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Autore: cAMP    25/11/2013    3 recensioni
Gaara si trova a dover affrontare la questione "amore", e non sarà per niente facile, per lui è complicato capire ed esprimere i propri sentimenti. I suoi fratelli, ma soprattutto Matsuri, lo aiuteranno a riscoprirsi un uomo, capace di amare come non avrebbe mai pensato. Tuttavia sarà un cammino in salita, che costringerà Gaara a guardare dentro se stesso...
Ho cercato di mantenere le personalità originali e di alleggerire la storia di modo che non risultasse troppo triste e introspettiva, spero di esserci riuscita!
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Matsuri, Sabaku no Gaara | Coppie: Gaara/Matsuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buonasera! Io dico che i nostri eroi stanno conducendo una vita un po’ troppo tranquilla, smuoviamo un po’ le acque!

 

10 – Una svolta inaspettata

 

[Gaara]

È mezzogiorno e nel villaggio non si muove una mosca, tutti gli abitanti sono al riparo dal sole cocente e nelle strade deserte si sente quasi l'eco di questo silenzio.                 
Sto ad ascoltare questa quiete quando la porta del mio ufficio viene spalancata, lo scenario che mi si para davanti mi provoca una fitta al petto e scatto in piedi. Mito è appoggiato allo stipite della porta, ansima ed è coperto di sangue. 

-Matsuri sta bene!- mi rassicura non appena vede la maschera di terrore sul mio viso. -Era una trappola! E Zyetu... Zyetu...- 

Avanza di qualche passo verso di me e io lo sorreggo, devo cercare di riprendere l'autocontrollo.

-Mito sei ferito, dovresti farti visitare...-

-Io sto bene, Gaara! Niou ci ha traditi! Voleva usarci come mezzi di ricatto contro di te... Ma non ne ho capito il motivo!!-

Cosa? Niou ha teso un'imboscata?? Maledizione!!!

-Matsuri??- sono ormai in preda al panico, non so più cosa pensare! 

-Lei sta bene, l'ho spedita subito in ospedale appena arrivati perché ha riportato delle gravi ferite... Ma sta bene, guarirà! Zyetu invece...-

Zyetu... Non ditemi che... Mito non riesce a terminare la frase, gli escono solo delle lacrime.

Geme e si porta in avanti tenendosi l'addome, devo portarlo subito da un medico. 

-Vieni, Mito, appoggiati a me.- 

Con la mia sabbia in un attimo ci catapultiamo al pronto soccorso dell'ospedale. Mito viene in fretta trasportato via di peso da due medici. Lo sento urlare il nome di Zyetu, di Niou, vuole vendetta. I due medici lo sedano in fretta e io rimango solo nel corridoio, con il cuore in gola, in preda al terrore. 

Rimango a fissare la porta dove hanno portato Mito e poi mi avvio veloce al banco delle infermiere li vicino e quasi ne travolgo un paio.

-Cerco Matsuri! È qui? È un'ANBU, ha gli occhi scuri..-

-si, Kazekage-sama, si calmi per favore!- mi accorgo del mio eccessivo impeto e cerco di placarmi, anche se con scarso successo. -Credo che il medico la stia ancora visitando, venga con me.-

L'infermiera mi conduce fino a una porta chiusa, un grosso "4" sulla targhetta.

-Attenda un attimo qui fuori.- apre leggermente la porta e sguscia dentro, io cerco di spiare all'interno, ma non riesco a vedere nulla. Mito mi ha assicurato che Matsuri si riprenderà, che le sue ferite non sono poi così gravi, eppure io non riesco a darmi pace, non riuscirò mai a calmarmi finché lei non sarà sana e salva, al sicuro tra le mie braccia.    
Dopo diversi minuti passati a misurare a falcate il corridoio, finalmente la porta si apre, e l'infermiera esce accompagnata da un giovane dottoressa dai lunghi capelli biondi.

-Come sta?- le aggredisco quasi. Il medico mi rivolge un sorriso gentile e comprensivo. 

-Starà bene, Kazekage-sama, ora ha solo bisogno di riposare, è una ragazza forte, si riprenderà completamente entro qualche giorno.-

-Grazie. Grazie mille.- vorrei sorridere, ma non ne sono in grado, sono ancora troppo preda del panico per rilassarmi, anche se quelle erano notizie più che ottime. Apro impetuosamente la porta, ansimando. Lei è lì, stesa su un letto, coperta di garze e bende.

