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Autore: virgi_nihal    29/11/2013    3 recensioni
«Sei diversa dalle altre, Lily.» dice diventando improvvisamente serio «Per esempio, non so assolutamente niente di te!»
«Perché dovrei dirti qualcosa di me?» chiedo, riuscendo a sfidare il suo sguardo per un po’.
«E’ esattamente questo di cui parlavo.» continua, scompigliandosi i capelli.
«Conosco praticamente tutte le ragazze del nostro anno. Tu, invece, sei sempre sulle tue.»
Scuoto la testa e sorrido pensando alle “amiche” di James.
Non dubito del fatto che sappia molte cose di loro: è stato praticamente con tutte. [...]
-
Quando alzo gli occhi i suoi sono a due centimetri dai miei e io sobbalzo.
Avevo sempre avuto ragione dopotutto sugli occhi di James che tutti reputavano banalissimi occhi marroni. Li osservo attentamente e noto un cerchio verde scuro intorno alla pupilla e numerose pagliuzze dorate. Sono straordinari.
Mi accorgo di aver messo una mano sulla sua guancia solo quando sussulta lievemente.
La ritiro immediatamente maledicendomi per l'ennesima volta, ma le mie considerazioni vengono interrotte bruscamente quando la distanza tra i nostri visi si annulla del tutto e io mi ritrovo con la schiena al muro a baciare James Potter. [...]
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 3

PURAMENTE MALANDRINO

 

Sento improvvisamente un fastidioso ronzio vicino al mio orecchio.

Mi giro dall’altra parte, ma dopo qualche istante ritorna. Cerco di scacciarlo con la mano, qualunque cosa sia, ma sembra non avere niente di meglio da fare che ronzarmi intorno alla faccia. Apro gli occhi infastidita e scorgo la mosca che mi ha svegliato allontanarsi lentamente.

«Adesso te ne vai, eh!» sbuffo.

Sospiro e guardo l’orologio: sono le undici di mattina! Mi giro di scatto verso il letto accanto, ma è tutto ordinato e non c’è nessuno dentro. Non capisco: perché Marlene non mi ha svegliata? Scendo dal letto e mi accorgo di avere uno strano mal di testa: mi chiedo come possa essermi venuto. Cerco di ricordarmi cosa ho fatto ieri sera, ma mi rendo conto che l’ultimo ricordo che ho è la lezione di pozioni. E poi cosa è successo? Mi dirigo scombussolata in bagno e guardo la mia immagine riflessa nello specchio.

Ho un’aria davvero stanca, ombre scure sotto gli occhi verdi, come se non avessi dormito tutta la notte. Eppure mi sono svegliata nel mio letto, anche se non ho idea di come ci sono finita.

Prendo la spazzola e lo spazzolino e cerco di rendermi presentabile, con l’intenzione di scendere per pranzo a chiedere spiegazioni. Quando esco dal bagno, mi accorgo di una lettera sul davanzale della finestra aperta: a quanto pare il gufo mi ha fatto visita!

La prendo incuriosita e noto che è scritta su un normale foglio di pergamena.

La apro e comincio a leggere:

 

Ciao Lily,

come stai stamattina?

Dopo essere praticamente svenuta nell’ora di pozione ieri, spero che ti sia ripresa bene!

Mi sei cascata tra le braccia, sai? No, non è vero, ma mi sarebbe piaciuto… Come vedi ti abbiamo lasciata dormire, quindi mentre tu te la spassi, io sono a lezione.

Aspetta, forse, conoscendoti, stai studiando lo stesso per non rimanere indietro, vero?

So che probabilmente non lo farai, ma mi piacerebbe se mi rispondessi: almeno, tramite lettere, non puoi urlarmi in faccia come fai sempre!

Magari, così, riusciremmo a fare una conversazione quasi normale...

Salvami dalla noia,

James.

 

Allora è questo che è successo: sono svenuta! E ho dormito per un giorno intero?

Incredula, rileggo la lettera con uno strano sorriso stampato in faccia, che non riesco a togliere. Mi chiedo se James smetterà mai di provarci con me, ma invece di esserne infastidita mi sento stranamente felice. Sospiro e penso che è meglio non rispondergli, ma concludo che non ho niente di meglio da fare. Così prendo una piuma e, dopo qualche esitazione, rispondo:

 

Ciao Potter,

come speravi sto meglio e sono felice di non essere cascata tra le tue braccia ieri.

