La
Mietitura
Quella
mattina Clove aprì gli occhi non appena i
primi timidi raggi del Sole fecero capolino e illuminarono la sua
stanza. Si
stiracchiò, sorridendo quando lo sguardo si posò
sulla figura che era
acciambellata sul futon accanto al suo letto.
-
Sei stata lì tutta la notte? – domandò,
rivolgendosi
alla cugina.
-
Tua madre dice che hai avuto una settimana di
incubi, volevo essere sicura che almeno oggi dormissi bene. –
spiegò Grace,
scrollando le spalle e sgranchiendosi come avrebbe fatto un gatto. In
effetti
era proprio così che era diventata famosa nel Distretto,
come la Gatta. Tutto
merito di quell’agilità e furtività che
le avevano permesso di vincere la
sessantanovesima edizione degli Hunger Games.
-
Ho dormito bene, sto benissimo. –
Grace
aggrottò la fronte, - Non sei mai stata brava
a mentire. –
Clove
sbuffò, cominciava a perdere la pazienza.
-
Grace, non iniziare anche tu, ho intenzione di
offrirmi volontaria e lo farò. È un grande onore
rappresentare il mio Distretto.
–
-
E che ne pensa Cato di questo bel piano? –
Clove
abbassò lo sguardo, mentre sentiva le guance
andarle letteralmente a fuoco. Era una tattica sleale, e Grace lo
sapeva bene.
-
Anche lui vuole offrirsi come volontario. –
-
Quindi lo fai per stare con lui? Non andrà a
finire bene, a meno che tu non voglia vivere un amore alla Romeo e
Giulietta… o
forse in questo caso è più appropriato Amleto.
–
Corrugò
la fronte, perplessa. Fino a Romeo e
Giulietta ci arrivava, aveva persino visto una rappresentazione
teatrale anni
prima, quando suo padre era ancora in vita e per il suo compleanno
l’aveva
portata a Capitol City, ma la sua cultura letteraria finiva
lì. Aveva passato l’infanzia
destreggiandosi tra archi e coltelli, non c’era stato molto
tempo per farsi una
cultura. Grace invece aveva sempre trovato il tempo di leggere.
-
Non conosco quest’opera, di cosa parla? –
-
In pratica tutti uccidono tutti, un vero disastro.
–
Sì,
sembrava un paragone calzante, gli Hunger Games
erano proprio così.
-
Sei uno dei Mentori del Distretto, non dovresti
incoraggiare il mio entusiasmo? – domandò ironica.
-
Per prima cosa, essere un Mentore non implica venire
lobotomizzati, e per seconda sono tua cugina, non sarò mai
contenta di vederti
entrare in quell’Arena. –
-
Tu però ti sei offerta volontaria quando avevi un
anno meno di me, e hai vinto. – insistè.
Grace
scosse la testa, quando ci si metteva
diventava più testarda di un muro. Aveva proprio ripreso
tutto da suo padre.
-
Ci rinuncio. Vuoi offrirti volontaria, allora
fallo, ma non venire a piangere da me quando sarai costretta a uccidere
Cato
con le tue stesse mani. –
Uscì
dalla stanza a passi rapidi. Era stata
volutamente dura, crudele quasi, ma continuava a sperare che le sue
parole
facessero breccia e la convincessero a cambiare idea.
******
-
Gloss, hai già incontrato i ragazzi? –
La
voce melodiosa di Cashmere lo risvegliò dalle
sue considerazioni. Ogni Mietitura era la stessa storia, finiva con il
ricordare quando era stato lui a essere scelto. Ricordava la paura,
mista a un
lieve senso di euforia e orgoglio, di essere potenzialmente giunto alla
fine
della sua breve vita. Oh, dannazione, doveva proprio smetterla di
comportarsi
come un dannato idiota nostalgico.
-
Sì, li ho visti. –
Già,
i due nuovi Tributi. La ragazza era quella che
l’aveva colpito di più, era di una bellezza
assoluta che gli ricordava molto
sua sorella, indubbiamente avrebbe conquistato gli sponsor. Il ragazzo
era un
volontario, non l’aveva ancora visto in azione, ma la cosa
già di per sé prometteva
bene.
