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Autore: ourlifesavers    25/11/2013    12 recensioni
Fuoco, fiamme scoppiettanti e fumo avvolgevano ormai completamente quella casa.
Il luogo appariva deserto, se non fosse stato per i quattro ragazzi che ammiravano soddisfatti il tetro spettacolo davanti ai loro occhi.
Erano certi che nessuno, eccetto loro, avesse assistito a quella scena, ma due occhi spaventati avevano visto tutto.
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Jiley fanfiction.
Scritta a quattro mani da: jileyheart e Neverlethimgo
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.'
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Miley Cyrus
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 10

 

Alexis

Dopo quella sera non avevo più visto né Logan né Justin, non avevo più avuto loro notizie.

Avevo trascorso quasi due settimane restando per conto mio, eccetto per un paio di volte in cui parlai al telefono con Andie. Mi aveva fatto bene rimanere estraniata dal resto della cittadina, avevo avuto il tempo di fare in modo che il ricordo di quella sera sfumasse, seppur non del tutto. Nella mia mente era ancora viva l’immagine di Logan disteso al suolo, degli occhi di Justin colmi di rammarico per avermi spaventato, e di nuovo Logan mentre mi baciava. Scossi velocemente il capo e provai a scacciare quei pensieri.
Ero comodamente sdraiata sul letto in camera mia, intenta a leggere un libro, quando il mio cellulare iniziò a dare segni di vita, spezzando bruscamente il silenzio.
Mi alzai svogliatamente dal letto ed afferrai il telefono posato sulla scrivania, portandolo all’orecchio.
«Ciao Andie.» risposi atona, lasciandomi cadere nuovamente sul letto dietro di me.
«Alexis, dimmi che sei libera questa sera!» disse lei, con voce squillante, e quella non suonava affatto come una domanda.
«Ehm… non lo so, io-» feci per rispondere, ma m’interruppe.
«Non accetto una risposta negativa, sono settimane che te ne stai relegata in casa.» esclamò, in tono ammonitore. Neanche fosse mia madre.

Sbuffai sonoramente, lasciandomi scappare un sorriso. «D’accordo, quali sono i piani?»

Mi aspettavo qualcosa di tranquillo, come andare a casa sua e affittare un dvd, ma poi, realizzando il fatto che si trattasse di Andie, scacciai quelle probabilità.

«Non so se lo sai, ma questa sera ci sarà il Luna Park in città e vorrei andarci visto che-»

«Non ci sarà Justin, vero?» domandai, interrompendola bruscamente.

Sbuffò, «Alexis, non ti chiederei di venire se ci fosse anche lui. Non sono così stronza e so per certo che lui e Simon non passerebbero mai la loro serata ad un Luna Park. Stai tranquilla.» mi rassicurò, usando un tono dolce, che mai le avevo sentito.

Dovevo fidarmi? Dopo tutto lei sapeva quando mi avesse scossa lo scontro tra Justin e Logan, non avrebbe di certo permesso che potessi avere a che fare con lui ancora una volta.

«D’accordo, verrò. A che ora?» domandai, ormai rassegnata ad uscire di casa.

Emise un gridolino di esaltazione ,«vieni da me verso le otto, io non ho la macchina stasera.» mi informò.

«Va bene, a dopo allora.» mormorai, salutandola e concludendo la chiamata. Gettai un’occhiata all’orologio appeso alla parete, mi rimanevano più di due ore prima di dover uscire e mia madre non era a casa.

Avevo intenzione di uscire prima che lei rientrasse, l’avrei avvisata tramite un bigliettino, dato che non avevo alcuna intenzione di ascoltare nuovamente la sua predica.

Da quando mi ero ferita la mano era diventata insopportabile ed io non avevo bisogno che mi facesse sentire più in trappola di quanto già non fossi. Trasferirci in quella piccola cittadina aveva stravolto del tutto le mie abitudini e questo già era sufficiente.

Mi chiusi in bagno e lasciai scorrere l’acqua fino a che non arrivò a temperatura, dopodiché mi ci fiondai sotto e lasciai che migliaia di gocce ricoprissero totalmente il mio corpo. Cercai di impiegare meno tempo possibile, non sapevo a che ora sarebbe tornata mia madre e non volevo rischiare.

