Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Evilcassy    15/11/2013    5 recensioni
"I miei cognati non hanno lavori dozzinali. Stiamo parlando di un avvocato e del chirurgo plastico a cui devi l'assenza di
zampe di gallina attorno agli occhi!"
Bruce scoppia a ridere, Tony ringhia: "Quante volte te lo devo ripetere, Pepper: non davanti ai ragazzi. Ora Bruce manderà un messaggio a Barton e sarò lo zimbello dei Vendicatori!"

Sequela di OS sul TheSeventhUniverse, slegate tra di loro.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The Seventh:

 

The Seventh:

50 Shades of Grey(Raven)

 

 

9: Shades of Small Bananas and Tasty Muffin

 

Per certe persone avere tutto non è abbastanza, hanno anche bisogno di qualcuno che le invidi.

[Carrie - Sex and the City ]

 

 

Io e Natasha facciamo la nostra comparsa nella hall della Base Michigan di Chicago alle 7 e 32 di un giovedì mattina armate di tre bicchieri venti di doppio espresso di Starbucks e ci dirigiamo dritte verso gli ascensori per il nostro 'oroscopo quotidiano', in cui deduciamo l'andazzo della giornata dal primo incontro che facciamo sull'ascensore.

E quando le porte si aprono, capisco che le prossime ore saranno piacevoli quanto l'attacco di diarrea dopo quattro fette di cheesecake: "Agente Ward."

"Agente Romanoff, Agente Borgo. Vado al ventisettesimo. Voi?"

"Centodiciassette" Risponde atona Natasha, rifilandomi uno sguardo discreto.

Al quattordicesimo, le porte si riaprono per Maria Hill: "Agente Ward, Agente Romanoff, Agente Borgo."

"Vice Direttrice, Buongiorno."

Al ventisettesimo Ward saluta, scende e non si azzarda ad indugiare oltre su di me. Non posso alzare il dito medio perché ho entrambe le mani occupate dai bicchieri. "Hill, il tuo doppio espresso."

"Oh grazie." Senza rompicoglioni attorno, possiamo rilassarci. "Ho letto il tuo rapporto dalla Mongolia, Adie: mica male, davvero."

"Non mi aspettavo di trovarmi davanti ad una discendente di Gengis Kahn di centottanta chili, con una passione per il sumo proporzionale all'avversione per l'igiene personale. Lo sapevate che le popolazioni nomadi dei Gobi non conoscono l'utilizzo della carta igienica?"

Natasha sostiene che se lo sarebbe aspettato, Hill storce la bocca disgustata: "Tu? Vieni dall'Hub, vero? Non ci vado da secoli... qualche novità?"

"Oh, nessuna." Risponde Nat. "A parte la spocchia della Hand, come sempre."

La Hill per poco non stritola il bicchiere di carta: "La spocchia di Victoria Hand non è una novità. Miss Meches-In-Tinta-Con-Il-Rossetto, la Responsabile dei culi di tutti gli agenti operativi che non sa parcheggiare la macchina dentro le strisce, quella che 'Ohmiodio, che schifo il whisky di prima mattina' e poi si mangia la peperonata alle dieci e viene a 'salutarti', Lady 'Non mi piace la tua cicatrice da appendicite' che ha una tetta più piccola dell'altra."

Io e Natasha facciamo un passo indietro verso la parete del fondo e ci scambiamo uno sguardo: "Come ha fatto a sapere delle tette asimmetriche?"

"Nello stesso modo in cui hai scoperto che Ward è ipodotato."

"Hill, uno di questi giorni dovrai raccontarci un paio di tue avventure."

"Quando avrà tempo, forse e..."

PUM!

L'ascensore si blocca di colpo. Natasha bestemmia in russo, che si è rovesciata addosso mezzo bicchiere di caffè. Le luci sfarfallano e si spengono, sostituite dal neon di emergenza. La Hill si attacca all'auricolare per chiedere delucidazioni e fornire la nostra posizione e poi ci informa che pare trattarsi solo di un guasto tecnico: "Stanno lavorando all'ampliamento dei piani sotterranei, sembra che abbiano urtato l'impianto di trasmissione della corrente." Chiedo se non abbiamo un generatore di emergenza. "Sì, ma è solo di emergenza, un blackout parziale di origine certa che non avviene durante un assalto o una partita dei Chicago BlackHawks non è da considerarsi tale."

