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Autore: GabrielleWinchester    30/11/2013    6 recensioni
Sono passati 28 anni dalla morte della principessa di Helios e nonostante Simon sia diventato un anarchico, ancora nessuno gli ha rivelato la vera identità sulla sua ascendenza e sul potere dei suoi occhi...L'incontro con il suo vecchio maestro riuscirà a spiegargli tutto? Vi auguro buona lettura :-)
Genere: Fantasy, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '"La profezia della Giada del Crepuscolo"'
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Buongiorno a tutti,
ecco a voi il secondo racconto "La Giada del Crepuscolo"...Abbiamo lasciato Cleopatrium morta e Lycid che gridava vendetta contro il genero..In questo secondo racconto ritroviamo Simon, ormai ventottenne, il quale, nonostante sia entrato a far parte degli anarchici del re, ancora nessuno gli ha rivelato la verità sulla sua ascendenza, l'incontro con il suo vecchio maestro di vita riuscirà a spiegare tutti i segreti? Ringraziando di vero cuore tutti coloro che la stanno leggendo e recensendo, tutti coloro che la metteranno nelle storie preferite, ricordate, seguite e da recensire, tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita, mi auguro di avere fatto del mio meglio e di regalarvi una buona storia :-) Buona lettura :-) Gabrielle :D

 
La Giada del Crepuscolo
 

 
Foresta Nera, Germanium, 28 anni e tre mesi dopo la morte di Cleopatrium
 
 
 
 “Che valore può avere una vita?
Non è forse la celebrazione della nostra anima?”
La celebrazione di una rosa
Che scivola via con il cuore che batte nel tramonto”
                            
Dagli Annali dell’antico saggio, Biblioteca di Italiud, città di  Mexines.
 
 
L’alba stava lentamente volgendo al termine con una profusione di arancione e rosa ed illuminò l’interno della foresta, nella quale si era appena conclusa la più grande battaglia mai affrontata a memoria d’uomo. Le fazioni del regno di Italiud e Germanium si erano scontrate per il controllo della città commerciale di Toryes, della regione di Lomberdes, in Italiud, lasciando, da entrambi le parti, numerosi morti, moribondi e feriti gravi. Il terreno di foglie autunnali era ricoperto di tuniche rosse e viola di Italiud e quelle verde e indaco di Germanium. Un uomo dalla pelle diafana e dai folti capelli castani ricci avanzò tra i morti, ignorando i lamenti e continuando per la sua strada. I suoi occhi, verde blu con qualche screziatura di viola, di una tonalità di nome Giada del Crepuscolo, erano davvero particolari e misteriosi e il più delle volte lo avevano cacciato nei guai. Un ramo spezzato attirò la sua attenzione e vide uno scoiattolo fissarlo impudente.
 
“Beato te, piccolo amico che non hai paura della morte”
 
L’animale lo guardò perplesso e poi fuggì via sopra un albero. L’uomo lo osservò per un po’ e poi continuò il suo cammino verso la sua meta. Si trovava all’interno della Foresta Nera, nella parte più recondita dello stato della Germanium, poiché era la via più breve per lo Stato di Helios. Aveva appena fatto un seminario sulla funzione degli anarchici a Romyes, nella regione di Lazius, in Italiud, e ora doveva ritornare a casa, da Zachariel, il nuovo re di Helios.  Nonostante fosse un anarchico, un uomo senza regole, Simon Hiuad aveva promesso di sacrificare la propria vita a Zachariel e di cercare di scoprire cosa fosse successo a Cleopatrium, la figlia del precedente re, nella sala degli Arazzi, nel giorno in cui doveva dare alla luce gli eredi. I documenti dell’epoca erano andati tutti bruciati durante un devastante incendio, avvenuto qualche anno dopo, o erano stati conservati in condizioni pessime. Il vecchio re non aveva dato nessun indizio al riguardo e l’unica volta che Simon lo aveva visto, gli era sembrato che fosse solo un vecchio che aspettava solo di morire e di ricongiungersi con le proprie figlie, morte tempo addietro.
 
“Sta morendo”
 
“Deve sapere la verità” Simon aveva sentito dire questo al capitano delle guardie “Lycid non può negare la verità per sempre. Non era lui che aveva cercato vendetta contro…”
 
“Sta morendo”
 
“Da tre mesi che sta schiattando su quel letto” ringhiò il capitano furibondo, costringendo Simon a nascondersi dietro una colonna di marmo “Quando vuole dire la verità?”
 