Comunque non ricordo niente: possibile che abbia dormito un giorno intero?

Ah, e per tua informazione non sto studiando, riesco a fare anche altro nella vita, che tu ci creda o no.

Salvato dalla noia,

Evans”.

 

Prima di spedirgliela, penso a cosa accadrebbe se il professore della lezione di James ci scoprisse: sicuramente non sarebbe una cosa conveniente per un prefetto come me…

Faccio per accartocciarla e buttarla nel cestino, ma poi ripenso alle parole della sua lettera.

 

Aspetta, forse, conoscendoti, stai studiando lo stesso per non rimanere indietro, vero?

 

Mi rendo conto di essere famosa per fare sempre la cosa giusta, anche se noiosa, e questo non mi piace.

Non ho mai rischiato, mai fatto qualcosa di sbagliato: sono sempre stata perfetta.

Prima di potermi pentire, chiamo il gufo e spedisco la lettera.

Stupido, stupido James penso con un sorriso.

Mi ritrovo a guardare la finestra dalla quale il gufo se ne è andato con una strana gioia mai provata prima. Si prova questo a rischiare?

Mi lascio cadere sul letto e poco dopo scoppio a ridere.

«Ma che ti prende, Lily?» mi rimprovero.

Fantastico sto anche cominciando a parlare da sola.

 

--------

 

A mezzogiorno decido di scendere per il pranzo, anche per capire cosa mi sia successo ieri. Appena arrivo, scorgo Severus.

Sperando che possa chiarirmi le idee, gli corro incontro sorridente.

Quando mi vede, il suo sguardo si rabbuia un po’, ma mi dico che è soltanto una mia impressione. Così lo abbraccio e inizialmente lo sento distaccato, ma poi mi stringe un po’ a sé. Mi allontano e il suo sguardo è stupito, felice e turbato insieme.

«Ciao Sev! Ma cosa mi è successo ieri? Io non ricordo niente… » Lo vedo titubante, come se voglia parlare ma qualcosa lo stia bloccando.

Tutto il mio entusiasmo nel vederlo si spegne in quel momento.

«Sei solo svenuta in aula pozioni e …» scrolla le spalle, come se le parole gli fossero morte in bocca.

Sento che mi sta nascondendo qualcosa e lo guardo negli occhi, cercando di capire il suo atteggiamento, ma lui abbassa semplicemente lo sguardo. «E ho dormito per un giorno intero?» chiedo confusa, immaginando già la risposta. Lui, infatti, si limita ad annuire e quando apro la bocca per ribattere mi precede con uno sbrigativo: «Scusa Lily, devo prendere posto a tavola.» È la scusa più banale che abbia tirato fuori da quando ci conosciamo. Lo sento terribilmente distante e non riesce neanche a guardarmi negli occhi: sembra che ce l’abbia con me, lo conosco troppo bene.

Lo guardo senza capire e pochi secondi dopo semplicemente sparisce.

Sospiro, sconvolta da quella fantastica conversazione, e mi dirigo al tavolo dei Grifondoro. Scorgo da lontano Marlene, Alice e mi avvicino a loro.

«Ciao ragazze!» urlo nella loro direzione.

Appena mi vedono, fanno entrambe una smorfia.

Ma, subito dopo, Alice si ricompone e assume il suo solito sorriso cordiale e Marlene la imita, anche se con più fatica.

Rimango delusa dalla loro reazione: insomma, non è la classica espressione da “Ciao, che bello vederti!”, ma più da “E questa che ci fa qui?”.

Per un attimo la sensazione che anche loro possano avercela con me invade subito la mia mente. Poi cerco di controllarmi e e di non pensarci, convincendomi che sto esagerando. Finalmente Alice ci salva tutte da quella situazione imbarazzante:

«Ciao Lily! Ti senti meglio oggi? » Mi sforzo di sorridere e rispondo: «Si, ma ancora non mi spiego come possa essere svenuta per così tanto tempo.»

