Buonasera!
Io dico che i nostri eroi stanno conducendo una vita un po’ troppo tranquilla,
smuoviamo un po’ le acque!
10 – Una svolta
inaspettata
[Gaara]
È mezzogiorno e nel villaggio non si muove una mosca, tutti
gli abitanti sono al riparo dal sole cocente e nelle strade deserte si sente
quasi l'eco di questo silenzio.
Sto ad ascoltare questa quiete quando la porta del mio ufficio viene
spalancata, lo scenario che mi si para davanti mi provoca una fitta al petto e
scatto in piedi. Mito è appoggiato allo stipite della porta, ansima ed è
coperto di sangue.
-Matsuri sta bene!- mi rassicura non appena
vede la maschera di terrore sul mio viso. -Era una trappola! E Zyetu... Zyetu...-
Avanza di qualche passo verso di me e io lo sorreggo, devo
cercare di riprendere l'autocontrollo.
-Mito sei ferito, dovresti farti visitare...-
-Io sto bene, Gaara! Niou ci ha
traditi! Voleva usarci come mezzi di ricatto contro di te... Ma non ne ho
capito il motivo!!-
Cosa? Niou ha teso un'imboscata??
Maledizione!!!
-Matsuri??- sono ormai in preda al panico,
non so più cosa pensare!
-Lei sta bene, l'ho spedita subito in ospedale appena
arrivati perché ha riportato delle gravi ferite... Ma sta bene, guarirà! Zyetu invece...-
Zyetu... Non ditemi che... Mito non riesce
a terminare la frase, gli escono solo delle lacrime.
Geme e si porta in avanti tenendosi l'addome, devo portarlo
subito da un medico.
-Vieni, Mito, appoggiati a me.-
Con la mia sabbia in un attimo ci catapultiamo al pronto
soccorso dell'ospedale. Mito viene in fretta trasportato via di peso da due
medici. Lo sento urlare il nome di Zyetu, di Niou, vuole vendetta. I due medici lo sedano in fretta e io
rimango solo nel corridoio, con il cuore in gola, in preda al terrore.
Rimango a fissare la porta dove hanno portato Mito e poi mi
avvio veloce al banco delle infermiere li vicino e quasi ne travolgo un paio.
-Cerco Matsuri! È qui? È un'ANBU, ha gli occhi scuri..-
-si, Kazekage-sama, si calmi per
favore!- mi accorgo del mio eccessivo impeto e cerco di placarmi, anche se con
scarso successo. -Credo che il medico la stia ancora visitando, venga con me.-
L'infermiera mi conduce fino a una porta chiusa, un grosso
"4" sulla targhetta.
-Attenda un attimo qui fuori.- apre leggermente la porta e
sguscia dentro, io cerco di spiare all'interno, ma non riesco a vedere nulla.
Mito mi ha assicurato che Matsuri si riprenderà, che le sue ferite non sono poi
così gravi, eppure io non riesco a darmi pace, non riuscirò mai a calmarmi
finché lei non sarà sana e salva, al sicuro tra le mie braccia.
Dopo diversi minuti passati a misurare a falcate il corridoio, finalmente la
porta si apre, e l'infermiera esce accompagnata da un giovane dottoressa dai
lunghi capelli biondi.
-Come sta?- le aggredisco quasi. Il medico mi rivolge un
sorriso gentile e comprensivo.
-Starà bene, Kazekage-sama, ora ha
solo bisogno di riposare, è una ragazza forte, si riprenderà completamente
entro qualche giorno.-
-Grazie. Grazie mille.- vorrei sorridere, ma non ne sono in
grado, sono ancora troppo preda del panico per rilassarmi, anche se quelle
erano notizie più che ottime. Apro impetuosamente la porta, ansimando. Lei è
lì, stesa su un letto, coperta di garze e bende.
-Gaara..- sussurra, e io non posso che
correre verso di lei e abbracciarla stretta. Vorrei dirle di non partire
più, di non andare più in missione, di restare sempre al sicuro, con me... La
sento singhiozzare contro la mia spalla, sempre più forte, mentre le scendono
copiose lacrime.
-Gaara, Zyetu... Zyetu...- la abbraccio più stretta, le bacio la testa, la
accarezzo, le sussurro all’orecchio, ma tutto questo la fa singhiozzare
maggiormente. - Zyetu... Dovevamo accorgercene prima,
Gaara, è tutta colpa mia! Non ho saputo impedirlo... Potevo agire subito...