“La verità verrà esposta al momento opportuno” disse l’uomo misterioso “Ora scusami, ma devo ritornare a spalmare l’unguento alle spalle”
 
Il capitano aprì la porta di castagno e  Simom diede un’occhiata alla stanza. Un vecchio re malandato, il quale aveva gridato vendetta la notte della morte della figlia e alla fine si era rassegnato al tempo che scorreva. Simon si domandò a che cosa si riferisse Frances.
 
“Simon, aspetta”
 
Simon si guardò intorno e notò che un soldato di Italiud era ancora vivo. Era un miracolo. Il povero uomo aveva una larga ferita al petto e un pugnale conficcato nel polmone destro, il quale gli stava provocando un’emorragia interna. Come facesse a essere ancora vivo, era un vero mistero. L’uomo fu indeciso se stare lì o continuare la sua strada, ma l’Italiud era uno Stato che voleva diventare alleato di Helios e non poteva ignorare quell’uomo, qualunque cosa volesse dirgli.
 
“Vieni qua” lo implorò il soldato “Non ti costa molto”.
 
Simon alzò gli occhi al cielo e cercò di dire con voce secca “Ti ascolto”.
 
Il soldato fece un debole sorriso per tentare di ammorbidire il tono freddo di Simon ma non ottenne molti risultati. Dal canto suo, Simon pensò se non fosse meglio ucciderlo seduta stante.
 
“Abbiamo fatto una ricerca “ si fermò per tossire un grumo di sangue “Il tuo vecchio maestro della scuola degli anarchici a Syares non è stato ucciso nella grande giornata della punizione” le parole sembravano costare troppo al soldato “Sicuramente si sarà nascosto lungo il guado del fiume Lorenaf, nella regione di Marsilies, in Helios, e cerca di distruggere il nostro re, attraverso te, il ragazzo dagli occhi color giada del crepuscolo”.
 
Simon scoppiò a ridere e fissò gelido il soldato che lottava per la vita ormai spenta “Non conosci il mio maestro e non ucciderebbe mai Robertium, il re di Italiud”.
 
“Non puoi conoscere fino in fondo una persona” rispose il soldato con voce flebile “E Robertium non è uno stinco di santo. Perfino nelle guarnigioni abbiamo sognato di ucciderlo nel sonno”
 
“Vedo che lo amate profondamente” esclamò Simon ironico “Perché mi dici queste cose?”
 
“Perché tu dovresti essere il primo a ucciderlo” rispose il soldato con un amaro sorriso “Perché ti ha rubato il bene più prezioso e non merita certamente di vivere”.
 
“Parla”
 
“Non ti hanno detto nulla?” domandò il soldato stranito “Perché ti hanno lasciato nell’ignoranza?”
 
“No, non mi hanno detto nulla” rispose Simon adesso seccato “Che cosa vuoi dire?”
 
“Robertium è tuo…” poi gli occhi verde rame del soldato si rovesciarono e il suo corpo si afflosciò su uno fianco, ormai morto. Simon gli chiuse gli occhi, recitò qualche preghiera per il morto, si rialzò e chiedendosi che cosa fosse Robertium per lui. Poi il suo pensero vertè su un'altra cosa.
 
La Giada del Crepuscolo.
 
Che assurdità. Simon si ricordò della leggenda, narrata da sua madre Opale, nella quale si affermava della nascita di due bambini, i quali avrebbero portato scompiglio in due nazioni e che entrambi avevano gli occhi color giada del crepuscolo. Da sempre sapeva di non essere suo figlio, che Opale aveva i capelli rossicci e gli occhi ambrati e lui i capelli ricci castani e occhi color giada del crepuscolo, ma l’avrebbe considerata sua madre, poiché era stata l’unica donna che gli aveva mostrato affetto e calore familiare.
 
“Mamma”
 
“Dimmi tesoro”
 
Le mani di Opale si mossero veloci e leggiadre nel telaio e fissarono un bambino di sette anni che le sorrideva felice. E il suo cuore perse un battito. In estate sarebbero venuti i direttori della scuola degli anarchici a prenderlo e sarebbe finito tutto. Lei lo doveva solo allevare e non affezionarsi a lui. Ma fino a quel momento poteva illudersi di essere sua madre.
 
“Mi racconti la storia dei bambini del crepuscolo”
 
La donna posò il ricamo e sospirò. Tra tutte le leggende, Simon aveva scelto proprio quella che lo richiamava da vicino. Da un’occhio scese una lacrima.
 
“Ho detto qualcosa che non va?”
 