Le due si lanciano un rapido sguardo complice, poi Marlene si alza.

«Vado un attimo in bagno!» esclama con un sorriso tirato.

La guardo stupita allontanarsi e poi torno a guardare Alice come per chiederle spiegazioni. «Sei svenuta e hai sbattuto un po’ la testa: è normale.» risponde, come se niente fosse, alla mia domanda.

Annuisco e le altre cose che volevo dire mi muoiono in bocca. Mi limito a mangiare silenziosamente, accorgendomi che Marlene non ha alcuna intenzione di tornare a sedersi accanto a me.

Non capisco cosa possa aver fatto di così sbagliato e continuo il pranzo ripercorrendo le mie azioni di ieri prima di essere svenuta.

Il pranzo si svolge nel più totale imbarazzo e alcuni tentativi da parte mia di instaurare una conversazione falliscono miseramente davanti allo sguardo di Alice.

Appena finito di mangiare vedo la figura di Marlene avvicinarsi e sento la sua voce domandare ad Alice qualcosa.

Dopodiché entrambe si girano verso di me e vedo confusamente le labbra di Alice muoversi, ma io non sento niente.

 

La sensazione di una mano sul braccio e di Marlene che mi trascina per un corridoio e infine la sala bianca dell'infermeria. Il mio urlare un nome continuamente.

 

Vedo Marlene formulare il mio nome sventolandomi una mano davanti agli occhi e solo allora mi riscuoto. Cosa mi sta succedendo?

Mi alzo di scatto guardandola negli occhi e allora lo vedo, un lampo di freddezza, come di rabbia repressa.

È solo un attimo ma mi basta.

E' successo qualcosa di cui sono all'oscuro.

Alzo gli occhi per cercare conforto nelle iridi azzurre di Alice, ma anche quelle sono come lastre di ghiaccio, taglienti e affilate. Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?

Sento le lacrime riempire i miei, di occhi.

Non piangere penso mentre punto lo sguardo su una candela appesa al soffitto.

La luce forte ricaccia indietro le lacrime.

Non piangere mi ripeto come una cantilena.

La scuola è cominciata da pochissimo e già sono riuscita a farmi odiare da tutti i miei amici.

Sento lo sconforto prendere il sopravvento.

Mentre sento il mio autocontrollo cedere, mi alzo di scatto e mi avvio verso il dormitorio femminile.

 

----------

 

Entro in camera, mi chiudo la porta alle spalle e la sigillo con un “Colloportus”.

Solo allora mi permetto di sfogare tutta la mia rabbia e frustrazione cominciando a singhiozzare come una bambina e prendendo a pugni il cuscino.

Lo sforzo fisico mi distrae per un po', ma quando ormai il cuscino è ridotto ad una palla informe noto la sveglia di Marlene sul comodino.

Sento un moto di rabbia particolarmente forte verso quell'odiosissima sveglia.

La afferro decisa e dopo aver aperto la finestra la lancio con tutta la forza che ho dal quarto piano del castello. Sorrido soddisfatta, ma dopo pochi minuti arriva il senso di colpa.

Urlo frustrata. Odio le mie emozioni; mi fanno sentire vulnerabile e debole.

E' quello che sei Lily: vulnerabile e debole. Tutto ti ferisce.

«Non sono debole!» urlo, e poi più piano «e non sono vulnerabile».

Il mio patetico tentativo di auto convincimento si scontra con un altro singhiozzo.

«Basta» mi dico e questa volta smetto di piangere.

Prendo la bacchetta e ritrovo la sveglia ormai fatta a pezzi di Marlene con un incantesimo di appello e poi la riparo. Non servirà a niente rompere le sue cose .

Mi alzo dal pavimento e mi avvicino allo specchio valutando per l'ennesima volta le mie condizioni: capelli arruffati, occhi gonfi e rossi, ciglia bagnate e guance scarlatte.

Prendo con un sospiro il fondotinta dalla borsa e comincio a darmi una sistemata.

Un ultimo sguardo e, dopo essermi lisciata il maglioncino e la gonna mi avvio alla lezione di Incantesimi.

 

---------

 

Più che avviare, comincio a correre come un'ossessa visto che sono in un ritardo mostruoso.

