Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: Meramadia94    26/11/2013    2 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CI SIAMO GIA INCONTRATI PRIMA?

 

 

Erano gia passati tre giorni da quando in città erano arrivati D'Artagnan e il piccolo Jean, e Lunette non si era fatta tanti problemi nell'accoglierli nella sua ''famiglia''.

Ma in quei tre giorni, dentro di lei si era rafforzata la convinzione che lei e quel giovane arrivato dalla Guascogna, si erano gia incontrati prima di Parigi, ma proprio non riusciva a ricordare ne dove ne quando.

Quel giorno la ragazza si trovava nella piazza del mercato per comprare qualcosa in seguito ad un'improvvisa spirazione.

Aveva deciso di preparare una bella crostata di mele.

Si vestì, si lavò la faccia e si pettinò i capelli con una treccia che le ricadeva sulle spalle e dopo un saluto veloce, annunciò ad Aramis che sarebbe andata al mercato per fare un po' di spesa.

Quel giorno il sole splendeva alto nel cielo e c'erano tutti i presupposti per aspettarsi una bella giornata, e tutti in città non facevano che fare la fila al tendone del circo per vedere l'elefante.

Anche a lei sarebbe piaciuto tardare un po' per vedere quello che era l'animale più grande del mondo, ma considerato che a fare la guardia all'animale c'era proprio Jussac, preferì fare la spesa ed attendere un'altra occasione.

Aramis e i moschettieri le avevano sempre raccomandato di tenersi più lontano che poteva da loro e la giovane, sapendo che tipi fossero e portando ancora sulla sua pelle la prova di quanto quelle persone potessero essere pericolose, era ben felice di obbedire.

Le campane di Notre Dame suonavano mezzogiorno e lei stava percorrendo la strada che l'avrebbe riportata dritta a casa, con il cestino pieno di uova, farina e mele ed un espressione soddisfatta in viso.

In quel momento, vide venirle incontro, il piccolo Jean, D'Artagnan con il cavallo di quest'ultimo, Ronzinante accompagnati da un carretto.

''Lunette, che sorpresa!''- la salutò allegramente il guascone quando la ragazza fu accanto a loro-:'' veniamo proprio da casa tua.''

''Sono felice di rivedervi..... che cosa combinate?''

Fu il piccolo Jean a rispondere-:'' Offriamo bagni caldi a domicilio per un modico compenso. Aramis ne ha appena fatto uno.''

La ragazza sorrise.

''Beh, originale come trovata.... siete stati fortunati?''

D'artagnan annuì.

''Non dico che ora abbiamo più denaro del re, ma abbastanza per comprare da mangiare.''

Lunette mise una mano nel cestino e tirò fuori tre mele.

In fin dei conti, ne aveva prese abbastanza da permettersi di regalarne qualcuna.

''Permettetemi di offrirvi il dessert, allora: una per Jean, una per D'artagnan e una per Ronzinante.''

''Grazie, sei davvero gentile.''- ringraziò Jean dando un morso alla mela che la giovane gli aveva regalato.

''Adesso vi devo salutare, ho delle faccende da sbrigare a casa.... ci vediamo.''- detto questo, riprese la sua strada, lasciando i due nuovi amici alla loro strada.

''Salve Aramis...''- fece la ragazza entrando e dirigendosi in cucina.

Il moschettiere era in mezzo al soggiorno mentre si esercitava con la spada.

''A che vi serve un giorno di riposo se vi mettete a fare le stesse cose che fate in caserma?''- chiese mentre usciva dalla cucina armata di secchio pieno d'acqua e una scopa.

''Non si sa mai quando il pericolo incombe..... per poco oggi D'Artagnan non mi scopriva.''- le spiegò Aramis fermandosi un attimo, per riprendere fiato.

In breve spiegò alla sua serva ( anche se non era ancora al corrente che la giovane era gia informata sulla nuova attività imprenditoriale dei loro due nuovi amici) quello che le era successo poco più di una mezz'ora prima.

''Siete sicura che non era solo il vento che ha fatto sbattere la porta?''

''A meno che il vento non avesse la voce di D'Artagnan, ne sono sicura. Credimi se ti dico che c'è mancato veramente poco.''- le spiegò la moschettiera con la faccia di una alla quale si era quasi fermato il cuore.

