The
Seventh:
50
Shades of Grey(Raven)
9: Shades of Small Bananas and Tasty
Muffin
Per
certe persone avere tutto non è abbastanza, hanno anche bisogno di qualcuno che
le invidi.
[Carrie
- Sex and the City ]
Io
e Natasha facciamo la nostra comparsa nella hall della Base Michigan di Chicago alle 7 e 32 di un giovedì mattina armate
di tre bicchieri venti di doppio espresso di Starbucks e ci
dirigiamo dritte verso gli ascensori per il nostro 'oroscopo quotidiano', in
cui deduciamo l'andazzo della giornata dal primo incontro che facciamo
sull'ascensore.
E
quando le porte si aprono, capisco che le prossime ore saranno piacevoli quanto
l'attacco di diarrea dopo quattro fette di cheesecake: "Agente Ward."
"Agente
Romanoff, Agente Borgo. Vado al ventisettesimo. Voi?"
"Centodiciassette"
Risponde atona Natasha, rifilandomi uno sguardo discreto.
Al
quattordicesimo, le porte si riaprono per Maria Hill: "Agente Ward, Agente
Romanoff, Agente Borgo."
"Vice
Direttrice, Buongiorno."
Al
ventisettesimo Ward saluta, scende e non si azzarda ad indugiare oltre su di
me. Non posso alzare il dito medio perché ho entrambe le mani occupate dai
bicchieri. "Hill, il tuo doppio
espresso."
"Oh
grazie." Senza rompicoglioni attorno, possiamo rilassarci. "Ho letto
il tuo rapporto dalla Mongolia, Adie: mica male, davvero."
"Non
mi aspettavo di trovarmi davanti ad una discendente di Gengis Kahn di
centottanta chili, con una passione per il sumo proporzionale all'avversione
per l'igiene personale. Lo sapevate che le popolazioni nomadi dei Gobi non
conoscono l'utilizzo della carta igienica?"
Natasha
sostiene che se lo sarebbe aspettato, Hill storce la bocca disgustata:
"Tu? Vieni dall'Hub, vero? Non ci vado da secoli... qualche novità?"
"Oh,
nessuna." Risponde Nat. "A parte la spocchia della Hand, come
sempre."
La
Hill per poco non stritola il bicchiere di carta: "La spocchia di Victoria
Hand non è una novità. Miss
Meches-In-Tinta-Con-Il-Rossetto, la Responsabile dei culi di tutti gli
agenti operativi che non sa parcheggiare la macchina dentro le strisce, quella
che 'Ohmiodio, che schifo il whisky di
prima mattina' e poi si mangia la peperonata alle dieci e viene a
'salutarti', Lady 'Non mi piace la tua
cicatrice da appendicite' che ha una tetta più piccola dell'altra."
Io
e Natasha facciamo un passo indietro verso la parete del fondo e ci scambiamo
uno sguardo: "Come ha fatto a sapere delle tette asimmetriche?"
"Nello
stesso modo in cui hai scoperto che Ward è ipodotato."
"Hill,
uno di questi giorni dovrai raccontarci un paio di tue avventure."
"Quando
avrà tempo, forse e..."
PUM!
L'ascensore
si blocca di colpo. Natasha bestemmia in russo, che si è rovesciata addosso
mezzo bicchiere di caffè. Le luci sfarfallano e si spengono, sostituite dal
neon di emergenza. La Hill si attacca all'auricolare per chiedere delucidazioni
e fornire la nostra posizione e poi ci informa che pare trattarsi solo di un
guasto tecnico: "Stanno lavorando all'ampliamento dei piani sotterranei, sembra
che abbiano urtato l'impianto di trasmissione della corrente." Chiedo se
non abbiamo un generatore di emergenza. "Sì, ma è solo di emergenza, un blackout parziale di
origine certa che non avviene durante un assalto o una partita dei Chicago
BlackHawks non è da considerarsi tale."
"Quindi
siamo bloccate qui?"
"Certo
che no: sappiamo tutte e tre scappare da un ascensore bloccato!"
"Sì,
ma in casi di emergenza. Ed io non ho
proprio voglia di aprire il portellone superiore e mettermi a scalare i cavi
d'acciaio in un caso come questo: non
siamo sotto assedio e stasera non c'è Hannibal
in Tv. Non vedo alcuna emergenza."