“Cosa?” domandò Opale “No, amore mio, ho solo un’occhietto stanco. Bè  secondo la leggenda, due bambini dagli occhi color giada del crepuscolo porteranno distruzione in due nazioni”
 
“Allora anche io porterò distruzione?” domandò il piccolo Simon spaventato.
 
Opale posò il telaio e lo accolse tra le sue braccia. Quando lo avevano portato nella sua casa, le guardie le avevano intimato di dirgli la verità sulla sua nascita, ma Opale non aveva avuto cuore. Non poteva dargli quella notizia a bruciapelo, voleva dirla nel momento più opportuno, voleva regalargli qualche attimo di spensieratezza, prima di introdurlo nella via tortuosa della vita.Non aveva più tempo.
 
“No, amore mio, tu sei il bambino più bello e bravo del mondo”
 
Simon l’abbraccio stretta e poi corse fuori nel giardino ricoperto di neve. Opale lo guardò triste, l’ultimo inverno insieme. Un piccolo principe dal passato travagliato e dal futuro ancora più incerto.
 
 A fatica Simon ritornò alla realtà. Il ricordo di sua madre lo faceva diventare nostalgico. Gli faceva ricordare i tempi in cui la spensieratezza la faceva da padrona e non doveva continuamente combattere e difendersi. Afferrò la spada dall’elsa di unicorno nero di Gavriel e la fissò nella cintola.
 
“Riposa in pace”
 
Viaggiò a lungo, navigando sulla Sennais, il fiume della regione della Provixies, in Helios, e arrivò a Natyne. Alzò la testa e vide piccole stelle che cominciarono a spuntare. Non poteva continuare a viaggiare, doveva fermarsi e ricaricarsi. L’indomani mattina lo aspettavano alla reggia di Versillaxiw,nella capitale di Helios, per dare il rapporto dettagliato sulle indagini sulla morte di Cleopatrium. La città di Natyne era stata costruita con il marmo nero e il profumo dei gigli neri. Un luogo dove tutti erano i benvenuti e nessuno cacciato, tranne gli anarchici che erano visti di mal occhio, anche quelli nominati dal re Zachariel. Entrò nella più vicina taverna e cercò di non dare nell’occhio. In un palco vicino alla porta c’era un giullare che intratteneva gli ospiti, con battute volgari e per nulla divertenti. Simon sobbalzò quando il giullare nominò il suo nome, ma si trattenne dal fare qualcosa di avventato. Gli mancava solo di essere coinvolto in una rissa.
 
“Straniero, devi essere nuovo da queste parti”
 
Simon si girò e vide una giovane ragazza dai capelli rossi procace. Aveva pressoché diciassette anni e la faccia pulita. Sicuramente faceva la ragazza di piacere per risollevare le casse povere della famiglia. Simon era a metà tra l’essere triste per lei e l’essere sconcertato.
 
“Tu non dovresti essere qui” la redarguì Simon e gli diede tre monete d’oro “Vattene da qui”
 
La giovane ragazza di piacere lo ricambiò con un’occhiata sprezzante e una pacca sul sedere. Simon non fece nulla e la ragazza scosse le spalle, forse convinta che avrebbe trovato altre prede più abbordabili di lui.
 
“Simon”
 
Una voce femminile lo chiamò e l’uomo vide una donna dai capelli neri e il suo stesso colore di occhi. Solo con una screziatura di arancione ramato al posto di quella viola. Con un menù dall’aria non molto appetibile lo salutò “Buonasera sir, che cosa posso fare per voi?”
 
Simon rimase ipnotizzato dal luccicore dei capelli nero corvino e poi si ricordò del motivo della sua venuta a Natyne.
 
“Vorrei una stanza, la migliore che avete” gli rispose con voce camuffata.
 
La donna che si chiamava Nadyne controllò le prenotazioni e ignorò il mormorio eccitato di molte coppie che usavano le cosiddette ragazze del piacere.
 
“Ho una stanza bellissima al terzo piano” rispose Nadyne mielosa “Ma qualcuno vuole vederti al più presto e parlarti degli effetti della Giada del Crepuscolo”
 
“E chi sarebbe?”
 
“Il maestro”
 
Dentro Simon fu coinvolto da una serie di sensazioni tutte contraddittorie tra di loro, compresa una folle curiosità dentro di sé e anche repulsione.
 
Stava per rincontrare il suo vecchio maestro di vita, colui che gli aveva insegnato che la vita era preziosa e puramente senza regole, colui che lo aveva spinto a entrare nel gruppo degli anarchici del re, persone dall’atteggiamento segreto, adatte a controllare i movimenti politici degli Stati, quindi soggetti sul filo del rasoio. Ricordò il loro primo incontro, nel cortile della scuola degli anarchici, circa nove anni prima, quando stava passando il primo livello da anarchico. Lo aveva visto parlottare con il suo maestro e poi chiamarlo.
 
