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Autore: danyazzurra    15/11/2013    11 recensioni
Scorpius e Lily sono Auror e dovranno confrontantarsi con una minaccia, ma questa volta la minaccia verrà dall' interno..Ennesima Lily / Scorpius...ennesima idea che mi frullava nel cervello !! spero che leggerete e recensirete !! un bacione !!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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“ Lily, calmati…calmati…calmati immediatamente!”
Il tono perentorio di Rose riuscì a far bloccare i singhiozzi di Lily.
“ Come sai che è morto?”
Lily alzò lentamente gli occhi velati di lacrime su Rose, si sentiva  ancora stordita, come se tutto il suo corpo fosse scosso violentemente dall’ interno.
Rose le prese le mani e Lily guardò i suoi occhi azzurri “ Lily, come sai che è morto?” le chiese ancora.
La voce di Rose arrivò alle orecchie ovattate di Lily come un piccolo faro nella nebbia.
Tutto cominciò a diradarsi nel suo cervello, il dolore stava lasciando posto alla rabbia e alla combattività.
“ Ascoltami, devi combattere e riprenderti, avete lottato così tanto per arrivare fino a qua, non puoi arrenderti ora”
Lily guardò gli occhi azzurri e sicuri della cugina.
Aveva ragione, non poteva e non doveva arrendersi adesso.
Il dolore era qualcosa che sembrava squarciarle il petto, ma doveva reagire, doveva combattere proprio come aveva detto lui.
Oltretutto poteva davvero non essere morto, non era la prima volta che s’ incontravano in quel modo e quando era successo, era lei che stava male.
Forse era ferito.
Prese un respiro, cercando d’ inalare più aria possibile e di far smettere di tremare al suo corpo e cominciò a raccontare il suo sogno a Rose.
Lei l’ ascoltò attentamente, a volte si girava verso Lorcan e Lily non capiva se lo faceva per controllare che fosse ancora lì o per avere una sorta di qualche rassicurazione.
“ Non puoi essere sicura che sia morto” sentenziò e Lily scosse la testa a conferma “ non è morto, lo sento” disse cercando di convincersene lei stessa.
“ Quindi lui ti ha detto di cercare sua zia e noi sappiamo di Dolohov…”
“ Voi… ?” chiese Lily stupita che anche loro fossero riusciti a capire di Dolohov.
Rose sorrise “ Sì, ho capito che Antonin Dolohov era l’ anagramma del Dottor Noovin…”
“ L’ anagramma, ma certo, sono stata una stupida a non pensarci prima” la interruppe Lily.
Era così evidente.
Tutto in Noovin sembrava gridare sospettato, ma era una delle classiche cose che divenivano chiare solo dopo che una persona le aveva scoperte, come il fatto che lui avesse usato un anagramma del suo nome per tornare.
Doveva essergli sembrato così naturale farlo, per uno che conosceva così bene Voldemort, usare il suo stesso modo.
Liberarsi da un nome e un cognome scomodo per ottenerne un altro.
Lily si portò una mano alla testa “ allora, da dove comincio?” chiese, guardando Rose con occhi disperati.
Era vero. Avevano dei nomi, avevano dei colpevoli, ma non avevano dei luoghi.
“ Potremo cominciare…” Lorcan si voltò verso il tavolo e appellò un bicchiere contenente una pozione verdognola  “ con te che ti rimetti in piedi e noi che andiamo alla casa dove mi ha visto Dolohov”  concluse, mettendo una mano sulla spalla a Rose.
Lily seguì il movimento e riportò lo sguardo su Rose, ma lei non sembrò quasi accorgersi del movimento di Lorcan.
Bevve tutta la pozione continuando a far scorrere lo sguardo sui due.
Sembrava ci fosse molta tensione tra loro e conosceva abbastanza sua cugina, da sapere che si comportava così per cercare di non dare importanza alla cosa.
Finì la pozione ed emise una smorfia di disgusto “ era davvero cattiva” si lamentò, mettendo le gambe a penzoloni dal letto.
“ Bè, non è succo di zucca, ma se ti alzerai in piedi nonostante tutto quello che hai passato, la pozione sarà riuscita nel suo intento” le spiegò Lorcan con un sorriso.
Lily poggiò piano i piedi a terra e sentì le piastrelle fredde a contatto con le sue dita, prese un respiro e si alzò.
***
Harry chiuse gli occhi, ma li riaprì immediatamente.
La distrazione non era un lusso che poteva concedersi, anzi, doveva tenere tutti i suoi sensi all’ erta.
La casa era immersa nel silenzio più totale e sembrava che non vi fosse traccia di anima viva.
Guardò Damien e il suo volto era la maschera del terrore e della tensione: il sudore che gli colava lentamente dai lati del viso e i suoi occhi erano così corrugati da non distinguere quasi il colore della pupilla.
Tutto nel suo atteggiamento, faceva pensare ad Harry che Damien non avesse mentito, ma allora dov’ era Daphne?
Si voltò lentamente, quasi come se i suoi movimenti fossero schematizzati, in fondo doveva sembrare sotto Imperius e quindi non poteva muoversi come se stesse decidendo con la sua testa, doveva sembrare che tutto avesse un motivo.
Riportò nuovamente il suo sguardo su Damien. Il fatto che non ci fosse nessuno lo innervosiva e lo insospettiva, ma non potevano restare ad aspettare che qualcosa si muovesse intorno a loro, dovevano cercare Ron ed Hermione e a quel punto sarebbero potuti tornare con i rinforzi.
Damien ricambiò il suo sguardo e annuì asciugandosi con il dorso della mano il sudore che continuava a colargli dal viso ed Harry sospirò, come quel ragazzo avesse potuto fingere per mesi e fosse riuscito a nascondere il grande amore che provava per Scorpius, per lui restava un mistero.
