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Autore: naley3gwain46    20/11/2013    4 recensioni
Dean è un giornalista di una grande metropoli, che per motivi familiari si è dovuto trasferire in una minuscola città dell'Inghilterra per fare da tutore al suo Fratellastro di 17 anni Arthur, quello che credeva fosse una tranquilla cittadina in realtà nasconde pericoli inaspettati ... drammi adolescenziali e mistero non mancheranno.. per non parlare dell'amore... perchè si sà le anime gemelle si ritrovano sempre ;) -Ti prego Arthur dimmi che non hai sul serio comprato un castello.- lo supplicò....
-Arthur lo guardava fisso e alla fine scoppiò a ridere, Dean Camelot è una leggenda, dovresti vedere la tua faccia, tranquillo non sono un completo idiota è un villino in una strada tranquilla vicino al tuo nuovo posto di lavoro e alla biblioteca – -E alla tua nuova scuola giusto?- chiese Dean retorico.
-Si signorina Rottermaier e alla mia nuova scuola- gli rispose prendendolo in giro. In quel preciso momento si materializzò davanti a loro un enorme cartello stradale con su scritto “Benvenuti a Greyhollow”. Dean alzò gli occhi al cielo e pensò che il nome almeno lo avevano azzeccato.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'it's a little small world'
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**Allora chi mi conosce sa quanto io odio il personaggio che sto per introdurre quindi non ve la prendete se siete suoi fan ma lui è il cattivo della storia :P... per il resto mi sono divertita troppo.. spero vi divertiate anche voi ... nessuno mi appartiene Il Coglione menchemeno enjoy**
 
 
Capitolo 4
 
 
The Office
 
Colin era passato a casa prima di andare a scuola.
 
Doveva farsi una doccia, cambiarsi e prendere il suo zaino.
 
Girò le chiavi nella toppa cercando di fare il minimo rumore, non voleva svegliare suo zio.
 
Aprì la porta e per un attimo pensò che forse erano stati colpiti da un uragano durante la notte e che lui non se ne fosse accorto.
 
Sul pavimento erano sparsi alla rinfusa diversi vestiti.
 
La scia di abiti terminava di fronte la porta della camera da letto di suo zio.
 
Alcuni li riconobbe altri non gli sembravano familiari. Probabilmente erano di Ian, si disse.
 
Si appuntò mentalmente di non far sapere ad Amy che suo zio aveva approfittato della sua assenza per darsi da fare con il suo ragazzo, avrebbe gongolato troppo sull’aver avuto ragione.
 
 
Si diresse nella sua camera e si buttò sotto la doccia. Più ci pensava però e più si diceva che c’era qualcosa di strano in quei vestiti, erano insoliti e diversi da quelli che Ian era solito portare.
 
Qualche dettaglio gli sfuggiva ma non riusciva proprio a venirne a capo.
 
****
 
Dean aprì gli occhi.
 
Si trovava in un letto sconosciuto, con un gran mal di testa, e un uomo nudo, coperto solo da un lenzuolo, al suo fianco.
 
Non che fosse la prima volta che gli capitava di trovarsi in una situazione simile.
 
I risvegli in perfetto stile “una notte da leoni” erano una cosa a cui era particolarmente avvezzo, soprattutto nell’ultimo periodo.
 
I ricordi della notte precedente erano un pò sfuocati in alcuni punti, ma in altri invece, erano vividissimi.
 
Le mani di quello sconosciuto sulla pelle, le sue carezze, i suoi baci.
 
E i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi blu. Profondi come l’oceano che lo guardavano eccitati e maliziosi.
 
Il suo sguardo era impresso a fuoco nella sua mente.
 
Era stata davvero una notte indimenticabile, ma adesso era mattina ormai e la magia era finita.
 
Avrebbe dovuto alzarsi e andarsene come era abituato a fare, magari lasciando un biglietto, prima che fosse troppo tardi.
 
Odiava le bugie e mentiva davvero male, quindi voleva assolutamente cercare di evitare il confronto diretto.
 
Eppure non riusciva a lasciare quella stanza.
 
