Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: LadyMarauders    17/11/2013    3 recensioni
- Come ti chiami?- fu la prima cosa che le venne in mente di chiedergli, infondo è la prima cosa che si fa quando ci si conosce.
- Ho tanti nomi, ma non me ne piace nessuno, dammi un nuovo nome tu, secondo te come potrei chiamarmi?-
Adorava dare i nomi alle persone a seconda del loro viso, lo faceva sempre, come faceva a saperlo? Ah già, era nel suo sogno.
- James, secondo me ti chiami James-
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Stava uscendo dalla metropolitana, era tutto completamente deserto,appena girò l'angolo della strada vide James appoggiato al muro che la aspettava.
Quel giorno era tornato al look total black, portava un completo elegante, giacca e cravatta, tutto completamente nero.
- Quanta eleganza- disse Penny andando vicino a lui – dove sei stato, ad un funerale?-
- Più o meno si, avevo un impegno di lavoro e non ho fatto in tempo a cambiarmi.-
- Mi spieghi come funziona questa cosa? Cioè tu lavori tutto il tempo, hai una vita, una casa e poi all'improvviso spunti nei miei sogni?-
James ci pensò un po su – si, più o meno funziona così-
- è tutto così assurdo, credo proprio che sei realmente un'allucinazione onirica data dal mio amico tumore-
- no, non sono un allucinazione – sorrise, nel penombra della strada brillarono i denti bianchissimi – ti sono mancato?-
- Un po, devo ammetterlo, stavo per rubare una bella dose di morfina per addormentarmi-
- Sarebbe stato pericoloso e inutile, i medicinali portano, molto spesso, ad un sonno senza sogni, non ci saremmo incontrati comunque- fece una pausa – vieni ti voglio far vedere una cosa.-
La prese per mano e come sempre le due si incastravano in modo perfetto. Mentre camminavano passarono davanti ad una vetrina e Penny vide la sua immagine riflessa.
- Aspetta un attimo- James si fermò. Penny tolse la sua mano da quella del ragazzo e tornò indietro fermandosi davanti allo specchio.
Non fu se stessa a colpirla, era sempre lei, solo con i capelli e meno gonfia per colpa delle chemio. Riconosceva ogni parte di se, il seno abbondante, i fianchi un po larghi,il neo sul labbro che aveva sempre odiato. Fu il vestito a colpirla. Come faceva ad indossare quel vestito? Non era neanche suo, era di Eleanor e lei l'aveva sempre voluto, ma non gli era mai entrato. Sua sorella era più alta e mi magra di lei. E adesso quel vestito lilla, lungo fino alle ginocchia, era addosso a lei e le stava perfettamente.
Vide arrivare il riflesso di James che si fermò dietro di lei. Non si era accorta di quanto fosse alto. Gli arrivava più o meno alla spalla, per un attimo gli ricordò Jack Skeletror, così allampanato con il completo elegante, ma lui aveva il viso più carino di quello del personaggio di Tim Burton.
Continuarono a camminare lungo una via ripida, ma non le pesava camminare, non era assolutamente stanca. Arrivarono in cimo ad una montagnola, che prima non aveva notato. Era completamente buio, c'era solo la luna ad illuminare ogni cosa.
Si sdraiarono sull'erba. Avevano le teste una accanto all'altra, ma i loro corpi erano all'esatto opposto. Penny non aveva mai visto in vita sua un cielo del genere. Era capitato di andare a vedere le stelle, quando era più piccola, ma quello era un cielo diverso.
- Ora dovrei dire qualcosa tipo “ come siamo piccoli in confronto all'universo” vero?-
- Questo non è un film Penelope, non devi legarti per forza ai soliti clichè-
- I clichè possono rendere un film bellissimo o terribile, non insultare i clichè-
- Hai ragione, allora io dovrei dire una cosa come, “ perché sei scesa qui sulla terra? Non stavi bene a brillare li con le tue sorelle?”-
Penny si alzò a sedere e guardò il ragazzo dall'alto. - Tu non sei di questa epoca. Non puoi esserlo, prima la storia del piacere della carne, ora questa, i ragazzi d'oggi non sono così, poetici,tu parli come se fossi il protagonista di una poesia del seicento-
- Il seicento è stata un epoca molto complicata ma piena di grandi artisti-
- Chi diavolo sei James? Non hai nemmeno un cognome-
- Potresti darmelo tu- anche lui si sedette difronte a lei
- Non voglio essere io a crearti, voglio sapere chi sei, se non sei un allucinazione data dal tumore, chi o cosa sei?-
- Secondo te chi o cosa sono?- si stava divertendo, si vedeva. Aveva quella luce negli occhi che solo i bambini hanno quando si divertono. Perché non continuare quel gioco? Sarebbe stato crudele da parte di Penny non accontentarlo.