Avere i riflessi più pronti..-
La lascio sfogare, non le dico niente, la tengo solo stretta:
sono qui, piccola Matsuri, e non permetterò che ti accada qualcosa, ti
proteggerò finché avrò vita.
Dopo parecchi minuti Matsuri sembra avere riacquistato
l'autocontrollo, devo capire cosa sia successo ma non me la sento di chiederlo
a lei. Le accarezzo timidamente gli occhi gonfi e la bacio sulla fronte. Non so
cosa dovrei dire in questo momento, mi limito a farle sentire la mia presenza,
trasmettere il mio affetto, e fortunatamente questo sembra bastarle.
-Grazie Gaara, mi sento meglio... Grazie...- Cerca di
sorridere ma gli occhi la tradiscono, rispecchiano tutto il suo dolore.
-Cerca di riposarti un po'...- non potevo darle risposta più
stupida, per fortuna entra la giovane dottoressa spezzando il mio
imbarazzo.
-Matsuri!- esclama non appena nota le
condizioni della ragazza -Prova a dormire un po', devi recuperare le forze...-
-Voglio andare a casa.- le risponde
lei con un sussurro.
-Facciamo così, ti riposi qui qualche ora e se stasera starai
meglio allora non ti ricovereremo...- Matsuri annuisce e questo mi aiuta
a rilassarmi un po'.
-Ti lascio riposare, Matsuri. Tornerò dopo..- lei non dice
nulla, mi stringe solo il braccio per un attimo, poi mi lascia andare, la bacio
sulla fronte e seguo la dottoressa fuori dalla stanza.
-Sarebbe meglio che non rimanesse sola, stanotte.. Ha qualche
coinquilino o compagno di stanza?-
-Stia tranquilla, dottoressa, non rimarrà sola. Dove posso
trovare Mito?-
-Nel corridoio qui accanto, stanza 29. Buona giornata, Kazekage.-
-Anche a lei, e grazie ancora.-
La dottoressa annuisce, mi sorride e controlla le cartelle
che tiene sottobraccio, prima di recarsi dal suo prossimo paziente. A lunghi
passi percorro il corridoio seguendo i numeri delle stanze. Giunto alla 29 noto
che la porta è aperta e Mito è solo nella camera. Busso una volta piano sulla
porta per non disturbarlo nel caso dorma, ma lui è sveglissimo e appena mi
sente gira di scatto la testa verso di me.
-Gaara!- cerca subito di mettersi
seduto ma viene bloccato da un dolore addominale. Geme ricadendo sul letto.
-Mito, non dovresti sforzarti troppo.- tento di parlargli con
voce calma, ma probabilmente l'agitazione trapela dalle mie labbra. Mi siedo
accanto a lui. -Come ti sentì?-
-Sono solo un po' malmesso, quel verme schifoso rimpiangerà
di essere nato!-
Ogni cellula del suo corpo sembra agognare alla vendetta,
scariche d'odio gli fuoriescono da ogni poro facendomi accapponare la pelle.
-Te la senti di raccontarmi cos'è successo?-
Lui esita un attimo, ma poi mi racconta tutto per filo e per
segno.
-A quanto pare Niou era in combutta
con il villaggio degli artigiani: il priore del monastero non era che un suo
complice, e con loro vi erano altri due ninja traditori del villaggio della
nebbia. Niou voleva catturarci vivi, voleva usarci
come mezzi di ricatti contro di te.. soprattutto... soprattutto Matsuri. Probabilmente
sa del profondo rapporto che vi unisce...-
Il mio cuore salta un battito, ma Mito continua imperterrito.
-Fortunatamente siamo riusciti a smascherarlo, ingaggiando
una battaglia... Siamo riusciti a eliminare i due della nebbia, ma purtroppo Zyetu... Zyetu è caduto per darci
la possibilità di fuggire... Matsuri si sente molto in colpa per questo.-
Scende un profondo silenzio, riesco a percepire il dolore di
Mito.
-Troverò quel traditore e lo ammazzerò con le mie mani, puoi
starne certo, Mito.-
-Voglio venire con te.- nei suoi
occhi risplende vivido il desiderio di vendetta. -Voglio vendicare Zyetu!-
La sua determinazione mi disarma, non posso negarglielo.
