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Autore: Ms_Arj    13/11/2013    0 recensioni
Adelina (Ade per cortesia!!) è una ragazza simpatica, spigliata con tutti e amante del suo lavoro. Questa è la storia di come la sua vita cambiò per colpa di sua madre, di un Professore un po' eccentrico, del suo assistente inglese e di un ragazzo osservatore. Questa è anche la mia prima opera quindi siate clementi e recensite, recensite e date commenti (recensendo) =) Grazie Arj
INTRODUZIONE
"Sapevo che era una pessima idea sin da quando, appena laureata, mia madre mi disse di fare domanda per uno stage con il Professore. “In fondo, è un’ ottima occasione e poi potrebbe aprirti molte porte! Solo per pochi mesi: fai un po’ d’esperienza e metti via qualche soldo…” disse. Non sapeva cosa stava dicendo, perché non sapeva cosa volesse dire fare la stagista dal Professore!!!
Già allora pensavo che sarebbe stata una perdita di tempo, non mi avrebbe mai presa come stagista e anche se, nella remota possibilità, l’avesse fatto sarebbe stato un inferno! E, in fondo, avevo ragione."
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Lo so manco da un po' ma purtroppo gli impegni universitari mi hanno impedito di continuare la storia. Ora ho un pochino (poco poco) di tempo in più e scriverò ancora, presto!! Arj-
 