"Quindi siamo bloccate qui?"

"Certo che no: sappiamo tutte e tre scappare da un ascensore bloccato!"

"Sì, ma in casi di emergenza. Ed io non ho proprio voglia di aprire il portellone superiore e mettermi a scalare i cavi d'acciaio in  un caso come questo: non siamo sotto assedio e stasera non c'è Hannibal in Tv. Non vedo alcuna emergenza."

"A me scappa la pipì." Ammette piano Natasha.

 

"Beh, visto che siamo qui ad annoiarci e a piangere sul doppio espresso versato" Natasha smette di leccarsi l'avambraccio sporco di caffè e rifila alla Hill un'occhiataccia "Tanto vale che Addison ci racconti la storia del pisellino di Ward."

"Solo se tu racconti quella delle tette con conformi della Hand."

Scivolando a gambe incrociate sul pavimento e mettendosi comoda, Natasha dichiara che le sembra uno scambio equo.

 

"Allora, risale tutto alla prima volta che ho visto Ward dal vivo. Prima, durante l'addestramento e il tirocinio, lo conoscevo solo di fama. Un ottimo agente, sempre pronto all'azione: lo chiamavano Die Ward e finché non l'ho conosciuto fisicamente pensavo fosse una parodia di Die Hard. Poi ho scoperto che più che un soprannome, era un invito."

 

Avevo ottenuto la promozione a Livello 5 da meno di un mese, e appena finita una missione di raccolta informazioni a Vienna ero stata assegnata al volo ad una a Zurigo per attinenza di campo; neanche il tempo di gustarmi una fetta di Sacher che ho dovuto saltare sul primo treno per la Svizzera e studiarmi il report informativo durante il tragitto. La mia copertura - un'agente di borsa belga - avrebbe incontrato il suo ipotetico fidanzato banchiere alla stazione: studiando la foto di quello che mi era stato appena affidato come partner pensai mi fosse andata di lusso: Mascella volitiva e molto maschia, occhi scuri profondi e misteriosi e fisico palestrato: sulla carta l'Agente Ward - vero nome di quello che avrei dovuto chiamare Victor Laballe - era quel tipo di partner che ti capitano una sola volta nella carriera. Uno di quelli che a fine missione, cascasse il mondo, ti sbatti sul volo di ritorno.

 

"Non è poi così raro trovare un partner sbattibile. Guarda Natasha, ci ha pure costruito una relazione stabile."

"Appunto perché non è facile trovarne di che me lo tengo stretto" Gongola: "E vorrei farti notare che sono sul campo da che avevo dieci anni. Ho un'idea precisa delle statistiche di partner passabili."

Le ricordo che la mia prima missione è stata al fianco di Sitwell: "L'uomo che la forza di gravità ha fatto emigrare i capelli dalla testa alla schiena."

"Grazie, Addison. Mi hai spento il principio di fame."

"Io ho ancora voglia di fare pipì."

 

 

I miei entusiasmi si erano spenti alla stazione quando, scendendo dal treno leggera e leggiadra senza fare incastrare il trolley da nessuna parte, mi ero avvicinata a lui avvolgendolo tra le mie braccia. Avessi abbracciato una colonna di marmo, l'effetto sarebbe stato lo stesso: la solidità unita ad un'immobile freddezza.

"Mi sembri poco affettuoso, per essere il mio fidanzato." Gli ho sibilato morbida all'orecchio: Dopo una specie di convulsione mi sono ritrovata una sua mano sulla spalla. Ammazza che ardore!

"Lo sai, cherie, che sono poco propenso a mostrare sentimenti in pubblico. Ciò non toglie che sia immensamente felice di vederti."

"Tranquillo" Sorrisi sbattendo le ciglia aggiustandogli il collo della camicia con un gesto affettuoso "Non ho intenzione di saltarti addosso nel bel mezzo di una stazione!"

Ma sei hai una macchina spaziosa, qualcosa ci si potrebbe inventare...