Non sembrava affatto capace di fingere.
Damien lo guidò silenziosamente verso un corridoio più buio ed Harry lo percorse continuando a guardarsi indietro così tante volte che rischiava di inciampare anche nei suoi stessi passi.
Avrebbe tanto voluto poter tirare fuori la sua bacchetta ed invece la sentiva battere contro il polpaccio ad ogni suo passo, come a ricordargliene la presenza, ma contemporaneamente a ricordargli che non poteva usarla, almeno per ora.
Scesero le scale lentamente, per diagonale e cercando di attenuare il rumore il più possibile ed arrivarono in un nuovo corridoio.
Harry spalancò le labbra. Le torce che illuminavano fiocamente i muri, quelle stanze chiuse da grate alte fino al soffitto e massicce come porte di prigioni.
Quando erano arrivati non aveva capito dove si trovassero, ma adesso che ne vedeva le segrete non aveva più dubbi. Lui era già stato in quella casa ed era stato lì come prigioniero.
Respirò a fondo per non cedere all’ attacco di rabbia che lo stava invadendo, era nei sotterranei di Villa Malfoy, ma come poteva essere lì il quartier generale di Daphne?
Damien lo guidò dentro una stanza ed Harry si dovette reggere al portone di ferro per non cadere, era addirittura la stessa cella.
Individuò Ron ed Hermione e smise di ragionare, non potevano restare là, solo il cielo sapeva che cosa dovevano aver provato a restare tutti quei giorni di nuovo segregati in quella cella.
Si avventò quasi di colpo sui due “ state bene?” chiese appoggiando la mano sulla spalla di Ron, lui alzò la testa e lo guardò: aveva un occhio quasi completamente chiuso a causa dell’ ematoma che era sul suo volto e il viso sembrava scarno, ma tutto sommato sembrava stare bene.
Spostò lo sguardo su Hermione, ma incrociò i suoi caldi occhi castani “ stiamo bene, Harry” gli disse in un sussurro “ portaci via di qua” lo pregò ed Harry lesse nei suoi occhi, tutto il dolore per quello che era successo e per dove si trovavano.
“ Certo, Hermione” le rispose, cercando d’ infonderle sicurezza con un sorriso.
Si chinò per prendere la bacchetta dal calzino e mormorò l’ incantesimo per liberare Ron, il quale ricadde giù, raccogliendosi su se stesso come privo di forze.
“ Damien” chiamò, chinandosi a riprendere il suo migliore amico “ Damien, libera Hermione”  ordinò voltandosi verso il ragazzo mentre si portava il braccio di Ron dietro la testa, ma s’ immobilizzò immediatamente vedendo quello che stava succedendo alle sue spalle.
Anche Ron alzò la testa “ miseriaccia”  affermò, lasciando ricadere il suo braccio per non essere d’ impaccio ad Harry che si alzò subito in piedi.
“ Lascialo” ordinò, guardando Daphne negli occhi.
Lei sorrise premendo la sua bacchetta ancora più a fondo nel collo del ragazzo “ come hai fatto?” gli chiese.
“ Harry Potter l’ uomo dalle mille risorse” lo prese in giro “ come hai fatto a liberarlo dall’ Imperius?” chiese e il suo era quasi un urlo.
Non poteva credere che quell’ insulso ragazzino si fosse liberato dall’ Imperius. Aveva rischiato di rovinare tutto.
“ E tu invece?” le chiese Harry, alzandosi in piedi e continuando a tenere la bacchetta tesa davanti a sé “ come hai fatto a nasconderti qua dentro per tutto questo tempo?” le chiese ancora.
Daphne emise uno sbuffo che era quasi una risata “ non devi sottovalutare la solidarietà materna” rispose, spostando lo sguardo verso Hermione, anche Harry e Ron si voltarono verso di lei e Hermione alzò la testa, per quanto la posizione glielo permettesse.
“ Hai pianto per giorni dicendomi che eri stata costretta ad abbandonare Kara, che tutto quello che volevi eri riaverla, mi hai anche raccontato la storia orrenda di come ti fossi innamorata della persona sbagliata, che ti aveva maltrattata e ti aveva costretto ad abbandonare Kara o l’ avrebbe uccisa” disse Hermione, guardando Daphne con ira repressa “ mi hai persino detto che ti serviva un posto dove nasconderti, perché era una persona pericolosa e se ti avesse trovato ti avrebbe ucciso e la tua bambina con te, mi hai chiesto un posto sicuro, per un po’ di tempo, per permetterti di riprendere i rapporti con tua figlia” concluse, senza spostare gli occhi da quelli di Daphne.
Come poteva usare questi stupidi mezzi?
“ Certo, e tu che sei solo una sciocca Grifondoro, ti sei adoperata per aiutare questa povera piccola donna maltrattata che chiedeva il tuo aiuto e sei stata così presuntuosa da non parlarne con nessuno, così sicura di te da farmi da custode segreto senza dire niente né a tuo marito, né a colui che consideri un fratello” la prese in giro.
“ Le tue parole sembravano sincere, tu sembravi davvero spaventata e davvero intenzionata a riprendere tua figlia, ho solo pensato che meritavi una possibilità” si difese Hermione.
“ C’ era almeno qualcosa di vero?” chiese Hermione, stupita dal suo livello di cattiveria.