- 3° cap - The winner takes it all - 

La mattina successiva, non dovendo andare all’asilo, decisi che potevo anche permettermi di dormire fino a tardi. Non immaginavo di essere svegliata dal suono del telefonino, che all’alba delle 9:45 iniziò a suonare come un forsennato “We will rock you” dei Queen. Ancora mezza addormentata risposi: “Pronto chi parla?” dall’altra parte del ricevitore sentì una voce bassa e molto inglese dire: “Sono Mr. Jones, il maggiordomo del Professore, la chiamo per informarla che è riuscita a superare la prima selezione e che è tenuta a presentarsi alle 14:30 oggi pomeriggio per sostenere il colloquio con Mr. Frown. Sono dispiaciuto di averla svegliata ma era la prima della mia lista. Buona giornata”. In un nanosecondo ero sveglia, completamente attenta a ciò che succedeva attorno a me. IO ERO STATA RICHIAMATA?? Veramente?? A quanto pare non era uno scherzo. Ok forse era uno scherzo e volevano parlarmi di quanto fosse inappropriato il mio “tema”…
Mi alzai, preparai e scesi a dare la notizia ai miei che, con mia somma gioia, erano già usciti. Un biglietto sul tavolo della cucina recitava: “Io e tuo padre siamo andati a Bosco. Torniamo stasera buona giornata!”. La mattina passò nell’incredulità generale e arrivato il momento di uscire mi vestii in modo meno trasandato ma sempre molto da me: pantaloni, maglietta e converse; fermai i capelli in modo che non mi venissero davanti agli occhi e partii.
Al mio arrivo scoprì che c’erano altri tre candidati: la ragazza, il ragazzo ritardatario e un altro che era seduto al banco con la ragazza (mi pare). Vedendomi arrivare la ragazza venne verso di me, nel suo bel vestito blu con scarpe e borsa in tinta, e mi disse: “ Ieri non ci siamo presentate a dovere! Mi chiamo Carlotta Ameise; lo so è un cognome insolito ma mio padre è austriaco. Mi sono laureata in lettere classiche all’Università di Siena, la migliore in Italia! Conosco 4 lingue oltre l’italiano e il tedesco ovviamente: latino, greco classico e moderno, spagnolo e inglese, ovviamente! Tu?”
Mr. Jones apparve dal nulla un secondo prima che aprissi bocca: salvata in extremis per fortuna! Ci invitò ad entrare e ci disse di attendere nel salotto come il giorno prima.
Risultato: Carlotta iniziò a fare il terzo grado al ragazzo seduto al banco con lei il giorno prima. Il ritardatario invece si avvicinò a me e disse, con molta nonchalance: “Quella tipa è insopportabile!! Sarà presa sicuramente. Mi meraviglio che mi abbiano richiamato: il compito è stato un disastro per non parlare del tema… un incubo!! Comunque io sono Leone ma tutti mi chiamano Leo. Lettere moderne Alma Mater Bologna, ma ho una specialistica in Antropologia. Tu devi essere quella “alternativa” di cui parlavano ieri i tipi seduti al mio tavolo. Io ero troppo agitato per guardarmi attorno!!” non sapevo cosa rispondere ma poi dissi: “ Si sono io l’alternativa: e comunque anche io sono molto stupita di essere qui. Ho scritto peste e corna nel tema e il resto non è stato un granché! Anche io credo che quella sottutto sarà presa; ma credo anche che sarà spedita per la sua strada un meno di 24 ore! Comunque mi chiamo Adelina ma tutti, grazie al cielo, mi chiamano Ade, come il dio degli inferi. Ho studiato filosofia e scienze umane a Pavia.” Detto questo non riuscimmo ad intercettare il nome dell’altro ragazzo perché Mr. Frown e Mr. Jones apparvero nel salotto. Li seguimmo attraverso il corridoio a destra che portava allo studio di Mr. Frown dove trovammo tre sedie ad aspettarci. “Voi potete sedervi. Lei sig. Calligaris mi segua pure nello studio” lo sconosciuto aveva un nome, o meglio un cognome. Noi tre restammo li seduti ad aspettare. Carlotta attaccò a fare il terzo grado anche a Leo ma lui glissò abilmente tutte le domande.
Dopo circa quindici minuti uscirono e fu il turno di Carlotta. Pietro, questo era il nome del ragazzo, sembrava traumatizzato, sotto shock per quel breve colloquio. Non tentammo nemmeno di chiedergli come era andato o cosa gli avesse chiesto di così sconvolgente. Parlando del più e del meno passarono altri venti minuti, dopo i quali, Carlotta usci trionfante dallo studio. Mr. Frown era dietro di lei e disse: “ Bene voi dovreste essere gli ultimi due candidati giusto? Prego entrate pure insieme.” Carlotta era allibita, io ero shockata e Leo non sapeva cosa dire. Che io sappia non era mai successo che due candidati venissero chiamati dentro allo stesso tempo per il colloquio. Titubanti entrammo nello studio. Quest’ultimo era abbastanza grande e spazioso con una grande libreria a muro che incassava la porta, una scrivania con due sedie e la grande finestra dietro la poltrona in pelle. La scrivania era una di quelle vecchie scrivanie di fine ‘800 con tanti cassetti e secreti per nascondere documenti e quant'altro. Guardando a destra si poteva notare che la libreria lasciava il posto ad una sorta i credenza con al suo interno altri libri e piccoli manufatti, provenienti da ogni dove. A sinistra invece c’era un tavolino pieno di carte e fascicoli ben tenuti e catalogati. Sopra troneggiava un grande quadro ad olio raffigurante un paesaggio tipicamente inglese con un cottage e una strada di campagna alla Jane Austin.
Mr. Frown prese posto alla scrivania e attese che ci sedessimo prima di parlare: “ Suppongo sarete sicuramente sorpresi di essere stati chiamati dentro entrambi” il cenno d’assenso fu l’unica cosa che riuscimmo a produrre entrambi, all'unisono; poi Mr. Frown riprese “Beh non c’è da stupirsi, non è mai successo! Comunque io e il Professore abbiamo analizzato le vostre prove scritte e ci sembrate entrambi molto qualificati: lei miss sembra avere un’ottima preparazione in campo filosofico e a quanto pare consce il lavoro del Professore e sa come muoversi nella ricerca; lei invece Mr. Gori è un eccellente osservatore e si vede chiaramente che ha inquadrato a prima vista i suoi colleghi, inoltre è molto ben preparato. Entrambi sembrate poco inclini a volere questo posto ed è ciò che stiamo cercando! Il Professore si è reso conto che troppe volte i candidati vengono pronti a tutto, “letteralmente pronti a tutto”, pur di ottenere un posto. Esempio ne sono i vostri due colleghi qui fuori: molto ben dotati entrambi, ma senza spina dorsale e, come ha ben scritto lei miss, intenti ad usare questa opportunità come “trampolino di lancio” per una carriera universitaria. Sono proprio i soggetti come loro che si rivelano essere dei completi fallimenti in meno di 24 ore.” Il mio sguardo e il mio sorriso si rivolsero a Leo che ricambiò. “Posso sapere perché sorridete in quel modo?” Io presi coraggio e risposi: “Poco prima di entrare commentando il comportamento di Miss Carlotta ho usato le sue stesse parole: il meno di 24 ore. Tutto qui…” “Bene posso ricominciare allora. Dicevo: voi due invece ci sembrate diversi dagli altri candidati, sicuri di non essere presi e certi di essere inappropriati per questo mondo. Beh vi offro la possibilità di cambiare idea: voi due, insieme, siete la scelta migliore, ma il Professore vuole parlare anche con Miss Ameise per correttezza e per vedere se almeno con lui non si comporterà da arrampicatrice sociale.”
A me rimaneva vagamente oscura una cosa e così cercai di attirare l’attenzione di Leo, che sembrava avere il mio stesso dubbio, e poi dissi: “Mi scusi Mr. Frown cosa intende con ‘…voi due, insieme…”. A entrambi sembra che ci stiate prendendo tutti e due ma non può essere: sono più che certa che il Professore non ha mai avuto più di due assistenti, conosco bene la sua politica, la Sig.ra Emma parlava spesso del figlio maggiore citando quanto fosse preciso e fedele alle sue idee.” A questo punto Leo intervenne: “Si esattamente, anche io ho sentito dire che non accetta mai più persone e, poi, cosa se ne farebbe di tre assistenti?” a queste domande Mr. Frown non volle rispondere dicendoci: “Il Professore vi spiegherà tutto nei dettagli”. Poi si alzò e andò alla porta e aprendola trovò Carlotta che cercava di origliare senza successo. Ci congedò e chiese di tornare l’indomani alle 10:30 per il colloquio finale con in professore. Noi andammo verso la porta dove trovammo Mr. Jones che rientrava in casa con un grosso cane al guinzaglio. “Søren seduto!” il bellissimo bovaro di nome Søren obbedì all’istante. Carlotta era spaventatissima e uscì quasi correndo verso il cancello. Anche il povero Pietro andò velocemente verso il cancello mentre io e Leo ci fermammo a guardare un attimo il cane “ Davvero un bellissimo esemplare, complimenti!” commentò Leo. “Questo cane è membro della famiglia da generazioni da padre in figlio, da madre in figlia. Fa parte della tradizione e del nome della famiglia del Professore. Lui è l’ultimo esemplare ha tre anni.” Dopo queste poche parole Mr. Jones rientrò in casa e noi ce ne andammo.
Leo mi chiese di prendere un caffè per discutere un attimo quello che era successo e così entrammo nel primo bar vicino. Non sapevamo cosa dire, ne tanto meno cosa aspettarci dal colloquio con il Professore che si sarebbe tenuto il giorno dopo. Fatto sta che, quando ci lasciammo, eravamo più confusi di prima.


- Aspetto i vostri commenti e i vostri consigli! Arj-

 
  
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