 

La macchina era effettivamente spaziosa, ma appena salita Ward ha ingranato la marca ed è partito sparato, schivando il traffico in un'inutile e frenetica corsa e brieffandomi concitatamente sull'operazione. Guardandolo snocciolare informazioni ed elenco contatti mi sono resa conto conto che l'espressione che dalla foto mi sembrava un po' tenebrosa e concentrata in realtà era semplicemente stitica. Teneva le sopracciglia e la mascella sempre contratte, usava termini tecnici e formali, tipico di chi non si concede alcuna distrazione ed era abituato a lavorare al di fuori di una squadra fissa, insofferente alla presenza di altri colleghi.

Nah, GreyRaven: con questo qui non ci si caverebbe un ragno dal buco, figurarsi a metterlo dentro.

In parole povere: ho capito subito che l'Agente Ward sarebbe stato di una noia e una pedanteria mortali.

 

La situazione è peggiorata nettamente una volta individuato il nostro soggetto e il suo alloggio: il Sorell Hotel, un lussuoso albergo in centro a Zurigo, in cui sono riuscita ad infiltrarmi nella hall fingendomi una stagista alla ricerca di una stanza per il suo puntiglioso capo, arrivato improvvisamente in città. Mentre il receptionist cercava a terminale le camere libere, ho spiato il nome del soggetto nell'elenco di camere già occupate. Alla conferma che non vi erano più camere libere ho esalato un gemito disperato, e sono uscita con aria sconvolta fingendo di scordarmi di ringraziare.

Gli accordi erano di incontrarci nuovamente al Giardino Cinese, e quando l'ho individuato le braccia quasi mi sono cascate a terra: Ward si era cambiato i vestiti ed indossava una tuta da giardiniere, e con quella potava i rametti dei cespugli di una piccola aiuola. "Ward, siamo in centro a Zurigo: per 'non farsi notare' basta infilarsi dentro ad un bar a prendere un caffè, non mimetizzarsi tra i cespugli!"

"Non sono abituato a prendere pause dal mio lavoro. Un attimo di distrazione e può accadere qualsiasi cosa, Borgo. Qualsiasi."

"E tu sei certo che io non riesca a gestire una situazione d'emergenza?"

"Non per sminuirti, ma sei sul campo da troppo poco tempo per poter vantare una reale esperienza."

Per impedirmi di strozzarlo ho dovuto incrociare le braccia: se c'è una cosa che mi fa tutt'ora andare fuori di testa sono i maschi grandi e grossi che mi sottovalutano. Così ho deciso di aprire la borsetta ed estrarre il pacchetto di sigarette. "Fumi?"

"No." Mi ha risposto con voce ovvia.

"Immagino che quindi non avrai da accendere."

"Corretto."

"Io invece sempre." Schioccai semplicemente le dita davanti alla mia faccia: con la piccola fiammella grigiazzurra comparsa sulla punta del pollice mi accesi la sigaretta per poi espirare una nuvola di fumo sulla faccia sbalordita del collega: "Il nostro amico si è preso la suite A208. Ho gettato un'occhiata alla cartina del piano d'evacuazione mentre aspettavo: si trova all'ultimo piano e ha una terrazza molto spaziosa. Visto che sei così cavaliere da preoccuparti per me lascerò che mi regga la mano mentre entrerò dal tetto, questa notte. Intesi?

Ward serrava talmente forte la mascella che temevo la potesse spezzare. Con un sorriso mellifluo ho girato i tacchi e prima di andarmene gli ho fatto notare che aveva pestato una cacca di cane.

 

Natasha alza gli occhi al cielo: "Sempre queste pose da strafiga vissuta!"

"Oh, andiamo! E che dovevo fare, tirargli un calcio in faccia? In ogni caso, con il favore delle tenebre ci siamo appostati sul tetto e abbiamo atteso il momento giusto per entrare in azione. Il problema è che il Soggetto… beh, aveva intenzione di divertirsi."

"Oddio, li odio quelli che chiamano una squillo quando tu sei appostato con un fucile di precisione...!" mugola la Hill.

"Come quello che hai quasi grigliato su un comodino il mese scorso?"

"Era la stessa persona, erano anni che lo tenevamo sotto osservazione." Sospiro: "E magari ne avesse chiamata solo una: erano in sette. Ward era sconvolto. Così, per ammazzare il tempo - e non il mio collega - ho proposto di trovarci un passatempo anche noi."