Mi avvolsi un asciugamano attorno al corpo e ne presi un altro per asciugarmi alla bene e meglio i capelli.

Ritornai in camera e recuperai un paio di vestiti, li infilai dentro ad una borsa e, una volta trovate anche le scarpe, uscii di casa. I capelli erano ancora umidi, ma poco m’importava, sarei anche arrivata con largo anticipo a casa di Andie e avrei utilizzato quel tempo per prepararmi per la serata che ci aspettava.

Uscii frettolosamente di casa e mi avvicinai alla macchina, gettando la borsa sul sedile del passeggero e mettendo poi in moto. Nello stesso istante in cui imboccai la strada che mi avrebbe portato al centro del paese, riconobbi la macchina di mia madre nell’altro senso. Impallidii all’istante, ma cercai di mascherare il tutto con il sorriso più tirato che riuscii a fare. Per quei pochi secondi in cui i nostri sguardi rimasero incrociati, la vidi volgermi un’occhiata posta tra il fulmineo e lo stupito, ma la ignorai e la salutai con un leggero cenno di mano.

 

Nell’arco di una quindicina di minuti raggiunsi la casa di Andie, suonai il campanello e, non appena aprì la porta, mi guardò con aria interrogativa.

«Sì, lo so, sono in anticipo, ma non avevo alcuna intenzione di dover discutere con mia madre  un’altra volta, per cui sono uscita prima che tornasse e-»

«Alexis, tranquilla, non c’è problema.» m’interrupe lei ridendo e facendosi da parte, in modo che potessi entrare in casa.

«Ho portato un paio di vestiti, ero indecisa su quale indossare e- oh, ciao Sheela.» mormorai. Non mi ero minimamente accorta della sua presenza e, dall’espressione dipinta sul suo viso, capii che avrebbe preferito vedere un fantasma, piuttosto che trovarsi faccia a faccia con me.

«Ciao.» replicò atona, ritornando a smanettare con il suo cellulare.

«Ci sarà anche lei stasera?» domandai in un sussurro ad Andie.

Annuì, volgendomi un sorriso di scuse.

Sbuffai, roteando gli occhi, «e quando pensavi di dirmelo?» domandai, a denti stretti.

Si strinse nelle spalle, «seguimi.» mi disse Andie, iniziando a camminare verso la sua stanza. La seguii e gettai un’ultima occhiata a Sheela, seduta sul divano che digitava alcune lettere sul display del cellulare. Non appena fummo nella sua stanza, le volsi un’occhiata interrogativa.

«Che c’è?» mi domandò, aprendo poi l’armadio ed iniziando a spostare velocemente ogni singolo pezzo di stoffa che le capitò tra le mani.

«Abbiamo lasciato Sheela da sola.» le feci notare, ma, in tutta risposta, scosse le spalle.

«Sarà solo per due minuti, ti faccio vedere quello che metterò stasera. E poi lo so che non ti va a genio, avrei dovuto dirtelo prima, ma- che cosa ne pensi di questi?» cambiò totalmente discorso, mostrandomi una gonna rosa, lunga quanto bastava per coprirle poco più di metà coscia, e una camicetta bianca. Storsi il naso e scossi il capo, così me ne mostrò un altro.

«Questi?» domandò speranzosa, mostrandomi un paio di pantaloncini bianchi – molto più corto di quanto non fosse la gonna – ed una canotta blu. Annuii convinta ed approvai la scelta.

«Fammi vedere i tuoi.» disse e sembrò quasi un ordine, così tirai fuori dalla borsa ciò che avevo portato. Fece per guardare il primo abbinamento quando Sheela irruppe nella stanza, spalancando la porta e rischiando quasi di colpirmi con essa.

«Andie, io vado, ci vediamo più tardi.» mormorò e, dopo aver atteso un cenno d’assenso da Andie, si voltò e ci lasciò sole.

«Ciao anche a te.» dissi, rivolgendomi a Sheela che – fortunatamente – non mi sentì.

«Non farci caso.» commentò Andie, scrollando le spalle.

«Che le ho fatto?» domandai poi, curiosa di sapere perché quella ragazza, ogni qualvolta si ritrovava davanti la mia faccia, mi dedicava delle occhiate fulminee che – se solo fosse stato possibile – mi avrebbero incenerito.

