ridere di me, okay?" dissi mordendomi il labbro mentre lo guardavo negli occhi nervosamente. Luì annuì e ricambiò lo sguardo curioso.
"Uhm, si, beh, tu eri... la mia prima volta," mormorai. "E lo sei fin d'ora."
La sua bocca si aprì leggermente in una silenziosa 'o' ed improvvisamente sembrò dispiaciuto.
"Mi dispiace," disse.
"Per cosa?" Chiesi confusamente.
Sorrise storto.
"So di essere un po' troppo rude quando faccio sesso da ubriaco, quindi... scusami."
"Oh... va bene," dissi, non volendo dirgli che si, era stato davvero molto rude.
"Non proprio. Probabilmente ti ho fatto male, vero?" Chiese, leggermente accigliato.
"Io - no - voglio dire, si, un po', ma va bene così, sono sopravvissuto e tutto, perciò..."
"Sono ancora dispiaciuto," disse. "La prima volta non dovrebbe essere dolorosa e ubriaca ad una festa."
"Non sapevo che fossi così corretto e moralista," dissi.
"Pensavo che avessi avuto una chiacchierata con Liam e Zayn e che loro ti avessero detto un bel po' su di me," disse con un sorriso.
Diventai di nuovo rosso.
"Oh, te l'hanno detto," dissi.
"Si, l'hanno fatto. Perciò cosa ti hanno detto esattamente su di me?"
Mi strinsi nelle spalle.
"Diverse cose."
"Tipo...?"
"Beh, mi hanno detto che non fai 'avventure' di una notte, solo fidanzate," dissi, sentendomi un po' a disagio.
"Aha. Quindi?"
"Quindi... perchè l'hai fatto con me?"
Sembrava che la mia bocca avesse deciso che pronunciare ogni pensiero nella mia testa fosse una buona idea, ed io avrei voluto scomparire in un fosso quando quelle parole uscirono.
"Sono solo un essere umano," disse semplicemente.
"Se non ti dispiace che te lo chieda," dissi esitante, "cosa vuoi dire?"
Mi rivolse un sorriso ironico prima di rispondere.
"Che sono un ragazzo di diciotto anni che ha gli stessi bisogni di tutti gli altri."
"Quindi hai deciso di chiacchierare con il ragazzo più solitario della scuola ad una festa, farlo ubriacare e scopartelo."
"Oh, no - io-io non intendevo questo," disse con gli occhi spalancati per l'ovvio senso di colpa e per il leggero orrore.
"Certo che intendevi questo," dissi. "E' tutto okay, però, io non sono arrabbiato con te o altro."
"Non sei arrabbiato?" Chiese incredulo.
"No, non si può dire che io lo sia."
"Perchè no? La maggior parte delle persone lo sarebbe."
"Credo che non mi piacciano... le altre persone."
Lui non rispose, mi rivolse appena un sorriso mentre continuavamo a camminare. Dovevo ammettere che, per essere un'atleta, non era poi così male. Stare con lui era piuttosto piacevole a dir la verità. Chi se lo sarebbe mai aspettato?
"Quindi, solo perchè io pratico uno sport devo essere un coglione?"
 I miei occhi si spalancarono. Se avessi detto quelle cose ad alta voce? Harry mi guardava con un sorriso e un sopracciglio alzato e tossii goffamente. Si, avevo detto quelle cose ad alta voce.
"Mi dispiace, non volevo dirlo ad alta voce," mormorai.
"Ho approfittato di te, e tu mi hai chiamato coglione. Ora siamo pari," disse con un sorriso.
"Quindi tu pensi che essere chiamato coglione equivalga ad essere stato messo incinto? Hai una prospettiva strana della vita Harry Styles," dissi.
"Stavo parlando di quello che era successo, non delle sue conseguenze."
"Giusto. Okay, siamo pari."
Ancora una volta cadde il silenzio. Eravamo già arrivati alla fine del parco quando notai una panchina ad un paio di metri alla nostra sinistra e tirai un sospiro di sollievo. Mi faceva male la schiena a causa della camminata che avevamo fatto fino a quel momento - quasi due chilometri a piedi contando sia quelli di adesso che quelli da casa fino al bar.
"Hey, possiamo sederci laggiù? Sono un po'... stanco," dissi.
"Stanco? Abbiamo camminato solo per quindici minuti o qualcosa del genere," disse rivolgendomi uno sguardo curioso.
"Incinto, ricordi?"
"Oh si, certo, scusami," disse mentre iniziammo a camminare verso la panchina. "E' colpa di quelle cose che aveva detto il dottore? Sai, i... dolori di stomaco, il mal di schiena e tutto il resto."
Ero un po' sorpreso che avesse effettivamente prestato attenzione a quello che aveva detto il dottor Hayes, ma non lo dissi.
"Si, mi fa male un po' la schiena," dissi mentre entrambi ci sedemmo nella panchina tinta di bianco. "Non molto, ho solo camminato un po' troppo credo."
"Ma a parte questo stai bene, vero?"
"Si, sto bene."
"Beh, sono... contento. E lui - voglio dire lei - o... quello - Dannazione! Anche il bambino sta bene?"
Sorrisi.
"Anche il bambino sta bene, almeno per quanto ne sappia io."
"Oh. E' solo che, sai, Zayn e Liam mi hanno parlato dell'episodio nel bagno, come ti hanno trovato, voglio dire."
Abbassai lo sguardo quando sentii le mie guance arrossire.
"Erano solo alcune contrazioni o qualcosa del genere, non è niente di cui preoccuparsi."
"La stessa cosa che hai chiesto al dottore?"
"Si, praticamente la stessa," dissi con un'alzata di spalle.
Harry mi guardò con un pizzico di preoccupazione.
"Ma non ti aveva detto che... uhm, erano causati da stress o altro?" chiese.
"Io- beh, si," dissi lentamente. "Quindi?"
"Niente, solo- non so, eri a scuola, quindi cosa ti ha stressato così tanto?"
Merda.
"Niente di particolare," dissi, cercando di sembrare disinvolto.
"Sei sicuro?"
Annuii.
"Si," dissi con fermezza.
Esitai un po' prima di continuare.
"Ma... posso farti una domanda?"
"Vai avanti."
"Okay, uhm... sei- voglio dire, è solo che, sai, il motivo per cui siamo qui è perchè mi hai messo incinto, giusto?"
"Si?" Disse lentamente, un sorriso divertito stava tirando gli angoli della sua bocca.
"E questo è successo perchè... noi abbiamo- beh, mi hai scopato, no?" balbettai.
"Wow, sei davvero delicato," disse con uno sbuffo divertito.
"Ma si. Percio?"
"Si, perciò... tu mi hai scopato e io- beh, tralasciando i recenti avvenimenti, sono ancora abbastanza sicuro di essere un ragazzo, perciò tu sei... sei gay?"