Le ragazze tendono le orecchie.

 

"AL-BI-NO."

Ward ci ha pensato un attimo prima di ribattere: "NO-CE."

"CE-TRI-O-LO."

"LO-CUS-TA"

Mi grattai il mento: "Uhm... TA-SCA-PA-NE"

"Un momento, un momento! " Alzò la testa dal comignolo a cui era appoggiato e tese le orecchie: "Mi sembra che lui abbia finito."

"No." Un secondo gemito strozzato: "Ora lui ha finito."

Ward alza un sopracciglio: "Che udito da intenditrice..." commenta ò sarcastico

"A Rio de Janeiro lavoravo in un bordello"

"Davvero?"

"No."

Le ragazze escono dopo mezz'ora, il soggetto si accende la televisione per spegnerla poco dopo insieme alla luce. Ancora qualche minuto di attesa e poi siamo scesi sulla terrazza, aperto la porta finestra e scivolati all’interno della suite. La nostra visita è stata brevissima: quattro cimici piazzate nei luoghi giusti  - il Soggetto avrà sicuramente controllato di non essere spiato al suo arrivo, difficilmente ricontrollerà al mattino - un suo capello per il database del DNA dello S.H.I.E.L.D. e ce ne andiamo. Quando siamo di nuovo con i piedi a terra e con l'attrezzatura riposta in uno zaino dall'aria innocua, ci incamminiamo per la Bahnhofstrasse mano nella mano. Io vesto la mia migliore aria innamorata, lui quella di una colica in atto.

"Quindi, il nostro lavoro si può definire concluso, missione compiuta."

"La missione non è conclusa finché il sistema non lo dice. E non abbiamo ancora ricevuto nessun messaggio."

"Allora godiamoci questi pochi minuti di apparente calma. Agente Ward, ora che rivestiamo la nostra copertura puoi addirittura smettere di camminare come un automa. Un po' più fluido, d'altronde sono la tua dolce fidanzata che non vedi così spesso." Abbozzò una mezza smorfia che, con tutta la fantasia possibile, interpretare come sorriso sarebbe stato davvero difficile. "Immagino che non sia abituato a passeggiare mano nella mano della tua ragazza. Probabilmente il luogo più romantico in cui l'hai portata deve essere il Poligono di Tiro."

"Agente Borgo, ti prego. Sarebbe piuttosto sciocco per me cercare una relazione stabile a questo punto della carriera. Quanto alla mia andatura, sfortunatamente sono vittima di una contrattura muscolare a livello lombare dalla mia precedente missione.

"Oh! Ha provato con il taping? Se vuoi posso darti una mano con l'applicazione. Sono brava a curare i traumi muscolari e ho sempre un rotolo di cerotti con me."

 

"Sei. Una. Persona. Orribile." dichiara Natasha. "Il Taping? TU? L’unica volta che hai usato quei cerotti era per farti il costume da sexy mummia ad Halloween!”

"E chissenefrega! Ho colto al volo l'occasione per farlo spogliare!"

La Hill alza la mano: "Perché volevi a tutti i costi portartelo a letto se ti stava così tanto sulle palle?”

"A Zurigo non c’è vita il lunedì sera. E avevo voglia di qualcosa che mi rilassasse. Ad ogni modo, lo convinsi, e una volta arrivati nel nostro alloggio entrò in camera mia.”

 

Caro Die Ward,

sarai un gran rompicoglioni, una palla di dimensioni bibliche, un dito di traverso nel culo: ma senza camicia ti perdono qualsiasi cosa.

L'ho invitato a sdraiarsi sul letto: "Prono" è stata la mia inutile raccomandazione, che Ward sembrava propenso a tutto fuorché provarci con me.

Aspetta che ti metta le mani addosso...

Mi sono raccomandata di farmi sapere quando toccavo il punto dolente e appoggiando il palmo sulla sua zona lombare ho iniziato un leggero massaggio. "E avvertimi se ho le mani troppo fredde."

"Affatto, sono calde. Caldissime. Non è che stai cercando di farmi prendere fuoco?"

