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Autore: _Naira    30/11/2013    1 recensioni
buongiorno o buonasera a tutti, che dire della mia storia, parla di una ragazza con una personalità da scoprire e una vita incasinata, spero vi piaccia, è la prima storia che scrivo!
isy_94
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Pov Naira

Era il giorno dopo il funerale, stavo uscendo da scuola parlando con Ambra, Ale e Dino, quando ad un tratto sentii il rumore degli zoccoli battere sull'asfalto, iniziai a guardarmi intorno, non vedevo niente, una ragazza si mise a urlare verso una sua amica
 "oh oh guarda che gnocco a cavallo!" Che vocina irritante.
Mi sporsi verso le scale della scuola ma continuavo a non vedere.
"Sigaretta?" Mi chiese Dino distraendomi, ci incamminammo dietro a una persiana della mensa, lui non voleva farsi vedere a fumare e quello era l'unico nascondiglio nei paraggi.
"Ma lo senti anche tu sto rumore?" Chiesi buttando fuori il fumo.
"Quello degli zoccoli? Si che lo sento, sarà qualcuno che passa sulla statale." Ipotizzò
"Già, anche perché a quest'ora sarebbe passato 30 volte qua davanti." Riflettei pensierosa. In quel momento il rumore cessò e alcuna ragazze si incantarono a fissare qualcosa, diedi poca importanza e continuai a parlare con Dino finché qualcuno mi sfiorò la spalla, mi voltai tranquillamente e alquanto seccata, ma vedendo il soggetto di quel contatto sgranai gli occhi. Enrico, che ci faceva Enrico nella mia scuola, con dei chaps* addosso oltretutto! Il flusso dei miei pensieri fu interrotto dal suo bacio che mi dedicò delicatamente cercando la mia lingua con la sua...


Mi sveglio di soprassalto piangendo. È passato quasi un mese dal funerale e da quando ho sentito la sua voce, quella voce in grado di ricompormi con una sola sillaba, mi immagino le sue labbra mentre parla, quelle labbra che potrebbero farmi impazzire, più di quanto sia già. È già la milionesima volta che lo sogno, che lo sento come se fosse realmente affianco a me, come se gliene importasse qualcosa. Guardo svogliatamente lo schermo del mio telefono che segna le 3 di notte, fantastico un'altra notte a piangere per un ricordo troppo doloroso, penso. Mi accorgo che ho una chiamata persa, controllo meglio: 5 chiamate perse, Christopher, il mio ex ragazzo, ma che vuole? Ci siamo mollati, mi ha dato della puttana, poi ha detto che mi vuole bene, poi che mi ama ancora, poi che sono come sua sorella e infine della stronza, che idea gli è saltata in quel neurone drogato che si ritrova?! Bah. Decido di ignorarlo, per l'ennesima volta, come se potesse servire a farlo smettere, guardo distrattamente il tatuaggio che ho sul lato inferiore del polso, è la sua iniziale e quella di mio "fratello" (vi chiederete perché ho messo le virgolette, non è mio fratello di sangue, ma è come se lo fosse) mi mancano i periodi passati con loro, non mi manca lui, mi manca ciò che facevamo,  ero felice, ogni giorno attendevo la sera per poterli vedere un paio di ore e sentirlo urlare: "SISTERRRRR!" dopodiché mi faceva un culo allucinante e poi iniziavamo a ridere ascoltando canzoni stupide e facendo cazzate, mi manca andare da loro che mi facevano staccare dal resto del mondo e ridere veramente, non quei sorrisi di circostanza falsi come il mare ad acqua dolce. I veri sorrisi, quelli che raggiungono anche gli occhi e scaldano il cuore, mi manca stare spaparanzata sui divanetti a giocare a dama con tappi di bottiglia su un cartone gigante colorato col pennarello, mi mancano le nostre infinite partite a calcietto, facendo volare la palla ovunque tranne che nella porta, mi mancano i periodi in cui le cose andavano bene. Persa nei miei pensieri non mi rendo conto che il sole sta timidamente sbucando da dietro alla montagna che scorgo davanti alla finestra, è ora di alzarsi e iniziare un'altra giornata di scuola, di carcere oserei dire, ma non renderebbe l'idea. Mi alzo controvoglia dal tepore delle coperte e indosso la prima cosa che capita, scendo a lavarmi i denti e guardandomi allo specchio quasi non mi riconosco. Due enormi occhiaie viola segnano i miei occhi vuoti, il mio viso è segnato dall'insonnia, non sono più la ragazza solare e sempre sorridente di un tempo, sono un ivolucro di forma umana stracolmo di tristezza e solitudine. Entro in macchina, cuffie, musica e sigaretta, le prime parole di 'here without you' riempiono le mie orecchie e lacrime amare i miei occhi.
 