"Pensavo che Liam e Zayn ti avessero detto che io ho avuto principalmente fidanzate. Ragazze," disse.
"Si- si, me l'hanno detto, ma - "
"Harry?"
Sia io che Harry alzammo lo sguardo e vidi una bella ragazza con i capelli lunghi e rossi in piedi a pochi metri di distanza da noi. Il suo viso si illuminò in un sorriso quando i suoi occhi incontrarono quelli di Harry e si avvicinò a noi.
"Oh, hey, Lauren," disse Harry, un sorriso luminoso sul volto.
"Ehi, che succede?" chiese lei, sorridendogli dolcemente.
"Niente di speciale, sto facendo un giro," disse, gesticolando verso di me, ma senza guardarmi.
"Giusto, hey," disse, guardandomi da testa a piedi un paio di volte prima che la sua espressione diventi un po' disgustata. Mi resi presto conto che quella rossa era probabilmente la ragazza che Liam e Zayn pensavano fosse una troia. Non che io le abbia dato colpa per la sua espressione; i vestiti che aveva addosso erano orribili.
"Il tuo nome è... come ti chiami?" aggiunse, alzando le sopracciglia verso di me.
"Io - uhm - è... -"
"Louis," disse Harry, interrompendo la mia vergognosa parlata balbettante.
"Giusto, Louis."
Seguì un imbarazzante silenzio fino a quando Harry tossì e si alzò in piedi.
"Okay, allora vogliamo andare? Casa mia è vuota per una o due ore," disse, ma quando alzai lo sguardo, lui stava guardando Lauren, non me. Certo.
"Si, andiamo," disse allegramente.
"Vai avanti intanto, io ti raggiungo," disse prima di lasciare un casto bacio sulle sue labbra.
"Non metterci troppo o vedo di fare altro," disse con un sorriso allusivo prima di voltarsi ed allontanarsi.
Distolsi lo sguardo dal mio grembo, che avevo abbassato sentendomi come se stessi invadendo la loro conversazione, e poi guardai Harry di nuovo ed incontrai i suoi occhi, ancora una volta su di me.
"Scusami," disse. "Devo andare. E' solo che -"
"No, è tutto ok," dissi in fretta. "Lei è la tua ragazza?"
"Lo sta diventando" Disse un con sorriso.
"Bene. Okay, faresti bene ad andare da lei, io starò... seduto qui," dissi, cercando di ricambiare il sorriso.
"Sei sicuro? Potrei accompagnarti a casa."
Certo, come se volesse essere visto con me.
"No, va bene," dissi.
"Beh, non stare seduto qui troppo a lungo, è un po' freddo, non fa bene nè a te nè al-" si guardò intorno, apparentemente controllando che  non ci fossero persone nelle vicinanze prima di finire "per il bambino."
"Non preoccuparti, me ne andrò tra poco."
Lui annuì e mi offrì un sorriso prima di voltarsi. Ma prima che facesse tre passi, si voltò di nuovo.
"Ehi, potresti... chiamarmi o mandarmi un messaggio prima di andare al prossimo appuntamento dal medico?" disse.
"Uhm, certo," dissi incerto. "Perchè?"
"Oh, pensavo che potrei venire con te," disse, improvvisamente nervoso.
"Davvero?" Chiesi sorpreso.
"Già. Voglio dire, se non ti dispiace."
"No, non mi dispiace," dissi in fretta. "Ho già preso un appuntamento per il sei dicembre alle dieci, in realtà. E' un Lunedì e so che è scomodo per la scuola e tutto, ma -"
"No, va bene. Credo di avere fisica che sarò felice di saltare, quindi... si, non c'è problema."
"Ci sarai quindi?" Dissi e non potei evitare il tono di speranza nella voce.
Lui annuii.
"Si, ci sarò."
Un sorriso trovò la sua strada verso il mio volto.
"Bene."
"Bene? Quindi mi vuoi lì?" chiese, inarcando le sopracciglia in modo provocante.
"N- no, è solo, sei l'unico che lo sa tranne i medici e... ho bisogno di qualcuno che mi dica che va tutto bene, assicurarmi che il mio stomaco non sembra... grosso e altre cose, capito? Inoltre, sei l'unico con cui posso parlare veramente riguardo questo e credo che- io abbia bisogno di parlare con qualcuno, è una cosa troppo grande anche per me."
Harry alzò di nuovo le sopracciglia,  ma questa volta per dire tipo 'cosa diavolo stai dicendo? Io non voglio essere quel tipo di ragazzo per te" e sentivo la mia faccia diventare sempre più rossa.
"Scusa, scusa," mormorai, imbarazzato cercando di cancellare i miei pensieri.
"Non è che devi starmi vicino per sentirmi lamentare o cose del genere, mi dispiace, non volevo dire quello che sembrava volessi dire, questo non è un problema che devi affrontare tu o tutti gli altri, è un mio problema anche se tu fai parte di esso, anche se non dovresti far parte di questo, perchè tu sei tu e tu sei popolare ed io sono solo quello strano, il tipo tranquillo che non ha amici... e la gente sparlerebbe se ti vedessero con me, capisco perfettamente, perciò va bene e -"
"Cazzo, calmati," mi interruppe con una breve risata. "Potrai essere strano, ma non sei esattamente tranquillo."
Inghiottii.
"Mi dispiace."
"E' -"
"Harry vieni o no?"
Lauren era in piedi ad una ventina di metri da noi ed anche in lontananza, vidi l'espressione infastidita e impaziente sulla sua faccia.
"Si, due secondi piccola," rispose prima di voltarsi e guardarmi di nuovo. 
"Mandami un messaggio va bene?" Mi disse poi.
"Per che cosa? Ti ho già detto quand'è l'appuntamento."
"Si, beh, se vuoi... parlare o qualcosa del genere," disse.
"Oh. Giusto. Ok, io... lo farò," dissi esitante.
"Bene. Okay devo andare, ma ci vediamo il sei Dicembre."
Annuii e sorrisi brevemente prima che lui si voltò e si allontanò. Una volta assicurato che non avrebbe potuto più sentirmi, sospirai e mi pizzicai il solco del naso tra i miei occhi. Ero riuscito ad umiliarmi in qualsiasi modo possibile ed era solo passato un pomeriggio. Vidi Harry e Lauren allontanarsi, Harry con il braccio intorno alla vita stretta di lei che stava appoggiando la testa sulla sua spalla. La mia situazione era piuttosto grandiosa, vero? Ero un ragazzo incinto del bambino di un altro ragazzo che aveva una fidanzata che non mi conosceva affatto ma che sembrava odiarmi. Oh, si. La situazione stava diventando sempre più divertente.