"È una battuta agente, Ward? Accidenti, se potessi togliere le mani dal lavoro che sto facendo me la segnerei da qualche parte. Comunque no, affatto. Ho una temperatura corporea naturalmente più elevata di un comune essere umano."

"Per questo che ti sei arruolata?" Certo che sa come frenare la libido, questo. In compenso, sussulta amabilmente quando premo sul gonfiore per punirlo.

"No, è perché volevo mettere la mia stronzaggine al servizio dell'umanità. Ora ti applicherò il cerotto, tienilo addosso per un paio di giorni e non lo strofinare quando ti lavi. Se ti lavi."

"Non intendevo dire che sei... "

"Lascia perdere. So benissimo che genere di insinuazioni girano sul mio conto, per questo mi prodigo per smentirle. Meglio quelle, comunque, che accusarmi di essere andata a letto con qualcuno per arrivare al mio Livello!"

Lo sbuffo ha emesso Ward era quasi divertito; ho fatto appena in tempo a finire l'applicazione plausibile dei cerotti che i cellulari di entrambi hanno squillato il segnale di messaggio. Allungandomi verso il comodino e recuperato il mio, ho letto il contenuto ad alta voce: "Missione conclusa. Mi hanno girato un biglietto aereo per New York domani pomeriggio. Tu?" Ward si è voltato supino e ha letto bene il messaggio, prima di spiegare di essere diretto a Londra con il primo volo del mattino.

Con finta casualità, ho sfiorato il suo braccio mentre riappoggiavo il cellulare e ho intercettato il suo sguardo. "Bene" dice.

"Bene" gli ho fatto eco.

 

"Certo che è bello sveglio il ragazzo, eh?"

"La tiriamo ancora per le lunghe?"

"D'accordo, d'accordo. Insomma, ho dovuto mettermi di impegno un po' di più ma alla fine..."

 

Non ho smesso di chiamarlo Ward neppure quando mi ha fatto saltare i bottoni della camicia: ho apprezzato l'impeto e l'ho spinto sul materasso, che avevo tutta l'intenzione di giocare con lui. Lingua sul collo, sui pettorali, lungo gli addomina... sguardo allusivo, elastico dei pantaloni tra i denti et voila! Glieli ho sfilati sino alle ginocchia.

Quando ritorno sulle mutande, però, non trovo nessun effetto 'Tenda Canadese'.

Eppure lui mi sembrava abbastanza eccitato.

Forse mi sbagliavo.

Così ho deciso di replaicare la mossa con l'elastico delle mutande  - Ward ha deglutito sonoramente e...

Oh.

"Sì, ti prego...!" Ha supplicato lui con gli occhi socchiusi.

Sì ti prego COSA? COSA?

Non c'è nulla da pregare, qui c'è solo da piangere!

 

"Ahm. Io... ecco..."

"Cosa?"

"Le mie cose. Mi sono venute. Ora. Meno male che me ne sono accorta...! È meglio che ti rivesti, sono molto irritabile quando sono mestruata io... ho delle vampate di calore e perdo il controllo del FuocoFatuo molto facilmente."

"Ma se fino ad un momento fa..."

"Il momento fa è passato. Il momento ora è adesso. Sono di umore instabile con il ciclo, ecco. Ti rialzo le mutande e facciamo finta che questo piccolo incidente non sia mai successo, d'accordo?"

 

 

 

"Quindi l'hai sbattuto fuori?" La mascella di Natasha sfiora terra, la Hill si sta rotolando dalle risate: "Non ci hai fatto nulla? Potevi almeno... almeno..."

"Almeno cosa?" Alzo il mignolo: "Come ci si pul divertire con un mezzo wurstel? Un cannoncino mignon, un aborto di tubero! E sì che non ero così ben abituata come lo sono adesso."

"Grazie per l'informazione non richiesta su Loki."

"Ragazze, voi non avete idea di com'era! Anche a prenderlo in bocca... aveva le dimensioni di un Marshmallows, l'avrei masticato di impulso! È stato un trauma. Non sono riuscita a chiudere occhio tutta notte, avevo la tachicardia, e per tutta la settimana successiva non ho avuto che incubi su piccoli piselli che mi inseguivano urlando sì ti prego!