"A
me scappa la pipì." Ammette piano Natasha.
"Beh,
visto che siamo qui ad annoiarci e a piangere sul doppio espresso versato" Natasha smette di leccarsi
l'avambraccio sporco di caffè e rifila alla Hill un'occhiataccia "Tanto
vale che Addison ci racconti la storia del pisellino di Ward."
"Solo
se tu racconti quella delle tette con conformi della Hand."
Scivolando
a gambe incrociate sul pavimento e mettendosi comoda, Natasha dichiara che le
sembra uno scambio equo.
"Allora, risale tutto alla prima
volta che ho visto Ward dal vivo. Prima, durante l'addestramento e il
tirocinio, lo conoscevo solo di fama. Un ottimo agente, sempre pronto
all'azione: lo chiamavano Die Ward e
finché non l'ho conosciuto fisicamente pensavo fosse una parodia di Die Hard. Poi ho scoperto che più che un
soprannome, era un invito."
Avevo ottenuto la
promozione a Livello 5 da meno di un mese, e appena finita una missione di raccolta
informazioni a Vienna ero stata assegnata al volo ad una a Zurigo per attinenza
di campo; neanche il tempo di gustarmi una fetta di Sacher che ho dovuto saltare sul primo treno per la Svizzera e
studiarmi il report informativo durante il tragitto. La mia copertura -
un'agente di borsa belga - avrebbe incontrato il suo ipotetico fidanzato
banchiere alla stazione: studiando la foto di quello che mi era stato appena
affidato come partner pensai mi fosse andata di lusso: Mascella volitiva e
molto maschia, occhi scuri profondi e misteriosi e fisico palestrato: sulla
carta l'Agente Ward - vero nome di quello che avrei dovuto chiamare Victor Laballe - era quel tipo di
partner che ti capitano una sola volta nella carriera. Uno di quelli che a fine
missione, cascasse il mondo, ti sbatti sul volo di ritorno.
"Non è poi così raro trovare un
partner sbattibile. Guarda Natasha, ci ha pure costruito una relazione
stabile."
"Appunto perché non è facile
trovarne di che me lo tengo stretto" Gongola: "E vorrei farti notare
che sono sul campo da che avevo dieci anni. Ho un'idea precisa delle
statistiche di partner passabili."
Le ricordo che la mia prima missione è
stata al fianco di Sitwell: "L'uomo che la forza di gravità ha fatto
emigrare i capelli dalla testa alla schiena."
"Grazie, Addison. Mi hai spento il
principio di fame."
"Io ho ancora voglia di fare
pipì."
I
miei entusiasmi si erano spenti alla stazione quando, scendendo dal treno
leggera e leggiadra senza fare incastrare il trolley da nessuna parte, mi ero
avvicinata a lui avvolgendolo tra le mie braccia. Avessi abbracciato una
colonna di marmo, l'effetto sarebbe stato lo stesso: la solidità unita ad
un'immobile freddezza.
"Mi
sembri poco affettuoso, per essere il mio fidanzato." Gli ho sibilato
morbida all'orecchio: Dopo una specie di convulsione mi sono ritrovata una
sua mano sulla spalla. Ammazza che
ardore!
"Lo
sai, cherie, che sono poco propenso a
mostrare sentimenti in pubblico. Ciò non toglie che sia immensamente felice di vederti."
"Tranquillo"
Sorrisi sbattendo le ciglia aggiustandogli il collo della camicia con un gesto
affettuoso "Non ho intenzione di saltarti addosso nel bel mezzo di una
stazione!"
Ma sei hai una macchina spaziosa,
qualcosa ci si potrebbe inventare...
La
macchina era effettivamente spaziosa, ma appena salita Ward ha ingranato la
marca ed è partito sparato, schivando il traffico in un'inutile e frenetica
corsa e brieffandomi concitatamente sull'operazione. Guardandolo snocciolare
informazioni ed elenco contatti mi sono resa conto conto che l'espressione che
dalla foto mi sembrava un po' tenebrosa e concentrata in realtà era
semplicemente stitica. Teneva le sopracciglia e la mascella sempre contratte,
usava termini tecnici e formali, tipico di chi non si concede alcuna
distrazione ed era abituato a lavorare al di fuori di una squadra fissa,
insofferente alla presenza di altri colleghi.