Lunette non potè a meno di farsi sfuggire una risata.

''Che ragazzo sveglio...''- commentò mentre iniziava a lavare il pavimento.

In quel momento sentirono il rumore degli zoccoli che si avvicinava alla casa e subito dopo la voce disperata di una bambino.

il piccolo Jean.

Lunette appoggiò la scopa alla parete, leggermente preoccupata.

Aramis si precipitò alla finestra per vedere cos'era successo.

''Cosa c'è Jean?''

''D'artagnan è in pericolo. Forza vieni!''

Sia Lunette che Aramis sbiancarono di colpo.

Cosa poteva essere successo in così poco tempo?

Entrambe lo avevano visto poco tempo prima, e sembrava stesse benissimo.

Aramis riprese quasi subito il controllo ed una volta preso il cappello e la spada si diresse a passo svelto verso la porta, imitata dalla giovane cameriera.

Aramis però la bloccò.

''Resta qui, non sappiamo in che guaio si sia cacciato, potrebbe essere pericoloso.''

Lunette però la guardò con lo sguardo di chi non ammetteva di essere lasciata in disparte.

''D'Artagnan è anche amico mio. Voglio dargli una mano. Vi prego.''

Aramis parve rifletterci un attimo e poi disse-:''D'accordo, ma cerca di non metterti nei pasticci anche tu.''- detto questo si fiondarono entrambe fuori di casa, dirigendosi verso Jean e con un passo svelto e deciso di diressero in piazza.

 

Ne grande piazzale, vicino al tendone dell'elefante c'era una gran folla, e riuscire ad avvicinarsi sembrava quasi impossibile.

''Jean, ma esattamente cos'è successo?''- chiese Lunette, mentre le due donne e il bambino si facevano strada complice anche l'autorità di moschettiere di Aramis tra la folla.

Il bambino rispose.

''D'artagnan voleva solo fare un bagno all'elefante, ma il padrone del circo lo ha accusato di volerlo rubare e ha chiamato Jussac.''

''Ma è ridicolo!!!''- fece Aramis con il tono e la faccia di chi non aveva sentito una bugia peggiore.

Lo conosceva da poco, ma sapeva gia che D'Artagnan era una delle persone più oneste del mondo, non avrebbe rubato nemmeno uno spillo, figuriamoci un pachiderma.

''D'ARTAGNAN!!!''

Jean aveva gridato quando aveva intravisto il giovane amico cadere a terra privo di sensi.

''D'artagnan!!!''- lo imitarono, una a testa, Aramis e Lunette.

La prima aveva preso il ragazzo tra le braccia, tentando di farlo rinvenire, mentre la seconda si era inginocchiata di fianco ai due, colpendo leggermente il guascone sula faccia per farlo rinvenire.

''Ma che cosa gli hanno fatto....?''- chiese la ragazza, anche se non sapeva chi fosse il destinatario di quella domanda.

Nel frattempo De Jussac aveva iniziato ad offendere D'Artagnan, e anche se velatamente, anche i moschettieri.

''Ve la farò pagare.''- promise il moschettiere biondo.

''Vorresti batterti? Io sono sempre pronto.''- sfidò il cardinalista.

Lunette fissò la benefattrice, sperando che non cedesse alla tentazione di estrarre la spada per dargli una lezione, anche se tutto sommato non le sarebbe dispiaciuto vedere De Jussac messo al suo posto.

''Cos'è, sei forse una donnetta?''

In quel momento Aramis sentì il sangue affluirle fino alle guance e fissò il cardinalista con tutto l'odio che gli riusciva, punta sul vivo.

Lunette si preoccupò ancora di più.

Aramis si arrabbiava moltissimo quando qualcuno la chiamava in quel modo, non tanto perchè era vero e temeva che il suo segreto fosse in pericolo, ma perchè come moschettiere non pooteva tollerare un simile affronto.

Le si avvicinò cauta.

''Sta solo cercando di provocarvi per avere un pretesto da usare contro il corpo dei moschettieri, perciò state calma ve ne prego...''- le sussurrò piano, in modo talmente flebile che nemmeno lei sarebbe riuscita a sentire se fosse stata un'altra persona.