-Gaara..- sussurra, e io non posso che correre verso di lei e abbracciarla stretta.  Vorrei dirle di non partire più, di non andare più in missione, di restare sempre al sicuro, con me... La sento singhiozzare contro la mia spalla, sempre più forte, mentre le scendono copiose lacrime.

-Gaara, Zyetu... Zyetu...- la abbraccio più stretta, le bacio la testa, la accarezzo, le sussurro all’orecchio, ma tutto questo la fa singhiozzare maggiormente. - Zyetu... Dovevamo accorgercene prima, Gaara, è tutta colpa mia! Non ho saputo impedirlo... Potevo agire subito... Avere i riflessi più pronti..- 

La lascio sfogare, non le dico niente, la tengo solo stretta: sono qui, piccola Matsuri, e non permetterò che ti accada qualcosa, ti proteggerò finché avrò vita.

Dopo parecchi minuti Matsuri sembra avere riacquistato l'autocontrollo, devo capire cosa sia successo ma non me la sento di chiederlo a lei. Le accarezzo timidamente gli occhi gonfi e la bacio sulla fronte. Non so cosa dovrei dire in questo momento, mi limito a farle sentire la mia presenza, trasmettere il mio affetto, e fortunatamente questo sembra bastarle.

-Grazie Gaara, mi sento meglio... Grazie...- Cerca di sorridere ma gli occhi la tradiscono, rispecchiano tutto il suo dolore.

-Cerca di riposarti un po'...- non potevo darle risposta più stupida, per fortuna entra la giovane dottoressa spezzando il mio imbarazzo. 

-Matsuri!- esclama non appena nota le condizioni della ragazza -Prova a dormire un po', devi recuperare le forze...-

-Voglio andare a casa.- le risponde lei con un sussurro.

-Facciamo così, ti riposi qui qualche ora e se stasera starai meglio allora non ti ricovereremo...-  Matsuri annuisce e questo mi aiuta a rilassarmi un po'.

-Ti lascio riposare, Matsuri. Tornerò dopo..- lei non dice nulla, mi stringe solo il braccio per un attimo, poi mi lascia andare, la bacio sulla fronte e seguo la dottoressa fuori dalla stanza.

-Sarebbe meglio che non rimanesse sola, stanotte.. Ha qualche coinquilino o compagno di stanza?-

-Stia tranquilla, dottoressa, non rimarrà sola. Dove posso trovare Mito?- 

-Nel corridoio qui accanto, stanza 29. Buona giornata, Kazekage.-

-Anche a lei, e grazie ancora.- 

La dottoressa annuisce, mi sorride e controlla le cartelle che tiene sottobraccio, prima di recarsi dal suo prossimo paziente. A lunghi passi percorro il corridoio seguendo i numeri delle stanze. Giunto alla 29 noto che la porta è aperta e Mito è solo nella camera. Busso una volta piano sulla porta per non disturbarlo nel caso dorma, ma lui è sveglissimo e appena mi sente gira di scatto la testa verso di me.

-Gaara!- cerca subito di mettersi seduto ma viene bloccato da un dolore addominale. Geme ricadendo sul letto. 

-Mito, non dovresti sforzarti troppo.- tento di parlargli con voce calma, ma probabilmente l'agitazione trapela dalle mie labbra. Mi siedo accanto a lui. -Come ti sentì?-

-Sono solo un po' malmesso, quel verme schifoso rimpiangerà di essere nato!-

Ogni cellula del suo corpo sembra agognare alla vendetta, scariche d'odio gli fuoriescono da ogni poro facendomi accapponare la pelle.

-Te la senti di raccontarmi cos'è successo?-

Lui esita un attimo, ma poi mi racconta tutto per filo e per segno.

-A quanto pare Niou era in combutta con il villaggio degli artigiani: il priore del monastero non era che un suo complice, e con loro vi erano altri due ninja traditori del villaggio della nebbia. Niou voleva catturarci vivi, voleva usarci come mezzi di ricatti contro di te.. soprattutto... soprattutto Matsuri. Probabilmente sa del profondo rapporto che vi unisce...-

Il mio cuore salta un battito, ma Mito continua imperterrito. 

-Fortunatamente siamo riusciti a smascherarlo, ingaggiando una battaglia... Siamo riusciti a eliminare i due della nebbia, ma purtroppo Zyetu... Zyetu è caduto per darci la possibilità di fuggire... Matsuri si sente molto in colpa per questo.-

Scende un profondo silenzio, riesco a percepire il dolore di Mito. 

