Pretty
Little Angel Eyes
Primo anno
“Cissy, non dirmi che hai
paura!” la punzecchiò Bellatrix
con quel sorrisetto di scherno che Narcissa odiava tanto.
Evitò di rispondere, mentre un
groviglio spiacevole le sia
era creato all’altezza dello stomaco.
“Lo sai che mammina ti
diserederà se non finirai tra i
Serpeverde, vero?”
“Lo sai che sei crudele,
Bella?” affermò sogghignando
Anthony Dolov, migliore amico e coetaneo di Bellatrix.
“Me lo dicono in molti”
esclamò compiaciuta la ragazza.
“Rodolphus non può essere che
onorato di essere il tuo
promesso!”
Bellatrix fece una smorfia e Narcissa ebbe una
fitta al
cuore pensando che, se fosse stata smistata tra i Serpeverde, avrebbe
potuto trascorrere
molto più tempo in compagnia del SUO promesso, Lucius Malfoy.
La loro unione era stata decisa dalla nascita.
Inizialmente avevano pensato ad Andromeda, ma lei
era un
anno più grande di Lucius e due in più a lei, e
non stava bene che una donna
fosse più grande del suo futuro marito.
Andromeda, che attualmente si era allontanata per
andare a
salutare alcune amiche del suo anno, era stata promessa al fratello
minore di
Rodolphus, Rebastan, ma i due non si sforzavano neanche a socializzare.
Sospirò, sperando di rivedere presto
Lucius, anche se
trascorrevano praticamente ogni estate insieme.
Era innamorata di lui, era fortunata ad essere
stata
promessa proprio a Lucius.
“SERPEVERDE!”
esclamò il cappello parlante, facendo sospirare
di sollievo Narcissa, che si sistemò i capelli biondi dietro
l’orecchio, prima
di scendere dallo sgabello e dirigersi verso il tavolo di Serpeverde
che l’accolse
con un forte applauso.
Quando arrivò e vide Lucius si
fiondò verso di lui,
abbracciandolo di slancio.
Lucius non parve particolarmente entusiasta di
quella
dimostrazione d’affetto e si irrigidì a quel
contatto.
“Anche tu una Serpeverde, Narcissa?
Direi che ora posso non
odiarti del tutto.”
Narcissa non si fece abbattere da quelle parole e
gli
schioccò un bacio sulla guancia, suscitando
l’ilarità degli altri Serpeverde e
mettendo in imbarazzo Lucius, che avrebbe fatto di tutto pur di
scrollarsela di
dosso.
Era solo un anno più grande di lei, ma
si affermava assai
più maturo e posato di lei.
Se non l’aveva ancora umiliata era solo
perché aveva paura
di Bellatrix.
E pensare che erano promessi… non
sapeva proprio come
avrebbe fatto a sopportarla tutta la vita.
Deglutì inorridito a quel pensiero e le
fece posto accanto a
lui.
“Non hai fame, Narcissa? Siediti o il
piatto si raffredda!”
Il suo piano funzionò e Narcissa lo
lasciò andare, contenta
che gli avesse fatto spazio per mangiare di fianco a lui.
“Pretty little angel
Pretty little little little angel eyes
Angel eyes
I really love you
so
Angel eyes
I'll never let
you go
Because I love you
My darling angel
eyes”
Era così bello… gli occhi
grigi, i capelli biondi quanto i
suoi, il ciuffo che gli ricadeva davanti agli occhi e che gli dava
quell’aria
distaccata e misteriosa.
Narcissa mangiò le delizie che gli elfi
domestici avevano
preparato, forse il cibo era ancora più buono di quello
preparato a casa sua,
ma non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce.
Passarono alcuni mesi e Narcissa era sempre
premurosa con
Lucius, persino quando Lucius non fu preso nella squadra di Quidditch
perché il
Cercatore ce l’avevano già e lui si rifiutava di
giocare in qualsiasi altro
ruolo.
“Volevano che giocassi come portiere, ma
mi hanno visto? Ho
la stazza del portiere, secondo voi?”
Narcissa si affrettò a scuotere la
testa e Yaxley, un
Serpeverde del suo anno cercò di consolarlo.
“Andrà meglio
l’anno prossimo!”
“Ma lo sanno chi è mio
padre?? Sicuramente darà la colpa a
me quando gli risponderò alla sua ultima lettera!”
“Non dirglielo finchè non
torni a casa per Natale!” suggerì
Rebastan Lestrange, dello stesso anno di Bellatrix.
Suo fratello, Rodolphus, era all’ultimo
anno.
“Farò così, ma la
cosa mi urta! Io sono veloce, gioco
a Quidditch da quando sono in culla e
preferiscono quello scemo di Macnair come Cercatore, che non vedrebbe
il
boccino neanche se gli ronzasse sotto il naso!”
“Sei sempre stato bravo a
Quidditch!” confermò Narcissa, che
lo aveva visto giocare spesso.
Lucius la guardò con aria sprezzante,
poi replicò: “Cosa
vuoi saperne tu di Quidditch? Questi sono argomenti da maschi, non
capisco perché
devi sempre impicciarti delle mie cose.”
Le guance di Narcissa andarono in fiamme e ci
rimase così
male che si alzò di scatto dalla poltrona vicino al fuoco
sulla quale era
seduta, e si affrettò ad andare in camera, prima che
qualcuno la vedesse
piangere.
Quando arrivò in camera, la
trovò occupata dalla sua
compagna di stanza, Elettra Nott, sorella di Jason Nott, dello stesso
anno di
Lucius, che era stato anche uno dei presenti alla sua umiliazione.