Natasha ipotizza che probabilmente c'era solo freddo nella stanza. "Sai, quando ero con Clint in Tagikistan, mi ha proposto di  Scaldarci un po' come solo noi sappiamo fare  mentre aspettavamo l'alba in un tunnel sotterraneo. C'era così freddo che ho frugato per tre minuti, prima di trovarglielo!"

"OcchioDiFalco, PeneDaCanarino!" commenta ilare la Hill.

"È successo solo quella volta...!" Ringhia Nat. "E a proposito, ora è il tuo turno."

 

 

Victoria Hand le è sempre piaciuta, sin dal primo giorno che l’ha incontrata. Entrata nello S.H.I.E.L.D. da poco dopo un addestramento nei marines, la sua prima missione veramente difficile le è stata assegnata nell’Hub dall’allora direttore della base, mentre la Hand le ha fornito il primo brief logistico. Forse era per il caschetto che portava o per le gambe lunghe che spuntavano dalla gonna nera, fatto sta che la Hill l'avrebbe impalmata all’istante. E quando aveva incrociato i suoi occhi scuri dietro la montatura severa degli occhiali aveva letto lo stesso, identico desiderio.

 

“E poi l’antiromantica sarei io…”

“Sta zitta, Adie, la sua storia è più intrigante della tua.”

 

 

Come souvenir, la Hill si era portata a casa dalla missione una pallottola nella caviglia, ma la sua squadra non aveva subito perdite. Nel reparto di infermeria una delle prime persone ad andarla a trovare era stata proprio la Hand: si era semplicemente congratulata per l’esito dell’operazione e aveva lasciato una scatola di dolcetti di marzapane, prima di uscire di nuovo.

In una storia d’amore cinematografica, quei dolcetti sarebbero stati i preferiti dalla Hill e lei si sarebbe chiesta per tutta la vita come faceva la Hand ad avere indovinato i suoi gusti senza conoscerla. Nella realtà, il marzapane le fa schifo e aveva rifilato di buon grado la scatola a Sitwell, che è di bocca buona.

Dopodiché della Hand non aveva più saputo nulla, a parte qualche report o comunicazione ufficiale e formale.

Un paio d'anni più tardi era stata Victoria Hand ad uscire dall’Hub per andare al Triskelion. Il motivo era la gigantesca organizzazione logistica per un’operazione molto importante: la Hill nel frattempo era diventata un Livello 7, Capitano della sua squadra d’assalto ed aveva calamitato l’attenzione dei piani alti. La Hand era sempre più vicina, invece, ad occupare il posto da Responsabile dell’Hub al posto del suo capo ormai prossimo alla pensione.

Durante il briefing si scambiarono più e più occhiate. L’ultima, la più lunga, quando la Hill era già sull’elicottero che si stava alzando.

 

“La Tensione Sessuale è alle stelle” Commento rapita. “Quindi…?”

“L’Operazione era quella della Terra di Fuoco,dove ti sei guadagnata il livello 8 sul campo, giusto? Poteva essere una nuova guerra delle Falklands, se non fosse stato per lo S.H.I.E.L.D.” Spiega Nat ammirata: “Immagino che al ritorno non ti sia stato solo notificato l’ottavo livello.”

“No, non solo” Ammette, sorridendo compiaciuta. “Mentre ero sola sotto la doccia degli spogliatoi ho sentito un rumore e mi sono voltata e… Victoria era lì. Si è liberata dei vestiti uno dopo l’altro – dannazione, quella donna è davvero brava a spogliarsi – e mi ha raggiunta sotto la doccia.”

“E lì hai visto che le sorelle non erano gemelle.”

“A dire la verità in quel momento non ci ho fatto molto caso. Ero… come dire, distratta.”

 

 

Non era stata una toccata e fuga, ma neppure una relazione vera e propria. Entrambe votate prima di tutto alla loro carriera, ligie al dovere e al regolamento che ‘sconsigliava’ le relazioni tra colleghi, avevano mantenunto il riserbo e il distaccamento necessario per non destare sospetti. E ci riuscivano benissimo, anche se Sitwell, vedendo la fiancata della sua auto ammaccata, un giorno aveva commentato con un: “Sembra che te l'abbia parcheggiata la Hand.”