-
Pensi che uno dei due possa farcela? –
Cashmere
e la sua schiettezza. Comunque aveva
centrato il punto della questione, uno dei due poteva essere il
vincitore? Non
ne aveva idea.
-
Spero di sì. –
La
sorella annuì in silenzio, sedendogli accanto sul
grande divano in pelle nera e azionando il maxi schermo. Cesar stava
annunciando i nomi degli altri Tributi.
“Dal
Distretto n°1 abbiamo Glimmer e Marvel, dal n°2
Cato e Clove, dal n°3…”
Gloss
smise di ascoltare quando la vide. Lì, al
fianco dei due ragazzi del Distretto 2, l’espressione seria
dipinta sul bel
volto guastato solo da un lieve broncio. No, decisamente non era
contenta. Un sorriso
gli increspò le labbra quando pensò al fatto che
di solito quell’espressione
veniva rivolta a lui.
Ricordava
bene quando era stata la prima volta in
cui si erano incontrati. Era il suo primo anno come Mentore e lei era
una dei
volontari come Tributi del Distretto 2. In quei quattro giorni passati
in
compagnia avevano costruito un legame singolare, basato più
su punzecchiature e
provocazioni che altro, ma quella ragazza gli era entrata dentro. Era
bastato
guardarla negli occhi chiari come ghiaccio per essere completamente
fulminato.
Si era scoperto a tifare per lei, sperando di rivederla prima o poi, di
avere l’occasione
di sentire se le sue labbra fossero davvero morbide come sembravano.
E
sì, lo erano.
-
Quando partiamo per Capitol City? –
Cachemire
sorrise, consapevole di cosa passasse per
la testa del fratello, - Tra un’ora. –
*******
Clove
salì sul treno, lanciando un’occhiataccia a
Cato quando questo cercò di darle una mano.
-
Ce la faccio benissimo da sola. –
Il
ragazzo alzò le mani in segno di resa, -
D’accordo,
bambolina, non ti scaldare. –
-
E non chiamarmi bambolina. – aggiunse, pestandogli
un piede con vigore e incamminandosi verso il salottino.
Brutus,
che aveva osservato la scena in silenzio,
scoppiò a ridere rivolgendosi alla sua ex allieva, - Certo
che ha un bel
caratterino, eh? –
Grace
annuì, - E non hai ancora visto nulla. –
Presero
posto intorno al tavolo, sorseggiando tea e
sbocconcellando pasticcini, finchè Brutus non ruppe il
silenzio.
-
Allora, avete qualche domanda? –
-
Che tattica ci consigli per catturare l’interesse
degli sponsor? – esordì immediatamente Cato.
-
Di solito l’essere divertenti e spumeggianti
attira molto le simpatie, il tuo bell’aspetto poi
è un incentivo in più. Cerca
di essere il più accattivante possibile, conquistali.
–
-
Non sono sicura di essere capace a essere
spumeggiante. – confessò Clove, lanciando
un’occhiata preoccupata alla cugina.
-
Non devi preoccuparti di questo, per te abbiamo in
mente una strategia diversa. –
-
Già, giocheremo sul tuo essere esile e il tuo
faccino da bambolina. – confermò Brutus.
Cato
scoppiò a ridere, rischiando di strozzarsi con
il tea, e venne fulminato da un’occhiataccia della compagna.
-
Non sono una bambolina. – replicò, sfidandoli a
contraddirla.
-
Nessuno ha detto che tu lo sia, basta solo che gli
sponsor ci credano. Inoltre, passare per delicata e innocua
sarà un’arma
vincente nell’Arena. – le spiegò Grace.
Clove
soppesò le parole della cugina con attenzione.
Ogni strategia era accettabile se fosse servita a farla vincere.
-
D’accordo, ci sto, ma sia chiaro che non indosserò
nulla di rosa. –
Spazio
autrice:
Benvenuti/e
nella mia prima long su questo
meraviglioso fandom. Amando le “Clato” ed essendo
affascinata dal personaggio
di Gloss, non ho potuto non scrivere una fic su di loro. Non essendo
stato
accoppiato con nessuna, ho deciso di affiancargli un’OC.
Spero che la storia vi
piaccia e che vogliate farmi sapere che ne pensate. Al prossimo
capitolo.
Baci
baci,
Fiamma Erin Gaunt