“Come ti chiami?”
 
“Parla, cadetto” gli intimò il capitano degli anarchici “Oh hai perso la lingua?”
 
“No, signore” rispose Simon con fierezza “Mi chiamo Simon”
 
Il suo nuovo maestro lo fissò con tenerezza e poi lo aveva lasciato stare. In un angolo appartato lo vide confabulare con il capitano degli anarchici e dire “Ha mostrato qualche potere in particolare?”
 
“No”
 
“Dì le tue cazzate da qualche altra parte David” ringhiò il nuovo venuto “Sai benissimo che sono andato nello Stato di Irlandes e ho imparato qualche trucchetto dai Druidi”
 
“Ho notato che quando c’è una rissa, bè ha il potere di fermarla con gli occhi” rispose David a malincuore “Purtroppo è capitato che ha ucciso qualche suo commilitone Michealus”
 
Michealus abbassò gli occhi e poi il suo sguardo ritornò su Simon, il quale stava aspettando pazientemente. Allora era lui il bambino che poteva fermare una battaglia e nel contempo uccidere qualcuno?
 
“Lui e suo fratello si sono mai incontrati?”
 
“Una sola volta, ma a nessuno è venuto in mento di dire loro la verità sulla loro ascendenza”
 
“Quando lo vorrete fare?”
 
David gli mise una mano sulla spalla e gli chiese “Perché lo fai?”
 
Da tempo immemorabile, David aveva scoperto la vera identità di Michealus. Egli era il figlio della donna della profezia, morta sul rogo, molto tempo fa. Quella stessa madre che aveva creduto che fosse morto, solo per infliggerle più dolore.
 
“Per mia madre, ovvio, e poi anche per Cleopatrium che consideravo come una figlia”
 
Il capitano aveva annuito e dopo aveva richiamato Simon.
 
Un maestro che, secondo quel vecchio soldato, voleva uccidere il re di Italiud. Era sempre stato un tipo piuttosto estroverso ma non se lo immaginava come l’esecutore di un omicidio efferato.
 
“ Vieni”
 
Nadyne lo trasportò attraverso l’ala destra della taverna, ignorando i mormori eccitati di bevitori occasionali e non, avvertendolo “Lo troverai cambiato”.
 
Simon calò la testa per confermare ed entrò all’interno di una stanza, nascosta da un meccanismo nel muro di pietra calcare. Era una stanza buia dalla volta alta e dalle finestre a forma di farfalla.  Un uomo vecchio ma ancora agile si allenava con una lancia a tre punte. Poteva essere cambiato, ma i capelli bianchi intrecciati e gli occhi azzurri erano gli stessi di sempre.
 
“ Eccolo” la voce di Nadyne era allegra
 
“ Simon” una voce potente echeggiò all’interno della stanza, rimbombando da una parte e l’altra “ Sei riuscito a trovarmi” poi rivolse un’occhiata gelida ma anche amichevole a Nadyne “ Puoi andare”.
 
Nadyne fece un inchino e si rivolse indietro, per dare maggiore intimità all’interno tra i due, il Maestro e l’Allievo. I due si squadrarono senza dirsi nulla. Poi…
 
“Come ti trovi nella fazione dei Sanguines?”
 
Simon giocherellò con un pugnale d’osso e alzò le spalle “Non male, tranne che gli anarchici del re sono tutti dei grandi palloni gonfiati”.
 
“ A differenza di te, mi sa” rispose il maestro ironico “Sei poi riuscito a scoprire l’assassino di Cleopatrium?”
 
“ Ancora no” la risposta di Simon era carica di frustrazione “ L’assassino della regina non è stato ancora identificato ma manca poco”
 
Il maestro non volle credere alle proprie orecchie. Ancora nessuno gli aveva rivelato la verità sulla sua nascita, sul fatto che lui e suo fratello erano i figli della defunta principessa di Helios, che doveva essere il primo a cercare vendetta e verità. Lycid si era crogiolato nel dolore della morte della figlia e aveva lasciato tutto al caso e nell’indecisione, dimenticandosi di confessare al nipote la verità sulla sua ascendenza. Che cosa sarebbe successo, se avesse saputo che il vero padre era anche l’assassino della madre, di quella vera, colpevole solo di avere partorito due bambini dagli occhi profetici? Non osò immaginarlo, così come non osò immaginare un eventuale incontro tra i due fratelli, i quali non si vedevano dalla nascita. Crysad era diventato un importante medico nella città di Mylaes, nella regione di Piemontes,  e si era fatto una nomea piuttosto importante. Ripensò a Cleopatrium, era la sua pupilla nella scherma, e voleva solo che quel viscido di Robertium la pagasse molto cara.
 
