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Autore: Naruto89    01/12/2013    1 recensioni
"Sasuke Uchiha si stropicciò gli occhi cisposi, aprendoli lentamente. Gli ci vollero alcuni secondi prima di capire dove si trovava.
Dopodiché, alla vista del grande ventaglio bicolore posto sulle tende blu, ricordò di essere in camera sua. Era da veramente tantissimo tempo che non faceva più quel sogno: erano già passati tre anni da allora e, in tutta sincerità, non poteva minimamente giurare che le cose si fossero svolte come le ricordava lui.
"
Sono passati tre anni dalle vicende delle scuole medie e Sasuke, che è ormai al liceo, ha continuato imperterrito a seguire la via della delinquenza e delle bande, alla ricerca della verità riguardo Itachi. Sakura, dal canto suo, si sta impegnando con tutte le sue forze per proseguire, a suo modo, il terreno solcato da Naruto e vorrebbe trascinare in questa avventura anche Sasuke. Uchiha, però, ha ormai deciso di distanziarsi da tutto e da tutti, rinunciando all'amicizia (e all'amore) in favore di verità e vendetta...
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '100% Sakura'
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Sasuke XII
Decido io

“Che cosa significa 'no'?” sbotta Sakura, le mani sui fianchi.
Shikamaru la guarda negli occhi e sospira. Dietro di lui, Chouji tiene lo sguardo basso e non s'azzarda ad alzarlo neanche per un secondo.
“Che non abbiamo intenzione di unirci al vostro club.”
“E che cosa dovrebbe significarmi?”
Shikamaru lancia un'occhiata, con espressione annoiata e infastidita, oltre la spalla di Sakura. La ragazza sa perfettamente che sta guardando Temari. E sa, altrettanto perfettamente, che in quel preciso momento Temari sta facendo spallucce con la faccia di chi è stato tirato dentro per forza.
“Sakura, io...” inizia a giustificarsi, una volta di più, Shikamaru.
Sakura lo vede girare un attimo gli occhi verso Chouji.
“Io... noi non possiamo proprio...”
“Shika, no.” lo blocca Chouji.
Si volta verso Sakura e, per una frazione di secondo, sembra guardare anche Ino.
“Io ci sono. Io mi unisco al vostro club.”
Shikamaru si volta, lo guarda un po' e si gira di nuovo verso Sakura.
“Va bene, va bene. Contate anche me.”
Sakura salta addosso ai due ragazzi e li abbraccia.
“Grazie, grazie, grazie!!”
Poi si stacca, li guarda e sorride.
“Ci vediamo domani, dopo le lezioni, all'aula di disegno. Siate puntuali, mi raccomando.”
E, senza aggiungere altro, passa oltre. Temari, Ino e Tenten la seguono. Temari ha gli occhi al cielo, Ino le guance rosse e lo sguardo stordito e Tenten sta fissando qualcosa di fronte a sé. Sakura la vede e le passa un paio di volte la mano di fronte al volto.
“Ehi, Sakura chiama Tenten! Mi ricevi?”
Ma, senza dire nulla, Tenten oltrepassa l'amica e attraversa a grandi passi tutto il corridoio. Sakura, Ino e Temari si voltano e, là in fondo, vedono Neji Hyuuga. Il grande Neji Hyuuga. Una specie di leggenda, a scuola. Frequenta il terzo anno e fa parte di una delle due grandi famiglie del paese. A Sakura, però, quei suoi occhi bianchicci fanno impressione e mettono un po' d'inquietudine. Tenten gli si ferma davanti e le ragazze la raggiungono.
“Vuoiunirtialclubdimanga!?” chiede Tenten, tutto d'un fiato, il volto rosso e tondeggiante che assomiglia a un pomodoro.
“Potresti ripetere?” chiede lui, il tono calmo e compassato.
“Non ho capito.”
Tenten deglutisce e prende un bel respiro.
“Io e le mie amiche stiamo aprendo un club di manga e abbiamo bisogno di persone che ci aiutino. Ti andrebbe di unirti a noi?”
Neji fissa Tenten per qualche secondo e un paio di chiazze rosate gli si dipingono sul volto.
“Va bene,” dice, poi, senza perdere il proprio contegno.
Un poco più indietro, Sakura vede Temari alzare nuovamente gli occhi al cielo. E, in quel momento, un urlo risuona per il corridoio.
“Uchiha è stato aggredito ed è finito in ospedale! Sasuke Uchiha è stato aggredito ed è finito in ospedale!!”