Daphne sorrise e assunse un’ espressione quasi compassionevole “ oh, la piccola Hermione vuole vuotare la sua coscienza, sperando di aver fatto qualcosa di buono”  piegò la testa di lato “ perché non accontentarti” le disse “ certo che c’ era qualcosa di vero, appena Antonin tornerà con Kara, io me ne andrò con lei e se le cose andranno per il verso giusto anche con Draco…”
“ Draco” la interruppe Ron, aggrottando le sopracciglia, non capiva e adesso, Draco da dove usciva fuori?
“ Vedi, Weasley, tu e la tua patetica storia d’ amore cominciata sui banchi di scuola non potete capire quanto in realtà l’ amore sia complicato. Draco ha subito l’ imposizione di sposare mia sorella, ma in realtà è sempre stato innamorato di me e quando potrò proporgli di tornare a vivere qua, con me, Kara e Scorpius, nella casa dove è cresciuto, dove ha conosciuto i fasti del potere e…”
“ Che ha sempre odiato” la interruppe Harry.
Daphne si mosse nervosamente “ pretendi di conoscere Draco?” gli chiese rabbiosa e Harry sorrise “ so quello che mi ha raccontato lui, in quanto mio consuocero, ovvero che nessuno gli ha imposto Astoria, ma che l’ ha scelta e la ama e che questa casa la odia da quando Voldemort vi mise radici” s’ interruppe un attimo per guardarla negli occhi “ non crederai davvero che a Draco siano mancati i soldi per ricomprarsi questa casa?” la sfidò.
Gli occhi di Daphne divennero duri, quasi vitrei.
“ Lui vorrà questa casa” disse con voce talmente piena di rabbia da sembrare quasi dolorosa.
“ Allora l’ amore che provi per Draco è vero?” chiese Hermione “ vorresti davvero essere felice con lui, ti sembra davvero di morire di dolore” la schernì.
“ E tu invece morirai perché sapevi troppo” ribatté Daphne, alzando di nuovo la testa e fissando lo sguardo su di lei.
“ Sei sola contro tre persone” si oppose Harry, muovendo un passo verso di lei.
Daphne rise “ davvero?” chiese “ a me sembra che Hermione sia ancora legata e indifesa, Ron non credo che in questo momento riuscirebbe ad afferrare la bacchetta neanche se gliela mettessi sotto al naso…”
“ Non sfidarmi” borbottò Ron tra i denti, anche se sapeva che aveva ragione, le torture che gli aveva inflitto nei giorni scorsi lo avevano debilitato molto.
“ E tu…” spinse la bacchetta nel collo di Damien e seguì lo sguardo preoccupato di Harry con un sorriso “ credi che solo perché non ti vedo dai tempi della scuola non sappia come sei?” gli chiese ironica “ sei prevedibile…siete tutti prevedibili” affermò con un gesto della mano dove comprendeva tutti e tre gli amici.
“ Tu non lasceresti mai morire qualcuno per sacrificio, sai benissimo che se mi colpissi io potrei fare in tempo a colpire Damien o peggio, forse, saresti tu stesso a colpirlo e non puoi…non riesci a permetterti di rischiare…i buoni così prevedibilmente sciocchi” scoppiò a ridere facendo brillare i suoi occhi azzurri.
“ STUPEFICIUM”
“ Non proprio prevedibili. Scommetto che non si aspettava di essere attaccata alle spalle” disse una voce con una punta di soddisfazione.
Daphne cadde a terra portando con sé anche Damien che si liberò immediatamente del corpo di Daphne sulle sue gambe e alzò la testa per vedere chi era arrivato, giusto in tempo per osservare Harry precipitarsi da Lily.
“ Damien mi ha detto che eri stata attaccata da Kara” le disse stringendola a sé “ e che non avevi molte possibilità” continuò, voltandosi a guardare Damien.
Il ragazzo che era ancora a bocca aperta, si alzò scuotendosi i pantaloni “ io…”
“ Non importa, era la verità, il merito è tutto di Rose e Lorcan” lo interruppe Lily, lasciando entrare anche gli altri due ragazzi che erano rimasti dietro di lei.
Rose vide i suoi genitori ed i suoi occhi si riempirono di lacrime “ mamma, papà” li chiamò precipitandosi da loro.
Strinse suo padre a sé, mentre Lorcan l’ aiutava a liberare sua madre.
“ Dobbiamo andarcene” disse Harry interrompendo le riconciliazioni tra madre e figlia “ dobbiamo organizzarci per prendere Dolohov” spiegò.
“Credi che tornerà qua?” chiese Ron, alzandosi in piedi aiutato da Lorcan.
Harry invece sollevò una Daphne priva di sensi “ intanto tu devi farti curare e poi penseremo a lui, se non dovesse tornare…”
“ Tornerà” lo interruppe Rose e tutti si voltarono verso di lei “ tornerà perché c’ è ancora qualcosa che gli interessa ed è Scorpius…”
“ Ma lui…” le parole si spensero in gola di Lily.
Scorpius stava morendo e poi, perché mai doveva interessare così tanto a Dolohov?
“ Quindi dovremo sorv…”
Il rumore secco di qualcosa di grosso che si rompeva li interruppe tutti quanti.
Lily trattenne il respiro, guardò solo un attimo suo padre e poi si precipitò verso le scale “ Lily” la chiamò Harry, correndole al seguito, ma avendo Daphne tra le braccia non poteva essere veloce come lei.
Damien lo superò “ ci penso io, capo” gli disse, correndo verso le scale e dopo pochi secondi vide passare anche Lorcan con la bacchetta sguainata e puntata davanti a sé.
Lily arrivò in cima alle scale e corse verso il salotto, sembrava che ci fosse una colluttazione e a giudicare dal rumore doveva essere molto violenta.
Pregò dentro di sé che si trattasse di Dolohov.