Nah, GreyRaven: con questo qui non ci si
caverebbe un ragno dal buco, figurarsi a metterlo dentro.
In
parole povere: ho capito subito che l'Agente Ward sarebbe stato di una noia e
una pedanteria mortali.
La
situazione è peggiorata nettamente una volta individuato il nostro soggetto e
il suo alloggio: il Sorell Hotel, un lussuoso albergo in centro a Zurigo, in
cui sono riuscita ad infiltrarmi nella hall fingendomi una stagista alla
ricerca di una stanza per il suo puntiglioso capo, arrivato improvvisamente in
città. Mentre il receptionist cercava a terminale le camere libere, ho spiato
il nome del soggetto nell'elenco di camere già occupate. Alla conferma che non
vi erano più camere libere ho esalato un gemito disperato, e sono uscita con
aria sconvolta fingendo di scordarmi di ringraziare.
Gli
accordi erano di incontrarci nuovamente al Giardino Cinese, e quando l'ho
individuato le braccia quasi mi sono cascate a terra: Ward si era cambiato i
vestiti ed indossava una tuta da giardiniere, e con quella potava i rametti dei
cespugli di una piccola aiuola. "Ward, siamo in centro a Zurigo: per 'non farsi notare' basta infilarsi dentro
ad un bar a prendere un caffè, non mimetizzarsi tra i cespugli!"
"Non
sono abituato a prendere pause dal mio lavoro. Un attimo di distrazione e può
accadere qualsiasi cosa, Borgo.
Qualsiasi."
"E
tu sei certo che io non riesca a gestire una situazione d'emergenza?"
"Non
per sminuirti, ma sei sul campo da troppo poco tempo per poter vantare una
reale esperienza."
Per
impedirmi di strozzarlo ho dovuto incrociare le braccia: se c'è una cosa che mi
fa tutt'ora andare fuori di testa sono i maschi grandi e grossi che mi
sottovalutano. Così ho deciso di aprire la borsetta ed estrarre il pacchetto di
sigarette. "Fumi?"
"No."
Mi ha risposto con voce ovvia.
"Immagino
che quindi non avrai da accendere."
"Corretto."
"Io
invece sempre." Schioccai semplicemente le dita davanti alla mia faccia:
con la piccola fiammella grigiazzurra comparsa sulla punta del pollice mi
accesi la sigaretta per poi espirare una nuvola di fumo sulla faccia sbalordita
del collega: "Il nostro amico si è preso la suite A208. Ho gettato un'occhiata
alla cartina del piano d'evacuazione mentre aspettavo: si trova all'ultimo
piano e ha una terrazza molto spaziosa. Visto che sei così cavaliere da
preoccuparti per me lascerò che mi regga la mano mentre entrerò dal tetto,
questa notte. Intesi?
Ward
serrava talmente forte la mascella che temevo la potesse spezzare. Con un
sorriso mellifluo ho girato i tacchi e prima di andarmene gli ho fatto notare
che aveva pestato una cacca di cane.
Natasha alza gli occhi al cielo:
"Sempre queste pose da strafiga vissuta!"
"Oh, andiamo! E che dovevo fare,
tirargli un calcio in faccia? In ogni caso, con il favore delle tenebre ci
siamo appostati sul tetto e abbiamo atteso il momento giusto per entrare in
azione. Il problema è che il Soggetto… beh, aveva intenzione di
divertirsi."
"Oddio, li odio quelli che chiamano
una squillo quando tu sei appostato con un fucile di precisione...!"
mugola la Hill.
"Come quello che hai quasi grigliato
su un comodino il mese scorso?"
"Era la stessa persona, erano anni
che lo tenevamo sotto osservazione." Sospiro: "E magari ne avesse
chiamata solo una: erano in sette.
Ward era sconvolto. Così, per ammazzare il tempo - e non il mio collega - ho
proposto di trovarci un passatempo anche noi."
Le ragazze tendono le orecchie.
"AL-BI-NO."
Ward
ci ha pensato un attimo prima di ribattere: "NO-CE."
"CE-TRI-O-LO."
