Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Wave__    01/12/2013    1 recensioni
Eternal Love è la storia d'amore di un angelo e un demone. Di Elena e Paul. S'incontrano, si amano e si vogliono. Si cercano e si trovano, sempre. Ma c'è Dio, che farà di tutto per ostacolare il suo miglior angelo..
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Because I love him.


Susan uscì dal bagno ancora con l’asciugamano tra i capelli, e fu proprio in quel momento che sentì squillare il suo cellulare. Guardò l’orologio appeso nella sua stanza, che segnava quasi le quattro di notte. Si, Susan soffriva d’insonnia, nonostante fosse un demone. Dormiva pochissimo, ma proprio la sua natura differente, la faceva star sveglia nonostante le poche ore di sonno che faceva per ogni notte.
“Strano, nessuno mi cerca mai a quest’ora..”, pensò nella sua mente, andando a prendere il telefono e, quando vide lampeggiare il nome della sua migliore amica, quasi il fiato le morì in gola. Doveva essere per forza successo qualcosa.
Impossibile ed impensabile che le scrivesse a quell’ora.
Rapidamente andò ad aprire la bustina dell’sms, leggendolo con il cuore in gola. Poche parole, che la lasciarono basita e piena di preoccupazione.
Si levò rapidamente l’asciugamano dalla testa, lasciando così i capelli gocciolare sulla schiena. Rapidamente si era vestita ed aveva aperto la finestra, schiudendo le ali e volando fino alla sua casa, in cui captò solamente la sua presenza. C’era la presenza solo dell’angelo. Di Pj.. Nemmeno l’ombra. La fronte della ragazza si corrucciò, mentre attraverso la telecinesi andò ad aprire il gancio della porta-finestra, entrando dal balcone un istante dopo aver chiuso le ali.
Quello che gli occhi di Suz videro, fu qualcosa che la fece morire un istante dopo. Cocci a terra, lampada rotto, e una gran rabbia repressa respirante nell’aria.
Ever seduta al centro del letto, con il lenzuolo attorno al corpo ancora nudo, continuava a piangere.
Corse verso di lei, salendoci sopra, fiondandosi di fronte.
«Tesoro, sono qua! Che cosa è successo?!», esclamò, portando le mani alle spalle dell’angelo, scuotendolo leggermente, in modo da farle riprendere il controllo su sé stessa; controllo che sembrava aver perduto, lasciando spazio alla disperazione del momento.
«Io non.. Pj, lui.. Non avrei dovuto..»
Frasi sconnesse e senza un’apparente senso uscivano dalle labbra di Ever. La preoccupazione di Susan cresceva di minuto in minuto, andando già a pensare al peggio. Lei era la sua migliore amica, avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
«Tu e Paul, cosa? Ti ha fatto del male?»
Nessuna risposta arrivò alle orecchie del demone, se non un singhiozzo secco. Merda.
«Ev, ti prego, parlami.», implorò l’amica.
Scosse la testa, cercando di calmarsi, cercando di calmare quel pianto, respirando profondamente.
«Noi.. Noi abbiam fatto l’amore e poi.. poi..»
Un nuovo attacco di lacrime, un groppo in gola che le attanagliò le corde vocali, impedendole nuovamente di parlare.
«..E poi lui è scappato via..», concluse la frase, lanciando un’occhiata agli oggetti a terra, così come il rimanente dei suoi vestiti.
«Okay, ho capito. Ma che è successo?», ma appena dette quelle parole, nella mente si Susan avvenne un lampo di genio, susseguito da un moto d’ansia, mentre l’apprensione di pochi attimi prima si spense.
«Non.. Gli è venuta fame, vero?», più che una domanda era un’affermazione, a sé stessa. Abbassò la testa, per poi rialzarla sull’amica.
«Ma non ti ha toccata, vero?»
Ever si ostinava a non parlare, cercando di respirare e calmare quel pianto che non aveva fatto altro che soffocarla, fino a quel momento. Non voleva credere che fosse successa una cosa del genere. Ma era successo.
Scosse poi in maniera impercettibile la testa.
«No lui.. No. Non lo farebbe mai. Non se lo perdonerebbe mai..», sussurrò flebilmente, scuotendo ancora la testa, mentre Suz le levò una lacrima dal viso con il polpastrello di un dito. Non disse niente, la sua migliore amica doveva sfogarsi, e lei non l’avrebbe interrotta.
«Mi.. Mi ha baciato il collo e.. Ed è cambiato tutto. S’è alzato di scatto, portandosi al muro, ed io.. Io ho commesso un errore. Mi sono avvicinata, gli ho messo una mano sulla spalla e lui.. Tremava. S’è voltato e aveva i suoi.. I suoi denti affilati e gli occhi.. Gli occhi..», abbassò nuovamente lo sguardo, lasciando che altre lacrime spuntassero dagli angoli della sua bocca.
