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Autore: lostgirl    27/11/2013    2 recensioni
Dopo l'arrivo del branco degli alfa a Beacon Hills e dopo il Darach, Scott deve affrontare nuove minacce e Deaton gli suggerisce di crearsi un nuovo branco. Tessa e Niki saranno le due nuove beta che aiuteranno Scott e gli altri ad affrontare nuove misteriose creature magiche, tra nuove amicizie e nuovi amori.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gialli. I suoi occhi erano gialli. Quando Nicole si era svegliata dal coma, aveva trovato Scott McCall nella sua stanza che camminava nervosamente da una parte all'altra della stanza: lo conosceva solo di vista e se non si sbagliava lui aveva un anno più di lei, ma l'aveva incrociato tante volte lungo i corridoi della scuola insieme ai suoi amici. Le aveva spiegato con calma chi era davvero e quello che aveva fatto, ma lei lo aveva cacciato in malo modo dalla sua stanza e aveva chiamato i medici, che nel giro di pochi minuti furono da lei.  
Dopo diversi esami e visite di amici e familiari, era rimasta sola e ebbe finalmente tempo per riflettere.
"Credavamo che non ti saresti svegliata mai più... Ci avevano detto che eri... morta, Niki..."
Morta. Eppure era lì. E poteva giurare di aver visto i suoi occhi assumere una sfumatura di giallo per un momento.
Quello che Scott McCall gli aveva raccontato era assurdo, ma era l'unica spiegazione che le venisse in mente e lei aveva quella sensazione strana addosso, che le suggeriva di credergli. E dio, si sentiva dannatamente diversa.
Era passato poco più di un giorno dal suo risveglio, ma i medici stavano comunque pensando di rimandarla a casa al più presto dato che non presentava nessun tipo di danni e dato che lei non aveva intenzione di restare in quel posto un minuto di più, quella mattina approfittò della pace delle 6 di mattina per saltare giù dal letto e raccogliere le sue cose. Si tolse il camice dell'ospedale e si infilò i suoi vestiti.
- Nicole! -
La ragazza si voltò verso la porta e vide Scott accompagnato da una ragazzina bionda dai grandi occhi azzurri che non conosceva. - Niki. - disse solamente per poi voltarsi e riprendere a mettere a posto tutta la sua roba nella sua borsa. - Hai portato i rinforzi oggi? Hai paura che non ti creda di nuovo? -
- Veramente volevo solo che conoscessi un'altra parte del tuo branco, dato che ora mi credi… o mi sbaglio? -
Niki si voltò definitivamente verso di lui ed esitò un momento prima di parlare. - Ho solo una domanda. Se tu non mi avessi fatto quello che hai fatto, sarei morta sul serio? -
- Non ti saresti più svegliata... -
Niki sospirò e rimase per un po’ a guardare i due poi si alzò dondolando le braccia. - Bene. Auguri ad entrambi allora, dovrete sopportarmi per parecchio. -
- Ti fanno già uscire? Sei qui da quanto? - Tessa la guardò confusa e sperò che mandassero anche lei a casa al più presto.
- Due giorni fa ho fatto un incidente in macchina. Sono finita qui e poche ore dopo ero in coma, a quanto pare in vita grazie alle macchine. Ieri mattina mi sono svegliata e dopo vari esami i medici hanno detto che sono inspiegabilmente sana come un pesce. Perciò mi dimetteranno a breve, spero di poter andare via oggi stesso. -
- Io sono Tessa comunque... -
-  L'altro 33% del branco, immaginavo... -
- Il 25% in realtà. -
- Chi altro c'è? -
- Un ragazzo estremamente bello ed intelligente. - Isaac entrò nella stanza di Niki e rispose alla sua domanda, appoggiandosi al muro tra Tessa e Scott.