-Troverò quel traditore e lo ammazzerò con le mie mani, puoi starne certo, Mito.-

-Voglio venire con te.- nei suoi occhi risplende vivido il desiderio di vendetta. -Voglio vendicare Zyetu!-

La sua determinazione mi disarma, non posso negarglielo. 

-D'accordo, ma Matsuri non deve sapere niente, non voglio coinvolgerla, sarebbe un'arma di ricatto troppo pericolosa per me.-

Lo vedo annuire serio. -Certo, mi pare giusto, anche se probabilmente non te lo perdonerà.-

Non mi importa un fico secco, preferisco farmi odiare piuttosto che metterla in pericolo. So che sarei debole e facilmente ricattabile se si trattasse della sua vita, e non posso permettermelo. Non posso più sopportare di esporla a situazioni così pericolose, non per colpa mia.



[Matsuri]

Mi infilo il pigiama e mi guardo allo specchio: gli occhi sono ancora gonfi a causa del pianto e la ferita alla guancia destra spicca rossa. Sento ancora addosso la puzza di ospedale nonostante la lunga doccia. Speravo che insieme all'acqua scorresse via anche il dolore ma niente, non sono riuscita a calmarmi nemmeno un po'. Mi sento troppo colpevole, addolorata per la perdita di un caro amico, e frustrata per il completo fallimento di oggi. Mi sento io stessa un completo fallimento.

Gaara ha insistito per dormire con me stanotte, non ha voluto sentire ragioni. Tutte queste premure mi fanno piacere, ma forse avrei preferito rimanere sola.

Esco dal bagno e lo vedo appoggiato alla ringhiera del balcone, a fissare un punto lontano davanti a sé. Mi avvicino e gli prendo una mano, è ghiacciata.

-Vieni dentro, prenderai freddo...- cerca di sorridermi ma gli riesce solo una smorfia triste, tuttavia mi segue dentro casa e serra le persiane.

Mi avvicino timidamente, lo accarezzo ma lui sembra distante, l’espressione neutra, mi piacerebbe sapere cosa gli passi per la testa. Il suo sguardo cade sulla mia ferita alla guancia, poi sul braccio fasciato e infine chiude gli occhi e si scosta.

-Vado a lavarmi i denti.- sentenzia duro. Lo guardo allontanarsi e mi siedo sul letto, affranta. Capisco la sua frustrazione ma in questo momento ho davvero bisogno che mi stia vicino, solo questo, come oggi, in ospedale, quando senza dire niente mi ha rincuorata con la sua sola presenza.

Sobbalzo quando sento un rumore sordo proveniente dal bagno: Gaara deve aver tirato un pugno a qualcosa, probabilmente al muro. Dentro di lui deve agitarsi veramente un terremoto per fargli perdere così il controllo. Mi sistemo sotto le coperte e dopo pochi minuti Gaara mi raggiunge, i suoi occhi non tradiscono alcuna emozione, mi si sdraia vicino.

-Matsuri.- sussurra semplicemente prima di stringermi a sé, ben attento a non toccarmi parti ferite. Gli ricambio l’abbraccio e non riesco a trattenere le lacrime. Ho imparato dalla vita che piangere non serve a niente, non si risolve alcun problema, ho sempre cercato di darmi da fare piuttosto che perdermi in lacrime, ma ora come ora non riesco a farne a meno, mi sento troppo debole, ferita, frustrata.

La stretta di Gaara è al contempo decisa e affettuosa, mi lascia sfogare e raccoglie le mie lacrime passando piano un fazzoletto sul viso. Come in ospedale, non dice nulla, mi accarezza i capelli e ogni tanto mi bacia la fronte.

Dopo qualche minuto sento di essermi calmata quel tanto che basta per articolare qualche parola impacciata. Lo chiamo e lui mi risponde continuando a guardare oltre di me.

-Sono qui, Matsuri.-

Mi abbraccia più stretta e un’altra ondata di pianto mi pervade. Vorrei arrabbiarmi, chiedere perché fosse successo tutto questo e perché proprio il mio caro amico avesse dovuto pagare con la propria vita, ma sarebbero domande inutili, siamo entrambi consapevoli di che cosa voglia dire essere un ninja e che ogni volta che si parte per una missione bisogna tenere in conto di poter non ritornare.

-Sfogati, Matsuri, so che non è facile perdere un amico…-  Già, sono completamente impotente, Zyetu non potrà più ritornare con noi. Sento l’ira prendere il soppravvento.