Doveva trattarsi di lui, almeno lo avrebbero catturato e avrebbe potuto far qualcosa per Scorpius e se non avesse voluto l’ avrebbero obbligato, anche a costo di maledirlo, lui avrebbe salvato Scorpius.
Appena arrivò nel salotto, vide due persone avvinghiate che si stavano picchiando alla babbana.
Era difficile dire se uno fosse Dolohov, ma l’ altro, quello che in quel momento avevano i capelli di un rosso incandescente, era sicuramente Teddy.
Appena vide Dolohov alzare il viso, Lily quasi sorrise di sollievo, era lui, in un modo o nell’ altro avrebbero salvato Scorpius.
Alzò la bacchetta su di lui, ma con uno schiantesimo Dolohov la mandò a sbattere contro il muro.
Lily ansimò intontita per la botta alla nuca e alzò il viso per respirare nonostante il dolore e vide la battaglia come se si stesse svolgendo al rallentatore.
Vide suo padre appoggiare Daphne contro il muro, mentre Damien soccombeva sotto la bacchetta di Antonin. Rose che creava uno scudo di protezione per sua madre e suo padre e anche Lorcan cadere ferito.
Si alzò in ginocchio e cercò d’ imporre alla stanza di fermarsi, visto che le sembrava che Harry e Teddy girassero in circolo intorno a Dolohov.
Poi all’ improvviso Teddy si mosse verso di lui attaccandolo e gli occhi di Dolohov s’ illuminarono di cieca follia.
Con un brusco movimento della mano scagliò il suo incantesimo, la sua invenzione e Harry si scagliò su Teddy, spingendolo e cadendo a sua volta, ma nessuno dei due aveva compreso di fare il gioco di Dolohov.
Il quale si ritrovò libero di compiere i movimenti che gli servivano.
Lily fece segno di diniego e si alzò in piedi, ma mentre tutto girava intorno a lei, riuscì solo a vedere Dolohov afferrare Daphne e smaterializzarsi.
***
Kara consegnò Victoire alle cure dei Medimaghi e girò le spalle alla porta.
Non poteva aspettare. Era ormai ricercata da tutti ed anche se per consegnare Victoire si era impostata un altro volto, era davvero stanca di fingere.
Si sentiva quasi svuotata. Come se avesse fatto un errore dopo l’ altro e ormai fosse troppo tardi per tornare indietro.
Tutto quello che aveva fatto, la sua rabbia verso Lily, il suo volerle portare via Scorpius, portare via tutti gli affetti che possedeva, solo perché non li aveva anche lei ed invece era stata cieca.
Victoire si era sacrificata per lei, Teddy si era fatto avanti e si era messo nelle mani di un assassino per lei.
Solo per lei.
Per dimostrarle quanto l’ amavano.
Vide Alice e Ginny parlare con un Medimago e si fermò, ritraendosi dietro una colonna.
“ Non possiamo fare molto di più di quanto non abbiate già fatto”  disse scuotendo la testa.
Ginny si accasciò sulla sedia “ devo andare a dirlo ad Astoria” disse con la voce di chi stava per fare la cosa più difficile della sua vita.
“ E Draco?” chiese Alice, anche da quella distanza Kara poteva sentire che aveva la voce rotta.
Ginny scosse la testa e Alice tirò su con il naso “ non preoccuparti lo cerco io, dev’ essere qua in ospedale con Neville” la informò, poi girarono entrambe su se stesse e se ne andarono.
Kara guardò la porta della stanza di Scorpius e si morse il labbro portandosi una mano al ventre.
Non amava Scorpius, non l’ aveva mai amato, era stato una distrazione piacevole e le era piaciuto particolarmente poterlo portar via a Lily, ma non era mai stato niente più di quello.
Era suo padre che aveva sempre voluto che fosse lui, era Antonin che aveva una sorta di fissazione con lui.
Si sentì attratta come una calamita da quella stanza, sentiva di doverlo vedere, forse gli doveva davvero qualcosa.
In fondo se stava morendo era colpa sua.
Diede un’ occhiata veloce al corridoio e poi s’ infilò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle.
Scorpius era disteso sul letto, le sue braccia erano fuori dalle lenzuola e Kara poteva vedere benissimo l’ effetto della maledizione che lo stava uccidendo.
Il suo braccio era totalmente nero e anche nella parte di torace scoperta sembrava come se fosse ustionato, la sua pelle era nera e sollevata, come se fosse ricoperto da piccole scaglie.
Kara si avvicinò e lo guardò “ non fingerò di essere disperata” disse in un sussurro.
Non sapeva neanche lei perché gli stava parlando, era sicuramente in uno stato d’ incoscienza e non poteva rispondergli e a giudicare dallo stato della maledizione ormai mancava poco alla sua morte.
“ In fondo è anche colpa mia se sei in queste condizioni, ma…io credo di doverti qualcosa” disse ancora.
Si accarezzò nuovamente il ventre “ sai, non so come sia successo e non so se ti sarebbe mai importato, ma anche se morirai resterà una prova…un tuo promemoria…”
“ Sì, sua figlia Syria”
Kara sobbalzò e si voltò con un’ espressione inorridita negli occhi.
Draco Malfoy era davanti a lei e nei suoi occhi c’ era tutta la disperazione di un padre che sta per perdere suo figlio.
Kara guardò immediatamente dalla porta alla finestra e poi riportò lo sguardo su Draco.
“ Sai, credo che la porta come via di fuga era da escludere, in quanto ci sono io davanti e la finestra…bè un volo dal quarto piano senza scopa non è consigliabile per nessuno” le disse sarcastico.
