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Autore: overboard98    28/11/2013    4 recensioni
Essere adolescenti non è assolutamente faacile come sembra.
Voglio dire, ci sono problemi ovunque: scuola, amici, famiglia. E quando anche l'amore si mette in mezzo, beh, è la fine.
Ed è proprio quello che è successo a me.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente non andai a scuola, riuscii a covincere mio padre che stavo male.
Di soloto non funzionava, ma quella volta sì: forse dovevo proprio avere un'aspetto terribile, anche perchè avevo pianto tutta la notte.
Al pomeriggio mio padre mi costrinse a fare da babysitter alla figlia dei vicini.
Già, che palle.
Scoprii però che questi "vicini" abitavano dall'altra parte del quartiere, percui mi ci volle un po' ad arrivare.
Trovata la casa, suonai il campanello con la scritta: "HORAN".
Mi aprii una signora sulla cinquantina, bionda con il viso un po' stanco.
"Oh, tu devi essere Caithleen" mi disse.
"Si, sono io"
"Vieni, ti stavamo giusto aspettando"
Mi feci strada verso l'ingresso, ammirando la grande quantità di fotografie che erano appese alle pareti.
"Ecco, qui c'è il salotto" mi spiegò la signora Horn, facendomi strada. "Di sopra ci sono tutte le camere e i bagni, non puoi perderti"
"Okay"
"E questa è la cucin... Lizzie!" esclamò la signora, alla vista di una bambina in piedi su una sedia, che cercava di afferrare un barattolo di nutella dallo scaffale più alto.
"Che diamine stai facendo?" le urlò contro, ignorando la mia presenza.
"Io..." cercò di dire la bambina, che era diventata tutta rossa. "Io volevo solo..."
"Ti avevo detto basta nutella per oggi. E adesso scendi e vieni a salutare Caithleen, la tua nuova babysitter"
La bambina scese dalla sedia e mi venne incontro: "Ciao" disse con una vocina squillante. "IO mi chiamo Lizzie"
Era proprio una bambina adorabile, pensai.
Capelli biondi e occhi azzurri, come la madre.
Mi ricordava qualcuno che avevo già visto. Prima che potessi pensarci più a fondo però, la madre di Lizzie prese il cappotto e si avviò verso l'uscita.
"Adesso devo proprio andare. Hai già il mio numero, chiamami se ne hai bisogno."
"Grazie, lo farò"

"Allora Lizzie" dissi, quando la madre se ne fu andata.
"Cosa ti andrebbe di fare?"
"Merenda!" rispose subito lei.
Scoppiai a ridere. Ma quella bambina pensava solo a mangiare?
"Ok. oltre a quello... Hai dei giochi per caso?"
Fece di sì con la testa. Mi prese per mano e mi condusse su per le scale, verso la sua cameretta.
Era davvero piena di giochi.

Decidemmo di iniziare, con le bambole, poi con i lego e infine con i pupazzi.
Quella bambina era proprio inarrestabile, pensai.
Ma poi Lizzie si stufò e cominciò a lamentarsi:"Voglio colorare!"
Uff, non credevo che fare la babysitter sarebbe stato così difficile.
Presi i colori a tempera dall'armadio e le feci indossare un grembiulino per non sporcarsi i vestiti.
"Ok Lizzie, cosa vuoi disegnare?"
La bambina non rispose, ma fece un sorriso furbetto.
Intinse il pennello nel colore e senza neanche avere l tempo di capire quello che stava succedendo, mi ritrovai con una guancia sporca di tempera.
"Lizzie!" gridai. "Non si fanno queste cose!"
Ma lei cominciò a ridere e continuò a sporcarmi con il colore.
Sul collo, sulle braccia, perfino sulla maglietta.
"Ehi, smettila!" dissi, ma poi cominciai a ridere anche io.
In fondo, era solo una bambina. Una piccola peste.
"Ok, Lizzie, adesso basta" dissi, dopo che mi aveva sporcata per bene. "Vado a darmi una ripulita, tu intanto metti tutto a posto"
Mi avviai verso il bagno, che era nell'ultima porta a destra.
Andaii verso il rubinetto e aprii l'acqua, cercando di togliere la tempera almeno dalle mani.
Sentii dei passi che si avvicinavano verso di me.
"Hai già messo via bene Lizzie?"
"NOn sono Lizzie" disse una voce maschile.
Alzai gli occhi verso lo specchio.

M E R D A
No, no, no, no.
Non poteva essere vero. Era un incubo forse?
Davanti a me c'era il ragazzio biondo che avevo incontrato a scuola, lo stesso che mi aveva rinchiuso e poi liberato dallo sgabuzzino.
Si, era DECISAMENTE un incubo.
"Guarda un po' chi si rivede" mi disse sorridendo.
Dire che ero imbarazzata sarebbe stato un eufemismo.
La prima volta mi aveva trovata in uno sgabuzzino, con gli occhi tutti rigati dalle lacrime.
Ora avevo la faccia tutta macchiata di segni rossi, tipo un indiano.
Dio, penserà che sia una sfigata.

"Già, faccio da babysitter a tua sorella" risposi, cercando di nascondere il mio imbarazzo.
"LO vedo cosa stavate facendo? Lotta con i colori?"
"Qualcosa del genere"
"Oh"
SILENZIO IMBARAZZANTE.
Ormai la mia faccia doveva aver preso lo stesso colore della temper.
"Vieni qui, ti aiuto a pulirti" disse lui ad un certo punto.
"NO davvero, non serve" risposi subito
"Si invece. Devo farmi perdonare per ieri"
Così dicendo mi prese per i fianchi e mi avvicinò a sè.
Trattenni il respiro quando prese il bordo della sua maglietta e iniziò a pulire delicatamente le macchie sul mio volto.
Mi morsi un labbro imbarazzzata: la maglietta lasciava intravedere la V dei suoi fianchi.
I nostri visi erano così vicini che riuscivo quasi a sentire il suo respire.
"Ecco fatto" disse lui.
"Grazie" sussurrai
"Figurati, adesso siamo pari." mi rispose, allontanandosi verso l'uscita del bagno.
"Comunque io mi chiamo Niall" aggiunse, girandosi verso di me.
E poi sparì.

Ripresi a respirare.
Niall. Mi piaceva come nome.

  
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