"LO-CUS-TA"
Mi
grattai il mento: "Uhm... TA-SCA-PA-NE"
"Un
momento, un momento! " Alzò la testa dal comignolo a cui era appoggiato e
tese le orecchie: "Mi sembra che lui abbia finito."
"No."
Un secondo gemito strozzato: "Ora lui ha finito."
Ward
alza un sopracciglio: "Che udito da intenditrice..." commenta
ò
sarcastico
"A
Rio de Janeiro lavoravo in un bordello"
"Davvero?"
"No."
Le
ragazze escono dopo mezz'ora, il soggetto si accende la televisione per
spegnerla poco dopo insieme alla luce. Ancora qualche minuto di attesa e poi
siamo scesi sulla terrazza, aperto la porta finestra e scivolati all’interno
della suite. La nostra visita è stata brevissima: quattro cimici piazzate nei
luoghi giusti - il Soggetto avrà
sicuramente controllato di non essere spiato al suo arrivo, difficilmente
ricontrollerà al mattino - un suo capello per il database del DNA dello
S.H.I.E.L.D. e ce ne andiamo. Quando siamo di nuovo con i piedi a terra e con
l'attrezzatura riposta in uno zaino dall'aria innocua, ci incamminiamo per la
Bahnhofstrasse mano nella mano. Io vesto la mia migliore aria innamorata, lui
quella di una colica in atto.
"Quindi,
il nostro lavoro si può definire concluso, missione compiuta."
"La
missione non è conclusa finché il sistema non lo dice. E non abbiamo ancora
ricevuto nessun messaggio."
"Allora
godiamoci questi pochi minuti di apparente calma. Agente Ward, ora che rivestiamo
la nostra copertura puoi addirittura smettere di camminare come un automa. Un
po' più fluido, d'altronde sono la tua dolce fidanzata che non vedi così
spesso." Abbozzò una mezza smorfia che, con tutta la fantasia possibile,
interpretare come sorriso sarebbe stato davvero difficile. "Immagino che
non sia abituato a passeggiare mano nella mano della tua ragazza. Probabilmente
il luogo più romantico in cui l'hai portata deve essere il Poligono di
Tiro."
"Agente
Borgo, ti prego. Sarebbe piuttosto sciocco per me cercare una relazione stabile
a questo punto della carriera. Quanto alla mia andatura, sfortunatamente sono
vittima di una contrattura muscolare a livello lombare dalla mia precedente
missione.
"Oh!
Ha provato con il taping? Se vuoi
posso darti una mano con l'applicazione. Sono brava a curare i traumi muscolari
e ho sempre un rotolo di cerotti con me."
"Sei. Una. Persona. Orribile."
dichiara Natasha. "Il Taping? TU? L’unica volta che hai usato quei cerotti
era per farti il costume da sexy mummia ad Halloween!”
"E chissenefrega! Ho colto al volo
l'occasione per farlo spogliare!"
La Hill alza la mano: "Perché volevi
a tutti i costi portartelo a letto se ti stava così tanto sulle palle?”
"A Zurigo non c’è vita il lunedì
sera. E avevo voglia di qualcosa che mi rilassasse. Ad ogni modo, lo convinsi,
e una volta arrivati nel nostro alloggio entrò in camera mia.”
Caro Die Ward,
sarai un gran rompicoglioni, una palla di
dimensioni bibliche, un dito di traverso nel culo: ma senza camicia ti perdono
qualsiasi cosa.
L'ho
invitato a sdraiarsi sul letto: "Prono" è stata la mia inutile
raccomandazione, che Ward sembrava propenso a tutto fuorché provarci con me.
Aspetta che ti metta le mani addosso...
Mi
sono raccomandata di farmi sapere quando toccavo il punto dolente e appoggiando
il palmo sulla sua zona lombare ho iniziato un leggero massaggio. "E
avvertimi se ho le mani troppo fredde."
"Affatto,
sono calde. Caldissime. Non è che stai cercando di farmi prendere fuoco?"
"È
una battuta agente, Ward? Accidenti, se potessi togliere le mani dal lavoro che
sto facendo me la segnerei da qualche parte. Comunque no, affatto. Ho una
temperatura corporea naturalmente più elevata di un comune essere umano."
"Per
questo che ti sei arruolata?" Certo
che sa come frenare la libido, questo. In compenso, sussulta amabilmente
quando premo sul gonfiore per punirlo.