Scendogiù per una rampa di scale, poi giro a destra verso il corridoio arrivando così ad un'altra scalinata; sto cercando di ricordarmi quale è il gradino che scompare quando sento qualcosa venirmi addosso. O meglio qualcuno.

«Evans..» mormora confuso James prendendomi al volo prima che cada per un paio di rampe.

Alzo gli occhi incontrando i suoi e arrossisco improvvisamente sotto lo strato di fondotinta «Potter» dico imbarazzata. Non è che ora comincerà ad odiarmi anche lui vero?

Nota subito che c'è qualcosa che non va «Ehy, tutto bene?» chiede... apprensivo!? Non ho mai visto James Potter apprensivo. «Si si..» borbotto piano cercando di non guardarlo negli occhi. Il tentativo fallisce miseramente.

«Ma tu hai pianto!» urla puntandomi un dito contro.

Mi giro offesa «E se anche fosse?» chiedo forse un tantino acida. «Cosa te ne importa?». Vedo i suoi occhi accendersi di una strana scintilla «Tu sei mia» dice attirandomi a sé.

Sto fin troppo bene tra le sue braccia, ma per non dare l'impressione sbagliata comincio a divincolarmi con poca convinzione.

Quando alzo gli occhi i suoi sono a due centimetri dai miei e io sobbalzo.

Avevo sempre avuto ragione dopotutto sugli occhi di James che tutti reputavano banalissimi occhi marroni. Li osservo attentamente e noto un cerchio verde scuro intorno alla pupilla e numerose pagliuzze dorate. Sono straordinari.

Mi accorgo di aver messo una mano sulla sua guancia solo quando sussulta lievemente.

La ritiro immediatamente maledicendomi per l'ennesima volta, ma le mie considerazioni vengono interrotte bruscamente quando la distanza tra i nostri visi si annulla del tutto e io mi ritrovo con la schiena al muro a baciare James.

E' tutto così familiare: le sue mani sulla schiena, il suo respiro affannato..

 

La luce della luna si riflette sul suo volto e sul suo sorriso triste quando si china a baciarmi «James..» sussurro piano e cerco di stringerlo a me ma non ci riesco. Coperte mi immobilizzano tutto il corpo.

 

Mi irrigidisco staccandomi da lui « E' successo di nuovo..» mormoro pianissimo.

«Cosa?» chiede confuso.

Scuoto la testa lentamente e punto di nuovo i miei occhi nei suoi.

Cavolo quanto è facile perdere la concentrazione solo guardandolo.

Potrei veramente uscire con lui se non fossi turbata dal pensiero che probabilmente sono solo una delle tante, un altro stupido nome da aggiungere alla sua stupida lista.

Stupido Potter.

Come intuendo i miei pensieri mi prende la mano e mi fa un cenno di seguirlo

«Cosa..» la mia frase viene interrotta nuovamente dalle sue labbra «Vieni con me, fidati Evans» dice sicuro.

Osservo l'orologio, l'ora è saltata ormai.

Guardo il suo viso e gli stringo appena la mano.

«Se ci scoprono ti uccido» lo avverto con però un accenno di sorriso sulle mie labbra.

Lui sfodera un ghigno puramente malandrino e comincia a scendere le scale.

La sua mano ancora nella mia e io, con un sorriso ebete in faccia.

 

ANGOLINO AUTRICE

Vi prego non uccidetemi!

So di essere in un ritardo pazzesco, ma ho avuto una settimana veramente piena e sono riuscita ad aggiornare solamente ora.

So che il capitolo non è lunghissimo e sì è un po' deprimente, ma state tranquilli: i prossimi saranno più movimentati :)

Altra cosa importante: aggiorneremo probabilmente una , massimo due volte alla settimana perché non ce la facciamo davvero a tenere questo ritmo.

Detto questo.. un grazie enorme a quelli che hanno letto la nostra storia e a quelli che recensiscono perchè, ricordate: più recensite MEGLIO E'.

Un grazie anche a quelli che hanno messo la storia tra le seguite, ricordate e preferite e anche a chi legge in silenzio.

Un bacio

Nihal (e Ire)

 

  
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