Kara tirò fuori la bacchetta “ fai sul serio?” le chiese Draco ironico e Kara per tutta risposta la puntò in maniera ancora più decisa.
“ Sfidi me? Un padre che sta per perdere suo figlio?” le chiese e i suoi occhi argentei lampeggiarono di rabbia “ sai che significa quando un genitore sopravvive ad un figlio? sai cosa succede al tuo cuore?” le chiese quasi in maniera retorica, infatti non aspettò la risposta.
“ Si spacca, in pezzi, in inutili pezzi che non riesci a rimettere insieme, è la cosa più innaturale al mondo, è la cosa più dolorosa al mondo” le spiegò con una freddezza tale che Kara rimase quasi ipnotizzata “ e te pensi che  a questo punto m’ importi di uccidere una stupida ragazzina? Soprattutto la stupida ragazzina che ha provocato tutto questo?”  domandò.
“ Dimmi come interrompere la maledizione” le ordinò.
Kara strinse i denti, lo sguardo di Draco Malfoy era talmente duro e cattivo che lei avrebbe quasi voluto indietreggiare.
“ Mi lascerai andare se te lo dico?” gli chiese e Draco assottigliò gli occhi “ credi di poter dettare condizioni?” le chiese, ma Kara resse il suo sguardo.
Draco sospirò “ sì, lo farò per mio figlio” le rispose e Kara sorrise impercettibilmente.
“ Il sangue” gli disse “ Daphne ha usato il suo sangue e quindi…”
“ Sangue Greengrass” la interruppe Draco, spalancando gli occhi “ tanto, tantissimo sangue in questo stadio” rimarcò Kara.
Draco si mise una mano sugli occhi e li premette forte “ vattene” sibilò e Kara non se lo fece ripetere due volte e aprì la porta per uscire.
Alzò lo sguardo dalla maniglia e rimase immobile come un sasso.
Al di là della porta c’ erano Neville e Alice.
Padre e figlia le sorrisero sarcasticamente “ non avrai mica pensato che Draco fosse solo?” le chiese Neville, afferrandola per entrambe le braccia per condurla nel corridoio.
“ Avevi detto che mi avresti lasciata andare” protestò Kara, voltandosi per guardare Draco.
Lui alzò il suo sguardo pieno di lacrime su di lei “ io ti ho lasciata andare” rispose “ è stato Neville a prenderti” specificò.
Aveva cercato di farglielo capire. Un padre che perde un figlio, non ha nient’ altro da perdere.
“ Finirai ad Azkaban” sentenziò Neville “ e non credo che ne uscirai per molto tempo” aggiunse Alice, muovendo la bacchetta per farle l’ incantesimo che l’ avrebbe imprigionata, ma non fece in tempo a finire che un rumore di materializzazione li fece voltare.
Dolohov era davanti a loro e Daphne Greengrass era accanto a lui, completamente sveglia.
Mentre Daphne aveva negli occhi il terrore e la confusione del momento, lo sguardo di Dolohv non tradiva alcuna emozione, come una persona che avesse fatto quello per tutta la vita, e in effetti, forse,  era davvero così.
Per lui era un gioco da ragazzi, nascondere le emozioni e valutare le situazioni in pochi secondi o non sarebbe stato uno dei bracci destri di Voldemort, uno della sua cerchia ristretta, uno dei pochi a cui faceva affidamento.
Lasciò di colpo il braccio di Daphne che sfoderò a sua volta la bacchetta e cominciò a lanciare incantesimi insieme al suo compagno.
Fuoco, acqua, lampi di luce verde o rossa, chiunque fosse passato da quel corridoio avrebbe soltanto voluto scappare.
Draco e Neville si guardarono cercando di comunicare con lo sguardo.
La situazione non era delle migliori. Draco si premurava di proteggere Alice, mentre Neville cercava di evitare che Kara venisse colpita e tutto questo li rallentava.
“ Lasciala andare” gli ordinò Draco parandosi per un attimo dietro al muro.
“ Sei impazzito?” chiese Neville, guardandolo di sfuggita, mentre evocava uno scudo “ deve finire ad Azkaban”  continuò.
Draco sospirò e alzò gli occhi al cielo “ certo, finiamo tutti al cimitero per fare la cosa giusta” protestò esasperato.
Neville guardò Kara per un secondo.
“ Lasciala andare e combatti, stupido Grifondoro” disse Draco con rabbia e Neville la liberò con un colpo di bacchetta.
“ Agli ordini, stupido Serpeverde” ribatté Neville, prima di uscire di nuovo allo scoperto per lanciare un incantesimo a Dolohov, ma lui vide Alice e in un attimo capì che era il migliore punto debole di Neville.
“ Dolohferio” enunciò e fu talmente veloce che Alice cadde a terra senza riuscire a difendersi.
“ Alice” urlò Neville correndo da lei e Dolohov ghignò felice di aver ritrovato il suo vantaggio.
Draco osservò la scena con una rabbia cieca e ruotò su se stesso per lanciare uno schiantesimo a Daphne che cadde a terra svenuta.
Si avvicinò piano e con uno sguardo pieno di trionfo la risvegliò e la sollevò tenendola per il collo.
“ Fermo” ordinò a Dolohov che sorprendentemente eseguì l’ ordine e si voltò verso Draco.
Draco guardò Neville, vide nel suo sguardo lo stesso dolore che stava provando per Scorpius “ corri” gli intimò e lui non se lo fece ripetere due volte e corse con la figlia in braccio verso uno dei reparti di emergenza, dove avrebbero potuto curarla.
Dolohov li guardò correre via, quasi come se avesse previsto anche questo e tutto fu confermato dal ghigno sadico che si formò sulle sue labbra e dai suoi occhi si illuminarono di perfidia, quasi come se non avesse atteso altro, quasi come se adesso la sua vendetta fosse completa.