- Ho due ipotesi su di te-
- Sentiamole-
- Ok, però non ridere troppo se sbaglio ok?-
- Probabilmente sbaglierai. Ma giuro che non riderò troppo delle tue teorie-
Penny si mise comoda sull'erba – Allora, la prima ipotesi è che tu sei un angelo-
- Un angelo- ripetè James
- Si, sai quelli con le ali bianche, i guerrieri del signore. Tu sei il mio angelo custode che mi viene in sogno come L'angelo Gabriele perché sto morendo e tipo mi vuoi far passare qualche bella nottata felice prima di portarmi in paradiso, o spedirmi all'inferno non so, dipende.-
- Non eri atea tu? Come fai a sapere queste cose?-
- Ho chiesto alla mia infermiera super religiosa. Ma non è importante, ho indovinato oppure no?-
- No, non sono un angelo, non sono assolutamente un angelo. Gli angeli sono noiosi, io non sono noioso, ti sembro noioso?-
- Gli Angeli non sono noiosi. Castiel non era noioso-
- Chi è Castiel?- chiese James curioso
- Lascia stare. Ok allora ora ti dico la mia seconda ipotesi, che è un po più assurda della prima-
James la guardò intensamente aspettando che parlasse.
- Ho fatto un sogno strano-
- Che uno sconosciuto, affascinante e simpatico veniva ad infastidirti a Regent's Park?-
- No, non parlavo di quel sogno, di questo sogno. Prima di venire qui ho fatto un altro sogno, di quelli classici, dove non si capisce niente. Ma mi ha fatto riflettere su quello che mi hai raccontato al cafè. Della tua relazione finita, della tua famiglia.-
Penny vide James irrigidirsi leggermente e perdere quella luce che aveva fino a qualche secondo prima in quegli occhi scuri.- La tua storia, non ricorda tantino quella di Ade?-
 Ade?- disse lui serio
- Si, il dio dei morti, sai, fratello di Zeus e Poseidone, escluso dall'olimpo e messo a capo dell'oltretomba, con Cerbero e Caronte. Che ha rapito Persefone da sua madre Cerere, ingannandola a mangiare il melograno per intrappolarla negli inferi e tutto il resto.-
- Ne sai molto di mitologia greca eh-
- Tel' ho detto, mia madre è fissata con questa roba. La ascolto da così tanto tempo che mi sono appassionata anche io. Comunque è un idea stupida, e alquanto assurda. Gli dei greci non sono mai esistiti. Sarebbe figo se fosse così però, infondo Ade è sempre stato il mio dio greco preferito. Deve essere divertente comandare gli inferi non credi?-
- Non è poi così divertente in realtà. C'è tanto lavoro da quando siete diventati così tanti. E poi Caronte non è un gran chiacchierone-
Penny rimase un attimo in silenzio. Cosa diavolo stava dicendo? Dopo il discorso sul paradiso, conosceva anche l'inferno.
- Cosa stai dicendo James?-
- La verità, volevi sapere chi fossi, be lo hai scoperto da sola-
- Certo come no, tu saresti, Ade, il dio dei morti, ah-ah.- quella situazione stava per andare fuori controllo.
- É complicato da spiegare. Si in un certo senso lo sono. L'uomo mi ha chiamato in molti modi diversi, Ade, Anubi, Lucifero. Ci sono molte versioni di me in tutto il mondo. Ma quella che più si avvicina alla realtà è in effetti proprio quella di Ade. I greci erano un popolo estremamente intelligente, molto più di molti popoli moderni-
Penny rimase in silenzio, seduta in mezzo al nulla a fissare quell'uomo che affermava di essere il dio dei morti. Per la prima volta aveva paura.
- Tu saresti Ade?-
- Si, io sono il Signore dei morti-
 
Luna si svegliò come succedeva nei film, di soprassalto e si trovò seduta sul letto, con le flebo che le tiravano.
- Tesoro, cosa è successo? -
Era di nuovo nel suo letto d'ospedale “ oh no, perché mi sono svegliata?”. Sua madre le accarezzava la testa avvolta nel foular.
- stavo, stavo facendo un incubo- si sdraiò di nuovo respirando piano
- Era solo un sogno, Penelope, tranquilla, ci sono io qui, chiudi gli occhi e prova a dormire-
- Si mamma, hai ragione era solo un sogno-.
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: LadyMarauders