Let me love you
"Lasciami amarti"
Ecco cosa le aveva detto, facendo scivolare
dolcemente il vestito dalle sue spalle e restando qualche secondo ad ammirare
la bellezza fiera e allo stesso tempo fragile del corpo di lei. L'aveva detto
con un tono rassicurante e uno sguardo carico non solo di desiderio, anche di
qualcosa di più profondo che lei non riusciva a definire, ma che le fece
riempire istintivamente gli occhi scuri di lacrime. E di fronte a quell'invito
così carico di speranza, espresso in un modo così persuasivo, Regina non poté
far altro che assecondare la richiesta e lasciarsi andare al tocco delicato
delle mani dell'uomo e a quello passionale e caldo delle sue labbra. Per la
prima volta nella sua vita non era un gioco di dominio: non era l'affermazione
di controllo come erano stati gli incontri segreti con Graham, non era il
sentimento di impotenza nelle notti forzate con il Re. Era protezione e
sicurezza la sensazione che le riempiva il cuore in quel momento e fu con una
timidezza inattesa che si scoprì ad affidarsi a lui completamente.
"Lasciami
amarti"
Aveva ripetuto con più fermezza afferrandole
le mani e invitandola a prendere le cose con più calma. La verità era che lei
non sapeva come fare: il sesso era sempre stato per lei un atto associato con
la violenza e l'egoismo; ma un altro bacio di Robin bastò a sciogliere le sue
paure: sarebbe stato lui a insegnarle ad amare.
Tempo dopo un altro bacio ancora segnò la
fine di quella magia, e la perfetta intersezione tra le loro dita fu l'unico
contatto a restare tra loro nel silenzio della stanza degli ospiti del sindaco,
che aveva messo a disposizione del Principe dei ladri nel suo soggiorno di
durata ancora indeterminata a Storybrooke. I battiti
del cuore e il ritmo dei respiri cominciarono a tornare lentamente regolari ed
entrambi si lasciarono cullare da quella nuova emozione di inaspettata
ritrovata serenità.
Pensieri e sogni finirono per mescolarsi in
quella fase di semi-incoscienza e Regina si ritrovò ben presto a chiudere gli
occhi.
Pensava di aver indugiato nell'invitante
torpore del sonno solo per qualche minuto e invece, risvegliandosi e lanciando
un'occhiata al display del telefonino abbandonato sul comodino, scoprì con
sorpresa che erano le 3 e venti ed erano passate già due ore. Scattò a sedere
e, facendo attenzione a non svegliare l'uomo accanto a lei, cercò di ritrovare
nel buio le scarpe per poter lasciare la stanza, ma Robin era ben sveglio ed
aveva assistito all'intera scena, comprendendo al volo l'intenzione della
donna.
"Dove vai?"
Era stato poco più di un sussurro ma era
bastato per farla sussultare e far cadere a terra la scarpa che stava tentando
di infilare.
"Mi sono addormentata... Ma me ne sto
andando adesso" spiegò con una naturalezza nella voce che fece riempire il
cuore dell'uomo di un sordo dolore e accrescere di conseguenza il desiderio di
proteggerla e amarla che aveva avvertito fin dal primo momento che aveva posato
i suoi occhi su di lei.
Robin si mise a sedere e, seguendo la
direzione del rumore, riuscì nonostante il completo buio ad individuare la
posizione di Regina e ad afferrare un suo braccio, attirandola a sè fino a farla sedere al suo fianco sul letto.
"Resta qui con me" mormorò,
lasciando scorrere delicatamente una mano sul volto di lei in una gentile
carezza.
"Robin... Io non credo che..."
L'uomo le prese le mani, arrestando quella
debole protesta, e tentò di far avvicinare di più i loro visi.
"Quando ho detto che volevo amarti
Regina, non intendevo solo stanotte, non
intendevo solo per qualche ora" chiarì arrivando a sfiorare con le labbra i lineamenti della donna
"Io voglio amarti ogni giorno, se me lo permetterai"
Robin concluse quella confessione con un
bacio e Regina benedisse in quel momento l'oscurità che gli impediva di vedere
le forti emozioni che stava provando in quel momento, che sicuro dovevano
essere dipinte nella sua espressione. Scosse la testa e sospirò sonoramente,
sottraendosi leggermente al contatto e prendendosi qualche istante per valutare
quella richiesta e soprattutto il profondo significato che vi si celava.
Dormire con lui equivaleva anche a svegliarsi il giorno dopo insieme e un nuovo
timore si impossessò di lei: temeva di affezionarsi a quell'uomo, temeva di
diventare dipendente da quel sentimento, temeva
di amare di nuovo.
La porta socchiusa si spalancò
definitivamente e la luce proveniente dal corridoio inondò la stanza. Sullo
stipite se ne stava il piccolo Hood con un'espressione leggermente spaventata
sul volto, che si stropicciava con una mano gli occhi e con l'altra teneva
stretto il suo peluche preferito a forma di maialino.
"Ehi, che succede?" domandò suo
padre con dolcezza, protendendosi verso di lui.
"Un brutto sogno" rispose lui
semplicemente con la voce impastata di sonno "Posso dormire con te?"
Robin annuì e diede un colpo sul materasso,
facendogli cenno di avvicinarsi. Regina invece, pensando di essere passata
inosservata, sorrise in silenzio alla scena e approfittò di quel momento per tentare
di lasciare la stanza, quando l'acuta voce infantile di Roland la richiamò
indietro: "Regina, resti anche tu con me, papà e Teddy
Pig?"
La donna si voltò verso di lui è dopo aver
lanciato un'occhiata a Robin, nei quali vedeva riflessa la stessa proposta,
sorrise di nuovo e si ritrovò a tornare sul letto.
E mentre sentiva il piccolo corpo di Roland
stringersi tra le sue braccia, pensò che si stava rivelando tutto perfino più
dolce del previsto.
E anche maledettamente più complicato.
NDA:
Buonasera! Mi sono cimentata in un’altra one-shot Outlaw Queen puramente
fluff – hurt/comfort (del resto io non li vedo in un
altro modo questi due!) Per coprirmi di ridicolo, vorrei precisare che il nome Teddy Pig è una specie di tributo
a Peppa Pig, che
ammettiamolo sta facendo impazzire tutto il mondo ahah
Io me lo immagino benissimo Roland con una versione peluche di Peppa Pig! Chiusa parentesi
delirio, spero vi sia piaciuta!:)
Per chi segue la mia raccolta challenge Hook/Regina, entro la serata proverò a postare la nuova flash-fic!
Alla prossima;)