Tessa si coprì il viso con una mano per non ridere, mentre Niki si mise a braccia conserte. - Isaac Lahey. -
- Vi conoscete già? - Scott guardò l'amico e lui gli rispose abbassando leggermente la voce, anche se sapeva benissimo che le ragazze potevano ancora sentirlo perfettamente. - Sua sorella usciva con mio fratello quando noi eravamo bambini e prima che lui partisse per far parte dell'esercito. -
Tessa osservò Isaac mentre parlava e notò un po' di malinconia nei suoi occhi: anche se lo trovava irritante a volte le venne un incredibile voglia di sapere di più su di lui e di conoscere il motivo degli occhi tristi.
- E poi dopo quello che è successo non ci siamo più visti se non in giro per Beacon Hills. -
Tessa non capiva e guardando Scott capì che era l'unica a non sapere di cosa stessero parlando, ma non osò chiedere nulla. Prima che potessero dire altro Melissa entrò nella stanza per avvisare Tessa che i suoi genitori erano lì: la ragazza lanciò un ultima occhiata a tutti e poi uscì, senza dire nulla per andare dai suoi.

Tessa si lasciò andare tra le braccia della madre, nervosamente. Non sapeva di preciso il perchè ma voleva Scott, o Isaac magari, lì con lei in quel momento: le avrebbe fatto comodo un supporto morale in quel momento. Come le era venuto in mente di tornare lì così presto? Come avrebbero spiegato tutto quello?
- Amore mio, non fare mai più una cosa del genere. Sono quasi morta di paura quando non ti ho visto qui e nessuno sapeva dov’eri. Cos’è successo? -
Alzò appena la testa e guardò la madre negli occhi. Non ce l’avrebbe mai fatta a mentirle spudoratamente.
- Io… io non lo so. Credo di essere uscita per respirare un po’ d’aria fresca e… non lo so, magari mi sono allontanata. -
- Come sei tornata fino a qua? Chi ti ha dato quei vestiti? -
Tessa riaffondò la testa sulla spalla di sua madre, evitando di rispondere per un po’. - L’ho trovata io, signora Donovan. Aveva addosso solo il camice dell’ospedale, prima di riportarla qui ho chiesto qualche vestito ad un’amica.  -
La madre di Tessa si staccò un po’ dalla figlia, per guardare il ragazzo sulla porta e Tessa seguì il suo sguardo anche se sapeva già chi c’era. Si aspettava Scott, dato che avevano già pensato di dire che l’aveva trovata e portata lì lui, ma quando vide Isaac pensò solo che Scott avesse mandato l’amico, perchè lui era impegnato con Niki.
- Grazie, grazie infinite per averla riportata qui. Come posso sdebitarmi? -
Isaac guardò Tessa negli occhi per un po’ e quasi si dimenticò di rispondere immediatamente, poi si riprese e spostò lo sguardo sulla madre. - Non mi deve niente, io non ho fatto nulla di speciale. -
La donna annuì e si sporse verso di lui per stringergli la mano. - Grazie di nuovo, allora. -
- Mamma. - quando Tessa la chiamò, lei si voltò di nuovo verso di lei e sorrise appena. Anche se conosceva il destino di sua figlia, non era pronta a lasciarla andare e non sopportava l’idea di non sapere dove si trovasse, soprattutto nelle sue condizioni. Ma ora era di nuovo lì in ospedale, grazie a quel ragazzo e lei la vedeva completamente diversa. Aveva una luce nuova negli occhi che non vedeva da tempo e quella cosa le riempì il cuore di gioia: magari era questione di tempo, ma vederla in forze era la cosa più bella del mondo per lei.
La ragazza indietreggiò un po’ e nascose le braccia dietro la schiena, sorridendo alla madre. - Puoi lasciarmi sola con lui per un attimo? Vorrei parlargli da sola… -
La donna annuì e le diede un bacio sulla fronte, prima di uscire. Tessa fu felice del fatto che le tendine della sua stanza erano chiuse e chiese ad Isaac di chiudere la porta. Si sedette sul bordo del letto, quasi tremando e Isaac le si avvicinò piegandosi sulle gambe per guardarla: aveva avuto paura per un attimo che stesse male o avesse qualche sintomo della sua malattia, ma quando lei portò le mani tremanti sulle sue gambe notò che si stava trasformando involontariamente e lui non aveva la più pallida idea di cosa fare.
