“Una palla al piede”
Aberforth ormai sapeva benissimo che Albus considerava lui e sua sorella nient’altro che una palla al piede, degli scomodi e inutili ostacoli che non facevano altro che rallentare la sua ascesa verso il potere e il successo.
Eppure nessuno, a parte lui, pareva accorgersene.
Ad Albus tutto era dovuto, poteva meritarsi ogni cosa. Sembrava che tutto gli fosse giustificato.
Perché lui era il geniale primo della classe Albus Silente. Perché lui era il primogenito che tutte le madri avrebbero sempre voluto avere. Perché lui era lui e questo già bastava.
Mentre essere Aberforth Silente non significa niente. Niente di niente.
Ciao a tutti, probabilmente non potrò pubblicare con questa frequenza tanto spesso, ma finchè posso eccovi un altro capito, spero che sia di vosto gradimento, e grazie ancora a chi commenta, chi mi aggiunge alle seguite e anche solo chi mi legge.
Al prossimo capitolo