Ma questo non sarebbe doviuto accadere.
Era la prima volta che si trovava nel bel mezzo di un incendio.
Nelle simulazioni non gli era mai capitato di respirare fumo.
E, se ricordava bene, gli avevano detto che se accadeva, probabilmente la mascherina era danneggiata.
Camminò a passi lenti, cercando di non finire sotto una trave, sopportando come meglio poteva il calore che andava aumentando.
Cos'era successo prima che entrasse?
Teppei gli aveva detto di aspettare, ma lui l'aveva ignorato e adesso si trovava in questa situazione.
Sentiva le palpebre farsi pesanti, ma doveva resistere e andare avanti.
Aveva ignorato Teppei, ma non era questo che doveva ricordare.
Erano sul camion, a tutta velocità verso l'edificio in fiamme.
Kagami stringeva fra le mani la sua mascherina e fissava impaziente la strada.
Non vedeva l'ora di affrontare il suo primo incendio.
Come un qualunque novellino, era esaltato per la sua prima prova.
Certo, era anche teso, ma non aveva paura: aveva i suoi compagni con sè.
Ci sei quasi, pensò la mente di Kagami ormai assopita.
"Taiga, prendi la mia mascherina è più facile da usare" fece Hanamiya Makoto, un suo collega più anziano.
Non aveva mai capito il perchè, ma tutti gli stavano alla larga, perfino Kyoshi che era amico di tutti.
Kyoshi gli aveva accennato che una volta avevano litigato pesantemente, ma non gli aveva mai rivelato il motivo.
Aveva afferrato la mascherina e sussurrato un grazie al ragazzo, senza sospettare nulla.
Teppei stava guidando il camion e non se ne accorse.
La mascherina.
Mi ha dato una mascherina danneggiata, pensò Taiga.
Qualcosa a metà tra una scossa elettrica ed una frustata in pieno viso lo risvegliò, era svenuto in mezzo all'incendio.
Si alzò di scatto, senza la minima idea di quanto tempo fosse trascorso, non poteva essere passato poi molto, dato che era ancora vivo e non carbonizzato o asfissiato.
Si accorse che il viso gli bruciava, anzi, stava letteralmente prendendo fuoco.
Si schiaffeggiò con forza, sentendo il dolore acuirsi.
Gettò l'inutile mascherina a terra e tossì.
Non riusciva a vedere niente, avanzava a tentoni allargando le mani come un cieco.
La sua mente era ancora confusa ma riusciva a capire che la cosa necessaria al momento, era uscire da quel posto.
Sentì le sue dita toccare qualcosa di caldo, ma non infuocato e riconobbe, tra le lacrime e il fumo che rendevano acquoso e indistinguibile il paesaggio attorno a lui, la figura di Kyoshi.
L'amico lo spinse fuori dall'edificio e lo sentì chiedere aiuto.
Richiuse gli occhi, crollando nuovamente svenuto.
L'ustione che gli aveva salvato la vita, non svanì mai del tutto dal viso di Kagami, ma questa dura esperienza lo aiutò a non fidarsi mai completamente degli altri.