- Non funzionerà, tutto questo non funzionerà. Non riuscirò a nasconderlo ai miei e loro… i medici… si faranno domande quando capiranno che sono guarita, e scopriranno tutto e noi… oddio. Dovevo dire di no. Dovevate lasciarmi morire. -
- Non essere stupida adesso, Tessa. Guardami. - Isaac aveva alzato la voce, ma la abbassò subito e le prese le mani. - Non farti prendere dal panico, cerca di calmarti e di non trasformarti. Beacon Hills è una città piccola, ci riusciremo. -
- Come faccio secondo a te a calmarmi? - Tessa si stava innervosendo ancora di più e oltre alle mani, sentiva che anche il suo viso, sotto le lacrime, stava cambiando e l'idea che i suoi potessero rientrare da un momento all'altro. -
- Pensa a qualcosa di bello, distraiti, che ne so! Pensa che sarà successo da qualche parte nel mondo che qualcuno è guarito inspiegabilmente, no? Potremmo far sembrare la cosa graduale, magari. Chiederò a Melissa di modificare le tue analisi in modo tale che sembri che tu stia guarendo lentamente… Sarà meno strano. -
Tessa si concentrò sulla sua voce e su quello che diceva e quasi senza accorgersene, si calmò. Le sue mani avevano smesso di tremare e avevano afferrato quella di Isaac. Abbassò lo sguardo e vide le sue unghia tornare normali lentamente. Sfilò una mano dalla stretta di Isaac, si tastò il viso e  l'unica cosa che trovò furono le lacrime.
Tirò su con il naso e rise mentre lui sospirò sollevato.  - Ha funzionato... -
Lui in risposta le sorrise e Tessa strinse un po' di più la mano di Isaac in segno di ringraziamento.
Quando la madre di Tessa rientrò trovò il ragazzo ancora a terra in ginocchio davanti alla figlia e con una mano nella sua: entrambi ritirarono velocemente le mani e Isaac si alzò immediatamente. - Sono fuori se ti serve qualcosa... - Tessa annuì e si alzò quando lui uscì, rimanendo in piedi e in imbarazzo davanti a sua madre.
- Mmh. -
- "Mmh" cosa? -
- C'è qualcosa che non capisco, sai? Tipo una sensazione strana che non comprendo a pieno. -
- Che vuoi dire? -
- Tessa... amore.. tu conosci la tua situazione. Per me questa vita è uno strazio. Preferirei mille volte morire io stessa piuttosto che perdere te... eppure ora che sei qui è come se un peso enorme che fino a poco fa mi stava uccidendo fosse improvvisamente sparito. Ho come una sensazione che da ora andrà tutto bene. E quel ragazzo... sono entrata qui dentro ed ho visto il suo sguardo. Sembra che ci tenga a te, anche se ti ha trovato solo un paio di ore fa. Ed è un'altra sensazione strana, perchè l'ho guardato per pochi secondi ed è come se sapessi che lui è un pezzo importante. Chi è lui, a proposito? -
Strane perchè nella sua mente tutto quello non era possibile. - È solo il ragazzo che mi ha portato qui, mamma. E credo che ogni persona normale si mostri preoccupato in un caso del genere, no? - “E credo sia un rompiscatole, ma credo possa essere un buon amico.” avrebbe voluto aggiungere, ma non lo fece perchè in teoria, per come stavano raccontando le cose a sua madre, per lei non era altro che il ragazzo che l’aveva accompagnata lì e trovato qualcosa da mettersi addosso. - Ho un paio di cose da chiederti… -
- Dimmi pure, tesoro… -
- Ricordi quando i medici mi hanno offerto la possibilità di tornare a casa e venire qui solo per i controlli, dato che non sto affrontando nessun tipo di cura al momento ed io ho detto di voler rimanere qui? Ho cambiato idea. Credi sia ancora possibile tornare a casa e venire qui per i controlli? -
- Si. Si, credo si possa fare. Sono così felice che tu voglia tornare a casa… So che è difficile per te, ma io ti voglio lì più di ogni altra cosa. Vado a parlare subito con il dottore, sono sicura che non avrà nulla da ridire. -
Tessa sorrise e annuì soddisfatta. - C’è un’altra cosa che devo chiederti… Voglio che lasciate perdere tutta questa storia, per favore. Probabilmente mi sono allontanata da sola dall’ospedale e ho fatto confusione e non so dove sono finita, ma ora sono qui… lasciate fuori lo sceriffo e dimenticate tutto, vi prego. -
- Vuoi che ritiriamo la denuncia che abbiamo fatto quando sei scomparsa dall’ospedale… Perchè? -
- Perchè non ha senso. Sto bene, non mi è successo nulla. Mi sento quasi meglio di prima e l’unica da incolpare per la mia assenza per qualche ora dall’ospedale sono io. -
- Se è questo che vuoi, lo faremo. Ritireremo la denuncia e dimenticheremo tutto… -
L’abbracciò e passò ancora un po’ di tempo con lei, ma dopo poco si alzò per andare a parlare con il dottore e suo padre che nel frattempo era entrato di nuovo nella stanza per passare un po’ di tempo con sua figlia, andò invece a parlare con lo sceriffo.