Nel frattempo,Victoria Hand era diventata direttrice dell’Hub e Maria Hill stava percorrendo una brillante carriera con un importante giro di responsabilità.

Un giorno, poi, era stata convocata da Nick Fury in persona per comunicarle che era una candidata più che adatta a ricoprire il ruolo vacante da Vice Direttore: “Sento ottime cose su di lei. Ed il suo rigore piace molto al Consiglio. A dire il vero, è stata più una decisione del Consiglio che mia quella di considerare la sua candidatura, ma siccome non la reputo una decisione esageratamente stupida, intendo tenerla in considerazione.”

“La ringrazio, Direttore.”

“Accetta, Agente Hill?”

"È un onore."

“Molto bene. Sa come sono queste cose: prima passi all’ufficio legale a discutere di cazzate burocratiche e poi tornerà qui da me e parleremo di cose serie. Ah, un’ultima cosa:” Fury si era avvicinato e le aveva piantato l’occhio addosso: “Lei ha delle spinte importanti, Agente Hill, ma sia ben chiaro che ciò non le permette di mettermi i bastoni tra le ruote, intesi? Tenga ben presente che se sono il Direttore di questa Organizzazione, un'idea limpida di cosa sto facendo ce l'ho. D’accordo?”

“Sissignore.”

Non ne aveva parlato apertamente con la Hand, ma le era sembrato di intuire che dietro quelle ‘spinte’ il Direttore alludesse a lei. Sapeva di aver lavorato duramente e di meritarsi quel posto, eppure non riusciva a togliersi dalla testa quella sensazione scomoda di essere in debito e che se era lì lo doveva principalmente alle sue conoscenze particolari con la Direttrice dell'Hub. Ciononostante si era intascata il plauso dei colleghi e anche un discreto numero di bizzarri gadgets ipertecnologici.

Victoria si era limitata ad accompagnare le sue congratulazioni con una scatola di dolcetti di marzapane.

Fury li aveva letteralmente divorati: “Non pensi di ingraziarsi il Direttore in questo modo: Muova il culo e faccia il suo dovere. E lasci qui questa scatola. Ah, Hill, domani dovrà farsi un giro all’Hub al mio posto. Solite procedure organizzative per le missioni ancora in fase di definizione. So che è una dannata seccatura ma…”

“Non lo è affatto, Signore.”

“Avere a che fare con la Hand? Non la conosce, vero?”

“Certo, signore: mi ha brieffato alla mia prima missione sul campo.”

“E non ha cercato di farla uccidere? Si reputi fortunata, allora. Ha cercato di far fuori ogni singolo Agente che ha mandato sul campo, me compreso. Anche Coulson si era trovato nella merda sino al collo, e non lo conosce neppure dal vivo. Barton tiene una foto nel suo armadietto con cui ci gioca a freccette nel tempo libero.”

“È comunque una delle più grandi strateghe dell’Organizzazione, Signore.”

“Assolutamente, niente da dire in contrario. Il successo della Terra di Fuoco e altre operazioni lo si deve principalmente a lei. Solo… non si sprechi di complimenti nei suoi confronti, non è che la stima sia esattamente ricambiata.” L’aveva vista alzare un sopracciglio sorpresa e aveva continuato nella spiegazione: “È stata una delle poche persone contrarie alla sua nomina a Vice Direttrice. Sosteneva che, oltre a non avere l’esperienza necessaria per quel ruolo, sia anche dispotica, poco zelante, arrogante e con tendenze ad addossare la colpa agli altri.”

Aveva faticato a nascondere un fremito di rabbia: “Le posso assicurare che Victoria Hand non mi conosce bene.”

“Lo so, lo so. Erano discorsi da primadonna. Mirava a questo posto quanto e più di lei, gli è bruciato non poco che le venisse soffiato via da un’Agente addirittura più giovane. Allora va lei domani all’Hub?”

“Sissignore. Le saluterò l’Agente Hand.”

 

“Sei. Una. Stronza.” Aveva scelto di affrontarla direttamente, prima della riunione, approfittando di un momento in cui la Hand era sola nella sala ristoro del piano. “Dispotica. Lavativa. Poco zelante. Potevi almeno sprecarti a trovare scusanti migliori per cercare di escludermi dalla carica.”