'A  hundred days have made me older
Since the last time that I saw your pretty face
A thousand lies have made me colder
And I don't think I can look at this the same' 
 
Questa canzone ha pienamente ragione, decido di cambiarla prima di un altro pianto mattutino sperando di non essere vista da mia mamma impegnata alla guida. Arrivo a scuola e Ale mi sta aspettando come sempre in cima alle gradinate affinaco alle scale, sto per salutarlo quando il mio telefono inizia a suonare, Christopher, di nuovo?!? Decido di rispondergli con l'intento di insultarlo.
"Che cosa vuoi?" Chiedo visibilmente irritata.
"Voglio parlare con te, ti amo e voglio sistemare le cose." Mi risponde dolcemente, è la goccia che fa traboccare il vaso.
"No! Non ti voglio ascoltare,  non me ne fotte una minchia se mi ami o mi odi o che cazzo ne so io! Non ti voglio! Non provo niente per te! Lasciami in pace! È finita 4 mesi fa! Basta!" Riattacco, Ale mi sta guardando preoccupato. 
"Tutto bene Naira?" Mi chiede timidamente. 
"Certo! Mi sono resa conto di amare uno stronzo che mi ha illuso, usato e preso in giro, il mio ex non mi molla e sono qui in questo schifo come ogni giorno. Sto alla grande!" Rispondo sarcastica.
"Ah. Ho.. mh. Parlato con.. Enrico. " balbetta, perché balbetta?! Dio, oggi uccido qualcuno. 
"Cosa? Che ti ha detto?" 
"Niente.. Apparte che non gli devi rompere le palle." L'ultima frase la dice quasi sussurrando, ha paura che potrei crollargli davanti, cosa che faccio rimanendo comunque in piedi, il mio cuore spezzato se possibile si è spezzato ancora di più. Lui mi guarda tristemente, non sa che dire o che fare per farmi tornare come prima. Pochi secondi di interminabile silenzio arriva Ambra in tutta la sua vivacità a salutarmi.
 
Pov Enrico
 
Sono le 7 e mezza, che palle, mi devo alzare. Il lavoro mi attende, mentre mi vesto accendo la radio, una canzone che conosco vagamente mi incuriosisce, ne ascolto un pezzo, l'avevo ascoltata con Naira alla transumanza, lei mi aveva detto che aveva un testo spettacolare, ma non sapendo l'inglese non avevo capito una sola virgola. Eccola che risbuca fra i miei pensieri, ho detto ad Ale di riferirle che doveva lasciarmi in pace, in realtà avrei dovuto dirle di correre da me, i tentativi di dimenticarla sono del tutto vani, spero che si rassegni e che le passi, inizio a scorrere la home di Facebook e trovo una sua foto, mi soffermo ad osservarla per qualche secondo, sta dando un bacio sulla guancia a una sua amica, è notte, però i suoi occhi sono più vuoti e spenti del solito. Basta! Riprenditi! Continuo a scorrere le notizie e inizio a lavorare, verso le 11 e qualcosa un desiderio incontrollabile si fa spazio in me: devo sentire la sua voce, per qualche secondo, ma ho bisogno di sentirla. No!Enrico che cazzo pensi?! Troppo tardi meccanicamente ho già digitato il numero e sta partendo la chiamata.
 
Pov Naira
 
È suonato da poco l'intervallo ma essendo che ero fuori da 20 minuti prima sono già in attesa del panino che prelevo subito per poi uscire per fumare, incontrando i miei amici e dirigendoci al nostro posto, sto tentando di addentare il panino con la sigaretta fra le dita ed evitando di ustionarmi con essa quando il mio telefono inizia a vibrare incessantemente, segno che mi stanno chiamando, con la mano libera e il panino stretto fra i denti lo estraggo dalla tasca per portarmelo all'orecchio.
"Pronto." Dico col panino ancora in bocca. Silenzio. 
"Prontoo." Ripeto con la bocca libera. Ancora niente. 
" ok, facciamo il gioco del silenzio? Chiunque tu sia non ne ho voglia seriamente, i parli o butti giù, ho un delizioso panino che attende di essere divorato e non vorrei che scappasse mentre sono al telefono." Dico sarcastica. Una risata appenna accennata mi fa gelare il sangue nelle vene, mi blocco all'istante come si mi avessero imbalsamato. Ale mi guarda e si rende conto che qualcosa non va, ho gliocchi sgramati che si stanno riempiendo di lacrime, il panino barra sigaretta a mezz'aria e lo sguardo fisso nel vuoto. Mi si avvicina cauto, come se potessi rompermi da un momento all'altro. 
"Naira. Chi è? Hey?tutto bene?" È visibilmente preoccupato e lo sono anche Dino e Ambra che mi guardano confusi.
"Enrico. " l'unico suono che esce dalla mia bocca, dopodiché il mio telefono cade per terra e io inizio a correre verso il bagno piangendo. Ambra mi è venuta a recuperare in bagno 5 minuti dopo e ci ha messo un'ora per farmi calmare e farmi prendere in considerazione l'idea di rientrare in classe per l'ultima ora, fatto ciò trovo Dino seduto nel banco affianco al mio con la faccia preoccupata e Silvan che sventola il mio telefono davanti ai miei occhi, lo prendo e lo ringrazio poi vado sedermi. Inizio a girovagare su YouTube e trovo una canzone che mi ispira, si chiama 'everybody's me' metto le cuffie e carico un video von la tradizione, scoppio a piangere non appena mi rendo conto che è la canzone che avevo ascoltato alla transumanza e che avevo definizito stupenda. Piango leggendo quelle parole. Suona l'ultima ora ed esco il più velocemente possibile da quella gabbia. Non posso andare avanti così. 
 







 
Spazio autrice
* i chaps sono quei pantaloni americani con le frangie tipiche dei cow boy. Eccomi qua! Questo capitolo è di passaggio, spero non sia risultato noioso, volevo far capire come stesse Naira, la sua sofferenza è da tenere molto a mente se non la si vuole uccidere più avanti.. spero vi sia piaciuto.. 
Un bacio isy_94
 
  
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