Arricciò le labbra, «non lo so, non le vai a genio, tutto qui. Non mi ha detto il motivo. Suppongo perché sei appena arrivata.» buttò lì, senza preoccuparsi troppo.

Sbuffai sonoramente e mi sedetti sul letto, mentre Andie spostava ripetutamente lo sguardo da una maglietta all’altra.

«Sono indecisa.» mormorò poi mi guardò, sovrapponendo la mia figura con quella del top bianco.

«Forse sarebbe meglio quella nera.» commentai, «ho il terrore di macchiare anche quella, visto i precedenti.» aggiunsi, ricordando tutto quello che era successo ai miei poveri vestiti.

«Non accadrà di nuovo.» sbottò, volgendomi un’occhiata fulminea.

Lasciai cadere il discorso e scelsi comunque il top bianco, abbinandolo a dei pantaloncini di jeans. Infilai un paio di converse bianche e ci dedicammo al trucco. Una volta pronte, ci dirigemmo fuori dall’abitazione e salimmo in macchina.

«Dove sarebbe, esattamente, il Luna Park?» le domandai, mettendo in moto.

«Segui la strada.» spiegò, indicando il viale che la volta precedente ci aveva portato a casa di Sheela, «sempre dritto.» aggiunse, tirando appena giù il finestrino dell'auto e lasciando che un po' d'aria fresca entrasse nell'abitacolo.

Feci come mi aveva detto e guidai per una decina di minuti, fino a che non intravidi ciò che stavamo cercando. Il sole stava ormai per calare del tutto ed il posto era già gremito di gente, oltre ad Andie, non riconobbi nessuno e di questo ne fui sollevata. Non c’era nemmeno l’ombra di Sheela e ringraziai il cielo anche di questo.

«Zucchero filato?» mi domandò, con sguardo speranzoso, indicando lo stand di dolci.

«Ci sto.» risposi e la seguii sino alla bancarella.

Feci per afferrare quell’ammasso di cotone rosa, quando il mio sguardo incrociò gli occhi dell’ultima persona che avrei voluto vedere.

Due occhi color nocciola erano puntati nei miei e la mia espressione di stupore non era tanto diversa dalla sua.

 

 

Justin

 

Le parole di Killian divennero brusio incomprensibile quando lo sguardo di Alexis catturò il mio.

Erano settimane che non la vedevo e l'ultima volta non era stata una delle migliori. Ad essere sincero, non era mai capitato che tutto fosse andato nel verso giusto.

Era con Andie e la cosa mi sollevò: per una volta, non era in compagnia di quel bastardo di Logan.

La studiai per qualche istante: i pantaloncini che indossava mettevano in risalto le sue lunghe gambe e la scollatura della canotta era piuttosto pronunciata. Era bella, come sempre. Ricambiò il mio sguardo, sorpreso e quasi deluso nel vedermi lì. Simon mi diede una gomitata, costringendomi a distogliere gli occhi da quelli di Alexis.

«C'è Andie.» disse, facendo un cenno con il mento verso di loro.

Grazie Simon, non me n'ero accorto.

Contrassi la mascella, «ho visto.» mormorai.

«E c'è anche Alexis.» aggiunse, sgranocchiando qualche popcorn, distrattamente.

Sbuffai, «ho visto!» ripetei, spazientito. Simon si strinse nelle spalle, quando Scott si affiancò a noi, con una rossa sotto braccio.

«Ragazzi, lei è Sammy.» disse, presentandola. Mi voltai, dando le spalle ad Alexis ed Andie. La ragazza ci sorrise e feci un cenno veloce con la testa.

«Le mie amiche vorrebbero conoscervi.» ci informò. Simon e Killian scattarono sull'attenti, guardandosi intorno.

«Dove sono?» domandò Killian, improvvisamente rinvigorito. Scossi la testa.

La ragazza allungò un braccio, indicando il gruppo di amiche, vicino ad una giostra, le quali, notando che le stavamo fissando, ridacchiarono. Simon mi lasciò il sacchetto di popcorn e, seguito da Killian come un'ombra, le raggiunse. Scott e Sammy fecero per muovere qualche passo, quando Scott si voltò verso di me, «tu vieni?» chiese.