"No,
è perché volevo mettere la mia stronzaggine al servizio dell'umanità. Ora ti
applicherò il cerotto, tienilo addosso per un paio di giorni e non lo
strofinare quando ti lavi. Se ti lavi."
"Non
intendevo dire che sei... "
"Lascia
perdere. So benissimo che genere di insinuazioni girano sul mio conto, per
questo mi prodigo per smentirle. Meglio quelle, comunque, che accusarmi di
essere andata a letto con qualcuno per arrivare al mio Livello!"
Lo
sbuffo ha emesso Ward era quasi divertito; ho fatto appena in tempo a finire
l'applicazione plausibile dei cerotti che i cellulari di entrambi hanno
squillato il segnale di messaggio. Allungandomi verso il comodino e recuperato
il mio, ho letto il contenuto ad alta voce: "Missione conclusa. Mi hanno girato un biglietto aereo per New York
domani pomeriggio. Tu?" Ward si è voltato supino e ha letto bene il
messaggio, prima di spiegare di essere diretto a Londra con il primo volo del
mattino.
Con
finta casualità, ho sfiorato il suo braccio mentre riappoggiavo il cellulare e
ho intercettato il suo sguardo. "Bene" dice.
"Bene"
gli ho fatto eco.
"Certo che è bello sveglio il
ragazzo, eh?"
"La tiriamo ancora per le
lunghe?"
"D'accordo, d'accordo. Insomma, ho
dovuto mettermi di impegno un po' di più ma alla fine..."
Non
ho smesso di chiamarlo Ward neppure
quando mi ha fatto saltare i bottoni della camicia: ho apprezzato l'impeto e
l'ho spinto sul materasso, che avevo tutta l'intenzione di giocare con lui.
Lingua sul collo, sui pettorali, lungo gli addomina... sguardo allusivo,
elastico dei pantaloni tra i denti et
voila! Glieli ho sfilati sino alle ginocchia.
Quando
ritorno sulle mutande, però, non trovo nessun effetto 'Tenda Canadese'.
Eppure
lui mi sembrava abbastanza eccitato.
Forse
mi sbagliavo.
Così
ho deciso di replaicare la mossa con l'elastico delle mutande - Ward ha deglutito sonoramente e...
Oh.
"Sì,
ti prego...!" Ha supplicato lui con gli occhi socchiusi.
Sì ti prego COSA? COSA?
Non c'è nulla da pregare, qui c'è solo da
piangere!
"Ahm.
Io... ecco..."
"Cosa?"
"Le
mie cose. Mi sono venute. Ora. Meno male che me ne sono accorta...! È meglio
che ti rivesti, sono molto irritabile quando sono mestruata io... ho delle
vampate di calore e perdo il controllo del FuocoFatuo molto facilmente."
"Ma
se fino ad un momento fa..."
"Il
momento fa è passato. Il momento ora è adesso. Sono di umore instabile con il
ciclo, ecco. Ti rialzo le mutande e facciamo finta che questo piccolo incidente non sia mai successo,
d'accordo?"
"Quindi
l'hai sbattuto fuori?" La mascella di Natasha sfiora terra, la Hill si sta
rotolando dalle risate: "Non ci hai fatto nulla? Potevi almeno...
almeno..."
"Almeno
cosa?" Alzo il mignolo: "Come ci si pul divertire con un mezzo
wurstel? Un cannoncino mignon, un aborto di tubero! E sì che non ero così ben abituata come lo sono adesso."
"Grazie
per l'informazione non richiesta su Loki."
"Ragazze,
voi non avete idea di com'era! Anche a prenderlo in bocca... aveva le
dimensioni di un Marshmallows, l'avrei masticato di impulso! È stato un trauma.
Non sono riuscita a chiudere occhio tutta notte, avevo la tachicardia, e per
tutta la settimana successiva non ho avuto che incubi su piccoli piselli che mi
inseguivano urlando sì ti prego!
Natasha
ipotizza che probabilmente c'era solo freddo nella stanza. "Sai, quando
ero con Clint in Tagikistan, mi ha proposto di
Scaldarci un po' come solo noi
sappiamo fare mentre aspettavamo
l'alba in un tunnel sotterraneo. C'era
così freddo che ho frugato per tre minuti, prima di trovarglielo!"
