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Autore: ELE106    29/11/2013    10 recensioni
[POST THOR THE DARK WORLD – SPOILER] Dunque, è cosina piccola e senza pretese. Poche parole, un tentativo mio (penoso) di entrare nella mente del mostro, nella qualle ovviamente mi sono ingarbugliata e persa... è un casino lì dentro, fidatevi. In breve, immagino Loki comodamente seduto sul trono di Odino, solo, abbandonate momentaneamente le sembianze del vecchio, mentre rimugina sulle vicende che lo hanno portato alla vittoria (??). Buona lettura! ;) [Thorki... ma anche no... ma un po’ si]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi descritti non mi appartengono, questa è una storia di fantasia, l’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.

 


L'eco di un mostro






Le mie catene non sono oggetti di metallo, non lo saranno mai.

Le guardavo, le ascoltavo tintinnare quando le avevo ai polsi, pensavo.

Se fossi tu, irritante e goffa bestia dorata (nato principe per chissà quale errore delle Norne), a legarmi a questo posto, Asgard, e desiderarla ancora per me a tutti costi, nonostante ormai la senta mia quanto il biondo dei vostri capelli o il calore dei vostri corpi?

Avrei potuto fuggire, avrei potuto farlo mille volte.
Nessuno... nessuno ha mai capito cosa sono. Nessuno sa cosa potrei fare, se soltanto lasciassi esplodere con violenza il potere che mi scorre dentro.

Ogni singolo passo, ogni singolo metro che ho macinato per raggiungere i piedi del grande trono di Odino, ogni singolo istante che sono rimasto fermo ad ascoltare i suoi patetici monologhi, avrei potuto sparire ancor prima che l’orbo iniziasse ad articolare parole sempre nuove per ripudiarmi come figlio.

Come se potessi ancora considerarmi tale...

Se fossi tu, Thor, a tenermi qui? Tu, che non mi guardi più negli occhi, non mi guardi affatto, che nemmeno ci sei e che mai una sola volta sei venuto da me, in prigione, anche solo per schernirmi, per vantarti di avermi vinto, catturato e punito.

Se fosse stato questo a tenermi i polsi legati e lo sguardo basso così a lungo?

Quando poi sei arrivato e l’ho alzato in tua presenza, ti ho guardato con rabbia e con odio. Tu... con negli occhi le ferite aperte di un cuore che sanguina per colpa mia.
Ti ho ferito ancora e ancora e ho goduto nel vederti soffrire. Era mia quell’emozione, mio quel potere, eri mio... tu.

E se le mie catene fossero fatte di te? E del desiderio di vincerti in qualche bieca, subdola e meschina maniera?

Più volte ho considerato l’ipotesi di dirtelo. Dirti che quando mi sono risvegliato, vivo, dopo essere precipitato dal Bifrost, ho desiderato la morte, oppure rivedere te. Dirti anche che, se mi sono rialzato, alla fine, è stato solo perché tu urlavi più forte del richiamo dei morti.
Che espressione avresti dopo una confessione del genere? Oh, c’è una parte di me che vorrebbe osservare, vedere, che vorrebbe sentire come senti tu.

E se le mie catene fossero fatte di bisogni che non posso soddisfare?

Come di sapere, essere certo che, quando mi guardi, quando mi hai guardato in passato o quando mi guarderai in futuro, tu mi veda realmente.

Da nemico lo sai fare.

Se urlo più forte per incolparti della morte di Madre (di tua madre), tu mi guardi e soffri. Ma vedi davvero? Vedi dentro di me?
Se muoio tra le tue braccia e, spirando, esalando un ultimo alito di vita da questo corpo che rifiuti e non capisci, dico quello che vuoi sentire, tu mi guardi e soffri, urli e piangi. Ma capisci?

Se io ti amassi, Thor, tu lo vedresti?

Forse è una bugia, forse persino quello che c’è tra noi è finto, forse è solo l’eco di un amore che desideri tu. Io stesso potrei non essere che l’eco distorto di un tuo ricordo.

E se le catene fossero fatte di menzogne... le mie?

Io potrei spezzarle, basterebbe smettere di desiderare, di desiderarti. Diverrei quelle menzogne, sarei fratello, sarei figlio, sarei come mi avete sempre voluto tutti.

Invece le catene restano, fatte di te, del mio bisogno e delle mie illusioni.
Ma sono uno stregone e posso manipolarle, trasformarle e renderle vere o finte a mia discrezione.

Alla fine sai cosa credo, fratello? Che tutto ciò che so fare sia materializzare quell’eco. Che da esso si generi un mostro... e che il mostro mi piaccia.




Fine.







Nda inutili: questa roba non sa senso... bo! Va beh è uscita da qualche parte, bisognava che la lasciassi andare. X'D Grazie per aver letto, baci.
   
 
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