-D'accordo, ma Matsuri non deve sapere niente, non voglio
coinvolgerla, sarebbe un'arma di ricatto troppo pericolosa per me.-
Lo vedo annuire serio. -Certo, mi pare giusto, anche se probabilmente
non te lo perdonerà.-
Non mi importa un fico secco, preferisco farmi odiare
piuttosto che metterla in pericolo. So che sarei debole e facilmente
ricattabile se si trattasse della sua vita, e non posso permettermelo. Non
posso più sopportare di esporla a situazioni così pericolose, non per colpa
mia.
[Matsuri]
Mi infilo il pigiama e mi guardo allo specchio: gli occhi
sono ancora gonfi a causa del pianto e la ferita alla guancia destra spicca rossa.
Sento ancora addosso la puzza di ospedale nonostante la lunga doccia. Speravo
che insieme all'acqua scorresse via anche il dolore ma niente, non sono
riuscita a calmarmi nemmeno un po'. Mi sento troppo colpevole, addolorata per
la perdita di un caro amico, e frustrata per il completo fallimento di oggi. Mi
sento io stessa un completo fallimento.
Gaara ha insistito per dormire con me stanotte, non ha voluto
sentire ragioni. Tutte queste premure mi fanno piacere, ma forse avrei
preferito rimanere sola.
Esco dal bagno e lo vedo appoggiato alla ringhiera del
balcone, a fissare un punto lontano davanti a sé. Mi avvicino e gli prendo una
mano, è ghiacciata.
-Vieni dentro, prenderai freddo...- cerca di sorridermi ma
gli riesce solo una smorfia triste, tuttavia mi segue dentro casa e serra le
persiane.
Mi avvicino timidamente, lo accarezzo ma lui sembra distante,
l’espressione neutra, mi piacerebbe sapere cosa gli passi per la testa. Il suo
sguardo cade sulla mia ferita alla guancia, poi sul braccio fasciato e infine
chiude gli occhi e si scosta.
-Vado a lavarmi i denti.- sentenzia duro. Lo guardo
allontanarsi e mi siedo sul letto, affranta. Capisco la sua frustrazione ma in
questo momento ho davvero bisogno che mi stia vicino, solo questo, come oggi,
in ospedale, quando senza dire niente mi ha rincuorata con la sua sola
presenza.
Sobbalzo quando sento un rumore sordo proveniente dal bagno:
Gaara deve aver tirato un pugno a qualcosa, probabilmente al muro. Dentro di
lui deve agitarsi veramente un terremoto per fargli perdere così il controllo.
Mi sistemo sotto le coperte e dopo pochi minuti Gaara mi raggiunge, i suoi
occhi non tradiscono alcuna emozione, mi si sdraia vicino.
-Matsuri.- sussurra semplicemente prima di
stringermi a sé, ben attento a non toccarmi parti ferite. Gli ricambio
l’abbraccio e non riesco a trattenere le lacrime. Ho imparato dalla vita che
piangere non serve a niente, non si risolve alcun problema, ho sempre cercato
di darmi da fare piuttosto che perdermi in lacrime, ma ora come ora non riesco
a farne a meno, mi sento troppo debole, ferita, frustrata.
La stretta di Gaara è al contempo decisa e affettuosa, mi
lascia sfogare e raccoglie le mie lacrime passando piano un fazzoletto sul
viso. Come in ospedale, non dice nulla, mi accarezza i capelli e ogni tanto mi
bacia la fronte.
Dopo qualche minuto sento di essermi calmata quel tanto che
basta per articolare qualche parola impacciata. Lo chiamo e lui mi risponde
continuando a guardare oltre di me.
-Sono qui, Matsuri.-
Mi abbraccia più stretta e un’altra ondata di pianto mi
pervade. Vorrei arrabbiarmi, chiedere perché fosse successo tutto questo e
perché proprio il mio caro amico avesse dovuto pagare con la propria vita, ma
sarebbero domande inutili, siamo entrambi consapevoli di che cosa voglia dire
essere un ninja e che ogni volta che si parte per una missione bisogna tenere
in conto di poter non ritornare.
-Sfogati, Matsuri, so che non è facile perdere un amico…- Già, sono
completamente impotente, Zyetu non potrà più
ritornare con noi. Sento l’ira prendere il soppravvento.
-Voglio vendicarlo, Gaara.- mi alzo su un gomito per
guardarlo in faccia, intuisco che se lo aspettasse, nei suoi occhi non c’è
sorpresa, solo determinazione e paura.