"OcchioDiFalco,
PeneDaCanarino!" commenta ilare la Hill.
"È
successo solo quella volta...!" Ringhia Nat. "E a proposito, ora è il
tuo turno."
Victoria
Hand le è sempre piaciuta, sin dal primo giorno che l’ha incontrata. Entrata
nello S.H.I.E.L.D. da poco dopo un addestramento nei marines, la sua prima
missione veramente difficile le è stata assegnata nell’Hub dall’allora
direttore della base, mentre la Hand le ha fornito il primo brief logistico.
Forse era per il caschetto che portava o per le gambe lunghe che spuntavano
dalla gonna nera, fatto sta che la Hill l'avrebbe impalmata all’istante. E
quando aveva incrociato i suoi occhi scuri dietro la montatura severa degli
occhiali aveva letto lo stesso, identico desiderio.
“E poi l’antiromantica sarei io…”
“Sta zitta, Adie, la sua storia è più
intrigante della tua.”
Come
souvenir, la Hill si era portata a casa dalla missione una pallottola nella
caviglia, ma la sua squadra non aveva subito perdite. Nel reparto di infermeria
una delle prime persone ad andarla a trovare era stata proprio la Hand: si era
semplicemente congratulata per l’esito dell’operazione e aveva lasciato una
scatola di dolcetti di marzapane, prima di uscire di nuovo.
In
una storia d’amore cinematografica, quei dolcetti sarebbero stati i preferiti
dalla Hill e lei si sarebbe chiesta per tutta la vita come faceva la Hand ad
avere indovinato i suoi gusti senza conoscerla. Nella realtà, il marzapane le
fa schifo e aveva rifilato di buon grado la scatola a Sitwell, che è di bocca
buona.
Dopodiché
della Hand non aveva più saputo nulla, a parte qualche report o comunicazione
ufficiale e formale.
Un
paio d'anni più tardi era stata Victoria Hand ad uscire dall’Hub per andare al
Triskelion. Il motivo era la gigantesca organizzazione logistica per
un’operazione molto importante: la Hill nel frattempo era diventata un Livello
7, Capitano della sua squadra d’assalto ed aveva calamitato l’attenzione dei
piani alti. La Hand era sempre più vicina, invece, ad occupare il posto da
Responsabile dell’Hub al posto del suo capo ormai prossimo alla pensione.
Durante
il briefing si scambiarono più e più occhiate. L’ultima, la più lunga, quando
la Hill era già sull’elicottero che si stava alzando.
“La Tensione Sessuale è alle stelle”
Commento rapita. “Quindi…?”
“L’Operazione era quella della Terra di Fuoco,dove ti sei guadagnata il
livello 8 sul campo, giusto? Poteva essere una nuova guerra delle Falklands, se
non fosse stato per lo S.H.I.E.L.D.” Spiega Nat ammirata: “Immagino che al
ritorno non ti sia stato solo notificato l’ottavo livello.”
“No, non solo” Ammette, sorridendo
compiaciuta. “Mentre ero sola sotto la doccia degli spogliatoi ho sentito un
rumore e mi sono voltata e… Victoria era lì. Si è liberata dei vestiti uno dopo
l’altro – dannazione, quella donna è davvero brava a spogliarsi – e mi ha
raggiunta sotto la doccia.”
“E lì hai visto che le sorelle non erano
gemelle.”
“A dire la verità in quel momento non ci
ho fatto molto caso. Ero… come dire, distratta.”
Non
era stata una toccata e fuga, ma neppure una relazione vera e propria. Entrambe
votate prima di tutto alla loro carriera, ligie al dovere e al regolamento che
‘sconsigliava’ le relazioni tra colleghi, avevano mantenunto il riserbo e il
distaccamento necessario per non destare sospetti. E ci riuscivano benissimo,
anche se Sitwell, vedendo la fiancata della sua auto ammaccata, un giorno aveva
commentato con un: “Sembra che te l'abbia parcheggiata la Hand.”
Nel
frattempo,Victoria Hand era diventata direttrice dell’Hub e Maria Hill stava
percorrendo una brillante carriera con un importante giro di responsabilità.