“ Ecco il sangue Greengrass” disse Draco, guardando Dolohov e stringendo di più il collo di Daphne.
Kara che era riuscita a raggiungere la bacchetta della madre si voltò di colpo verso Draco “ non puoi farlo” si oppose, guardandolo con disperazione.
Draco fece un gesto di taglio con la mano “ forse non ti è chiaro che non c’ è niente che un padre disperato non possa fare” si oppose Draco.
Kara lo guardò terrorizzata al contrario di Dolohov che scoppiò a ridere “ Non m’ importa niente di cosa farai di quella stupida Greengrass”  gli disse.
Daphne serrò i denti così forte che parve quasi ringhiare “ avevi detto che mi avresti aiutata” sputò con rabbia e Dolohov rise ancora.
“ Con lui?” gli chiese ironico “ perché tu vuoi essere felice con lui, giusto?” le chiese e Daphne non rispose, limitandosi a spostare lo sguardo verso l’ angolo dei suoi occhi per vedere la reazione di Draco e lo vide con le sopracciglia aggrottate.
“ Vuoi sapere una storia, Draco?” chiese Dolohov e Draco fece segno di diniego “ voglio solo che salvi mio figlio o lo farò io con il suo sangue” minacciò scuotendo Daphne.
Dolohov rise “ prego” gli disse, facendogli segno con la mano “ in fondo questa stupida morirebbe per te, sai credo che ti abbia sempre amato…”
“ Zitto” lo interruppe Draco.
Non gliene importava niente e il tempo per suo figlio era sempre meno.
Approfittando di quell’ attimo di distrazione Daphne gli tirò una gomitata in pieno stomaco e Draco si piegò su stesso, mentre lei si chinava a riprendere la bacchetta e trascinava Kara dietro di sé.
Draco imprecò mentalmente “ schiantalo” ordinò Daphne a Dolohov e lui strinse gli occhi “ non ce la fai a farlo da sola, mia cara?” le chiese sarcastico.
“ Sei talmente innamorata di lui da non riuscire a schiantarlo?” le chiese ancora.
“ Tu schiantalo e potrai avere Scorpius” gli ordinò Daphne “ ed io me ne andrò con mia figlia e Draco e non mi vedrai mai più”
Draco guardò Daphne con rabbia. Era pazza.
Parlava come se lui non fosse stato là, come se lui l’ avesse potuta seguire spontaneamente.
“ Non verrei mai da nessuna parte con te” si oppose “ non ti amo, non ti ho mai amato”
Lo sguardo di Daphne si fece duro “ tu mi ami, tu sei stato costretto a sposare mia sorella, tu vorrai rivivere tutti i tuoi fasti  con me…ho fatto tutto per te, ho comprato la tua vecchia casa, ho ucciso per te, mi sono umiliata con lui per te…”
Draco sbatté le ciglia sempre più stupito. Era completamente pazza, folle, persa nella sua ossessione che credeva essere d’ amore.
“ Tu eri là quando mi sono innamorato di tua sorella, hai visto che non mi ha costretto nessuno…io non rivorrei mai la mia vecchia casa e tu sei una pazza furiosa”
Daphne con un balzo aggredì Draco, ma fece in tempo a tirargli solo uno schiaffo prima che una luce verde la facesse accasciare tra le sue braccia.
L’ urlo disperato di Kara accompagnò Daphne nella sua morte e Draco la tenne tra le braccia alzando lo sguardo su Dolohov.
“ Era noiosa…non ti pare?” gli chiese e Draco si alzò “ dimmi cosa vuoi?” gli chiese, la voce improvvisamente atona, come se avesse capito che lui era troppo forte, che lui non aveva pietà.
“ Vedi la differenza tra me e te?” gli chiese “ Non m’ importa di lei come non m’ importa di Kara” e indicò la figlia che piangeva sopra al cadavere di sua madre “ l’ unico di cui m’ importa sono io, me stesso e la vendetta che covo nel cuore da tanti anni”
Aveva ragione e avrebbe voluto non averla: nel suo cuore non c’ era posto per l’ amore.
Draco raddrizzò le spalle “ quale vendetta?” chiese stupito.
Lui non aveva mai avuto niente a che fare con Dolohov, forse suo padre, essendo entrambi della cerchia ristretta.
Dolohov parve intuire i suoi pensieri “ già, esattamente tuo padre” affermò “ l’ uomo che ha portato all’ attenzione del Signore Oscuro che la donna di cui mi ero innamorato era una nata babbana”
Draco vide con la coda dell’ occhio un movimento, ma  fece attenzione a non spostare il contatto visivo da lui.
“ Tuo padre, il più fiero dei Purosangue, innamorato di una Purosangue…dimmi cosa gli costava lasciarmi in pace” man a mano che proseguiva nel racconto Antonin si arrabbiava sempre di più.
“ Non mi è mai importato nulla di nessuno, ma di lei m’ importava, era l’ unica della quale m’ importava e sono stato costretto ad ucciderla”
Draco spalancò gli occhi e vide che anche la persona o le persone che si stavano muovendo per accerchiarlo si bloccarono come sconvolti.
“ L’ hai uccisa?” chiese in un sussurro.
Dolohov rise in un modo che sfiorava la pazzia “ ho dovuto, capisci?” gli chiese “ non si dice di no a Voldemort e dopo…dopo ho scoperto che era anche incinta di me e non di una nullità come lei” continuò indicando la figlia con la testa “ di un piccolo mago che sarebbe divenuto potente e…”
Non finì neanche i suoi sproloqui che delle corde lo avvolsero e Teddy Lupin uscì fuori dall’ ombra, succeduto da Lily e Harry.