Quando nessuno fu più nella sua stanza, Isaac rientrò nella stanza per assicurarsi che andasse tutto bene.  - Va tutto bene? -
- Tutto bene. Ho chiesto a mia madre di ritirare la denuncia che hanno sporto quando qualcuno qui mi ha rapita. In questo modo potranno mettere da parte almeno questo. Oh, e probabilmente tornerò a casa anch’io presto, dato che in realtà non stavo seguendo nessuna cura. -
- Quindi ti basta parlare qualche minuto con tua madre e con i tuoi occhi da cucciola risolvi tutto così? -
- I mille vantaggi dell’essere destinata a morire. Non mi piace far leva su questo, ma dato che ora sto a meraviglia, non posso far altro. Come va di là? -
- Ho parlato a Scott di quello che ti ho detto prima. Pensa possa funzionare, ora ne sta parlando con Melissa… Di là va tutto bene, non preoccuparti, Scott si occupa di seguire Niki per ora.  -
- E tu invece hai il compito di seguire me… - Tessa abbassò lo sguardo e nascose un sorriso, poi guardò di nuovo il ragazzo. - Dimmi, ti paga almeno per farmi da baby sitter? -
- Chi ti dice che io voglia qualcosa in cambio? Sei parte anche del mio branco, ora.-
Isaac la incuriosiva sempre di più: più lui le parlava e più le veniva voglia di sapere qualcosa in più su di lui.  - Credo di doverti ringraziare ancora una volta... Non avrei saputo gestire la crisi di prima da sola. -
- è per questo che sono sempre nei dintorni, Tessa. -  
Voleva rispondergli ancora, ma Tessa si limitò a guardarlo e a rimanere in silenzio per un po’, pensando a quello che stava per accadere.
- Quindi ora cosa succede? - disse dopo un po’. - Voglio dire, tralasciando tutto questa cosa del “guarire miracolosamente”. -
- Per il momento è quello il nostro problema principale… Scott te l’ha già detto, ha morso te e Nicole perchè sa di aver bisogno di aiuto quando qualcos’altro arriverà a Beacon Hills, ma per ora sembra tutto tranquillo. -
- Quindi cosa fate voi persone normali nel mondo là fuori mentre aspettate nuove... "avventure"? -
- Facciamo gli adolescenti normali! - Isaac la osservò per un attimo, si mise a braccia conserte e ridacchiò. - Tu sei più preoccupata di tornare a vivere normalmente più che del fatto di essere un licantropo, non è vero? -
La ragazza lo guardò aggrottando la fronte e si avvicinò a lui per dargli un colpo sulla spalla. - Sono felice che questa cosa ti diverta tanto. - Fece una pausa e gli diede un altro colpo sulla spalla - Ma le uniche persone che vedo regolarmente da due anni a questa parte sono medici o professori e gli unici posti che frequento sono quest'ospedale e casa mia. Non ricordo nemmeno com’è il mondo normale. - Cercò di dargli un altro colpo ma lui bloccò il suo braccio afferrandola per il polso a mezz'aria e la ragazza si ritrovò a pochi centimetri da lui. Tessa lo odiò per un momento e strattonò il braccio per liberarsi dalla sua presa.