Scossi la testa, «faccio un giro.» risposi, prima di fargli un cenno con il capo e dare loro le spalle, prendendo la direzione opposta. Con la coda dell'occhio continuai a tenere d'occhio Alexis ed Andie, ma non mi avvicinai. Dovevo parlare con Alexis, ma non con Andie presente. Avrebbe rovinato tutto.

Feci il giro di una bancarella, per averle nella mia visuale. Stavano mangiando dello zucchero filato e vidi Alexis fare una smorfia quando le sue dita si appiccicarono per via dello zucchero. Le portò alle labbra, cercando di leccare via l'appiccicaticcio e dovetti distogliere lo sguardo di fronte a quel gesto. Sembrava non rendersi conto di quanto sensuale potesse sembrare. Scossi la testa e alla mia destra apparve Sheela, tanto velocemente che quasi sobbalzai. Non l'avevo sentita arrivare.

«Justin.» sorrise, sfiorandomi il braccio nudo. Deglutii, cercando di non sembrare infastidito dalla sua presenza.

«Sheela, come stai?» domandai, senza troppo interesse. Si strinse nelle spalle e si posizionò di fronte a me, oscurandomi la visuale di Alexis. Evitai di scostarla, non volevo che sospettasse nulla.

«Bene, ma starei meglio se potessimo andarcene da questa noiosa fiera.» mormorò, avvicinandosi a me e sfiorandomi il busto con le dita, soffermandosi sui pettorali, «i miei non ci sono, ti va di venire?» propose, risalendo al collo e sfiorandomi i capelli.

Le presi i polsi, costringendola lasciarmi, «no, non mi va.» risposi secco. Ogni tanto ci divertivamo, ma non ero dell'umore giusto.

Inarcò le sopracciglia, ma allungò il viso, annullando la distanza che ci separava e posò le sue labbra sulle mie, con decisione. Rimasi immobile, ma sentii la sua lingua cercare la mia e la sua mano scendere fino al cavallo dei jeans. Di nuovo, le presi il braccio.

«Smettila Sheela, ho detto che non mi va.» ripetei, oramai nervoso.

Sheela sorrise, non sembrava arrabbiata. Mi conosceva, sapeva com'ero fatto, «ieri sera non dicevi così, però.» ribatté, incrociando le braccia al petto.

Alzai gli occhi al cielo, «ieri sera volevo venire a letto con te, ora no. Trovati qualcun altro.» sbottai, spingendola da parte, in modo da tornare a guardare Alexis. Lei ed Andie stavano ridendo, ma per un secondo, i nostri occhi si incontrarono di nuovo. Il brillantino che portava al naso, grazie ad un gioco di luci, brillò.

Sheela si accorse che stavo guardando qualcosa oltre le sue spalle, così si voltò e sbuffò, «non verrà a letto con te.» disse semplicemente.

Contrassi la mascella, «sta con Logan, non è vero?» aggiunse, stuzzicandomi.

«Stai zitta Sheela e vai a fare la puttana altrove.» ribattei, con quanta più acidità potei.

Scoppiò in una risata amara, «questo non cambia le cose. Non riuscirai ad averla Justin. Sta con Logan e dubito che lo lascerà perdere tanto facilmente.» continuò, come se nemmeno si fosse accorta che l'avevo insultata.

La fulminai con lo sguardo, «non voglio portarmela a letto, voglio solo parlarle.» borbottai.

Sheela inarcò il sopracciglio destro, «con me non hai bisogno di parlare. Vieni a casa mia, dai.» continuò, sperando di convincermi.

Sbuffai, indietreggiando per evitare che mi toccasse, «vattene.» esclamai, allargando le braccia, oramai esasperato.

Si strinse nelle spalle, si avvicinò, lasciandomi un bacio a poca distanza dalle labbra e, finalmente, se ne andò, lasciandomi solo. Andie e Alexis erano ancora là, così decisi di andare da loro. Avrei trovato un modo per distrarre Andie e fare sì che ci lasciasse soli.

Con passo deciso mi avvicinai, affiancandomi a loro. Mi fermai alle spalle di Alexis e Andie, vedendomi, mi trafisse con uno sguardo gelido, che cercai di ignorare. Alexis si voltò e quasi sobbalzò, facendo qualche passo indietro.