“Cissy… che hai
fatto?” chiese Elettra allarmata, vedendo le
lacrime che la ragazza non era riuscita a trattenere.
Narcissa scosse la testa e si buttò di
peso sul proprio
letto, sprofondando la faccia nel cuscino morbido e sfogando tutte le
sue
lacrime.
Elettra si avvicinò con cautela e si
mise seduta al lato del
letto di Narcissa, per poi accarezzarle i capelli biondi.
“Ti va di parlarne?”
Narcissa alzò lentamente il viso pieno
di lacrime.
Avrebbe voluto spiegarle tutto, ma
l’unica cosa che le uscì
dalle labbra fu: “Lucius”, per poi essere
sopraffatta da una nuova ondata di
lacrime.
“Vado a chiamare tua sorella,
dai!”
Elettra fece per alzarsi dal letto, ma Narcissa la
fermò per
un braccio.
“Non chiamare Bellatrix! Lei lo
ucciderà e poi mi prenderà
in giro!”
Elettra le fece un sorriso rassicurante.
“Non volevo andare a chiamare Bellatrix,
ma Andromeda!”
Narcissa le sorrise riconoscente, poi, spossata
dal suo
stesso pianto, si addormentò.
“Cissy… tesoro, svegliati,
tra poco dobbiamo scendere per la
cena!”
La voce di Andromeda rimbombò nella
testa di Narcissa e ci
mise un po’ ad aprire gli occhi.
“Io non mangio stasera!”
“Cos’è successo,
Cissy? Elettra mi ha chiamata, allarmata, e
poi suo fratello ci ha spiegato che Lucius ti ha risposto
male.”
A quelle parole, Narcissa sentì di
nuovo le lacrime salirle
agli occhi, ma cercò di cacciarle indietro.
“Io sono sempre carina con lui, volevo
solo consolarlo perché
non è stato preso in squadra e lui mi ha risposto
male.”
“Vuoi dire… peggio del
solito?” chiese Andromeda che, anche
se aveva solo 13 anni, era la persona più ragionevole e
matura che Narcissa
conoscesse.
“Ma lui di solito è bravo con
me.”
“Ti ha mai detto qualcosa di
carino?”
Non c’era bisogno di pensarci per sapere
la risposta.
“No.”
“Ha mai cercato di consolarti quando
stavi male tu?”
“No.”
Andromeda la guardò, piena di
compassione, e le accarezzò la
guancia.
“Il fatto che siete promessi, non
significa che lui sia
innamorato di te!”
“MA IO LO SONO DI LUI!!”
urlò Narcissa.
Era la prima volta che alzava la voce in vita sua
e la cosa
la fece stare un po’ meglio.
Alla fine, Andromeda, senza aggiungere altro
sull’argomento,
riuscì a convincerla a scendere per la cena, promettendole
che sarebbe stata
accanto a lei.
Mangiò ad occhi bassi per tutta la
durata del pasto e
persino Bellatrix si dimostrò preoccupata vedendo che quasi
piangeva alle sue
provocazioni.
Di solito, Narcissa stava semplicemente zitta, ma
non aveva
i lucciconi agli occhi.
“Lasciami in pace, non è
serata!” le disse infine Narcissa,
che non sopportava proprio di sentir la parola –Lucius-
ancora per molto.
Bellatrix la prendeva spesso in giro per la sua
cotta,
ma in maniera insistente.
Solitamente la cosa la toccava il giusto, anche
perché era
vero, ma quella sera proprio non riusciva a sopportare oltre.
“Cissy… cosa ti è
successo? Ti sono venute le mestruazioni?”
chiese sinceramente preoccupata.
“No, sai che è ancora presto
per me."
“Qual è il problema allora?
Non hai studiato? Sai che
possiamo sempre giustificarci con il professor Lumacorno!”
“Sono solo stanca…”
“Ha bisogno di riposare”
affermò Andromeda, cercando di
smorzare la curiosità della loro sorella maggiore.
Bellatrix, però, non era convinta di
quella misera
spiegazione e minacciò Elettra di lanciarle una fattura se
non le avesse detto
cos’era successo.
L’indomani, Narcissa scese per colazione.
Era talmente spenta che i suoi compagni di Casa a
stento la
riconobbero.
Si era appena seduta al tavolo dei Serpeverde, che
Lucius le
venne incontro con un occhio nero e dei foruncoli disgustosi sparsi per
tutto
il viso.
“Sei veramente una frignona, Narcissa!
Ti odio, non sai
nemmeno difenderti da sola. Avevi bisogno di quella strega di tua
sorella per
vendicarti eh? Lo sai che penso di te? Che sei solo una bambina,
stupida e
viziata! Se ti ho sopportato in tutti questi anni era solo per evitare
ciò che
è successo stamattina. Stammi alla larga!”
Narcissa non rispose, lo guardò
semplicemente, mentre il
senso di ingiustizia affiorava dentro di lei.
Avrebbe voluto replicare, giustificarsi,
spiegargli come era
andata davvero, ma non riuscì a proferire parola.
Il primo anno passò così,
con lei che cercava di riavvicinarsi
a Lucius senza riuscirci, la medesima cosa provò in estate.
Andromeda cercò di farle capire che
più insisteva nel
cercare di riallacciare i rapporti più dava soddisfazione a
Malfoy e lo faceva
sentire importante, che lui non meritava questo, ma invano.
Allora…
ho sentito questa canzone vecchissima, “Pretty
Little Angel Eyes” di Curtis Lee, colonna sonora di
“Filipped”, e mi è venuta
in mente di scrivere questa storia. Il pairing era l’unico
adatto per ciò che
avevo in mente. Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere!
-nemy1990-