“C’è una parte della profezia, Michealus, che ho ritenuto giusto nascondere”
 
“Quale?”
 
“Che uno dei gemelli dovrà uccidere l’altro per scatenare la guerra tra le due nazioni”
 
“Stai scherzando, Lycid”
 
“Uno di loro due potrà fermare una battaglia e l’altro potrà uccidere la pace” aveva tossito il re e nel cuscino si era allargata una grande macchia di sangue “Se mai ti dovesse domandare dell’altro bambino della Giada del Crepuscolo, menti spudoratamente e fai sì che i due fratelli non si incontrino mai”
 
“Non chiedermi di mantenere promesse”
 
“Te lo sto ordinando Michealus”
 
“I due gemelli potranno vendicare tua figlia e mia madre” aveva strillato “Non ci tieni a vendicare tua figlia, Lycid?”
 
“Ormai non mi interessa la vendetta” aveva risposto il vecchio re stanco “Voglio solo andare a trovare mia figlia”
 
“Maestro, qualcosa non va?”
 
“No, solo vecchi ricordi che non vanno via” rispose l’uomo sorridendo e poi gli rivelò “ Lo sai che i bambini della Giada del Crepuscolo hanno il potere di scatenare guerre e di uccidere le persone?”
 
Simon si alzò di botto dalla sedia d’oro dove era seduto e esclamò “ Non mi dica che ci creda anche lei. I morti che mi hanno seguito, bè sono stati tutti dettati dal caso o erano vecchi con un piede nella fossa. Non ho nulla a che farci con loro”
 
“ E chi te lo avrebbe detto?” domandò il maestro curioso.
 
Dentro di sé sperò che qualcuno gli avesse detto la verità, ma fu ben presto disilluso.
 
“ Un soldato della regione di Italiud” gli rivelò “Ma forse straparlava a causa delle ferite riportate nella battaglia contro la Germanium”.
 
“ E cosa ti avrebbe detto?”
 
“ Che volevate uccidere il re di Italiud, Robertium e che lui non è uno stinco di santo”.
 
Lo sguardo del maestro divenne gelido e ci fu un movimento involontario delle labbra “ Il re di Italiud morirà in una sola occasione”.
 
L’anziano strinse i pugni, sorridendo amaramente. Oh se avesse potuto ucciderlo! Avrebbe vendicato la casata di Lycid e la memoria di Cleopatrium, ma doveva essere Simon a farlo. Il figlio doveva uccidere il padre per onorare la madre. L’unica cosa che gli stonava, era che il ragazzo fosse all’oscuro di tutto, che non sapesse del suo lignaggio e della sua missione di morte. Ma Michealus non poteva rompere il giuramento fatto a una persona, Simon doveva scoprire tutto da solo.
 
“Michealus?”
 
L’anziano lo guardò triste e gli disse in tono confidenziale “ Il re non ti ha mai visto mai in faccia vero?”
 
Simon scosse la testa e domandò nervoso “ Perché?”
 
Durante il suo viaggio a Italiud, Simon si era fermato solo una volta ad Avellinus, nella regione di Campaniux, laddove vi era la reggia di Robertium e della sua consorte, la principessa di Irlandes, l’avvenente Brigit. Lui non aveva mai guardato il re negli occhi, poiché il re aveva deliberatamente alzato gli occhi al cielo notturno al loro primo e ultimo incontro.
 
Il Maestro lo prese per la spalla “ Sei un uomo dai grandi poteri, i tuoi occhi sono molto importanti e magici. I tuoi occhi possono controllare le leggi della natura. Se tu dovessi mai vedere gli occhi del re, tu avresti il potere di decidere la sua sorte, di ucciderlo o meno”
 
“ No, non può essere”
 
“Posso solo dirti che esiste un altro ragazzo dagli occhi color Giada del Crepuscolo e se tu puoi fermare una battaglia con gli occhi, bè lui può uccidere la pace. Devi stare attento”
 
 “ Posso vederlo?”
 
Il maestro fece un movimento leggiadro e dal nulla scese una bacinella d’argento. In quella c’era il futuro di Helios, Germanium e Italiud si svolgeva e con esso la strada che doveva percorrere. Il maestro mosse le acque della bacinella e si pentì di ciò che stava per fare.
 
                                                                                                   Fine

 
  
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