- Scusami. Ma la mia risata non era per il fatto che sei preoccupata per questo…  È comprensibile... -
- Per cos’era allora? -
Isaac lasciò il polso della ragazza e sorrise di nuovo, alzando le spalle. - Sei quasi carina quando ti preoccupi. - cercò nella sua tasca qualcosa e tirò subito fuori il suo telefono. Lesse un messaggio, emise un verso preoccupato e si recò verso il vetro della stanza che dava sul corridoio per guardare attraverso la tenda.
- Che c'è? Che succede? -
- L'ultima creatura psicopatica che abbiamo affrontato era una nostra insegnante e noi non ce ne siamo accorti. Ce l'avevamo sotto gli occhi e non capivamo. Nemmeno il mio vecchio alfa che aveva una relazione con lei aveva capito... -
- Tutto questo è interessantissimo, ma a cosa serve ora? -
- Abbiamo percepito i gemelli perchè sono licantropi, ma non lei. Scott crede di aver avvertito qualcosa qui dentro... -
- Qualcosa come...? -
- Non ne ha idea, ha detto solo  che "sente" qualcosa di... magico. -
Tessa non rispose ed istintivamente si avvicinò a lui quando qualcuno bussò alla porta della sua stanza ed entrò senza attendere la sua risposta. Un ragazzo di pochi anni più grande di loro, li guardò sorridendo e mettendosi a braccia conserte davanti a loro. Anche lui aveva un volto familiare per Tessa, ma non sapeva esattamente dove l'aveva già visto.
- Tessa ed Isaac, proprio i due ragazzi che cercavo. Una parte, almeno... Posso sempre chiamarvi ragazzi, giusto? O devo chiamarvi licantropi, lupi, figli della luna... cosa preferite? -
Non aveva un tono arrogante e non sembrava avere cattive intenzioni, ma il fatto che quel ragazzo sapesse di loro preoccupava entrambi, soprattutto dopo il messaggio di Scott. - Potresti non chiamarci affatto, che ne dici? Chi sei? - Isaac si era spostato leggermente davanti alla ragazza per coprirla e la sentì subito sfiorare la sua schiena e il suo braccio, in attesa di una risposta dello sconosciuto.
- Jared. - il ragazzo fissò prima Isaac e poi Tessa, che lo guardò con la fronte aggrottata rimanendo dietro Isaac.
- Ora si che è tutto più chiaro. -
- Tranquilla Tessa, sono dalla vostra parte. E vi dirò chi sono tra qualche secondo, quando i vostri amici si precipiteranno qui da voi. Non ho voglia di ripetere tutto due volte, sarebbe noioso! - quando Jared finì di parlare alzò un pugno chiuso e contò fino a cinque silenziosamente. Al termime della sua conta, Scott aprì la porta e si precipitò dentro con Nicole.
- Scott, Nicole... vi stavamo giusto aspettando. -
Scott guardò il nuovo arrivato e fece qualche passo avanti, verso di lui. - Perchè ci stai cercando? -
- Stavo dicendo al tuo branco, che io sono Jared. E non sono una minaccia, non siate così diffidenti! -
- Cosa saresti allora? - Nicole si avvicinò a Scott e fu lei a rispondere al ragazzo.
- Umh… Per farla breve, sono … il ragazzo delle pulizie. Tu e i tuoi amici avete trascinato qui me e la mia famiglia, con il vostro… chiamiamolo sacrificio, qualche settimana fa. - Il ragazzo ci pensò un po’ su e si avvicinò a Tessa, che rimase immobile e lo fissò quasi con aria di sfida..