«Possiamo aiutarti?» domandò Andie, stizzita e leccandosi le labbra dallo zucchero.

Deglutii, «sì. Sparisci, devo parlare con Alexis.» risposi, guardando Alexis negli occhi. Aggrottò le sopracciglia e fece per ribattere, ma Andie fu più veloce.

«Non credo proprio.» rise, amaramente, gettando il bastoncino di legno dello zucchero filato, oramai finito.

Questa volta fui io a trafiggerla con lo sguardo, «chi sei, il suo avvocato? Vattene.» ripetei, sperando che obbedisse.

Strinse i pugni lungo i fianchi e per un attimo pensai che mi potesse dare uno schiaffo, ma fortunatamente, non lo fece. Era una ragazza forte e avevo già sperimentato un suo ceffone. Avevo avuto le cinque dita stampate sulla guancia per qualche ora.

«Smettila di darmi ordini, Alexis non vuole parlare con te.» sbottò, incrociando poi le braccia al petto.

Scossi la testa, aggrottando le sopracciglia. Tornai a guardare Alexis, pregandola con lo sguardo. Sembrò cogliere la mia supplica, perché si voltò verso Andie e le mise una mano sulla spalla, «Andie-»

«Non posso crederci!» esclamò, interrompendola, «non ti capisco, davvero.» borbottò.

Alexis sospirò, «vado a cercare mio cugino. Se hai bisogno chiamami.» aggiunse.

Emisi un verso strozzato, «non le farò del male.» borbottai.

Entrambe mi guardarono, ma fu di nuovo Andie a prendere parola, «no, certo, lo hai già fatto.» ringhiò, a denti stretti, prima di darci le spalle e incamminarsi verso una meta sconosciuta.

Rimanemmo soli e Alexis sospirò di nuovo, così mi voltai verso di lei, «non ho niente da dirti, Justin.» mormorò, iniziando a camminare. Ci misi un attimo a realizzare che se ne stava andando, così corsi per affiancarla, «io invece sì, quindi almeno ascoltami.» dissi, schiarendomi la voce.

Si fermò all'improvviso, costringendomi ad arrestare i miei passi e scosse la testa, «per favore.» la pregai.

Sbuffò, ma alla fine annuì. Le sorrisi e feci cenno verso una zona meno rumorosa. Riluttante mi seguì.

«Non ti ho visto per quasi due settimane.» cominciai, cercando di iniziare il discorso.

Si strinse nelle spalle, «non sono uscita di casa. Volevo stare da sola.» rispose, con tono pacato.

Mi accigliai, ma annuii. La presi delicatamente per il polso – la mano non era più fasciata e la cosa mi sollevò parecchio – e la condussi in un angolo piuttosto isolato, appena illuminato. Era l'unico posto dove potessimo parlare senza il rumore della musica e degli schiamazzi. Si guardò intorno sospettosa, «non voglio farti nulla, solo parlare, promesso.» la tranquillizzai. Annuii leggermente, inumidendosi le labbra. Probabilmente aveva ancora dello zucchero e dovetti trattenermi dal constatarlo io stesso.

Mi schiarii la voce, cercando di scacciare quei pensieri poco casti, «ci tenevo a scusarmi e io non sono il tipo che scende così in basso.» si accigliò, così mi affrettai a continuare, prima che potesse interrompermi, «mi hai detto di avere paura di me, ma non devi.»

«Justin-»

«No.» scossi la testa, «Logan è- stare con lui è pericoloso. So che non sono nessuno per dirti cosa puoi fare o con chi tu possa stare, ma lui non fa per te. Non fa per nessuno, a dire la verità. È pericoloso, credimi, non è chi tu pensi che sia. Fa il gentile, è nella sua natura, ma è solo una trappola e tu ci sei caduta in pieno, Alexis.»

Aggrottò le sopracciglia, incrociando le braccia al petto, «hai ragione.» mormorò e spalancai gli occhi, «non sei nessuno per dirmi cosa posso fare o meglio, con chi posso stare.» aggiunse, velocemente.

Emisi un verso di piena frustrazione, «Alexis-»

«Non mi ha mai fatto del male, mai. Ho paura di te, sì. Lo hai picchiato davanti ai miei occhi e mi hai costretto ad abbandonarlo, dopo lo stato in cui lo avevi ridotto. Come puoi pretendere che non abbia paura di te, Justin?» chiese, retoricamente.