“ Bè sfregiato, non avrei mai pensato che un giorno sarei stato felice di vederti”  ironizzò Draco.
Teddy si avvicinò a Dolohov che era caduto a terra per il continuo muoversi e agitarsi per cercare di liberarsi dalle corde.
Mise un piede per lato del suo viso e si chinò su di lui “ non cercare di trasformarti” gli disse, vedendo che strizzava gli occhi per concentrarsi “ sono corde magiche che impediscono la trasformazione” gli spiegò.
Dolohov si agitò ancora per qualche secondo e poi smise puntando i suoi occhi in quelli di Teddy “ sai, hai la stessa espressione di tuo padre, lo stesso sguardo strafottente, ma alla fine ho vinto io e l’ ho ucc…”
Teddy mosse un piede e glielo puntò sulla guancia facendolo grugnire e respirare faticosamente “ non credo di sentirti molto bene” si oppose, premendo più forte il piede sulla sua guancia.
“ Teddy” lo richiamò Harry, non gli importava di Dolohov, il suo destino era finire per tutta la vita ad Azkaban, ma non voleva che l’ anima di Teddy fosse macchiata, Remus non lo avrebbe voluto.
Teddy guardò Harry, quasi sovrappensiero, poi sorrise, come se avesse appena avuto un’ idea particolarmente geniale.
Gli altri lo videro strizzare gli occhi e dopo un attimo il cuore di Harry ebbe un tuffo.
Teddy era Remus.
La stessa altezza, la stessa corporatura, lo stesso modo di muoversi mentre si abbassava e prendeva Dolohov per i capelli.
“ lui non è morto” disse Teddy, pieno di rabbia e tirandogli i capelli fino quasi a strapparglieli, tirandoli fino a fargli male “ non del tutto” proseguì ed Harry capì cosa intendeva.
Remus  e Tonks vivevano in Teddy e sarebbe stato così per sempre.
Si alzò in piedi e riprese le sue sembianze “ e sei tu che hai perso” gli disse, accompagnando la sua frase con un calcio nel ventre che fece rimanere Dolohov senza fiato.
Alzò gli occhi su Harry e lui vide che erano pieni di lacrime, si fece in avanti verso il suo figlioccio e gli mise una mano sulla spalla “ non farlo uscire mai” lo pregò Teddy.
Harry strinse la mano che poggiava sulla sua spalla fino quasi a serrargliela “ contaci” gli disse, prima di sollevare Dolohov.
Lily si voltò verso la stanza di Scorpius, guardando quella porta chiusa senza riuscire a fare un passo e si avventò verso Dolohov.
Gli puntò la bacchetta alla gola “ Lily” la riprese Harry e Dolohov rise “ guarda, guarda, vuoi scontentare il paparino?”
Harry lo strattonò, non capendo come potesse essere ancora così spavaldo, ma forse era la sua pazzia a farlo essere così tranquillo.
“ Tu volevi Scorpius per vendetta, ma lo volevi vivo, quindi sai come farlo guarire e me lo devi dire”
Dolohov ghignò e guardò Draco “ io volevo usare Kara” gli spiegò “ sai, lei è anche incinta di tuo figlio” affermò spostando lo sguardo su Lily che si morse un labbro per non dargli soddisfazione di ribattere “ quindi può darsi non la uccida o forse sì, ma io lo avrei fatto comunque, la domanda è : tu lo farai?” gli chiese e Lily fece un passo indietro vacillando.
Non era possibile, non poteva essere stato tutto inutile.
Uccidere una persona non poteva essere l’ unico modo.
Non potevano sporcarsi l’ anima, non potevano semplicemente abbassarsi al suo livello, ma Lily non riusciva a vedere una vita senza di lui.
Si sentì scivolare a terra e cadde sulle ginocchia. Poteva morire lì, subito, il suo cuore si sarebbe spezzato in un modo così profondo che non avrebbe mai più potuto tornare a battere regolarmente.
Teddy si chinò su di lei e le circondò le spalle con un braccio.
“ Dov’ è Kara?” la voce di suo padre la riscosse e si voltò di scatto, in tempo per vedere Draco correre verso la porta della stanza di Scorpius.
“ Apri” le urlò battendo sulla porta.
Lily corse da lui e cominciò a battere a sua volta e con vigore alla porta “ Apri, Kara, non ti faremo del male” provò a convincerla, ma non riuscirono ad udire nessuna risposta.
Draco le fece cenno di smettere di sbattere i pugni contro la porta e appoggiò un orecchio contro di essa.
“ Kara?” chiamò.
I suoi occhi argentati si posarono su Lily e scosse piano la testa “ Kara, aprici, per favore vogliamo solo poter vedere Scorpius” provò di nuovo Lily, con una delle sue migliori voci rassicuranti, ma dentro in realtà si stava rompendo.
Non poteva credere di non  poterlo neanche vedere.
I suoi occhi si riempirono di lacrime e appoggiò la fronte contro la porta “ Kara, per favore, non posso non rivederlo mai più “ decise che le avrebbe parlato seriamente, con il cuore in mano “nel periodo che ho passato senza di lui, credevo di vivere in un buio perpetuo, la mia unica luce, l’ unica cosa che mi portava a combattere era la mia bambina e il pensiero che lo avrei riportato a casa che ce l’ avrei fatta” s’ interruppe, sentendo il nodo che le serrava la gola farsi ancora più stretto.