C’era qualcosa di diverso stavolta.
 
Qualcosa che ancora non era riuscito ad afferrare e a comprendere a pieno.
 
Era solo una sensazione, un assurda sensazione di appartenenza che non riusciva a spiegarsi.
 
Fissò il ragazzo al suo fianco.
 
Percorse con lo sguardo tutto il suo corpo.
 
Dai capelli scuri alla bocca carnosa, si soffermò sulla barba appena accennata e sulle spalle per poi concentrarsi sul neo nella parte destra del torace proprio sotto il capezzolo. 
 
Il lenzuolo copriva il resto del suo corpo che Dean però sapeva non essere da meno.
 
Non capiva perché non riusciva ad andarsene.
 
Quella notte era stata una pausa piacevole al casino che era la sua vita e forse, semplicemente, una volta lasciata quella stanza il tempo avrebbe ricominciato a scorrere e a correre e lui voleva solo rimandare quel momento il più possibile.
 
O magari non voleva lasciare il suo angelo dagli occhi blu?
 
Certo il ragazzo ci sapeva fare, ed era davvero un peccato che non si potesse replicare, sì era solo per il sesso niente di più, si convinse.
 
E sì, aveva deciso di avere solo storie da una notte e via, di non impegnarsi, non era il momento giusto nella sua vita per qualcosa di complicato come poteva essere una relazione, ma questo non gli impediva certo di replicare giusto?
 
Uno strappo alla regola lo poteva sempre fare?
 
In quel momento suonò una sveglia da qualche parte.
 
Castiel spalancò gli occhi al suono della sveglia.
 
Guardò Dean nudo e poi guardò se stesso e scattò in piedi dal letto.
 
-Tu non sei Ian!-disse sconvolto.
 
-Sembrerebbe proprio di no- rispose Dean sorridendo.
 
Una fitta tremenda attraversò il cranio di Cas, aveva i postumi di una sbornia, una sbornia colossale a giudicare dal casino in cui si era cacciato.
 
-Oh mio dio che ore sono? farò tardi a lavoro!- disse con un tono tra l’isterico e il terrorizzato.
 
-Dovresti rivestirti Dean e dovresti andare, è tardi e..-si interruppe stava mettendo a soqquadro la stanza in cerca di vestiti puliti.
 
-Davvero?- disse Dean serafico.
 
Sembrava non avere nessuna intenzione di muoversi dal letto.
 
-Sì davvero è stato fantastico, sul serio, ma è stato un errore.. –gli disse Castiel mentre si infilava sui boxer un paio di jeans.
 
-Io ne ho contati molti più di uno- ci tenne a precisare Dean.
 
-Non è il momento di scherzare ti prego..- lo supplicò Cas infilandosi un maglione sulla camicia tutta spiegazzata che aveva appena pescato fuori da un cassetto.
 
-Davvero vuoi uscire con quello?- disse Dean indicando il maglione grigio con un lupo ricamato sopra.
 
-Sul serio Dean non ho tempo per questo- disse Castiel esasperato.
 
Dean si alzò dal letto e si infilò i jeans con stressante lentezza.
 
-Lo stai facendo apposta?- gli chiese.
 
-Cosa?- chiese Dean facendo finta di non capire, si stava divertendo un mondo ad assistere alla sua crisi di panico.
 
-Ti diverti a tormentarmi dì la verità- gli disse Castiel.
 
-Beh non mi è sembrato ti dispiacesse ieri sera- si avvicinò a lui e fece per baciarlo ma Castiel lo respinse.
 
-Mi dispiace Dean.. tu sei fantastico e ci siamo divertiti davvero tanto insieme... insomma penso tu ne abbia avuto un idea stanotte..-disse imbarazzato -ma io non faccio queste cose di solito, insomma ero incazzato e ubriaco.. una pessima combinazione.. quello che voglio dire è che ho un ragazzo ..io sto con Ian- concluse.
 
-No sul serio!?- fece Dean con la voce falsamente sorpresa.
 
-Lo sapevi?- si sorprese Cas.
 