Mi avvicinai, fermandomi così vicino che quasi il mio naso sfiorava il suo. Sentivo l'odore dello zucchero filato sulle sue labbra, «non voglio che tu abbia paura di me.» mormorai, soffiandole sul viso. Rabbrividì, «mi dispiace per quello che è successo, so di aver esagerato e per quando lo odi, sono consapevole di non aver fatto una bella figura ai tuoi occhi, ma conosco Logan, so come si comporta con le ragazze. Fa il carino, mostra un lato di sé che non esiste. Lui non è così, Alexis.» aggiunsi, mettendole una mano sulla spalla.

Rimase in silenzio e deglutì. Ero un po' troppo vicino a lei, così distolsi lo sguardo dai suoi occhi azzurri e abbassai lo sguardo, facendo un passo indietro. Scossi la testa e misi le mani in tasca. La sentii prendere un respiro, così tornai a guardarla.

«Mi piace stare con lui.» disse e sentii un moto di rabbia – e gelosia – impossessarsi di me, ma rimasi immobile, senza dire una sola parola, sperando che il mio corpo non tradisse quello che stavo provando, «e non lo lascerò perdere solo perché a te non va a genio.» aggiunse.

Mi morsi il labbro quasi a sangue per evitare di mettermi ad urlare e scossi la testa, «se non dovesse andare, potrai dire “te l'avevo detto”, ma fino ad allora, stai fuori dalla mia vita, Justin.» concluse, scansandomi con una spallata, per tornare alla fiera.

Contrassi la mascella, ma mi voltai e la fermai, prendendola per il gomito, costringendola a tornare indietro. Fui piuttosto brusco perché si scontrò con il mio petto, senza avere nemmeno il tempo di farsi scudo con le mani. I capelli mi solleticarono il viso e il collo e rabbrividii quando il suo profumo mi riempii le narici.

«Aspetta un secondo.» mormorai. Mi fissò con occhi sgranati e mise le mani sul mio petto, allontanandosi appena, ma la fermai, prendendole entrambi i polsi, «non voglio stare fuori dalla tua vita.» arrossì e distolse lo sguardo, «vuoi stare con lui? D'accordo, ma non tagliarmi fuori. Proviamo ad essere almeno amici. Non sono poi così male.» proposi, stringendomi nelle spalle.

Le sue labbra si piegarono in un mezzo sorriso; stava cercando di trattenerlo, ma con scarsi risultati.

«Facciamo un accordo, ti va?» domandai, sperando vivamente che accettasse.

Inarcò il sopracciglio sinistro, «di che tipo?» ribatté.

Mi inumidii le labbra, pensando alla svelta. Il mio sguardo si posò su di una bancarella a qualche metro da noi. Sorrisi, sapendo di avere già la vittoria in pungo. Era uno stand con vari pupazzi, dietro ad una schiera di tre canestri. Un gioco semplicissimo, almeno per me.

Le feci un cenno con il mento, al ché si voltò, inquadrandola, «giochiamo. Se vinco io, dovrai diventare mia amica.»

«E se perdi?» domandò, inclinando la testa di lato.

Mi strinsi nelle spalle, «non ti darò più fastidio.» risposi sicuro. Non avrei perso. Non perdevo mai.

Sembrò pensarci su per un po', poi annuì, «andata.»


 



 

Ci sono anche io :)

Aye, sweeties 
Perdonateci il piccolo ritardo, abbiamo rallentato un po' i tempi.
By the way, Justin ha fatto di tutto pur di tentare di riallacciare i rapporti con Alexis e vedremo se avrà la meglio, oppure no. Voi che dite?
Vi ringraziamo tantissimo per le recensioni e per aver inserito la storia tra le preferite, ci teniamo davvero tanto che questa storia venga conosciuta.

Vi lasciamo il link di una storia che stiamo scrivendo insieme a collinstrilogy.
Ci farebbe davvero piacere se ci lasciaste un vostro parere (:

Eye candy
 


Un bacione,
Giulia e Federica.
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Giulia (
@Belieber4Choice) Federica (@breathinjiley)
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