Occhio a me!

Bene, bene... finalmente eccomi qui. Questo capitolo è stato terribile da tradurre giuro! Ci ho messo abbastanza, ma di sicuro meno dello scorso capitolo!
Cosa abbiamo qui... non so voi, ma io amo questo capitolo. Insomma, finalmente si ha una conversazione decente tra Harry e Louis e... ammettiamolo, non so chi tra i due è il più dolce! Ovviamente alla fine, come tutte voi credo, avrei voluto uccidere sia Lauren che Harry ma, va beh.
Da qui in poi vi avviso che i capitoli saranno sempre più belli, io non so davvero come faccia la scrittrice, è semplicemente fantastica ed io amo tradurre questa sua magnifica storia, non smetterò mai di ripeterlo.
Volevo ringraziare tutte le ragazze che hanno recensito e tutte quelle che stanno leggendo in silenzio. Tuttavia vi invito a lasciare qualche recensione, mi farebbe davvero piacere sapere le vostre impressioni sulla storia e cosa ne pensate!
Bene, detto questo vi saluto e... al prossimo capitolo! :D

Giulia.


IMPORTANTE: PER CHI PENSA CHE IO NON ABBIA CHIESTO IL PERMESSO ALL'AUTRICE PRIMA DI TRADURRE, PUO' ANDARE ALLA FINE DEL PRIMO CAPITOLO E VEDERE CON I SUOI STESSI OCCHI CHE L'HO FATTO :)
  
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: saltandpepper