-Cas ti ho trovato ubriaco in un bar da solo, che farneticavi sul meritarti di meglio, non ci voleva certo Sherlock Holmes per capire che ti avevano dato buca-gli rispose Dean –poi voglio dire era il tuo ragazzo non il mio, se è così idiota da darti buca il problema è suo, non mio- concluse sorridendo.
 
Castiel gli sorrise ma aggiunse:
 
-E’ il mio ragazzo.- e pose l’accento su quel “è” per sottolinearne l’importanza.
 
-Bene..allora a questo punto.. penso sia davvero meglio che vada- disse Dean.
 
Uscì dalla camera e iniziò a raccattare i suoi vestiti.
 
Castiel lo guardò andarsene ripetendo a se stesso che era stato un errore, e che fare finta che quella notte e quel ragazzo non fossero mai esistiti sarebbe stata la cosa migliore per tutti.
 
**** Colin era in ritardo.
 
Aveva già ricevuto tre messaggini minacciosi da Amy che lo stava aspettando in auto fuori al vialetto.
 
Uscì di corsa dalla sua camera.
 
E andò dritto filato a sbattere contro qualcuno.
 
Castiel arrivò di corsa dalla sua stanza.
 
-Colin stai bene? Che ci fai qui?- disse 
 
-Ci vivo zio.. nel caso te lo fossi dimenticato.. –iniziò Colin sarcastico.
 
-Sono tornato solo a prendere le mie cose per la scuola..tu e Ian potet- le parole gli morirono in bocca.
 
Rimase immobile e incantato a fissare il dio greco a torso nudo che gli si parava davanti.
 
- Dean questo è mio nipote Colin.. Colin questo è Dean ....ma non preoccuparti stava andando via –si affrettò a spiegare Cas.
 
-Si stavo andando via- ripetè Colin inebetito.
 
-Non tu.. Dean stava andando via- precisò Castiel.
 
-Tu… non sei Ian..- disse Colin che ancora non si era ripreso dallo shock.
 
-L’ultima volta che ho controllato no.. ma visto che oggi sei la seconda persona che me lo chiede ..forse dovrei ricontrollare- rispose Dean sarcastico.
 
 
-Beh credo sia meglio che vada- continuò infilandosi la maglia raccolse il resto dei suoi indumenti.
 
 
-E’ stato un piacere conoscerti Colin. Addio Cas stammi bene- gli disse Dean guardandolo negli occhi.
 
-Addio Dean- rispose Cas ripetendo a se stesso che era la cosa giusta da fare.
 
Non appena la porta si chiuse dietro le sue spalle Colin esclamò:
 
 
-Ma che cazzo hai combinato?-
 
-Ehi ehi cos’è questo tono? Gli adulti possono sbagliare sai? Mica siamo infallibili ..ero ubriaco ed ero arrabbiato e semplicemente successo..non c’è un perchè- cercò di spiegarsi Castiel.
 
-Beh io ne ho visti due o tre di perché..-lo prese in giro suo nipote.
 
-Colin! – urlò irritato Cas.
 
-Che c’è? Ce li ho anche io gli occhi …- si giustificò il ragazzo e continuò
 
-Perché eri arrabbiato comunque? Ian ti ha dato di nuovo buca.. non posso crederci.. ma perché non lo molli?- chiese risentito.
 
-Non ricominciare Colin..Non ho tempo ..devo andare a lavoro e tu devi andare a scuola..e faremo tutti finta che questa cosa non sia mai accaduta- Castiel cercò di essere autoritario.
 
- Amy mi sta aspettando ..hai ragione.. devo andare.. ma non credere di cavartela così voglio i dettagli.. deve essere un tipo speciale se ti ha fatto crollare..- disse Colin e non aspettò la risposta si precipitò di corsa fuori casa.
 
Castiel non avrebbe comunque saputo rispondere. Speciale o no Dean era uscito dalla sua vita per sempre e si augurava che avesse fatto la scelta migliore.
 
****
 
Dean era rientrato a casa.
 
Arthur stava uscendo per la scuola.
 
-Oh il figliol prodigo è tornato a casa? Dove sei stato?
Puoi darmi un passaggio a scuola o è chiedere troppo?- chiese. 
 