-Voglio vendicarlo, Gaara.- mi alzo su un gomito per guardarlo in faccia, intuisco che se lo aspettasse, nei suoi occhi non c’è sorpresa, solo determinazione e paura.

-No. È compito mio.-

-Fammi venire con te! Voglio…-

-No, Matsuri. Sono il Kazekage è un mio dovere proteggere il villaggio proprio in situazioni come questa.-

Rimaniamo qualche secondo a scrutarci alla luce fioca, consapevoli del fatto che nessuno dei due avrebbe ceduto facilmente.

-Sono un’ANBU, sono all’altezza della missione!-

-Non ne dubito, non è questo che mi preoccupa.-

Aspetto che aggiunga qualcosa, che mi spieghi i suoi timori, ma Gaara tace. Mi metto a sedere sul letto mentre lui rimane sdraiato, con gli occhi chiusi. Sento che potrei esplodere dalla rabbia.

-Insomma, Gaara, Zyetu era un mio caro amico, tra qualche giorno sarò completamente ristabilita, lasciami venire con te! È mio dovere vendicare un compagno e amico, soprattutto in una situazione come questa!-

Forse ho urlato, ma Gaara non si scompone. Si siede anche lui e parla piano e lentamente, quasi avesse ponderato ogni parola.

-Non posso permettermi di portarti con me… sarei troppo vulnerabile.- Nei suoi occhi leggo proprio tutta questa vulnerabilità, lo capisco, quando lui era stato rapito dall’Akatsuki avevo passato intere notti insonni a pregare di rivederlo sano e salvo. So che cosa significa non riuscire a liberarsi dalla preoccupazione.

-Gaara… ti chiedo solo questo. Dammi l’opportunità di adempiere quest’ultima missione e abbandonerò la divisione ANBU. Mi metterò a vendere fiori, ma fammi vendicare Zyetu.-

Per la prima volta lo vedo spiazzato, di certo non si aspettava un compromesso. Si passa nervosamente una mano tra i capelli.

-Una delle nuove maestre dell’accademia è rimasta incinta, potresti sostituirla. I suoi ragazzini sono piuttosto tranquilli, ti troveresti bene con loro…-

Ora tocca a me scrutarlo attentamente, il fatto che non abbia raccolto la palla al balzo può voler dire solo che non c’è alcuna speranza che lui accetti di portarmi con sé.

-Hai paura che lui possa usarmi contro di te, vero?-

-Esatto.-

Scende un profondo silenzio. Sento le lacrime pungermi gli occhi e la gola, ma non è questo il momento di mettersi a frignare.

Rimango a fissare il copriletto, sperando di riuscire a giungere a una sorta di compromesso, ma sembra un'impresa impossibile.

Gaara è immobile, il suo sguardo attento non mi abbandona nemmeno per un attimo. 

-Sapevamo che non avremmo avuto via di scampo, erano numericamente superiori e noi eravamo a corto di chakra... Sapevamo che non saremmo sopravvissuti... A meno che uno di noi non si fosse sacrificato...-

La voce mi muore in gola e stavolta non riesco a trattenere le lacrime, scoppio in un nuovo pianto senza singhiozzi, un pianto di puro dolore. Chino la testa in modo che i capelli mi coprano il viso, non voglio che Gaara mi veda così, vorrei essere forte davanti a lui.

Gaara mi prende le guance tra le mani e mi costringe a guardarlo negli occhi. Il suo viso è serio, contratto dalla rabbia e dal dolore.

-Matsuri, giuro che polverizzerò quel bastardo. Vendicherò Zyetu, te lo prometto.- 

Mi getto nel suo abbraccio e lui sistema entrambi nel letto coprendoci bene. Mi sento come una bambina che non riesce a smettere di piangere. Domani sicuramente mi pentirò di questa mia fragilità. 

-Dormi, Matsuri, devi riposare.- mi sussurra gentile all'orecchio. -Io sono qui, accanto a te...-

Lo abbraccio stretto e sento di perdere il contatto con la realtà, ho gli occhi impiastricciati, la testa dolente dal troppo pianto, e ora sento tutta la spossatezza addosso. Mi chiedo come sarebbe stato affrontare questa situazione senza Gaara, forse sarebbe stato Mito a raccogliermi con il cucchiaino, ma di certo non sarebbe stato lo stesso. Spero solo che anche lui abbia trovato una spalla su cui piangere. Chissà se Gaara è consapevole di quanto sia importante per me.

 

 

Ok, forse ho scatenato un maremoto! Alla prossima puntata!!!

  
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