-No. È compito mio.-
-Fammi venire con te! Voglio…-
-No, Matsuri. Sono il Kazekage è un
mio dovere proteggere il villaggio proprio in situazioni come questa.-
Rimaniamo qualche secondo a scrutarci alla luce fioca,
consapevoli del fatto che nessuno dei due avrebbe ceduto facilmente.
-Sono un’ANBU, sono all’altezza della missione!-
-Non ne dubito, non è questo che mi preoccupa.-
Aspetto che aggiunga qualcosa, che mi spieghi i suoi timori,
ma Gaara tace. Mi metto a sedere sul letto mentre lui rimane sdraiato, con gli
occhi chiusi. Sento che potrei esplodere dalla rabbia.
-Insomma, Gaara, Zyetu era un mio
caro amico, tra qualche giorno sarò completamente ristabilita, lasciami venire
con te! È mio dovere vendicare un compagno e amico, soprattutto in una
situazione come questa!-
Forse ho urlato, ma Gaara non si scompone. Si siede anche lui
e parla piano e lentamente, quasi avesse ponderato ogni parola.
-Non posso permettermi di portarti con me…
sarei troppo vulnerabile.- Nei suoi occhi leggo proprio tutta questa vulnerabilità,
lo capisco, quando lui era stato rapito dall’Akatsuki
avevo passato intere notti insonni a pregare di rivederlo sano e salvo. So che
cosa significa non riuscire a liberarsi dalla preoccupazione.
-Gaara… ti chiedo solo questo. Dammi l’opportunità
di adempiere quest’ultima missione e abbandonerò la divisione ANBU. Mi metterò
a vendere fiori, ma fammi vendicare Zyetu.-
Per la prima volta lo vedo spiazzato, di certo non si
aspettava un compromesso. Si passa nervosamente una mano tra i capelli.
-Una delle nuove maestre dell’accademia è rimasta incinta,
potresti sostituirla. I suoi ragazzini sono piuttosto tranquilli, ti troveresti
bene con loro…-
Ora tocca a me scrutarlo attentamente, il fatto che non abbia
raccolto la palla al balzo può voler dire solo che non c’è alcuna speranza che
lui accetti di portarmi con sé.
-Hai paura che lui possa usarmi contro di te, vero?-
-Esatto.-
Scende un profondo silenzio. Sento le lacrime pungermi gli
occhi e la gola, ma non è questo il momento di mettersi a frignare.
Rimango a fissare il copriletto, sperando di riuscire a
giungere a una sorta di compromesso, ma sembra un'impresa impossibile.
Gaara è immobile, il suo sguardo attento non mi abbandona
nemmeno per un attimo.
-Sapevamo che non avremmo avuto via di scampo, erano
numericamente superiori e noi eravamo a corto di chakra...
Sapevamo che non saremmo sopravvissuti... A meno che uno di noi non si fosse
sacrificato...-
La voce mi muore in gola e stavolta non riesco a trattenere
le lacrime, scoppio in un nuovo pianto senza singhiozzi, un pianto di puro
dolore. Chino la testa in modo che i capelli mi coprano il viso, non voglio che
Gaara mi veda così, vorrei essere forte davanti a lui.
Gaara mi prende le guance tra le mani e mi costringe a
guardarlo negli occhi. Il suo viso è serio, contratto dalla rabbia e dal
dolore.
-Matsuri, giuro che polverizzerò quel
bastardo. Vendicherò Zyetu, te lo prometto.-
Mi getto nel suo abbraccio e lui sistema entrambi nel letto
coprendoci bene. Mi sento come una bambina che non riesce a smettere di
piangere. Domani sicuramente mi pentirò di questa mia fragilità.
-Dormi, Matsuri, devi riposare.- mi sussurra gentile
all'orecchio. -Io sono qui, accanto a te...-
Lo abbraccio stretto e sento di perdere il contatto con la
realtà, ho gli occhi impiastricciati, la testa dolente dal troppo pianto, e ora
sento tutta la spossatezza addosso. Mi chiedo come sarebbe stato affrontare
questa situazione senza Gaara, forse sarebbe stato Mito a raccogliermi con il
cucchiaino, ma di certo non sarebbe stato lo stesso. Spero solo che anche lui
abbia trovato una spalla su cui piangere. Chissà se Gaara è consapevole di
quanto sia importante per me.
Ok, forse ho scatenato un
maremoto! Alla prossima puntata!!!