-Oh ti prego non urlare .. temo dovrai chiamare un taxi –gli rispose Dean portandosi le mani alla tempia.
 
-Cosa? Perché? E’ successo qualcosa all’auto?-chiese Arthur preoccupato.
 
-E’ una lunga storia, e tu sei già in ritardo se non sbaglio.. non vorrai far tardi il tuo primo giorno ..comunque non è successo niente all’auto tranquillo- almeno sperava si disse Dean.
 
Sarebbe passato a riprendere l’auto all’apertura del Blue Angel quella sera stessa, e se avesse notato anche un solo graffio sulla sua baby, quel barista avrebbe pagato.
 
-Devi aver rimorchiato qualcuno di davvero importante stanotte.. se valeva tanto da farti separare dalla tua auto…- insinuò il ragazzo intuendo che il mal di testa di Dean non era dovuto a un incidente ma a una sbronza colossale.
 
-Mi conosci ..i miei appuntamenti finiscono quando finisce la musica- disse Dean, almeno questo era quello che si ripeteva.
 
-Comunque Carson ha lasciato delle cose nel tua camera per te.. e …ha chiamato il tuo capo, il direttore del giornale, vuole incontrarti verso le dieci nel suo ufficio in città..l’indirizzo è annotato vicino al telefono- gli elencò Arthur.
 
- Non sapevo di avere una nuova segretaria-continuò Dean sarcastico.
 
-Un semplice grazie sarebbe gradito- disse seccato Arthur mentre componeva il numero del taxi.
 
**** 
 
Dean era arrivato fuori dall’ufficio del suo nuovo capo.
 
Per l’occasione aveva indossato un abito elegante nero e aveva messo anche la cravatta, insomma sembrava saltato fuori da un funerale o da un remake di “Man in Black” ma senza gli occhiali da sole.
 
Perché a che sarebbero serviti gli occhiali da sole in un posto dove il sole non si vedeva praticamente mai? 
 
Aveva pensato di vestirsi bene perchè aveva sentito nel suo vecchio ufficio di new york, che il direttore della sede inglese del suo giornale, fosse un tipo molto preciso, che ci teneva all’etichetta e all’eleganza, aveva sentito che nel giro si era meritato il soprannome di “Demon”, perché pare fosse spietato negli affari.
 
A Dean sembrava una buffonata, ma lui si occupava di cronaca e non sapeva che cosa gli avrebbero assegnato, quindi voleva fare una buona prima impressione per non finire a scrivere necrologi.
 
Salì le scale di uno dei pochi palazzi della città.
 
La sede si trovava al terzo piano. Quando entrò gli sembrò di essere di nuovo a New York, solo che dalle finestre non si vedeva l’Empire o Central Park, ma una schiera di case, il profilo di un campanile e poi colline e verde, tanto verde, troppo. 
 
L’ufficio era arredato in stile moderno e c’erano quattro persone che lavoravano sedute alle loro scrivanie.
 
La segretaria, una ragazza bionda e solare lo fece accomodare sul divano in attesa di essere ricevuto dal capo.
 
-Il signor Somerhalder la riceverà non appena possibile.- sorrise a Dean che ricambiò il suo sorriso.
 
-Dovremmo andarci in vacanza se per te va bene- disse una voce da dietro la porta.
 
Era una voce che Dean conosceva e che aveva creduto di non risentire mai più.
 
Era la voce di Castiel.
 
-Non lo so Castiel dipende dai miei impegni- disse qualcuno in risposta.
 
-No ma non essere troppo entusiasta- disse la voce di Castiel.
 
-Scusami ora devo ricevere un nuovo reporter, non ho il tempo di assistere a una tua sceneggiata- gli rispose l’altro.
 
Il telefono della segretaria squillò e quella rispose.
 
-Il signor Somerhalder la sta aspettando.- disse dopo aver riagganciato.
 
Dean si alzò e la porta si aprì contemporaneamente. Due occhi blu lo fissavano sbalorditi.
 