Un
giorno, poi, era stata convocata da Nick Fury in persona per comunicarle che
era una candidata più che adatta a ricoprire il ruolo vacante da Vice
Direttore: “Sento ottime cose su di lei. Ed il suo rigore piace molto al
Consiglio. A dire il vero, è stata più una decisione del Consiglio che mia
quella di considerare la sua candidatura, ma siccome non la reputo una
decisione esageratamente stupida, intendo tenerla in considerazione.”
“La
ringrazio, Direttore.”
“Accetta,
Agente Hill?”
"È
un onore."
“Molto
bene. Sa come sono queste cose: prima passi all’ufficio legale a discutere di
cazzate burocratiche e poi tornerà qui da me e parleremo di cose serie. Ah,
un’ultima cosa:” Fury si era avvicinato e le aveva piantato l’occhio addosso:
“Lei ha delle spinte importanti, Agente Hill, ma sia ben chiaro che ciò non le
permette di mettermi i bastoni tra le ruote, intesi? Tenga ben presente che se
sono il Direttore di questa Organizzazione, un'idea limpida di cosa sto facendo
ce l'ho. D’accordo?”
“Sissignore.”
Non
ne aveva parlato apertamente con la Hand, ma le era sembrato di intuire che
dietro quelle ‘spinte’ il Direttore alludesse a lei. Sapeva di aver lavorato
duramente e di meritarsi quel posto, eppure non riusciva a togliersi dalla
testa quella sensazione scomoda di essere in debito e che se era lì lo doveva principalmente
alle sue conoscenze particolari con la Direttrice dell'Hub. Ciononostante si
era intascata il plauso dei colleghi e anche un discreto numero di bizzarri
gadgets ipertecnologici.
Victoria
si era limitata ad accompagnare le sue congratulazioni con una scatola di
dolcetti di marzapane.
Fury
li aveva letteralmente divorati: “Non pensi di ingraziarsi il Direttore in
questo modo: Muova il culo e faccia il suo dovere. E lasci qui questa scatola.
Ah, Hill, domani dovrà farsi un giro all’Hub al mio posto. Solite procedure
organizzative per le missioni ancora in fase di definizione. So che è una
dannata seccatura ma…”
“Non
lo è affatto, Signore.”
“Avere
a che fare con la Hand? Non la conosce, vero?”
“Certo,
signore: mi ha brieffato alla mia prima missione sul campo.”
“E
non ha cercato di farla uccidere? Si reputi fortunata, allora. Ha cercato di
far fuori ogni singolo Agente che ha mandato sul campo, me compreso. Anche
Coulson si era trovato nella merda sino al collo, e non lo conosce neppure dal
vivo. Barton tiene una foto nel suo armadietto con cui ci gioca a freccette nel
tempo libero.”
“È
comunque una delle più grandi strateghe dell’Organizzazione, Signore.”
“Assolutamente,
niente da dire in contrario. Il successo della Terra di Fuoco e altre operazioni
lo si deve principalmente a lei. Solo… non si sprechi di complimenti nei suoi
confronti, non è che la stima sia esattamente ricambiata.” L’aveva vista alzare
un sopracciglio sorpresa e aveva continuato nella spiegazione: “È stata una
delle poche persone contrarie alla sua nomina a Vice Direttrice. Sosteneva che,
oltre a non avere l’esperienza necessaria per quel ruolo, sia anche dispotica,
poco zelante, arrogante e con tendenze ad addossare la colpa agli altri.”
Aveva
faticato a nascondere un fremito di rabbia: “Le posso assicurare che Victoria
Hand non mi conosce bene.”
“Lo
so, lo so. Erano discorsi da primadonna. Mirava a questo posto quanto e più di
lei, gli è bruciato non poco che le venisse soffiato via da un’Agente
addirittura più giovane. Allora va lei domani all’Hub?”
“Sissignore.
Le saluterò l’Agente Hand.”
“Sei.
Una. Stronza.” Aveva scelto di affrontarla direttamente, prima della riunione,
approfittando di un momento in cui la Hand era sola nella sala ristoro del
piano. “Dispotica. Lavativa. Poco zelante. Potevi almeno sprecarti a trovare
scusanti migliori per cercare di escludermi dalla carica.”