“ Adesso mi hanno detto che non potrò farlo” affermò e il suo cuore parve fermarsi al solo pronunciare quella frase “ ma devo rivederlo almeno una volta, per favore, devo restare accanto a lui anche mentre muore, non farmi restare senza di lui, io lo amo” confessò, senza riuscire più a trattenere le lacrime.
La porta si aprì dall’ interno e Lily quasi cadde in avanti sentendo l’ appoggio mancarle, ma due mani forti la ressero.
Due mani che avrebbe riconosciuto anche ad occhi chiusi, come se le sue impronte digitali fossero registrate nel suo cuore.
Alzò gli occhi incredula e vide il volto sorridente di suo marito.
Lui le circondò il viso con le mani, toccandole la pelle quasi come se dovesse assicurarsi che fosse davvero lei.
Le asciugò le lacrime sulle guance con una carezza del pollice, ma a Lily sembrava che il suo sguardo la stesse accarezzando totalmente, nella pelle, nelle ossa e dentro l’ anima “ ti amo anch’ io” le disse guardandola con i suoi magnetici occhi grigi.
Lily non riusciva a smettere di guardarli, i suoi occhi, erano davvero i suoi occhi.
Era lui ed era lì davanti a lei.
Credeva che non l’ avrebbe visto mai più e invece adesso la stava tenendo tra le sue braccia, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo, come se non avesse aspettato altro.
Scese sulle sue labbra dolcemente e Lily si aggrappò alle sue spalle per non cadere, sentiva la testa girarle vorticosamente e non sapeva quanto fossero le ferite o quanto il fatto che credeva di essere in un sogno.
“ E’ bello baciarti di nuovo” sussurrò Lily, senza staccare le labbra dalle sue.
“ E’ bello poterti baciare anche al di fuori dei sogni” replicò Scorpius e Lily rise.
“ Kara” la voce di Teddy li fece spostare e lui s’ inginocchiò sollevando la testa della ragazza e mettendosela sulle ginocchia.
“ Che hai fatto? Che hai fatto?” le chiese, sollevando il suo braccio sanguinante e portandoglielo in grembo.
Doveva  essere una domanda retorica, ma Kara aprì gli occhi.
“ Scusa” mormorò e Teddy spalancò gli occhi “ risparmia il fiato, Harry, per favore chiama qualcuno” disse agitato, guardando Harry negli occhi.
Harry compose il suo Patronus e lo spedì verso la corsia, ma sapeva che non avrebbero mai fatto in tempo.
La ragazza era bianca cerea.
Il sangue che non aveva utilizzato per Scorpius sembrava tutto a terra, a giudicare da come aveva tinto i pavimenti della stanza.
“ Volevo… fare la cosa… giusta per… una volta” affermò e Teddy le accarezzò i capelli che in quel momento erano di uno spento grigio topo.
“ Mio padre…avrebbe voluto…” tossì senza riuscire a finire e Teddy spostò lo sguardo su Dolohov che stava guardando la scena, ancora imprigionato e tra le mani di Harry, senza apparente emozione.
“ No” disse Kara, alzando la mano e portandola sul viso di Teddy “ tu” aggiunse “ tu sei mio padre…”
Il correre dei Curatori cominciò a farsi sempre più rumoroso, sempre più vicino.
“ Ti salveremo” disse Teddy, ma non sapeva se in realtà stesse cercando di tranquillizzare se stesso, visto che lei sembrava tranquilla, sembrava in pace con se stessa. Finalmente.
“ Ho sempre… cercato più amore…” ormai doveva interrompersi e riprendere fiato ad ogni parola.
“ Ma l’ amore…la mia famiglia…” chiuse gli occhi e Teddy le mosse il viso “ resta con me, Kara, resta con me”
“ Tu e Victoire” i suoi occhi erano ormai spenti e apatici “ perdon…”
Non riuscì neanche a finire la parola. La mano poggiata sul viso di Teddy ricadde lentamente lasciando una strisciata di sangue sulla sua guancia e quando i Guaritori irruppero finalmente nella stanza, trovarono Teddy che piangeva sopra il corpo di Kara.

COMMENTO: OK, E’ FINITA…SCUSATE IL RITARDO ED IL CAPITOLO LUNGHISSIMO,  E’ ESATTAMENTE LA LUNGHEZZA DI DUE MIEI CAPITOLI…MA DOPO AVERVI PROMESSO LA FINE MI DISPIACEVA DIVIDERLO IN DUE…QUINDI ECCO QUA, SPERO VI FACCIA PIACERE : )) DOLOHOV NON SONO RIUSCITA AD UCCIDERLO…MA HO PENSATO CHE NONOSTANTE LO MERITASSE CHI MEGLIO DI UN MANGIAMORTE, PER APPLICARE LA REGOLA PREFERITA DALLA ZIA ROW…OVVERO LA MORTE NON E’ IL DESTINO PEGGIORE : ))  SPERO NON ME NE VOGLIATE : )) ADESSO MANCA SOLO L’ EPILOGO E RITROVEREMO OLTRE AI NOSTRI EROI ANCHE TUTTI GLI ALTRI PROTAGONISTI E SPIEGHERO’ COSA GLI E’ SUCCESSO, AD ESEMPIO SAPPIAMO CHE ALICE E VICTOIRE SONO FERITE…MA INSOMMA NON STATE TROPPO IN ANSIA IN FONDO SARA’ L’ EPILOGO ; )) E SPERO CHE VI PIACERA’…INTANTO SPERO MI FARETE SAPERE PER QUESTO : )) RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO SEMPRE OVVERO: ICEPRINCESS / LUISA21 / ARYELLE / ALWAYS89 / CESCAPADFOOT / ARIB / MARTINA87 / GIN97 E ALESSANDRA CORTESE !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE A TUTTE !!

 
   
 
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