Castiel uscì dalla stanza e fissò la porta richiudersi alle sue spalle.
 
Non riusciva a muoversi, era completamente bloccato.
 
Credeva che non avrebbe più rivisto Dean e invece era dentro quella stanza insieme al suo ragazzo e avrebbe iniziato a lavorare per lui.
 
No, non andava bene, non andava affatto bene.
 
Sentiva che stava per vomitare.
 
****
 
Dean non aveva mai conosciuto una persona più arrogante, spocchiosa e irritante del suo nuovo capo.
 
-Per ora le facciamo un contratto free lance, lavorerà da casa, se ha qualche storia interessante la useremo- gli aveva detto.
 
Ma dove la trovava una storia interessante in quella città del cazzo.
 
“Ecco una storia per te.. mi sono scopato il tuo ragazzo” gli interesserà abbastanza, pensava.
 
Ma come faceva Cas a stare con uno così, uno che giudica le persone dalle scarpe e dai vestiti che porta? Gli era preso un colpo a vederlo lì dentro.
 
Aveva fatto finta di niente, che altro avrebbe potuto fare?
 
Con tutta la gente che poteva portarsi a letto aveva dovuto scegliere il ragazzo del suo capo.
 
Questa è sfiga cavolo, pensava.
 
I pianeti dovevano essere allineati o qualche stronzata simile.
 
Stava passando di fronte alla porta del bagno quando qualcuno lo afferrò e lo trascinò dentro.
 
-Che ci fai qui?-disse Castiel, il suo tono di voce suonava incazzato.
 
La situazione sarebbe stata eccitante pensò Dean, se non si fosse trovato nel bel mezzo di una soap-opera.
 
-Nel bagno? Mi ci hai trascinato tu!- gli disse sarcastico.
 
-Non scherzare Dean ti prego- Cas era passato dal incavolato all’esasperato.
 
-Ci lavoro no.. hai sentito sono il nuovo reporter- gli rispose Dean.
 
-Avevi detto che saresti andato via ..avevi detto che eri solo di passaggio in città- gli rimproverò Castiel.
 
-Oh- disse Dean che ora capiva un po’ di più. -Oh?? ..che cazzo vuol dire oh?- esclamo Castiel.
 
-Beh ..sono di passaggio.. devo stare qui per un anno per via di alcune questioni familiari ..poi alzo le tende e me ne torno a New York- si giustificò.
 
-Un anno.. per te un anno vuol dire essere di passaggio?-disse 
 
Castiel aveva voglia di tirargli un pugno in faccia.
 
-Avresti dovuto spiegarti meglio- continuò incazzato.
 
-Ehi ..eri tu quello fidanzato non io.. tu ..non saresti dovuto venire a letto con me.. non scaricare la colpa su di me- replicò.
 
-Sono.. fidanzato .. e Tu mi hai baciato!- lo accusò Castiel.
 
-E tu hai continuato..- gli rispose di rimando Dean.
 
Stettero per un po’ a guardarsi in silenzio. Il primo a parlare fu Cas.
 
-Hai ragione è stata tutta colpa mia- ammise rassegnato -..beh comunque le cose stanno così ormai.. e non posso farci niente..possiamo fare finta che non sia mai accaduto per favore?-gli chiese Cas.
 
-Certo io non voglio problemi sul lavoro.. e tu stai con Summercoso o come diavolo si chiama..quindi fingiamo che non sia mai accaduto e ognuno per la sua strada …- gli disse Dean.
 
-Sì ognuno per la sua strada- ripetè Castiel convinto.
 
 
 
 
** Allora che ne dite vi siete fatti qualche risata io mi sono divertita molto a scrivere.. adoro odiare ian Xd è il personaggio perfetto per quel ruolo Xd ... cmq ho citato l'orrendo maglione col lupo di misha era davvero orrendo no??? ... e la frase di Dean della 9x06 ... che dire spero che vi abbia divertito quanto ha divertito me.. se avete qualcosa da dire ditemela vi adoro <3 grazie per i commenti e i complimeti.. ci vediamo alla prox ... ci sarà un altro incontro epico <3**
 
  
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