«Lui.. Lui ha lottato contro sé stesso per non farmi del male e poi.. Poi se n’è andato. Mi.. Mi fa male vederlo in quello stato, mi fa un male completo.. Perché io lo amo..»
Susan non aveva detto parola, restando semplicemente in ascolto. Sembrava come se non bevesse da un secolo, tanto che la sua gola si fosse seccata. Non aveva parole di conforto da offrirle, la situazione non era semplice, e lei sapeva benissimo quanto fosse difficile controllare quell’impulso, quando si teme di fare del male alla persona a cui vuoi bene, o che ami.
Le strinse la mano con la sua.
«Lo so che fa male, quando devi combattere la fame, la sete.. Fa male ad entrambi.. Ma devi cercare di sostenerlo o si odierà per averti “spaventata” così tanto. Potrebbe non passargli tanto facilmente. Purtroppo, tesoro, è parte di ogni demone, è parte di lui. Non può combatterla, eliminarla. Nessuno può. Mantenere il controllo di quanto beviamo, è difficile, e più beviamo, più grosso è il danno per la persona da cui prendiamo il sangue, specie per chi nutrendosi differentemente, non ha la possibilità di riassumere tutto il sangue perso. Ma ti ci abitui, ed è quello che riuscirai a fare anche tu. Tra noi il morso non uccide, ma voi angeli siete comunque creature più delicate sotto certi aspetti, è comprensibile che avesse tutto questo timore di ferirti, di farti del male. Lui ti ama.», disse in modo calmo, ma serio.
In maniera rapida e dolcissima, l’amica andò ad abbracciare l’angelo, stringendola contro il suo petto e portandole una mano tra i lunghi scuri capelli mossi, passandoci la mano, lentamente, proprio come quando erano bambine.
«Adesso ci sono io, sta tranquilla, con il tempo migliorerà.»
El si strinse forte a lei, appoggiando il suo viso sulla spalla dell’amica.
«Lo sosterrò, sempre. Anche nei momenti peggiori. Se ami davvero una persona, la ami con pregi e difetti, in maniera unica e totale. La ami anche se dentro di lui c’è una parte oscura. Lo ami perché è semplicemente perfetto, così com’è. E’ questo che è Pj.»
«Grazie per essere qui, Demonietto..», disse in un sussurro, senza staccarsi dall’abbraccio, quell’abbraccio che valeva tutto. Ogni singola cosa. Valeva più di ogni minima parola.
«Non mi devi ringraziare. Ehi, sono la tua migliore amica!», proruppe divertita, nonostante la serietà che Elena aveva assunto.
Era tornata alle parole che aveva detto poco prima Susan, riguardanti i demoni. L’aveva messa di fronte ad una realtà che non aveva mai considerato, anche se comunque stava con un demone da più di quattro anni. Aveva bisogno di metabolizzare il tutto.
«Mi aspetti? Mi faccio una doccia rapida e mi vesto.»
Suz annuì, lasciando che l’angelo si alzasse con il lenzuolo attorno al corpo, dirigendosi al bagno, ove s’infilò in doccia, lavandosi rapidamente. Per fortuna aveva l’abitudine di tenere un ricambio completo in quella piccola stanzetta. Si vestì in meno di due minuti, con una felpa larga grigia e il pantalone di un pigiama.
Non che sentisse freddo, ma era la forza d’abitudine per mischiarsi con gli umani.
«Come ti senti, dolcezza?», domandò il demone, non appena uscì dal bagno El. Si era premurata di sistemare un po’ la stanza totalmente in disordine.
Non potè fare a meno di sorriderle.
«Io.. Si, abbastanza. E grazie. Per la stanza e.. Per essere qui.»
Sorrise di rimando, scuotendo la testa. Elena si era seduta sul letto, che ancora sapeva del profumo di Paul, un minimo.
«Ti potrà sembrare stupido ma.. Ti va di coccolarmi? Come quando eravamo piccole..», conclusi timidamente, inclinando la testa da un lato.
Il sorriso sul volto di Susan si ampliò notevolmente.
«Certo. Vieni qua, Angioletta.»
Le si avvicinò, andando a stendersi di fianco a lei, sul grande letto.
Ehi, era la sua migliore amica.
Un’amicizia oltre i confini. Un’amicizia che durava ormai da millenni.
Un’amicizia forte ed indissolubile, che nessuno sarebbe mai riuscito a spezzare.
  
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