Sakura oltrepassò il cortile brullo oltre la recinzione, salì sulle scale in pietra grigia ed entrò per la porta scorrevole nell'enorme edificio in calce bianca. Dentro, dottori, infermieri e persone comuni si mossero per la grande sala d'aspetto, senza sosta. Sakura si avvicinò al bancone della reception e tirò dritto. Sapeva perfettamente dove andare.
Passò oltre la porta bianca a battenti e s'infilò nel primo corridoio a sinistra. Passi sordi risuonarono sul pavimento in linoleum, una luce soffusa entrò dalle finestre e colpì i muri bianchi ricoperti di plastica verde. Arrivò fino alla fine del corridoio e prese uno dei due ascensori sul fondo. Entrò nella grande cabina di metallo grigio e pigiò il pulsante numero '3'.
L'ascensore arrivò al terzo piano e la avvertì con un segnale acustico. Le porte si aprirono e Sakura si ritrovò davanti un corridoio in tutto e per tutto identico a quello del primo piano. Alla sua sinistra, però, s'aprivano le porte in chiaro legno smaltato delle varie camere. Diede un'occhiata, ma giusto giusto un'occhiata, ai cartelli in plastica trasparente appesi accanto a ogni porta e si infilò con decisione nella stanza numero '7'. Rimase sulla soglia.
Una giovane dottoressa dai capelli neri, lunghi fino alle spalle, stava proiettando una luce negli occhi di Sasuke, chiedendo al ragazzo di seguirla. Una volta finito, appuntò qualcosa sulla sua cartellina e passò a controllare le ferite. Gli tolse i cerotti e le garze che aveva sul volto: alcuni tagli erano stati ricuciti con grossi punti di metallo. Sakura rabbrividì e strinse la cartella in cuoio marrone che s'era portata dietro da scuola.
Passato anche quell'esame, la dottoressa disinfettò le ferite, cambiò le medicazioni e fece togliere a Sasuke la parte alta del camice dell'ospedale. Gli slegò le bende e scoprì alcuni grossi ematomi violacei. Li sfiorò appena e Sakura vide Sasuke stringere i denti e rabbrividire.
“Ti fanno male?” chiese la dottoressa, con tono distaccato e professionale.
“Un po',” si limitò a rispondere Sasuke.
La dottoressa annuì e toccò con maggior convinzione. Sasuke chiuse gli occhi e trattenne un urlo.
“Sì, bene. Direi che ci siamo quasi. Ancora pochi giorni, massimo una settimana, e sarai fuori di qui.”
Buttò via le vecchie bende, ne prese delle altre e cominciò a legarle attorno al busto di Sasuke. Quando finì, aiutò il ragazzo a rimettersi il camice e fece per uscire. Vide Sakura e si fermò di colpo. Le due si osservarono per un po' e gli occhi di Sakura caddero sul cartellino: Dott.ssa Shizune. Alzò lo sguardo e la dottoressa Shizune le sorrise.
“Prego.” le disse
“È tutto tuo.”
Sakura arrossì, guardò in basso ed entrò nella stanza. Sasuke poggiò la schiena contro il cuscino rialzato e la osservò un po'. Mantenne un'espressione neutra, tipica di chi non sa che dire e aspetta che sia l'altro a parlare. Sakura spostò lo sguardo su Sasuke e si avvicinò al letto. Rimase in piedi, a guardarlo dall'alto in basso, la cartella ancora stretta al petto.
“Ciao.” mormorò, dopo un po'.
“Ti sei svegliato.”
“Così pare,” rispose lui.
E i due continuarono a guardarsi, senza dire nulla, per alcuni secondi. Sakura si morse un labbro, allungò le dita e sfiorò la ferita sul sopracciglio di Sasuke.
“Sasuke...” disse, la voce bassa e un po' spezzata
“Che hai fatto? Chi ti ha ridotto così?”
Sasuke la guardò fissa negli occhi. Poi, le afferrò gentilmente il polso e le scostò la mano dal proprio viso.
“Sakura, mi spiace.”
Sakura sbatté le palpebre due, tre volte. Aggrottò le sopracciglia.
“Ti spiace... per cosa?”