- Trascinato qui per cosa, per pulirmi la stanza? Grazie, ma credo che mi serva una normalissima agenzia di pulizie per questo, non una creatura… strana. -
Jared sorrise a Tessa, a pochi centimetri da lei e si avvicinò per spostare i capelli della ragazza e guardarla meglio. - Io non sono una creatura strana, dolcezza. -
- Ma sei qualcosa, giusto? Altrimenti non saresti qui. - Mentre Scott gli chiedeva cosa fosse attirando la sua attenzione, Isaac si tirò indietro, trascinando con sè Tessa che non si oppose ai movimenti di Isaac.
- Te l’ho già detto. Sono il ragazzo delle pulizie. Ci chiamano “i pulitori”, usiamo la magia per modificare la storia agli occhi degli umani. Cancelliamo ogni traccia del sovrannaturale dalle loro menti quando questo viene esposto. -
- E hai detto che sei qui per aiutarci, perchè dovresti farlo? - Isaac lo giardava ancora con sospetto.
- Perchè so riconoscere chi merita di essere aiutato e chi no. E perchè qualcuno che conosco da molto tempo e di cui mi fido, crede in te,  Scott ed io sono sempre disposto ad aiutare il nostro Deaton. Mi ha chiesto di risolvere i vostri problemi ed eccomi qua. -
Nicole guardò prima i suoi compagni di branco e poi guardò Jared accennando un sorriso. - Quindi sei qui per nascondere le nostre guarigioni miracolose? -
- Posso far sparire dalla tua vita il tuo incidente e il coma. Voi, e chiunque sia a conoscenza del sovrannaturale, ricorderete tutto, per gli altri invece non sarà mai successo. Ricorderanno di averti vista uscire e poi tornare a casa normalmente qualche ora dopo. -
- E per me cosa farai? Modificherai anni e anni della mia vita? -
- Posso farlo, se vuoi. -
Tessa rivolse uno sguardo a Scott, che la rassicurò con un piccolo sorriso. Poi guardò Nicole ed Isaac, soffermandosi qualche secondo in più sugli occhi del ragazzo.
"Il suo sguardo. Sembra che tenga a te anche se ti ha trovato solo un paio d'ore fa."
- No. Non voglio che dimentichino tutto. Voglio che pensino che l'ultima cura ha funzionato e che ora sto bene. Puoi farlo? -
- Posso fare qualsiasi cosa dolcezza, sono qui per questo dopo tutto. Evitare che il mondo scopra di noi, di voi e di tutte le creature... strane e bla bla bla! - Jared tirò fuori dalla tasca interna della sua giacca un  piccolo pugnale e due fialette con i loro nomi scritti su delle targhette.
- Ho solo bisogno di qualcosa di vostro prima di procedere. - Si avvicinò a Nicole e le fece cenno di alzare una mano. Quando lei la poggiò sulla sua lui incise un simbolo con la punta del pugnale sul palmo della sua mano. Jared girò la mano della ragazza e fece cadere alcune gocce di sangue nella fialetta con il suo nome e quando la voltò la ferita incisa da Jared stava già guarendo.  Fece lo stesso con Tessa e quando stava per rimettere le due fialette nella sua giacca, Scott lo afferrò per un braccio e gliele rubò di mano. - Non ti dispiace se faccio una telefonata a Deaton per confermare prima di ridartele, vero? -
- Fai pure. - Giocò per un attimo con il pugnale e poi lo porse a Scott dalla parte del manico, per dimostrargli che le sue intenzioni erano buone. L’alfa era ancora un po’ diffidente nei suoi confronti, ma afferrò il pugnale ed uscì dalla stanza per telefonare a Deaton. Poco dopo tornò e riconsegnò tutto a Jared: di Deaton si fidava ciecamente e lui aveva confermato che i Pulitori erano una razza
magica neutra che agiva di solito per il bene e che ci si poteva fidare della famiglia del ragazzo.  - Deaton dice che possiamo fidarci ed io mi fido. Fai quello che devi e grazie per l'aiuto! - Jared sorrise soddisfatto e strizzò l'occhio in direzione delle due ragazze.
- I vostri problemi saranno risolti in men che non si dica! Ci vediamo fuori da questo posto! - disse prima di uscire dalla stanza, lasciando Tessa, Isaac, Scott e Nicole soli a discutere di quello che era appena successo.
   
 
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