Poco dopo De Jussac, e di conseguenza tutta la folla ( inteta a rimuginare sul fatto a cui avevano appena assistito, tra di loro) se ne andarono.

 

''Ecco fatto.''- fece Lunette stringendo con un nodo, la benda attorno la fronte di D'Artagnan.

Dopo che si era ripreso lo avevano portato a casa per medicargli le ferite, e subito dopo lo avrebbero affidato al piccolo Jean.

''Tienila fasciata fino a domattina e vedrai che ti sentirai un altro.''- nel dir così raccolse le bende inutilizzate e l'acqua calda usata per disinfettare la ferita.

''Grazie, sei stata davvero gentile...''- la ringraziò D'Artagnan con un sorriso.

''Non dirlo nemmeno, figurati..''- disse la ragazza con aria pensierosa.

Doveva togliersi quel tarlo dall'orecchio.

''D'Artagnan.... ti posso fare una domanda?''

Il guascone le sorrise affabile-:'' Ma certo. Dimmi pure.''

''Ecco..... a dire il vero è una domanda alquanto strana, e credo che lo sia per entrambi ma.... ci siamo mai incontrati? Prima di Parigi intendo dire.''

Il guascone parve cadere dalle nuvole.

''Come mai me lo domandi?''

''Non lo so nemmeno io...'' ammise la ragazza-:'' ma ho come la sensazione che io e te ci siamo gia conosciuti da qualche parte, ma non saprei dirti ne quando ne dove.''

''Mi pare improbabile.... io sono venuto a Parigi per la prima volta solo pochi giorni fa, e da quanto mi risulta.... tu non sei mai stata in Guascogna, vero?''

''No...''- fu costretta ad ammettere-:'' sono cresciuta in una locanda poco fuori Parigi, e poi sono venuta a vivere qui con Aramis.''

Forse D'Artagnan aveva ragione.

In fin dei conti lei era sempre vissuta in una locanda dove era stata sempre trattata alla stegua di una serva, non aveva mai conosciuto ne amicizia ne calore umano, ed era sempre stata sola....

La sua vita era cominciata cinque anni prima.

La ragazza sorrise.

''Hai ragione, scusa. Dimentica quello che ho detto.''

Ma si vedeva chiaramente che nemmeno lei, ne era così convinta.

 

''Sei pensierosa....''- mormorò quella sera Aramis mentre leggeva un libro osservando la sua serva mentre ricamava e rammendava alcuni indumenti.

''E voi sembrate nervosa.''- fu la pronta risposta.

''Non posso negarlo....''- confermò Aramis-:'' Mi ha convocato De Treville. La voce di quello che è successo oggi è arrivata alle sue orecchie.... era molto arrabbiato, e mi ha proibito di uscire di casa a tempo indeterminato.''

La ragazza lasciò cadere il lavoro e si alzò di scatto.

''Cosa? Ma perchè?!? E' stato Jussac a cominciare!!!! Dovrebbe essere lui a prendere una bella ramanzina ed essere confinato in casa!!!''- era adirata ed indignata-:'' lasciate che vada da De Treville, gli dirò come sono andate le cose e....''- nel dir così fece per prendere il proprio mantello, ma Aramis la fermò.

''No, lascia perdere.... De Treville ha il dovere di proteggere il corpo dei moschettieri. Era solo un po' arrabbiato, ma vedrai che non appena gli passerà la rabbia, finirà anche il mio castigo.'- Aramis le disse tutto questo con la massima calma e pacatezza.

''Mi pare una vera ingiustizia, voi avete solo difeso un amico. Non dovreste essere punita per questo.''

Aramis non potè fare a meno di concordare con la sua giovane cameriera.

Ma quello era il mondo pieno di ingiustizie.

''Non posso darti torto.....''- concordò la moschettiera-:'' non è la prima ingiustizia con la quale ti scontrerai.... ma ti prometto che non sarai mai sola ad affrontarle. Ci sarà sempre qualcuno pronto a combatterle con te.''

Lunette sorrise.

Era la sua certezza primaria.

Ma quello che non aveva ancora scoperto, era che quella di que giorno era solo la prima di molte battaglie che avrebbe combattuto con i suoi nuovi amici.

  
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