“Per, sì, insomma... per l'ultima volta che ci siamo visti. Non volevo, non dovevo dirti quelle cose. E nemmeno, insomma, farti quelle cose.”
Deglutì e assunse l'aria di chi ha appena mandato giù un boccone viscido e maleodorante. Sakura sorrise e si sedette sul letto, accanto a lui.
“Quello che mi hai detto era vero, Sasuke. Mi hai soltanto voluto aprire gli occhi, ecco tutto.”
Sasuke annuì.
“Innegabile. Anche se potevo farlo con un po' più di calma,” disse, riacquistando il solito tono distaccato e i soliti modi composti.
Sakura non se ne curò, gli accarezzò una guancia e avvicinò leggermente il suo viso al suo.
“Quanto a quello che mi hai fatto...”
Sorrise.
“... non mi è dispiaciuto così tanto.”
Sasuke la guardò e spalancò le palpebre, perdendo subito tutta la sua compostezza e tranquillità. Aveva l'espressione di chi s'era appena beccato una pallonata sul volto.
“Eh?”
Sakura chiuse gli occhi e si buttò. Si piegò in avanti e poggiò le labbra su quelle di Sasuke. Gli diede qualche piccolo bacetto, poi gliele mordicchiò leggermente e lo baciò sul serio. Sasuke rimase immobile qualche secondo, poi rispose al bacio. Rispose, rispose e rispose, con sempre maggior convinzione. Poi, abbassò la testa, staccò le labbra e prese a tremare.
“Sasuke? Che hai?” chiese Sakura, alzandosi allarmata e cominciando a guardare se avesse qualche perdita di sangue, e chissà che altro.
“Stai male!?”
“Non... posso,” mormorò Sasuke.
“Non puoi?”
Una freccia gelata attraversò il petto di Sakura, insieme a un pessimo presentimento.
“In che senso, non puoi?” chiese, tremando un poco
Cosa, non puoi?”
Alzò la voce.
“Questo.” rispose Sasuke.
“Stare con te.”
Le labbra di Sakura tremarono. Sorrise e scosse il capo. “Di che stai parlando, Uchiha? Mi hai appena baciata, non puoi far finta che...”
Sasuke alzò lo sguardo. Era fisso, serio, perfettamente controllato. Il tono saldo e duro, senza possibilità di replica.
“Tu vuoi essere parte della mia vita, ma io non posso lasciartelo fare. E' troppo pericoloso. Troppo difficile. Tu non capisci, non puoi capire una cosa del genere. Mi spiace.”
Sakura si alzò, il viso livido.
“E tu provaci, ameno!!” urlò.
“Fammi capire, dannazione!!”
Lo afferrò per il bavero del camice e lo tirò a sé. Aveva il respiro in affanno e le tremavano le mani. La voce, però, era salda. E roca. E incazzata da morire.
“Non puoi far finta che non sia successo niente, Uchiha. E non puoi, dannazione!, non puoi decidere tutto da solo. Questo non riguarda solo te.”
“Sì, invece.” rispose Sasuke.
“Riguarda me, me e soltanto me. Decido io. Ho già deciso. E noi non possiamo stare insieme. Né ora, né mai. Spero di essere stato abbastanza chiaro.”

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Buongiorno, cari lettori,
mi scuso per aver saltato l'aggiornamento di settimana prossima. Il capitolo era pronto, in realtà, ma l'avevo scritto di fretta e non mi piaceva, così ho preferito prendermi una settimana in più per riscriverlo. E, infatti, questa versione si apre con una novità: un flashback vissuto dalla parte di Sakura. E' la prima volta che lo faccio e, effettivamente, non sono del tutto convinto del risultato. Ho fatto un po' di fatica (ormai mi sono troppo abituato a Sasuke), però trovo che non sia così orribile e quindi diciamo che, in fondo in fondo, mi piace. Sono anche molto soddisfatto della seconda parte, che credo riuscita bene. O, almeno, sono riuscito a dire e a far vedere tutto quello che mi interessava.
Siccome non ci sono recensioni, mi limito a ringraziare tutti quelli che seguono la fanfic e a darvi l'appuntamento a (spero) settimana prossima,

il vostro umile autore.

   
 
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