Lei sorseggiava il suo caffé senza dar segno di essere minimamente turbata, e quando lo finisce le chiede che cosa si aspettasse davvero: “Pensavi ti facessi trovare gli striscioni di congratulazioni, che mi mettessi a saltare e a strillare di gioia per poi regalarti la notte di sesso più infuocata della tua vita? Sono i tuoi otto anni di attività nello S.H.I.E.L.D. contro la mia esperienza ventennale, scherziamo?"

“Sei la direttrice dell’Hub!”

“Oh, scusa se ho ambizioni più alte che starmene sepolta per altri vent’anni qui dentro! Non mi fraintendere, adoro il mio lavoro e non vivrei un giorno senza. Ma ho la visione neccessaria delle cose per portare le migliorie al sistema che tu nemmeno puoi immaginare, e sicuramente mi farei valere su Fury più di quanto tu stessa stia facendo.”

“Fury non è il ragazzino indisciplinato che il consiglio crede sia.”

“Ah no, davvero? E il progetto Vendicatori? E il suo attorniarsi di scherzi della natura potenzialmente pericolosi per il genere umano? Non avrai mica cambiato improvvisamente la considerazione che avevi di lui, vero?”

“No. Ma almeno non è un figlio di puttana come chi dirige questo posto.” Ribatté girando i tacchi e dirigendosi verso la porta.

“Se esci di qui ora tra di noi è finita.” È stata la pacata minaccia della Hand, fatta con aria da chi ha il coltello dalla parte del manico e tutta l'intenzione di avere l'ultima parola."

L'occhiata che le ha rivolto la Hill era di puro compatimento: “Tanto odio i dolcetti di marzapane.”

 

 

Applaudiamo: Questa sì che è un'uscita di scena degna di questo nome.

"E quindi come è andata a finire?"

"I nostri successivi incontri sono stati puramente formali, non ci siamo rivolte la parola che per lo stretto necessario e solo in modo formale.

Però una volta, quando sono scesa a recuperare la mia auto ho trovato quattro graffi sulla portiera. Guarda caso, la Hand ha una ricostruzione unghie dall'aria piuttosto minacciosa. Pazienza, in fondo è colpa mia. Mi piaceva davvero, sa essere molto... molto intrigante. Mi piacciono le donne come lei."

"Stronze?" Chiede Nat.

"Determinate. E sexy. E, sì, anche stronze."

Le ricordo che ora ha Darcyna "Ed è meglio, no?"

"Uhm, è una cosa diversa, diciamo. Completamente diversa."

"A proposito, andrai poi a casa dei suoi per il Ringraziamento?"

La Hill sbuffa, alza le spalle, si gratta la testa e nel momento in sembra decidere a dare una risposta la luce ritorna e l'ascensore inizia a muoversi.

 

Ci rialziamo e ci riassettiamo, con Natasha che freme per il bagno. "Comunque, se la cosa ti può consolare, la Hand non assegna mai una squadra di recupero a me e Barton. Dobbiamo sempre salvarci le chiappe da soli."

"Potrebbe essere gelosia. Magari sospetta che tra noi due ci sia qualcosa."

"Non potresti farle crede di essere la ragazza della Morse? Non per lamentarmi, ma mi piacerebbe provare l'ebbrezza di un comodo viaggio di ritorno, almeno una volta nella vita."

 

==============================================================

 

Ed abbiamo anche il CrossOver con Agent of S.H.I.E.L.D.! Era da un po' che non aggiornavo - chiedo venia, casomai qualcuno ne avesse sentito la mancanza - ma oltre a scribacchiare qua e la random sto lavorando al Threequel di The Seventh.

So che in pochi ne sentivano una reale necessità, ma avevo proprio intenzione di togliermi qualche sfizio, perciò lo sviluppare e seguire una trama sensata ha lasciato un po' in disparte le perle da pirla di questa raccolta.

Non è finita, assolutamente, perché ci sarà almeno un altro capitolo che dovrò scrivere per una continuità con TS3.

Il resto si vedrà.

Intanto vi ringrazio per aver riaperto questa raccolta, per averla letta e per aver commentato i capitoli precedenti. E anche questo, se ne avrete davvero voglia.

Grazie, alla prossima se vorrete.

EC

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Evilcassy