Lei sorseggiava
il suo caffé senza dar segno di essere minimamente turbata, e quando lo finisce
le chiede che cosa si aspettasse davvero: “Pensavi ti facessi trovare gli
striscioni di congratulazioni, che mi mettessi a saltare e a strillare di gioia
per poi regalarti la notte di sesso più infuocata della tua vita? Sono i tuoi
otto anni di attività nello S.H.I.E.L.D. contro la mia esperienza ventennale,
scherziamo?"
“Sei
la direttrice dell’Hub!”
“Oh,
scusa se ho ambizioni più alte che starmene sepolta per altri vent’anni qui
dentro! Non mi fraintendere, adoro il mio lavoro e non vivrei un giorno senza.
Ma ho la visione neccessaria delle cose per portare le migliorie al sistema che
tu nemmeno puoi immaginare, e sicuramente mi farei valere su Fury più di quanto
tu stessa stia facendo.”
“Fury
non è il ragazzino indisciplinato che il consiglio crede sia.”
“Ah
no, davvero? E il progetto Vendicatori? E il suo attorniarsi di scherzi della
natura potenzialmente pericolosi per il genere umano? Non avrai mica cambiato
improvvisamente la considerazione che avevi di lui, vero?”
“No.
Ma almeno non è un figlio di puttana come chi dirige questo posto.” Ribatté
girando i tacchi e dirigendosi verso la porta.
“Se
esci di qui ora tra di noi è finita.” È stata la pacata minaccia della Hand, fatta con aria da
chi ha il coltello dalla parte del manico e tutta l'intenzione di avere
l'ultima parola."
L'occhiata che le ha rivolto la
Hill era di puro compatimento: “Tanto odio i dolcetti di
marzapane.”
Applaudiamo:
Questa sì che è un'uscita di scena degna di questo nome.
"E
quindi come è andata a finire?"
"I
nostri successivi incontri sono stati puramente formali, non ci siamo rivolte
la parola che per lo stretto necessario e solo in modo formale.
Però
una volta, quando sono scesa a recuperare la mia auto ho trovato quattro graffi
sulla portiera. Guarda caso, la Hand ha una ricostruzione unghie dall'aria
piuttosto minacciosa. Pazienza, in fondo è colpa mia. Mi piaceva davvero, sa
essere molto... molto intrigante. Mi piacciono le donne come lei."
"Stronze?"
Chiede Nat.
"Determinate.
E sexy. E, sì, anche stronze."
Le
ricordo che ora ha Darcyna "Ed è meglio, no?"
"Uhm,
è una cosa diversa, diciamo. Completamente diversa."
"A
proposito, andrai poi a casa dei suoi per il Ringraziamento?"
La
Hill sbuffa, alza le spalle, si gratta la testa e nel momento in sembra decidere
a dare una risposta la luce ritorna e l'ascensore inizia a muoversi.
Ci
rialziamo e ci riassettiamo, con Natasha che freme per il bagno.
"Comunque, se la cosa ti può consolare, la Hand non assegna mai una
squadra di recupero a me e Barton. Dobbiamo sempre salvarci le chiappe da
soli."
"Potrebbe
essere gelosia. Magari sospetta che tra noi due ci sia qualcosa."
"Non
potresti farle crede di essere la ragazza della Morse? Non per lamentarmi, ma
mi piacerebbe provare l'ebbrezza di un comodo viaggio di ritorno, almeno una
volta nella vita."
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Ed abbiamo anche il CrossOver con Agent
of S.H.I.E.L.D.! Era da un po' che non aggiornavo - chiedo venia, casomai
qualcuno ne avesse sentito la mancanza - ma oltre a scribacchiare qua e la
random sto lavorando al Threequel di The Seventh.
So che in pochi ne sentivano una reale
necessità, ma avevo proprio intenzione di togliermi qualche sfizio, perciò lo
sviluppare e seguire una trama sensata ha lasciato un po' in disparte le perle
da pirla di questa raccolta.
Non è finita, assolutamente, perché ci
sarà almeno un altro capitolo che dovrò
scrivere per una continuità con TS3.
Il resto si vedrà.
Intanto vi ringrazio per aver riaperto
questa raccolta, per averla letta e per aver commentato i capitoli precedenti.
E anche questo, se ne avrete davvero voglia.
Grazie, alla prossima se vorrete.
EC